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Liturgia del disprezzo

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In un lugubre seminterrato di una città imprecisata è in corso un violento interrogatorio condotto dalla polizia segreta. Il comandante Otchaptenko chiede al prigioniero, accusato di spionaggio, di raccontargli la sua infanzia, in modo da far luce sul suo peculiare gruppo etnico. L’uomo ricorda allora, in una vertiginosa mise en abîme, un altro interrogatorio a cui era stato sottoposto, all’età di tre anni, da un misterioso zio. Si spalanca così un universo inquietante, popolato di personaggi indefiniti, sorta di temibili golem che abitano un sovramondo degno di Moebius, in un dedalo di palafitte che emergono da pozzi insondabili, traballanti passerelle e scalette di corda. Gli abitanti, dediti ad azioni di sabotaggio e guerriglia urbana, appartengono a gruppi etnici in perpetua lotta tra loro. Quello del bambino, composto di esseri infiltratisi anni prima sul pianeta Terra, è in grado di mutare e mimetizzarsi assumendo sembianze diverse, umane e non umane: creature che sono insieme vittime e carnefici, inseguiti e inseguitori, delatori e denunciati. Ambientato in un’epoca post-apocalittica, tra paesaggi lunari e metropoli devastate, con un occhio a Tarkovskij, ai racconti di E.T.A. Hoffmann e alle fiabe orrifiche dei fratelli Grimm, Liturgia del disprezzo, preludio alla stagione post-esotica di Volodine, è un romanzo dell’alterità in cui i nemici – extraterrestri, aracnidi o sottoproletari – sono forse soltanto il nostro doppio oscuro.

192 pages, Paperback

Published September 6, 2024

5 people are currently reading
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About the author

Antoine Volodine

36 books166 followers
Antoine Volodine is the primary pseudonym of a French author. Some of his books have been published in sf collections, but his style, which he has called "post-exoticism", does not fit neatly into any common genre.

He publishes under several additional pseudonyms, including Lutz Bassmann and Manuela Draeger.

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3 (3%)
Displaying 1 - 17 of 17 reviews
Profile Image for Violet Baudelaire.
78 reviews9 followers
February 1, 2025

“ E il ritorno a casa, nel tardo pomeriggio, col cielo tagliato a metà, chiaro dalla parte da cui veniva il vento e dopo morente e brunastro, non appena si lasciava lacerare dai canini eruttanti dei comignoli, granuloso, incrostato, e poi la distesa delle rovine, la collina, i sentieri tra il cemento sparso qua e là, gli edifici ricostruiti, i bambini frignanti nei cortili, e infine l'isolato dove abitava lo zio.”


Più che la trama poté lo stile.
Elementi, urla, carni, mattoni, salnitro, “ l’odore delle grida. E la stanchezza, il sangue che goccia […].”
Non luoghi e non tempo dannatamente rappresi.
Volodine mi ha portata laddove anche Lovecraft , credo.
Profile Image for Francesca.
30 reviews
October 7, 2024
(Premessa: devo scrivere pippone)
Il voto reale sarebbe 2.5

Questo libro è meno di duecento pagine, ma sembra essere lungo il doppio. Ci sono due cose che permettono di perseverare nella lettura: la prosa di Volodine e l'idea di fondo.
Il problema è che l'idea di fondo, da cui dovrebbe nascere e svilupparsi la storia, sembra rimanere tale: la sensazione è quella di avere in mano una bozza, qualcosa che ancora deve essere completato.
Le pagine e le parole si susseguono come un sogno, un ricordo confuso o meglio ancora come stralci di pensieri; ma i pensieri sono fatti di impressioni e noi non stiamo guardando un film, stiamo leggendo un libro: l'immaginazione cerca di rincorrere il racconto senza riuscire a raggiungerlo, poiché non ci viene mai restituita una descrizione completa di niente, abbiamo solo sfuggenti particolari.
Così, il mondo distopico che sembrava doversi andare a creare rimane un frammento di qualcosa che non sapremo mai.
Sconsigliato a chi vuole rilassarsi.
Profile Image for Elisa.
42 reviews
October 6, 2024
Non lo so sincera. La scrittura è molto bella davvero però non so se è troppo complessa per me o é un dato obiettivo che Volodine scrive in maniera teoppo pomposa. Rischiato di addormentarmi più volte, non ricordo niente delle prime 100 pagine e credo di aver perso il 60% delle info.
Detto questo, una delle copertine più belle che ho in libreria
Profile Image for AlenGarou.
1,729 reviews133 followers
June 18, 2025
3+

