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Il male che non c'è

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Un romanzo sul potere dell’infanzia e dell’immaginazione, sul male invisibile che ci lambisce e sulla possibilità di tornare a essere liberi.
Tutto comincia nel tempo dell’infanzia, che Loris trascorre nell’orto di nonno Tempesta. Quando è insieme al nonno, il bisogno eccessivo di leggere per scacciare le angosce scompare e lui impara cose meravigliose come costruire una voliera per allevare i colombi, fedelissimi e iridescenti.
Ma ora Loris ha trent’anni, ha fatto della lettura il suo mestiere, ha un appartamento e una fidanzata. Ma il lavoro in casa editrice è precario, l'ansia di non essere all'altezza dell'età adulta lo schiaccia, lo divora.
Tempesta, i colombi, l’infanzia sembrano perduti per sempre. Giorno dopo giorno, Loris scivola dentro sé stesso, concentrato sui segnali di allarme che il corpo gli manda. C’è un male che lo assedia, ne è certo, un male che nessuno vede tranne lui, così come solo lui vede Catastrofe, la creatura mutaforme – occhi di gatta, pelle di pesce, orecchie da lupa – che gli siede accanto nei momenti più difficili.
Ancora una volta Giulia Caminito sceglie la via del romanzo per raccontare sé stessa e la sua generazione, che non ha subito guerre o privazioni materiali ma ha avuto in sorte la solitudine della Rete e della precarietà. La sua scrittura essenziale crea un’atmosfera onirica, facendo dell'ipocondria una memorabile protagonista – la seducente e beffarda Catastrofe – e mettendo in scena, tra i palazzi urbani, la selva oscura che è necessario attraversare per tornare verso la luce.

272 pages, Paperback

Published September 18, 2024

32 people are currently reading
642 people want to read

About the author

Giulia Caminito

24 books229 followers
Giulia Caminito è nata a Roma nel 1988 e si è laureata in Filosofia politica. Ha esordito con il romanzo La Grande A (Giunti 2016, Premio Bagutta opera prima, Premio Berto e Premio Brancati giovani), seguito nel 2019 da Un giorno verrà (Bompiani, Premio Fiesole Under 40).

