Imparare a gestire il carburante delle emozioni non è una procedura standard, uguale per tutti. Educare alle relazioni non significa creare un decalogo di comportamenti da rispettare, una morale a cui conformarsi, ma rendere la persona consapevole di chi è, di cosa desidera e di come può interagire con il resto del mondo. Per vivere insieme agli altri senza farsi troppo male. L’educazione sentimentale è spesso confusa con le buone maniere, il bon ton, il galateo, vale a dire con un insieme di regole e codici considerati socialmente appropriati, a cui bisogna adeguarsi con ubbidienza. L’idea generale è che si tratti di un modello di comportamento che ha lo scopo di affrontare in modo razionale le pulsioni, le emozioni, i sentimenti, e tutti quegli aspetti della persona che per definizione sono romantici e travolgenti. Ma come si può invitare al controllo di qualcosa che è privato, intimo e che dovrebbe rimanere libero per definizione? Non sono proprio quei vissuti emotivi che ci rendono davvero noi stessi? In realtà, l’educazione sentimentale è una pratica personale, che riguarda innanzitutto la cura della propria intimità. È un processo di analisi e risoluzione dei condizionamenti subiti e dei propri bias cognitivi. Ognuno di noi, infatti, ha un modo diverso di percepire il mondo, una sensibilità originale che non va soffocata in nome di un’idea «normale» di vivere la vita. Educare a riconoscere pulsioni, emozioni e sentimenti e a capire come relazionarsi con le altre persone non può prevedere dunque un percorso uguale per tutti. Significa invece mettere in discussione l’idea di normalità e offrire strumenti adeguati per la scoperta della propria unicità, la cura di sé e della propria salute mentale, senza censurarsi né nascondere i propri desideri.
Maura Gancitano, filosofa e scrittrice. Per Einaudi ha pubblicato "Erotica dei sentimenti" (2024) e "Specchio delle mie brame" (2022). Per Mondadori "L'alba dei nuovi dèi" (2021) insieme ad Andrea Colamedici, con cui ha scritto vari libri e fondato Tlon, progetto di divulgazione culturale e filosofica.
"Cosa accadrebbe, allora, se iniziassimo a proporre l’educazione sentimentale agli adulti?"
Amo la chiarezza pacata con cui Maura Gancitano espone ed argomenta.
In questo caso parla di ciò che raramente galleggia e viene affrontato in modo consapevole e maturo.
La necessità di amare ed essere amati è un bisogno ancestrale indefinito e celato, mai espresso ed argomentato in maniera pubblica in quanto facente parte della propria sfera privata. Ma in realtà essendo un bisogno condiviso è qualcosa che volenti o nolenti ha una dimensione pubblica o quantomeno politica.
Intimità e potere in una relazione corrono su binari paralleli e per far sì che funzioni, le questioni di potere non devono essere negate ma eventualmente rinegoziate ogniqualvolta si evidenzi che si è perduto l'equilibrio necessario al suo funzionamento ottimale. E bisogna avere le competenze (e probabilmente le parole) per esprimere le proprie emozioni, i propri sentimenti e comprendere quelle della controparte.
Possono esistere modalità comuni con cui educare ai sentimenti? E se sì chi dovrebbe avere questa competenza? La famiglia? La scuola?
"Se vogliamo davvero parlare di educazione sentimentale pubblica, dovremmo partire da questa condizione di vulnerabilità: riconoscere quanto profondo sia il bisogno di sentirsi amati, di amare secondo le proprie inclinazioni, di far fronte alle tempeste emotive e pulsionali, e quanto sia difficile trovare le parole per ciò che è, per natura, sfuggente e ineffabile."
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"oggi ci si cade addosso a vicenda di continuo: rovesciamo gli uni sugli altri le insofferenze, il disprezzo, la cattiveria, e dimentichiamo che il tratto fondante della condizione umana è l’imperfezione, non la normalità. Ecco perché dovremmo provare a parlare di educazione sentimentale pubblica non come prescrizione, ma secondo un’etica del discorso che sia sincera, che abbia come scopo il tentativo di vivere insieme agli altri senza farsi troppo male."
Importante ricordare, sebbene spesso sia dimenticato e confuso anche negli adulti, che fare ordine e tentare di comprendere quel magma incandescente che sono le nostre pulsioni e il nostro sentire interiore, è comunque una nostra responsabilità.