Dato che questo mese mancava una lettura scifi, perché non puntare in alto con il post esotismo?
Certo, fino a poco fa non sapevo nemmeno della sua esistenza, così come del suo creatore, ma questo romanzo mi aveva attratta proprio per la sua stranezza.
Prima di tutto per il setting post apocalittico dopo guerre disastrose e invasioni aliene, ma anche per il narratore inaffidabile che sotto interrogatorio rivive la sua infanzia, i rapporti con la madre e gli zii e tanti altri personaggi poco umani.
Insomma, considerando che è un alieno in grado di cambiare forma e nel corso della narrazione ne vediamo di cotte e di crude, dire che è solo un bene non fidarsi.
Lo stile purtroppo si è rivelata un’arma a doppio taglio.
Da una parte è intrigante e molto visivo ma allo stesso tempo caotico. Ti fa percepire molto, ma non si focalizza mai. Il tutto è un complesso gioco di luci e ombre, frammenti, illusioni, politica, pregiudizi e ambiguità. Gli orrori della guerra e il grigio che avvolge il mondo trapelano bene dalla narrazione, così come la moralità complessi dei personaggi, tuttavia il punto della narrazione è sfuggente.
Il finale spiazza, ma se il lettore si è già perso nel corso della vicenda c’è poco da sconvolgere.
Quindi sì, non è un’opera semplice e ci vuole un bel po' di ginnastica mentale, ma nel complesso si è rivelata un’esperienza.
Di certo è qualcosa di diverso dal solito, seppur brutale.
Profile Image for Andrea.
187 reviews129 followers
December 15, 2024
Tra fantascienza e Post-esotismo: la liturgia del disprezzo di Antoine Volodine.

In quasi dieci anni di frequentazione ho imparato che il suo nome non si pronuncia alla francese, ho attraversato grazie ai suoi libri un mondo sempre più in disfacimento, smarrendo il cuore nella taiga ho trovato sangue e finte speranze nella violenza del suo sguardo politico. Dopo quasi una decade posso anche affermare che Antoine Volodine non è solo questo: nascosto dietro a numerosi eteronimi, alle più disparate voci, è uno e tanti autori. Non ci sono dubbi, grazie a questa pluralità di voci e d’intenti è stato capace di affermarsi come uno degli autori più importanti del panorama europeo dei nostri giorni.

In molti ne hanno capito la centralità, così anche in Italia sta procedendo la pubblicazione della sua opera, grazie alla lungimiranza di 66thand2nd. «Liturgia del disprezzo» oltre ad aggiungere un tassello al complesso mosaico di Antoine Volodine, diventa un libro importante per guardare alla genesi di una letteratura, al feto di quello che era e che ora non è più, mutato nel tempo e dalle radiazioni di un percorso sempre più ambizioso.
Se l’amore di molti è fiorito nelle strutture del post-esotismo, nel genere letterario che Volodine ha affinato sempre più, con questa liturgia sprezzante sposteremo l’intero osservatorio verso gli esordi. A quel momento in cui, in mancanza di un’alternativa, Volodine – con tanto di riconoscimenti – affidò il suo immaginario alla tradizione fantascientifica: proprio nel 1986, l’anno di uscita del libro, vinse il Grand Prix de la Science-Fiction Française, il più prestigioso premio francese dedicato al fantastico e alla fantascienza.

