Navicelle spaziali, tunnel spaziotemporali, clonazioni, intelligenze artificiali, mostri orrendi, mostri meno orrendi, mostri decisamente umanoidi, telecinesi, mondi da esplorare o da conquistare o da distruggere e robot, robot ovunque. E alieni, ovvio. Come dimenticare gli alieni?
Per chi non sa da dove iniziare o per chi vuole continuare ad esplorare la fantascienza, in questa scattante guida Angela Bernardoni e Andrea Viscusi vi accompagnano nei meandri della storia della narrativa di speculazione.
Dalla Rivoluzione industriale (e anche un po’ prima) fino alle ultime uscite in giro per il mondo, viaggeremo tra le epoche della science fiction per scoprire dove è arrivata la fantascienza pur rimanendo su questo povero pianeta.
Autori e autrici, temi, stili, wave. In questo libro c’è tutto quello da sapere per sondare la galassia sci-fi. Poi fate voi.
Questo saggio è per chi vede quel multiverso infinito che è la fantascienza e pensa: e ora da dove inizio? Come mi muovo in mezzo a tutte queste storie? Con un linguaggio fresco, che ammicca a chi legge come se fosse una conversazione tra amici, il saggio intrattiene senza mai annoiare o ricadere in tecnicismi inutilmente astrusi. Bernandoni e Viscusi indossano i panni di guide interplanetarie per trasportarci in un viaggio nel tempo (dall'inizio del genere ad oggi) e nello spazio (nell'universo, sì, ma soprattutto in giro per la Terra per ricordarci che vita oltre l'America).
Breve, interessante, divertente, con un sacco di curiosità poco conosciute (credo) e pieno zeppo di consigli di lettura. Sottolineo consigli, non imposizioni: si può iniziare a leggere sci-fi da un testo qualsiasi. Qui dentro ci sono cenni di trama di così tanti libri che mi piacerebbe leggere che sto a posto per i prossimi cinque anni almeno.
Credo sia un riassunto perfetto per avere un'infarinatura generale ma non superficiale sulla storia della fantascienza, capire come contestualizzare certi filoni/sottogeneri dell'ombrello speculativo e prendere un sacco di appunti di autori e soprattutto autrici da riscoprire. Che bello!
Grazie per aver legittimato chiunque ami la fantascienza ma non abbia (ancora) letto le colonne portanti (tipo me).
Genesi ed evoluzione di uno dei generi più affascinanti della letteratura – e, insieme al fantasy, il mio preferito.
Questo saggio, scritto a quattro mani, ripercorre la storia della fantascienza dalle sue origini fino ai giorni nostri. Rappresenta un ottimo punto di partenza per chi desidera avvicinarsi al genere e approfondirne l’evoluzione nel corso del tempo, conoscendone i principali esponenti e i numerosi sottogeneri che ha creato. Il volume include anche una discreta selezione di consigli di lettura.
“Fantascienza - Storia delle Storie del Futuro” è un saggio scritto a quattro mani dal duo Bernardoni-Viscusi, pubblicato da Armillaria Edizioni, con l’obiettivo dichiarato di avvicinare alla narrativa sci-fi anche il lettore curioso ma disorientato. Io e Fabiano ne abbiamo parlato con gli autori in una puntata dedicata del nostro podcast L’Osteria del Fantastico, disponibile su Spotify: andate a recuperarla! La nicchia della fantascienza tende spesso a consigliare gli stessi titoli, di frequente opere di autori ormai morti e sepolti da tempo. Un fatto che, da un lato, fa sorridere (non è la narrativa che parla del futuro?) e, dall’altro, un po’ intristisce… Con un tono divertente e coinvolgente, il saggio offre una panoramica storica delle varie fasi vissute dalla fantascienza in modo oggettivo, rispondendo al contempo alle domande dei lettori che si affacciano per la prima volta al genere. Per esempio, ho scoperto quali sono stati gli autori più importanti del secolo scorso, ma anche quelli contemporanei da tenere d’occhio. La parte che ho trovato più interessante è stata quella dedicata agli autori e alle autrici non anglofoni: un vero e proprio tour mondiale della migliore fantascienza da leggere. Ora ho molti più strumenti per iniziare a esplorare il genere sci-fi. Ho capito perché, probabilmente, finora l’ho evitato e mi sento pronto ad avvicinarmici senza timore di "scottarmi". Complimenti sinceri ad Angela e Andrea per il lavoro svolto: la loro passione e il desiderio di condividere e trasmettere il sapere a altri lettori, sia nuovi che esperti, emergono chiaramente. Missione compiuta! P.S.: Seguiteli anche nel loro podcast “Reading Wildlife” e nella rivista online “Specularia”!
Oggi iniziamo da una manica di fatti miei per poi arrivare al libro. Abbiate pazienza, tutto infine avrà un senso.
Quando ho iniziato a leggere non c’era booktok, non c’era bookstagram, non avevo delle infinite librerie feltrinelli o mondadori a portata di zampa, e in un certo qual senso non c’era Tiziana. Non c’ero io per la lettrice che sono oggi, ovviamente, non c’erano i sensi di ragno capaci di dirmi se un libro mi sarebbe interessato con un margine di errore praticamente nullo.