Probabilmente per via dei vari podcast, incontri, newsletter, post etc.etc. questo libro mi é sembrato come di averlo giá letto, magari in un passato non troppo remoto e inserito in un contesto che linearmente va dalla Giannini Bellotti alla Gancitano, passando per Lipperini, Gheno e Murgia. Non voglio levare niente al valore educativo e pedagogico del libro e nemmeno all'intento di raggiungere persone che invece all'argomento non si sono mai avvicinate, ma non posso dire dire di aver letto qualcosa di nuovo.
Ottimo saggio divulgativo su un tema scottante e necessario. Per gli addetti ai lavori però niente di particolarmente illuminante. Rimane comunque una lettura godibilissima.
Questo saggio parla dell' educazione sentimentale, principalmente rivolta ai giovani, che andrebbe acquisita al fine di risolvere problemi come la violenza di genere, oltre che acquisire maggiore consapevolezza di come vengono processate le emozioni e soprattutto farlo in modo sano. È molto interessante e sicuramente scritto da un'autrice competente, tuttavia essendo abbastanza breve fornisce vari spunti senza mai entrare veramente nel dettaglio di questi.
Maura Gancitano ha dato voce alle riflessioni che faccio da anni a scuola: gli adolescenti sono così, spezzati, fragili, disarmati, incapaci di avere le parole per narrare le proprie emozioni perché hanno come riferimento delle figure adulte solo dal punto di vista anagrafico, che non sono mai cresciute per davvero.
“In effetti, oggi ci si cade addosso a vicenda di continuo: rovesciamo gli uni sugli altri le insofferenze, il disprezzo, la cattiveria, e dimentichiamo che il tratto fondante della condizione umana è l’imperfezione, non la normalità. Ecco perché dovremmo provare a parlare di educazione sentimentale pubblica non come prescrizione, ma secondo un’etica del discorso che sia sincera, che abbia come scopo il tentativo di vivere insieme agli altri senza farsi troppo male.”
I classici aiutano a sondare la natura umana, più di qualsiasi altra idea fantasiosa di fare educazione sentimentale. Partendo dai classici, si può iniziare a fare educazione sentimentale non solo agli adolescenti, ma anche agli adulti:
“Gli studi sull’educazione sessuo-affettiva per adulti, in effetti, non sono molti, forse perché i luoghi deputati a questo genere di formazione sono scarsi. Eppure, i risultati delle ricerche dimostrano che grazie all’educazione sentimentale rivolta agli adulti le relazioni di coppia possono migliorare, le capacità relazionali crescere e il rischio di disagi e violenza diminuire, sia all’interno di un ordinario rapporto affettivo, sia in caso di separazione e divorzio. Cosa accadrebbe, allora, se iniziassimo a proporre l’educazione sentimentale agli adulti?”
E poi... “Per essere clementi con noi stessi, basterebbe ricordarsi che in ogni secondo siamo attraversati da forze, pensieri, energie, credenze, reazioni automatiche, stimoli di cui non siamo consapevoli. Non è colpa nostra tutto ciò che di piú oscuro e irrisolto ci attraversa, dunque, ma se vogliamo vivere una vita buona insieme agli altri, una vita che possa essere chiamata vita, dobbiamo considerare che il governo di questa materia incandescente che sono i sentimenti è una nostra responsabilità.”
Una riflessione ben condotta e molto interessante, forse avrei apprezzato qualche linea guida più pratica, ma è pur vero che l'autrice non è una psicologa e questa non è una guida. A maggior ragione è apprezzabile che si ponga in opposizione a qualsiasi modo di fare educazione sessuale e sentimentale in modo precettistico, proponendo buone pratiche e/o comportamenti da evitare. È un libro che rivela come certe fragilità degli adolescenti, per cui ci si strappa tanto i capelli, non siano poi altro che riflessi di fragilità di adulti, che ancora non hanno fatto i conti con sé stessi e si stupiscono che i giovani non sappiano trovare la propria strada. Su una cosa sono particolarmente d'accordo con l'autrice: in un campo minato come questo, forse l'arma più efficace che si può usare è la sincerità e porsi nei confronti dell'altro non come docente in cattedra che impartisce insegnamenti, ma come essere umano alla pari, che cerca a suo modo di migliorarsi e migliorare al contempo chi gli sta davanti. Sono molto curiosa di leggere "Specchio delle mie brame".
