Un dettaglio. È sempre un dettaglio a fare la differenza.
Capita a Cristina Mandas di dimenticare il compleanno del marito. Che vuoi che sia. Invece, la svista è il primo scricchiolio di una vita che sta per andare in frantumi. Perché a quarant’anni Cristina non è la maestra, la moglie, la madre, stimata e ben voluta dalla comunità di quel paesino sardo in cui si è trasferita tempo prima. Dietro la cortina di un’esistenza comune, custodisce un segreto che deve rimanere sepolto nelle profondità di un pozzo. E così è stato, almeno fino a un particolare colto di sfuggita, fino a quella dimenticanza. Qualcuno, però, si è accorto che Cristina non è più la stessa, che è sul punto di cedere. Qualcuno rimasto nell’ombra a spiarla per anni.
Lorenzo Roccaforte è stato uno degli scrittori più amati d’Italia e ha anche vinto il Premio Strega. Ora che il successo è volato via a causa della sindrome da pagina bianca, si ritrova ad aver mancato lo status di “solito stronzo”, lui che puntava a rimanere un “venerato maestro”.
Ermes Calvino ha un cognome di peso, nessuna parentela con il grande Italo e un abbonamento premium coi guai. Generoso, legatissimo alla madre e alla sorella, è anche uno sconosciuto scrittore di talento. Diversi come il giorno e la notte, Roccaforte e Calvino diventano gli involontari contraenti di un patto Ermes scrive i romanzi che Lorenzo firma. Lo chiamano ghostwriting. L’ideatore del piano è Arturo Panzirolli, un ex galeotto che in carcere ha avuto l’idea del diventare editore! Sotto la regia di Panzirolli, un Roccaforte senza più speranze è ritornato sulla scena come autore di thriller e podcaster true crime. Scrittore e ghostwriter si ritroveranno in Sardegna a indagare sulla morte di Cristina Mandas e su un misterioso delitto di trent’anni prima, che sconvolse l’isola.
Con La donna nel pozzo Piergiorgio Pulixi supera allo stesso tempo se stesso e tutti gli steccati di genere, con una miscela – mai sperimentata a queste dosi – di thriller, noir, commedia e spietata auto-analisi sul funzionamento della fabbrica del racconto crime. Leggendo queste pagine si ha la netta sensazione che stia iniziando qualcosa di nuovo.
È scomparsa perché si fidava delle persone sbagliate.
Piergiorgio Pulixi, scrittore e sceneggiatore, è uno dei più apprezzati autori noir italiani, fa parte del collettivo di scrittura Sabot creato da Massimo Carlotto di cui è allievo. Insieme allo stesso Carlotto e ai Sabot ha pubblicato Perdas de Fogu, (edizioni E/O 2008). È autore della saga poliziesca di Biagio Mazzeo iniziata col noir Una brutta storia (Edizioni E/O 2012), finalista al Premio Camaiore 2013 e chiusa col romanzo finale della quadrilogia, Prima di dirti addio (Edizioni E/O 2016). Nel 2014 per Rizzoli ha pubblicato il romanzo Padre Nostro. Ha vinto numerosi premi letterari e nel 2015 è stato premiato ai Corpi Freddi Awards come miglior autore italiano dell’anno. I suoi romanzi sono in corso di pubblicazione negli Stati Uniti, Canada, e Regno Unito.
Uno di quei gialli che io definisco giallo pallido.
La trama è veramente semplice e lineare, quasi scolastica: no twist and turn, pochissima suspence. Il colpo di scena del finale non è neanche troppo corretto, perché si tira dentro un personaggio estraneo alla storia.
I personaggi.
Il grande scrittore. È l’unico personaggio con un certo spessore e un minimo di personalità: “ex grande scrittore” adesso in disgrazia. Ha una bella caratterizzazione romanesca con battute da coatto veramente divertenti. Però, per spiegare la sua caduta nel baratro della depressione, l’autore tira fuori la solita storia della tragedia familiare che è pure poco verosimile e buttata lì frettolosamente.
Qui c’è anche da notare la super-marchetta al tanto chiacchierato Premio Strega: “Lo scrittore era talmente bravo che aveva vinto il Premio Strega”, “il prestigioso Premio Strega”, “addirittura il Premio Strega!”. Una marchetta infinita ripetuta almeno 30 volte”.
Poi c’è l’editore. È il classico personaggio borgataro e mezzo delinquente, che con uno stratagemma ruba una foto del Papa con un suo libercolo in mano, ne vende 80.000 copie e diventa famoso. Ma per favore! Il fatto che tutti gli italiani sono coglioni è come minimo un cliché e di quelli belli sfruttati. Lui funziona da fulcro nel rapporto fra lo Strega-scrittore e il ghost writer fantozziano.
Poi c’è il protagonista, il ghost writer. Un buono, talmente inverosimile e naive da far impallidire Heidi e le sue caprette. Uno che subisce assolutamente tutto da tutti fino a farti venire i nervi invece che intenerirti. Il povero tapino: subisce lo strega-scrittore depresso, l’editore delinquente e analfabeta, la sorella drogata e i suoi strozzini e pure la nipotina di tre anni. Un tale personaggio fantozziano con un po’ di sarcasmo e brio sarebbe addirittura divertente, ma le sue sventure sono trattate in modo serioso e quindi è solo noioso.
Devo dire che ho letto molti libri di Pulixi, e lo consideravo uno scrittore brillante e poliedrico, tuttavia questo romanzo è bidimesionale o forse addirittura monodimensionale. Sembra davvero un lavoro dilettantistico.
Ma che niente niente questo libro sia un po’ autobiografico caro Piergiorgio?