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1 star
25 (4%)
Displaying 1 - 30 of 88 reviews
Profile Image for Gnapoy.
98 reviews2 followers
October 1, 2024
Non ho proprio afferratissimo l'epilogo, ma a parte questa confusione finale è stata un'incredibile lettura.
Seguire Loris nel suo percorso alla ricerca di questo male, che forse ha e forse non ha. Molte volte è frustrante, vorresti scrollarlo, mettergli le mani alla gola da quanto fa infuriare, eppure non riesci ad abbondanarlo. A volte lo capisci, a volte lo compatisci. Lo vedi interagire con Catastrofe che è amica, sollievo e aguzzina, lascia interdetti nel suo continuo mutaforma.
Come lui segue morbosamente la vicenda di Maddie, tu segui la sua. Scavi nel suo passato di innocenza e felicità alla ricerca di un perché.
È un viaggio nell'animo umano che si scava la fossa da solo e tu non puoi sperare che riesca a trovare la luce in fondo al tunnel così che possa risalire anche solo un pochino.
Profile Image for Roberta.
208 reviews14 followers
December 30, 2024
Premessa doverosa, io ho letteralmente adorato "L'acqua del lago non è mai dolce", l'ho regalato alle mie amiche lettrici e l'ho consigliato a tutti quelli che conosco che amano la lettura. È stato sicuramente uno dei migliori romanzi in cui mi sono imbattuta quell'anno, quindi sono abbastanza perplessa da questo nuovo libro, che aspettavo con gioia e che ho acquistato il giorno stesso della sua uscita. Ho letto diverse recensioni che dicono che questo romanzo sarebbe lo specchio di una generazione, ma sinceramente non concordo. Ai tempi in cui ancora avevo i social network, quindi diversi anni fa, mi ricordo bene della lapidazione digitale di una microinfluncer che in un Q&A aveva preso a male parole una giovane follower fresca di laurea che si lamentava delle scarse opportunità lavorative che il percorso post accademico le prospettava. L'influencer diceva in tono canzonatorio che questa nuova generazione ha un po' la presunzione di sentirsi troppo speciale, troppo predestinata alla grandezza e alle porte aperte senza spirito di sacrificio. Il monologo, sinceramente un po' delirante, si concludeva con lei, che poco più vecchia della follower in questione, urlava "ai miei tempi lavorare, crackers e tonno e zitti". La rete l'ha distrutta. Anche io avevo pensato che il discorso avesse un po' del delirio di onnipotenza, ma la gogna mediatica è una cosa che mi fa schifo, quindi avevo semplicemente smesso di seguire l'argomento. Questa divagazione per dire che nel romanzo di Caminito ho ritrovato un po' questo brutto stereotipo generazionale. Loris è convinto di essere speciale perchè legge tantissimo e vuole "fare qualcosa con i libri", ma non sa veramente che cosa, si limita a stare a galla, non ha vere ambizioni, non è disposto a faticare, ma si sente destinato a qualcosa di grande. È vero che la casa editrice per cui lavora si trova in una situazione precaria e lo sottopaga e che questo è sicuramente uno scenario realistico, ma l'atteggiamento di Loris non è secondo me esplicativo di una generazione. Io sono più vecchia di Caminito, ma mica di vent'anni e mi ricordo una gran quantità di coetanei freschi di laurea che si sono buttati in un mondo del lavoro precario con un coraggio da leoni. La maggior parte delle persone che conosco ha fatto di tutto per portare a casa i soldi dell'affitto, con l'idea, col tempo, di andare a stare meglio economicamente e di raggiungere una certa soddisfazione professionale. Anche i giovanissimi che ho conosciuto sul lavoro hanno quasi tutti ammirevoli sogni e ambizioni. Hanno sicuramente un approccio al lavoro diverso da quello della generazione dei nostri genitori, in quanto molto più orientati all'equilibrio tra la vita lavorativa e quella privata, ma questo non pregiudica in alcun modo il loro valore professionale. Quindi per me Loris non è rappresentativo di nulla, tranne che di una personalità profondamente disturbata.
Il tema principale del libro riguarda appunto l'ipocondria, che è a tutti gli effetti un disturbo che pregiudica la qualità della vita di una persona ed i suoi rapporti con gli altri. Il libro spiega molto bene l'effetto devastante della medicina online su chi soffre di questo disturbo. Chi soffre di ipocondria dovrebbe assolutamente evitare le ricerche in rete sulle malattie, perché rappresentano un trigger potentissimo. Ora c'é persino chat GPT a cui puoi comunicare i risultati dei tuoi esami del sangue e da cui ricevere un parere medico. Questa parte del libro è sviluppata molto bene e descrive in modo più che realistico il meccanismo della paura della malattia, della ricerca di rassicurazioni online, della maggiore ansia generata dall'incapacitá di filtrare la massa di informazioni che si trova in rete e la ricerca della pace attraverso infiniti controlli, che a causa dello stato pietoso in cui versa la sanitá pubblica, diventano un vero e proprio salasso economico. È scritta bene, ma a me non ha dato altre emozioni che non siano l'angoscia e il fastidio. Anche le parti col nonno, che dovrebbero essere commoventi e tenere, quanto lo sono di solito quasi tutti i ricordi d'infanzia , a me non hanno lasciato nulla. Persino lo stile di scrittura, che mi era piaciuto tantissimo, mi sembra appiattito, sincopato, come a voler esprime un'urgenza che non trova comunque sbocco nelle parole.
Sono molto dispiaciuta perché provo un mix di emozioni poco positive per una scrittrice che ho veramente amato. Il prossimo libro sarà una sorta di prova del nove...
Profile Image for Giulia Maria.
230 reviews14 followers
October 6, 2024
Qui dentro c’è tutto il dolore di una generazione intera, di romanzi così incredibili se ne vedono davvero pochi.
Profile Image for anto.
51 reviews1 follower
November 4, 2024
mi dispiace davvero dover dare solamente due stelle a un libro che pensavo mi avrebbe stravolto, da cui mi aspettavo la stessa crudezza di quel capolavoro che è “l’acqua del lago non è mai dolce” e da cui ho invece ottenuto solamente fantasticherie poetiche che si reggono a difficoltà in piedi. mi dispiace davvero un casino, è dura scrivere questa recensione ad un’autrice a cui sono affezionato, sono quattro anni a questa parte che consiglio sempre “l’acqua del lago non è mai dolce” a chi mi chiede un consiglio di lettura su un libro di narrativa contemporanea.

