"Queste storie non consentono consolazione, né pretendono di insegnare. Richiedono complicità."
Una donna che ha avuto molti uomini senza amarne nessuno. Un adolescente che comunica solo su internet. Una ragazza anoressica a cui la madre non presta ascolto. Una donna che perde la figlia per malattia e il marito per disperazione. Quattro storie vere per sondare la profondità di uno dei più grandi paradossi del presente: la solitudine. Perché sì, anche quando siamo circondati di persone, anche in un mondo che ci vuole in costante connessione, da qualche parte, sottopelle, sentiamo tutti un vuoto sordo che cresce, un senso di isolamento che non sembra possibile eliminare. E se è vero che oggi godiamo di un’incredibile abbondanza di strumenti per comunicare, manchiamo dell’essenziale per dire e sentire. Attraverso le storie rese anonime dei suoi pazienti, Paolo Crepet esplora i relitti della nostra affettività desertificata e ci ricorda che, per sconfiggere la solitudine, bisogna abbattere una volta per tutte i muri di silenzio che ci dividono.
Paolo Crepet, psichiatra e sociologo, è un esperto nel campo della ricerca sul tentato suicidio, dell’epidemiologia psichiatrica e della psichiatria sociale.
Una pubblicazione che ormai ha i suoi annetti, ma è ancora estremamente attuale, tanto che potrebbe benissimo essere stata scritta oggi. Crepet ci presenta le storie di quattro persone che ha incontrato come pazienti nella sua carriera professionale. Le storie sono scritte in modo da sembrare racconti di fiction e onestamente questo è l'aspetto che mi ha lasciata più perplessa. Mi aspettavo che l'autore parlasse del percorso psichiatrico affrontato con questi pazienti e dei progressi ottenuti. Invece non c'è nulla di tutto ciò. Crepet punta l'attenzione sulle situazioni di disagio di queste persone, che devono affrontare difficoltà che potrebbero toccare ad ognuno di noi. E il focus di tutte queste storie è il senso di profonda solitudine con cui ognuno affronta i propri problemi. C'è la difficoltà di comunicare, di mettersi realmente in contatto con l'altro e di trovare un supporto e un valido sostegno nell'altro. In una società in cui le possibilità di contatto si sono moltiplicate, anche grazie agli strumenti multimediali, diventa ancora più difficile parlarsi e stabilire rapporti basati su stima e accettazione reciproca. La storia che più mi ha straziato il cuore è stata l'ultima, quella della mamma che perde la figlioletta a causa di un tumore e che poi finisce col perdere anche il marito, incapace di affrontare questo lutto. Chiudere il libro con questa storia lascia smarriti e immensamente sconcertati.
Io non posso abituarmi a vivere in un mondo dove l'ascolto ha un prezzo, non posso delegarlo a una categoria professionale. Non possiamo.
"Quando aveva ormai smesso di sperare, inaspettatamente ritrovò, una dopo l'altra, tutte le sue perle. Dunque il segreto sta in quell'inaspettatamente? Vuol dire che le emozioni, come l'affetto, non si possono pretendere dagli altri, ma occorre cercarle, cioè farle crescere dentro se stessi?"
Dunque il segreto sta in quell’inaspettatamente? Vuol dire che le emozioni,come l’affetto, non si possono pretendere dagli altri, ma occorre cercarle, cioè farle crescere dentro se stessi? E chi ci insegna ad ascoltarle? Io non posso abituarmi a vivere in un mondo dove l’ascolto ha un prezzo, non posso delegarlo a una categoria professionale. Non possiamo.
È fantastico quanto in queste quattro storie si mettano in luce “i mostri interiori” dei personaggi. Struggente, commovente, autentico.. E c’è quella suspense finale in ogni capitolo che ti lascia in bilico tra la tua immaginazione e la realtà dei fatti. Grazie Paolo❤️
Storie anche abbastanza artificiali , costruite a tavolino quais , se non un po' forzate nei risvolti da tragedia greca , che tuttavia non per questo sono privi di una profondità psicologicamente analizzabile dal lettore e addetti ai lavori. Anche se tutte le storie , qui narrate sono, davvero deprimenti e lasciano una sensazione di poca o nessuna futura speranza per i protagonisti coinvolti...
Mi aspettavo qualcosa di diverso. Avrei preferito che l’autore essendo uno psichiatra intervenisse nelle storie e ci spiegasse anche a livello più teorico queste solitudini. Invece le storie risultano un po’ spoglie. L’ultima però è stata un colpo dritto al cuore, ho provato una sofferenza mai provata leggendo un libro.
Quattro racconti brevi ispirati da pazienti di Crepet, molto probabilmente rielaborati ed esageratamente romanzati dall'autore. Una lettura piacevole e scorrevole che si fa dimenticare facilmente alla conclusione.
In questo libro Crepet ci racconta le storie di quattro pazienti che ha incontrato nel suo lavoro da psichiatra. Quattro storie toccanti e piene di sofferenza