Eckhard, guardia carceraria, gestisce il braccio dei condannati a morte nella città di Castra Nova, nel freddo nord d'Euronia. Una tempesta di neve minaccia i giorni di fine inverno dell'anno 1180 e.R., quando gli viene consegnato un detenuto imbavagliato, il sangue che gli cola dal mento. Ha sfigurato una guardia, dicono. È irrecuperabile. Eppure quello, con gli occhi, gli sorride. Ed Eckhard sa di non avere scampo.
Il tempo scorre implacabile. Solo pochi giorni per trovare un contatto con Caesar, l’assassino ossessionato dal culto delle lune e dai corvi, e scegliere se farsi recettore di tutti i suoi peccati. Un compito che Eckhard non si aspettava di ricevere, ma che sente di dover per la redenzione di un condannato a morte e, forse, anche per la propria.
Un assassino, una biografia maledetta e un corvo i tre componenti che cambieranno la vita di un uomo e metteranno in discussione tutte le sue convinzioni su religione, giustizia e colpevolezza. Ma che faranno anche nascere un'amicizia impossibile e immortale.
IL ROMANZO Trecento Danze è un romanzo dark fantasy di stampo introspettivo e filosofico, incentrato sui temi della giustizia sociale, dell'incontro tra religioni, della colpevolezza e della ricerca di redenzione. Per le tematiche affrontate e le atmosfere rappresentate, si consiglia la lettura a un pubblico consapevole.
LA BELLEZZA DEL VUOTO Trecento Danze si colloca nello stesso universo de La Bellezza del Vuoto, della stessa autrice. La lettura preventiva non è necessaria. Questo romanzo è costruito come un autoconclusivo a sé stante e può essere letto anche dai lettori che si approcciano alla serie per la prima volta.
Giulia Calligola, born in 1993, is an italian author and digital artist. Passionate about many genres, both as a reader and a writer, she prefers character-driven plots with a significant psychological impact. She published the first fantasy novels with the italian publishing house "Dario Abate Editore". She graduated in law subjects with a master degree and her best selling book, "The Judgment of Persephone", retelling of the greek myth, treats themes like the ambiguity of guilt and the importance of justice.
Quando Giulia mi ha detto che stava scrivendo altro sul personaggio di Caesar, mi sono ritrovata spezzata in due. Da una parte ero estremamente felice, ho amato questo personaggio alla follia e ancora oggi lo reputo uno dei meglio caratterizzati di cui ho letto; dall’altra ero certa che in questa nuova storia non ci sarebbero stati degli elementi fondamentali nel primo romanzo su di lui. Tuttavia, ha vinto il desiderio di rincontrare uno dei miei personaggi preferiti.
Partiamo con ordine.
“Trecento danze” è il sequel de “La bellezza del vuoto”, ma può essere letto anche come volume a sé. L’autrice ha strutturato il romanzo in modo tale da non lasciare ombre sul passato del personaggio di Caesar. Anzi, in questa storia ha sviscerato di più le sue caratteristiche, sebbene non sia lui il protagonista. E già. In “Trecento danze” seguiamo principalmente la vita di Eckard, un uomo di cui è fin troppo facile innamorarsi.
Ci ritroviamo a Euronia, Eckard è un ex-soldato congedato che lavora come guardia carceraria mentre Caesar è… uno dei suoi prigionieri. Non solo. Caesar è finito nel braccio della morte, le intemperie sono l’unico ostacolo che lo separano dall’impiccagione.
Questo non è un romantasy, a differenza del libro precedente. Conserva sempre le caratteristiche di dark fantasy (per cui v’invito a leggere i trigger warning prima di dedicarvi alla lettura) ma ha un modo diverso di parlare di amore. Fra i temi principali troviamo la profonda amicizia che si viene a creare fra i due protagonisti, che non solo si trovano a due poli opposti nei loro ruoli, ma hanno anche vedute differenti su diverse questioni, a partire dalla religione. Piano piano fra loro si crea un’intesa tale che l’uno riesce ad aprirsi un po’ con l’altro.