Si parla tanto di educazione sentimentale in questi anni come contromisura rispetto a fatti di cronaca molto gravi soprattutto ai danni delle giovani donne. Questo saggio porta alla luce un punto di vista secondo il quale è impossibile costruire una didattica ed un sistema di regole applicabili su larga scala. Siamo esseri umani diversi, con una storia e dei sentimenti propri; siamo cresciuti in contesti sociali differenti e mutati nel corso del tempo e con relativi bias propri e collettivi. Quello che bisognerebbe fare è un lavoro su noi stessi che possiamo chiamare di "fioritura personale" e che passa anche dalla lettura, interpretazione, accettazione e condivisione del proprio sentire a livello emozionale che sia in armonia con chi e cosa ci sta intorno. Ottimo spunto, come sempre, quello di Maura Gancitano per riflettere e sviluppare propri punti di vista. Consigliato.
Bisogna prendere questo libro per quel che è: una tesi accademica. Se lo si approccia pensando di trovare un saggio scorrevole e “alla portata di tutti”, come anche i primi capitoli ne creano l’illusione, ci si ritroverà fatalmente impantanati nella lettura. Nulla contro i testi più “accademici”, anzi! Ma ciò che manca qui è una coerenza di stile.
Contenuti all’interno: sacrosanti, ben esposti e argomentati. Personalmente ho trovato un eccesso di auto-riferimenti nel primo capitolo.
Un appunto doveroso alla penultima sezione del capitolo primo (“possiamo cambiare?”). Qui viene citato il caso di Phineas Gage, vittima di un incidente sul lavoro dal quale è uscito vivo ma con un “palo” conficcato nel cranio. Questa lesione, seppur estesa, si concentra nel lobo FRONTALE sinistro (per fare per bene i pignoli: PREfrontale sinistro), e da qui tutte le magnifiche scoperte sull’association cortex. Bene, perché nel paragrafo incriminato si parla solo di “lobo cerebrale sinistro” (un’entità inesistente che posso fare la grazia di associare all’EMISFERO sinistro) e a questa sua caratteristica di essere sinistro vengono associate tutte quelle proprietà della corteccia prefrontale, ripeto mai nominata.
Questo errore, a cui concedo il beneficio del dubbio, è collocato a pagina 27, quindi praticamente all’inizio del libro. Unito ai troppi riferimenti ad altre opere (co-)pubblicate dall’autrice, è stato inevitabile pregiudicarlo. Tuttavia ho deciso di finirlo e di farmi un’idea del testo nel suo insieme. Chiudendo un occhio, è un testo ottimo, con entrambi gli occhi aperti purtroppo ha degli innegabili difetti.
3,5 interessante ma mi è mancata una visione più profonda. Il libro si concentra su un discorso filosofico-sociale proponendo percorsi di conoscenza di sé che non siano normativi, ma non presenta un quadro più ampio che affronti la questione dell’affettività da un punto di vista di ricerca sull’uomo antropologica/psichiatrica. Di fronte all’urgenza di proporre una maniera per cui si sia in grado di sentire e comprendere gli affetti, attraverso una ricerca continua del proprio senso di sé (che condivido pienamente), mi è mancata una distinzione tra situazioni di malattia e sanità nell’affettività - partendo dal presupposto più umano di tutti che esiste una cura per situazioni di malattia attraverso percorsi psicoterapeutici adeguati. Molto belli i tanti spunti bibliografici che vale sicuramente la pena approfondire!
"Per essere clementi con noi stessi, basterebbe ricorsarsi che in ogni secondo siamo attraversati da forze, pensieri, energie, credenze, reazioni automatiche, stimoli di cui non siamo colpevoli. Non è colpa nostra tutto ciò che di piú oscuro e irrisolto ci attraversa, dunque, ma se vogliamo vivere una vita buona insieme agli altri, una vita che possa essere chiamata vita, dobbiamo considerare che il governo di questa materia incandescente che sono i sentimenti è una nostra responsabilità."
