Итальянская писательница Бьянка Питцорно (р. 1942) сегодня входит в число самых популярных детских авторов в мире. В России ее знают в основном по книжкам "Послушай мое сердце" и "Французская няня". В новой книге Питцорно рассказывает историю о самой себе. Но книги и герои всегда в ее жизни занимали почти такое же важное место, как друзья и родственники, поэтому автобиография Питцорно — это рассказ и о самых лучших книжках на свете.
Автор делится тем, что ценит не меньше, чем способность писать — даром читателя. Питцорно выросла в большой семье заядлых читателей, где всё прочитанное было темой для громких итальянских разговоров и поводом для шуток. Книга дарит возможность по-новому или впервые пережить великие истории, вошедшие в «золотой запас» человечества, многие из которых мало известны в России.
Bianca Pitzorno (Sassari, 1942) è una scrittrice, autrice televisiva e traduttrice italiana. Celebre soprattutto come autrice di romanzi per ragazzi, dal 2000 è anche ambasciatrice UNICEF.
Born in 1942, she's an Italian writer and screenwriter specialized in children literature.
She graduated in Classic Literature, with a thesis on Prehistoric Archeology. For seven years she worked as a responsible for cultural children’s television programmes for the Italian public television (RAI). She also worked as an archeologist, theatre writer, screenwriter, lyricist and teacher.
From 1970 to 2011 she published many assays and novels, for both kids and adults, translated in many countries all over Europe, America and Asia. She translated Tolkien, Sylvia Plath, David Grossman, Enrique Perez Diaz, Töve Jansson, Soledad Cruz Guerra e Mariela Castro Espìn.
She lives in Milan. She doesn’t love traveling but visits Cuba often and collaborates with the local cultural institutions. Since 2004 she stopped writing for younger readers, concentrating only on adult books. Her most popular works are: La bambina col falcone 1982; Vita di Eleonora d'Arborea, 1984 e 2010; Ascolta il mio cuore, 1991; Tornatras, 2000; La bambinaia francese, 2004; GIUNI RUSSO, da Un'Estate al Mare al Carmelo, 2009. La vita sessuale dei nostri antenati (spiegata a mia cugina Lauretta che vuol credersi nata per partenogenesi) 2015.
Bellissimo! Un autoritratto della scrittrice attraverso le sue letture. Il volume risponde esattamente alle aspettative di chi ha voglia scoprire il percorso da lettrice di una delle scrittrici italiane più amate e ricevere ottimi consigli di lettura. Ho una lista di libri da leggere che non finisce più Mi ha talmente gasata che ogni volta che dico a mia figlia "vorrei proprio leggere questo libro" ormai mi guarda di sottecchi e mi chiede "L'ha consigliato Bianca?"
Bianca Pitzorno ama i romanzi famigliari e Stephen King. Insomma, quando a 5 anni dicevo che da grande volevo diventare come lei avevo già capito tutto.
"Qualche volta coltivo la fantasia di morire in India e di venire bruciata non in un moderno crematorio, ma all'aperto, su una grande pira formata da tutti i libri che mi hanno accompagnato nella vita."
In questo memoir, Bianza Pitzorno racconta la sua vita attraverso le numerosissime letture che l'hanno accompagnata negli anni. Alle riflessioni sulla letteratura e ai ricordi da lettrice - si mescolano aneddoti di vita vissuta, alcuni molto divertenti (quanto mi ha fatto ridere la storia dei ragazzini tedeschi). I libri citati sono veramente tanti e troverete senz'altro spunti interessanti di lettura.
"La letteratura è una chiave davvero speciale per conoscere più a fondo la realtà."
"Come scriveva Umberto Eco, il testo è una macchina pigra e ha bisogno del lettore per mettersi in moto. Il lettore come coautore. Un lettore diverso produrrà un diverso risultato."
Che bella l’idea di raccontare una parte della propria vita tramite le letture. Pensavo risultasse un pochino noioso e invece l’ho trovato appassionante e divertente. Mi piace anche che si trovino delle ‘unpopular opinions’ (vedi il piccolo principe o l’eleganza del riccio).
