Brontolone, cinico, pigro, è così che si potrebbe descrivere Cesare Annunziata. Come quella volta in cui, per attaccare bottone con la sua futura moglie, si era inventato di possedere una collezione di scatolette di fiammiferi per poi essere costretto per oltre cinquant’anni a collezionarle davvero.
Ormai vedovo e ottantenne, con mille acciacchi e le giornate vuote, Cesare si trova ad affrontare un agosto in città. Nel condominio al Vomero sono rimasti in c’è la dirimpettaia gattara, ossessionata dalla telecamera al pianterreno; l’amico di una vita con cui Cesare gioca la stessa partita di scacchi da anni; e Lady Blonde, un’adolescente che non si stacca mai dal cellulare. E soprattutto ci sono i ricordi, ricordi subdoli che si insinuano dappertutto.
Proprio lui che si è sempre dichiarato immune ai sensi di colpa, ora si trova a fare i conti con mille domande. E se nella vita fosse stato più risoluto, dolce e accogliente? Se avesse trovato il coraggio di lasciare la moglie? Se avesse passato più tempo con i figli?
Se, in definitiva, avesse sbagliato tutto?
Finché un giorno, nel parco in cui è solito portare Batman, il cane affidatogli dalla figlia, Cesare nota una ragazza dai capelli corti spruzzati di viola. Si chiama Iris e ha negli occhi qualcosa di fragile e familiare.
È l’inizio di una goffa ma tenera amicizia, in cui Cesare trova inaspettatamente conforto. D’un tratto, ci sono persone di cui deve, e vuole, occuparsi, e questo lo fa sentire felice. D’un tratto, non c’è più da rimuginare, ma da agire, da aiutare. Perché la vita a volte capita quando meno te lo aspetti, e bisogna trovare il coraggio di afferrarla al volo.
“Passiamo la prima metà della vita a costruirci gabbie e la seconda metà a tentare di distruggerle.”
Rompiscatole e beffardo, ma con un cuore d’ è tornato Cesare Annunziata, il personaggio più amato di Lorenzo Marone, già protagonista di La tentazione di essere felici.
“La letteratura dovrebbe prendere altre strade. Cosa che Lorenzo Marone fa. E fa benissimo.” - Teresa Ciabatti, Il Corriere della Sera
Lorenzo Marone è uno scrittore italiano. Laureato in Giurisprudenza, ha esercitato per quasi dieci anni la professione di avvocato. Ha pubblicato La tentazione di essere felici (Longanesi, 2015), La tristezza ha il sonno leggero (Longanesi, 2016), Magari domani resto (Feltrinelli, 2017), Un ragazzo normale, uscito sempre (Feltrinelli, 2018). A novembre del 2018 è uscita per Feltrinelli la raccolta Cara Napoli, che racchiude gli articoli pubblicati dal 2015 su La Repubblica Napoli e che è giunto alla seconda ristampa. Nel 2019 ha pubblicato, ancora per Feltrinelli, Tutto sarà perfetto.
Ne mogu stvarno baljezganja matore drtine koja kuka nad svojim protraćenim životom, nad tim što je bio loš suprug, loš otac, pa i sad što je loš prijatelj, uz to smoren prolaznošću života, ljubomoran na unuka, dakle ne mogu starca koji igrom slučaja spašava jednu djevojku i misli da je tim okajao grijehe iz prošlosti, ae bre liče, imaš 80 godina, a i dalje si kretenčina, to je stvarno umjetnost! 2⭐️, dosta, ne mogu da naguram ni 3 na staru slavu!
“Nessun peggior dolore che ricordarsi del tempo felice nella miseria. Ma poi, ero felice allora? Posso dire d’esserlo stato mai? Sì, certo, a pensarci oggi lo ero, ma la felicità è una filibustiera, nel presente si degrada in nostalgia, che tra le tante forme di tristezza è la più sleale. La frase peggiore che si possa dire a sé stessi è: “Sarò felice quando...”. Ma che senso ha? Sarò felice quando cambierò lavoro, quando avrò un figlio, quando diventerò ricco, quando riuscirò a separarmi. E via così, per tutta l’esistenza, a ripetersi questa barzelletta. Marino ripeteva sempre che sarebbe stato felice una volta giunto in pensione, figuriamoci. Che follia, demandare la felicità agli ultimi anni di vita.”
“La vita a volte capita” è il sequel de “La tentazione di essere felice” (bestseller di Lorenzo Marone ripubblicato da Feltrinelli dieci anni dopo la prima pubblicazione con Longanesi). Non occorre aggiungere che non ho letto “La tentazione di essere felici”: chi mi segue da tempo lo sa bene che è raro che cominci dal primo volume!
Quindi se come me non avete letto il primo libro, riuscite comunque a seguire questa storia (manca certo l’affezione al personaggio, Cesare Annunziata, che si ritrova dopo dieci anni, all’età di ottant’anni.)
Lorenzo Marone affida a Cesare Annunziata le riflessioni sulla vecchiaia, il senso della vita, il senso della perdita, l’amore, la solitudine, la morte, la fatica dei nuovi adolescenti, le relazioni familiari.
Un libro pieno di buoni sentimenti e di speranza e luce.
“Ricordo mio nipote che imbocca il corridoio barcollando sulle fragili gambine. Ricordo Dante che mi dice di amare Leo, il compagno. Ricordo un documentario sugli elefanti, che tramutano ogni esperienza della vita in ricordo indelebile, conservandolo per sempre nella memoria. Ricordo uno stupido varietà alla tv con mia figlia accanto sul divano, lei che d’un tratto mi sorride e mi prende la mano nella sua, come quarant’anni prima. Ricordo gran parte dei dolori. E tutti i sorrisi, a uno a uno.”