Finalmente posso parlarvi di questo libro perché ESCE OGGI!!!! È uno dei miei preferiti del 2024, vi basti sapere questo. Però vi lascio anche la recensione più caruccia così vi fate un’idea in più (e colgo l’occasione per ringraziare nuovamente l’autrice per avermi omaggiata dell’arc):
Intenso e doloroso, un romanzo dalle tinte fosche che parla di amicizia e morte. Assolutamente fuori da ogni schema dei classici dark fantasy, riesce davvero a creare un'atmosfera intima con il lettore. Non conoscevo l'autrice e sono molto contenta che me l'abbiano suggerita. Un selfpublished di assoluta qualità!
Sin da subito, dalle primissime righe (se non vogliamo considerare già solo la copertina che per elementi e toni dark aveva già catturato la mia attenzione) ho capito che questo libro sarebbe stata perfetta per me e che l'avrei amata. È stata anche più bella di quel che pensavo e mi ha emozionata più di quel che mi aspettavo (specie verso la fine).
Sono sempre stata affascinata dalla morte, nello specifico dal concetto di morte dal punto di vista spirituale delle persone e delle religioni. Qui viene esplorato in maniera ampia e dettagliata, piena di riflessioni.
I personaggi principali li ho adorati tutti, devo dire: Eckhard, con la sua stazza imponente tanto quanto la sua empatia e la sua bontà di cuore; Helle, che è stata la mia preferita in assoluto, con la sua tenacia e comprensione, la forza e la saggezza, il sarcasmo e la gentilezza; il corvo, pieno di simbolismi e goffaggine; e poi Caesar, con le sue particolarità e i tic e le mille sfaccettature della sua personalità, la sua storia complessa di soprusi e manie e devozione, il suo modo contorto di pensare alla morte come liberazione, le sue battute sciocche e il suo strano modo di parlare, la sua sete di sangue e la sua intelligenza acuta. Insomma... Di certo non mi aspettavo di piangere all'una di notte per un estremista religioso serial killer (giustamente) mandato alla forca. Il suo personaggio è descritto così bene che è impossibile non entrarvi in empatia, non creare una sorta di connessione, non comprendere i suoi ragionamenti nonostante siano contorti e di dubbia moralità e le sue mani siano sporche di "trecento (e uno) danze".
Ho trovato bellissima l'idea di alternare i giorni di prigionia di Caesar (e quindi i vari accadimenti e la relazione col suo carceriere) agli stralci del suo libro di confessioni (pieno di storie difficili che toccano argomenti molto sensibili, come le violenze casalinghe, lo sfruttamento della prostituzione, gli abusi di potere, e tanto altro). Si cea un ritmo incalzante, un crescendo che fa sentire sempre più vicino il finale, e quindi la sentenza.
Mi è piaciuto tantissimo anche il rapporto tra Caesar e Eckhard: penso che fin troppo spesso l'amicizia venga ignorata o comunque non messa al centro delle opere. Si tende a concentrarsi di più sull'amore, sulla sessualità, sulle coppie di amanti e si tende a lasciare l'amicizia in secondo piano. Qui invece accade il contrario: il fulcro di tutto è proprio questo legame inaspettato di affetto, fratellanza, comprensione reciproca, perdono ed espiazione dei peccati. Ed è un rapporto stupendo, che si sviluppa in pochi giorni ma in maniera comunque coerente e verosimile.
Bellissime inoltre le descrizioni di luoghi, situazioni e persone: tutto accuratissimo e vivido, sono riuscita ad immaginare ogni cosa come se ce l'avessi davanti.
Mi prendo il tempo per scrivere la recensione che questo libro merita.
Calligola si è dimostrata con questo libro non solo una scrittrice con un enorme talento, ma anche molto attenta al suo modo di scrivere (è stata aiutata, come dice nei ringraziamenti, e si vede, è così che si fa). I temi trattati sono molto difficili, ma Calligola riesce a farlo utilizzando un misto di sincerità e di sensibilità. Si sente che è lei a mettersi in gioco in prima persona. Si sente che questo libro ha un cuore. Non è qualcosa di così semplice. Spesso gli autori tendono a mostrare la parte migliore di se stessi (intesa come dell'essere umano) e non amano scavare nel torbido, ma lei lo fa.
Trovo poi che la maternità sia trattata con una sincerità che raramente si legge.
Concludo dicendo che l'ultimo capitolo è davvero ben scritto. Mi è sfuggita una lacrimuccia.
