Gli adulti la chiamano «la situazione»: la professoressa Mavaldi, zio Eugenio e zia Marge, persino quello spostato dello zio Gil. La situazione è che Mirko e Tommaso Turriani, orfani da pochi mesi, affidati dal tribunale allo zio che abita a Pavia, non hanno nessuna intenzione di lasciare la loro casa di Milano. Il prezzo più alto per restare da soli sono certi di averlo già pagato, e adesso sanno che rigare dritto è l'unico modo per andare avanti. Dunque prendono ottimi voti, mangiano le verdure, conservano tutti gli scontrini e vanno a letto presto. Solo che la vita - loro lo sanno bene - non sempre è d'accordo con noi su quello che ci spetta. E quando Mirko decide di mentire per andare a Madrid a vedere la finale di Champions - per andarci con Greta, per passare una notte con lei - non può immaginare di aver dato il via a un conto alla rovescia, una valanga a orologeria che rischierà di travolgere tutti. L'idea è semplice, il risultato è sovversivo: perché Giorgio Scianna non si limita a disinnescare i cliché, ma li capovolge uno per uno. E reinventandosi il personaggio-tipo dell'adolescente ribelle ne fa emergere gli aspetti più profondi. Riuscendo in quel piccolo miracolo che avviene a volte dentro i libri: ti commuovono e ti divertono, ricordandoti che cosa significa crescere e far crescere qualcuno. Un romanzo trascinante, potentissimo, narrato da una voce che non descrive il dolore ma ne dice l'essenza. Senza smancerie, senza sentimentalismi. Come farebbe un ragazzino.
Si legge tutto d'un fiato. Avrei preferito che approfondisse alcune cose. Il difetto di questo libro è che dura poco, ti fa affezionare ai protagonisti e poi te li strappa via dalle braccia quando ci si è convinti che li stiamo per abbracciare. È dolce e forte allo stesso tempo, scritto benissimo.
Il bello di Scianna? Parla dritto agli adolescenti, scrive di loro e per loro senza dimenticare però l'adulto . Lo fa con uno stile scorrevole e leggero che non cade nel banale e tantomeno nel patetico nonostante le situazioni affrontate siano dolorose e cariche di tensioni. Il passaggio dall'infanzia all'età adulta è un momento delicato, fatto di equilibri precari, e con occhi indagatori ma mai giudicanti l'autore ritrae dei giovani personaggi straordinariamente ordinari e umani come gli amici di Mirko, il protagonista, appartenenti alla buona società, in apparenza con la puzza sotto al naso, loro che possono permettersi tutto; ma dietro questa facciata nascondono fragilità, dubbi e incertezze dell'età. Ci sono i primi amori, i tira e molla, ci sono la voglia e la paura di esplorarsi fino in fondo che rendono l'attesa un lungo sabato del villaggio, c'è la voglia di conquistare il mondo e l'incertezza del domani. E ci sono le parti oscure, il fascino del tenebroso che rischia di portare in un abisso dal quale difficilmente si torna indietro. Infine c'è l'adulto, personaggio secondario, tenuto a distanza e contradditoriamente cercato. Il pretesto per raccontare tutto questo è il dramma vissuto da Mirko e Tommaso, due fratelli che perdono entrambi i genitori in un incidente. Episodio sul quale l'autore torna poche volte per lasciar spazio ai protagonisti del romanzo. Ti viene voglia di correre da loro, abbracciarli, stringerli forte, aiutarli, ma l'autore ci frena e noi con lui non possiamo far altro che osservare la loro forza e tenacia a voler dimostrare al mondo che possono farcela, dall'impegno a scuola a quello nello sport, dal mangiar sano al farsi forza e coraggio senza piangersi addosso. Nemmeno interveniamo quando Mirko si trova davvero in grossi guai per aver agito con la leggerezza tipica della sua età. Semplicemente tratteniamo il respiro con una tensione che cresce sempre più. E di colpo ci ritroviamo a rispettare le loro scelte per quanto azzardate, a fare il tifo per loro e a prendere esempio facendo nostra la battuta finale.