La luce è lontana dalla cella dell’interrogatorio, si cercano risposte, si perpetuano torture. Lo scenario non è sicuramente inedito, almeno per tutti gli scrittori post-esotici. Le carceri sono il luogo in cui la letteratura è stata emarginata, così come le voci di chi la diffonde, di chi sta contrastando il potere con la parola. Dal carcere il post-esotismo cerca la fuga, attraversa la morte per ritornare alla vita, proprio dalle sbarre sussurra le sue storie. Per questo è sorprendente che una delle prime liturgie dell’autore francese sia veicolata dai ricordi, dalle strade di una memoria tanto calpestata quanto temprata, di un bambino.
In una società devastata dalla guerra, dal potere che cerca di fagocitare la diversità delle razze, saranno i sogni e le memorie d’infanzia ad accompagnarci verso l’alba della verità.

Saranno pagine di cenere e sporcizia, di guerre combattute da tanto di quel tempo da aver perduto le ragioni del conflitto. Il tempo non sarà solo affetti, frammenti di vite e informazioni, ma diventerà una vera e propria disfatta generalizzata.
Si potrebbero citare le suggestioni di grandi classici come «Solaris» o «Stalker», ma per avvicinarsi a questo immaginario fantascientifico dovremo allontanarci molto dalle influenze più classiche di Andrej Tarkovskij. C’è un altro artista, geograficamente più vicino a Volodine, che sembra aver un dialogo diretto sia con il romanzo che con uno sguardo filosofico sul mondo. Niente navicelle o indagazioni spaziali neanche per Andrzej Żuławski, il regista che sul finire degli anni settanta realizzò «Sul globo d’argento», un film censurato dal governo polacco, occultato per altrettanti anni e uscito nella sua forma definitiva a breve distanza dal libro di Volodine. Tutto a dimostrare una certa condivisione politica, l’interesse verso un fantastico altero, più vicino alla mostruosità, al tribalismo, allo scontro e alla preziosa differenza tra le varie razze senzienti.

Per Volodine la fantascienza non fu infatti una scelta, ma una naturale necessità in mancanza in valide alternative. I suoi primi libri non possono entrare in questo immaginario, nonostante siano stati pubblicati da collane ed editori del settore. Tutto era più vicino al surrealismo, a un’idea di avanguardia imbastita e contaminata da una certa tensione politica. Sono gli anni del muro, del grande cambio politico della Russia, ma soprattutto della continua tensione della Guerra Fredda di cui si avvolge anche la liturgia del disprezzo verso l’altro, verso i numerosi nemici da dover soggiogare prima ancora dello squarcio di Černobyl’. Sono anche gli anni in cui lo stesso Żuławski girò «Possession», uno dei suoi grandi capolavori, in una Berlino Ovest fantasmatica, nel clima pre-nucleare dei più grandi incubi europei. Ecco dove hanno guardato molti degli immaginari degli anni ’80, verso un’urgenza popolare di rispondere a domande molto complesse sull’io e sulla collettività, il tutto sempre sotto scacco del pericolo, di sentimenti oscuri e un nuovo conturbante pensiero magico.

