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Uisciueriar (Le Astarti)

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Può una canzone diventare un destino? E può quel destino essere cambiato da una canzone? Uisciueriar è la storia di Beatrice, che ha undici anni nel 1978, quando Anna, sua madre, si tinge i capelli di nero, si infila un paio di occhiali da sole e si chiude in casa in preda a una forte depressione. Dalla finestra, Anna osserva i bambini giocare nella piazza antistante, oppure scompare, passando le giornate a letto. Dove è sparita tutta la luce di sua madre? Questa è la domanda che assilla Beatrice, chiamata a una prematura presa di coscienza che sconvolge i suoi orizzonti di crescita. La sua paura è una lama nel cuore che lei combatte con l’immaginazione, il gioco, la scrittura –la sua passione per le “parole bellissime”– e le intuizioni che le arrivano dalle canzoni, al tempo stesso premonitrici e salvifiche. I personaggi che la circondano –suo padre Mauro, nonna Filomena, Andreina e il gruppo degli amici– entrano tutti a far parte di questa paura e della volontà di superarla. Attraverso avventure stravaganti e pericolose, sogni di hippy di provincia, riti arcaici di guaritori contadini, in una Gubbio magica che protegge, nasconde e accoglie, Beatrice giunge a una consapevolezza dolorosa. La canzone dei Pink Floyd fa da eco, onda e risacca, chiave di lettura, sintesi struggente della fine dell’infanzia.

142 pages, Kindle Edition

Published November 14, 2024

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Claudia Fofi

6 books

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1,382 reviews94 followers
September 23, 2025
Che dire? Gli eugubini son matti. Ma matti matti - e noi siamo molto contenti che siano in Umbria - e che i loro ceri siano il nostro logo.
Questo libro? Figlio di un'eugubina. Leggetelo, leggetelo, leggetelo

Anche io ho un buco in testa Bea, non si vede ma c'è, fa la madre toccandosi la testa e abbozzando un sorriso

La mattina a scuola Beatrice fa la matematica con l'insiemistica. La maestra ha le sue idee rivoluzionarie, anche se mena con l'anello forte sulla testa appena sente un fiato (come la maestra Anna! Bravissima, ma dava i "nocchini" in testa! Che ricordi!)

La maestra è fissata con l'arte, soprattutto quella moderna. Picasso qui Picasso là. Hanno visto i disegni di Picasso e lei ha pensato che la madre è un po' così, tipo scomposta a pezzi, ha la faccia che sembra normale ma se guardi bene lo vedi che è tutta sottosopra e che per rimetterla a posto bisognerebbe sistemare i vari pezzi.

vorrebbe tanto saper disegnare come la sorella che si prende tutto lo spazio nel foglio, non come lei che è ordinatina e pare che sa fare solo i cactus. Però tu non li sai i nomi delle piante, dice a Sara. E certo, risponde quella. Io glieli invento su misura. Ma allora come facciamo a dire con sicurezza che sono piante tropicali scusa? Perché secondo te a Gubbio ci crescono delle piante così? Non credo proprio. E poi vuoi fare la biologa, sbuffa Sara alla fine. Non ci si crede, aggiunge sogghignando.

Passare dallo slancio della preghiera al pessimismo del fatto che tanto è inutile, che dio non c'è e se c'è non capisce niente. Padre nostro che sei nei cieli... sia fatta la tua volontà, dice la preghiera. Meglio il caos che la volontà di dio, pensa. Almeno non è colpa di nessuno.

Rolando lo guarda un attimo, soppesando per una volta le parole, poi replica che lui legge i libri e ragiona con la testa sua e generalmente ha sempre ragione. Proprio come i matti, riflette Mauro, mentre Rolando continua imperterrito. I matti esibiscono le loro voglie e le loro paure alla luce del sole e questo scoperchia i pensieri di tutti. Sono diversi, sensibili, magari volevano fare gli artisti e qualcuno in famiglia glielo ha impedito perché non è una cosa seria, non è quello che fanno le persone per bene. Il matto è un rivoluzionario! Mauro pensa che Anna non voleva fare l'artista. Che lui sappia voleva aprire una merceria. E non è proprio una rivoluzionaria, è solo una che soffre

Adesso dobbiamo curarci Anna, troviamo una soluzione e starai bene, le ripete a voce bassa. Mi hanno parlato di un dottore bravo di Perugia, lavora nella psichiatria pubblica - Il meraviglioso CIM di S Sisto!!! Che grande team che era, quando alla Basaglia ci credevano, e ci lavoravano!
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