È la forma d'arte piú contraddittoria di tutte. Visionaria e insieme classica, pop ma anche snob, fieramente ignorata da molti eppure capace di muovere il mondo. La moda è un cultura e industria, sogno irraggiungibile e necessità quotidiana, haute couture e fast fashion. Ma in tutti questi anni, come l'ha raccontata la letteratura? E cosa ne sappiamo noi, veramente? Tra grandi nomi e riscoperte che non potremo piú dimenticare, in questa raccolta scintillano voci, sguardi e immaginari diversissimi, cuciti in un disegno audace, eclettico e divertente, pieno di intelligenza. Un viaggio dai salotti sfarzosi di inizio Novecento fino alle passerelle e ai flash dei giorni nostri, dai fruscii dell'atelier ai corpi iconici di domani.
La moda è un linguaggio universale, che ci parla di noi e del tempo in cui viviamo. Ogni giorno, ogni volta che usciamo di casa, stiamo decidendo come mostrarci al dobbiamo sapere che tutto ciò che indossiamo è una forma d'arte progettata per noi da chissà chi. Maria Luisa Frisa quest'arte la conosce benissimo, la teorizza e la narra da anni. E in questa raccolta si serve di alcuni grandi racconti per dar forma al suo moda-pensiero, usando la letteratura come strumento per parlare di corpi, e degli abiti con cui si mostrano, e delle società che attraversano. Immaginando la moda come un affaccio panoramico sul mondo. Troverete, tra gli altri, Joyce Carol Oates che racconta di ragazze, consenso e abuso nell'America profonda, Pier Vittorio Tondelli con una riflessione su musica, stile e cravatte, Bret Easton Ellis che mette in scena la ricca disperazione del jet set di Los Angeles. Mentre Stefano Pistolini parte dal mito fondativo di Woodstock per capire l'impatto delle ondate giovanili sulla società dei consumi, Flavia Piccinni ci mette in guardia sui pericoli delle sfilate per bambini e ci fa entrare in quell'universo parallelo che è la moda per l'infanzia. E poi scoprirete la parabola di un artista fuori dagli schemi come Leigh Bowery, mondi immaginari in cui gli abiti diventano grandi come interi palazzi e le donne ci si nascondono dentro; assisterete a spettacoli fetish con luci soffuse, lacci e forbici, e vi misurerete con testi rivelatori come quello di Jhumpa Lahiri sui tanti significati che assume l'uso della divisa nella scuola dell'obbligo. E ancora, una serie di recuperi d' Irene Brin, Gianna Manzini e la moda maschile secondo Lucio Ridenti. Infine, un un racconto disperso e ritrovato di Michela Murgia.
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Il racconto della moda ha a che fare con la società, le sue evoluzioni, le sue idiosincrasie e ossessioni: un assunto che a chi vive fuori da questo mondo può Risultare originale e balzano e che invece Maria Luisa Frisa ribadisce selezionando articoli, raccolti e saggi di scrittori e intellettuali che hanno usato la moda come veicolo per raccontare la vita. Tra il racconto sul ritorno delle cravatte, abbandonate dai punk e poi riprese dai new romantic ( firmato dal grandissimo Pier Vittorio Tondelli) al fascino della divisa secondo Jumpa Lahiri, e alla proprietà cinematografica dei vestiti nei racconti di Bret Easton Ellis, ogni testo selezionato é accompagnato da un commento di Frisa. Un libro da usare come materiale didattico ma anche per ricordarsi che la moda é molto più importante di ciò che pensiamo.
Una raccolta di 15 racconti scritti da 15 penne diverse - tra cui bell hooks, Bret Easton Ellis, Michela Murgia, Kim Fu, Jhumpa Lahiri. Tutti trattano "la moda" nel suo essere parte integrante del mondo, del suo significato. Attraverso i vestiti, si parla di mondo, di storia, molto spesso di diritti e ne risultano racconti di fantasia, erotici, autofiction, report. Molto bello, come spesso accade "la moda" ha le chiavi di molte aperture.
Raccolta di testi di varia natura che riguardano, più o meno direttamente, la moda. Non so: non mi ha convinto. I testi, forse troppo eterogenei (e non tutti particolarmente interessanti), rendono piuttosto frammentaria la lettura, e i commenti della curatrice, oltre a non aggiungere molto agli stessi testi, non riescono a dare un senso unitario e formale alla raccolta. Salvo solo il racconto (forse inedito…non ricordo) firmato da Michela Murgia.