Sullo scaffale della biblioteca erano vicini: Sciascia… Scianna…e il titolo mi ha incuriosito. Ho scoperto così casualmente un autore che in questo testo ho apprezzato molto. Con una prosa semplice, scorrevole, famigliare, ricca di dialoghi e capace di rendere perfettamente situazioni e stati d’animo, Giorgio Scianna ci porta per mano nel mondo di due fratelli di 17 e 11 anni rimasti improvvisamente orfani. Mirko e Tommaso non possono permettersi di piangere la morte dei genitori e vivere il lutto lasciandosi andare: affidati alla tutela di uno zio materno che vive a Pavia, continuano a vivere impegnandosi al massimo per rispettare le regole stabilite dal giudice tutelare e per raggiungere il massimo impegno scolastico: solo così, secondo gli accordi fatti con lo zio, almeno per l’anno in corso non dovranno lasciare Milano, la casa in cui vivono da sempre, gli amici e i compagni di scuola. Un viaggio nel mondo degli adolescenti che, ci ricorda Scianna, per quanto responsabili e giudiziosi, ci mettono un niente a mettersi nei guai per soddisfare un capriccio, non cogliendo tutti gli annessi e connessi, trascinati dal branco e, in questo caso specifico, inconsciamente spinti da dolore e rabbia repressi. Un viaggio anche nel mondo degli adulti, per i quali il rapporto con gli adolescenti si presenta spesso difficile e tormentato, specie quando un “no”, per quanto sia imposto con le dovute motivazioni, induce ad un atteggiamento di ribellione e bugie. Ci sono i “no” che aiutano a crescere, e ci sono i “no” che, imposti per partito preso e senza valide giustificazioni, potrebbero diventare un “si” con pace e serenità per le due parti in causa (in questo caso, ad esempio, il no sul tatuaggio). Una bella lettura, coinvolgente e a tratti commovente.
Mirko diciassette anni e Tommaso undici, sono fratelli e vivono soli a Milano. Questa condizione è supervisionata dagli zii Eugenio e Gilberto. In seguito alla morte dei loro genitori, Eugenio è il tutore dei ragazzi e l'economo pignolo della loro vita. Gilberto invece è uno zio che fa l'amico adulto, anche se vigila costantemente sui ragazzi. Quello che dappirma doveva tramutarsi in un veloce trasferimento a Pavia da zio Eugenio, è lentamente mutato in una vita controllata e responsabile da parte di Mirko che si prende cura di tutto quello che riguarda le cose importanti per sè e per suo fratello minore. Fare la spesa, portarlo a scuola, curarlo e curarsi è un impegno quotidiano che gli consente di procedere senza intoppi. Entrambi hanno un ottimo rendimento scolastico, non finiscono mai in guai oltre il limite e sembra che tutto proceda per il meglio. Quando però un'idea fuori dagli schemi di Mirko verrà messa in atto, cominceranno i guai. Anche se ne è coinvolto solo Mirko, capisce che questo influirà pesantemente sulla vita di suo fratello Tommaso con risvolti non proprio positivi se non riuscirà a gestire la situazione. E' insolita la descrizione di Mirko, lui è un ragazzo disciplinato e responsabile, questo dovrebbe essere la normalità, ma oggi uscendo di casa si è circondati da adolescenti maleducati, senza alcun rispetto nei confronti degli altri e con un modo di porsi molto sgradevole. Questa anomalia positiva ha nella sua anormalità l'eccezione del guaio che viene a verificarsi. Il libro scorre velocemente, senza mai un eccesso, l'unico probabilmente è quello del viaggio nascosto.
Giorgio Scianna continua a raccontare gli adolescenti con una grande schiettezza ma senza apatia, non quella del Bret Easton Ellis di "Meno di zero", ma quella che ci aveva già fatto respirare ne "La regola dei pesci". Il romanzo inizialmente sembra più piatto, ma poi diventa più coinvolgente. La capacità di Scianna è sempre quella di entrare dentro le situazioni senza sentimentalismi o scene madri, ma costruendo la tensione gradualmente, attraverso la semplicità dello scorrere dei pensieri e dei ricordi, che spesso arrivano casuali, come nella vita. Possiede meno svolte a effetto rispetto a "La regola dei pesci" ma è molto più delicato. È un romanzo da cui sarebbe bello fare un film, anche se sarebbe molto complesso per il largo uso di pensieri utilizzato e i pochi eventi effettivi che avvengono.