Ebbene quando però ho letto che il protagonista di questo libro era il mio amato Cesare Annunziata, vecchio burbero, scorbutico, pigro, cinico, brontolone e bugiardo, non ho resistito. Cesare come ho detto è un vecchio vedovo, con mille acciacchi che si ritrova ad affrontare la calura di agosto a Napoli da solo. Nel condominio dove abita sono rimasti in pochi: la gattara dirimpettaia, l’amico di Cesare da una vita e compagno di scacchi, un’adolescente che non si stacca mai dal cellulare. Ma soprattutto gli fanno compagnia i ricordi, che tirano fuori un senso di colpa che sembrava sopito e con cui invece deve fare i conti. Un giorno la figlia gli lascia Batman, il suo cane, perché andrà in vacanza con il compagno, mentre il figlio andrà in vacanza con il padre. Così Cesare inizia a passare le giornate di agosto parlando col cane e portandolo al parco dove conosce una ragazza dai capelli viola, con cui comincia a parlare e che ha negli occhi qualcosa di fragile e famigliare. Ho ascoltato Lorenzo Marone a Scrittorincittà e mi sono fatta autografare il libro (ovviamente!), ha raccontato tanto di come è nato questo seguito de La tentazione di essere felici e sono rimasta incantata ad ascoltarlo. Nel libro Cesare non delude (a volte nei ritorni si può rimanere delusi), racconta tanto di se ma soprattutto della sua vita con Caterina, sua moglie, di come si sono conosciuti, della loro disastrosa vita matrimoniale e soprattutto della morte di lei. Nonostante nel libro precedente Cesare non fosse per nulla un personaggio abbozzato e superficiale, in questo è caratterizzato in modo perfetto in tutte le sue debolezze e ipocrisie. I personaggi di contorno aiutano a scoprire meglio ogni angolo del carattere di Cesare per farlo entrare ancora di più nei cuori dei suoi lettori. Bellissimo, ve lo super consiglio ma iniziate dal primo!
Ho scelto come ultimo compagno di viaggio del 2024 proprio Cesare Annunziata a cui mi ero tanto affezionata ne "La tentazione di essere felici".
È stato bello ritrovare tutti i personaggi della prima storia, da Marino a Eleonora in primis, fino a Federico, Sveva e Dante e, tra i nuovi arrivati, ho amato Batman, il cagnone nero che diventa per Cesare un compagno imprescindibile.
Ho letto, anzi ascoltato il libro con molto piacere, ma devo ammettere che l'ho trovato più "scarico" rispetto al primo volume: un po' troppe riflessioni ed elucubrazioni sulla vita che, se nel precedente libro, avevo trovato perfettamente calzanti, qui mi sono parse un po' esagerate, quasi a volersi mangiare la trama vera e propria che, comunque, ho trovato sfilacciata e non del tutto convincente. La storia di Iris ricalca, nell'intenzione, quella di Emma, ma mi è parsa una ripetizione di un'idea già sviscerata nel primo libro e, per questo, meno forte e appassionante. Anche le scene tra Cesare e i suoi figli qui restano abbastanza sullo sfondo, mentre mi aspettavo un ulteriore approfondimento di ciò a cui avevamo assistito in "La tentazione di essere felici". Mi sono piaciute molto, invece i dialoghi e i momenti tra Cesare e Marino per i quali mi sono anche commossa, così come quelli riguardanti Eleonora e il ricordo di Caterina, oltre a tutte le riflessioni sulla vecchiaia e sul tempo che passa di cui ho avvertito tutta l'intensità e la verità.
Dunque, pur avendolo ritenuto inferiore rispetto al primo volume, Cesare è sempre Cesare e la sua voce caustica, ironica e brutalmente sincera mi mancherà molto.
Era tanto che non mi commuovevo per un libro, una scrittura esemplare
la storia di un anziano vedovo che racconta le sue estati in solitudine e non... perché nella vita tutti abbiamo la forza giunti a un certo punto di riscoprire gli affetti e di voler cercare un obiettivo e spesso ci ritroviamo a voler fare del bene Magari quel bene che non abbiamo fatto in gioventù o che non abbiamo ricevuto e in questo libro il protagonista girando per Napoli racconta la sua realtà e quella di altri anziani come lui
veramente un'opera toccante che merita di essere letta ad ogni età perché tutti invecchiamo e tutti potremmo vivere la vita del protagonista di questo libro quindi veramente una bella lettura
Gran bel libro. Un romanzo ironico, denso di spunti di riflessione. Il protagonista, ormai ottantenne, si ritrova vedovo e con due figli ormai adulti, un nipote e un cane da tenere a bada. A volte triste, a volte allegro, a volte buffo, a volte commovente, a volte malinconico, a volte pensieroso e pieno di dubbi e recriminazioni, di ma e di se...proprio come la vita stessa. Perché questo romanzo per me è proprio un inno alla vita, una vita che scorre inesorabile, come il progresso e la tecnologia, una vita che sembra non passare mai e quando ti giri è già quasi finita. Una vita che, proprio come dice il titolo stesso, a volte accade, e faremmo meglio ad afferrarne e assaporarne ogni singolo istante, perché unica irripetibile. Ascoltato in audiolibro e consigliato.