la penna dell’autrice risulta incostante, poche scene acquistano una dignità nel trasmettersi dell’opera al lettore. riconosco che l’ipocondria è un tema praticamente mai trattato in letteratura e che dunque relazionarcisi sia stato anche abbastanza complicato, ma perché farlo abbinando il dolore che ne comporta a un impianto onirico e immaginario, abbinando alla quotidianità solo un dolore portato allo stremo? capisco l’estrapolare il “non essere” a un qualcosa (Catastrofe) che effettivamente non esiste, ma ciò a mio parere ha solamente reso ripetitivo il romanzo. la cosa che mi ha dato più fastidio in assoluto sono la ripetizione di elenchi di nomi, oggetti, elementi che ricorrono continuamente nell’opera, e danno la fastidiosa sensazione di un tentativo di allungare il brodo. ho desiderato empatizzare con Loris e le sue ombre, trovare nei suoi vividi ricordi d’infanzia un modo per legarmi a lui, toccare le sue esperienze con mano, ma non ce l’ho fatta, lo sentivo esterno, gonfiato, di un’angoscia di una forma distante dal comprensibile.

magari in futuro farò una rilettura e questo libro mi colpirà nel profondo, scaturirà in me una confusione di emozioni, un qualcosa che mi faccia pensare e rimuginare su ciò che ho letto.. ora come ora mi lego a questa speranza..
Profile Image for Jack.
207 reviews7 followers
November 28, 2024
“L’acqua del lago non è mai dolce” mi era piaciuto molto ma con “il male che non c’è” Giulia Caminito mi ha completamente conquistato. Un libro forte con una scrittura magistrale a tratti poetica. Sicuramente una delle migliori letture di quest’anno. Questo libro mi ha talmente sconvolto che non ho altro da dire. Anzi vi dico solo una cosa: leggetelo!
Profile Image for Giochi Linguistici.
41 reviews6 followers
January 12, 2025
Dal dramma del non avere al mal di vivere

Vi propongo un estratto della mia recensione pubblicata su Giochi Linguistici
https://giochilinguistici.it/il-male-...

Arriva un po’ a sorpresa questo nuovo libro di Giulia Caminito. Radicalmente altro dal suo precedente L’acqua del lago non è mai dolce, dove il male c’era, il dramma del non avere era reale e palpabile. C’è qualcosa che li unisce, però, da una parte quella scrittura piana, scarna di subordinate, che ama mettere sullo stesso piano le frasi e si trasforma spesso in elenchi di parole. In questo caso sono un elenco di sintomi, di malattie.

D’altra parte, è il malessere, e soprattutto la precarietà di una generazione, a fare da collante. In questo senso Loris è quasi il prolungamento di Gaia, del suo futuro da precaria che non ci è dato vedere.

Se è vero che il Male non c’è, c’è però il malessere, questo incombe come un’ombra massiccia attraverso i social network e si fa cosa viva nella personificazione di Catastrofe.

Loris, così come anche Gaia, risulta un personaggio spigoloso, difficile da amare. Ma che si può comprendere.
Profile Image for Come Musica.
2,062 reviews627 followers
October 14, 2024
Se dovessi descrivere questo libro con una sola parola, direi asfittico. Perché tale è la sensazione che provoca leggere questo libro: una versione moderna del malato immaginario.

Loris vuole a tutti i costi che un medico gli dica che è malato. Malato cronico. Invece dovrebbe solo andare in terapia…

“Il dottore palpa e affonda le mani messe una sull’altra,
domanda se dove tocca c’è dolore e quanto, il dolore arriva
quando preme o quando rilascia, è un dolore acuto o un dolore esteso?
Loris pensava che sarebbe stato facile fargli capire la collocazione esatta del male, ma d’improvviso si scopre impreparato, non sa se mentire, se dire sì qui è terribile, non respiro da quanto è pungente, oppure ammettere la realtà: ora non sente nulla, è sedato, quasi dormiente, in quei secondi in cui le dita del medico affondano nella sua pancia, lui è guarito, rinato.
Balbetta allora qualcosa, dice più no che sì, e poi più sì che
no, e dopo, a palpazione terminata, aspetta il verdetto.”

Tra 2 e 3 stelle.
Profile Image for Dolceluna ♡.
1,265 reviews155 followers
December 26, 2024
Il male che non c’è.
Perché è solo nella propria testa.
In questa storia, è nella testa di Loris, giovane uomo dei nostri tempi.
E’ l’ipocondria, una bestia subdola, che lo inchioda al tappeto, gli distrugge il cervello, lo immobilizza psicologicamente e fisicamente, pregiudicandogli relazioni sociali, rapporti amorosi e tutto ciò che fa parte di ogni più comune quotidianità. E che viene purtroppo alimentata dalle spasmodiche ricerche su Internet, dalle mille informazioni sbagliate o approssimative che portano a curarsi con metodi sbagliati, senza potere mai mettere la parola “fine”.
Non avevo mai letto un romanzo che parlasse di questo disturbo e Giulia Caminito mi ha lasciata interdetta, mettendo al centro della sua scrittura, come in “L’acqua del lago non è mai dolce”, l’incapacità, tutta moderna, di trovare il proprio posto nel mondo, a causa di passati traumi psicologici e importanti fragilità emotive. La sua penna scava a fondo in Loris in quanto giovane moderno e ne mette in luce tutti i pensieri più contorti trasferendoci un senso di angoscia: una penna rappresentativa della bravura di molti scrittori nostrani attuali (Mencarelli è un altro nome che mi viene in mente come un lampo) nel raccontarci la complessità di essere giovani uomini e giovani donne nel mondo moderno.
Profile Image for Simona.
975 reviews228 followers
August 25, 2025
"Da quelle facce pare che ognuno di loro sia tutto e lui niente, che là fuori ci sia un brulicare di vita incessante e lui abbia fatto un balzo dall'altra parte, dove le cose stanno ferme".

