L’avvocato Vittorio Contrada, Controvento per gli amici, uomo senza peli sulla lingua e molto pelo sullo stomaco, ha cambiato vita. Lasciato il diritto societario per seguire soltanto cause ambientali o comunque “eticamente valide”, ha chiuso con i viaggi da sogno, gli affari milionari, i lussi indescrivibili e i polli da spennare, per rifugiarsi in uno studio sgarrupato con la sola compagnia di Gloria Almariva, collega combattiva e testarda ben lontana dallo stereotipo dell’avvocata di grido. Una cosa però è rimasta a la voglia di scontrarsi, e di vincere. Oltre alla passione per le belle donne e le auto d’epoca, ovviamente. Così, quando Valerio Del Zotto emerge dal suo passato per consegnargli una valigetta – la sua mitica ventiquattrore da cui uscivano sempre tesori o idee inestimabili – e poi morire poco dopo, Vittorio non può restare a guardare. C’è del marcio in quella ventiquattrore, su cui Vittorio si impegna a indagare insieme a Gloria. Il caso ha a che fare con un’isolata comunità montana e una spregiudicata speculazione edilizia, ma tra i fiumi che cambiano corso e le vallate presi - diate dalle ruspe si muovono poteri molto più grandi di quanto i due avvocati riescano a immaginare. Anche se a essere più pericolose a volte sono cose molto piccole, quasi cose come le idee. Tra una Milano che sale vorticosa – eccessiva, spietata, ingiusta – e un Friuli edenico e fiero che qualcuno sta cercando di distruggere, Come si uccide un gentiluomo è un romanzo nerissimo e dolce, arrabbiato ed esilarante, tenero e feroce, che rispecchia alla perfezione il mondo di ugualmente pieno di inquietudine e speranza.
Un tempo erano stati amici. Anche se amici non è forse il termine più giusto. Lavoravano nello stesso campo. Ma a un certo punto Vittorio aveva deciso di cambiare vita. Si era preso un anno sabbatico che poi si era prolungato, e al suo ritorno in campo colleghi e rivali erano rimasti a bocca aperta per il cambiamento, che proprio Vlad, il gladiatore in ascesa dello studio Capurro e Ricciardi, aveva sintetizzato così: «Cazzo, non c’è niente di più patetico di uno squalo che diventa vegano».
«Il nostro autore più enigmatico, borderline, a tratti quasi alieno, per la sua capacità di raccontarci il presente come se lo vivessimo in un immediato futuro parallelo». Sergio Pent, tuttolibri
«Il talento narrativo di Avoledo non si è mai tradito e il lettore resta incollato per ore alle sue pagine». Il Piccolo
Nato a Valvasone, in Friuli, il 1º giugno 1957. Laureatosi in giurisprudenza, dopo aver fatto diversi mestieri, fra cui il copywriter e il giornalista, lavora presso una banca di Pordenone.
Con il suo romanzo d'esordio, L'elenco telefonico di Atlantide (gennaio 2003) pubblicato da Sironi, ha ottenuto un lusinghiero successo di critica e di pubblico e vinto il premio «Forte Village Montblanc - scrittore emergente dell'anno».
Nel novembre 2003 viene pubblicato il suo secondo titolo, Mare di Bering (Sironi) e nel 2005 i due romanzi Lo stato dell'unione (Sironi) e Tre sono le cose misteriose (Einaudi), Premio Super Grinzane Cavour 2006 e finalista, nello stesso anno, al Premio Stresa. Nel marzo del 2007 è stato pubblicato il suo quinto romanzo: Breve storia di lunghi tradimenti (Einaudi), Premio Letterario Castiglioncello-Costa degli Etruschi[2] e Premio "Latisana per il Nord-Est".[3] Suoi racconti appaiono in antologie pubblicate da Guanda e da Mondadori. Per Guanda, ne I delitti in provincia appare il racconto La traccia del serpente sulla roccia.