„Sitnice koje život znače“ su od početka imale jasnu strukturu. Glavni junak na početku kaže „imam sedamdeset godina i nisam živeo, želim da to promenim“. I da bi to postigao mora da sredi odnose sa pokojnom suprugom, ljubavnicom, ćerkom, sinom i novom komšinicom. Jednostavno.
Nakon pet godina Lorenco Marone piše drugi deo priče, „Život te, ponekad, zadesi“, koji, kao nastavak, ne bi ni trebalo da postoji jer je priča okončana. Mogao je da izmisli i drugog junaka, priča bi bila ista.
Za razliku od prve, ova knjiga nema jasnu strukturu malo zbog toga što je glavni junak završio svoje herojevo putovanje u prvom romanu, a malo više jer autor nije ni želeo da napiše roman.
Naime, tokom čitanja više puta mi je padalo na pamet da je pisac postao roditelj jer se junak romana sada obraća gotovo isključivo deci, tinejdžerima i omladincima. Marone to i sam kaže na kraju knjige, kako je u međuvremenu postao otac i da knjigu, kao poruku, posvećuje svom sinu.
I, zaista, ovo je više poruka, a ne roman. Glavni junak luta od lika do lika i prodaje neke živote mudrosti na tragu Malog Princa (na dva mesta direktno i preuzima neke fore iz čuvene knjige francuskog pilota). Ako preskočite nekoliko strana teško da ćete uspeti da propustite nešto od dešavanja jer događaja i nema.
SLEDEĆI PASUS SADRŽI MALI SPOJLER. * * * Ono što je najproblematičnije je to što autor temi suicida i pokušaju istog prilazi sa tim „Mali Princ“ proseravanjima „samo gledaj pozitivno“. Znači, ništa lekar, stručnjak, lekovi, terapija… Jok! Samo gledaš pozitivno na život i bićeš izlečen. To je jeziv pristup i način razmišljanja i može biti veoma opasan za ljude koji pate od depresije i sličnih stvari. Naročito za mlade ljude koji su posebno osetljivi u mladim godinama, a autor se upravo njima i obraća. * * * KRAJ SPOJLERA.
Humor je i dalje dobar dok ga ima. A nema ga nešto mnogo jer cilj ove knjige i nije da zabavi i nasmeje, već da otac pošalje poruku svom junioru.
Ne znam kakve su ostale knjige između prve i ove, ali ova mi je bila baš slaba i kilava na mnogo nivoa.
Questa è una storia profonda ed introspettiva piena di riflessioni sulla vecchiaia, sulla vita vissuta a pieno e sul non vissuto di chi si accontenta e non osa. Viene affrontato molto bene il tema della reazione alla solitudine: c'è chi per sentirsi utile si accosta alle difficoltà degli altri, chi si circonda di gatti, chi per quieto vivere sposta sempre il pedone nero da E2 ad E3 in un gioco mille volte uguale solo per godersi la serenità del quieto vivere abitudinario. Potenzialmente bello, ma così placido, fermo nell'agosto del Vomero in cui ogni momento di azione era una conquista rispetto all'effluvio costante di ricordi e di riflessioni stupende, ma tutto sommato simili e già sentite. Quindi, ho trovato la lettura troppo statica per apprezzarla e goderne fino in fondo, non avevo voglia di continuare, ma forse la riuscita del libro sta nel suo ritmo lento, nel fluire flemmatico dei pensieri di Cesare che accompagnano immobili la sua estate in un cui le solitudini esistenziali si mescolano alla sua memoria dei tempi che furono per generare ancora a 80 anni un nuovo se stesso.
" Quando si arriva la mia età, è inevitabile un bilancio della propria vita, di quello che si è fatto e si è perso, degli sbagli commessi, delle opportunità svanite. Siccome, però, a me i bilanci non sono mai piaciuti, ho evitato ed evito tuttora di farne. Tanto, hai voglia a dire, se mi buttassero sulla terra altre dieci volte, compirei sempre il medesimo percorso e cozzerei di continuo contro gli stessi scogli. La maggior parte di noi è come le formiche, segue una strada già tracciata."
- La tentazione di essere felici. - (vol.1) 📚 Lorenzo Marone
" A volte basta un'altalena arrugginita, basta avere il coraggio di coltivare la memoria e di non arrendersi. Di continuare a credere nei miracoli, intestardirsi a cercare qualcosa di nuovo, aver voglia di imparare ancora. La vita è un'ubriacatura, una lunga trasformazione. La vita semplicemente a volte capita, e non bisogna farsela scappare"
- La vita a volte capita - (vol.2) 📚 Lorenzo Marone
🔖 La penna di Lorenzo Marone è pura poesia in un mondo arido di sentimenti permeato da mero individualismo, come una danza arriva in punta di piedi dritta al cuore e con eleganza sopraffina conduce inevitabilmente alla riflessione. Pagine intrise di vivaci emozioni e passioni represse, di rabbia e frustrazione per ciò che non è potuto essere e di rimpianti per il mancato coraggio, di nostalgia dei tempi andati e di profonda malinconia che mai abbandona l' anima.
" Passiamo la prima metà della vita a costruirci gabbie e la seconda metà a tentare di distruggerle"
Sullo sfondo una Napoli raccontata in ogni suo angolo più recondito, in tutta la sua bellezza e particolarità, con i suoni e i colori che la caratterizzano, la luce che avvolge i vicoli; dove ovunque ti giri si vede il mare e l' ingombrante presenza del Vesuvio che sa di casa.