2⭐️ Posso menzionare “La libreria dei gatti neri” oppure il romanzo “Per mia colpa”: ecco questi mi hanno fatto innamorare della scrittura di Pulixi ma non questo libro, molto prolisso e scontato, purtroppo non tutte le ciambelle escono col buco…
Ispirato a un fatto di cronaca nera, Pulixi costruisce un romanzo articolato e introduce due protagonisti che, a naso, avranno un futuro narrativo: lo scrittore Lorenzo Roccaforte e il suo ghostwriter, Ermes Calvino (nomen omen) costituiscono una coppia eterogenea e quasi antagonista, eppure la combinazione funziona.
Il caso prende avvio dalla crisi esistenziale di Cristina Mandas, una brava maestrina, nonché brava moglie e madre esemplare che entra in una sorta di vortice depressivo per un motivo che non sappiamo ma che le ricerche della strana coppia ben presto riveleranno. Sollecitati da quell’avanzo di galera di Panzirolli, il loro editore, che subodora lauti guadagni, dalla capitale i due volano in Sardegna, nel paese dove si svolgono i fatti scabrosi che ci verranno raccontati.
Lettura gradevole, anche se con qualche caduta nell’esagerazione e nei luoghi comuni.
Ho conosciuto Piergiorgio Pulixi alcuni anni fa in un incontro in libreria e da allora lo seguo in maniera costante. Lo considero uno dei più dotati e poliedrici scrittori di noir che abbiamo in Italia. Pure senza abbandonare alcuni caratteristici tratti del suo stile, l’ambientazione in terra di Sardegna, l’approfondimento psicologico dei personaggi, lo stile di questo scrittore si è evoluto nel tempo soprattutto da quando ha abbandonato gli aspetti più “Pulp” per arrivare a trame e personaggi con caratteristiche diverse. L’ultimo libro vede come protagonisti due personaggi molto particolari: uno scrittore che ha pubblicato un libro solo, memorabile, un capolavoro, per poi perdere la vena creativa e il suo ghostwriter, scrittore a sua volta molto bravo ma sconosciuto. Entrambi hanno guai a profusione e segreti da nascondere ma riescono a vincere la reciproca insofferenza per risolvere una vicenda misteriosa. La storia è scorrevole e avvincente, contiene momenti divertenti e anche una spietata analisi del mondo del libro e dei personaggi assurdi che lo popolano.
Ascoltato come audiolibro. È il primo Pulixi per me e l'ho trovato caruccio. Non ero in cerca di un noir turpe, per cui ho apprezzato lo stile farsesco con cui è imbastita tutta la situazione dei personaggi-investigatori. Una grossa parte del libro non c'entra con la detection, ma è dedicata a descrivere il mondo editoriale marcio in cui questi personaggi lavorano. L'ho trovato divertente, specie sentendolo in versione audio. Il lettore inizialmente mi aveva causato qualche perplessità perché aveva un'intonazione un po' da anime (nel senso di serie animata giapponese); però poi ha funzionato proprio perché era così, vista la natura volutamente sopra le righe del contesto.
La parte puramente noir dichiara alcune ispirazioni truci come Ellroy e David Peace, che forse si potevano anche evitare. Come noir, non fa sforzi per uscire dal binario convenzionale "donne morte", però superato questo è comunque un buon intrattenimento, che mi ha fatto ridere in molte occasioni.
Ascoltando la puntata del podcast Indagini intitolata Carbonia - 28 giugno 1989, ho capito che il libro di Pulixi è tratto da una storia vera, da cui hanno preso anche i dettagli più violenti. Nell'edizione audio che ho ascoltato non ci sono elementi extra-testuali che facciano riferimento a questa provenienza effettivamente "true crime". È un peccato: si perde un ulteriore livello meta della narrazione, che mi sembra abbastanza importante per apprezzare il libro. In sostanza, nel suo romanzo Pulixi mette in scena personaggi farseschi che realizzano la stessa operazione che sta compiendo lui. Nel descriverli, continua a evidenziare quanto ciò sia deteriore e riprovevole, un po' come se si stesse lui stesso ribellando al suo editore.
Probabilmente non ero ancora pronto a salutare Vito Stella e la sua squadra (Mara Rais su tutti), quindi nelle prime pagine non è stato facile calarsi in questo nuovo libro. Poi la storia è decollata, così come i protagonisti verso la Sardegna. Nel finale ho avuto la sensazione che si volesse chiudere al più presto la storia, non mi è sembrato curato e dettagliato come il bravissimo Piergiorgio Pulixi sa fare. Questo salto nella romanità, di certo più vicina al mio quotidiano, ho dovuto assorbirlo pagina dopo pagina, anche quando la storia ha cominciato a svilupparsi in terra sarda. L'ironia è la caratterizzazione dei personaggi restano sempre un pregio di questo scrittore a cui non rinuncerei mai. Vediamo se Lorenzo ed Ermes faranno ancora tanta strada insieme... nel frattempo: aridatece Mara!
Ho provato sentimenti altamente contrastanti leggendo questo libro. Da un lato ho trovato insopportabili e al limite dell’inverosimile alcuni dialoghi, soprattutto quelli in romanesco che definirei più che fastidiosi. Tanti personaggi erano al limite del cliché, tanto da sembrare macchiette. Eppure non sono riuscito a staccarmi dalla lettura. La storia è avvincente e la trama è discretamente costruita. Ed allora mi domando: cosa conta davvero in un libro? Il modo in cui è scritto o piuttosto il modo in cui riesce a prenderti? Nel dubbio, pur con tutte le criticità di cui sopra, gli do 4 stelle.
Comicità troppo forzata, caso non poi così interessante, cose apparentemente importanti lasciate senza risposta, poca azione e solo "racconti". Finale tutto sommato prevedibile e la mia impressione è stata una: è stato il maggiordomo.