Il suo sesto romanzo, La ragazza di Vajont, è uscito per Einaudi nel giugno del 2008. È la storia di un amore impossibile, sullo sfondo apocalittico di un Nord-Est "parallelo" tormentato da una guerra civile e dai fantasmi della pulizia etnica. A settembre 2008 è stato pubblicato nella collana "VerdeNero" delle edizioni Ambiente il romanzo breve L'ultimo giorno felice (Premio "Tracce di Territorio", Pavia), che narra la crisi esistenziale di un architetto cinquantenne coinvolto nella ecomafia delle discariche friulane.
Il 10 novembre 2009 è uscito per Einaudi il romanzo L'anno dei dodici inverni, storia d'amore e di viaggi nel tempo, finalista al Premio Stresa e vincitore del Premio dei Lettori di Lucca 2010.
Il 31 maggio 2011 è uscito per Einaudi Stile Libero il romanzo Un buon posto per morire, un "romanzo storico sulla fine del mondo" scritto a quattro mani con Davide "Boosta" Dileo, tastierista del gruppo Subsonica.
Avoledo ha aderito con entusiasmo al progetto internazionale "Metro 2033 Universe" di Dmitry Glukhovski scrivendo il romanzo Le radici del cielo, in uscita a metà novembre 2011 per l'editore Multiplayer.it, e che a febbraio verrà pubblicato anche in Russia. Le radici del cielo, ambientato nell'universo postatomico descritto da Glukhovski nei due romanzi Metro 2033 e Metro 2034 è un'avventurosa cerca alla Tolkien, ma anche una profonda riflessione su temi come lo scontro tra il Bene e il Male e la possibilità che la fede in Dio possa sopravvivere all'olocausto nucleare.
Vittorio Contrada è un riccone discendente da una famiglia di ricconi, che ad un certo punto cambia vita, abbandona il diritto societario dello studio da squali del padre e ne fonda uno con una socia per seguire cause ambientali. Una sera si presenta in studio un anziano che sbuca dalla precedente vita di Vittorio e lascia una valigetta contenente documenti che porteranno Contrada e la socia Gloria in Friuli, nella valle di un affluente del Tagliamento devastata da interventi di deviazione del fiume per produrre energia nell'ambito del progetto La via della Seta. Ma i progetti di devastazione - in combutta con la Regione - sono ancora più ampi e tenuti segreti e sono questi che Vittorio e Gloria cercheranno di ostacolare, in collaborazione con gli attivisti del posto. La vicenda assume aspetti rocamboleschi: due devastazioni dell'ufficio, fughe a nascondersi in "covi" da ex brigatisti, rapimenti, attentati ai cantieri, numerosi colpi di scena, in particolare sul finale. Il romanzo è scritto bene, anche sopra la media dei romanzi italiani simili e mi ha ricordato molto i romanzi di Robecchi. Certo, il personaggio non è particolarmente simpatico, tutte le donne per lui sono dei soggetti orizzontabili, tra l'altro le donne del romanzo sono tutte belle (mentre degli uomini ci sono tutti i tipi) e intere pagine si potrebbero proprio tagliare, tipo un sogno erotico, un concerto, una cena con doviziosa descrizione dei piatti che aggiungono più noia che altro. Ma nel complesso ho apprezzato le tematiche, davvero molto attuali e sostanzialmente mi sono divertita, quindi prevedo di leggere altro di Avoledo in futuro.
Non so come funziona da voi, ma da me va così: c'è una libreria in camera con i libri ancora non letti, che metto in ordine di "ipotesi di successione di lettura", variabile nel tempo ma piuttosto disciplinata. E poi c'è il quaderno dei titoli che mi attraggono, che prima o poi diventeranno libri comprati, che entreranno su quegli scaffali.
E poi c'è che esce un nuovo Avoledo e salta qualsiasi previsione, perché appena mi arriva tra le mani lo devo leggere su-bi-to e anche quello che c'è sul comodino (già in lettura) rischia di essere spazzato via.
