Dans le vacarme d’un réveillon de nouvel an, María n’entend pas ce que Floki, son mari, lui annonce : il la quitte pour son collègue, spécialiste comme lui de la théorie du chaos. Heureusement, dans la nuit de l’hiver polaire, Perla est là, charitable voisine d’à peine un mètre vingt, co-auteur de romans policiers et conseillère conjugale, qui surgit à tout moment de son appartement de l’entresol pour secourir fort à propos la belle délaissée...
Ni Perla la naine surdouée, ni María l’épouse idéale démunie devant une orientation sexuelle désormais incompatible, ni les autres acteurs de cette comédie dramatique à l’islandaise – adorables bambins, belles-familles consternées ou complices, père génétique inattendu – ne détournent le lecteur d’une alerte cocasserie de ton, d’une sorte d’enjouement tendre, de brio ininterrompu qui font de L’Exception un grand roman de la déconstruction et de la reconstruction narcissique à la portée du commun des mortels.
Auður Ava Ólafsdóttir was born in Iceland in 1958, studied art history in Paris and has lectured in History of Art at the University of Iceland. Her earlier novel, The Greenhouse (2007), won the DV Culture Award for literature and was nominated for the Nordic Council Literature Award. She currently lives and works in Reykjavik.
"Mi marido lo repite de nuevo y esta vez lo oigo con claridad. - Perdona, pero lo amo. Tu serás la última mujer de mi vida."
María y Flóki conforman un matrimonio feliz, con once años de casados y dos mellizos de dos años. Hasta que Flóki le anuncia que la va a abandonar porque se ha enamorado de otro hombre, y el mundo de María estalla en pedazos. ¿Porqué? ¿Qué pasó? ¿Qué hice mal? ¿Cómo competir, como mujer, contra otro hombre? "Has sido la excepción en mi vida", dice Flóki.
María busca nuevos puntos de referencia para esta situación para la cual no tiene respuestas. Y la acompaña en sus días perplejos, Perla, enana, aspirante a escritora, autorreferencial (por momentos insoportable), pero que no deja lugar a la autocompasión.
Pero esta no será la única sorpresa, la única excepción, en la serena vida de María.
Una historia muy atractiva e interesante, que por momentos nos permite ver situaciones ante las cuales el manual de la vida cotidiana no tiene una respuesta ni un lugar. Y al igual que en las otras novelas de Ólafsdóttir (Hotel Silencio, Rosa Candida), no hay ninguna referencia al lugar donde transcurren los hechos (he supuesto que es en Islandia), ni hacia donde se trasportan en sus viajes.
Forse è stato il corvo: quando ha dispiegato le sue lucenti ali blu notte e dalla ringhiera ghiacciata del balcone si è librato nell’aria riempiendo il cielo con la sua apertura alare, ha trasformato il mondo in un unico grumo nero e mi ha impedito la vista del sole, mi ha impedito per sempre la vista di tutti quei soli.
La vita di María, protagonista di questo romanzo, sembra perfetta: è bellissima, sexy, intelligente ed idealista; ha un marito altrettanto bello e sensibile da undici anni; ha due meravigliosi gemelli di due anni e mezzo; ha un lavoro appagante; ha dei progetti… Cosa potrebbe succederle la notte di Capodanno? Mentre tutti festeggiano e una miriade di soli artificiali illumina il cielo? Il libro si apre con il marito che la lascia per un uomo. La critica più grande che potrei muovere a questo romanzo, se l’è mossa l’autrice da sola: troppi eventi cruciali avvengono tutti insieme. Eppure la vita non sempre ci mette di fronte a un problema alla volta, anzi. Auður Ava Ólafsdóttir è riuscita a creare personaggi particolari ed allo stesso tempo umani (tra questi anche uno particolarmente insopportabile!), ma quello che mi ha colpita, come al solito, è la capacità di questa scrittrice di parlare nei suoi romanzi di temi importanti (la crescita, il senso della maternità, la vita di coppia) con un tono leggero pur affrontando aspetti dolorosi.
I listened to the author read this on the radio. Before listening to it, I had read one novel by Auður, Ör which I liked very much. I have to admit, this one didn't get to me quite as much, but there is something pleasant about the author voice of Auður Ava.
