La vita umana, insegna l’induismo, si divide in quattro periodi: il primo serve per imparare, guidati da un maestro; il secondo per realizzare sé stessi; il terzo per insegnare e trasmettere la conoscenza; l’ultimo, segnato da un progressivo disinteresse verso le cose materiali, per prepararsi al congedo. Molti, oggi, non lo ammettono. Nonostante l’età, continuano a sgomitare, spingere, accumulare. Inseguono cariche, conferme, gratificazioni sociali. Non sanno rallentare, ascoltare, restituire. Con l’aiuto di una nipotina che insegna il disordine quotidiano (e mette i palloncini sul busto di Socrate), Beppe Severgnini riflette sul tempo che passa e gli anni complicati che stiamo attraversando. «Le cose per cui verremo ricordati – scrive – non sono le cariche che abbiamo ricoperto e i successi che abbiamo ottenuto. Sono la generosità, la lealtà, la fantasia, l’ironia. La capacità di farsi le domande giuste.» Don’t become an old bore, non diventare un vecchio barbogio: ecco l’imperativo. L’autore invita a «indossare con eleganza la propria età». Per farlo serve comprendere il potere della gentilezza, imparare dagli insuccessi, allenare la pazienza, frequentare persone intelligenti e luoghi belli, che porteranno idee fresche. Serve accettare che c’è un tempo per ogni cosa, e la generazione dei figli e dei nipoti ha bisogno di spazio e incoraggiamento. Non di anziani insopportabili.
Severgnini accompagna il lettore in una lunga e piacevole riflessione su fatti degli ultimi decenni, temi, sentimenti, aneddoti, esperienze, statistiche, politica, libri, film, considerazioni filosofiche: in 230 pagine esamina un’arte: quella “di invecchiare”. La saggezza antica di Socrate si confronta con la spontaneità di Agata, la giovanissima nipotina dell’autore. La serietà della filosofia convive con la leggerezza del gioco e con l’ironia tipica di Severgnini come ci ricorda il palloncino che Agata ha messo, come un cappellino, sul busto del filosofo greco. L’autore prende le distanze sia dalla retorica della giovinezza a tutti i costi sia dalla rassegnazione passiva. Propone invece di “indossare con eleganza la propria età”, per evitare “la tendenza ad allungare all’inverosimile le fasi della vita”. Tendenza che non comincia da anziani, ma molto prima. Con acume giornalistico e uno stile coinvolgente, Severgnini analizza il nostro tempo, fatto di contraddizioni, tendenze e controtendenze. Ci parla della “gentilezza degli sconosciuti”, della differenza tra il bel gesto e il buon comportamento, dell’importanza delle parole -di cui bisogna prendersi cura- e dell’ironia, che è “l’antiruggine dell’anima”e, contemporaneamente, una prova di umanità “la sorella laica della misericordia”. Ci parla di fallimenti che salvano e dell’arte di sbagliare. Smantella il mito della produttività perpetua che affligge la società moderna, proponendo invece un modello di invecchiamento basato sulla qualità delle relazioni e sulla trasmissione di valori autentici, criticando con sagacia gli “anziani insopportabili” che continuano a “sgomitare” e non sanno reinventarsi sostenendo i più giovani. “Socrate, Agata e il futuro” è una riflessione sul cambiamento e sulla sua accettazione, sui valori che ci aiutano a invecchiare con consapevolezza e armonia, ma è anche un saggio di costume, una disamina sull’essere umano e sulle virtù necessarie per “vivere bene”, a qualunque età, un manifesto per una vita vissuta con dignità e gratitudine in ogni sua fase
Beppe Severgnini riflette sul tempo che passa e gli anni complicati che stiamo attraversando. «Le cose per cui verremo ricordati – scrive – non sono le cariche che abbiamo ricoperto ei successi che abbiamo ottenuto. Sono la generosità, la lealtà, la fantasia, l'ironia. La capacità di farsi le domande giuste.» Non diventare un vecchio noioso, non diventare un vecchio barbogio: ecco l'imperativo. L'autore invita a «indossare con eleganza la propria età». Per farlo servire comprendere il potere della gentilezza, imparare dagli insuccessi, allenare la pazienza, frequentare persone intelligenti e luoghi belli, che porteranno idee fresche. Servi accettare che c'è un tempo per ogni cosa, e la generazione dei figli e dei nipoti ha bisogno di spazio e incoraggiamento. Non di anziani insopportabili. Un libro che ogni "over sessanta" dovrebbe aver letto. Fatelo e non ve ne pentirete.Buona lettura e buona vita a noi "anziani".
