Alec e Maj sono riusciti nell’impresa impossibile. Sono scappati dall’Inferno, la prigione che nel prossimo futuro serve a rinchiudere e spesso eliminare chi si oppone al potere dell’Oligarchia, costringendolo a interminabili prove di sopravvivenza ispirate dall’Inferno di Dante. Scappando, però, Alec e Maj hanno creato una frattura nel mondo strettamente controllato da eserciti e tecnologia. Hanno dimostrato che opporsi è possibile e hanno dato il via a tanti piccoli focolai di rivolta. Per questo l’Oligarchia deve trovarli ed eliminarli al più presto. Intanto i due ragazzi, nati agli estremi opposti delle Terre Divise – lei cresciuta a Paradiso tra i ricchi, lui a Europa, la città stato dei miserabili – hanno raggiunto un’isola che l’Oligarchia non sa nemmeno esistere. È Purgatorio, dove ribelli e profughi da tutto il mondo trovano rifugio e progettano di rovesciare l’Oligarchia. Per essere accettati a Purgatorio, però, occorre compiere un difficile cammino scalando la montagna che sorge al centro dell’Isola, una prova da cui non è detto si riesca a tornare vivi. Ma la sorpresa più grande per Alec è la scoperta che a capo di Purgatorio vi è uno dei primi architetti di Inferno, un uomo che credeva morto da anni: suo padre. Dopo Inferno, Francesco Gungui ritorna all’opera che sta cambiando il panorama del fantasy italiano.
Nato a Milano il 9 luglio del 1980. Laureato in Scienze dei Beni Culturali all'Università Statale di Milano. Nel 2004 pubblica il primo libro: "Io ho fame adesso - come sopravvivere a un frigorifero deserto" (Guido Tommasi Editore), un ricettario romanzato. Nel 2007 arriva l’esordio in Mondadori con "Achille e la fuga dal mondo verde", una storia per bambini che racconta un 'avventura in un mondo parallelo dominato dalle piante. Mentre il 2008 è l'anno del doppio matrimonio Mondadori-Feltrinelli. Escono "Mi piaci così" e "Nel catalogo c'è tutto - per chi va o torna a vivere da solo". Con più di 100.000 copie vendute e i diritti di traduzione venduti in dieci paesi, Mi piaci così" diventa un best seller. Nel 2009 esce "L'importante è adesso". L’ultima uscita è la trilogia dei “canti delle terre divise”: Inferno, Purgatorio e Paradiso.
Sinceramente ho preferito di gran lunga il primo libro della serie .-. Questo l'ho trovato un po' ripetitivo... e il finale... mamma mia, quanto ho insultato Alex alla fine!!! "Maj sceglierò sempre te!" si vede proprio brutto...
Sfortunatamente troppo troppo troppo lento all'inizio. Poi troppo frettoloso durante IL percorso e finalmente decente alla fine. Già Inferno non brillava d'immenso, Purgatorio é ancora un livello sotto per conto mio. Peró sono sicura che leggeró Paradiso, se non altro dopo una fine come quella.
Avevo già letto il primo e mi era piaciuto molto, questo è stato molto dinamico, con un paio di plot-twist che mi hanno fatto rimanere di sasso dallo stupore, ma non mi ha preso quanto il primo. Nell’insieme mi è piaciuto sicuramente e la scrittura è molto scorrevole. Lo considererei una chicca del distopico italiano, e bisognerebbe diffondere molto di più questo tipo di letteratura in Italia.