La lettrice più spaccona d’Italia, trecento pagine a braggare (o vantarsi, ma braggare rende meglio) l’enorme mole di libri che ha letto nel corso della sua lunga vita, nientemeno scrive “di essere una delle poche persone cresciute nella religione cattolica ad aver letto tutto l’Antico testamento”, oltre ovviamente ad aver letto e riletto almeno quattro volte la Recherche. Beata lei! Come tutti i suoi libri, si legge che è un piacere, liscio liscio: mi sono segnata molti dei titoli che consiglia o anche solo nomina, perché la sua spocchia da boomer privilegiata (c’è un costante senso di come inconsapevole superiorità nelle sue parole di ex sessantottina borghese, quando decanta la delizia dell’essere lettrice vorace da sempre e compiange “coloro che vengono puniti dalla vita” -per citare Petrarca- con scarsa memoria e poco interesse per la letteratura) mi ha fatto ridacchiare e soprattutto perché ha stroncato “Il piccolo principe”.
Il libro giusto al momento giusto: mi ero un po' impantanata con la lettura in questi mesi e questo mi ha aiutata a ritrovare la voglia di leggere. Mi ha ricordato un po' "Lessico famigliare" di Natalia Ginzburg perché, oltre a parlare dei libri che ha letto, Bianca Pitzorno racconta aneddoti legati alla sua famiglia: alcuni sono davvero divertenti e mi sono ritrovata a ridere mentre leggevo. Ho sorriso un po' anche nello scoprire che la scrittrice è del team "era meglio il libro" quando si tratta di adattare per il cinema alcuni dei titoli letti e amati, anche se c'è stata qualche eccezione. Personalmente ha fatto allungare la mia lista dei libri da leggere e uno l'ho già recuperato in biblioteca (si tratta di "Il Caso Jane Eyre" di Jasper Fforde). Nel complesso l'ho trovato davvero piacevole.
La prima parte è godibilissima, un'autobiografia raccontata attraverso le letture. La seconda parte lascia parecchio in ombra il dato biografico e si risolve in una serie di recensioni, risultando un po' noiosa.
Non ho potuto posare questo libro per tutto il giorno. Del resto leggere dei testi che hanno costruito l’intellettuale Bianca Pitzorno, prima ancora che scrittrice e traduttrice, è puro piacere per un bibliofilo.
Ora mi sembra di conoscere la donna che ha saputo crescere attraverso le sue mirabolanti opere, migliaia di bambini, dedicando alla musicalità del linguaggio, ai valori anticonformisti, all’importanza dei suoi messaggi una grande fetta del suo operato.
Ed ora più che mai ho la sensazione di ritrovarla nelle protagoniste dell’Amica geniale, lei che con i suoi studi classici, il suo successo autoriale, il suo amore per le saghe familiari incarna diverse sfaccettature della famosissima tetralogia di Elena Ferrante.
Usando le parole stesse della Pitzorno, “si può ricostruire il carattere di una persona dall’elenco dei libri che ha scelto di leggere e di quelli che gli sono piaciuti maggiormente?”… ebbene, per me sì…io, oggi, ho concluso, attraverso le opere da lei citate e la sua formazione, quanto sia forte la connessione con la Ferrante. E non lo trovo un caso che quest’ultima venga citata vagamente, ma inesorabilmente, nell’ultima pagina di questa autobiografia di letture. Potrei sbagliarmi, ma… chissà….
Donna con libro è il libro che tutti i lettori vorrebbero scrivere. Credo che ci sia una necessità intrinseca di voler condividere la propria esperienza di lettura. Ogni lettore ama poter parlare dei libri che ha letto per trovare qualcuno con lo stesso entusiasmo con cui poter condividere un mondo. La scrittura di Bianca Pitzorno è sempre impeccabile e spassosa. Più volte ho riso di gusto leggendo il libro, soprattutto con la descrizione dei suoi parenti lettori.
