Emma è una psicologa a cui viene affidato un gruppo di pazienti con una dipendenza dai K-drama, le popolari serie televisive coreane. Mentre cerca di aiutarli, la sua città viene sconvolta da una serie di brutali omicidi: un serial killer sta prendendo di mira le donne del quartiere. Quando una delle vittime si rivela essere proprio una delle sue pazienti, la vita di Emma si intreccia con l’indagine.
“Ferite a fior di labbra” è un thriller psicologico che affonda le radici nel dolore umano, nei traumi nascosti dietro ogni sorriso e nelle ferite che non sempre si vedono. La protagonista è Emma, una psicologa che conduce un gruppo di terapia dedicato a persone dipendenti dai K-drama, le serie coreane che diventano per molti una via di fuga dalla realtà. Ma quando nella cittadina cominciano a verificarsi femminicidi brutali, le sedute si trasformano: dalle chiacchiere sui drama passano a riflessioni sulla paura, sulla sicurezza e sul peso di vivere in un mondo in cui le donne devono imparare a difendersi. Per caso una domenica, Emma incontra Artem, un ragazzo di diciassette anni con un passato difficile e un dolore che si percepisce fin dalle prime pagine. Artem rappresenta uno dei punti più intensi del romanzo: la sua storia parla di disturbo da stress post traumatico complesso, ma anche di resilienza, di fiducia ritrovata e del coraggio di chiedere aiuto, nonostante tutto. È un personaggio che cresce, che si mette in gioco, e che mostra come la guarigione, anche solo parziale possa nascere dall’incontro giusto, al momento giusto. Il romanzo affronta con delicatezza temi come la violenza psicologica, il gaslighting, il trauma e la manipolazione emotiva, ricordandoci che ognuno porta con sé cicatrici invisibili. Ho apprezzato molto il messaggio di fondo: nessuno è immune dal dolore, ma è possibile imparare a riconoscerlo, affrontarlo e ricostruirsi. Se devo trovare un punto debole, direi che il finale mi è sembrato meno realistico, soprattutto per il modo in cui Emma supera i confini del suo ruolo professionale, legandosi troppo ai pazienti. Una scelta narrativa interessante, ma che mi ha lasciata un po’ perplessa dal punto di vista etico. In ogni caso, Ferite a fior di labbra è una lettura intensa, che unisce thriller e introspezione psicologica, e che riesce a far riflettere sul dolore e sulla possibilità di rinascita.