Continua su #UnAntidotoControLaSolitudine: https://unantidotocontrolasolitudine....
159 reviews
October 8, 2024
"Liturgia del disprezzo" è un'opera di contraddizioni: stile, temi, obiettivi. Sullo sfondo di un futuro post-apocalittico si stagliano i ricordi - o i sogni - della voce narrante. Il libro non racconta una storia unica, lineare, bensì tante storie, vissute attraverso gli occhi del protagonista, che presentano le molteplici sfaccettature ed i molteplici aspetti di un mondo distopico, oppressivo, oscuro. Il quadro che ne fuoriesce non è dei più sereni. I personaggi sono i residui disillusi di una rivoluzione che non ha portato i cambiamenti sperati e, anzi, li ha costretti a vivacchiare, tirare avanti alla meno peggio in un mondo quasi alieno e ormai inospitale. Tra questi personaggi, ci sono gli zii del protagonista, esempi di personaggi che vivono una quotidianità grigia, ripetitiva, tra macerie ed emanazioni residue della guerra, senza alcuna speranza per il futuro. Eppure, ognuno di loro, a modo suo e spesso in maniera sempre distorta, trova gioia in qualcosa: la caccia ad un marito fuggito, suicidio assistito, attraversare una landa infernale ed infuocata per penetrare un magazzino proibito. L'ambiguità dei personaggi si manifesta anche ad un secondo livello, cioè il loro ruolo: figure oppressive e liberatorie allo stesso tempo. Un esempio è zio Golmesh, che svolge sia il ruolo di figura autoritaria che esercita un oppressivo controllo ma può essere anche visto come guida in un mondo avverso e pericoloso, in quanto occhi dei figli.
Lo stile di Volodine è forse l'elemento più importante del libro. Oltre che mero orpello estetico, la scrittura di Volodine è ermetica eppure fortemente caratterizzante. Seppur la descrizione dei paesaggi e del contesto generale sia abbastanza nebbiosa (sembra quasi che gli eventi possano accadere ovunque ed in qualsiasi tempo), Volodine riesce a fornire sprazzi, visioni del mondo localizzate nelle immediate vicinanze del protagonista attraverso la sua percezione e, pur dicendo poco, dice molto, rendendo perfettamente l'idea di un mondo oscuro, sporco, con edifici sgangherati, accrocchi edilizi tra le macerie, un mondo brutalista e post-industriale. Lo stile frammentario, a volte surreale, altre iperdescrittivo, rispecchia il caos interiore, razziale, politico, sociale della Terra descritta in "Liturgia del disprezzo". Conseguentemente, la frammentarietà dello stile non aiuta l'interpretazione del libro, che rimane ermetico, complesso, aperto a molteplici chiavi di lettura.
Eppure, dai racconti di Moldscher, il protagonista, emerge un fievolissimo ottimismo. Esiste ancora la possibilità di trovare piccole oasi di qualcosa simile alla felicità tra il fango, le ceneri, la sporcizia, bombe e acque reflue, e nonostante il finale delinei all'orizzonte l'ennesima guerra distruttiva, la consapevolmente inutile fuga di Moldscher lascia un barlume di speranza.
"Liturgia del disprezzo" è un libro divisivo. E' duro, non aiuta il lettore, anzi, molte volte lo spiazza e si rivela frustrante, trasformando in dilemma interiore la lettura un altro libro di Volodine.
Profile Image for Stefano Rabaglino.
29 reviews6 followers
March 12, 2025
3.5 STELLE

“Liturgia del disprezzo” fu pubblicato originarimente nel 1987 e da poco arrivato in Italia grazie alla sempre attenta 66thand2nd; primo romanzo di Antoine Volodine che leggo.
Incuriosito dalla trama e da questo filone letterario denominato Post-Esotico del quale Volodine è fondatore e credo unico esponente mi addentro nella lettura senza sapere poco altro.

Il romanzo inizia con un violento interrogatorio subito del protagonista che, pagina dopo pagina, ripercorre la sua vita e dei sui familiari. Frammentato racconto del suo passato e di se stesso, scavando in ricordi sospesi, frammentati ed onirici (orrorifici).
La (sua) realtà viene sporcata da una memoria fallace in un susseguirsi di avvenimenti sospesi tra fantascienza post-apocalittica, creature aliene, allegorie, storie di guerra e terrorismo in ambienti sporchi ed inquinati. Un susseguirsi di cantieri e fabbriche dove la vita non viene mai data per scontata e i personaggi sopravvivono più da predatori che da esseri umani.

La lettura non sempre risulta (volutamente) fluida e a tratti il senso di smarrimento è quasi soffocante. Lettore perso tra le righe espressioniste del racconto.
Profile Image for Alessia Saulle.
267 reviews19 followers
October 9, 2024
⭐️⭐️.5

‘Liturgia del disprezzo’ è un’opera che affronta temi complessi e provocatori, ma purtroppo non riesce a mantenere sempre un ritmo coinvolgente.
la prosa è spesso densa e richiede un’attenzione costante, il che può risultare faticoso per alcuni lettori.
tuttavia l’autore offre spunti interessanti sulla società contemporanea e sulla natura umana.
la caratterizzazione dei personaggi è ben sviluppata, ma a tratti sembra mancare di profondità emotiva, rendendo difficile empatizzare con le loro esperienze.
le idee presentate sono stimolanti, ma la narrazione può apparire frammentaria, con passaggi che sembrano scollegati.
In sintesi il volume ha il merito di provocare riflessioni importanti, ma potrebbe beneficiare di una maggiore fluidità narrativa.
una lettura che lascia il segno ma non senza alcune riserve.
Profile Image for Yupa.
773 reviews128 followers
November 6, 2024
Lampi tra le pagine

