«Le coppie sono un mistero. Gli equilibri sui quali si reggono sono una rappresentazione imperscrutabile e non c’è spettatore che possa comprendere a fondo cosa tenga unite due persone. Nelle coppie c’è una verità che esiste solo dentro le mura di chi le abita. In ogni casa c’è un quadro appeso che gli abitanti vedono dritto e che gli ospiti vedono lievemente storto ed è così alla fine che funziona la vita di chi divide un tetto: vedere il dritto che è storto.» Viola ha trentotto anni e, dopo un matrimonio lampo, vive sola con suo figlio Orlando, un bambino acuto e bigotto. Opinionista di successo nei salotti tv più popolari del Paese, Viola si è ritagliata il ruolo di femminista rampante e severa fustigatrice di usi e costumi maschili. Il pubblico femminile la ama per la sua apparente spietatezza, gli uomini la temono, ma quello che fan e detrattori non sanno è che Viola recita una parte che non le appartiene: la sua vita sentimentale è una disastrosa sequela di tentativi falliti che nascondono l’incapacità di dimenticare l’ex, Giorgio, in corsa per diventare il candidato sindaco della città. Tra cene con uomini improbabili, chiacchiere disincantate con le amiche, telefonate rabbiose dell’ex marito e dialoghi col figlio moralista, Viola cercherà la propria strada, provando a tenere insieme, con fatica, la sua vita da single, quella di madre e quella di celebrità televisiva. Il tutto sembra reggere, finché sentimenti e politica non si intrecciano inaspettatamente e una scoperta traumatica non le fa commettere un errore imperdonabile.
Selvaggia Lucarelli è un'opinionista, conduttrice televisiva, conduttrice radiofonica e blogger italiana.
Dopo aver esordito a cavallo tra gli anni novanta e duemila come attrice teatrale, è divenuta nota al grande pubblico nel 2002 grazie al suo blog, che le ha permesso di partecipare a numerosi programmi televisivi, nel ruolo di opinionista. Ha anche condotto alcuni programmi radiofonici e pubblicato due libri, il primo dei quali è Mantienimi, edito nel 2004 dalla Arnoldo Mondadori Editore, il secondo è il romanzo Che ci importa del mondo edito nel 2014 da Rizzoli.
Rispondo con un breve commento al libro di quest'autrice, omonima ma non parente né di Carlo, abile criminologo e narratore, né di Cristiano, pregevole (ormai ex) giocatore di pallone.
A mia discolpa posso dire che il libro è stato acquistato dalla mia signora che, non avendo indossato in quell'occasione gli occhiali da vista, pensava che il libro fosse opera del sopracitato scrittore Lucarelli e che s'intitolasse "Selvaggia, che c'importa del mondo?". A quel punto, mi dispiaceva farle pesare lo sbaglio, e ho commesso in realtà un errore, se possibile, ancor più madornale: l'ho letto.
La signora Lucarelli ci tiene a dire che ha centinaia di migliaia di inseguitori sui Social Network, come se ciò fosse un indispensabile biglietto da visita per chi si avventura nel mare magnum della narrativa. Ecco, ve lo dice il signor Tozzetti: non lo è.
E non basta citare Fossati per accattivarsi il lettore; non basta essere una celebre blogger, come non è sufficiente aver fatto l'opinionista in tv, mia dolce Selvaggia. E no, lo ripeto: non basta nemmeno la popolarità sui Social, che al massimo, nei tempi bui che stiamo attraversando, rappresenta forse un handicap per coloro che vorrebbero passare dalla Rete alla Carta Stampata.
E Lei, signora Lucarelli, proprio il mestiere di scrittrice non lo sa fare. Mentre leggevo, pensavo a cosa avrei mangiato per pranzo il giorno dopo: fagiano in umido o panino con la frittata? Oppure, buttavo un occhio al televisore, dove imperversavano succose repliche di "La notte della Repubblica" col mattatore Sergio Zavoli. O, in alternativa, mi ritrovavo a sfogliare svogliatamente "L'Espresso" o "Quattro zampe". Insomma: noia noia, fortissimamente noia.