Una sorta di memoir fatto di ricordi e riflessioni legati ai libri, che hanno accompagnato la scrittrice sarda Bianca Pitzorno nella sua vita. Bianca racconta in prima persona il suo excursus letterario, che inizia fin dall'infanzia, essendo nata in una famiglia di lettori. Ci regala tanti aneddoti sulla sua famiglia, ci svela le abitudini ed i gusti letterari di parenti ed amici, come l'usanza in casa dei nonni materni di scrivere sul frontespizio di ogni libro acquistato la data ed il nome del proprietario ed una breve valutazione del libro a fine lettura. Attraverso le sue parole la lettura si presenta come un vero e proprio tesoro, "il miglior rimedio alla solitudine, la possibilità di viaggiare e conoscere nel tempo e nello spazio". I libri sono così presenti nella famiglia di Bianca, che spesso ne vengono utilizzati epiteti e frasi in situazioni di vita quotidiana. Con la nonna condivide l'amore per Grazia Deledda, di cui apprezza l'evoluzione del linguaggio senza una scolarizzazione adeguata; con gli zii quello per Salgari e le avventure di Sandokan, grandi fiabe per adulti, che permettono di viaggiare in paesi lontani, in un periodo in cui spostarsi era tutt'altro che semplice. Bianca si appassiona fin da subito a letture "non adatte" alla sua età, complici la guerra ed il dopoguerra, poveri di libri per l'infanzia. Grazie alla sua memoria prodigiosa, ricorda per intero parecchie poesie e parecchi passi di libri, persino tutti i cento canti della Divina Commedia. La sua è una vera e propria fame di libri: a 14 anni ne ha già letti moltissimi. In questo libro Bianca non risparmia apprezzamenti e critiche. Boccia diversi libri che io invece ho apprezzato, come ad esempio Il piccolo principe :(... Storce il naso anche per i retelling dei miti greci, perché a suo avviso li sminuiscono o li ridicolizzano. Ed apprezza ben poche trasposizioni cinematografiche. Non nasconde le sue preferenze, esternando il proprio amore per Goethe, l'Iliade, gli autori cinesi Mo Yan e Yu Hua, Ippolito Nievo, Dickens, Victor Hugo, King, le edizioni grigie della Bur ed i libri del Pavone. Di alcuni libri ed alcune poesie riporta anche degli stralci che l'hanno particolarmente colpita. Le sue preferenze letterarie si scontrano anche con i professori avuti a scuola: si mostra come "un'alunna fuori dagli schemi, ingovernabile, stravagante, un po' matta, ma anche un po' geniale". Adora leggere le opere in lingua originale e ne sottolinea l'importanza, per apprezzarne a pieno il significato. Degli autori più amati legge biografie ed autobiografie. Come i lettori più accaniti, possiede migliaia di libri. Ama i libri lunghi, i veri e propri mattoni e da adulta scopre il piacere per la letteratura giapponese. Ama a tal punto determinati libri, che li ha riletti più e più volte, anche nell'immediato, per la fatica ad abbandonare i personaggi che ormai erano divenuti dei compagni inseparabili. E come darle torto!!! Una lettura piacevole, anche se su alcuni libri c'è un po' di spoiler, che avrei evitato... ma la preferisco nella sua meravigliosa scrittura da romanzo!
Se è vero che i lettori vivono centinaia (migliaia) di vite questa idea di scrivere un'autobiografia delle proprie letture è un'idea geniale (e adorabile ❤️ ) Bianca Pitzorno è una lettrice guidata fin da piccola da una sete insaziabile, che spazia in tutti i generi e nazioni, senza alcun pregiudizio e senza alcuno snobismo. Mi piace anche il suo rapporto di affetto con i suoi romanzi preferiti, nel quale mi ritrovo molto. Il testo è ricchissimo di spunti e valutazioni interessanti ed ha allungato di molto la mia wishlist di libri da leggere
5 stelle per rendere omaggio alla scrittrice, alla donna che ci ha parlato della lettura come di una fonte ispiratrice ed inesauribile di vita e ha il gusto pacato e mai aggressivo di trasferirlo a noi, lettrici e lettori.