Ma che meraviglia! Regalatevi questo lettura e fiorite ✨️
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Educare alle relazioni non vuol dire imporre una morale o costringere le persone a comportarsi secondi modi prestabiliti per legge, piuttosto aiutarle a seguire liberamente i propri desideri senza calpestare e ferire le molteplici sensibilità che abitano il mondo. E, viaggiando tra storia, epica, filosofia e letteratura, è proprio questa la strada percorsa dall’autrice. Un saggio prezioso, in un'epoca di smarrimento emotivo.
Chiarissimo e necessario. Una nuova educazione sentimentale da insegnare nelle scuole, ma soprattutto da leggere per noi che ci riteniamo già adulti, ma per alcune cose non lo siamo affatto ✨
Una scrittura calma, una dissertazione posata, su un tema che ancora in Italia fa andare in escandescenze un'ampia fetta di popolazione. Libri così andrebbero letti ad alta voce nelle piazze, non tanto per le risposte che forniscono ma per le domande che riescono a stimolare.
Un saggio che rispecchia a mio parere l'onestà e il rigore intellettuale di Maura Gangitano, interessante su molti punti, anche se l'ho trovato un po' difficile da seguire per via di un filo per me non sempre tanto logico nel passaggio fra un paragrafo e l'altro. Ho apprezzato molto la non volontà di portare avanti una tesi per convincere qualcuno, bensì l'analizzare e porre diversi punti di vista al fine di suscitare degli interrogativi e di costruire un punto di vista proprio.
Erotica dei Sentimenti é un buon saggio. Cangitano ci accompagna in un viaggio piuttosto serrato a partire dalla definizione di Emozione e Sentimento, fino alla fotografia dell'Italia attuale, dalle violenze di genere, alle (mancate) proposte di legge per introdurre l'educazione sentimentale/sessuale nelle scuole. La fotografia é per l'appunto una pessima immagine e rappresenta la cultura di cui siamo pienamente impregnati, a partire dalle testate giornalistiche. Purtroppo non ci sono soluzioni concrete, per ora, e effettivamente il senso di livore lasciato é profondo.
Pensavo che il libro approfondisse maggiormente le tematiche citate, invece mi è sembrato che i temi trattati fossero molti, ma in maniera troppo superficiale. Sicuramente esistono saggi meno recenti che hanno già trattato L'argomento. Ad ogni modo la lettura è scorrevole.
A partire dal concetto di "competenza romantica" e della necessità di introdurre in Italia l'educazione sessuale e affettiva, Maura Gancitano propone un approccio didattico e normativo chiamato erotica dei sentimenti. Lo considera un percorso di fioritura sentimentale che tiene insieme la sfera privata e quella pubblica. Una pecca che ho trovato è che non fornisce una definizione chiara e comprensiva di ciò che intende, offre piuttosto diversi spunti interessanti.
Si parla educazione sentimentale come un percorso dell'etica. Avere consapevolezza del proprio mondo emotivo, delle proprie convinzioni e dei propri valori induce a chiedersi cosa è giusto fare, permette di riconoscere i propri sentimenti, di elaborare una visione del mondo e comportarsi di conseguenza. “L’educazione sentimentale è sempre una costruzione culturale, calata in un preciso contesto storico e geografico e frutto della sensibilità generale." Gli strumenti di una educazione sentimentale non sono quindi immutabili, poiché sono l'esito di tentativi e selezioni. L'amore, strettamente legato all'intimità (fisica e di intenti), è una facoltà e per questo spesso l’educazione sentimentale si sovrappone all’educazione sessuo-affettiva, cioè "quel processo educativo che ha lo scopo di fornire informazioni e competenze sulla sessualità, le relazioni affettive e le emozioni".
Ci si interroga su come avvenga questa educazione sentimentale. Se per le generazioni passate - boomer, gen X, millennial - questa proveniva soprattutto da film, serie tv, libri e canzoni, le generazioni Z e Alpha sono sottoposte a sovrastimolazioni, vista l'aggiunta di piattaforme streaming e social media che consentono l'accesso a molti più contenuti. Davvero interessante la riflessione sui romanzi romance e la loro funzione non pedagogica, così come l'analisi sulla pornografia, la cui funzione artistica è tramutata, in assenza di altri mezzi, in pedagogica.