Senza infamia e senza lode, opinione personale ovviamente come sempre! Dall’alto della sua esperienza di vita, della sua professione e pure delle sue riconosciute conoscenze trasversali e capacità, Severgnini prova a condividere con noi “comuni mortali”, una serie di suggerimenti e di riflessioni rispetto all’orologio biologico che avanza e alle aspettative dell’esistenza stessa. Il risultato è una sorta di decalogo di istruzioni, insieme a citazioni d’autore che dovrebbero illuminare il nostro cammino e soprattutto il nostro modo di approcciare gli altri ed il mondo intorno a noi. La nipotina Agata del titolo rappresenta l’elemento di disturbo della quiete familiare ed allo stesso tempo la fiamma che riscalda i cuori, risveglia le intelligenze ed è alla fine, la speranza per il futuro.
Un tuffo nei ricordi, più che nel futuro, come potrebbe far presagire il titolo. La prima parte di questo poutpourry narrativo si incentra infatti su quanto abbiamo lasciato alle spalle, tra strumenti tecnologici (l’autoradio estraibile, che ricordi!) e personaggi iconici, tra canzoni stonate e azioni meccaniche che ci sono state tolte dall’avanzata di internet e dei software. Un mondo che ha cambiato pelle radicalmente e che viene mostrato nella sua evoluzione, spesso con una versione edulcorata del cambiamento, con leggerezza, senza riflessioni troppo profonde, malinconiche sì, ma per lo più fiacche, semplificate.
Con questa fatica Severgnini è entrato in classifica ed è rimasto al top delle vendite per più di un mese… cosa pensarne? L’unica risposta che posso darmi è che abbiamo nostalgia del passato, abbiamo molte idee confuse sul futuro, ma soprattutto abbiamo bisogno di verità preconfezionate, non troppo pesanti da digerire.
Un libro per la mia generazione generazione , con citazioni del mio tempo, battisti, Beatles….. e Enrico Bertolini con il muratore bergamasco, Aldo Giovanni e Giacomo con Nico…. I capitoli piu coinvolgenti sono stati per me il primo e l’ultimo, con un po di nostalgia della gioventù passata, ma un esortazione a vivere il nostro tempo, i nipoti, le esperienze, l’asco.to dei piu giovani. Bello, molte riflessioni, condivisibili e anche già assimilate, mi hanno fatto passare due giorni di piacevole lettura.
Potevo mica lasciarmi sfuggire l'ultimo libro di Severgnini? E poi, dovevo riprendermi un po' dopo aver passato tre mesi a leggere una porcheria.
Come al solito è una raccolta di scritti che avevo già letto sul Corriere. Tipo l'articolo delle due ragazze russe che incontra a Milano, che mi risuonava ancora nella testa. C'è anche l'aggiunta di una lunga serie di suggerimenti per quanto riguarda libri, musica e serie TV.
Severgnini riesce a comunicare moto bene la sua positività e gioia di vivere, sempre . Molti gli spunti interessanti in questo libro che ho trovato , però, un po’ disordinato. L’impressione è stata che in molti punti si ingarbugliasse il filo del discorso. Fantastica l ‘appendice con rimandi bibliografici, musicali e filmografici davvero molto interessanti . Tre e mezzo.
Ci sono un paio di idee che mi faranno probabilmente riflettere, ma nulla di eccezionale. È una piacevole chiacchierata con una persona che ha qualcosa da raccontare.
Piacevole sguardo sulle innumerevoli sfaccettature della società contemporanea descritto con la solita ironia ma anche tanta esperienza, consapevolezza e saggezza.
Un libro che ti fa riflettere con il sorriso. Socrate, Agata e il futuro è una piccola perla sull’arte di invecchiare con grazia, ironia e filosofia. Attratta dalla seconda di copertina — con le quattro fasi della vita e l’esortazione a non diventare “anziani insopportabili” — ho trovato spunti utili e profondi per vivere in armonia con l’età che si ha. Bravo Beppe: leggero ma mai superficiale, intelligente senza essere noioso. Da rileggere!
Agata è la nipote di Beppe Severgnini, è una bambina e lui è adulto già da un po'. Lui vede come muta la percezione delle cose, assiste e spiega un cambiamento. descrive la società attuale con un occhio al passato ed un altro al futuro, mentee un mezzo busto di Socrate è lì con un palloncino in testa. l'autore riflette sull'abbondanza, a volte eccesso di cose; sul valore della gentilezza, della pazienza e del fallimento; sull'importanza delle parole e delle domande; sull'antidoto della ironia. Porta esempi illustri, è ricco di citazioni, pieno di spunti. L'ho trovato veramente stimolante!