Inconcludente.
Profile Image for Ilaria Panaiia.
32 reviews4 followers
September 20, 2024
Una bestia che divora la carne, che si impossessa della capacità di sentire il vero e, affamata, afferra e affonda i denti nell'epidermide, azzanna ogni fibra muscolare, fino ad arrivare alle ossa che spolpa e infine sputa, come un chewing gum che masticato a lungo ha ormai perso consistenza e sapore.

Giulia dice "il dolore è come un uovo dal guscio compatto, senti d'averlo ingoiato e scende giù -gola, esofago, stomaco-, trova il luogo in cui depositarsi, non si cura del giorno e del momento, ha sempre voglia di farsi ascoltare". Il dolore, quello che spesso ci paralizza, ci fa contrarre lo stomaco, che spinge all'autodiagnosi, alle ricerche spasmodiche e al terrore di sentirsi spacciati. Quella bestia è l'immagine di un male oscuro e invisibile, crudele perché non puoi dimostrare a nessuno che esiste davvero, che è un compagno di cella, un essere mutaforma. Catastrofe.

Loris è un ragazzo che vive nell'angoscia, nell'emergenza, in una trappola che si chiama ipocondria. Si è laureato, ha trovato l'amore e il lavoro nell'editoria che ha sempre desiderato, ma a un certo punto il suo castello è iniziato a crollare: la precarietà occupazionale, una sensazione opprimente di ansia e di inadeguatezza, l'incapacità di diventare un uomo indipendente e questa ossessione che lo convince di non stare bene, di essere malato nonostante le soste in ospedale e le visite a pagamento restituiscano un corpo perfettamente in salute, senza macchia.

Loris ripercorre i ricordi che lo legano a un'infanzia felice, al rapporto con suo nonno Tempesta, ai pomeriggi in campagna dove la voliera per colombi colora le sue giornate. Ma poi qualcosa rompe l'equilibrio, e da quel momento la vita si tramuta in malessere, in un dolore a cui nessuno crede. Un dolore autoinflitto, che parte dalla testa e si diffonde.

Come in "L'acqua del lago non è mai dolce", l'autrice mette al centro l'incapacità di trovare il proprio posto nel mondo; è un romanzo psicologico, introspettivo, che non parla solo di ipocondria ma anche di fragilità emotiva, di paura, così come della possibilità di rinascita, che esiste ed è reale.
Profile Image for Ilaria Bersani.
45 reviews3 followers
January 27, 2025
Una storia che non ha molto da raccontare. Il disturbo mentale viene rappresentato attraverso un disturbo compulsivo legato alle malattie (ipocondria), senza però essere veramente indagato nel profondo: quali sono le sue cause? Quale è il rapporto tra l'ansia di Loris e la sua famiglia e il contesto sociale? Come si ricollega il suo vissuto all'ansia performativa che viviamo oggi? Sicuramente un buon punto di partenza che poteva approfondire maggiormente le cause del malessere di Loris, così come il fatto che il protagonista non vuole guarire né tantomeno migliorare.
Profile Image for Ruppe.
505 reviews46 followers
October 13, 2024
Le prime righe mi fanno temere un disastro, un incontrollato e flamboyante focus sui sentimenti.
L’autrice, invece, riprende subito le fila del suo progetto, che è poi la trattazione di un male psicologico, esattamente come si presenta nella realtà: non didascalico, non direttamente consequenziale a un trauma, complesso, sfaccettato e indistricabile.

Loris cade e ricade, è un ragazzo di oggi come ne conosco diversi, incatenato al malessere senza un motivo unico o eclatante; arrovellato e accomodato nella non-crescita, terrorizzato dagli eventi, dal tempo che passa e dal mondo sociale attorno. Mondo attorno che lo giudica costantemente, svilendo le sue ansie e inadeguatezze con semplicistica noncuranza.

