Accompagnare i suoi genitori a Edimburgo, per festeggiare le loro nozze d’oro, non è esattamente ciò che Jole chiamerebbe una vacanza. Semmai, un supplizio. Sua madre ha un carattere complicato, e suo padre da sempre asseconda la moglie in tutto. Benché Jole sia pronta al peggio quando, dopo un volo turbolento, mette piede nell’elegante hall del Princess Hotel, non può immaginare quali imprevisti le abbia riservato il soggiorno scozzese. Poche ore più tardi, infatti, in quell’albergo avverrà una serie di decessi. Cosa unisce quelle morti? Possibile che si tratti di una fatale coincidenza, come qualcuno vorrebbe far credere? Non spetta certo a lei indagare, ma un altro ospite italiano dell’albergo, Mariano Di Gesù, straripante e ficcanaso come un incrocio tra Poirot, Miss Marple e la signora Fletcher, si è messo in testa di risolvere il caso e di coinvolgere la donna, trascinandola con sé in una serie di guai, pericoli e situazioni surreali. Portando dalla sua esperienza teatrale una formidabile gestione delle voci e dei tempi comici, Giuseppe Sorgi ha creato un giallo originalissimo e fulminante, nel quale l’imprevisto, dispettoso com’è, accade con puntualità diabolica.
Nel panorama cozy crime italiano si affaccia un nuovo e promettente protagonista: Mariano di Gesù, ficcanaso galantuomo dalle movenze British e dalla lingua affilata, trovatosi suo malgrado ad improvvisarsi detective durante un soggiorno ad Edimburgo per un congresso del marito Rodolfo.
Ad affiancare Mariano nell’indagine l’imbranata e un po’ succube Jole, in Scozia per accompagnare i genitori in un viaggio per i cinquant’anni di matrimonio.
Tre vittime, un albergo il Princess Hotel, un gruppo di turisti e un cold case avvolto da ombre omertose.
“Mariano di Gesù al Princess Hotel” è uno di quei romanzi capaci di unire siparietti divertenti alla trama gialla che unisce il filone della storia. L’ambientazione scelta e i personaggi si uniscono perfettamente creando pagine coinvolgenti e mai vuote.
Essendo un esordio la trama tende a claudicare su alcuni aspetti, prevedibile nel finale, un po’ assurda per certi versi. L’ironia nelle pagine è evidente, in alcuni frangenti però si spegne un po’ cadendo nel banale e rendendo i personaggi un po’ imbarazzanti.
Una trama più articolata e con un intreccio logico e d’indagine più strutturato insieme a una più decisa sfumatura caratteriale dei personaggi possono dar vita a un secondo capitolo in cui, spero, possano essere presenti entrambi a protagonisti.
Da amante del genere (un po’ esigente) sono convinta però che questo romanzo di Giuseppe Sorgi possa essere principio di una serie cozy promettente, spassosa e ricca di misteriosi delitti da risolvere.
Mariano di Gesù è in Scozia per accompagnare il marito a un congresso. Presso l’hotel nel quale alloggiano, il Princess Hotel”, si trova anche Jole, veterinaria quarantenne che è partita con i genitori per festeggiare il loro anniversario di nozze. Sembra una vacanza normale se non fosse che, ben presto, tra le pareti dell’hotel si verificano ben tre decessi. Non può trattarsi di un caso! Così i due, improvvisatisi detective, iniziano a indagare portando a galla una fitta rete di misteri che affondano le loro radici addirittura in un cold case. “«Se esiste una possibilità su un miliardo che la morte di quel tizio sia connessa agli altri decessi, noi abbiamo il dovere di scoprirlo. Almeno tentare.» Lo guardai a bocca aperta. ʻPerché i pazzi vengono sempre a me?ʼ pensai.” Cosa potranno mai avere in comune un insegnante di liceo ormai in pensione e una veterinaria imbranata e un po’ succube in vacanza coi genitori? Apparentemente nulla, eppure sono loro a muovere l’azione del romanzo, dotati di improvviso spirito di iniziativa e di investigazione. Dopo i primi capitoli, a mio parere un tantino pesantucci, nei quali si conoscono i personaggi principali, si entra nel vivo dell’azione con il primo cadavere rinvenuto e le indagini dei due detective improvvisati. Nonostante i tanti spunti interessati, devo ammettere che non sono riuscita a entrare in sintonia con quanto avviene tra le pagine. Personalmente ho trovato i personaggi in alcuni momenti imbarazzanti, i momenti divertenti troppo artefatti e la trama assurda per certi versi e prevedibile nel finale. Lo stile in sé è piacevole, scorrevole – dopo aver superato i primi capitoli – a suo modo coinvolgente. Avrei voluto vedere maggiore indagine, più articolazione nell’intreccio e invece tutto questo è mancato. Non si può parlare di un’occasione sprecata quanto, piuttosto, di un romanzo un po’ acerbo.
Siamo a Edimburgo, nell’elegante Princess Hotel, dove si intrecciano le vicende dei nostri protagonisti. Jole Giacchetti, una veterinaria quarantenne, ha deciso di accompagnare i genitori in Scozia per festeggiare i loro cinquant’anni di matrimonio. I due, tuttavia, si rivelano presto un vero tormento: una madre perennemente scontenta e un padre completamente succube.
Insieme a Jole ci sono anche Mariano di Gesù, professore di liceo ormai in pensione, e Rodolfo, suo marito, docente di Botanica, in città per partecipare a un convegno.
