Zero virgola venti secondi. È questo il tempo che, secondo la scienza, impieghiamo per innamorarci di qualcuno. Un manga d’autore. Il secondo volume della serie, brillante e commovente, ideata e scritta da Matteo Bussola e disegnata da Emilio Pilliu. Athos ha impostato la sua vita su un modello di maschile performante e competitivo. Un giorno, mentre è in moto a Milano, resta vittima di un incidente che lo rende paraplegico. Deve perciò imparare a convivere con una nuova idea di sé, e con nuove forme di pregiudizio, anche in amore. Giulia, che ha lasciato Davide accusandolo di vergognarsi delle proprie fragilità, quando incontra Athos è attratta proprio dalla sua fragilità conclamata, ma anche dalla forza di chi è riuscito a concentrarsi su ciò che è rimasto, invece che su ciò che ha perso. Entrambi sono però feriti e diffidenti. Riusciranno a smettere di nascondersi?
Già il primo mi era piaciuto, anche se c'era qualche imprecisione nei disegni; ancora i due autori - soprattutto il disegnatore - non avevano capito e compreso come far convivere lo stile italiano del fumetto e quello del manga. Qui aggiustano il tiro e sui disegni ci siamo, riesco a tirare fuori il meglio dai due mondi. Anche sui personaggi e la storia ci siamo. È semplice, diretta, lineare e chiara nei suoi intenti: ma non per questo banale o scontata, appunto perché va dritta al punto, risultato coinvolgente. L'aggiunta di un protagonista affetto da disabilità, non solo permette un discorso riguardo questo tema, ma dà la possibilità di affrontare un'altra tematica cara a Matteo Bussola: il tema dell'insicurezze, le fragilità e la forza che dobbiamo trovare per mostrarle e farle nostre, rendendoli un punto di forza.
❥ this love story was super adorable!! I loved Giulia and Athos, they were the bomb! ❥ loved the representation of disabilities in Italy it was so real. ❥ they made me smile all time. ❥ super approved!!
Onestamente 12 euro buttati. Speravo di leggere una storiella d'amore di un certo spessore (insomma, è pur sempre pubblicata da Einaudi!) e che trattasse bene la tematica della disabilità ma mi sono ritrovata in mezzo alla fiera delle banalità e degli stereotipi. Non sono mai arrivata alla fine di un libro così innervosita come mi sento adesso, quindi, cari lettori, butterò tutta la mia rabbia nella recensione lunga e lamentosa che segue.
SPOILER: Giulia si è appena lasciata con Davide perchè tizio da bravo masculo rifiuta la sua fragilità. Lei vuole il masculo potente ma anche sensibile e dal cuore d'oro (che oh, richiesta legittima, a morte il patriarcato ecc). Una sera si incammina per la strada e due mascalzoni la molestano e le danno fastidio. Arriva lui, athos, come il moschettiere, un ex bad boy che in seguito ad un incidente è rimasto paralizzato e che dalla sua sedia a rotelle la difende dicendo che è la fidanzata. Ovviamente lui non può essere solo paraplegico. EH NO, eh no, non sia mai. Se sei in sedia a rotelle devi essere anche il ritratto della resilienza, l'eroe, il modello per tutti quanti. E ovviamente lui è un istruttore di para boxe che aiuta i ragazzi a non arrendersi (che ci poteva anche stare, ve lo concedo, è un'idea carina, però possiamo dirlo che se il buon athos avesse fatto boh, il commercialista, non sarebbe stato così figo?)
Insomma, il buon moschettiere insaccagna di botte uno dei tizi, ma l'altro sta per avere la meglio su di lui e Giulia si mette in mezzo per proteggerlo. Dopo "essersi salvati a vicenda" lui la riaccompagna in macchina, ma lei sembra non volerne sapere niente di lui (per mezza pagina), poi, così, all'improvviso si prende una stracotta e comincia a pensarlo intensamente giorno e notte distraendosi da lavoro, perchè lui è un'anima fragile ma che ha fatto della sua fragilità la sua forza. Allora si iscrive nella palestra in cui lui insegna per stalkerarlo (a ruoli invertiti avrebbe dato un po'di vibes cringe? Probabile). I due vanno poi a un evento della casa editrice per cui Giulia lavora e in cui la signora patricia cuor di panna o come cazzo si chiama (inserire qua un nome qualunque di un'autrice di quinta categoria di romanzi rosa) vede il tizio disabile tra il pubblico e lo invita ad aprire il suo cuore all'ammmmmore (vi do un punto qui perchè almeno avete fatto dire ad Athos che non è carino essere la star della serata solo perchè è su una carrozzina). Quando i due tornano a casa lei si mezzo dichiara e lui "eh ma tu non capisci la disabilità io non ti porterò mai a ballare non ti posso amare". Giulia col cuore spezzato se ne va a casa, dicendogli che ha solo paura di far vedere le sue fragilità e lei di uomini così non ne vuole proprio sapere. E cosa succede? SPOILER ALERT: lui capisce che in realtà ha solo paura di abbracciare la sua stessa frsgilità💔💔💔💔💔. Ma dai? Che incredibile plot twist! Il buon Athos va sotto la casa editrice di lei per farsi perdonare, ma proprio in quel momento esce la signora Patricia cuor di panna con le guardie del corpo che manco regina elisabetta e oh, lui cade dalle scale! Giulia lo raggiunge di corsa in ospedale dove (sba bam! Sorpresa!) lavora il suo ex ,protagonista dell'episodio uno della serie. Non solo il buon Davide non fa una piega, ma capisce senza alcun indizio che tra Giulia e Athos c'è l'ammmmmore vero (in tutto ciò, lui ha già la tipella nuova). Ovviamente la vicenda si chiude con il bacio definitivo e i due suggellano il loro amore alla facciaccia dei limiti e delle disabilità.