Caminito non cade nel facile errore di rendere tutto chiaro, di vomitare pensieri e onniscienza. Lascia che il disagio si dipani in maniera enigmatica e anche fastidiosa, non indulgendo al presentare il personaggio in maniera positiva o negativa. Si focalizza sull’essere accurata e scrivere minuziosamente, con ricerca, le sensazioni mentali e sensoriali provate da Loris. Il quadro rimane lì da assemblare - oppure no - a scelta del lettore.

Nel fare questo, ci fa ripensare inevitabilmente a “La solitudine dei numeri primi”, come pure ai racconti esperienziali di Mencarelli.
Eppure qui percepisco una maggiore maturità, una migliore capacità di scrittura delle emozioni, alla ricerca di misura e in totale assenza di lirismo, e sentimentalismo, senza manierismi. Si rivela quindi più chirurgica, nel senso positivo del termine, senza per questo scendere mai nel cinismo.
Un bellissimo ritratto contemporaneo, emblematico e allo stesso tempo enigmatico, esattamente come le giovani generazioni contemporanee.
Profile Image for libriconfragole.
157 reviews361 followers
November 29, 2024
Lo squisito dolore provocato da un libro che ti capisce fin troppo negli aspetti più fastidiosi e reali della tua vita - unica pecca, il finale, trovato personalmente un po’ lasciato andare.
Profile Image for _nuovocapitolo_.
1,106 reviews34 followers
December 24, 2024
C’è chi affronta la vita di slancio, con coraggio, con convinzione; e c’è chi esiste per tentativi.
È questo e molto altro Loris, il protagonista del nuovo romanzo di Giulia Caminito, Il male che non c’è. Trentenne precario nato alla fine degli Ottanta, ha l’ambizione (corroborato da anni di formazione e da un modello educativo che gli ha sempre garantito la piena realizzazione delle sue vocazioni) di lavorare nel mondo dell’editoria e un male dentro, profondo e vorace, che nessuno vede: «Esistono i mali evidenti, le ferite, ma esistono anche i mali oscuri – si è detto – quelli che non li vedi ma sono i peggiori, sono i più crudeli».

Caminito torna alla narrativa tre anni dopo il grande successo de L’acqua del lago non è mai dolce (Bompiani, 2021) e per certi versi sembra riafferrare la coda del discorso iniziato proprio con l’opera precedente: chi sono davvero gli individui della generazione Millennial? Che cosa sognano, per che cosa soffrono? Che cosa sappiamo di loro, cresciuti e diventati adulti in un tempo tutto sommato pacificato, protetto e privilegiato? Alcune ipotesi le rintracciamo nella storia di Loris, giovane uomo appassionato di libri fino alla compulsività, colto e capace, figlio unico di genitori che lo hanno cresciuto con amore e fiducia nel futuro.

La narrazione alterna due tempi, uno al presente, in cui Loris adulto cerca a fatica di far quadrare la propria esistenza, e uno passato, in cui è bambino e al centro del suo mondo ci sono il nonno Tempesta con la sua casa di campagna e l’amico Gelo che è arrivato dalla Romania, l’orto, il progetto di costruire una voliera per colombi, il borgo fantasma di Galeria Antica.
Nel tempo presente la vita di Loris si regge su pilastri precari, sia dal punto di vista materiale che affettivo: per riuscire a fare il mestiere per cui ha studiato e per cui si sente portato e appassionato, è passato da uno stage mal pagato all’altro, fino all’approdo in una casa editrice, che finalmente sembra poter essere l’occasione definitiva. I seicento euro al mese però non bastano per mantenersi, e così l’appartamento romano in Monteverde che Loris ha preso in affitto glielo pagano i genitori.
Genitori che, sullo sfondo, restano l’unico welfare possibile, l’unico rifugio in caso di rovina, e che allo stesso tempo non capiscono perché Loris preferisca una carriera precaria a un qualsiasi lavoro stabile e dignitosamente remunerato. La stessa perplessità nutrita da Jo, fidanzata dai tempi della scuola, che sembra avanzare nella vita a passi spediti, tra un impiego in ufficio, un’assunzione in piena regola, l’indipendenza economica, e la cura amorevole della propria persona e del proprio tempo: «Lei sembrava conoscere esattamente chi sarebbe diventata, aveva un’idea di sé limpida e solida, era sicura di sapersela cavare in qualsiasi occasione».