Incipit La luce del sole s’insinuò nella stanza e fece brillare i capelli dorati di Tata, la donna più importante della vita di Ermes Calvino. Continua su IncipitMania
Nove mesi prima dei fatti narrati, il corpo della maestra Cristina Mandas era stato ritrovato in fondo a un pozzo nella tranquilla area rurale del Sarrabus, nel sud della Sardegna. L'ipotesi del suicidio è apparentemente la più sensata, ma viene messa in dubbio da una lettera inviata da una carcerata a Lorenzo Roccaforte, celebre autore dal passato turbolento e conduttore di un podcast true crime. Roccaforte e il suo squattrinato ghostwriter Ermes Calvino si ritrovano a lasciare la caotica città di Roma per rispolverare il caso sardo, in cerca di ispirazione per un nuovo thriller. Ad attenderli è però un inatteso cold case vecchio di trent'anni, costellato di figure losche e dei crimini più disparati. Una sottotrama dietro l'altra si disvela in ogni capitolo di #LaDonnaNelPozzo, ultimo #libro di #PiergiorgioPulixi, che torna a dipingere la sua Sardegna di giallo e di noir, con l'aggiunta comica di un tocco di goliardia romanesca. A impreziosire il #romanzo è il coinvolgimento di due investigatori non professionisti, Ermes e Roccaforte, che si calano nei panni del detective spinti dal bisogno di idee e si ritrovano loro malgrado coinvolti in qualcosa di più grande. Come avevo già avuto modo di constatare, la penna di Pulixi è scorrevole e avvincente, particolarmente valida nella caratterizzazione dei personaggi, che sono numerosi e poliedrici. Il modo in cui si è dilungato sulle situazioni personali di Ermes e Roccaforte mi fa pensare che abbia in mente di estrarli nuovamente dal cilindro nelle produzioni successive. A mio avviso questo aspetto ha un po' penalizzato l'indagine sul finale, rendendo la risoluzione del caso troppo rapida; avrei letto volentieri altre cinquanta pagine di questa storia, sia per conoscere le sorti di chi ha commesso il crimine, sia per saperne di più sul rientro a Roma di Ermes, date le disastrose premesse. Consigliato agli amanti del noir e dei #coldcase. Particolarmente adatto se vi piacciono i libri che parlano di scrittori (come alla sottoscritta)! . Per altre recensioni, mi trovi su instagram @bibliotecamentale 📚
Il lettore mi è piaciuto molto, ha interpretato bene i vari personaggi.
La trama d'altro canto è un po' fiacca. Una buona prima parte si concentra sulle vicende personali del protagonista che poi non trovano una chiusura a fine libro, mentre la seconda parte è incentrata sul risolvere il caso.
Durante la prima parte pensavo "ma quando si arriva alle indagini?", però col senno del poi direi che la seconda parte è quella che ho apprezzato meno.
L'epilogo invece di incentrarlo su un personaggio di cui ci interessa poco, lo avrei incentrato sul protagonista e sulla sua famiglia, visto che ci vengono presentate varie problematiche familiari per buona parte del libro.
Mi ha tenuto buona compagnia, ma non mi ha conquistata.
Questo libro è stato una grande delusione. Rispetto agli altri libri che ho letto dell'autore, questo è talmente scialbo e mal riuscito che sembra scritto da un'altra persona. È un libro che mi ha fatta arrabbiare, in primis per i personaggi che sono uno più detestabile dell'altro e tutti per motivi diversi. Se non altro bisogna riconoscere questo a Pulixi, è stato un maestro nel trovare mille motivi diversi per farmi odiare ognuno di loro. Partendo da Noemi, che avrei volentieri preso a schiaffi per il suo comportamento che non ha nessuna scusante, a Panzirolli che è un cafone mezzo delinquente, per finire con Ermes, che è uno zerbino fatto e finito e avrei preferito si desse una svegliata prima con la sorella, o che si desse una svegliata in generale. L'unico che salvo parzialmente è Roccaforte, che nonostante all'inizio non mi piacesse, sul finale mi ha fatta ricredere. Oltre ai personaggi il grosso problema di questo libro è la presenza di cliché su cliché, frasi fatte, luoghi comuni e pregiudizi che mi hanno fatto davvero arrabbiare. Tra l'utilizzo del romano, la cafonaggine e la trasformazione di ogni singolo personaggio in una macchinetta Pulixi si è davvero impegnato per affossare il suo romanzo. La goccia che ha fatto traboccare il vaso e che non posso scusare all'autore è stata però la considerazione sui romance. Avrei potuto capire se l'avesse fatta dire a Roccaforte, dall'alto della sua "umile opinione", ma così è stata solo un'offesa gratuita ad un genere che viene già troppo bistrattato. La trama è molto scarna. Le rivelazioni si concentrano in un paio di capitoli e ci vengono comunicate direttamente da Ermes già a cose fatte, senza renderci partecipi delle indagini. L'unica parte di investigazione serve a confermare le supposizioni o i fatti che diamo già per certi, il che rende tutto ancora più noioso. Il plot twist finale era impossibile da prevedere, considerato che le informazioni fondamentali per risolvere il mistero vengono nascoste fino alla fine. È stato un bene che questo non sia stato il mio primo approccio all'autore, perché altrimenti probabilmente sarebbe stato anche l'ultimo.
