Un dialogo a senso unico, con la voce di un uomo che fa visita al padre. Padre che quasi non lo riconosce più perché affetto da una malattia che cancella la memoria giorno dopo giorno. Un papà anziano che ascolta, eppure sembra non essere lì. Quanto tempo servirà per raccontare la vita che è rimasta in sospeso, tra i due? C’è qualcosa di importante che va detto, c’è un filo che va teso per provare a sentirsi davvero uniti. Allora il figlio raccoglie i ricordi e regala al padre un’esperienza lontana, di cui negli anni non avevano parlato un granché. Quando aveva svolto il servizio civile in una casa per “mattacchioni”, un manicomio. Le parole sono dolci, emozionanti, Gabriele Corsi diventa il collante tra due mondi abitati da menti perse, ieri e oggi, come ci fosse stato un destino in quel vissuto che gli ha cambiato la vita. Un racconto ricco di sensibilità, dove i sentimenti sono vivi e ci riempiono di commozione e amore.
Un racconto toccante di un figlio che parla con il padre malato, alternato a racconti del protagonista che si trova a svolgere il servizio civile con persone "mattacchione" , cone le definisce l'autore stesso. un romanzo crudo, toccante e a tratti vuol essere leggere seppur si parla di argomenti delicati
Tre motivi per leggere questo libro. Uno: Gabriele Corsi scrive davvero bene ed è un vero piacere leggerlo. Due: la legge Basaglia che ha svuotato i manicomi spiegata in modo esemplare. Tre: ti fa pensare a tutte le cose che avresti voluto fare e che hai sempre rimandato pensando di avere tutto il tempo che in realtà non hai.
La storia di un figlio raccontata a suo padre la cui memoria lo sta abbandonando. Un libro sicuramente scorrevole con alcuni concetti interessanti, ma lette le prime due splendide pagine mi aspettavo molto di più.
Bellissimo! Un libro che ti entra fin troppo dentro e ti scuote l'anima come in un vortice di emozioni. Raramente riesci a trovare una scrittura così cruda e reale che fai fisicamente fatica ad andare oltre.