Le vicende di Alec, Maj e Jorgos proseguono con loro che scappano miracolosamente da Inferno e che giungono in quello che scopriranno essere Purgatorio a cui vi è a capo il presunto defunto padre di Alec. Li i ragazzi scopriranno una sacca di resistenza e molte altre verità. I fatti chiaramente non finiscono qui e c'è molto altro.E non perdete mai le speranze sulla sorte di qualche personaggio. Le fiction insegnano. Come sequel lo trovo più completo e maturato del primo dove l innamoramento è un po troppo a prima vista quasi al solo scopo di scaraventarci all'inferno. Qui affrontiamo temi scottanti come il modo gramo in cui si vive un regime se si nasce dalla parte errata e di come è dura ristabilire la giustizia. La scrittura è godibile e corretta e si legge tutto d'un soffio.
l'originalità qua supera senz'altro quella di Inferno. Non mi trovo d'accordo sul fatto che il Purgatorio sia peggio dell'inferno. Mi chiedo cosa sia successo là (non dico dove) alla dea alata...Credo che la risposta la troverò in Paradiso. Comunque buono il ritmo, incalzante. Mi è piaciuta anche la confluenza dei personaggi. E alcuni pensieri, bellissimi.
Detto che 4 o 5 stelline per me non cambia assolutamente niente, questo romanzo è all'altezza del precedente e il Gungui è sempre una gran scuola di scrittura. Mi sono divertito, appassionato, e ora ho grandi aspettative per il finale!
Durante la fine del precedente volume, abbiamo lasciato i nostri protagonisti Alec, Maj e Jorgos fuori dall’Inferno. Finalmente sono riusciti a lasciarsi alle spalle l’Inferno, ma a quale prezzo? Loro sono riusciti a fuggire, ma alle spalle si sono lasciati un amico morto, un amica che li ha traditi e due fazioni che non hanno fatto altro che aiutarli e che hanno creduto in loro e li hanno aiutati a fuggire. Alec, Maj e Jorgos finalmente sono circondati dalla libertà, ma sarà davvero così? Sono davvero finalmente liberi? O sono finiti in un posto forse peggiore dell’Inferno? Si ritrovano a Purgatorio, dove tutto sembra perfetto e in armonia. Tutti hanno una casa, una vita felice, un lavoro, cibo e vestiti. Tutti sembrano andare d’accordo e vivere una vita libera e lontano dal potere degli Oligarchi. Ma qualcosa incomincia a destare sospetti. Jorgos non si sente sicuro e vuole andarsene, Maj scopre delle prigioni e Alec viene a conoscenza da una persona che credeva morta da anni di un percorso da fare per essere accettati. Ma non solo, una volta arrivati a Purgatorio, non si può lasciare il Purgatorio. Quello che il lettore si domanda insieme ad Alec, questa è davvero una terra libera? Un luogo dove si può vivere felici, lavorare e avere una vita? Oppure non è altro che un'altra forma di Oligarchia? Per quale motivo bisogna fare un percorso per essere accettati e una volta arrivati non si può lasciare la città di Polis? (Purgatorio). Il pericolo è alle porte, gli Oligarchi hanno scoperto la città per colpa di un tradimento. Alec, Maj e Jorgos saranno costretti a tornate indietro, all’Inferno. Perché per loro non c’è più posto ad Europa. Nuovi colpi di scena sapranno tenere il lettore incollato alla lettura, nonostante la lettura in alcuni capitoli risulti più lenta rispetto al primo romanzo. La fine vi lascerà senza parole e con tante domande in testa. Ve lo consiglio.
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tre stelline e mezzo Il secondo volume dei Canti delle Terre divise soffre un po' delle pecche che si riscontrano spesso nei secondi libri di una trilogia: un po' di ripetitività, molta carne al fuoco ma poche conclusioni.
Maj, Alec e Jorgos riescono ad arrivare all'isola chiamata Purgatorio, e scoprono che il padre di Alec è vivo e vegeto e coordina e guida una piccola popolazione di ribelli che hanno deciso di vivere fuori dai dettami dell'Oligarchia. Le atmosfere e i picchi di adrenalina a cui eravamo abituati con l'inferno qui non sono presenti e alcuni comportamenti mi sono apparsi poco coerenti e credibili (soprattutto da parte di Maj). Le prove del Purgatorio si sono risolte in pochissime pagine, prive di vero trasporto emotivo, mentre il viaggio verso l'Inferno e il ritorno verso Europa mi sono piaciute molto di più, soprattutto nel ricongiungimento di Alec con Beth, Marcus e Elena. Le storie parallele degli altri personaggi si sono rivelate interessanti, soprattutto quella riguardante la trasformazione di Maureen: me l'hanno resa un pochino più simpatica, rispetto all'inizio del libro, quando appare opportunista e poco sveglia. Marvin e suo padre non mi hanno stupito affatto, Guido invece penso abbia ancora grandi potenzialità da sviluppare.