Così Loris si sente inadeguato, inadempiente, in ritardo sulla propria esistenza: e se questo male si vede, si può riconoscere, ce n’è un altro più profondo e nascosto, che tormenta Loris da un’età bambina. Un male che è cresciuto con lui, che non lo abbandona mai, un male che non si manifesta in una tangibilità corporea, patologica, clinica: l’ipocondria.
Il romanzo a questo punto imbocca una strada molto interessante, e cioè quella dell’invenzione letteraria che gioca con i generi e con le aspettative del lettore: se da una parte la scrittura di Caminito racconta esplicitamente l’ostinazione ossessiva con cui Loris perlustra il proprio corpo alla ricerca di un nodulo, di una malformazione, di un tumore, di una prospettiva di morte, procedendo per accumuli ed elenchi ansiogeni, dall’altra sceglie una cifra più visionaria, trasformando l’ipocondria del protagonista in un vero e proprio personaggio, di nome Catastrofe.
Catastrofe è una creatura mutaforma, che appare a Loris nei momenti di maggiore sconforto e solitudine, talvolta ha le sembianze di una bambina azzannatrice di carne sanguinolenta, talvolta quelle di una donna con caftano e antenne da coccinella, talvolta indossa pantaloni da lavoro e rivela una coda di gatta, talvolta sembra un mimo. E Catastrofe impersonifica l’onnipresente angoscia di Loris: di non farcela, di restare indietro, di non essere come gli altri; di ammalarsi e di morire.

E i simboli non mancano nemmeno nel piano narrativo al passato: i colombi con la loro bellezza e la loro fragilità, una gabbia che forse è anche protezione, la morte che arriva come una scheggia impazzita, nella selvaticità come in una stanza disinfettata – tutto prepara il Loris bambino all’uomo che, suo malgrado, diventerà.

Lo stile di Caminito, materico ed essenziale, illumina il racconto e ne mantiene incalzante il ritmo, i personaggi non cercano l’empatia del lettore, le questioni che emergono sono molte e decisamente contemporanee ma non il risultato di una scrittura a tesi, piuttosto di una visione: l’adultità che si sfalda contro un mondo che non consente la piena emancipazione, la famiglia in bilico tra cura e controllo, lo sfruttamento lavorativo, la precarietà economica, le gravi mancanze del servizio sanitario nazionale, la prima esperienza con la morte – che spalanca e sancisce il tempo della paura.
Una società – la nostra, del nostro oggi – perennemente alla ricerca di uno spazio per raccontarsi, anche a costo di mistificare: i social network costringono Loris al confronto costante, e pure nella consapevolezza che ciò che viene esposto è sempre parziale e il risultato di un’accurata selezione, gli causano un profondo malessere. Una società aggressiva, sempre pronta alla gogna collettiva: da dove viene tutta questa rabbia, tutta questa voglia di infliggere dolore?

Il protagonista vuole raccontare del suo male a tutti, ai genitori, a Jo, ai medici che lo visitano. E ancora prima che curato, vuole essere creduto e ascoltato: vuole essere visto. E forse qui il romanzo sembra risalire la china, offrire uno spunto per lasciare l’inferno: forse la domanda è come? Come si fa, a essere visti per davvero? A essere riconosciuti anche nelle proprie mancanze?
Loris, nel cercare disperatamente il riconoscimento del suo male, sembra esprimere proprio questo interrogativo. Il suo corpo, i corpi dei Millennial: stretti tra una Catastrofe e un volo di colombi, incapaci di corrispondere al futuro che era stato immaginato per loro, chiedono che il loro dolore sia nominato, accolto. Non vogliono un farmaco che lenisca, sarebbe soltanto il veleno greco dell’etimologia: domandano di esistere.