E ancora una volta ho fatto bene.
A partire dal (nuovo) protagonista nato dalla mente del più contemporaneo e futuristico autore del nostro panorama letterario: Vittorio Contrada, un passato da avvocato societario senza peli sullo stomaco, un presente di cause ambientali o etiche ("nulla di più triste di uno squalo diventato vegano", dicono i suoi avversari), non consente neppure per un minuto di rimpiangere Marco Ferrari o Sergio Stokar, perché ti innamori immediatamente di questo personaggio fuori dagli schemi, della sua strana cerchia di amici, della splendida Gloria. E dopo una partenza col botto (è il caso di dire), la trama si dipana fra una perfetta Milano (e lo dico da cittadino acquisito) e un Friuli geograficamente al centro di un intrigo che appare internazionale ma che in fondo è vittima sacrificale di italianissime abitudini.
Tra dialoghi semplicemente perfetti e il giusto equilibrio fra un presente che non potrebbe essere più nostro e flashback dal passato, "Come si uccide un gentiluomo" dimostra - se ce ne fosse il bisogno - il talento di un autore in grado di muoversi fra generi letterari ed atmosfere diversissime fra loro senza perdere un millimetro della sua cifra narrativa e della sua riconoscibilità. Siamo dalle parti - per gli stalker letterari come me - de "L'ultimo giorno felice", lontani dal nero-nerissimo di altre prove letterarie distopiche ma con una passione civica e una tensione narrativa che fanno bene agli occhi.
Come l'acqua - petrolio del futuro, al centro del romanzo - Avoledo non delude mai. Mai.
Tanto più alte le aspettative, tanto maggiore la delusione. Avoledo ci ha abituat* a romanzi avvincenti e visionari, Furland, L'anno dei dodici inverni, con personaggi forti, Marco Ferreri, Sergio Stokar, e poi mi ritrovo questo. Un antipaticissimo protagonista, maschilismo serpeggiante, trama appena passabile (o meglio: forse avvincente ma rovinata dai personaggi. Anche * non protagonist* non sono centrat*, non riescono a diventare a tutto tondo). Il continuo ammiccare al protagonista dei romanzi di Frascella (LEGGETELI), che si chiama Contrera, cognome che viene spesso erroneamente attribuito al protagonista Contrada, non fa che evidenziare la pochezza del personaggio: se un atteggiamento spavaldo e anticonformista fa simpatia in un protagonista un po' sfigato (Contrera) lo fa molto meno in un milionario con tanto di jaguar (che si può permettere di dare via per un'informazione), casa in Brera e compagnia cantando. Quindi, caro Avoledo amatissimo, per cortesia "la prima indagine dell'avvocato Contrada" sia anche l'ultima.