Poche ore dopo l’arrivo in albergo, una serie di decessi misteriosi sconvolge la loro permanenza. I protagonisti si trovano coinvolti in una spirale di pericoli e situazioni surreali che metteranno a dura prova i loro nervi e la loro lucidità, fino alla scoperta dell’identità del colpevole.
È stata la mia prima esperienza con la penna di Giuseppe Sorgi e, lo ammetto, sono rimasto subito colpito dallo stile dell’autore. Fin dalle prime pagine, l’alternanza di brevi capitoli consente di conoscere a fondo i protagonisti e i personaggi secondari, inseriti con grande maestria all'interno della narrazione.
La scrittura è scorrevole, fluida e ricca di brio, arricchita da dialoghi mai scontati che stimolano costantemente la curiosità del lettore, spingendolo a proseguire fino all’ultima pagina. Notevoli anche le descrizioni della location e della città di Edimburgo, rese in modo vivido e affascinante, che conferiscono al giallo una marcia in più.
Una storia esilarante: forse, a voler essere pignoli, in alcuni passaggi avrei preferito situazioni leggermente meno assurde — ma ciò non toglie nulla al piacere della lettura.
In conclusione, un romanzo che intrattiene, diverte e coinvolge, con un equilibrio ben riuscito tra mistero, ironia e introspezione. Una lettura che consiglio vivamente e che mi ha lasciato la curiosità di scoprire al più presto un altro titolo dell’autore.
Un’indagine improbabile per due detective strampalati.
Non perché il morto non ci sia davvero, anzi sono ben 3 i cadaveri e tutti al Princess hotel. Potranno mai essere coincidenze? Non lo pensano nè Mariano Di Gesù, sì il suo nome è realmente questo e non è stato casuale, il professore gay in pensione con tanto di marito ricercatore a seguito, nè Jole, veterinaria single incallita con invece genitori a seguito, con tanto bisogno di autonomia e riconoscimento ma fortemente repressa da “vorrei ma non posso”.
Da una accoppiata così improponibile non può che venir fuori una serie di scenette esilaranti e un’accozzaglia di figure che però poi, alla fine dei conti, riescono a dare i loro risultati nelle indagini conducendo ad una scoperta e a un finale che non nascondono nulla di inaspettato o di imprevedibile ma che non sono in verità quello su cui probabilmente l’autore puntava, avendo perfino lasciato il colpevole sullo sfondo, senza farlo mai agire in primo piano ma solo marginalmente.
Intorno ai due protagonisti, star indiscusse della scena, seppur io con lei non sia riuscita ad empatizzare per niente, risultandomi solo sempre una repressa acida succube dei genitori, mentre Mariano è un 9 tondo, nonostante le sue trovate finiscano per metterli costantemente nei guai, intorno a loro, dicevo, ruota tutta una costellazione di personaggi secondari che però brillano di luce propria, costruiti benissimo per spiccare sullo sfondo, come la sorella della ragazza con la fidanzata avvocato, o il marito di Mariano, per esempio.
Finale stravagante come il resto delle vicende del resto, ma da questi personaggi cosa potevamo aspettarci? Quello che però mi interessava conoscere nelle ultime pagine, non era tanto la soluzione del caso, quanto soprattutto, le scelte per le loro vite! E non sono rimasta insoddisfatta, risate incluse!
Quando ho preso in mano "Mariano di Gesù al Princess Hotel di Edimburgo", non sapevo esattamente cosa aspettarmi, ma sono rimasta piacevolmente sorpresa dalla profondità e dalla bellezza di questa storia. Il romanzo segue le vicende di Mariano, un personaggio affascinante e complesso, alle prese con una serie di misteri e rivelazioni nel suggestivo scenario del Princess Hotel di Edimburgo. Fin dalle prime pagine, sono stata catturata dall'abilità dell'autore di creare un'atmosfera avvolgente e ricca di dettagli. Le descrizioni dell'hotel, con i suoi antichi arredi e i corridoi pieni di storia, sono così vivide che sembrava di camminare accanto a Mariano in ogni sua scoperta. L'ambientazione a Edimburgo aggiunge un tocco di magia e mistero alla trama, rendendo il romanzo ancora più coinvolgente. Il personaggio di Mariano è uno dei punti di forza del libro. La sua ricerca di verità e giustizia lo porta a confrontarsi con il proprio passato e con segreti nascosti che minacciano di distruggere tutto ciò a cui tiene. La sua evoluzione personale è trattata con grande sensibilità e realismo, e mi sono trovata a fare il tifo per lui in ogni momento. La trama è ben costruita, con colpi di scena che tengono il lettore con il fiato sospeso fino all'ultima pagina. Ogni nuovo indizio e rivelazione aggiunge un livello di complessità alla storia, mantenendo alta l'attenzione del lettore. I personaggi secondari, come la misteriosa proprietaria dell'hotel e gli enigmatici ospiti, sono altrettanto ben sviluppati e contribuiscono a creare un quadro completo e intrigante. Un altro aspetto che ho apprezzato molto è la scrittura fluida e evocativa dell'autore. Ogni frase è curata con attenzione, e le descrizioni sono così dettagliate che sembra di poter toccare e sentire ogni elemento della scena. La narrazione è arricchita da momenti di introspezione e riflessione, che aggiungono profondità emotiva alla storia. In conclusione, "Mariano di Gesù al Princess Hotel di Edimburgo" è un romanzo che consiglio vivamente a chiunque ami le storie misteriose e coinvolgenti, ambientate in luoghi affascinanti. L'autore ha creato un'opera che esplora temi di identità, verità e redenzione in modo toccante e avvincente. Non vedo l'ora di leggere altri lavori di questa talentuosa penna.