Nell’antico Egitto si credeva che il corpo fosse formato da cinque elementi spirituali: ib (il cuore, sede della memoria), ka (energia vitale), ba (impropriamente tradotto come l’anima), shut (l’ombra) e ren, ovvero il nome, che racchiude l’essenza e l’identità della persona. Veniva ripetuto e trascritto molteplici volte nelle tombe, affinché il defunto potesse essere ricordato: un modo per renderlo eterno, immortale, che a noi posteri è necessario per conoscere una storia e per mantenere un legame col passato.
L’importanza del nome non è prerogativa del popolo delle piramidi: il nome è l’elemento costitutivo dell’individuo, la prima parola che sentiamo quando veniamo al mondo, quella che ci accompagnerà e farà riconoscere per tutta la vita. Questo è il perno attorno a cui ruota Il segreto nel nome di Amal Oursana, il racconto di un inseguimento delle proprie origini, nascoste dal tempo e amputate dalla Storia, tra i suk e le rocce aride del Marocco.