C’era una libreria di paese – che ora ha anche chiuso – e c’era una pre-adolescelte curiosa ma senza guida. La libraia leggeva le sue cose e non era bravissima a consigliare cose fuori dalla sua cerchia di interessi, mia madre ha dei gusti molto diversi da quelli che poi sarebbero diventati i miei, e io ero ignorante. Quindi comunque nella mia ignoranza non avrei saputo cosa cercare pur avendo le librerie centro-commerciale sotto casa.
Sono arrivata alla fantascienza per caso credo attorno ai 18 anni, e il mio è stato un battesimo del fuoco perché ho iniziato con Dune – me ne sono innamorata, mi è andata bene, ma col senno di poi forse esistono strade più tranquille per arrivare ad una stessa destinazione… Ma ripeto, è stato un caso, mi aveva chiamata e io ho risposto.
Da lì mi si è aperto un mondo. Un mondo fantastico, infinitamente più sfaccettato di quanto non si possa vedere dall’esterno, incredibilmente introspettivo, e – per alcuni stranamente – sempre concentrato sull’umano. Nonostante i viaggi nello spazio, nonostante le intelligenze artificiali senzienti, nonostante saltuariamente degli alieni. La fantascienza mi ha posto delle domande molto pesanti e quindi mi ha dato una mano nello scoprire chi fossi in quel passaggio da adolescenza a vita adulta, e mi ha aiutata in momenti tremendi della mia vita tenendomi la mano e facendomi sperare in un dopo. Magari un dopo sempre un po’ imperfetto, ma pur sempre un dopo. E alle volte basta così poco.
Dicevo, mi si è aperto un mondo grazie alla fantascienza – ma sono andata a tentoni per molto tempo. Ancora adesso mi ritrovo a scoprire autori, correnti, stili e sottogeneri, e ancora adesso ho delle incredibili lacune riguardo al genere.
QUINDI – e finalmente siamo arrivati al libro di oggi, è andata - sono stata superfelice di poter leggere in anteprima Fantascienza storia delle storie del futuro di Angela Bernardoni e Andrea Viscusi. Che è un saggio sulla fantascienza, appunto, dalle origini ai giorni nostri in circa 120 comode pagine.
Ora lo so che cosa state pensando “Eh ma i saggi sono noiosi”...non sono d’accordo. Magari dei saggisti sono noiosi, ma non tutti e quindi non tutto il genere. Questo saggio in particolare non lo è perché leggendolo si ha più che altro l’impressione di essere al bar con un paio di amici a parlare di fronte ad un bicchiere di birra. Ci sono battute, riferimenti, memini – e nel frattempo la grande incredibile storia di un genere che, dagli albori fino ad oggi, si pone un sacco di domande, specialmente quelle scomode che nessun altro osa domandare.
Chi mi segue su Instagram ha potuto assistere a qualche momentino da fangirl in corrispondenza a qualche passaggio saliente o qualche nomina speciale, ma al netto di quei momenti devo dire che questo libro funziona, e funziona parecchio, funziona così tanto che: 1) ogni tanto nella lettura perdevo il senso del tempo, tornavo in me, e scoprivo di aver letto 20 pagine senza accorgermene che per la narrativa è niente, per la saggistica 20 pagine così sono tante 2) trascorrerete metà del tempo di lettura a prendere appunti sui vari titoli che vengono citati, lo so che gli autori hanno scritto chiaramente che questo saggio non vuole essere l’elenco delle cose da leggere – ma c’erano titoli che non conoscevo e li ho messi in lista, arrestatemi.
Oltre la storia del genere devo dire di aver apprezzato molto anche le varie riflessioni e osservazioni sul genere fantascienza. Specialmente quelle su come ancora oggi gli ambienti della Vera Letteratura vedano la fantascienza come un genere di serie B o C, una specie di ghetto di rincoglioniti che si divertono a giocare con le navicelle di lego e fare “piu piu” negli scontri tra fazioni avverse. Non sono queste le parole testuali, non temete, è solo una mia interpretazione della situazione che viene appunto fatta notare tra queste pagine e che comunque, se bazzicate gli ambienti della fantascienza, già conoscerete.
Siamo un po’ abituati ad essere visti in una certa maniera quando diciamo di leggere fantascienza senza se e senza ma, sono sguardi di sufficienza quelli che raccattiamo in molti casi, e questa è una sufficienza dettata dall’ignoranza – non nostra, degli altri- perché la fantascienza è immensa e soprattutto ha sempre un sottotesto che aspetta solo di essere colto dal lettore.
E questo saggio di Bernardoni e Viscusi, lo fa notare. Lo fa notare talmente tanto bene che ha soffiato di nuovo sulle braci sempre un po’ accese ma a tratti dormienti, del mio amore per la fantascienza...tanto che ho finito questo libro e ne ho aperto uno del genere, per intenderci.
Vi sfido: leggetelo e ditemi che non vi fa venire voglia di avvicinarvi o ri-avvicinarvi alla fantascienza, dai.