These two novels I've read by her, both have this quiet sense of humor, not always laugh out loud funny, but still comic. Sometimes situations that could be seen as sad have this something that is comic. This doesn't undermine the seriousness of the situations, but makes them more interesting.
One thing that I think she may have taken a little far here, is her portrayal of men, they all seem just a little pathetic, even the main characters young son. Maybe this has to do with the fact that the main character is going through a divorce that she didn't see coming. Maybe that makes her see men in this light. The best character in the book, and the most interesting one is Perla, who is a writer that lives in the same house as the main character. A great character.
All in all, I liked this novel quite a lot, and I'm starting to think I have to read the rest of her books. I like these two books that much.
“Perdonami ma io lo amo. Ti giuro,non ci sarà mai più una donna, nella mia vita, tu sei l’ultima.”
Con queste parole, che incontriamo nelle prime pagine del libro, Flóki lascia sua moglie, cioè la narratrice di questa storia. Perché Flóki è innamorato di Flóki, suo collega e suo omonimo ; i due, non a caso, sono matematici che studiano la teoria del Caos.
E infatti il caos irrompe nella vita di Marìa, che improvvisamente rimane da sola con due gemelli molto piccoli e, comprensibilmente, esce un po’ di senno; ma il caos travolge piano piano anche noi che leggiamo questa storia.
Perché la mano della scrittrice sembra gettare generosamente sul suo racconto una molteplicità di temi: c’è ovviamente il tradimento e la fine di un matrimonio; c’è l’omosessualità o l’ambiguità sessuale; ma c’è anche la disabilità e i suoi disagi (rappresentata dal personaggio di Perla, scrittrice e psicoterapeuta nana); c’è la psicoanalisi con le sue pretese e le sue mancanze; poi la scrittura come terapia e (forse) mistificazione; c’è la famiglia allargata e il problema di un padre naturale e uno adottivo; c’è il rapporto con una madre che si rivela diversa da come la figlia immaginava, ma anche il problema della maternità come scelta; c’è il paesaggio locale, cornice fondamentale, ma c’è anche l’allontanamento e il viaggio (verso un luogo non precisato)…. Tutto questo è contenuto e meticolosamente sparpagliato nel romanzo (ma forse dimentico qualcosa) e per concludere in bellezza … esce dal cilindro un tocco di metaletteratura proprio nel finale (che sinceramente non ho capito bene).
Insomma troppa carne al fuoco, una sovrabbondanza di temi lanciati come ami all’avido lettore/lettrice per poi risolversi in una ben magra pesca. E così: troppi stimoli e pochi approfondimenti.
Il tutto per dimostrare che in realtà l’eccezione è la regola. Bella dunque la morale, interessante il tema centrale, ma sullo svolgimento … beh, ho detto quel che dovevo dire.
Scrivere un commento su un libro così breve è sempre difficile per me, perché non appena mi immergo un po' nella lettura, ecco che il libro è già finito. Ed è difficile parlare di un romanzo in cui non succede molto, e la trama non è il motore della lettura. Dopo l'evento di apertura, in cui Maria viene lasciata dal marito, quello che segue è una scansione dei pensieri e delle decisioni della protagonista che cerca di dare un senso a quello che è appena successo e di adattarsi alla sua nuova situazione, sullo sfondo congelato delle brevissime giornate di un gennaio islandese.
Nonostante il tema non semplice, il libro mantiene una certa leggerezza e ironia, il tono è malinconico, mai drammatico.
Le cose che mi sono piaciute di più di questo libro sono il rapporto di Maria con la natura, e soprattutto il suo rapporto con il mare, e la nascita dell'amicizia con la vicina Perla, il cui ruolo nel romanzo non è per nulla scontato...