Mah… non avvincente, mi aspettavo qualcosa di più interessante… tutta la parte sulla vita sregolata della sorella di Ermes e sui guai con i debiti ecc si è rivelata abbastanza inutile. I dialoghi in dialetto romano erano troppi, ed è solo nelle ultime 50 pagine che l’intreccio si è evoluto… Il dialogo finale due scrittori col prete, prima dell’arrivo dei carabinieri, mi è sembrato un momento alla Don Matteo… inverosimile! L’unica cosa che ho apprezzato è stata la figura di Lorenzo Roccaforte, mi piace il suo personaggio e lo trovo autentico. A parte anche lì che abbia avuto la stessa vicenda in famiglia (o molto simile) della tipa delle terme… si poteva trovare a mio avviso una storia meno simile ma che comunque riuscisse a far “legare” i due alla stessa maniera..
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ho letto alcuni libri di pulixi e devo dire che li ho apprezzati tutti. In questo romanzo si ispira ad un fatto di cronaca realmente accaduto in Sardegna. e ne crea una trama che alterna, thriller giallo e umorismo. i protagonisti sono Lorenzo roccaforte( premio strega e col blocco del lettore) e Ermes Calvino (ghostwriter vero autore dell'ultimo romanzo di successo del nostro roccaforte). Saranno loro che partendo dall'appartenenza suicidio di una maestra, Cristina, si troveranno ad indagare subuna vicenda successa più di 30 anni fa. tra segreti, ricatti e omertà i due protagonisti riescono ad arrivare lì dove le autorità non si sono mai spinte...
Che dire.. adoro la scrittura di pulixi e questo romanzo mi è piaciuto molto.. mi sono piaciuti moltissimo i battibecchi tra Lorenzo ed Ermes che hanno dato quel tocco di leggerezza e di umorismo che serviva per smorzare un po la vicenda. Ho adorato Ermes, con la sua caparbietà e la sua forza d'animo.. e l'amore incondizionato per la sua adorata nipotina. ma devo dire che verso la fine non mi è dispiaciuto neanche Lorenzo.
direi che per quanto mi riguarda è un libro super consigliato
Per me è il primo libro di Pulixi e non mi è dispiaciuto. Capisco i lettori che sono rimasti delusi avendo letto altro dell’autore perché in effetti è un noir molto leggero, lineare e anche abbastanza scontato come trama e finale. È comunque scritto molto bene ed è stata una lettura piacevole. Avrei evitato gli stereotipi romanacci, che per me fanno subito Rocco Schiavone, ma comunque rimane un bel libro.
Non mi ha convinta del tutto. Scorrevole con una trama interessante, ma tutti quei dialoghi in romanesco non si possono leggere, nemmeno Schiavone parla così.
"L’ex premio Strega, fissando negli occhi il responsabile di collana, un tizio bassottino e smilzo col viso da ragazzo che sembrava uscito dal libro Cuore, gli aveva riso in faccia. “Ma ’ndo vòi anna’, che c’hai er fisico da scartatore de caramelle. Me pari ’na busta de latte.” L’editor si era tolto gli occhialetti da intellettuale, come a cercare di indurire la propria immagine, e aveva caricato un cazzotto. Roccaforte era stato più lesto, e l’aveva mandato a dormire con un diretto alla mandibola, scatenando una violenta rissa..." 😂😂😂
Sono una lettrice accanita di romanzi gialli e thriller/noir, di Piergiorgio Pulixi ho letto tutti i suoi libri, anzi, per la verità mi manca solo "Se i gatti potessero parlare" uscito quest'anno (2025) editore Marsilio 🥰 il prossimo sarà quello 🐈⬛ "La donna nel pozzo", che mi è stato regalato a Natale, è ispirato a un caso di cronaca nera realmente accaduto in Sardegna, precisamente il caso di Gisella Orrù, una sedicenne che scomparve il 28 giugno 1989 a Carbonia, nel sud dell'isola e venne ritrovata morta il 7 luglio. Assassinata con una stilettata al cuore e poi gettata in fondo a un sifone collegato all’impianto idrico. L’autopsia rivelò i segni di una brutale violenza sessuale. Il libro di Pulixi intreccia elementi di mistero e suspense con la storia vera, esplorando le situazioni e le dinamiche di quel caso, che all'epoca non ebbe una conclusione chiara e lasciò molte domande senza risposta 😱 Un delitto irrisolto. Il prologo ci fa entrare nella storia di Cristina Mandas, presentandoci la sua vita apparentemente normale, ma con un segreto nascosto nel passato, ora tutto sta per essere sconvolto da un evento apparentemente insignificante, la dimenticanza del compleanno del marito...
"Si era dimenticata del suo compleanno. In diciotto anni di matrimonio non era mai successo. Quella consapevolezza l’aveva fulminata non appena era entrata in sala insegnanti... [...] “Come puoi essertene scordata?” si accusò, severa..." 🥺
Cosa è successo a Cristina?! Cosa l'ha sconvolta? Nove mesi dopo, Roma sud, conosciamo due scrittori, il famoso Lorenzo Roccaforte, uno degli scrittori più amati d’Italia che ha anche vinto un Premio Strega (ora però è in crisi creativa), e lo sconosciuto, ma scrittore di talento, Ermes Calvino. Diversi come il giorno e la notte, Roccaforte e Calvino sono coinvolti in un patto diabolico di ghostwriting 😊 L’ideatore del piano è Arturo Panzirolli, un ex galeotto che in carcere ha avuto l’idea del secolo: diventare editore!! Infatti saranno loro due, scrittore e ghostwriter, a partire per la Sardegna per andare a indagare sulla morte di Cristina Mandas e sul misterioso delitto di trent’anni prima...