Da poche ore ho terminato “Donna con libro – Autoritratto delle mie letture” di Bianca Pitzorno, pubblicato da Salani qualche mese fa nella collana dedicata alla saggistica. Questo “memoir letterario” è il classico “libro sui libri”: la scrittrice – di cui da piccola lessi innumerevoli volte uno dei suoi romanzi per ragazzi più celebri, “Ascolta il mio cuore” – ci narra di alcune delle sue svariate letture che l’hanno accompagnata nel corso della sua vita di avida divoratrice della carta stampata.
“Donna con libro” è un piacevolissimo excursus letterario, e ci ricorda come ogni libro che leggiamo, anche quello che a distanza di tempo tendiamo a non ricordare più, lascia dentro di noi un pezzetto di sé: che si tratti di una frase che ci ha colpito in modo particolare, un insegnamento indiretto, un aneddoto rimastoci nel cuore, un finale che ci ha fatto commuovere, ogni lettore ha un percorso di storie, un sentiero fittizio che lo ha portato a essere ciò che è oggi.
Perché è fondamentale leggere? Perché, usando le parole stesse della Pitzorno, “la letteratura è una chiave davvero speciale per conoscere più a fondo la realtà." Ecco allora che le storie che si leggono assumono una valenza prettamente pragmatica: i libri non sono un antidoto contro la solitudine, non rappresentano un artificio per vivere vite più interessanti della nostra, bensì sono strumenti formativi che possiamo usare per comprendere il mondo. Leggere aiuta ad ampliare le nostre prospettive, a sviluppare spirito critico, ad essere indipendenti intellettualmente.
Immergendoci nei libri, dice la Pitzorno, entriamo certamente in un mondo di fantasia, ma è anche vero che ci sono altissime probabilità di rimanere coi piedi piantati per terra e di diventare umili, perché le vicende vissute dai personaggi dei libri saranno “nostre”, in un annullamento di spazio, tempo, verità e finzione. E allora avremo lavorato anche noi nelle cave siciliane come Rosso Malpelo, conosceremo le terribili condizioni degli schiavi neri nelle piantagioni americane di cotone come lo zio Tom, saremo a fianco di Raskolnikov durante la sua redenzione in Siberia dopo il terribile delitto di cui si è macchiato, navigheremo pure noi sulla Perla di Labuam vivendo a fianco di Sandokan l’epopea delle tigri di Mompracem, berremo una pozione che fa prendere il sopravvento alla parte più oscura e più cattiva della nostra anima, trasformandoci da dottor Jekyll a mister Hyde.
Se vi piacciono i “libri sui libri”, o anche semplicemente le autobiografie, ve lo consiglio caldamente.
Una lettura godibile che mi ha lasciato tanti spunti di lettura e di riflessione. Si tratta, come dice il sottotitolo di un autoritrato delle letture dell'autrice. Direi un autoritratto abbozzato, quasi schizzato perchè per forza di cose anti libri sono rimasti esclusi immagino. Mi è sembrato quasi che sia limitato ai libri che le sono venuti in mente durante un ragionamento, in particolare per i libri e gli autori più recenti. La prima parte è più una sorta di biografia in cui c'è molto spazio per le persone che l'hanno circondata durante l'infanzia mentre la seconda è affrontata quasi per temi che portano a determinati libri e scelte. In generale ho apprezzato più la prima parte che la seconda. Nella prima parte c'è realmente la storia anche di molta editoria italiana, si percepisce la passione del vero lettore del possesso dei libri e mi ha fatto molto male il rogo del libro della non-amica. Però capisco il punto e forse il tanto amore per i libri porta anche a questo. Ovviamente mi ha piacevolmente colpito tutte le volte che i giudizi sui libri combaciano con i miei, anche di libri molto famosi ed amati, sia positivi che negotivi. E'un bel massaggio dell'ego quando questo accade e ho pensato se per qualche motivo io abbia ricevuto un indottrinamento leggendo i suoi libri da bambina...non credo...perchè, soprattutto per i libri più recenti non sempre abbiamo le stesse idee. Mi è un pò dispiaciuto che non abbia considerato gli autori italiani viventi perchè non ci trovo niente di male ad esprimere le proprie opinioni anche su di loro. Poi secondo me mancano anche un pò di autori stranieri. Ripeto, mi è sembrato che nell'ultima parte abbia citato solo alcuni che le venivano in mente magari guardando tra gli ultimi letti. Una lettura che comunque consiglio, da cui si può imparare tanto.
