«Spettri è molto più di un amarcord nel terrore. È un mettere l'Occidente con le spalle al muro. Ricordargli, ricordarci, che gli spettri sono un monito costante ai nostri errori. Non sono un incubo che dura una notte ma presenze reali anche quando svaniscono lontano dalle cronache di tutti i giorni. » Corriere della Sera - Carlo Baroni
«Sono rimasti inchiodati a lungo nella mia mente, ognuno nella sua vicenda. Pezzi di storia che ci siamo voluti lasciare alle spalle per illuderci che si possa fare finta di niente. Poi un giorno, un giorno di ottobre, in cui il corso delle cose si è spezzato, me li sono trovati di fronte. Tutti in fila.»
Il 7 ottobre 2023 è un doloroso risveglio per l’Occidente. La ferocia dell’attacco di Hamas a Israele riporta in primo piano, nelle agende del mondo, la causa palestinese e i suoi spettri. Li avevamo rimossi e loro sono tornati. Nella consapevolezza che la storia, e i suoi protagonisti più ambigui, tornano sempre a presentarci il conto delle scelte e degli errori compiuti, Monica Maggioni riscrive le storie interrotte di cui non parliamo e che minacciano il nostro futuro e la nostra idea di sicurezza. Dal capo spirituale di Hamas alla giovane italiana trascinata nel gorgo dell’Isis, dall’addestratore di kamikaze Tawalbe, al neonazista americano Kreis, al fanatico antimusulmano Breivik; da Occidente a Oriente, riappaiono i volti degli incubi che attraversano la contemporaneità. La verità è che la storia non ammette scorciatoie e in ogni suo anfratto, rimasto in ombra per convenienza o pavidità, trovano dimora gli persone che hanno creato una frattura, tracciato un segno. Il mondo magari li ha sconfitti, in alcuni casi uccisi, altrimenti sorpassati e dimenticati, ma la loro eredità si è radicata, ha sfruttato il tempo per crescere sottotraccia. Maggioni, che ha coperto per oltre vent’anni i principali conflitti mondiali, nel corso della sua carriera ha incrociato molti personaggi destinati a trasformarsi in “spettri”. Li ha incontrati, li ha guardati negli occhi e adesso, voltandosi a ripercorrere i loro e i propri passi, ricostruisce il sentiero tortuoso che ci ha portati fin qui, dove l’equilibrio su cui credevamo di poterci poggiare si è infranto.
Non riesco a dare un giudizio globale a questo libro. Mi sembra che affianchi realtà estremamente diverse tra loro, e se per alcune fa un lavoro mirabile e scoperchia situazioni che mettono i brividi (la strage di Outoya o la nuova destra estremista americana) per altre, da un po’ un colpo al cerchio e uno alla botte, con spesso una visione eccessivamente occidentale e paternalistica.
Inviata di guerra embedeed, da Gaza all'Irak all' Afghanistan fino al cuore di tenebra dell'America post 11 settembre, la Maggioni racconta i suoi spettri, con interviste e reportage, cronache a taccuino aperto. Scorrono terroristi e capi integralisti, nazisti e assassini, fondamentalisti che rendono la nostra società occidentale un posto sempre meno sicuro. Scrittura scorrevole, aggettivi giusti, qualche narcisismo del mestiere, ma alla fine si legge bene. Capitolo sui reduci dall'Irak interessante per capire la Trump old wave di oggi.
Un libro discontinuo, forse proprio in virtù della sua narrazione episodica e frammentaria che giustappone vicende diverse e assai lontane tra di loro. Ammirevole il tentativo di dar conto di diverse forme di estremismo e di quanto, alla base di ciascuna di queste, vi sia un malattia del rapporto: l’incapacità, culturale o patologica che sia, di riconoscere l’essere umano diverso da sé. In alcuni punti la scrittura risente di un’eccessiva verbosità, con prevedibili rallentamenti ed anche un calo di interesse. Ma i capitoli su Hamas e l’Isis valgono da soli le quattro stelle.