Il finale chiude con un clamoroso colpo di scena, che per ora non ha molto senso, ma sicuramente avremo una spiegazione valida nel terzo volume.
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3.5 un po' affrettato e confusionario, si vede che è un libro di passaggio, le premesse a cui ha portato per il terzo sono molto interessanti, spero non mi deluda... per ora il primo resta il migliore
Direi non scontato avendo conosciuto “Paradiso” e “Inferno” nel libro precedente. Non so più chi sia “buono” e chi cattivo ma è giusto così. Non dò 5 stelle perché a tratti la lettura è lenta. Sono molto curiosa di come andrà a finire questa storia. PS: il finale🤨
Avendo letto il primo libro della trilogia, curiosa su come potesse andare a finire, mi son sforzata a continuare per leggerli tutti. Più andavo avanti e più perdevo interesse. L'ho finito a fatica. I personaggi continuano ad essere piuttosto insipidi.
Ho comprato il secondo volume della saga sperando che fosse migliore del primo, ma sono rimasto deluso, francamente sono abituato ad un fantasy molto piu' appassionante.
http://labibliotecadellibraio.blogspo... Secondo volume della serie ispirata al ciclo di Dante Alighieri, La Divina Commedia. Purgatorio, è il posto dove le anime giungono con la speranza di espiare completamente le loro colpe. Alec e May sono riusciti a fuggire da Inferno, ma hanno subìto delle perdite, Guido, Maureen dove saranno? Saranno sopravvissuti? Nel frattempo una nuova realtà si apre agli occhi dei due ragazzi, a Purgatorio Alec ritrova suo padre, creduto fino a quel momento morto, mentre purtroppo May scopre che il suo è morto proprio su quelle terre. Ma Purgatorio non è come sembra, ci sono molti segreti, un cammino di espiazione delle colpe per varcare le porte della città. Intanto a Europa, il gesto di Alec ha riscosso gli animi di molti che si stanno organizzando per una controffensiva, l'Oligarchia perde ogni giorno di più seguaci. Alec e May vivono il loro amore attraverso una scalata che li porterà a scelte il più delle volte difficili, scoprire che c'è un altro Paradiso oltre quello noto è un incentivo in più a superare le mille difficoltà. Attraverso un linguaggio chiaro e scorrevole, lo scrittore presenta il secondo romanzo, Purgatorio, il libro possiamo definirlo "di mezzo?" Un'avventura appassionante, con molti colpi di scena, battaglie, scappatoie, rifugi lungo una montagna che cela nascondigli e sorprese. Purtroppo al di là di questa mio commento, mi preme fare una piccola annotazione, non sono a conoscenza delle scelte editoriali che hanno portato al cambiamento delle copertine della saga. Non mi ha entusiasmata molto avere il primo romanzo - Inferno - rilegato e scoprire in seguito che gli altri - Purgatorio e Paradiso - in brossura, tra l'altro la scelta di eguagliare a questi anche il primo, mi ha fatta arrabbiare un po', sono tra quelle persone che amano avere il libri di una stessa serie, tutti uguali, quindi se sono rilegati cerco di averli tutti così, se sono in brossura idem. Che ci faccio con due edizioni diverse?