"“Com’è essere così famoso?” Lorenzo fece un risolino cinico. “’Na merda proprio… È come avere l’Alzheimer. Tutti ti conoscono e ti si avvicinano, dicendo che vi siete già visti, che hai firmato il libro a tutta la loro famiglia, e tu te ne stai lì, con le mani in mano, a sorridere come un ebete, fingendo di sapere perfettamente chi sono, quando a malapena sai chi sei te e do’ stai..." 🤣
A me, "La donna nel pozzo", è piaciuto tantissimo, è stata una lettura piacevole, per prima cosa perché è ispirato da una storia vera (che non conoscevo), poi grazie alla scrittura scorrevole e coinvolgente (tipica del nostro Pulixi) devo dire che alla fine è uscito proprio un buon noir fiction, con un perfetto mix di realismo, suspense e umorismo... ma avviso: è totalmente diverso dai romanzi con Vito Strega e la sua squadra 🖤 Con i personaggi, sempre tutti ben caratterizzati, questa volta Pulixi ci stupisce con la coppia di scrittori Calvino-Roccaforte, come dicevamo diversi come il giorno e la notte 😂 ma troppo divertenti e simpatici, spassose le situazioni e le battute in dialetto romanesco 🤪 scenette che vanno ad alleggerire la brutta storia dai contorni torbidi del 'giallo del pozzo'. Da leggere assolutamente 👍🏻
“guarda, una delle poche cose che ho capito in questa vita di merda è che il male sa nascondersi molto bene e ha un debole per l’innocenza. Ci si scaglia contro come le mosche al miele” replicò Roccaforte. “i posto all’apparenza pacifici in realtà sono i peggiori, perché le persone abbassano la guardia e vengono colpite a tradimento”
Lorenzo Roccaforte e Ermes Calvino, due che si trovano a collaborare e che in comune hanno l’editore Panzirolli per certi aspetti è ignorante come una capra, ma per altri è un genio, altrimenti come avrebbe fatto ad accaparrarsi un premio strega da inserire nella squadra dei suoi autori? Senza contare che la Panzirolli editore non è proprio una casa editrice di spicco, ecco…Eppure a lavorare lì c’è proprio lui, l’autore che ha scritto “la quinta incarnazione” e che ha fatto sognare migliaia di persone, l’autore conteso da grandi case editrici snobbate in favore di un mezzo sconosciuto. Ed Ermes? Ermes per una serie di circostanze si trova a fare il ghostwriter di Roccaforte che, dopo il grande successo del suo esordio non è più riuscito a buttar giù due righe.
I rapporti tra loro sono tesi: da un lato Roccaforte invidia la facilità con cui Ermes riesce ad inventare trame e buttare giù le tracce per il podcast di cui Lorenzo è voce, dall’altra Ermes si sente sfruttato, preso in giro e usato da un autore in crisi e da un editore senza scrupoli. ma devono lavorare insieme per forza, uno ha bisogno dell’altro ed Ermes ha bisogno del lavoro, seppur malpagato, per tenere a galla la sua sgangherata famiglia composta dalla madre, dalla sorella Noemi e dalla nipotina. il Calvino padre se n’è andato quando Ermes era piccolo e la ferita è ancora lì, viva e pulsante, in tutti loro. Sarebbe più facile far quadrare i conti se Noemi smettesse di mettersi nei guai con la malavita e iniziasse a prendersi cura come si deve della figlia, ma così non è ed Ermes si rimbocca le maniche, ingoia fiele e cerca di dare almeno alla nipote un futuro sereno, anche se questo significa lavorare nell’ombra per due persone che lo sfruttano. È proprio una di queste, l’editore Panzirolli, che gli affida la stesura di un nuovo best seller che dovrà uscire entro Natale o addirittura entro Halloween e che dovrà superare il precedente per stile e incassi, magari basandosi su un cold case o su un fatto di cronaca recente. E non ci sono alternative, dato che Roccaforte si è inimicato il regista con cui avrebbe dovuto lavorare ad un film ispirato al libro scritto- in incognito- da Ermes. Non è affatto facile capire quale possa essere il caso da cui partire, da quale trarre ispirazione, ma scorrendo tra le lettere dei fan, gli salta all’occhio una lettere non delirante quanto le altre, ma lucida ed essenziale. A scrivere è una detenuta che dice di temere per la propria incolumità dopo la morte della “donna nel pozzo” che lei conosceva e di cui era certa non si trattasse di un suicidio. L’istinto di Ermes gli dice che è quello il caso da cui trarre ispirazione e che c’è bisogno di andare là a capire di cosa si tratta; il tempo di riferirlo a Panzirolli e lui e Roccaforte sono su un aereo diretto in Sardegna nelle zone del Sirrabus dove viveva Cristina Marras, la donna trovata dentro un pozzo dopo giorni che si era allontanata da casa e che le forze dell’ordine hanno archiviato come suicidio. La lettera della detenuta però non è d’accordo e il fatto che anche lei si suicidi appena prima che i due scrittori possano parlarle mette in allarme Ermes e Lorenzo: chi c’è dietro a queste morti?
Il nuovo romanzo da scrivere è solo uno dei motivi che spingono i protagonisti del romanzo a restare, per Ermes è un bisogno, è la volontà di rendere giustizia a Cristina e riabilitarla agli occhi del marito e dei figli. La motivazione di Lorenzo è diversa, ma non meno potente. Siete pronti a scoprire dove li porterà questa indagine, piena di zone oscure e di avvertimenti a fare attenzione e a non immischiarsi?