Read it if: * I recommend this book to anyone looking for fun through humor and adventure. The adventures unfold both in the journey the protagonists take and in the various locations they visit * I also suggest it to readers who enjoy strong, well-developed characters with plenty of boldness and personality
Don’t read it if: * I wouldn’t recommend this book to those looking for sweeping love stories, because although there are romantic elements, they feel much more real and grounded here * Nor would I suggest it to readers expecting a light cozy mystery, as this book is far deeper than it might initially seem
Why 5 stars: - [ ] Theme: 3 (the novel is not particularly ambitious in its themes. It’s a classic cozy mystery, where an ordinary person suddenly finds themselves entangled in a dangerous situation. Reluctantly, he is drawn into the mystery and must unravel the threads to discover the truth) - [ ] Plot: 5 (the plot is quite compelling. Two lawyers, partners in a firm they own entirely, receive a mysterious briefcase from a former client—an elderly gentleman. Shortly afterwards, their law office is ransacked and the man is found dead. Inside the briefcase, they discover documents related to a hydroelectric power plant located in the hills of Venezia Giulia. This discovery prompts them to travel to a remote village called Plazeris) - [ ] Characters: 5 (the characters are truly outstanding. The two main protagonists, Gloria and Vittorio, are genuinely special and unique—witty, intelligent, charming, capable, and attractive, full of both light and shadow. Even Vittorio’s parents, though minor characters, are exceptionally well crafted. The two lawyers’ assistant “Ciuffo”—a kind of all-purpose helper who also acts as a private investigator—is a key figure throughout the story. The people they meet in the hills of Venezia Giulia, especially Alina and her father, are also real pillars of the narrative. All the characters feel authentic and believable, despite their individual quirks. They are well-drawn without ever becoming theatrical) - [ ] Fun/adventure/surprise: 5 (the book is an absolute delight—adventure awaits at every turn, and the surprises never stop. It’s exceptionally well written, with the main characters bringing their own distinctive sense of humor to the story. The heart of the adventure lies in the exploration of the hills of Venezia Giulia, but unexpected twists also unfold in Stresa, where Vittorio’s parents live. Vittorio returns there frequently throughout the novel, sometimes to visit his family, other times to hide sensitive documents) - [ ] Profoundness: 5 (the novel is also deeply meaningful, primarily because it tackles real environmental issues and explores the ever-relevant tension and trade-off between economy and ecology. But it doesn’t stop there—it also delves into personal themes, such as sexual identity, the grief of losing a loved one (in Vittorio’s case, his sister), aging, being single, and the meaning of family. It even touches on the creation of grassroots environmental movements. Altogether, the novel offers a rich psychological and sociological panorama that is both thought-provoking and emotionally resonant) - [ ] Length of the book: 5 (the length is just right—there are no redundant parts, and the pacing feels well balanced. Personally, out of sheer curiosity, I would have loved to explore even more nuances, backstories, and intersections between the characters. I would have gladly welcomed a longer version. But realistically, once a book crosses a certain page count, it can become a barrier for the average reader. So in the end, the length is perfect as it is) - [ ] Language and style of writing: 5 (I really enjoyed the writing style, even though at times I recognized the author’s personal touch—using certain unusual terms or metaphors that probably appeal mostly to him, a bit of a “geeky” writer’s signature. But these are minor quirks I can forgive, because the book’s pace is perfect, the vocabulary and dialogues are excellent, and the structure is straightforward, which I appreciate)
Favorite part - [ ] I have many favorite moments throughout the book, but the twists in the garage and in France truly surprised me—they were very well done. As for my appreciation of the protagonist, Vittorio, it didn’t come from a single specific scene, but rather grew gradually as I read the story
Least favorite part - [ ] There isn’t any part of the book I didn’t like. However, I do think the marketing wasn’t ambitious enough—especially in the blurb. The way the book is presented really downplays its true value
Mi spiace molto dare questo giudizio, ma davvero non capisco perché Avoledo abbia deciso di utilizzare il suo indubbio talento narrativo per creare un protagonista irritante e francamente sgradevole cercando di farlo passare per un antieroe. La trama "gialla" alla fine si rivela un gioco di scatole cinesi (piccolo spoiler) e l'unica cosa che non manca nel libro sono i luoghi comuni, dai friuliani taciturni e ostinati alle orientali maestre di arti marziali. Sorvolo sulla gratuitissima e inutilmente dettagliata fantasia del protagonista che sogna un threesome con la collega lesbica e la ragazza che entrambi concupiscono e sorvolo anche su quello che dovrebbe essere il colpo di scena in cui si rivela chi tira le fila della vicenda. PS Mi dispiace, ma il trauma non basta a spiegare o a giustificare la stronzaggine di un personaggio.
Non avevo mai letto nulla di questo autore, ha sicuramente un enorme talento narrativo, ciò che però mi lascia perplessa è la storia. Ci sono dettagli che proprio non mi sono andati giù… Avrei preferito che fossero sviluppati in un’altra maniera, ovviamente è soggettivo. 3.5/4 ✨