C’era una volta una grande villa in stile occidentale dove erano vissuti i Burness, prima di tornare in Inghilterra allo scoppio della Seconda guerra mondiale. Nel parco, ormai abbandonato, avevano giocato generazioni di bambini. Una di loro, Terumi, è ora un’adolescente in conflitto con i genitori. La sua famiglia è stata colpita da una tragedia difficile da superare e lei ha trovato rifugio nei racconti del nonno di un’amica. Ma, come tutti sanno, anche le storie più incredibili hanno un fondo di verità, e Terumi è venuta a conoscenza dell’esistenza di un giardino segreto a cui si può accedere pronunciando una formula magica davanti a un antico specchio di villa Burness. Ha quindi inizio la sua avventura in un mondo fantastico strettamente intrecciato alla realtà che la porterà a scoprire la verità sulla sua famiglia e su se stessa.
Dall’autrice di Un’estate con la Strega dell’Ovest, un nuovo romanzo magico, un omaggio ai giardini segreti dell’infanzia che ci incoraggia ad affrontare le nostre ferite, ad accettarle e a convivere con esse.
Kaho Nashiki (Japanese: 梨木香歩 | Chinese: 梨木香步) (1959–) was born in Kagoshima Prefecture and graduated from Doshisha University in Kyoto. She writes for both children and adults, and much of her writing has fantasy-like motifs with religious or spiritual elements. Her 1994 novel about a girl and her grandmother, Nishi no majo ga shinda (The Witch of the West is Dead), received the JAWC New Talent Award, the Shogakukan Children's Publication Culture Award, and the Niimi Nankichi Children's Literature Award, becoming a huge bestseller that was adapted into a movie. Her other works include Uraniwa (Back Yard), which won the 1995 Fantasy Award for Children's Literature, and Numachi no aru mori o nukete (Through the Swampy Woods), which garnered the 2005 Sense of Gender Award and the 2006 Murasaki Shikibu Literary Prize. Her children's books include Penki-ya (The Painter) and Kanizuka engi (Crab Mound Tale).
Una storia bellissima, fiabesca, tra realismo e magia. Leggera ma appassionante. Un giardino che al suo interno nasconde un passaggio segreto verso un giardino magico al quale si può accedere attraverso uno specchio, ben celato a occhi indiscreti, a occhi che non hanno il cuore puro.
Terumi é una giovane ragazza, indossa i vestiti dismessi delle cugine, i suoi genitori sono sempre impegnati con il loro ristorantino, ha una migliore amica, Ayako, ma il rapporto si é un po' raffreddato e, da quando sei anni prima é morto suo fratello gemello, si sente sola, invisibile e inutile: prima aiutava i genitori a prendersi cura del fratello Jun, ma ora non sa come essere loro utile e, soprattutto, non sa come essere se stessa.
C'è solo una persona che sembra vederla semplicemente per quello che è: il nonno di Ayako. Con lui passa interi pomeriggi ad ad ascoltare vecchie storie di quando era bambino, ed è così che viene a conoscenza di un giardino magico, un giardino segreto nascosto agli occhi di molti il cui accesso è consentito a pochi, che si trova nella vecchia villa dei Burness.
La casa ormai è abbandonata da anni, ma aveva un bellissimo giardino sul retro in cui i bambini entravano, spesso di nascosto, e andavano a giocare, ma quel giardino non centra con il nostro, per accedere a questo giardino bisogna passare per uno specchio e dire determinate parole.
Terumi passa così i pomeriggi tra una chiacchiera con il nonno e fantasticando di vedere questo giardino magico; ma quando viene a sapere del ricovero ospedaliero del nonno si sente sopraffatta e un giorno decide di avventurarsi nella vecchia villa dei Burness e andare davanti allo specchio che le è stato detto essere la porta per un posto magico.
Sarà lì che, nella meraviglia, inizierà la sua piccola avventura per salvare una principessa fantasma, fare ritrovare due anime, salvare un drago ciclope e, forse, il mondo intero, ma più di tutto sarà un'avventura che le permetterà di trovare se stessa e la sua voce.
A metà tra "Alice nel Paese delle Meraviglie" e "Il Giardino Segreto", questo piccolo romanzo, alle volte fin troppo dispersivo e digressivo, ci trasporta in una fiaba delicata e leggera in cui realtà e fantasia si mescolano per lasciare che Terumi trovi la forza di affrontare il suo passato e le sue ferite ad ogni prova in cui si imbatterà nel mondo dietro lo specchio.
È un omaggio ai giardini segreti e un invito a trovare il proprio: un posto magico, speciale, solo nostro, in cui rifugiarsi per trovare la forza per superare i momenti di difficoltà e accettare il nostro passato.
Con Il giardino magico, recentissima uscita edita @feltrinellieditore , si aprono le danze per un anno ricco di moltissime promesse letterarie. Una storia coinvolgente, fiabesca e a tratti poetica, in poche pagine riesce a conquistare il lettore tanto da introdurlo completamente nell'avventura che Terumi andrà ad affrontare.