Ho letto questo libro subito dopo La tentazione di essere felici... praticamente un solo fluido racconto. Intenso, delicato e toccante. Marone scrive divinamente e leggere i suoi romanzi è una carezza x il cuore. Mi sono emozionata leggendo le avventure di Cesare come non accadeva da tanto . Consiglio vivamente ❤️
* Čezare, vremešni knjigovođa u penziji, sa već pregaženih 80 leta, i dalje grabi kroz život, vođen drugačijom energijom od one koja ga je pratila u odrastanju i sazrevanju, a svi mi, priznaćete, odrastamo i učimo kroz celu ovu suludu igru, koju zovemo Život, neprekidno tražeći svoj smisao u njoj... * Ostavši udovac, nakon teške bolesti supruge, kroz čiju borbu se i sam osetio nedoslednim njene ljubavi i, iznova preispitujući svoju ulogu supruga, priseća se i lepih momenata i slabosti svoje ličnosti koje je pronalazio u sitnim lažima, bez hrabrosti da ih otkrije... Simpatična, sitna, neistina, da je kolekcionar kutija šibica, kao način udvaranja i prilaska devojci, postaje, nesvesno, hobi cele porodice, koju je stvorio sa Katerinom, koja do samog kraja to ne otkriva... Priseća se i srećnih trenutaka sa svojom, sada već sredovečnom, decom, dana koje je u trenucima njihovog trajanja smatrao prenapornim a sebe mrzovoljnim ocem... Sada, deset godina udovac, sam u oronuloj napuljskoj višespratnici... Mi, čitaoci, "zavirujemo" u deo njegove priče, koja je smeštena u jedan običan avgust... Grad pust, njegovi stanovnici uveliko na odmoru, samo oni koji nemaju gde ni kako, primorani su da ostanu tu... Ali, Čezaru društvo pravi unukov pas Betmen, njegov crni čupavi saborac, sa kojim brodi sparnim letnjim danima... * Upoznajemo i komšiluk, priče koje se kriju iza drugih vrata istog haustora, svaku tužnu na svoj način. Marino, Čezareov vršnjak, takođe udovac, sa kojim rado odigra partiju šaha i sluša ploče i Eleonora, usamljena starica, kojoj njene mačke daju preko potreban životni spokoj i zrno sreće... * Naš glavni junak, u korelaciji sa ostalim akterima ove priče, daje svima neku novu iskru, kojom budi spoznaju o sreći, baš to što je njemu nekada trebalo... * Ovo je drugi deo sage o gospodinu Anuncijati, a ja sam, upravo krenula od kraja njegove priče da ga upoznajem... Sada mi se tek probudila radoznalost za čitanje nastavka, koji je, u stvari, njen početak. * Da li su, uopšte, godine bitan faktor kada ćemo da odlučimo da zaista oživimo? Ja mislim da ne, samo da, ukoliko već nismo, što pre se probudimo, otvorimo oči i spoznamo snagu u sreći koja je u nama...
"Tako je to u životu, uvek postoji neko spreman da ti nešto objasni, a taj neko često nikad nije bio na tvom mestu. *** U suštini, dve su mogućnosti: ili ćeš skupiti hrabrost da promeniš svoj život nabolje, ili ćeš se potruditi da prepoznaš ono dobro u tom koji već imaš. *** Svake noći ležim na groblju uspomena i osećam se pokradenim kad stignu, kroz ruke mi promiču protekle godine, dani koji mi više ne pripadaju. *** Sreća je bitanga, u sadašnjosti se svodi na nostalgiju, koja je među mnogim oblicima tuge najnevernija. *** Život je stalna smrt za onog ko ne ume da se prepusti. *** U životu ima stvari koje moraš poći da tražiš i onih koje, naprotiv, traže tebe. *** Nije prosečan onaj ko nema dara, već onaj koji se zadovoljava onim što ima i ne razvoja se. *** Imamo mnogo života, ali samo jedno detinjstvo. *** Samo se tupavi, zaljubljeni i nesrećni smeju bez razloga. *** Istina je da ne mogu više da putujem vozovima i autobusima, ježim se od previše ljudi na jednom mestu, ne podnosim njihove mirise, razgovore, skoro uvek banalne, svi mi izgledaju kratkovido i vulgarno; ljudska priroda je tako bedna, kad je vidiš ogoljenu, osećaš se zastrašujuće poraženo. Ko se naživeo, ne može a da ne prezire nedoslednost ljudi, ne može da ne zna da čovečanstvo razočarava; što nam ne brani da volimo poneki jedinstveni primerak. *** Možda ne znam mnogo o ljubavi, ali lepota zaista nema nikakve veze s njom, ljubav je sudbinski susret dve duše, privlačenje dve jednake energije, koje se prepoznaju. Verujem da ljubav, ona prava, koju malo njih ima sreće da nađe, prevazilazi telo i vreme. *** Događa se u životu, ako imamo sreće, kao što sam rekao, da osetimo u sebi nekog drugog, osetimo ga u utrobi pre nego što progovori ijednu reč , kao da su njegovi delići u nama, kao da smo sazdani od istih čestica. Kažu da je, po zakonu verovatnoće, skoro nemoguće sresti srodnu dušu, kao da tražiš iglu u plastu sena. Svet je pun izgubljenih mogućnosti. Ali niko nam ne kaže koliko je matematički nemoguće naći tu đavolju iglu, da bi ti odmah zatim izmakla, ispustiti je ponovo u seno, u beznađe." Lorenco Marone, "Život te, ponekad, zadesi"
Il protagonista narrante, un ottantenne vedovo, non fa sconti a se stesso, dipingendosi cinico, pessimista, infedele, collerico. Ma la storia rivela, con svariate sfaccettature, tutta la complessità del suo vissuto e dei suoi sentimenti mostrando un uomo anche premuroso e capace di commuoversi e far commuovere. Romanzo brillante e toccante. Ho scoperto, una volta terminata la lettura, che questo romanzo è un seguito. Mi leggerò anche il primo certamente
Ho amato nonno Cesare, mi ha fatto ridere e piangere. Ma la cosa più importante,mi ha fatto molto riflettere...ed è per qst che ho imparato ad amarlo. Vorrei che tutti avessero un nonno Cesare nella propria Vita,come nonno ,come padre o come amico.