È il secondo di Pulixi che leggo e mi è piaciuto. Anche se è anni luce lontano da Marzio Montecristo e la sua libreria; questo è più cupo, più doloroso, più “nero”. Si affronta il tema dell’essere genitori, di quanto sia difficile farlo, di quanto il senso di colpa pesi sulla coscienza e con quanta intensità invada i pensieri. Si parla di ambienti corrotti e marci, di mani viscide e potenti che non si fermano davanti a niente e nessuno certe di essere coperte sempre e comunque. E si fa la conoscenza di Ermes Calvino, che mi è piaciuto subito per il suo essere buono, pronto a farsi carico delle mancanze della sorella, anche se questo suo proteggerla è controproducente (quando finalmente le ha detto di crescere e lo ha fatto in un certo modo, ho esultato!). Lorenzo Roccaforte è un personaggio che all'inizio ho detestato, così volgare, sfacciato, arrogante, indisponente e che però, alla fine, è diventato il mio preferito perché si arriva a capire cosa lo ha fatto diventare così. E a farmelo piacere è anche il rapporto con Ermes che inizia a cambiare, lavorando insieme al caso di Cristina e collaborando fuori dalla sede dell’editore hanno modo di cominciare a sapere un po’ di più l’uno dell’altro e a non basarsi solo su pregiudizi. Non diventeranno migliori amici, ma secondo me nei prossimi romanzi- perché ci saranno, vero?- ci sono ottimi presupposti per una bella amicizia. Ben scritto e con un buon ritmo, per questo romanzo il mio voto è 4 stelle.
"La donna nel pozzo" di Piergiorgio Pulixi Pagine 304
Un dettaglio. È sempre un dettaglio a fare la differenza. Capita a Cristina Mandas di dimenticare il compleanno del marito. Che vuoi che sia. Invece, la svista è il primo scricchiolio di una vita che sta per andare in frantumi. Perché a quarant’anni Cristina non è la maestra, la moglie, la madre, stimata e ben voluta dalla comunità di quel paesino sardo in cui si è trasferita tempo prima. Dietro la cortina di un’esistenza comune, custodisce un segreto che deve rimanere sepolto nelle profondità di un pozzo. E così è stato, almeno fino a un particolare colto di sfuggita, fino a quella dimenticanza. Qualcuno, però, si è accorto che Cristina non è più la stessa, che è sul punto di cedere. Qualcuno rimasto nell’ombra a spiarla per anni. Lorenzo Roccaforte è stato uno degli scrittori più amati d’Italia e ha anche vinto il Premio Strega. Ora che il successo è volato via a causa della sindrome da pagina bianca, si ritrova ad aver mancato lo status di “solito stronzo”, lui che puntava a rimanere un “venerato maestro”. Ermes Calvino ha un cognome di peso, nessuna parentela con il grande Italo e un abbonamento premium coi guai. Generoso, legatissimo alla madre e alla sorella, è anche uno sconosciuto scrittore di talento. Diversi come il giorno e la notte, Roccaforte e Calvino diventano gli involontari contraenti di un patto diabolico: Ermes scrive i romanzi che Lorenzo firma. Lo chiamano ghostwriting. L’ideatore del piano è Arturo Panzirolli, un ex galeotto che in carcere ha avuto l’idea del secolo: diventare editore! Sotto la regia di Panzirolli, un Roccaforte senza più speranze è ritornato sulla scena come autore di thriller e podcaster true crime. Scrittore e ghostwriter si ritroveranno in Sardegna a indagare sulla morte di Cristina Mandas e su un misterioso delitto di trent’anni prima, che sconvolse l’isola.
Inizio col dire subito che, nonostante io adoro questo autore, questo libro in particolare non mi è piaciuto. Non mi è piaciuto perché tra queste pagine non c'è niente dell'autore che ho imparato a conoscere se non lo stile leggero e scorrevole. Andando con ordine ho trovato tutti i personaggi superficiali e a dir poco odiosi. Tra l'altro l'uso frequente del dialetto, nonostante sia il mio, ha contribuito a infastidirmi e mi ha reso i dialoghi eccessivi. Per quanto riguarda l'indagine... c'è da dire che è inesistente. Non ci sono dettagli sparsi che posso far presagire cosa è realmente accaduto, non ci sono soluzioni alle quali è possibile arrivare. C'è solo un mix di elementi risolti sul finale in un unico grande "boh vabbè". Non mi è piaciuto lo sviluppo narrativo, alcuni dettagli potevano essere approfonditi meglio per creare maggiore suspense. Unica nota che poteva essere degna di nota è il fatto di cronaca reale su cui si basa l'intera vicenda che però è stato seguito in maniera approssimativa.
Il libro si apre con Cristina Mandas una donna all’apparenza tranquilla, sposata, madre di due figli, maestra stimata. Ma Cristina nasconde un segreto, qualcosa che la sta logorando e che sarà la causa della sua morte. Cristina viene ritrovata nel fondo di un pozzo. Era depressa, negli ultimi tempi non sembrava più lei, la sua morte viene presto archiviata come gesto volontario. Lorenzo Roccaforte è uno scrittore di successo, ha vinto il premio Strega, ma sono anni che non scrive più nulla di suo pugno, si avvale dei servizi di Ermes Calvino, ghostwriter talentuoso e sottostimato che non ha nessun legame di parentela con il famoso Italo. Roccaforte e Calvino non vanno particolarmente d’accordo, sono caratterialmente agli antipodi, ma si trovano in viaggio, insieme, verso la Sardegna, per scavare nella morte di Cristina e trovare l’ispirazione ad un nuovo thriller, incentivati da Panzirolli, ex delinquente, con dei trascorsi in carcere che si è re-inventato editore, seppur con modi spesso discutibili.