Breve ma esaustiva è la panoramica sull'educazione sessuo-affettiva nelle scuole in Italia, paese che non ha mai attuato l'articolo 14 della Convenzione di Istanbul (ratificata nel 2013) a causa dell'assenza di volontà politica, soprattutto da parte della destra che vede le "teorie del gender" una minaccia. Mi avrebbe fatto piacere maggiore spazio anche all'accennata educazione degli adulti, a cui non avevo pensato - poiché come dice l'autrice è molto più facile insegnare in giovane età e ci sono ancora pochi studi al riguardo - ma che meriterebbe approfondimento.
“La società si occupa della nostra formazione lavorativa, ci chiede di diventare attivi, indipendenti e performativi, ma non ci offre strumenti di fioritura per comprendere noi stessi e imparare a stare con le persone. Da questa assenza derivano i problemi di salute mentale e la pressione causata dagli stereotipi e dalle aspettative sociali.”
Maura Gancitano tratta il tema delicato ed urgente dell’educazione sentimentale, partendo, prima di tutto, dalle definizioni di emozioni, sentimenti e pulsioni per arrivare al significato dell’educazione sentimentale: “educare viene dal latino educere e significa ‘tirare fuori’, ‘portare alla luce’. Non si tratta di indottrinare o promuovere un’ideologia, ma di favorire la fioritura della persona, renderla consapevole di chi è, di cosa desidera e di come può interagire con il resto del mondo.” Scandaglia anche il passato, da sempre visto come luogo di “sani principi”, che non corrisponde alla realtà per approdare alla letteratura, che è utile, ma non può bastare da sola per fare educazione sentimentale. Parlarne fa paura, perchè rimette in discussione noi adulti come genitori e professionisti e “riguarda ciò di cui gli adulti hanno più paura quando pensano ai giovani: il sesso.” Lo stato e le istituzioni non sembrano minimamente interessati alla questione, tanto che l’educazione sessuale ed affettiva, che è una parte dell’educazione sentimentale, non viene regolamentata ed insegnata nelle scuole, se non a discrezione dei professori.
Gancitano, in modo chiaro e preciso, tira le fila del discorso, facendo capire quanto sia vitale “parlare di educazione sentimentale pubblica […] secondo un’etica del discorso che sia sincera e che abbia come scopo il tentativo di vivere insieme agli altri senza farsi troppo male.”
“Non è colpa nostra tutto ciò che di più oscuro e irrisolto ci attraversa, dunque, se vogliamo vivere una vita buona insieme agli altri, una vita che possa essere chiamata vita, dobbiamo considerare che il governo di questa materia incandescente che sono i sentimenti è una nostra responsabilità.”
Scrivo questa recinzione con delusione da uno a cui sono piaciuti tanti dei libri di Gancitano (i.e. La società della performance, Ma chi me lo fa fare e anche tante parti di Tu non sei Dio). Dico delusione perché sembra che Gancitano suggerisca l’educazione sentimentale presupponendo una “visione filosofica da nessuna parte”.
Per esempio, nella conclusione scrive che: “Se vogliamo davvero parlare di educazione sentimentale pubblica, dovremmo partire da questa condizione di vulnerabilità: riconoscere quanto profondo sia il bisogno di sentirsi amati, di amare secondo le proprie inclinazioni, di far fronte alle tempeste emotive e pulsionali, e quanto sia difficile trovare le parole per ciò che è, per natura, sfuggente e ineffabile”.
Secondo me, sembra esserci una presupposizione dell individualismo espressivo insita nell’evidenziare il bisogno di “amare secondo le proprie inclinazioni”. Ciò presuppone che le nostre inclinazioni sempre buone e che costituiscano le basi dell’amore.
In più, nell’ultimo capitolo Gancitano suggerisce che sono anche gli adulti che hanno bisogno dell’educazione sentimentale. E per quanto possa essere anche vero in certi casi, Gancitano dice che il problema oggi è che “Gli adulti di oggi spesso sono sprovvisti degli «strumenti» che dovrebbero trasmettere ai piú giovani, non hanno alcuna «competenza romantica», non possiedono il vocabolario per affrontare temi complessi, in molti casi sono loro stessi vittime di credenze false e antiscientifiche”. Non so se questa era la sua intenzione ma dicendo questo, Gancitano sembra suggerire che la sua prospettiva sia “scientifica”, eppure la visione proposta nel libro è invece di natura fondamentalmente filosofica.