Questo è indicato dall’autrice come un “Dark Fantasy”, ma devo dire che mi riesce difficile considerarlo come tale perché l’aspetto magico è del tutto assente, a meno di non considerare alcune cose come “magia” anche se io le ho associate di più al misticismo/aspetto religioso che si trovano in altre letture non per forza fantasy. Siamo però in un mondo inventato, questo sì, per quanto l’ispirazione dall’impero romano/vichinghi sia palese proprio anche nell’utilizzo di nomi e mitologia. Questo non lo dico come critica ma come avviso per chi magari pensa di trovarci un aspetto magico preponderante. Non significa che il libro non mi sia piaciuto: l’ho amato. E lo trovo davvero più simile a letteratura che a un fantasy d’intrattenimento. L’autrice cita “Il miglio verde” tra le sue ispirazioni, io durante la lettura l’ho associato anche a “A sangue Freddo” e a un altro film di cui non ricordo il titolo con protagonista una suora che accompagnava un criminale condannato fino ai suoi ultimi giorni. E difatti questa è la storia, attraverso una guardia carceraria che fa amicizia con un criminale in attesa di giudizio parla di misericordia, di vita e di morte, di redenzione e in generale dei mostri che albergano in tutti noi, rendendo umano un assassino che ha ammazzato trecento persone. E lo fa davvero molto, molto bene. Caesar è un personaggio davvero impossibile da odiare, nonostante tutto, e le parti del libro sulle sue memorie sono pesanti ma anche estremamente interessanti. Nonostante la crudezza di alcune parti, quello che rimane sono sempre sensazioni positive. Devo dire che i libri “dark”, soprattutto i fantasy, tendono a essere nichilisti nei loro aspetti, tutto fa schifo, tutto è brutto, sangue distruzione e morte, tant’è che a un certo punto del libro mi si è creata una tensione sul fatto che finisse “male”, in un modo da lasciarti senza speranza. Invece no, questo libro usa l’aspetto dark come piace a me, indagando nelle atrocità ma senza farsene divorare. E il finale è perfetto da questo punto di vista, perché pur essendo drammatico su alcune cose, su altre lascia un aspetto positivo che è più facile ritrovare in altri generi. Ma io ringrazio l’autrice di averlo fatto in questa maniera, di averci voluto dire che lo spiraglio c’è anche nell’oscurità. Nota: questo in realtà è un sequel. Funziona perfettamente come libro autoconclusivo, come l’ho letto io, tuttavia vi consiglierei di iniziare dal primo. Pur non avendolo letto, vado a fiducia, e lo dico perché io invece non lo leggerò pe una questione mia personale (mi piace che la storia io l’abbia vissuta solo da questo punto di vista) ma mi dispiacerebbe che invece rimanesse non considerato. Se non dovesse convincervi, però a questo una possibilità datela.
#RECENSIONE 🪴 📖 lavorare con chi ha attuato crimini è difficile e questo eckhard, protagonista di 'trecento danze', lo sa bene: quello che invece non si aspetta è il fare amicizia, con uno di questi criminali. eppure ciò avviene. è questo l'incipit che @giulia.calligola - che ringrazio per avermi mandato in anteprima il suo nuovo romanzo - ci lascia, mostrandoci cosa significa provare empatia per una persona, nonostante le sue brutte azioni. 📖 proseguendo la lettura, ciò che ho notato è il modo con cui giulia ha pian piano spiegato quel processo che, anche nella vita reale di ogni giorni, viviamo spesso: ma come è possibile che un criminale come caesar possa esser voluto bene da qualcuno, soprattutto da un tipo gentile e onesto come eckhard? una spiegazione che può sembrare banale, a volte persino impossibile da concepire, ma che in realtà mostra cosa potrebbe significare ritrovarsi in quel punto di vista. 📖 mi è piaciuto molto, e credo sia stato difficilissimo, la narrazione del punto di vista di caesar e i vari estratti di quello che sono le vicende che si è ritrovato a subire sia nella vita, in quanto essere umano, sia nel mestiere di sicario che svolgeva. una critica al mondo creato da giulia, corrotto e ricolmo di soprusi. vi consiglio la lettura, ma solo se non avete stomaci deboli visto che sono presenti scene molto forti!