Ho ascoltato la versione audiolibro, è stato un ascolto piacevole e scorrevole, tanto da voler andare avanti per capire come sarebbe finito il libro. Credo che se l’avessi letto forse non mi avrebbe incuriosita così tanto, perché diciamolo non ci sono chissà che colpi di scena o situazioni che devono essere svelate. C’è questa indagine sulla morte di Cristina che si dipana senza grandi stravolgimenti fino alla risoluzione, anche questa abbastanza prevedibile da un certo punto in poi, e senza grossi turbamenti. Ho trovato Roccaforte e Calvino una coppia divertente, con dei bei dialoghi conditi di frecciatine e battute che hanno contribuito a rendere piacevole l’ascolto, per questo mi ripeto ma credo che la versione scritta perda un po’ di questo brio, soprattutto negli scambi in dialetto romanesco. Pur trovando i due protagonisti divertenti in coppia, i due personaggi non sono riusciti a far breccia nel mio cuore come il libraio Montecristo, altro personaggio di Pulixi. L’ambientazione sarda è stata descritta molto bene ed una delle cose che ho maggiormente apprezzato di questo scritto. Le vicende personali di Ermes e Lorenzo mi fanno pensare che potrebbe esserci un seguito per questa improbabile coppia, staremo a vedere. Una lettura per me perfetta per il periodo estivo per chi cerca una storia godibile e senza troppe pretese, io consiglio la versione audio.
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Plot Cristina Mandas lives in Villa Speciosa, a small village in Sardinia. She works as a teacher at the local primary school. She has a very good family, and she is very kind to everyone. Suddenly, she starts behaving in a very strange way. She often calls in sick at work, loses her house keys, and forgets to take her change in shops. She begins staying at home all day, and for the first time, she forgets her husband’s birthday. People think she’s depressed but she’s afraid of something from her past. When the television broadcasts some news, she is truly terrified.
Review “La Donna nel Pozzo” is the latest book by the Sardinian writer Piergiorgio Pulixi. Not only is this book riveting, but it is also well-written. Even if it is a dark thriller, it is full of irony. There are three very funny characters: Ermes Calvino, a ghostwriter who pretends to be Italo Calvino’s nephew; Lorenzo Roccaforte who won the Strega Prize with his book “Quinta reincarnazione” but ended up in prison after burning many copies of a Youtuber’s book. For me Arturo Panzirolli is the funniest character: he was a former pottery seller who reinvented himself as a publisher. In his office, there’re three Pakistani workers who upload negative reviews of books published by competitors. The book is based on a true story: in 1989, a girl, Gisella Orru’, was found dead in a well near Carbonia. She was killed in a heinous way. Two men were arrested and convicted but one of them always claimed to be innocent and committed suicide four years before his release. His wife is still asking for a new trial. “La Donna nel Pozzo” is a book full of twists, with an unpredictable ending. There’s also harsh criticism of the publishing world: in a recent book presentation, Piergiorgio Pulixi said that it’s “a world of sharks and serial killers”.
Conclusion In conclusion, “La Donna nel Pozzo” is one of the best noirs I have ever read. I have only one doubt: Pulixi’s previous book was translated into 18 languages. This one is full of dialogues in Roman dialect. How are they going to translate them into English? We’ll see soon.
Non avevo mai letto nulla di questo scrittore, non so, non saprei dire se mi è piaciuto o no. Di sicuro è uno scrittore da rileggere, perché c è bisogno di capire. La storia in sé non è male, in alcuni punti un po’ troppo prolisso, avrei letto meno alcune cose che secondo me erano un po’ superflue, ma va bene così. La storia inizia con un personaggio: Cristina, una maestra di scuola, vive in un piccolo paesino sardo, ben voluta da tutti, un marito, un figlio. Ma Cristina non è il suo vero nome, si scoprirà in seguito. Sembra tutto perfetto ma un giorno qualcosa cambia, qualcosa incrina quella routine e Cristina ha paura. Non esce più di casa, suo marito la chiama perché è rimasto in panne con la macchina e lei va ad aiutarlo, ma di lei spariscono le tracce, verrà ritrovata cadavere in un pozzo. La storia continua, Ermes Calvino gost writer per uno scrittore, riceve una lettera di una ragazza in carcere che dice di avere notizie sulla morte di Cristina… I due a caccia di una storia da scrivere si buttano a capofitto, ma la loro testimone chiave muore in carcere, chi era? E cosa sapeva di Cristina?? Da qui comincia la storia, loro cominciano ad indagare fino a sbrogliare una matassa tortuosa. Bhe non è un vero giallo thrilleresco, perché alla fine si capiva che cosa c era sotto ma arrivarci è il bello. Se dovessi dare un voto sarebbe 7, bene ma non troppo.
Buon inizio, una storia che si snoda chiara e interessante. Poi, improvvisamente, un'overdose di informazioni. Uno dei protagonisti, Ermes, in una notte legge 2 libri, una marea di articoli di cronaca e passa al setaccio quanti documentari su YouTube è (im)possibile. E il giorno dopo ci mitraglia con dati e informazioni su una serie di delitti, nomi, collegamenti e teorie.
Di colpo la lettura diventa noiosa. I personaggi pure. Per arrivare al finale, questo chiaro e comprensibile. Ma alcuni rami della trama vengono ignorati, in particolare la famiglia di Ermes e i suoi debiti.
Mentre il personaggio Ermes rimane coerente attraverso le vicissitudini che lo vedono protagonista, Roccaforte subisce una sorta di purificazione spirituale e improvvisamente vaga tra l'arroganza che l’ha contraddistinto per 200 pagine a una sensibilità che viene spiegata dal suo trauma personale, che lo accomuna alla signora che conosce alle terme. Storia un po’ forzata e poco convincente. Così come il suo parziale, intermittente cambiamento.
Romanzo di facile lettura, lo stile di Pulixi è scorrevole e piacevole. Ma ho trovato la qualità della trama e la caratterizzazione di alcuni personaggi al di sotto di quella della Libreria dei gatti neri, l’altro suo romanzo che ho letto qualche anno fa.