Anche se devo dirlo, signora mia, Lei è bellissima. Quando vuole possiamo incontrarci per prendere una Tassoni e parlare del suo libro; mi dica Lei: sono disponibile a qualsiasi orario, sabati e domeniche compresi.
Ammetto di essere un po' prevenuta verso la narrativa italiana, ma ho deciso di dare una chance allo stile graffiante e sarcastico di Selvaggia. Che dire? La storia è ben scritta, sebbene quasi 600 pagine siano decisamente troppe per una trama di cui si capisce la fine quasi subito. La prima parte l'ho trovata un po' deboluccia: quello che riesce bene in un tweet, può alla lunga stancare in un romanzo. Troppe battute serrate, troppi dialoghi irreali, nessuno parla nella vita vera come se fosse in un social network (o almeno voglio sperarlo). La seconda parte si riprende, emerge il lato più umano della protagonista, che sicuramente è il personaggio più riuscito (gli altri li trovo più delle macchiette, delle palesi prese in giro delle varie Barbara d'Urso e Flavia Vento che circolano nella tv italiana). Concludendo metto tre stelline, perchè l'impegno c'è e si vede, ma indubbiamente si può far di meglio.
Il "Sex and the city" de noantri in versione 2.0 ricco di ironia e sarcasmo spesso scontato, a volte inopportuno e forzato, ma soprattutto non nuovo per chi segue la Lucarelli sui social. Seppur ci siano delle verità celate in alcune considerazioni, il romanzo resta intrappolato nel limbo del né carne né pesce, né sale né pepe. I personaggi sono senza spessore, ritratti in maniera caricaturale - quasi di fantozziana memoria - e stereotipata. Su tutti il personaggio di Gaia Fabi, stereotipo della show girl bella-superficiale-scema con tratti così marcati da rasentare l'inverosimile e quello di Vasco Martini, incarnazione fantascientifica del maschio alfa, talmente affascinante, equilibrato, ironico e sensibile che sarebbe difficile trovarne uno così persino nei sogni. Il romanzo è piacevole, ma niente-di-ché. Scorrevole alla lettura e con qualche battuta simpatica che strappa un sorriso. Da portare sotto l'ombrellone (sole permettendo) se si ama il genere Chick Lit, ma non si vuole un romanzo troppo banale alla romanzo Harmony o troppo impegnativo - sessualmente parlando - alla "50 sfumature di grigio". Lo consiglio? Boh. Un consiglio: Lucarelli puoi fare di meglio?
Se fosse una rece lampo, allora il sempreverde "Il troppo stroppia" sarebbe la sintesi perfetta:
la penna di Selvaggia è affilata almeno quanto la sua lingua, sense of humour e sagacia non mancano, ma da qui a rimpinzare oltre 500 pagine con improbabili botta e risposta sulle insicurezze del maschio alfa, l'intrinseca superiorità della donna e madre - pure single - multitasking che però guarda ad un cacciavite come i bovini contemplano l'orizzonte, iperboli e battute fulminanti ogni tre per due a sostegno di una trama che in quanto a spessore, 'NZOMMA, parliamone...
Peccato, perchè l'autrice fotograferebbe pure uno spaccato di umanità molto attuale (ed altrettanto scoraggiante) ma non so voi, ma io se inciampo in una battuta mordace, un dialogo serratissimo e super arguto inserito lì con il solo ed evidente intento di strappare una risata perché realistico quanto la laurea in legge di Kim Kardashian, e ancora, una metafora arguta OGNI 5 RIGHE 5 (CINQUEEE) smetto di ridere e non lo trovo più divertente.