Uno scenario che ci è dato solo per lampi, lampi che illuminano squarci di una realtà devastata, forse quella di un'invasione aliena, forse quella di un brutale conflitto che coinvolge l'intero pianeta, forse quella di biologie diverse che si scontrano e si fondono al contempo.
Al solito, in questo autore la trama conta poco, anzi, non c'è quasi, e la narrazione si spinge molto oltre quell'orlo incerto che divide la forma dall'informe, porgendoci da bere soprattutto zuppe di immagini, se non di mere parole.
Ma c'è grande capacità di scrittura, certo, solo che anch'essa che brilla a lampi, si accende e si spegne tra una pagina e l'altra e lascia pensare che cosa sarebbe stata al servizio di un raccontare più classico, più ordinato.
Profile Image for Pyknoparakmachia .
185 reviews6 followers
September 26, 2024
Se l'intento di Volodine era di dare il via con quest'opera al post-esoterismo credo che non ci sia riuscito benissimo. L'opera è blanda, vuota, il disprezzo come forma alienante risulta troppo pacata nei legami intersociali e non basta la distanza razziale ed etnica per favorirne l'incolmabilità della comunicazione e del disagio empatico verso l'altro da sé.
Il giudizio pertanto mi risulta mediocre, se non altro perché si nota come l'opera sia acerba ma premio comunque il merito e lo sforzo dell'autore, poiché immagino il coraggio di Volodine del passato di mostrare al lettore un romanzo diverso, con tematiche che poi sarebbero diventate solide fondamenta della letteratura volodiana.
Profile Image for Giada.
27 reviews1 follower
November 8, 2025
3.5 ⭐

Libro molto intenso e denso nonostante non arrivi alle 200 pagine. La scrittura è molto accattivante e le numerose descrizioni riescono a mostrare con efficacia il mondo devastato, crudele e lurido in cui avvengono i fatti narrati. Sicuramente non una lettura adatta a rilassarsi, anche per i temi crudi trattati, ma molto interessante e a cui vale la pena dare una possibilità.
44 reviews
January 27, 2025
3,5 è il giudizio.
Scrittura differente, grande capacità evocativa, a volte difficile da seguire.

Per chi cerca letture non convenzionali.
Profile Image for mgs.
72 reviews2 followers
September 11, 2025
Bella la copertina.
4 stelle più per lo stile dell’autore che per la trama.
Profile Image for michele.
16 reviews
October 23, 2025
Uno di quei libri in cui non capisco molto di quello che succede e faccio fatico a seguire.
This entire review has been hidden because of spoilers.
Profile Image for Silvia De Luca.
5 reviews
December 18, 2025
DNF a pagina 150; 1,5 stelle

a mio parere soporifero e privo di assoluto significato, mi sono ritrovata a leggere e rileggere anche cinque volte la stessa frase tanto non riuscivo a concentrarmi a sufficienza sulla lettura, e pure le cose che apparentemente mi interessavano (la questione delle razze aliene, le ambientazioni postapocalittiche), risultavano solo abbozzi di idee sconclusionate, avevano chiaramente puro intento estetico data l'assoluta mancanza di senso generale ma anche in quella dignitosa estetica qualcosa muore, quasi l'autore fosse stato troppo pigro per anche solo accennare un minimo di forma visibile. chi ci vede una sorta di "morale della fiaba" per me mente. questo libro appare come una trascrizione di sogni assurdi forzatamente legati tra loro, solo che ai sogni si può concedere il lusso di una qualche forma di psicanalisi... questo è invece puro, assoluto artificio retorico. è il puro vuoto letterario. pochi libri mi sono parsi così acerbi e insignificanti.
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