Bianca Pitzorno ci racconta e si racconta attraverso i libri letti da quando era una bambina di circa sette anni fino all’età della maturità. Nella lettura si percepisce immediatamente l’amore per la produzione letteraria mondiale, con interessi diversi e molteplici, a volte curiosi. La prima parte riguardante l’infanzia descrive una bambina vivace, fuori dagli schemi, a volte ribelle, con una memoria prodigiosa, che gioca con gli amici proponendo di imitare i personaggi di Salgari, dell’Iliade e di altri romanzi che all’epoca non erano consigliati alle “femmine”. Del periodo dell’adolescenza mi ha fatto sorridere il rapporto conflittuale con la professoressa d’italiano delle scuole medie, il suo eclettismo, i libri che ha amato, ma anche quelli che proprio non è riuscita ad apprezzare, come “ I promessi sposi” di Manzoni. Nell’ultima parte ho ritrovato gli autori che amo anch’io, come Hugo, del quale dovrò assolutamente leggere la biografia, e Stephen King che riesce sempre a commuovermi nel passo de “Il miglio verde” che cita l’autrice, e ho provato una leggera invidia per i regali ricevuti per la sua laurea. All’interno di questo intimo racconto vengono citate talmente tante opere che la mia lista di libri da leggere si è allungata a dismisura, grazie anche agli interessanti aneddoti e curiosità riportati dalla scrittrice. Adoro la Pitzorno fin da bambina e continua ad amarla anche da adulta.
« Dirò soltanto che nel panorama dell’editoria italiana di oggi le scrittrici mi sembrano più brave, più creative, più originali degli scrittori. Molto diverse l’una dall’altra. Sono anche forse più numerose, e questo è un buon segno dei tempi. Non abbiamo più bisogno di nasconderci dietro uno pseudonimo maschile come le sorelle Brontë o George Eliot. E chissà chi, scrittrice o scrittore, si nasconde dietro la firma di Elena Ferrante. Mi scuserete se ritorno per l’ennesima volta su Grazia Deledda. Non dimentichiamo che è stata la seconda donna al mondo, dopo la svedese Selma Lagerlöf, che ‘giocava in casa’, a vincere il premio Nobel per la Letteratura. La seconda italiana, ma prima di lei l’aveva vinto Carducci, che era un poeta, non un narratore. Lo scorso anno si sono celebrati i centocinquant’anni dalla sua nascita; non era l’unica scrittrice italiana in quegli anni a cavallo tra Ottocento e Novecento, epoca che ne ha viste moltissime scendere in campo, ma è stata la prima che col suo successo internazionale ha dato la spinta e il coraggio alle altre di scrivere, di raccontare, e a noi il piacere di leggere molte più storie scritte da donne di quante non ce ne offrisse la letteratura del passato.»
Un memoir su alcune delle letture che hanno accompagnato Bianca Pitzorno nella sua vita da fervida divoratrice di libri e che ci aiuta a ripercorrere anche la storia dell'editoria italiana (dalla penuria di volumi nel secondo dopoguerra fino alla nascita di alcune memorabili collane). Parte del piacere risiede nell’indagare su analogie e differenze di gusti con una delle mie autrici del cuore. Ho gioito per le preferenze accordate a scrittori e scrittrici come Karin Michaëlis (anch’io sono un’appassionata sostenitrice di Bibi), Lucy Maud Montgomery, Jasper Fforde, Donna Tartt (di cui comunque viene elogiato soprattutto “Il piccolo amico” e a seguire “Il cardellino”), Elizabeth Jane Howard (si cita la splendida saga dei Cazalet), Antonia S. Byatt, Ian McEwan e Yukio Mishima. Su altri, invece, la pensiamo diversamente e infine c’è un corposo elenco di titoli sui quali le parole di Bianca Pitzorno hanno richiamato la mia attenzione.