Cesare Annunziata si ritrova per l'ennesimo agosto da solo nella sua Napoli, sempre più calda e nonostante tutto caotica ma allo stesso tempo solitaria in alcune ore del giorno. I vicini di casa sono sempre i soliti, con le loro problematiche e solitudini. Quest'anno però, come unico diversivo, avrà Batman con sé, il cagnolone nero di suo nipote. Le lunghe passeggiate che sarà costretto a fare gli farà fare incontri particolari: con due giovani ragazze. Se con Lady Blond, una ragazzina con poche possibilità di fare anche un solo giorno di vacanza e "influencer" intratterrà un'amicizia da social che lo vedrà appunto protagonista delle "storie" della ragazzina, con Iris la cosa andrà diversamente. Cesare rimarrà colpito dalle lacrime della ragazza e cercherà di capire quali siano i suoi problemi. Riesce così ad instaurare un rapporto un po' più intimo con lei, facendole da nonno e riuscendo a carpire il suo lato più nascosto, i suoi veri desideri per quanto riguarda gli studi che sono in contrasto con quelle dei suoi genitori. Ed infine, riuscirà a scoprire quello che cela, riuscendo a salvarla da un brutto gesto e a sostenerla nell'incontro con la sua famiglia. In tutto ciò però la vita farà un brutto scherzo a Cesare che si troverà a combattere con la sua mente ed il suo cuore perché Eleonora, la sua vicina di casa gattara e impicciona, morirà proprio mentre lui è lontano da Napoli e questo lo sconvolgerà tantissimo nonostante tutto. E poi, sempre nelle sue lunghe giornate, ripercorrerà gli anni del suo matrimonio con Caterina e, in particolare, il periodo della sua malattia e della sua morte. Io avevo già letto un precedente libro dell'autore con Cesare come protagonista ma a dire la verità non ricordavo nulla. Però, dopo aver letto la recensione che avevo scritto allora mi sono rivenute in mente diversi ricordi e pezzi di trama ma, in particolar modo il carattere di Cesare che, nonostante il suo modo di fare scostante ritiene necessario e di fondamentale importanza provare ad aiutare gli altri in difficoltà, salvare qualcuno che ne ha bisogno. E se allora era Emma, la giovane vicina maltrattata dal compagno, ora è il turno di Iris che si sente sola e non all'altezza delle persone, con l'impressione di stare sprecando la sua vita. Mentre ascoltavo questo libro pensavo solo ad una frase che potrebbe riassumere questa storia: "l'elogio della tristezza". Ho provato questo ascoltando questa storia ma allo stesso tempo mi ha profondamente colpito, ho segnato tantissime frasi che hanno riassunto i miei sentimenti e il mio stato d'animo di qualche giorno fa. Stoppavo di continuo l'audio per andare a cercare le frasi e mi sono stupita quando mi sono ritrovata ad ascoltare una frase che io stessa, inconsapevolmente, avevo pronunciato solo il giorno prima riferendomi alle mie giornate. Con questa storia ho anche pianto, alla fine, perché come ormai avrete capito, sono suscettibile alla tematica della morte e della fine... ma allo stesso tempo ho anche riso con le uscite di Cesare in alcune situazioni come l'incontro con la padrona di casa di Iris, un vero e proprio caso di continui fraintendimenti. Così alla fine non ho potuto dare che il massimo delle valutazione perché mi ha veramente coinvolta questa lettura, sia per un verso che nell'altro, passando attraverso tanti stati d'animo in pochissimo tempo.