Non so se in questo periodo sono particolarmente sensibile io o se incappo solo in storie strappalacrime, ma ieri sera ho pianto per un film e oggi ho pianto per un libro. Questo libro, chiaramente. “Trecento danze” racconta la storia di Caesar, un assassino (già protagonista di “La bellezza del vuoto”, ma i due romanzi possono essere considerati autoconclusivi indipendenti), e di Eckhard, sua guardia carceraria. Il romanzo è molto più concentrato sull’introspezione che sull’azione, pur essendo un fantasy, e quindi il ritmo scorre abbastanza lento, ma non mi ha pesato per niente. Nulla di questo libro mi ha pesato o annoiato, mai. E qui potrei cominciare un pippone infinito su tutto quello che mi è piaciuto: la caratterizzazione dei personaggi, le ambientazioni, i dialoghi pungenti, le considerazioni che spinge a fare sulla convivenza di diverse religioni e sulla pena capitale… Ma non lo farò. Voglio invece soffermarmi su due aspetti che mi hanno particolarmente colpita.
Il primo riguarda Caesar. Mentre leggevo mi sono trovata a riflettere che, se trovassimo la sua storia di pluriomicida assetato di sangue e morte sui giornali, la troveremmo ripugnante, dalla prima all’ultima riga. Nessuna compassione, nessuna pietà. Ognuno di noi gli augurerebbe la morte, come fanno gli abitanti di Castra Nova nel libro. Eppure, pur sapendo tutte queste cose, è impossibile non affezionarsi a Caesar e provare per lui un po’ di empatia. Durante la lettura, ero consapevole di ogni cosa che aveva fatto (fin dall’inizio tutte le sue colpe erano lì, servite su un piatto d’argento), eppure, nonostante provassi ripugnanza per le sue azioni, non riuscivo a desiderare la sua condanna. Da un certo punto di vista se la meritava, dall’altro non volevo che la subisse. Mi sono ritrovata a riflettere sul potere che hanno i libri, di farci entrare nella mente di persone così diverse da noi, persone da cui fuggiremmo nella vita reale senza il desiderio di capirle. E invece sono contenta di aver conosciuto Caesar e di aver visto l’umanità sotto la sua corazza.
La seconda cosa che ho apprezzato molto di questo libro è che si tratta di una storia di amicizia. Nella maggior parte dei romanzi, il sentimento centrale intorno a cui tutto ruota è l’amore, ma raramente ci si sofferma sull’importanza che hanno nella vita dei buoni amici. Non esiste solo l’amore romantico e non è l’unica relazione che salva, come tanti scrittori hanno voluto farci credere. Il sentimento che nasce tra Caesar ed Eckhard è sincero e onesto, troppo puro per la sporca prigione in cui nasce, e in un certo senso salva entrambi. L’amicizia è una rete che ci tiene a galla quando stiamo affondando e sia Caesar sia Eckhard ne avevano bisogno, per sorreggersi a vicenda in quel periodo buio della loro vita. Vorrei più libri che mettessero al centro l’amicizia.
In conclusione, vorrei ringraziare vivamente Giulia Calligola per la copia arc che mi ha permesso di venire a conoscenza di Caesar ed Eckhard in anteprima. È stato un bel viaggio.
Un libro, che ho letto in anteprima, molto intrigante che mette in discussione la giustizia e la moralità. Attenzione: fa commuovere, i deboli di cuore sono avvisati.
Uno di quei preziosi casi in cui in secondo libro di una serie surclassa il primo. Ma Giulia ha fatto di più: ha scritto in seguito che si regge talmente bene da solo, da poter essere letto per primo: sia che si cominci da La Bellezza del Vuoto, sia che lo si faccia da Trecento Danze, il percorso di lettura sarà differente eppure egualmente intenso; cominciando dal primo, vorrete proseguire su una degna conclusione, e cominciando dal secondo, desidererete saperne di più sugli eventi precedentemente accaduti e incontrare ancora personaggi usciti di scena.
La trama è intensa, struggente, a tratti cruda, crudissima… eppure con momenti di grande gentilezza. Abbonda l’introspezione , ma tutto è magistralmente gestito.
Giulia è una garanzia, e migliora la sua scrittura di libro in libro.