Terumi è una ragazzina sull'orlo dell'adolescenza, ritrovandosi in una situazione familiare tragica e difficile, vive un conflitto passivo con i genitori. Trova rifugio solo nelle storie del nonno della sua amica, ma come in ogni racconto, c'è sempre un fondo di verità. Grazie al nonno, Terumi è venuta a conoscenza dell'esistenza di un giardino segreto, luogo che sapeva esistesse realmente nella villa dei Burness, una famiglia trasferitasi in Inghilterra allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale.
Diverse generazioni di bambini hanno sempre sgattaiolato in questo giardino, non sapendo però l'esistenza di un giardino sul retro con accesso solo attraverso uno specchio e la giusta formula magica. Terumi si addentra in questa missione intrecciando il mondo reale a quello fantastico facendo i conti con le verità sulla sua famiglia e tutto ciò che ha sempre represso.
Non è una semplice storia magica, perché dietro alle prove che la nostra protagonista deve superare, c'è molto di più. Il susseguirsi tra reale e magico, fa in modo di avere una visione completa della storia, comprendendo molte dinamiche che altrimenti nel giardino magico non avrebbero senso. Mi ha particolarmente colpito la gestione nell'affrontare i traumi dei protagonisti, in un modo fluido e coinvolgente amalgamandosi perfettamente a luoghi e poteri magici.
Le ferite spirituali di Terumi erano anche la sua armatura, che ha portato orgogliosamente fino alla fine del percorso, arrivando a una conclusione e pace interiore che ha coinvolto tutti, non facendo mancare però colpi di scena alternati a momenti di suspance.
È il mio primo approccio con la penna di Kaho Nashiki, ma scoprire questa autrice ha fatto si che cercassi altre sue opere da recuperare, tra queste troviamo Un'estate con la strega dell'Ovest e Le bugie del mare
Terumi ormai è troppo grande per usare i passaggi segreti che portano a Villa Burness, il cui giardino era stato l’isola del tesoro di tutti i bambini del quartiere per generazioni. Non passa più dal buco nel muro e non ha abbastanza coraggio per entrare aggrappandosi ai rami. Terumi non ha più nonni, non ha neppure più Jun, il suo gemello che la polmonite ha portato via troppo presto sei anni prima. Il nonno della sua amica Ayako però, che da bambino aveva frequentato molto la villa quando era ancora abitata da una famiglia straniera, le aveva raccontato che il giardino era diviso in due zone: il giardino interno, pieno di fiori di ogni tipo e colore e un “giardino sul retro”, dove risiedeva il segreto di villa Burness. Ai tempi, molto tempo prima, la piccola Rebecca Burness era spesso costretta a letto con la febbre. La sorella maggiore, Rachel, riteneva che fosse per via delle sue visite al giardino sul retro: antico e magico, indeboliva chi lo curava risucchiandone l’energia poiché era un luogo molto vicino al mondo dei morti. La via principale per accedervi era un antico specchio in mogano dalla cornice decorata. A quanto pare però le barriere del giardino sul retro si erano andate indebolendo e così, a volte, alcuni dei suoi scorci si intravedevano anche senza passare dallo specchio. I grandi olmi giapponesi del giardino della villa avevano protetto gli abitanti della città quando il fuoco della guerra era arrivato. Le vibes mi hanno ricordato molto alcune storie a me care, tra cui Alice nel paese delle meraviglie, Peter Pan ed il Mago di Oz. Un grande drago ciclope che come la guerra, imperversava per il mondo seminando morte e panico oltre lo specchio del giardino. Terumi, spinta da una rinnovata curiosità verso villa Burness dopo i racconti del nonno di Ayako, si ritrova protagonista di una nuova avventura: il passato ed il presente si mescolano e si trasformano, dando vita a nuove possibilità per poter imparare a convivere con i propri errori, con il senso di colpa che ne consegue, con le verità ancora nascoste, offrendo una nuova prospettiva sulle cose che non si è in grado di comprendere a pieno, per percorrere una strada nuova per capirsi meglio.
Una storia in bilico fra Alice nel paese delle meraviglie e La città incantata. L'ho trovato scorrevole, solo in un capitolo seconda parte affronta scene più crude che mi ha fatto pensare alle favole Grimm originali. Ottima lettura.
Poco riuscito soprattutto nella parte "fantasy", che ricorda quasi un gioco di ruolo, perché era preferibile che alcuni punti della trama fossero più ampiamente descritti. In ogni caso, il libro offre alcuni spunti di riflessione interessanti.
Storia delicata, poetica ed originale che intreccia realtà e fantasia, a tratti di difficile comprensione. Terumi, un’adolescente in cerca di sé stessa, scopre un giardino segreto capace di guarire ferite invisibili. Con una scrittura evocativa e ricca di magia, il romanzo invita a esplorare il potere dei ricordi e la bellezza dell’accettazione come uno dei punti fondamentali della nostra crescita. Un viaggio emozionante tra sogno e realtà, una storia di crescita interiore, di guarigione delle "ferite".