„Ponekad nam dubok smisao proživljenog izmiče, drugi put izgleda tako lako: tu je, ispred tebe, i pitaš se kako ga nisi video. Ponekad je dovoljna zarđala ljuljaška, dovoljno je imati hrabrosti da neguješ sećanje i da se ne predaš. Da i dalje veruješ u čuda, da tvrdoglavo tragaš za nečim novim, da i dalje želiš nešto da naučiš. Život te jednostavno, ponekad zadesi i ne treba mu dozvoliti da pobegne.“
Lorenco nam donosi nastavak priče o Čezaru Anuncijati, tom starcu koji večito gunđa, ali ima ogromno srce. Pitate se šta bi ovaj udovac imao da nam ponudi ovog puta? Neku novu životnu avanturu. Ovoga puta nije sam, tu je i pas Betmen koga mu ćerka ostavlja na čuvanje. Šetajući po kraju sa psom, posmatra život oko sebe, ulazi ponovo u ulogu spasioca. Jer kao što kaže možda više nisi potreban toliko svojoj deci, ali briga nikada ne nestaje, to je ono što ostane od roditeljstva, samo se preusmeri na druge ljude. Možda ne može da spasi ceo svet, ali spasiti makar jednu osobu dovoljno je. Tu je Iris, nesrećna, ali draga devojka iz kraja. Ledi Blond i Čezare u ulozi Lorda Sizara, selfiji za vreme „golden hour-a“. Stara kompanija, Marino i Eleonora mačkarka kojih se sećamo iz Sitnica. Lorenco nam ponovo donosi priču o životu, onu naizgled običnu, realnu, ali dovoljnu. Svi pišu o nestvarnom, a nama baš ove stvarnosti fali. Tu su prisećanja na svoju pokojnu suprugu, na laž koju je celog života krio, a tiče se kutija sa šibicama. Sećanja na ljubav, onu najveću koja nije bila moguća, ali nikada prežaljena. Valjda se to svede s godinama, život ne nudi vrhunce, naročito ne u devetoj deceniji, ali živeti, to ima svoju posebnu draž. Imaš vremena da se baviš trivijalnim stvarima kada zovu iz raznih agencija rano ujutru kako bi ga anketirali, a on umesto toga govori o tome kako je devojka s fakultetskom diplomom zaglavila na očajnoj poziciji. U apoteci gde odlazi po lek raspravlja o klima uređajima. Ali takav je Čezare, malo gunđa, ali ima stalnu potrebu da ljudima čini dobro. Njegovu tešku narav nikada nećemo staviti ispred ogromne i nesebične ljubavi koju daje. Možda deluje da je usamljen i star, ali život u Napulju, u svom komšiluku s ostalim starim ljudima, nekim novim dnevnim avanturama, shvatamo da je život divan i da koliko god bili sami nismo usamljeni. Čitajte Lorenca, njegov svaki roman je nova oda životu, baš onakvom kakvim ga i sami živimo. Sa svim svojim padovima i usponima, željama i težnjama. Njegovi romani nasmeju i rastuže. A često nam je samo to i potrebno.
„Možda ne znam mnogo o ljubavi, ali lepota zaista nema nikakve veze s njom, ljubav je sudbinski susret dve duše, privlačenje dve jednake energije, koje se prepoznaju. Verujem da ljubav, ona prava, koju malo njih ima sreće da nađe, prevazilazi telo i vreme.“
Poi suona il campanello: "Pronto?" E Cesare è qui, uguale e diverso, ma è lui! "Caffè, Cesare?" Ci sediamo al tavolo della cucina, le tazzine davanti a noi, rughe nuove a testimoniare sorrisi e pensieri, tra i miei capelli fili argentei che mi rifiuto di coprire, lui mi guarda, sorride e inizia a raccontare. Perché, in fondo, con gli amici veri è così che funziona: puoi trascorrere anni senza vederti né parlarti, ma quando ti ritrovi è come se fossero passati pochi istanti!
E quei dieci anni scompaiono d'improvviso! Mentre il cucchiaino tintinna nella tazzina, questo tempo così lungo e così breve al tempo stesso è dimenticato. Cesare guarda fuori: "C'è nebbia oggi, Cesare, che vuoi farci? La pianura padana". E racconta. Racconta di Sveva, sempre così dura e rigida, di Federico che affronta l'adolescenza con gli occhi incollati allo schermo del telefono e di Dante che sta in vacanza su una rompighiaccio. Racconta, Cesare. Racconta di Eleonora e dei suoi gatti, di Marino sempre chiuso in casa con le vecchie pantofole ai piedi, di Iris che porta il nome di un fiore e di Lady Blonde che passa l'estate in uno sgarrupato cortile condominiale. Di Batman che cerca i grattini, ma lui non è capace di farglieli e di Ivo a cui, invece, fa le carezze per farlo sopravvivere! Racconta tanto, Cesare. Soprattutto di Caterina, della loro storia iniziata con una bugia e su tante altre bugie portata avanti. Non lo sa, Cesare, forse non vuole ammetterlo neanche con sé stesso, ma lui quella donna l'ha amata. A modo suo, certo, ma l'ha amata tanto. Perché ci sono amori che ti scavano dentro, ti logorano, ti dilaniano. Amori nei quali uno urla e l'altro tace, ci si trascina, si arranca, ci si odia anche, a volte. Finché un giorno ti svegli e sei solo e ti pare, in fondo, di aver aspettato quel momento per tutta la vita. Sei solo, nessuno rimbrotta, nessuno ti critica, nessuno ti chiede cosa fai, dove vai; puoi dormire di traverso in quel letto che hai sempre dovuto condividere con lei, puoi accendere la luce in piena notte senza paura di svegliarla, puoi pisciare lasciando la porta aperta! E tu che fai, Cesare? Le parli! Le parli sempre, le racconti ogni cosa. E quando non parli con lei, parli di lei. Ne parli tanto, non sempre bene, questo no, ma sai una cosa, Cesare? Non è vero che l'amore è cieco, l'amore è miope, perché più passano gli anni, più ti allontani e più noti i difetti!
Cesare Annunziata è tornato, con il suo carico emotivo non indifferente, con il suo carattere burbero e sgarbato, con tutti i suoi mille difetti. Ritorna per raccontarci della sua vita, dei suoi ricordi e dei dolori che lo affliggono e non parlo di dolori unicamente fisici vista l'età ma di quelli dell'anima che si porta dietro come un ingombrante bagaglio.
