La storia russa viene spesso vista come un processo altalenante di attrazione e repulsione nei confronti prima dell'Europa e poi in generale dell'Occidente, in cui momenti di grande apertura si sono alternati ad altri di chiusura più o meno completa. La storia della Russia non dovrebbe però essere letta come quella di una periferia europea, ma inquadrata all'interno di dinamiche autonome. Se infatti la prima Russia, la Rus' di Kiev, creata nella seconda metà del IX secolo dalle genti scandinave, slave e ugro-finniche, era decisamente aperta agli influssi europei, il periodo successivo - a partire dal «giogo mongolo» sino alla seconda metà del XVII secolo - è stato caratterizzato da un parziale allontanamento dall'evoluzione storica europea. È allora che la Russia, osserva Aldo Ferrari, «matura in maniera definitiva la sua particolare conformazione geografica, politica e culturale, divenendo un mondo diverso rispetto all'Europa, inserito in prospettive e orizzonti propri, particolari». Un mondo determinato non soltanto dalla sua dimensione slava e dai contatti con i paesi europei e l'Impero bizantino, ma anche dai rapporti con i popoli nomadi delle steppe e, più tardi, dalla competizione con gli altri imperi eurasiatici (ottomano, persiano e cinese). Nel corso dell'Ottocento e sino alla rivoluzione del '17, infatti, l'Impero russo ha completato la sua grande espansione territoriale, con la conquista di tutta l'Eurasia settentrionale. Questa dimensione eurasiatica perdura fino ai giorni nostri, sotto la guida di Putin, quando nel paese è tornato a consolidarsi un sistema incentrato sullo statalismo e sull'accentramento del potere nelle mani del presidente, riprendendo in un contesto politico del tutto nuovo la tradizione autocratica risalente almeno a Ivan IV, il Terribile. In un accurato e appassionante volume, Ferrari ricostruisce la storia della grande potenza russa attraverso gli elementi che ne hanno forgiato l'identità, ponendo particolare attenzione all'aspetto autocratico della sfera politica, frutto non solo dell'eredità bizantina, ma anche di quella mongola; alla natura multietnica del paese, tanto nell'epoca zarista quanto in quella sovietica; e infine alla politica neo-imperiale della Russia odierna e alla sua collaborazione con la Cina all'interno del progetto di una Grande Eurasia in opposizione all'egemonia occidentale.
"Russia – Storia di un impero euroasiatico”, di Aldo Ferrari; edizioni Mondadori; Isbn 978-88-04-76439-7. Bella panoramica completa della storia della Russia dalle origini del Rus’ di Kiev (a partire circa dal VII secolo d.C.) fino ai giorni nostri. L’opera, a mio avviso perfettamente bilanciata, riesce a combinare più di mille anni di storia in una sintesi interessante e completa del carattere di questa nazione (termine forse improprio, data la composizione multiculturale e multietnica della Federazione) che risulta veramente così particolare; vero ponte fra Est e Ovest di un territorio immenso e variegato, l’Eurasia. Le chiavi di lettura fornite dall’Autore spiegano anche efficacemente il permanere di amore-odio, repulsione-attrazione, chiusura-apertura che caratterizza da secoli il rapporto fra la Russia e il resto dell’Europa. La particolare collocazione e composizione territoriale della Russia ne spiega infatti il “carattere”, le aspirazioni (spesso non comprese in campo “Occidentale”!) le crisi e le trasformazioni. Molto interessante la parte moderna della storia della Russia (intesa in senso largo, prima di impero russo, poi di URSS, poi di Federazione Russa) che contribuisce a rendere chiaro il punto di vista russo e la radice dell’attuale fase di attrito con il resto dell’Occidente. Ci si rende conto che, soprattutto a partire dalla crisi dell’URSS (a partire dalla caduta del Muro di Berlino nel 1989) l’Occidente non è riuscito a cogliere una grandissima e forse irripetibile occasione per integrarsi pacificamente con questi immensi territori per “noi” potenzialmente così sinergici. Quello che è purtroppo chiaro è che non sarà facile trovare un modo per spegnere l’attuale fase conflittuale e ripartire su delle basi stabili e condivise di reciproca fiducia ed utilità; eppure, ne varrebbe la pena a beneficio di tutte le parti in causa!