Mi sbilancio subito dicendo che questo è per me nella top 5 dei libri più belle letti ques'anno! L'ho scoperto per caso proprio qua su Goodreads e mi ha subito colpito, totalmente nelle mie corde ero solo spaventata dal fatto che fosse un libro selfpublished e invece, ci sono volute solo poche pagine per ricredermi. Una scrittura degna di qualsiasi casa editrice che narra una storia commovente, originale e che mi porterò dentro per tanto tempo. Grazie Giulia per regalarci tutto questo, adesso non vedo l'ora di leggere anche il libro su Mor Mor.
Dopo gli eventi di 'La bellezza del vuoto' Caesar torna in forma smagliante in un sequel che si può benissimo leggere senza conoscere le vicende del primo volume.
In questa storia entreremo dentro ai personaggi in punta di piedi, analizzando come anche un criminale come Caesar possa essere amato. Anni fa lessi 'La bellezza del vuoto', oltre ad essermi innamorata totalmente della delicatezza con cui Giulia scrive, mi sono innamorata di questo mondo ma soprattutto del personaggio più grigio scuro che potessi trovare in circolazione.
Trovo che Trecento danze mi abbia dato la possibilità di scoprire una parte di Caesar che in tutti questi anni non sapevo di aver bisogno. Eckard e Caesar non possono essere più diversi.
Eckard è un uomo onesto, con una bellissima famiglia e un lavoro rispettabile anche se pesante e frustrante.
Caesar è un ex assassino che nella vita ha perso tutto.
Col passare dei giorni Eckard è incuriosito da quell'uomo così strano, e fa quello che forse non andrebbe mai fatto, fraternizzare col nemico.
Nonostante la storia si svolga per la maggior parte dentro le quattro mura della prigione grazie ai racconti della vita di Caesar abbiamo la possibilità di viaggiare per il continente.
Trovo che la psicologia dei personaggi sia il perno di tutta la storia, come questi due uomini così diversi e con morali opposte possono capirsi, supportarsi e diventare amici?
La scrittura di Giulia, che diventa sempre più matura col passare degli anni, riesce a rendere benissimo anche le parti più dure di questa storia. Il dolore, la violenza e gli abusi sono resi in modo crudo ma sempre in maniera molto rispettosa. Nonostante ciò prima di intraprendere questa lettura vi consiglio di leggere i trigger warning.
Ho amato il personaggio di Eckard un gigante dal cuore d'oro che deve nascondersi dietro a una maschera dura per proteggere se stesso e la sua famiglia.
Chi mi conosce sa quanto io ami Caesar, con i suoi modi strani, i suoi dolori e i suoi pensieri. In Trecento danze abbiamo la possibilità di entrare ancora meglio dentro la sua testolina e nei suoi pensieri.
L'amicizia che va giorno dopo giorno a formarsi tra Caesar e Eckard è così improbabile quanto sincera.
Giulia come sempre è bravissima a inserire nelle sue opere delle critiche sociali importanti.
Come vediamo anche in 'La bellezza del vuoto' abbiamo una componente religiosa importante e Giulia è riuscita a rendere l'incontro di due religioni in maniera stupenda. Ho visto nascere questo progetto, ho letto qualsiasi cosa che Giulia abbia scritto su Caesar ma questo è stato solo un modo per apprezzare tutte le sue sfaccettature che ritroviamo qui in Trecento danze.
Voglio ringraziare Giulia per avermi resa partecipe di questo grandissimo progetto, ma soprattutto voglio ringraziarla per creare sempre dei personaggi così diversi ma così completi e profondi.
Grazie Giulia per creare delle storie che mi lasciano sempre dentro qualcosa, per trattare sempre temi così delicati in maniera così accurata.
“Trecento danze” è un romanzo dark fantasy scritto e prodotto da Giulia Calligola e pubblicato alla fine di ottobre 2024.
La storia segue le vicende della guardia carceraria Eckhard, che gestisce il braccio dei condannati a morte nella città di Castra Nova, nel freddo nord d’Euronia. La sua vita viene sconvolta dall’arrivo di Caesar (con la C dura, mi raccomando), un assassino violento che ha appena sfigurato un’altra guardia carceraria; con grande timore, Eckhard si appresta a conoscerlo, ma rimane stupito dal trovarlo una persona complessa e che suscita stranamente in lui la simpatia. Suo malgrado, l’uomo si ritrova a leggere le confessioni di questo violento criminale dalla spiritualità marcata, mentre la sua famiglia si allarga e lui si trova a interrogarsi sul proprio futuro.