Le fate ignoranti all'islandese Un altro anomalo romanzo di formazione per Olafsdottir, con la protagonista, María, che scopre dopo undici anni di matrimonio, che al marito piacciono gli uomini e che lei è un'eccezione, l'unica donna che Flóki sia mai riuscito ad amare. Anzi, Flóki non sa neanche come sia riuscito a restare con lei per tanto tempo e ad avere due gemelli, un maschietto e una femminuccia (Bergþóra e Björn). Ma adesso che si è innamorato di un suo collega di lavoro - che si chiama anche lui Flóki - ha deciso di fare coming-out e di lasciare María. Contemporaneamente, María conosce il suo padre biologico Mentre cerca di superare l'abbandono del marito, María parla spesso con Perla, la sua vicina di casa, una nana che fa la consulente matrimoniale e la ghostwriter per uno scrittore di gialli, e si rende conto di tante stranezze di Flóki a cui non aveva fatto caso perché era convinta che lui le fosse fedele. L'ingenuità di María è davvero disarmante, sembra quasi che abbia vissuto con la testa infilata nella sabbia (o nella neve, visto che siamo in Islanda) per undici anni...
Yo no sé qué tiene está mujer que todo lo que escribe me enamora. El libro es poco drama Sobre María que curra en ONG haciendo prótesis pa los niños que está felizmente casada y madre de dos gemelos hasta que un día de fin de año su marido le suelta mira que soy mariquita y me voy con mi amante. A partir de ahí cuenta la vida de ella , con su vecina escritora , sus niños y cositas que van pasando a lo largo de la novela, es triste sin llorar y bonita a la vez
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Il fascino dei paesaggi islandesi unito a una storia difficile raccontata con delicatezza e notevole capacità descrittiva. Il desiderio di ritrovare la felicità, equilibri in continua evoluzione, segreti del passato e un caos di sentimenti trovano posto nelle pagine del romanzo senza eccessi né retorica definendo l’inafferrabilità di un senso definito in una vita che presenta spesso delle eccezioni.
Ho trovato questo libro molto bello per diverse ragioni. In primo luogo perché si può leggere su più livelli dato che affronta molte questioni ma, per me, rimane un libro sulla scrittura e sul rapporto tra l'autore e i suoi personaggi. Ho apprezzato molto la capacità dell'autrice di non lanciarsi in spiegazioni didascaliche e, quando lo fa, di usare uno dei due personaggi principali che di mestiere fa, appunto, la scrittrice e la psicoterapeuta (e se penso che all'università uno dei testi del corso di psicologia dinamica si intitolava Verità narrativa e verità storica, mi sembra un'accoppiata quanto mai azzeccata). Il libro si svolge in Islanda e l'isola è molto presente ma la vicenda potrebbe svolgersi in qualunque altro luogo senza perdere di interesse ed efficacia e, per me, questo è un altro punto a favore.
En sær historie ligesom hendes andre. Ikke helt så fængende som de andre to jeg har læst (Ar & Stiklingen) måske fordi jeg savner mere plot og det drive en tur gennem Europa giver. Her er heltinden efterladt alene i hjemmet med små tvillinger, eftersom hendes mand skåler nytåret ind med at proklamere at han er bøsse og flytter hjem til husvennen, der lige er gået tidligt hjem. Helt alene er hun selvfølgelig ikke, der er børn der skal klædes af og på, en ornitolog-beundrer, en ukendt far og ikke mindst underboen der både er psykolog/parterapeut, ghostwriter for en kendt krimiforfatter, relativt selv-inviterende og i øvrigt dværg. Der er med andre ord masser af skæve karakterer og humor.
4,5 étoiles. Relecture après plusieurs années, et un souvenir un peu flou d’un roman qui ne m’avait pas marqué. Et pour ça, vive les relectures! C’est tout ce que j’aime de cette autrice, avec un petit aura un peu plus sombre que d’habitude. Malgré tout, on retrouve un peu de lumière vers la fin. Les atmosphères sont merveilleuses, et la personnage principale très attachante.
Timing parfait de lecture d’ailleurs, puisque ça commence durant la soirée du Nouvel An. 👌
Góð! Hámlesin í tveimur hollum. Falleg skrif og á köflum ljóðræn. Endirinn full listrænn og mér fannst “brjóta fjórða vegginn” dæmið ekki koma vel út. Fannst byrjun bókarinnar stilla vel upp fyrir áhugaverða sögu og hélt að ég væri að fara að lesa um sjálfsskoðun og næstu skref hjá Maríu í kjölfar áfalls en fékk minna af því en ég hefði viljað.