Lorenzo Marone ci racconta del suo personaggio più iconico e lo fa attraverso una scrittura carica di emozioni, elegante e colta. Per chi ha amato Cesare, La vita a volte capita è sicuramente un libro da gustare con calma e occhio attento, perché il nostro ottuagenario con tanto di cane al seguito ci apre nuovamente il suo cuore e le porte della sua casa.
Con l'età non perde smalto tantomeno la sua lingua affilata che non le manda a dire a nessuno, in un agosto napoletano segnato dal gran caldo e dalla solitudine ci accorgiamo che Cesare forse in qualche modo ha smussato i suoi tratti più forti tanto da aiutare Iris una ragazza incontrata per caso a cui dona affetto, un affetto a lungo negato a sua moglie Caterina che però torna costantemente nei suoi ricordi. Marone in questo romanzo non ci lesina amarezza ma allo stesso tempo ci regala speranza, si conferma nuovamente un autore dalla scrittura solida e coinvolgente, che sa parlare al lettore attraverso un personaggio non facile e che nonostante i comportamenti non sempre irreprensibili è simpatico a suo modo e ci fa alzare gli occhi al cielo mille e mille volte.
E così tra una piantina d'ulivo, un'adolescente che lo aspetta per un selfie quotidiano, un cane supereroe il nostro Cesare si fa di nuovo largo nelle nostre vite
“La vita a volte capita” di Lorenzo Marone pag. 320
Secondo romanzo che, a distanza di 10 anni, vede protagonista Cesare Annunziata un vecchio burbero, scontroso e asociale, che tale è rimasto anche se, a modo suo, sempre energico e deciso. Anche questo libro è ambientato a Napoli, al Vomero, nel periodo caldo e afoso del sole di pieno agosto. La città si spopola e come spesso accade gli anziani rimangono soli, Cesare, il suo amico Marino, vedovo come lui e con cui gioca interminabili partite a scacchi e la sua dirimpettaia Eleonora, la “gattara”. Unica nuova compagnia per Cesare è Batman, il cane che la figlia gli lascia per partire col suo nuovo compagno mentre Federico è in vacanza con il padre. Cesare è poco propenso a tenerlo con sé, non è capace di gesti affettuosi e non sa come prendersi cura di un animale, ma poi acconsente. Sarà proprio grazie a Batman che Cesare conoscerà Iris, una ragazza dai capelli viola e dagli occhi tristi. Giorno dopo giorno, appare piano piano la voglia di sentirsi utile e per la prima volta dopo anni, con Iris, Cesare riscopre il piacere di prendersi cura degli altri, e sente che la vita lo può ancora sorprendere. Personalmente ho preferito il Cesare del primo libro, con gli spigoli caratteriali molto vividi, ma mi rendo conto che non sarebbe stato credibile continuare a “lasciarlo” così. Il romanzo sembra quasi un viaggio introspettivo. Cesare entra così tanto in sé stesso che arriva a farsi quasi dei mea culpa, soprattutto nel rapporto con Caterina. Sì potrebbe dire che questo romanzo è la storia di un uomo ormai anziano, che, se inizialmente ha mille domande circa il suo passato e si vede sconfitto dalla vita, deluso ed amareggiato, scopre che basta un incontro imprevisto sulla sua strada per poter scoprire, dentro di sé, anche un lato migliore e un nuovo modo di vivere la vita.
Un vero peccato questo libro. In realtà Lorenzo Marone mi è sempre piaciuto molto, ma questo libro è di una lentezza esasperante. Il titolo è la vita a volte capita e rappresenta in pieno questa storia… No, mi dispiace ma questo libro è proprio bocciato. Non c è una vera storia, come appunto qualcosa che è capitato lì, senza né capo né coda. Una serie di ricordi di un anziano signore, tra rimorsi e analisi di una vita che poteva andare in un modo e invece forse è andato in un altro. Mi sembrava di seguire delle lugubrazioni di un vecchietto perso tra ricordi del passato e fatti del presente che mescola come in una pentola di stufato. Decisamente no. Trama: Cesare Annunziata, vecchio brontolone che rimugina. Su una serie di ricordi della sua vita passata, sua moglie Caterina, morta prematuramente ma implicati in un rapporto amoroso che di amoroso non aveva più niente. I tradimenti di Cesare e l amore per la cognata. Tutto si incrocia con gli eventi di oggi, i due figli, il cane Batman, la vicina gattara e il suo amico di scacchi, perennemente imbrigliati nella stessa partita da 30 anni. Brutto da dire: ma direi, un libro inutile, che nulla dà e nulla lascia.
Non importa quanto tempo hai lasciato passare, c’è sempre una storia che aspetta di essere vissuta.”
Lorenzo Marone ci riporta nella vita di Cesare Annunziata, il settantasettenne che avevamo lasciato dieci anni fa ne La tentazione di essere felici.
Dopo averci fatto innamorare di questo protagonista cinico ma irresistibile, l’autore aveva abbandonato Cesare per un decennio, quasi come se il personaggio fosse rimasto a sedimentare nella sua mente, in attesa del momento giusto per tornare. Ora, finalmente, Cesare è tornato a raccontarci la sua storia, regalandoci nuove lezioni di vita, ironia e introspezione.
Nel nuovo romanzo, Cesare è ancora lo stesso uomo schietto e irriverente, ma con una consapevolezza diversa: gli anni passati lo hanno reso più riflessivo e meno incline a nascondere le sue emozioni. Marone lo rimette al centro di una trama fatta di piccoli gesti e grandi riflessioni, dove vecchi e nuovi personaggi danno vita a un microcosmo che parla di connessioni umane, solitudine e seconde possibilità.