Il romanzo è molto interessante e veramente crudo; sinceramente io non amo la violenza descritta, quindi ho fatto molta fatica in alcune scene, che mi sono trovata a saltare (alcuni racconti di Caesar), ma ho trovato comunque una storia molto profonda e coinvolgente. Eckhard è un personaggio per cui è facile tifare e con cui è semplice entrare in sintonia: ad un certo punto, Caesar gli dice che lui “è troppo buono per questo mondo”, ed è la sensazione che ho provato anche io leggendo. Ho apprezzato questo aspetto, che la voce narrante, nonostante tutte le brutture, rimanesse una luce nell’oscurità, senza comunque diventare una figura finta: si tratta di un uomo comune con problemi comuni che si trova, suo malgrado, a interrogarsi sulla redenzione e sul perdono. Sì, perché Eckhard è credente e va ogni settimo giorno della settimana ad ascoltare una messa che gli parla dell’importanza del perdono, ma un conto è ascoltarla, un conto è applicarla.
Confesso che io, a differenza di Eckhard, non sono riuscita ad entrare così in sintonia con Caesar che, nonostante un po’ di pena, mi faceva comunque orrore; non sarei riuscita ad accompagnarlo come il protagonista in questo arco di redenzione. Nonostante questo, ho trovato Eckhard credibile e piacevole come protagonista, ancora di più quando lui fa un passo ulteriore e diventa anche lettore come me, per cui lo vediamo ancora di più avvicinarsi a noi. Il lettore legge la storia e vede lui che legge, prova orrore, pietà, riflette e perdona, e questo è riuscito molto bene, secondo me.
Mi è piaciuto molto com’è stato trattato il tema della famiglia, che non è un mero contorno ma una parte importante dei pensieri e della vita di Eckhard; ma non solo, anche le vittime hanno sempre un doppio legame con la famiglia che emerge nei racconti e, persino, nel processo a Caesar. Ho trovato questa caratterizzazione molto riuscita e gestita in modo elegante.
In conclusione, un romanzo molto dark e crudo, ma dalle tematiche potenti e profonde, che potrà essere apprezzato dagli amanti del genere e delle ambientazioni alla ” Il Miglio Verde”.
Quando sono stata contattata da Giulia Calligola ero talmente felice di poter collaborare con lei che non ho resistito. Da quando ho letto il suo romanzo mitologico su Ade e Persefone dal titolo " Il giudizio di Persefone" sono innamorata della sua scrittura. Perciò, con Trecento danze mi sono fidata ciecamente dopo aver letto solo qualche indicazione sui tropes senza nemmeno leggere la sinossi. Inizio quindi ringraziando di cuore l'autrice sia per la copia arc che per la fiducia. Premetto che, come parte di una dilogia, Trecento danze è il sequel di La bellezza del vuoto, ma può comunque essere letto come autoconclusivo. Ma ora faccio un passetto indietro! Eckhard lavora come carceriere nel reparto peggiore, la Passeggiata, ovvero l'ultimo luogo di detenzione per molti condannati pronti per recarsi alla forca e pagare per i reati commessi. Ed è proprio qui che giunge Caesar. Quest'ultimo è giunto alla Passeggiata perché la sua furia è incontenibile e la sua condotta deve essere punita per aver aggredito una guardia, in attesa che chi di dovere si pronunci e stabilisca la sua condanna. Eppure a Eckhard quel prigioniero non sembra così terribile come dicono, anche se il suo sguardo gli trasmette qualche sensazione contrastante. Chi è davvero Caesar? Che cosa lega questi due uomini tantl diversi? Che emozioni allucinanti! Ammetto che, nonostante non ho ancora avuto il piacere di leggere La bellezza del vuoto, non ho avuto grosse difficoltà di ambientazione in questo romanzo. Il world building è pazzesco, dai tratti medievali, sembra di fare un salto indietro in un tempo passato con tocchi fantastici. Molteplici i temi affrontati all'interno di questa opera corposa e dettagliata: dalla religione, alla giustizia, alla corruzione, all'omicidio e tortura, così come l'importanza della famiglia. Questi sono alcuni esempi di ciò che troverete