La prima indagine del commissario Rinaldi Brunico, Trentino-Alto Adige. Una serie di omicidi sconvolge il comune universitario. Il killer agisce lasciando dietro di sé i corpi senza vita di giovani donne. L’assassino non si limita a ucciderle, ma depone i cadaveri nudi nelle fonti d’acqua, circondandoli di fiori. A investigare è il commissario Alfredo Rinaldi, un uomo profondamente ferito che ha lasciato la sua città, Bari, insieme al passato che però continua inesorabile a seguirlo ovunque. Ad affiancarlo nelle indagini c’è la neoarrivata profiler, Elena De Benedetti Riari, che ha trent’anni e un animo tormentato. Gli ostacoli e le false piste non mancano e l’assassino sembra essere sempre un passo avanti rispetto alle forze dell’ordine. Riuscirà il commissario Rinaldi a trovare e fermare il serial killer prima che compia un altro omicidio? «Il tempo fermava ogni cosa, i vivi e i morti. Così era ottobre, un mese di morte, un mese di attesa. Un mese in cui gli ultimi brevi bagliori della bella stagione lasciavano il passo alle lunghe dita del freddo che avvolgevano ogni cosa. La notte aveva lasciato al giorno uno dei primi sottili manti di brina ghiacciata, che di lì a poco si sarebbe sciolta sotto il sole tiepido. Il paese iniziava a svegliarsi. I vivi uscivano dal buio delle loro case. I morti rimanevano sottoterra, mentre uno di essi galleggiava sulla riva ghiacciata del lago, avvolto dai fiori.»
Vittorio Coloitta Ha venticinque anni, vive e studia a Bari dove sta per conseguire la laurea magistrale in Filologia Moderna. I fiori della morte è il suo romanzo d’esordio.
Buona partenza! Un thriller ben scritto e strutturato, privo di parti noiose e in grado di farsi leggere velocemente. Attirato anche dal fatto che i luoghi si trovano a un’ora da casa mia, posti che in passato ho pure visitato. Sicuramente tornerò lì con occhi diversi dopo aver letto questo libro. Prima di una futura serie, questa storia è adatta a chi desidera immergersi in trame ricche di suspense e di elementi legati a sette e/o misteri. Tralasciando qualche refuso, l’unica “pecca” è che non ho riscontrato momenti innovativi. Non è scontato, ma nemmeno originalissimo. Molto apprezzati i riferimenti alla letteratura e all’arte. Tutto sommato, un buon lavoro che mi porterà a leggere le prossime indagini di Rinaldi, soprattutto dopo questo finale.
Un bel poliziesco, con una bella trama, un’indagine molto articolata e che poi si scopre essere divisa in due filoni investigativi. Interessante la figura dal commissario Rinaldi, anche se in alcuni punti appare un po’ stereotipata, soprattutto quando l’autore insiste sul suo fascino inconsapevole e sui suoi successi con le donne. Qui le donne sono due, Elena, una profiler appena assegnata al team di Rinaldi e Ginevra, una PM che di problemi di relazioni con un suo (formalmente) sottoposto, se ne fa zero. Insomma, questi aspetti paralleli all’indagine sembrano un po’ banali e triti e ritriti, ma l’indagine è ben costruita e ci sono pagine che catturano davvero l’attenzione, con un po’ di suspense e un po’ di atmosfera di “giallo” vecchio tipo. Lo stile di scrittura non mi è molto piaciuto, perché l’autore troppo spesso sembra cadere un po’ preda dello scrivere per scrivere, ossia ci sono molte parti dove sembra che la sua ricerca di aggettivi ricercati sia andata un po’ oltre (inutilmente). Anche il finale del libro non mi è molto piaciuto, perché è troppo smaccata la finta conclusione: finta, perché nelle ultime 10 righe, quando Rinaldi ha ormai messo tutti in galera e noi con lui ci prepariamo ad un bel relax sul divano, Rinaldi si accorge che qualcuno è entrato in casa sua gli ha lasciato un bigliettino con una minaccia: se non è un annuncio di sequel questo….
Ha tutti gli ingredienti per tenere altissima l'attenzione del lettore. Trama ben sviluppata, ricca di colpi di scena. Bei personaggi, sono curiosa di scoprire in un eventuale futuro seguito come evolveranno.
Un volume ben scritto, con una storia intrecciata costituita sa diversi personaggi con un chiaro carattere. L'enigma verrà risolto dal commissario Rinaldi ed una squadra affiatata. Ci sono degli errori di battitura che vanno rivisti ma consiglio questo giallo per tutti gli amanti della categoria.
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La scrittura non è scorrevole e i personaggi sono tagliati un po’ con l’accetta. La trama del giallo è buona ma la Figura della profiler non mostra grande utilità, nel complesso.