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Romanzo ispirato ad una storia vera ( non mi sono informata fino alla fine del libro perché non volevo rovinarmi la lettura ). Mi è piaciuto davvero tanto, lo stile di scrittura di Pulixi mi ha tenuta incollata fino all'ultima pagina. L'inizio può risultare un po' lento ma la storia riesce a carburare subito.
I protagonisti sono due scrittori, un ex Premio Strega e il suo ghost writer ( figura professionale che ho scoperto grazie a questo libro), che da Roma volano in Sardegna per avere informazioni su un caso di cronaca nera rimasto irrisolto e dalle indagini dovranno scrivere poi un romanzo. I due scrittori andranno a scavare nelle storie delle v1tt1m3, fino a scoprire delle verità nascoste che permetteranno di scovare l'4ss4ss1n0.
Questo romanzo non è solo un noir, ma ci sono tante tematiche che ho trovato davvero interessanti come l'oblio in cui si può cadere dopo un grande successo, i sacrifici che si fanno per il benessere della famiglia, ciò che spesso sta dietro all'editoria. Mi ha colpita davvero tanto la paura delle famiglie delle v1tt1m3 che le ha portate a nascondere la verità.
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Un dettaglio. È sempre un dettaglio a fare la differenza. Capita a Cristina Mandas di dimenticare il compleanno del marito. Che vuoi che sia. Invece, la svista è il primo scricchiolio di una vita che sta per andare in frantumi. Perché a quarant’anni Cristina non è la maestra, la moglie, la madre, stimata e ben voluta dalla comunità di quel paesino sardo in cui si è trasferita tempo prima. Dietro la cortina di un’esistenza comune, custodisce un segreto che deve rimanere sepolto nelle profondità di un pozzo. E così è stato, almeno fino a un particolare colto di sfuggita, fino a quella dimenticanza. Qualcuno la spia nell'ombra e si è accorto che Cristina non è più la stessa, che è sul punto di cedere. Con queste premesse saranno i protagonisti, scrittori anch'essi, a intrecciare le fila di una vicenda dalle molte facce. Una non scontata verità saprà metter luce su tragiche morti in un isola che affascina con i suoi paesaggi da fiaba. Eppure anche in questa fiaba emergerà un orco terribilmente cattivo. Scoprirlo e fermarlo non è scontato, neppure se scrivi gialli. La realtà supera sempre la fantasia. Consiglio. Buona lettura
Pulixi ha uno stile piacevole e coinvolgente, ho avuto un solo po’ di difficoltà con tutto questo dialetto romano (completamente assente negli altri libri che ho letto dello stesso autore), ma niente di così impossibile da seguire. La storia è molto interessante, forse la struttura del giallo pero’ è un po’ monotona (andiamo da tizio X, lui ci dice di cercare tizio Y, ecc), di fatto non ho trovato una vero e proprio punto di snodo ed evoluzione della storia, un colpo di scena, o la scoperta di una prova che permettesse ai protagonisti di avere il lampo di genio necessario per scoprire il colpevole. Quello che credo mi sia mancato di più è, sin dall’inizio, la reale possibilità per me, lettrice, di scoprire l’assassino. Mi aspettavo il classico giallo, nel quale devi tenere a mente nomi, orari e circostanze, e credo che sia per questo motivo che il finale non mi ha convinta, e mi ha lasciata insoddisfatta. Sicuramente, se mi fossi approcciata alla lettura come davanti a un romanzo di narrativa, e non a un poliziesco, mi sarei goduta di più il viaggio, e l’acume di questi simpatici protagonisti. È stata, in ogni caso, una lettura molto piacevole, e la consiglio.
Purtroppo avrei potuto dare tre stelle non fosse stato per la pubblicità del libro, il valore dato all’autore e la bella confezione del libro stesso che spingono così tanto a comprare e leggere il libro. Il libro mi è invece risultato mediocre. I personaggi non sono approfonditi , ridotti spesso a stereotipi e con l’uso ad esempio del romanesco per rendere la volgarità e superficialità di Lorenzo Roccaforte che è solo banale e irritante. La trama non è anche questa sviluppata in modo davvero coinvolgente con Ermes che di colpo , in un capitolo, ci spiga tutto senza accrescere il nostro interesse e portarci progressivamente alla soluzione come da attendersi in qualsiasi buon libro giallo. la storia parallela riguardante l’editoria ed i rapporti tra scrittori non è neanche questa interessante , rallenta solo la trama e non riesce neanche questa a coinvolgere . Mi dispiace. L’autore ha un’ottima fama ma con prodotti come questo se la può poi rovinare e le alternative al non sprecare / rischiare il proprio tempo e denaro sono molte.
Giallo che si divide tra Roma e la Sardegna. In qualche modo possiamo definirlo un cold case perché per risolvere una morte recente di una maestra all'apparenza senza macchia "caduta" in un pozzo, i protagonisti devono scavare nel passato.
Gli investigatori in questo caso sono un ghostwriter molto tenero ma anche molto sfigato, forse un pò troppo e uno scrittore scoppiato che non riesce più a scrivere.
La storia si fa leggere tutto d'un fiato anche se alcuni personaggi mi sono sembrati un pò troppo caricaturali, vedi direttore editoriale o forze dell'ordine. Anche la storia interessante alcuni passaggi non convince tanto, un segreto di cui tutti erano a conoscenza, un diario che passa di mano in mano. Una serie di omicidi/suicidi per coprire un segreto di pulcinella...boh mi è sembrato troppo forzato. Però come ho detto è scorrevole, si fa leggere velocemente e fa passare il tempo. Non so se vorrei sentir parlare ancora dei due protagonisti, non mi hanno lasciato poi molto e mi sembra che la loro storia si sia esaurita con questo romanzo ma credo che anche in questo caso ci aspetterà una serie, vediamo come proseguirà.