Capitolo centrale della trilogia "Canti delle Terre Divise". Presenta tutte le caratteristiche tipiche dei libri che fanno parte di una saga: finale non autoconclusivo, sconvolgente, inaspettato. Dopo tutto quell'amore immenso, infinitamente profondo e unico che avrebbe persino spinto Alec a farsi condannare all'Inferno per salvare la sua adorata Maj, com'è che alla fine di questo volume li vediamo divisi, se non quasi su due fronti opposti (o che comunque perseguono obiettivi simili ma per vie diverse)?? Mi piace il personaggio di Guido, anche se secondario, come pure quello di Marvin, Marcus e Maureen: ma proprio non riesco a far passare i due protagonisti. Bello e fluido lo stile di scrittura, ottime le descrizioni, soprattutto quelle del degrado metropolitano e delle atmosfere cupe e fatiscenti che fanno da sfondo all'ultima parte del romanzo. Mi ha comunque sorpreso piacevolmente questo volume, dal quale non aspettavo granché. Vedremo se il finale della saga sarà all'altezza delle aspettative, che a questo punto sono aumentate e non di poco! Chissà se mettendo per un attimo da parte l'intreccio amoroso non esca fuori qualcosa di interessante. Le recensioni che ho trovato su you tube sono comunque quasi tutte positive, al massimo mediocri.
Continua ad essere una delle opere più originali e visionarie che mi siano capitate tra le mani, ma il mio coinvolgimento non è stato al 100%. Esattamente come nel primo libro non sono riuscita ad emozionarmi per l'amore dei due protagonisti... non vi so spiegare il motivo preciso, ma la loro storia continua a non convincermi pienamente. Probabilmente è dovuto anche al fatto che in questo secondo libro della trilogia molte parti mi sono sembrate troppo forzate, troppo allucinanti, troppo visionarie... l'originalità è positiva, ma il troppo a volte non è un pregio. Tanto che ci sono stati momenti in cui ho dovuto chiudere il libro per dedicarmi a letture più scorrevoli e rilassanti perchè la lettura di Purgatorio mi diventava troppo pesante. Le immagini create da Gungui mi sono risultate ancora più ostiche che nel primo volume, tant'è che spesso ho rinunciato a provare ad immaginarmi cosa l'autore stesse descrivendo. Il voto resta positivo per la genialità che spicca in quest'opera, ma non è uno dei titoli del suo genere che mi ha colpito maggiormente.
Alcune parti non mi hanno proprio convinto, è un libro scorrevole ma è proprio lontano anni luce dalla finezza di riferimenti alla Divina Commedia che caratterizzavano Inferno. Sembra che Gungui abbia voluto infilare 3000 avvenimenti in un polpettone unico, senza dare un vero e proprio senso al Purgatorio. Non c'è una maturazione dei personaggi benché sia un libro transitorio fatto apposta per plasmare i loro caratteri. Dal lato positivo, si approfondisce di più la conoscenza del mondo distopico (i cui abitanti sono un po' pecoroni) e di alcuni personaggi come Maureen e Jorgos. Speriamo che Paradiso si alleggerisca di questa ridondanza di argomenti per concentrarsi di più sui canti danteschi.
Pensavo che il purgatorio fosse la stessa Europa ma vista da un altro punto di vista. Invece mi sbagliavo. "Purgatorio" è un isola che non centra nulla con Europa, che sembra quasi utopica per come si autogestisce e questo mi ha fatto chiedere: Sarà tutto oro quello che luccica?
Insomma anche in questo libro ci aspetta una bella avventura. Quello che non mi è piaciuto particolarmente è il comportamento di Alec, troppo ai margini della storia, come fosse un ombra... e questo non me lo aspettavo dal protagonista.
Non mi ha preso per niente... Non mi ha dato nessuna emozione... E poi come ho pensato del primo libro, il secondo me lo conferma (mi sa tanto di hunger game)...e voliamo parlare del finale?! Meglio di no! Come ambientazione mi piace è diversa, anche se faccio difficoltà ad immaginare, ma lo svolgimento poteva essere migliore!!
PAGINA 272 Pensò che forse un abbraccio non era altro che il gesto di chi prova a aalvarti la vita, in ogni istante, in ogni momento, anche quando il mondo si dimentica di te.
PAGINA 360 "Ma com'è fatta la tua testa? Perché sai sempre la cosa giusta da dire?"
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