Libricino dottissimo e allo stesso tempo snello e limpido, perfetto per chi vuole avvicinarsi a questo mondo con un minimo di bagaglio critico. Si sentono la cultura veterana e la garbata ironia dei due autorə. Unico guaio, la mia wishlist su IBS adesso ha venti titoli in più perché certi libri che citano mi hanno fatto venire la scimmia di leggerli
manualetto di storia della fantascienza in letteratura, agile denso e divertente. consigliato a chi non ne sa niente e è curioso, a chi ne sa qualcosa ma vuole approfondire, a chi sa tutto e è curioso di conoscere nuovi punti di vista. c'è tutto: la storia del genere dalle origini, le tendenze, i sottogeneri, le nuove direzioni. è breve e veloce da leggere, ma offre tantissimi spunti e titoli per continuare questa ricerca da solo
"Storia delle storie del futuro" è l'affascinante sottotitolo del rapidissimo minisaggio dal titolo piuttosto asciutto di "Fantascienza" (Armillaria, 2024) di Angela Bernardoni e Andrea Viscusi. L'idea di base è quella di presentare la fantascienza a chi di fantascienza è a digiuno, che sia per un preconcetto rifiuto della narrativa di genere o perché manchi del tutto la conoscenza del percorso della sf da prima delle origini a oggi (e domani). Ma è anche una bella carrellata, che procura qualche brivido di nostalgia a chi frequenta da sempre il genere. In ogni caso è una lettura consigliabile a tutti: non è detto che possa convertire al genere "i bigotti della letteratura" (per citare l'immensa LeGuin) che si nutrono solo di letteratura alta (a volte promuovendo a piacimento alla categoria superiore alcune opere o autori, sradicandoli dal loro terreno naturale), come è possibile che ci siano lettori affezionati al genere che avranno da ridire su quanto scritto dagli autori (perché il mondo della sf tende ad essere sempre inutilmente litigioso).
La corsa parte dalla protofantascienza e si snoda attraverso Golden Age, New Wave, Cyberpunk (e punk vari), distopie & ucronie fino al young adult e alla sf non anglofona, compresa quella italiana (con tanto di avvertenza a non leggerla se si è un autore italiano - cicliche sono le polemiche nella comunità nostrana). E poi si arriva all'oggi: la fantascienza, come si blatera a vanvera anche per il rock, non è affatto morta (in questo momento la mia colonna sonora è "Nowhere Now Here" dei Mono, che, curiosamente, dicono di non fare post-rock come la Atwood dice di non fare sf), alla faccia di chi non riesce a svincolarsi dagli stilemi del passato. Ci sono la new space opera e il new weird, fusione di generi, transumanesimo e post-umanesimo e un sacco di nuovi mondi da scoprire, a partire dalle produzioni nostrane, ad esempio. Insomma "non ci si annoia mai, nel mondo della fantascienza" (e questo vale non solo per le polemiche).
Libro delizioso, completo, agile, che si fa apprezzare da chi come me non è avvezzo alla SF (ora dico così al posto di fantascienza per darmi un tono!), e che andrò a riprendere perché ora porca miseria ho voglia di leggere una ventina di libri.
E qualsiasi saggio faccia piazza pulita degli stereotipi è sempre, sempre, sempre, aria fresca.
Interessante, divertente, piena di curiosità che non conoscevo, utile guida per un primo sguardo generale alla storia della fantascienza. Ho segnato qualche titolo, che sicuramente vorrò leggere. Complimenti agli autori per il lavoro svolto.
Ho letto con molto piacere questo libro sulla storia della fantascienza. Offre spunti di lettura per chi vuole avvicinarsi al genere o anche solo approfondire la materia. Penso sia utile sia agli appassionati, sia a chi non ha mai letto il genere in questione. Ammetto però di aver fatto fatica con le schwa contenute nel volume. No, non sono un nostalgico con il braccio teso, ma un vecchio studente di linguistica che si occupa di lingue per lavoro. Basta fare veloci ricerche per scoprire cosa sia l'uso del maschile non marcato nelle lingue romanze, l'arbitrarietà del genere grammaticale, o come a una supposta "inclusività linguistica" non corrisponda effettivamente una minor disparità sociale. Penso alla Norvegia, dove la disparità di genere è sicuramente più bassa rispetto ad altri Paesi. In norvegese possiamo infatti accordare una parola come "ragazza" ("jente") sia al maschile, sia al femminile: "en jente, ei jente." Nella lingua persiana il genere grammaticale non esiste, eppure la condizione delle donne è pessima. Stessa cosa vale per alcune lingue africane, dove l'uso del femminile è non marcato, dove la condizione della donna è altrettanto pessima. Ricordo anche che il neutro in tedesco non si riferisce solo a oggetti ma anche a persone di entrambe i sessi (das Madchen, das Kind), ricordo anche che il maschile e il femminile possono indicare oggetti inanimati: "die Milch". Mi sono sentito in dovere di fare chiarezza perché penso che una corretta informazione sia un importante strumento per diminuire la disparità. Buona lettura e buona fantascienza!