"Il Girardino Magico" con il suo stile fiabesco e particolare, ma allo stesso tempo semplice, ci trasporta nelle storie di Terumi. Terumi è una ragazzina che ha dovuto affrontare molte difficoltà nella vita. Durante la lettura conosceremo tutte le sue debolezze e paure. Tuttavia, continuando con la lettura, assistiamo a un percorso di crescita della protagonista, prendendo consapevolezza delle sue capacità e affrontando le ferite che si porta addosso da sempre.
É un libro molto particolare, che affronta tematiche forti e difficili. L'autrice, però, raccontandolo in modo all'apparenza infantile, riesce a centrare appieno il suo obiettivo, perché in questo modo riesce a raggiungere e far riflettere sulle difficoltà della vita e su come affrontarle, sia grandi che piccoli.
Il Giardino è il fulcro di questa storia.È un posto magico, ricco di mistero, che invoglia il lettore a sapere di più riguardo a questo luogo, ma allo stesso tempo spinge il lettore a voler cercare il proprio giardino personale, ovvero quel luogo dove rifugiarci e che possa aiutarci a superare i momenti di difficoltà.
Questo libro è per chi ha bisogno di conforto, per chi ha paura di affrontare le difficoltà o per chi ha bisogno di essere capito. Forse dovete trovare il momento adatto per leggerlo, ma comunque fatelo perché ognuno può trovare la sua chiave di lettura e così può trovare il suo giardino sul retro.
Romanzo incantato e malinconico che racconta il percorso di accettazione del dolore nonché la sua trasformazione in modo originale e metaforico. Come in Narnia si entra dentro un armadio e si accede in un mondo magico, qui, si entra attraverso uno specchio in un universo pieno (forse anche troppo) di personaggi fantastici che guideranno la protagonista, Terumi, in un viaggio esplorativo che solo apparentemente è esteriore: infatti, a ogni passo e a ogni incontro, la giovanissima ragazza conoscerà una parte di sé e della sua storia, che, ramificandosi, andrà a incontrarsi con la storia del luogo e di chi ne ha fatto e ne fa tutt'ora parte. La scrittura di Kaho Nashiki ricorda quello stile onirico e cinematografico che può vedersi nei film di Miyazaki in cui i misteriosi simboli e le immagini pittoresche ipnotizzano chi guarda e, in questo caso, chi legge.
Il romanzo è molto carino e scorrevole, unica pecca: troppi personaggi e avvenimenti per così poche pagine. Alcuni punti sono descritti in modo così rapido da non far cogliere in modo in nitido al lettore quanto sia accadendo.
Il romanzo intreccia realtà e fantasia per raccontare la storia di Terumi, un'adolescente alle prese con conflitti familiari e personali.
Dopo una tragedia che ha segnato profondamente la sua famiglia, Terumi trova conforto nelle storie narrate dal nonno di un'amica. Queste storie la conducono alla scoperta di un giardino segreto, accessibile attraverso una formula magica pronunciata davanti a un antico specchio nella villa abbandonata dei Burness.
Attraverso le sue esperienze nel giardino, Terumi impara a osservare il mondo con occhi nuovi, scoprendo la bellezza delle piccole cose e il legame profondo tra l’uomo e la natura.
L'autrice ci racconta la storia con delicatezza, una narrazione intima, ci accompagna nella crescita della protagonista, che impara a lasciarsi alle spalle il passato per accogliere il futuro con speranza.
Il romanzo è un omaggio ai "giardini segreti" dell'infanzia e invita i lettori ad affrontare le proprie ferite interiori, accettandole e convivendo con esse.
Un libro che sa come iniziare e sa come finire ma si perde nel mentre. Inutilmente complicato nella parte fantasy, con personaggi che diventano animali che diventano folletti che diventano persone morte e risorte... Insomma, una bella confusione. È un libro che spesso ti fa tornare indietro di qualche pagina per capire se ti sei persa qualcosa. Peccato, perché fa delle riflessioni niente male sul trauma intergenerazionale e personale, ma si perde un po' tutto.
Bella la storia che si divide tra realtà e finzione. Però unica pecca: le descrizioni sono molte volte troppo ingombranti e tende a stancare dopo un po’.
Una storia interessante anche se devo ammettere di essermi un po' annoiata verso la metà, alcuni capitoli mi avevano smorzato un po' l'interesse. Ho apprezzato il finale.
Che delusione. Avevo amato molto un altro libro di questa autrice, e quindi avevo molte aspettative per questo. Che sono state deluse. L'idea era bella ed intrigante, eppure in qualche modo il libro è risultato noioso, specialmente nelle parti che mi aspettavo mi avrebbero interessata di più, ovvero quelle "magiche". Ho faticato a finirlo e penso che, se fosse stato più lungo, lo avrei abbandonato. Le parti del viaggio magico sono davvero una noia!