In questo saggio Maura Gancitano tratta il tema dell’educazione sentimentale, affrontandolo dalla prospettiva di diverse discipline, tra cui la filosofia, la letteratura e la psicologia. Ne emerge un testo che parte da una definizione delle emozioni e dei sentimenti, per poi affrontare la complessità del tema ai nostri giorni, considerando aspetti sociali ed etici. Di particolare rilevanza la riflessione sul passato, verso cui vi è spesso una nostalgia (si pensa che una volta le relazioni fossero più stabili e legate a principi più solidi). Questo aspetto va a decorticare stereotipi e la tendenza a isolare ciò che esula da una presunta “norma". Il testo parla anche di educazione all’affettività e alla sessualità e sulla necessità (ma anche sulle difficoltà) di attuarla, specialmente per le persone più giovani (ma non tralasciando una riflessione sulla fragilità degli adulti su queste tematiche). Un testo che tratta un tema molto importante in modo chiaro e nitido. Se siete persone già informate su questi aspetti potreste trovare alcuni punti già noti e trattati in libri analoghi.
"Non è colpa nostra tutto ciò che di piú oscuro e irrisolto ci attraversa, dunque, ma se vogliamo vivere una vita buona insieme agli altri, una vita che possa essere chiamata vita, dobbiamo considerare che il governo di questa materia incandescente che sono i sentimenti è una nostra responsabilità."
FRancamente sto trovando questo libro estremamente superficiale e a tratti stupido. Si salvano forse le parti che criticano la sfera monogamica ed eteronormativa del matrimonio, per il resto mi sembra davvero vuoto. Cosa mi significa la difesa a spada tratta di 50 sfumature di grigio e dei fantasy-romance young adult? L'autrice dice che un libro non deve contenere per forza personaggi moralmente giusti e perfetti, che non dovremmo aspettarci dei libri "ripuliti". Io ci aggiungerei un sonoro "grazie al cazzo": questi libri per giovani ragazzine, lungi da essere testi formativi e sovversivi, non sono altro che storie scritte (male, perchè oggettivamente lo stile fa cagare 3/4 delle volte, detto da una che per puro gusto masochistico ste cose le ha lette) riperpetuando stereotipi NEGATIVI e SESSISTI che hanno assorbito da una società SESSISTA in cui sono immerse. 50 sfumature di grigio non è un libro rivoluzionario sex positive, è un pessimo esempio invece di kink e consenso, la maggior parte di questi libri YA contengono il tipello bad boy violento e la tipa studiosa casa e chiesa crocerossina cookie cutter, scene di sesso che sono il vertice dell'eteronormatività dove lui va dritto alla penetrazione e lei viene dopo tre secondi. Non si tratta di non dover mettere in scena personaggi negativi, e qui l'autrice paragona ste stronzate alla coscienza di Zeno e al fatto che le persone nei libri fumano, ma di farli passare per positivi e renderli DESIDERABILI dalle lettrici. Dio cane non mi sembra tanto difficile fare questa differenza.
Questo libro mi aveva catturato da mesi per il titolo, così evocativo e potente da far pensare a una vera immersione nei territori complessi dell’amore e del desiderio. La lettura, per quanto chiara e ben argomentata, mi ha lasciato la sensazione che il titolo sia un po’ pretenzioso per un libro che rimane una riflessione ben scritta, ma poco rivoluzionaria, sul tema dell’educazione affettiva nei giovani. Degni di nota, invece, sono i numerosi riferimenti bibliografici, molti dei quali poco noti ma davvero stimolanti. Sono proprio queste letture trasversali a dare maggiore spessore all’opera, rendendola un ottimo punto di partenza per chi vuole approfondire il discorso emotivo e affettivo da più prospettive. Interessante anche la consonanza – forse casuale, forse no – con la recente serie Adolescence di Netflix, che affronta in chiave narrativa alcuni dei temi cardine del libro: la solitudine emotiva, la costruzione identitaria nell’era digitale e il disagio relazionale che in certi casi sfocia nei fenomeni incel. In questo senso, Gancitano offre una risposta culturale che non giudica, ma invita a comprendere e trasformare.