Bokklubbens recension: Vi har läst "Den sista kvinnan" av Audur Ava Ólafsdóttir. Romanen handlar om María som blir lämnad av sin man för en man, och om tiden efter. Saker och ting händer, folk kommer och går, precis som i livet. Romanen blir ett intressant nystan av trådar, ett myller av fascinerande karaktärer. Romanen får 3,5 svanar av 5. 🦢🦢🦢(🦢)
Inleder maj med en lågoddsare: de två tidigare romaner jag har läst av Olafdottir har fått fyror, och redan efter första scenen i Den sista kvinnan vet jag att jag kommer att gilla även denna bok. Det är svårt att riktigt sätta fingret på vad jag gillar, men stilen är speciell - precis som den isländska miljön. Historien är lågmäld och på ytan rätt ointressant, med det är något med hur författarinnan väver ihop småsaker, i korta, levande kapitel. Hela "kortväxt spökskrivare-slash-familjeterapeut-granne" känns smått genialiskt, i sin absurditet som inte alls är absurd i boken. Det här är nog inte allas tekopp (men ge då Fröken Island en chans istället!), men me like.
Les recits d'Olafsdottir savent associer le calme au sauvage, l'etrange a la douceur, la filiation au renouveau. L'effondrement batit tranquillement des jours meilleurs, le temps se distend comme les filets du hamac, Maria begaie un peu entre la vie et la mort, mais d'amour ne manque point. En avant, en arriere, et un jour, peut-etre, ce qu'on n'a pas ne manque pas.
Det er da en fremragende og ikke mindst dejlig bog, Audur har skrevet. Den er poetisk og smuk, og den klog som den madglade dværg i Marias kælder. Formentlig nyttigere end tusind selvhjælpsbøger. Jeg nyder virkelig Audurs bøger. 🥰
Me encanta leer a esta mujer. No tiene un estilo particularmente interesante, pero cuenta historias magníficas donde el paisaje islandés siempre tiene un papel protagonista. ¡Fantástica!
Another day, another book. Igen, ligesom den sidste bog, har denne bog uforklareligt mærkelige personer, som jeg ikke kan se meningen med. Perla, dværgen der bor i underetagen, er parterapeut, ghost writer, manuskriptforfatter, har en enorm appetit og er fucking irriterende. Selve fortællingen handler om Maria, som nytårsaften bliver forladt af sin mand gennem 11 år, som hun har to børn med, fordi han bekender at han er homoseksuel. Det jo lidt ærgeligt for hende kan man sige… Bogen handler som om de næste par uger hvor hun prøver at finde ud af hvad hun nu skal, mens dværgen i kælderen, konstant afbryder hende. Spoiler: I did not like it.
Det gode ved at læse bøger man ikke kan lide, er at man finder ud af hvad der gør en god bog god. Det der ikke gør det er: 1. Intertekstualitet. Jeg var så irriteret på forfatteren over det her. Konstant skulle Nietze, Freud eller en anden død mand citeres. Jeg har det lidt sådan her; hvis du vil skrive en bog så skriv den dog selv. 2. Natur som billedsprog. Kort sagt, hvis endnu et oprørt hav skal beskrive et indre følelsesliv, så drukne jeg mig selv i det hav?!! 3. Overfladefortællinger. 336 sider, og intet blev beskrevet i dybden. Ingen relationer, ingen fortid, ingen følelser. Jeg vil have ALL THE JUICE, dont leave me hanging med drypvise detaljer?? For at afslutte på en god note, så var samtalerne nogenlunde sjove, der skete mange forunderlige ting, og børnene er helt enormt cute. 2,5 stjerne fra mig⭐️⭐️🕡
Som fan d'aquesta escriptora però aquest és diferent dels altres. La trama enganxa més, es llegeix més ràpid però alguns dels seus peculiars trets d'estil no hi apareixen: dades matemàtiques i escenes quotidianes confrontades amb pensaments filosòfics. En canvi sí que hi troles (com als altres) inoblidables comparacions.... la sensibilitat..... la denúncia de la injustícia i la discriminació.... i Islàndia, Pascal, la mar, els ocells, el paisatge com un personatge més.
Je me suis attaché aux personnages et je trouve ça triste de les quitter. On suit María qui vit difficilement la séparation avec son mari et qui côtoie sa voisine thérapeute et écrivaine. Tension émotive et incompréhension.