Il male che non c’è, è importante ricordarlo, è un romanzo, un’opera di fiction: se pure attinge al bios dell’autrice, come da lei stessa affermato, lo fa trasformandolo in materia narrativa. Si tratta di una scelta peculiare, soprattutto se si pensa alla proliferazione di opere autobiografiche con al centro storie di trauma e dolore, nelle quali la sovrapposizione tra chi scrive e personaggio sembra essere uno dei principali catalizzatori dell’attenzione.
Caminito invece scansa l’equazione della letteratura come specchio, o quantomeno prende lo specchio e lo manda in frantumi: starà a chi legge ricomporre i pezzi, non è detto che ne verrà fuori il nostro riflesso preciso, magari sarà una faccia contorta, montata al contrario, in cui non ci riconosceremo affatto.
E va bene così, soprattutto se come Kafka ci crediamo ancora: un libro dev’essere un’ascia per il mare ghiacciato che è dentro di noi.
Profile Image for Fabrizia Di Cioccio.
14 reviews1 follower
December 7, 2024
Un viaggio angosciante nella vita di Loris, o forse nella mia, o della tua, forse in quella del tuo vicino di casa sempre sorridente, di uno sconosciuto che ti è passato accanto per caso. Ho avuto un peso sul petto per tutta la lettura. Volevo essere lì a dirgli che non è il solo, che è normale sentirsi così e l'unico modo per stare meglio è farsi aiutare. Che anche se sembra che tutto il mondo ci stia remando contro, a qualche remo ci potremmo attaccare per essere tratti in salvo...
Profile Image for Giorgia Manfè.
76 reviews336 followers
June 13, 2025
2,75
Pensavo mi sarei appassionata alla storia di Loris perché, per quanto mi vergogni ad ammetterlo, in lui mi rivedo moltissimo.
Eppure non credo di aver capito dove volesse andare a parare.
Profile Image for Priscilla.
252 reviews6 followers
October 13, 2024
Ci ho pensato e ripensato per qualche giorno perché non sapevo bene che opinione avere di questo libro. E il pensarci molto mi sembra già un fatto positivo, perché alla fine quello che fa Loris, il protagonista, è trascinarti con lui e personalmente mi sono alternata tra forte empatia e desiderio di prenderlo a schiaffi. Sempre con il desiderio di vedere qualcosa di positivo per lui e il suo futuro.
Sull'epilogo ho grandi dubbi e perplessità, non ho proprio capito cosa volesse comunicare l'autrice.
Profile Image for Giulia Papalia.
342 reviews47 followers
November 5, 2024
Vorrei esprimermi in maniera migliore su questo romanzo, ma credo che alla fine arriverò a dire soltanto qualche banalità in serie, lontanissima anni luce da ciò che sto provando. Non è un “classico” libro sulla salute mentale; racchiude in sé le cause sociali e familiari che portano a determinate situazioni, alla nascita di quella nostra personale Catastrofe che ci sussurra o semplicemente si mostra presente quando qualcosa di anche irrisorio non funziona.
Ogni etichetta a questa storia è riduttiva: c’è una frase che mi rimbomba in testa, la riporto imprecisamente perché bisogna che arriviate anche voi (spero) a sentirla come la sento io. Questa frase è “meglio un giardino con le buche che un giardino esploso”.
Il giardino però rimane dilaniato, alla ricerca di qualcosa che non c’è - o meglio, a quel punto c’è, come indica quel “non” in minuscolo che sta contemporaneamente a chiedermi con tenero scherno cosa mi aspettassi di trovare, ma anche a rassicurarmi che esiste in effetti qualcosa che buca il giardino, che l’immaginazione e la paura sono così forti da essere detonatori.
Cara catastrofe lo cantava anche Vasco Brondi - Adesso che sei forte, che se piangi ti si arrugginiscono le guance - come se il la percezione del contatto con la realtà fosse irrimediabilmente disastrosa. La catastrofe era addirittura cara, così come ho guardato io Catastrofe per questo Loris al pari dell’armadillo di Zerocalcare, una compagna di viaggio, di vita, da cui è impossibile scindersi.
Profile Image for Gloria•.
93 reviews24 followers
March 15, 2025
L’ipocondria dell’autrice è l’oggetto (l’unico) del libro. Proprio per questo mi dispiace tanto scrivere questa recensione.
Loris è un ipocondriaco ansiogeno ossessionato dalle malattie e questa frase racchiude (non scherzo) l’intero libro. Non succede proprio nulla, alla pagina 30 ero già stufa.
La cosa che peró mi ha lasciata più esterrefatta non è tanto la mancanza di trama, quanto piuttosto il fatto che io non sia proprio riuscita ad entrare in empatia con il protagonista, cosa più unica che rara. Questo, credo, perché personaggio inconsistente e che non si impara proprio conoscere, dato che al di la della malattia non viene raccontato pressochè nulla sulla sua persona.
Profile Image for Mariaelena Di Gennaro .
474 reviews140 followers
January 1, 2025
Romanzo che mi ha permesso di fare pace con Giulia Caminito che avevo adorato in "Amatissime" e per nulla apprezzato in "L'acqua del lago non è mai dolce".

Il romanzo più profondo che ho letto nel 2024.
Caminito con maestria e precisione chirurgica si addentra nel malessere e nell'ipocondria del giovane Loris, incarnando così quel senso di precarietà e incertezza che, sono sicura, ognuno di noi ha provato almeno in una certa fase della propria vita. Io ho l'età di Loris e in più punti mi sono sentita rappresentata dalla sua storia e dalle sue paure.
Ammetto che dopo un po' ho avvertito un po' di pesantezza nella narrazione, ma questo non ha intralciato la lettura.