Il libro sull’educazione sentimentale che ogni boomer dovrebbe leggere.
Perché alla fine ne hanno più bisogno loro di noi.
Ogni capitolo approfondisce un aspetto diverso. Si parte da un’esperienza personale per poi allargare la riflessione alla generazione dei millenial; per poi passare alle neuroscienze e alla differenza tra emozioni e sentimenti; arrivando poi alle questioni storiche (è vero che una volta c’erano dei valori migliori?) e a quelle politiche.
Esaustivo senza essere prolisso
Ho trovato molto interessante la parte in cui si parla di romanzi (anche i criticatissimi romance del booktok) e di quanto sia inutile catalogarli come “robaccia” senza soffermarsi un momento a cercare di comprenderli. Perché se hanno ottenuto tanta popolarità devono esserci delle ragioni che sicuramente meritano di essere esplorate.
Molto interessante, lascia spunti per riflettere con dati alla mano molto recenti sui nostri sentimenti.
Molto bella la citazione di Simone De Beauvoir «La mia unica preoccupazione è insegnare loro a pensare, e non certo cosa pensare».
L’educazione ai sentimenti dovrebbe esser una priorità nella nostra società.
“Per essere clementi con noi stessi, basterebbe ricordarsi che in ogni secondo siamo attraversati da forze, pensieri, energie, credenze, reazioni automatiche, stimoli di cui non siamo consapevoli. Non è colpa nostra tutto ciò che di piú oscuro e irrisolto ci attraversa, dunque, ma se vogliamo vivere una vita buona insieme agli altri, una vita che possa essere chiamata vita, dobbiamo considerare che il governo di questa materia incandescente che sono i sentimenti è una nostra responsabilità.”
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One of the best book ever read. Its simplicity in the way to explain concepts and the content so realistic and close to the society in which we live made this book easy to read and full of good and positive ideas to reflect on. I felt particularly involved while I was reading the book and I want to congratulate with the writer for her way to explain "not easy" ideas. My hope is to see realized the idea of a sentimental education for adults as soon as possible, and to incourage the "adult childs" to look for a deeper consciousness of their feelings and emotions, menawhile that our politicians will propose us a public programme of education. More books like this I would like to find on the shelves of the libraries.
La sfera emotiva è un campo complesso, profondo, in continua trasformazione. E noi, che viviamo una vita in contatto con essa (o anche no), ne restiamo sempre esterrefatti. Il sentimento colpisce nel modo, nel tempo, in dinamiche psicosociali abbastanza sconosciute a noi. Nei nostri corpi. Maura Gancitano, con la sua scrittura fluida e precisa, divulga un sapere di cui si sente terribilmente il bisogno. Passando per una lettura sui giovani, sui loro desideri, sui social e le filter bubbles, su questioni di genere e sensibilità individuale, pone le basi per un dibattito che si apra alla collettività, alla conoscenza dell'Altro attraverso strumenti di collaborazione, ascolto, dialogo.
Questo saggio coglie esattamente le problematiche odierne delle relazioni sentimentali. Da trentenni e quarantenni viviamo il contrasto tra i modelli con cui siamo stati cresciuti e la vita reale, con tutti i suoi stimoli, i suoi repentini cambiamenti e la nostra sempre maggiore consapevolezza ed indipendenza. Gancitano sostanzia con statistiche e pubblicazioni la descrizione della realtà e prova delineare le caratteristiche di una nuova educazione sentimentale, fatta di apertura e libertà, senza modelli predefiniti e giudizio. Lo consiglio caldamente a tutti, single, fidanzati, sposati e soprattutto a madri e padri.☺️
Nov. 2024 Il libro spiega perché è importante l'educazione sentimentale, soprattutto per i più giovani, e perché dovrebbe essere introdotta nelle scuole. Io mi aspettavo invece di trovare qualcosa di utile per la mia educazione sentimentale (e io non sono più adolescente), che mi permettesse di rafforzare i miei strumenti e le mie competenze romantiche. Colpa mia che cerco aiuti dove non dovrei probabilmente. La divisione i molti paragrafi cortissimi non aiuta a tenere il filo del discorso. Molto interessanti invece le ricostruzioni storiche della nascita della famiglia tradizionale e delle idee di amore nel corso del tempo, anche se trattate molto brevemente.