Mirko e Tommaso hanno perso i genitori in un incidente stradale. Hanno diciassette e undici anni, eppure sono rimasti lì, nella casa di famiglia, e cercano di cavarsela da soli con l'aiuto distante e non sempre comprensivo degli zii. Il punto di forza di questo romanzo è la credibilità dei due protagonisti, la loro ingenuità mista alla forza e all'unione che dimostrano; Mirko è insieme un ragazzo già adulto, che si preoccupa della corretta alimentazione del fratellino, e al tempo stesso l'adolescente pronto a indebitarsi per assistere ad una partita di calcio all'estero. Ho scoperto questo libro grazie al blog di Claudia De Lillo (in questo post: http://www.nonsolomamma.com/4188/qual...) ed è stata una lettura coinvolgente e tenera.
bello, ma non mi ha entusiasmata. In alcuni punti avrei voluto che approfondisse certi argomenti, che nel libro, purtroppo, sono stati trattati in maniera superficiale.
A volte pensi che un autore non sappia farti vivere una storia, sei incerto se prendere o meno il testo, ti leggi la trama, un po’ di anteprima e ti catapulti nella storia, poi lo compri, leggi una pagina, ne leggi, due e i capitoli iniziano a volare, vieni trasportato dentro la storia, fai amicizia coi personaggi e ti ci leghi. Inizi ad amare l’adolescente Mirko e il piccolo Tommaso che sono due fratelli che hanno perso entrambe i genitori e che vivono da soli a Milano sotto la tutela dei due fratelli della madre. Mirko e Tommaso sono molto legati l’uno a l’altro e te ne accorgi dal modo in cui l’autore ti mostra la storia. Sì, la mostra, non dice cose come: “si volevano molto bene”, ecc… No, è questo il forte di questo romanzo, i sentimenti li vedi attraverso le azioni, gli sguardi che Tommaso rivolge a Mirko e Mirko che si accorge della cosa. Due anime che vivono e traspirano sentimenti che passano attraverso le righe, e tra le righe c’è un mondo intero, l’ansia di Mirko quando non trova suo fratello in casa, stessa ansia che Tommaso prova quando deve separarsi per le vacanze estive da Mirko e non lo trova in casa, non vuole andarsene senza salutarlo e Mirko è nei guai. Guai grossi che mettono ansia pagina dopo pagina e quando tutto sta precipitando, quando i cellulari sono irraggiungibili, quando le cose sono andate oltre il possibile, per un piccolo sogno spezzato, ti viene una palpitazione di cuore, ti angosci, ti chiedi cosa succede, quasi piangi per le sorti di Mirko e del piccolo Tommaso e, una volta letta anche l’ultima pagina, resti ancora con la loro storia in testa e vorresti conoscerli di persona, ti chiedi cosa faranno. Un romanzo che ho letto in ventiquattro ore e che mi ha tenuto incollato alle pagine come non mi accadeva da “Io non ho paura” di Niccolò Ammaniti. Lo consiglio a tutti. Davvero potente, angosciante e commovente, ambientato in una Milano bene a cui Mirko non può accedere.
A juicy premise, exploring how two brothers try to cope with the aftermath of tragedy while navigating the passage from adolescence to adulthood, is slightly scuppered by wobbly plotting. Scianna has the baffling habit of eliding key scenes, giving the story a sketchy feel. There is tension, and moments of humour and insight, but the ending is anticlimactic and there's something frustratingly offhand and halfhearted about it all.
Scrittura facilmente comprensibile, rappresenta molto chiaramente le situazioni degli adolescenti di oggi sommando il fatto che il protagonista è orfano e ha delle difficoltà nei rapporti con gli adulti (i tre zii e la professoressa Mavaldi). Inoltre si sente poco ascoltato e per realizzare un desiderio si infila in situazioni complicate