al suo interno, tutti affrontati in modo diretto e non edulcorato. Perciò, se siete animi tanto sensibili, ne consiglio la lettura con consapevolezza degli argomenti narrati in Trecento danze. La penna di Giulia Calligola trascina il lettore al fianco del protagonisti e gli fa vivere ogni singolo istante raccontato. Personalmente, mi è piaciuto tanto Caesar, un protagonista davvero particolare, ben caratterizzato e unico. Nonostante la cattiveria, è riuscito a entrarmi sottopelle. Bellissimo il legame che, giorno dopo giorno, si crea e si fortifica tra Eckhard e Caesar. Davvero interessanti anche gli sprazzi del passato di Caesar, che aiutano a delineare ancora di più la sia figura complessa e determinata. A parer mio, l'intreccio mi è apparso leggermente dilungato in alcuni tratti, forse per la ricchezza di dettagli ed elementi per il periodo di tempo preso in considerazione. Ad ogni modo, questa è una mia opinione, che nulla vuol togliere alla bellezza di questa opera così ben architettata. Se siete alla ricerca di un romanzo Dark con elementi fantasy, nonché un'amicizia un po' improbabile ma sincera, Trecento danze è ciò che state cercando. Io non vedo l'ora di recuperare anche il primo volume e conoscere meglio la mente di Caesar e affezionarmi ancor di più. Decisamente consigliato! Per me 5 stelle.
Un dark fantasy ispirato al Miglio Verde di Stephen King, Trecento Danze è sicuramente un libro diverso rispetto agli altri dell’autrice. In brevissimo, la storia ruota intorna al rapporto che si instaura nel corso di una decina di giorni tra un prigioniero nel braccio della morte in attesa di esecuzion, Caesar, e il suo carceriere, Eckhard. Per chi ha già letto La Bellezza Del Vuoto, la figura di Caesar risulterà familiare e Trecento Danze può essere visto come un seguito e una conclusione alla sua storia. Se non avete letto La Bellezza Del Vuota, questo libro funziona come standalone ed anzi secondo me risulta anche più interessante scorprire piano piano Caesar in questo modo. Nel libro vengono trattati tantissini temi, in primis la condizione dei carcerati, il tema del perdono e del giudizio nonchè del ruolo della fede e della religione. Ma in sottofondo si sentono chiare tracce di altre tematiche come il ruolo della donna, la disparità sociale, il suicidio e il lutto di una persona cara. Sicuramente non è un libro da leggere a cuor leggero ma onestamente non l’ho mai trovato pesante o “too much”. Caesar è un personaggio incredibile con tantissime sfumature e contraddizioni. È amante ma assassino, prigioniero ma sempre in controllo, colto ma a tratti un bambino, confidente ma pieno di segreti. In confronto probabilmente Eckhard perde un pò di tridimensionalità, sebbene sia quasi piu protagonista di Caesar stesso, e avrei forse voluto vedere qualcosa di più sul suo passato. Vero tripudio del romanzo comunque rimane il rapporto tra i due. Un bromance di quelli che ti fanno sperare e pensare e mi hanno tenuta incollata alla pagine. Quindi?? Quindi lo consiglio a chi cerca una lettura non leggera (controllate i trigger warning prima di approcciarvi). È un libro adatto a chi ama e a chi odia i fantasy. È perfetto per chi ama i personaggi grigi, ne eroi ne villains ma pieni di sfumature e contraddizioni. Assolutamente consigliato!
Se avete lo stomaco debole, ci vediamo alla prossima recensione. Se invece la definizione "dark fantasy" vi provoca un sorrisetto (probabilmente inquietante), continuate a leggere!
Il mistero che si delinea sin dalle prime pagine cattura l'attenzione e stimola le più disparate teorie, ma avvicinarsi a quella giusta non è semplice.
Tutti credono che Caesar sia pazzo e lui non fa niente per smentirli, eppure Eckhard vede qualcosa in quel condannato, ed è deciso a scoprire cosa si nasconde dietro la maschera da folle che si ostina a indossare. La sua convinzione ha fatto schizzare la mia curiosità, convincendomi che questa storia meritasse di essere letta fino alla fine.
