Franco Bordelli è in pensione da poco più di un mese. Non ha appuntamenti, non ha impegni, non ci sono ladri o assassini da catturare. Il suo lavoro gli manca molto: risolvere un caso intricato, frugare tra le pieghe dell’animo umano, mettere insieme intuizioni e riflessioni per rendere giustizia a chi ha subito un’ingiustizia. Non riesce a rinunciare alla sua passione. Può fare affidamento solo sul giovane vice commissario Piras, suo braccio destro quando era in servizio, che lo coinvolge nelle indagini a rischio di essere scoperto… ma se lo trasferissero? Bordelli non ci si vede proprio a fare l’investigatore privato, a occuparsi di beghe inutili e noiose. Nella sua carriera ha visto stupri, torture e soprusi di ogni tipo su ogni tipo di persona. Naturalmente odia tutto questo, e ha sempre cercato di combatterlo. È il primo ad augurarsi un mondo senza malvagità. Ma dal momento che non è possibile, ogni giorno aspetta con impazienza che il telefono squilli e che Piras gli dica che serve il suo aiuto. In fondo, com’è possibile non fare più lo sbirro? I pittori, i musicisti, gli scrittori vanno forse in pensione? Non si può smettere di fare quello che dà un senso alla propria vita… Arriverà un caso importante al quale potrà dedicarsi?
Marco Vichi was born in Florence. The author of eleven novels and two collections of short stories, he has also edited crime anthologies, written screenplays, music lyrics and for radio, and collaborated on and directed various projects for humanitarian causes. His novel Death in Florence won the Scerbanenco, Rieti and Camaiore prizes in Italy. Marco Vichi lives in the Chianti region of Tuscany.
Il Commissario Bordelli è in pensione e non si rassegna. Si ritrova così ad indagare di nuovo, stavolta nascondendosi poiché cambiano i vertici della Questura e non si è più così tolleranti. Rimangono i bei personaggi che accompagnano Franchino e rendono i libri di Vichi un ritorno a casa. Voto: 6
Leggere le storie del commissario Bordelli è come fare un viaggio con degli amici, quello che mi ha un po' deluso è che ormai la quotidianità dei personaggi è diventata più importante del racconto giallo.
È un giallo e non lo è. Non può esser definito un romanzo di genere: le indagini su più casi seguiti dal commissario sono una scusa per raccontarci di Storia, di rapporti umani. Toni e stile genuini e freschi.
Meglio degli ultimi episodi della vita del commissario Bordelli: meno stanco, più proiettato al futuro. Adesso aspettiamo la bambina nel prossimo libro per vedere che evoluzione avrà la vita di questo simpatico Fiorentino.
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E bravo Vichi. Riesce con una serie di racconti ben mischiati a parlare di etica, di filisofia di giustizia il tutto divertendoci nella lettura. E non è poco
Bello come i precedenti. Borrelli anche in pensione riesce a fare "il birro". Sia le indagini sia la storia con Eleonora e il rapporto di amicizia con Rosa (che in questo romanzo compare poco ma in maniera forte) sono ben raccontate come al solito. Adoro Piras che ha la stessa forza e morale del commissario. Aspetto con ansia il prossimo capitolo