Stupenda la descrizione del rapporto tra Loris e suo nonno, le loro scene insieme sono state in assoluto le mie preferite.

Caminito è senza dubbio una scrittrice che merita di essere conosciuta, letta e apprezzata.
188 reviews8 followers
November 5, 2024
Due stelle e mezzo per questo romanzo che pare un po’ sprecato per un’autrice che sa usare così bene la penna. Loris è un personaggio per cui difficilmente si riesce a provare qualcosa di diverso dall’antipatia, se non peggio. La prima parte è migliore della seconda, che ho trovato ripetitiva e noiosa. Finale incomprensibile. Complessivamente da evitare.
Profile Image for Martinis.
422 reviews89 followers
April 17, 2025
Ho visto una marea di stroncature per questo romanzo ma non ne capisco il motivo.
Caminito ti fa entrare in Loris e provare il suo stesso dolore, la sua stessa ansia, paura, vergogna. Ti mette a disagio e ti fa venir voglia di smettere di leggere non per mancanza di talento ma perché ne ha tantissimo.
Profile Image for Dedda.
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November 8, 2024

Il talento di Giulia Caminito è indiscutibile ma a parer mio il modo in cui questo libro rispetto a tanti altri viene percepito è estremamente correlato al proprio vissuto e nel mio caso purtroppo mi ha tramesso molta angoscia. Molto belle le parti che parlano del rapporto tra Loris e suo nonno.
Profile Image for maddalena.
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November 26, 2024
Capisco tutto, l'ipocondria, la malattia mentale che lentamente ti divora dall'interno, le ansie, ma non riesco comunque a sopportare un protagonista del genere. Dopo due libri dell'autrice che ho amato, questo è stato una delusione incredibile.
Profile Image for Pietro Martinetti.
17 reviews2 followers
July 31, 2025
Giulia Caminito ha scritto del sugo che preparava Goffredo Fofi a casa sua per le paste, i pranzi, gli incontri che erano scontri e fuochi nella sua casa che accoglieva. Lo ha fatto ricordando su La Stampa il maestro, l’amico più grande, di grande pensiero. Ho pensato alla segreta ricetta del sugo di Fofi, leggendo di Tempesta, il nonno del protagonista Loris, e del suo orto, giardino sicuro di un’infanzia perduta, ma viva nel romanzo dedicato al nonno Giulio, di Giulia. “Aveva ragione, gli alberi spesso erano dieci volte più degli uomini laggiù, e quindi vedevano di più, sentivano di più”. Oltre la voliera assaltata da fraterni colombi e predatori di campagna romana, una scatola segreta, un agnellino, Loris vive nella capitale il suo male, di cui il lavoro, il lavoro culturale, è causa, il lavoro dei libri che lui lettore ossessionato lo portano a essere vittima della sua ossessione e di un errore. Loris diventa un Ulisse alla ricerca di una diagnosi, la sua Itaca dei mali che affliggono l’esistenza contemporanea, il precariato culturale e digitale. il viaggio è uno sprofondo mentale, di allucinazioni vive e calme, alla ricerca di un ritorno alle radici, l’unica soluzione possibile e forse ideale per chi vive leggendo.
Profile Image for Gloria Petrarca.
6 reviews2 followers
February 24, 2025
Il libro mi è piaciuto abbastanza anche se secondo me si è completamente perso nel finale…ad un certo punto ho pensato mi mancassero delle pagine…l’ultima pagina completamente senza senso!come se non si sapesse come chiudere
Invece mi è piaciuto la costruzione e involuzione del personaggio, perfettamente descritta in ogni aspetto e pensiero
Profile Image for Sara Fiore.
10 reviews
October 25, 2025
Dolore ovunque, eppure ho empatizzato poco con il protagonista.
A dir la veritá, penso fosse proprio questo l’obiettivo dell’autrice.
Ho pareri molto contrastanti che si possono riassumere con: non mi ha entusiasmato, ma nonostante ció mi é rimasto impresso.
Profile Image for kat.
2 reviews
October 19, 2025
come si supera la delusione di un'autrice che hai amato alla follia asking for a friend
Profile Image for Virginia.
165 reviews
September 24, 2024
“E lui non ce la fa più a tollerare questa incertezza, questo vivere che sta per finire, ma non si sa quando, questo ammalarsi senza sintomi che come si manifestano è già tardi.”

“Il futuro cos’è e a se non una macchia scura, una nube interstellare fatta di gas e polveri.”
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