È una autobiografia interessante quella che ci propone Bianca Pitzorno in “Donna con libro. Autoritratto delle mie letture” e che svela i retroscena della sua vita attraverso i libri che, maggiormente, l’hanno caratterizzata.
È una scrittura rapida, semplice e accattivante, soprattutto se si è un lettore e si ha voglia di comprendere quali inevitabili concatenazioni si creino tra ciò che si legge e, come queste, portino poi alla costruzione di una biblioteca vissuta e amata.
È, inoltre, una lettura in grado di fornire molti spunti interessanti, soprattutto nella parte legata all’infanzia e all’adolescenza di Pitzorno, in cui è possibile anche scorgere sullo sfondo cosa volesse dire vivere in Sardegna durante la seconda guerra mondiale e negli anni subito successivi, quando i contatti con “il continente” erano inesistenti o, quantomeno, rarefatti e le novità letterarie si facevano attendere.
Bellissimo. Quando leggo un libro di uno scrittore o di una scrittrice che mi stanno particolarmente a cuore mi chiedo sempre quali siano i loro libri preferiti..cosa leggono durante la giornata..cosa ne pensano di determinate tematiche. Ecco..Bianca Pitzorno - che io ho sempre amato immensamente - mi ha regalato tutte queste risposte, e per essere sincera nonostante un paio di Spoiler a libri che ancora non avevo letto 😂 sarei andata avanti ore a leggere di tutti gli altri libri che le erano piaciuti e quelli che invece aveva odiato.
Bellissimo e mi ripeto. Devo riportalo in biblioteca purtroppo..ma sarà un libro che sicuramente prima o poi comprerò con grande gioia.
Una sorta di autobiografia dell’autrice attraverso le sue letture. Ho apprezzato particolarmente la parte iniziale, che descrive l’infanzia di una bimba nel secondo dopoguerra in Sardegna. Leggendo il libro vorrei appuntarmi ogni titolo che cita per poterlo leggere in futuro. È la storia di una memoria prodigiosa è una grande passione, mai pedante o presuntuosa. Una fervida lettrice che si distrae coi gialli e alterna Proust e Harry Potter.
Ho trovato questo libro di una piacevolezza incredibile. La brevità dei racconti permetteva una lettura veloce e scorrevole ma comunque avvincente. Piccole chicche che ti viene voglia continuamente di scartare, proprio come caramelle. A tratti davvero spassoso e pieno, ovviamente, di spunti di lettura.
Parlare delle sue letture è forse il regalo più bello che Bianca Pitzorno ci potesse fare. Un libro che ho letto col blocco note accanto e dal quale ho ottenuto una lista bella lunga. A lei devo la scoperta di Majgull AXELSSON, una delle mie scrittrici preferite. Non smetterei mai di ringraziare Bianca Pitzorno.
Godibile e divertito, poco biografia e molti libri. Certamente ottimo per i consigli di lettura ma non necessariamente connessi con l'avventura umana di una intellettuale e scrittrice importante come Bianca Pitzorno. Lei che ama i tomi dalle migliaia di pagine, forse avrebbe potuto rendere questo viaggio fra le sue letture più personale e memorabile.
Interessante per conoscere il contesto borghese della Sassari del postguerra e oltre, e annotare interessanti spunti di lettura e autori locali. Devo a questa lettura l'inizio della mia abitudine di annotare le letture come lei stessa faceva. Altro punto interessante è stato proprio vedere come anche negli anni si cambi in fatto di gusti.
Memoir di una grande scrittrice italiana che segue la sua crescita attraverso le sue letture. Idea molto carina ed originale. Le prime due parti mi sono sembrate decisamente superiori, sia dal punto di vista della scrittura che della profondità.
Interessante raccontare la propria vita (almeno in parte) per mezzo dei libri letti, libri amati e libri non piaciuti. Un pomeriggio ben speso, l'ammiravo prima e ora un po' di più.