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Byrjaði vel en hrapaði smá fannst mér, endirinn líka vonbrigði. Skrítin birting á samkyneigðum manni líka. Bara svo ömurlegur, en samt ekki. Það kom reglulega fram hvað María, aðalkarakterinn væri falleg. Fannst það fyndið. Perla var í uppáhaldi, líka á hún að vera Auður? Þessi endir var ruglandi.
En samt áhugaverður lestur, gef þessari 3,5⭐️⭐️⭐️✨
- Tu nella mia vita sei l'eccezione, - le sue parole ora mi arrivano come ovattate dalla distanza, - sono stato bene, con te, ma non ho mai pensato che sarebbe durato per sempre.
Ero molto incuriosito da questo romanzo. Ero incappato nel titolo qualche giorno prima dell'arrivo in biblioteca e alla terza riga del riassunto della trama mi sono detto, "Ok, questo libro lo devo leggere". Avevo molte aspettative dunque, non avevo letto niente della Olafsdottir - o di un altro autore islandese che sia - e quindi mi sono buttato nella lettura. E' sempre bello sperimentare cose nuove. Peccato però quando le speranze vengono deluse o non soddisfatte appieno - come, ahimè, è sfortunatamente avvenuto per questo romanzo.
Maria è spostata con Floki. Sono insieme da undici anni, una coppia amorevole, affascinante, quasi perfetta, una coppia che diventa famiglia con l'arrivo di due gemelli. Solo che l'ultima notte dell'anno Floki rivela a Maria una grande verità che ha sempre tenuto nascosta. E' innamorato di un altro uomo e non è più in grado di dissimulare la sua identità sessuale. Maria rimane senza parole, è sconvolta, possibile che non si sia mai accorta di nulla? Possibile che abbia sbagliato lei qualcosa? Dalla separazione inattesa la protagonista non farà altro che interrogarsi e cercare di comprendere cosa siano effettivamente stati quegli undici anni di matrimonio e di presunto amore. E' una ricerca disperata di risposte, quella di Maria, una ricerca che si interseca con nuove vicende, nuove scoperte, e passati segreti che ritornano a galla.
La trama è il punto forte del romanzo. L'intreccio di personaggi e le vicende che si susseguono sono ben studiate dall'autrice. La caratterizzazione della protagonista poi è analizzata e pensata in ogni minimo particolare, quasi come se l'intero romanzo non fosse altro che un diario scritto dalla donna sotto la richiesta di uno psicanalista. Quello che mi è piaciuto meno è lo stile narrativo. L'uso insistente del presente e della prima persona singolare alla lunga non hanno allietato la lettura. E' tutta una questione di gusti.
Non sconsiglio questo romanzo. E' carino, sicuramente non eccellente, ma comunque in grado di trasmettere qualcosa. E poi, wow, ci sono delle immagini mozzafiato - distese di neve, mari d'inverno, crepacci, bufere. Si riesce a sentire un po' d'aria d'Islanda. E questo non è altro che un pregio.
En helt bra roman, men den grep inte tag fullt lika mycket som hennes romaner Ärr och Fröken Island gjorde. Kanske för att personerna förblev lite vaga i konturerna, speciellt den homosexuelle maken Floki. Den isländska miljön är som alltid välbeskriven.
Floki e Maria si lasciano, Floki le rivela di essere omosessuale, che ha sempre condotto una vita parallela e che ora vuole andare a vivere con un uomo. Così per Maria, bella, interessante e colta, inizia un viaggio alla scoperta di se stessa in cui scoprirà che tutto non è come appare. O forse è tutta una fantasia che si affaccia nella testa della vicina di casa, la scrittrice nana Petra? In effetti tutto potrebbe essere drammatico e scorre incredibilmente leggiadro. Quello che stiamo leggendo è un romanzo o un romanzo nel romanzo? Chi lo sa. Come tutti i libri di questa scrittrice, c’è una sorta di calamita che mi costringe a leggerli fino in fondo anche se il senso - quello profondo - è sospeso come uno di quegli uccelli di cui si parla tanto nel libro e non si sa nemmeno bene di che specie siano.
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