Tra i due nasce l'amicizia più improbabile di tutte e allo stesso tempo la più vera che entrambi abbiano conosciuto nella loro vita, e il legame inaspettato costringe il protagonista a mettere in discussione i propri valori e i dogmi che lo hanno guidato fino a quel momento.
Trovo sempre affascinanti i romanzi ambientati in prigione, perché rendono inevitabile interrogarsi sul significato che attribuiamo al termine "giustizia". È possibile una redenzione dopo tanti crimini? E come può essere giusto che a giudicare Caesar siano proprio coloro che in qualche modo hanno commesso i suoi stessi peccati?
La penna dell'autrice non mi ha delusa neanche questa volta, dipingendo un'atmosfera tanto credibile da farmi affacciare alla finestra per controllare che non fossero spuntate davvero altre lune nel cielo. Non è un libro che avrei "cercato" e non penso che mi convertirò al genere, ma si è rivelato un esperimento più che interessante, e ringrazio tantissimo l'autrice per avermi permesso di provare qualcosa di nuovo.
Giulia Calligola è sempre una certezza, oltre che una grafica appassionata è un'autrice, scrittrice, fenomenale. Riesce a calarti in qualsiasi tipo di ambientazione lei voglia, creando un atmosfera unica. Trecento danze è un libro autoconclusivo, che può essere letto in autonomia, ma sarebbe il seguito di ''La bellezza del vuoto''. Li ho entrambi in libreria, ma ho iniziato a leggere prima questo e devo dire che non ho avuto difficoltà a raccapezzarmi. Il racconto è decisamente dark, ma un dark 'sano'. E` un libro veloce e interessante, ma anche riflessivo e a tratti commoventi per le tematiche trattate e la sua crudezza. Non starò a commentare la scrittura perché l'ho già definita eccezionale in svariate occasioni. Ho avuto la fortuna di leggere il libro mentre era in stesura e sono rimasta colpita dalla chiarezza delle idee di Giulia, dalla pulizia della scrittura e dalla quasi mancanza di refusi: la sua bozza avrebbe potuto tranquillamente essere il manoscritto pronto per la stampa (temo che il suo editor si annoi parecchio nel fare il suo lavoro, perché il grosso è già fatto dalla stessa autrice😅). Persone come lei danno speranza a chi, come me, legge spesso autori self, ma ne rimane delusa per a poca cura di refusi, impaginazione, copertina. Ovvio che gioca in casa, occupandosi lei per lavoro della parte estetica, ma la dedizione che mette nell'assicurarsi che ogni parola sia al posto giusto è una perla rara. Non intendo fare una recensione sulla storia perché è perfetta, leggete la trama e se vi intriga, sappiate che non vi deluderà.
Ho preso questo libro ispirata dalla trama; non ho letto altro dell'autrice, e non sapevo fosse un seguito ideale, ma ho iniziato a leggere, rassicurata dalla prefazione che diceva che il libro funzionasse benissimo da solo. È stata una lettura intensa, potente e salvifica. L'autrice descrive vividamente il rapporto viscerale e meraviglioso che va a crearsi tra un assassino e la guardia carceraria cui tocca in sorte di occuparsi di lui. È un rapporto strano, particolare, che cresce nonostante ogni buonsenso, finché davvero si è portati a simpatizzare con un criminale che è più umano e meno ipocrita di chiunque gli stia attorno. È un romanzo forte e fortemente commovente che necessita di una buona dose di maturità per essere apprezzato appieno. Certamente l'autrice mi ha conquistata.
scrittura perfetta, trama originale e coinvolgente, personaggi be caratterizzati e mai banali, forse alcuni tratti un po' truculento per i miei personali gusti. Che cos'è l'amicizia? va oltre il nostro giudizio oggettivo? riusciremo ad essere così forti senza mai tentennare? Finale dolce, forse anche troppo rispetto al resto della narrazione. Non vedo l'ora di leggere altro di Giulia Calligola
Malgrado non fosse il mio genere, il libro mi ha preso un sacco lo stesso. Scritto davvero bene, personaggi profondi, world building interessante, scene intense e uno stile coinvolgente e che crea una splendida atmosfera. Consigliatissimo!