Ho cominciato a leggere questo libro perché avevo bisogno di leggerezza e di farmi due risate, ma non avevo previsto che oltre a ridere grazie alla ormai conosciuta ironia della Lucarelli mi sarei ritrovata nei panni di Viola, la protagonista, e le sue amiche. Il libro credo sia parzialmente autobiografico e descrive esattamente la situazione in cui si trovano le donne single della mia età, che devono fare i conti con una generazioni di uomini incapaci di prendere una posizione, un'iniziativa, di fare scelte ben precise, che preferiscono seppellirti sotto valanghe di messaggini ed emoticon piuttosto che invitarti a cena, che hanno paura anche della loro ombra, quindi figuriamoci se trovano il coraggio di mostrarsi così come sono. Non amo generalizzare ma ho trovato in questo libro molta verità ed ho capito che una mamma single anche se VIP ha le stesse identiche difficoltà di una mamma single qualunque. Lo consiglio.
Qualcuno mi spieghi subito cosa stia accadendo ai recensori di libri. Detto che ormai quasi tutto ha giudizio su 3,5 di media (cosa strana), mi chiedo come mai libri ruffiani e mal scritti siano recensiti con 4 o 5. Cosa date allora a un Coe, a una Allende per dire? Questo libro è autorefereziale, l'autrice si auto elogia continuamente, perchè è indubbio che la protagonista sia la Lucarelli stessa. Uno dei piu' grossi errori di chi scrive libri, non è essere troppo autobiografici? cmq da 1,5., non di piu'
A parte il bel titolo fossatiano (ma oramai tutti danno titoli di canzoni ai libri), la Lucarelli scrittrice sorprende positivamente. Ha tecnica, ha controllo della materia e ha umanità. Siamo qualche gradino sopra la classica chiklit e, nella creazione dei personaggi, che pure risentono molto del deprimente panorama televisivo italico, anche al di sopra del classico siparietto di satira sociale. Consigliato, insomma.
Divertente e commovente. Avevo paura di rimanerne delusa e invece mi ha regalato una piacevolissima lettura! Selvaggia ironica e pungente...ma anche profonda e ricca di colpi di scena totalmente inaspettati.
un libro molto meno leggero e banale di quanto ci si possa aspettare. in certi passaggi è molto delicato, in altri si ride, alcuni sembrano un po' forzati, ma poi a ben pensarci... ecco, forse non lo sono così tanto. molto, molto carino.
Kindle - Romanzo avvincente, è ben raccontata l'amicizia e la complicità femminile. Finale scontato, da romanzetto rosa. E' l'unico romanzo di quest'autrice che meriti di essere letto...fin'ora...
Questo libro è il più bello della Lucarelli e mostra tutto il suo lato sensibile e romantico, non presentando comunque il classico romanzo rosa, ma un racconto quasi autobiografico della blogger oltre il suo simpatico ed irriverente cinismo.
È una bella favola che ruota intorno a personaggi non banali e che possiamo ritrovare sulle cronache dei giornali come nella vita di tutti giorni. La storia di una donna normale, se pur ambientata nel contesto televisivo, con le sue debolezze e i suoi difetti. Il tema dell’amore, raccontato in modo molto ironico all’inizio del libro diviene, più avanti, affrontato in modo più profondo e trattato con rispetto.
Devo dire che inizialmente non ero molto fiduciosa verso questo libro, sebbene mi piaccia leggere le pillole web dell'attrice non confidavo in un libro interessante quanto in una raccolta di luoghi comuni e frasi da bacio perugina. In realtà più andavo avanti e più mi piaceva, mette a nudo in maniera abbastanza realistica ma anche ironica e divertente molte delle vicende femminili di donne e mamme. Perfetto come libro sotto l'ombrellone o se ci si vuole proprio svagare!
un libro che non si legge, si divora. battute intelligenti e taglienti, un lato materno che commuove e un finale che t aspetti ma che comunque non vuoi che sia diverso
Scrittura irriverente e geniale. Ottima critica all'attuale panorama dello show business. Storia semplice e di facile lettura, ma con intelligenti punti di riflessione.