3,5⭐️ Troppo malinconico, troppi rimpianti, troppi sensi di colpa, troppa ‘tristezza’… e quando ci si accorge che ad ottant’anni suonati la tua vita l’hai ‘sprecata’ cresce dentro di te un senso d’angoscia e te la vivi male. Questo è quello che ho pensato fino a poco dopo aver letto la metà delle pagine e nel mentre più volte ho pensato che questo libro non facesse per me. Tuttavia poco a poco il signor Annunziata, nel mese di agosto, ha un cambiamento (o in fondo è sempre stato così?) scopre di essere più umano, amato, positivo, una bella persona.
È vero il tempo non torna indietro, gli sbagli restano, ma: “se riesci ad aiutare qualcuno, se il tuo piccolo passaggio terreno cambia per sempre quello di un altro la tua vita ha avuto un senso."
“Chissà perché nel tempo riaffiorano sempre i momenti banali, i gesti compiuti nell’indifferenza altrui”
Perché? Glielo dico io signor Annunziata: perché sono solo tuoi, intimi momenti di ordinaria felicità! Bravo Lorenzo Marone.
Un ottantenne brontolone e la vita che resta tra rimpianti, verità mai conosciute e riappacificazioni con i legami di sangue. Un uomo burbero all' apparenza, ma che non sa dire di no alla vicina Emma che non sa come affrontare il marito violento amicizia, con Mario, che lo accompagna da più di 40 anni. Un finale triste. Io questo nonno lo porto nel cuore, con le sue mani tremanti ed il suo coraggio, quello che non tiene conto di quello che rimanda lo specchio e che riscopre dolcezza dei sentimenti nei messaggi della sua donna, tanto diversa e pure tanto brava a riavvicinarlo ai figli con la sua spigliatezza e semplicità. La violenza sulle donne raccontata da un nonno, padre e uomo rispettabile che non teme di opporsi alle ingiustizie, le amicizie che sfidano il tempo, il dolore e una rampa di scale. Entrerei nella storia per dare una carezza a quest' uomo, Cesare Annunziata, che si rivela esattamente per come è e come si sente.
Questo libro contiene le riflessioni e le avventure di un uomo maturo e disilluso che si batte per continuare a vivere e a stare nel mondo senza fuggire dalle situazioni che lo spaventano.
Si tratta di un uomo che è stato sfuggente in passato con chi più amava e che cerca di redimersi per averlo fatto sia nei confronti delle persone che che ha schivato, che nei confronti del mondo intero.
Un libro intenso, intriso di riflessioni profonde e molto interessante.
Una narrativa adatta al contesto, amara a sua volta ed anche un pochino ricercata nella sua semplicità.
Consigliato per i momenti in cui volete riflettere ma senza prendere appunti, solo pensando a situazioni, stimoli, ricordi, spunti. Occhio però: a tratti è un po' stucchevole, inoltre anche quando palesemente vuole esserlo non riesce a raggiungere una drammaticità altissima.
Sono un’appassionata di Lorenzo Marone e ho amato profondamente La tentazione di essere felici. L’ho consigliato e regalato a tante persone perché mi aveva colpito per intensità, scrittura e personaggi indimenticabili. Anche questo libro non mi ha delusa, perché lo stile di Marone resta riconoscibile e coinvolgente, e le sue storie sanno sempre toccare corde profonde. Tuttavia, l’ho trovato meno potente rispetto al primo. La trama principale mi è sembrata un po’ debole e a tratti sconclusionata, mentre i tanti racconti del passato, pur essendo toccanti, hanno finito per distogliere l’attenzione dalla narrazione centrale. Resta comunque una lettura piacevole, con momenti commoventi e molte “lezioni di vita” che fanno riflettere. Non lo definirei imperdibile come La tentazione di essere felici, ma sicuramente un bel libro, specie per chi già conosce e apprezza l’autore.
Insieme al volume precedente viene fuori una storia a mio avviso originale, dalla quale emergono, spesso anche in modo quasi nascosto, molteplici dinamiche della vita quotidiana: la solitudine che investe giovani e anziani, l’accettazione della perdita, la riscoperta della gioia nelle cose semplici… Cesare Annunziata, con tutte le sue unicità e contraddizioni, ci guida nelle sue giornate, ci fa vivere rimorsi e rimpianti, ma al tempo stesso ci rende consapevoli del fatto che non è mai troppo tardi per riscattarsi, migliorarsi e piantare semini di bontà nel mondo. Una figura autentica, molto più vicina a un uomo reale che non al personaggio di un romanzo, di cui ho trovato estremamente piacevole la compagnia.
Ritrovare Cesare dopo tanti anni dalla "Tentazione d'essere felici" e non riconoscerlo appieno...lo ricordo ironico e sincero, ma qua la sua franchezza è addirittura amara e dolorosa: le lucide riflessioni sul proprio matrimonio, sulla malattia della moglie che invece di avvicinarlo l'ha ulteriormente allontanato, sono faticose da digerire, così come le cattiverie dette (con un affetto non sempre facilmente leggibile) agli amici e vicini di una vita...a parte tutto però, anche la trama è un po' più fragile...i figli lontani che chiamano e basta, un fantastico cane come compagnia, ma soprattutto il desiderio (quasi bisogno) di aiutare una ragazzina incontrata un giorno per caso su una panchina...mah, sono un po' perplessa, anche sul finale...peccato!