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317ma Sezione

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"317ma Sezione" è la storia di pochi giorni durante i quali 4 europei e 41 ausiliari laotiani vivono tutta una vita e muiono dopo aver lottato contro i Viet Minh, la giungla, il freddo, la pioggia, il caldo, le sanguisughe, le zanzare, il fango, la disperazione, la paura.
"317ma Sezione" è stato anche un film diretto dallo stesso Schoendoerffer che fu presentato a Cannes vincendo il premio per la migliore sceneggiatura.

189 pages, Hardcover

First published January 1, 1963

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About the author

Pierre Schoendoerffer

14 books4 followers
Pierre Schoendoerffer était un scénariste, réalisateur et romancier français.

Pierre Schoendoerffer was a French scriptwriter, director and novelist.

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Profile Image for Orsodimondo.
2,458 reviews2,430 followers
August 31, 2025
LE CRABE-TAMBOUR


Bruno Cremer

La 317ème Sezione fa pensare a qualche termine legale, a qualche anfratto polveroso di tribunale.
La traduzione giusta, infatti, non è Sezione, come indicato sulla copertina, tanto meno Battaglione d’assalto, come nel titolo del film: ma sarebbe 317° Plotone. ***



Perché si tratta proprio di un plotone militare: quattro soldati francesi (un giovane ufficiale, un veterano sottufficiale, e due soldati semplici, di cui uno addetto alle comunicazioni) più una quarantina di ausiliari laotiani, durante otto giorni, nella primavera del 1953, vivono e muoiono una vita intera più cento altre: la giungla, il caldo incessante nonostante la pioggia battente, l’umidità, mosche zanzare e vermi, le sanguisughe, il fango, la fatica, la dissenteria, la sete, le ferite, le malattie, la febbre, la paura, la disperazione, i micidiali Viet Minh, già allora in possesso di quel genio militare che li ha consegnati alla storia e li ha portati a sconfiggere anche l’esercito americano…

description

Siamo in Vietnam durante la prima guerra d’Indocina, quella tra la Francia colonialista e l’esercito di liberazione del Vietnam, guidato dal Generale Giap, mentre Ho Chi Minh guidava il governo clandestino.

Otto giorni, seguiti passo passo, come fosse un diario, con una scrittura scarna, asciutta, efficace.
L’uso costante ripetuto insistito del tempo presente si trasforma in un mantra.
Ogni giorno raccontato attraverso brevi capitoli che seguono l’andamento delle ore, privilegiando i cambi di luce.



Poi, all’improvviso, l’ultimo capitolo fa un salto di 24 ore, la scrittura sembra prendere una distanza maggiore, entra in scena il narratore, i personaggi rimangono un pochino più schiacciati dalla sua voce, e sono poche brevi pagine che dipingono un epilogo indimenticabile.

Schoendoerffer aveva seguito quella guerra come cineoperatore ed era stato anche giornalista: professioni che influenzano positivamente la scrittura, la struttura, il ritmo.



Il romanzo è uscito nel 1963. Non sono un esperto né di letteratura né di reportage di guerra, ma la mia sensazione è che questo libro anticipi tanto, quasi tutto: per esempio, “Dispacci” di Michael Herr, la mamma di tutta la letteratura e il giornalismo e le sceneggiature sul Vietnam, uscirà quattordici anni dopo, e secondo me ha forti debiti verso questo magro eccellente efficace romanzo francese che si guarda bene dallo spettacolarizzare o eroicizzare, che si tiene alla larga da stereotipi e calligrafia (sguardo che nel film si esprime anche attraverso il bianco e nero del maestro Raoul Coutard).

description
Jacques Perrin e Bruno Cremer nel film.

Poi, c’è il film. Che fu presentato al Festival di Cannes nel 1965 e vinse il Premio per la Migliore Sceneggiatura. Nel film, l’azione è spostata un anno dopo, nel 1954, durante la disastrosa (per l’esercito francese) definitiva battaglia di Dien Bien Phu, che chiuse la dominazione francese; nel film l’azione finale è più confusa e meno efficace. Il film, come sempre, ha meno tempo, e come spesso succede, si perde per strada qualche sfumatura. Ma è un film eccellente, scritto e diretto dallo stesso Schoendoerffer, nel quale Jacques Perrin, attore feticcio di Schoendoerffer, che ha interpretato almeno altri tre suoi film, interpreta il giovane sottotenente che comanda il plotone e il personaggio radiotelegrafista si chiama proprio Perrin.


Jacques Perrin

*** A questo proposito, il sergente Willsdorf per sviare il nemico urla un ordine diretto a una fantomatica ‘compagnia’ e poi aggiunge, “se avessi urlato battaglione, non ci sarebbero cascati”.

Che vuol dire che è disgustoso?... È la guerra. E loro la sanno fare, i figli di puttana. Tanto di cappello.

description
Un’immagine da Le Crabe-Tambour, altro notevole film di Schoendoerffer.
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