Insomma, è un After edulcorato. Adesso, non mi aspettavo il Dante delle storie d'amore, ma nemmeno una solfa di trama del genere. Ho sbagliato io a fare i conti? Può essere. Ma ho perso lo scontrino e non posso fare il reso, quindi tanto vale sfogarmi.
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Con Bussola non si sbaglia mai, avevo proprio bisogno di rituffarmi in una delle sue storie e con l’aggiunta delle magiche illustrazioni di Emilio Pilliu non potevo trovare più confort di così. Questa volta vediamo come protagonisti del secondo volume Giulia e Athos. Giulia personaggio già conosciuto nel primo volume, finalmente possiamo capire un po’ meglio lei e il suo carattere forte e intraprendente. Athos, il secondo protagonista della storia, è una new entry e che bella entrata. Con questo manga Bussola è riuscito a parlare di temi molto profondi come: disabilità, accettazione, barriere e amore in un perfetto mix che fa sognare anche i più scettici.
Una storia scorrevole e piacevole. È stato messo un protagonista con disabilità che ci ha mostrato come si può vivere e non sopravvivere come il pregiudizio ci impone di credere. Dopo aver letto il libro di Bebe Vio ci ho ritrovato una spinta alla vita abbastanza simile. Quindi penso che si possa definire un buon lavoro. Non mi aspettavo che ci volessero fare una serie. Athos mi è piaciuto come personaggio. Ma non so se reggo a tutti gli altri di cui vogliono scrivere... Vedremo...
Il secondo volume di questa serie manga ci propone la storia di Giulia, l’ex ragazza di Davide, e Athos, paraplegico a seguito di un incidente. Una storia molto carina, anche questa sempre nel solco della precedente, e che mi è decisamente piaciuta. Molto bello e accattivante il disegno che trovo perfettamente adatto al genere e al tipo di storia. E adesso aspetto il seguito.
Carino, ma non mi ha fatto impazzire. Ho preferito di sicuro il primo. Belle le illustrazioni. La vecchia autrice invece l'ho trovata decisamente fastidiosa.
Immagino ci sarà un terzo volume a questo punto...con chi finirà? Con l'amica di Giulia?
Mi è piaciuta la storia, ma sinceramente ho trovato un po' una mancanza di fantasia che i personaggi secondari di questo secondo volume avessero lo stesso identico aspetto dei personaggi secondari del primo e non fossero loro.
Impossibile non amare questa storia e inutile dire che non vedo l'ora di avere tra le mani il prossimo. Giulia e Athos mi hanno sorpresa e mi sono piaciuti in tutto. Divertentissima l'autrice romance. Sono curiosa di vedere come continueranno a intrecciarsi tutte le storie.
Rispetto al primo volume, ho trovato che questo secondo capitolo abbia davvero centrato il tiro, sia per ritmo che per costruzione della trama. Il passo è più equilibrato, la storia più avvincente e coesa. Dolcino. Mi è piaciuto molto.
“Imparare a guardare le cose da un altro punto di vista.” “Ho capito che non volevo farmi definire da quel che avevo perso, ma da ciò che era rimasto. In fondo, tutti abbiamo qualche disabilità, no? Ciascuno di noi ha qualcosa che non riesce a fare, un impedimento o un limite.”
Letto appena uscito circa un anno fa e riletto quest’anno. Mi è piaciuto moltissimo, più del primo volume che pure ho letto e apprezzato. Amo Bussola, amo il suo modo di parlare del quotidiano, appoggio in pieno la sua lotta contro gli stereotipi e l’attenzione alla fragilità. 🧡
‘ Figurati. Io mi sono visto in quel modo per tutto il primo anno dopo l’incidente. Poi ho capito che non volevo farmi definire da quello che avevo perso, ma da ciò che era rimasto.’
Ecco il secondo volume di Zeroventi con la storia creata da Matteo Bussola e le illustrazioni di Emilio Pilliu. Pur essendomi piaciuto, devo dire di aver apprezzato di più il primo volume che a mio parere è più dinamico, ha una storia più frizzante. Questo secondo volume tratta un tema molto delicato, quello della paraplegia e l'accettazione della nuova condizione di vita in cui si ritrova il protagonista. Mi è piaciuto molto ritrovare personaggi presenti anche nel primo volume [non faccio spoiler] e vedere la continuità della storia. Un finale che lascia in trepidante attesa del prossimo volume!