Il futuro appare incerto, e ciò che è incerto è spesso spaventoso, incomprensibile, rappresenta qualcosa di proporzioni talmente imponenti da sembrare un monolite insormontabile; questo monolite futuro è di conseguenza spesso ignorato, trattato con la rassegnazione di chi lo vede così fuori portata da pensare solo al presente. Eppure, a guardare i fatti, siamo in un periodo di grandi cambiamenti e sfide globali, che finiranno per ridisegnare i paradigmi che con fatica ci trasciniamo dal dopoguerra a oggi. Siamo di fronte a snodi cruciali, che permetteranno di plasmare il futuro in modi che avremmo ritenuto impensabili sino a poco tempo fa. I periodi di cambiamento non sono necessariamente fasi di declino, possono anche rappresentare una linfa vitale che spinge al progresso, una sveglia che suona, una molla che ci obbliga all'azione. Quella sveglia va però ascoltata, e non c'è modo di farlo, di guardare al futuro, senza prima conoscere la contemporaneità, l'adesso.
Quello che faremo in VentiQuaranta sarà proprio questo: osservare il passato e il presente per chiederci quali temi animeranno il futuro tra quindici anni, nel 2040. Per il primo numero abbiamo deciso di parlare degli Stati Uniti così come ci appaiono oggi, il simbolo di un paradigma democratico che ha guidato sino a questo momento il mondo moderno, ma che è ora a un bivio, anzi molteplici bivi: politici, militari, commerciali, culturali. Bivi che avranno un impatto fondamentale sul resto del mondo. Come verrà affrontato lo scontro razziale in atto negli USA? E il politically correct? Come evolveranno i rapporti con i Paesi arabi? Che ne sarà, nel duemilaquaranta, della democrazia che un tempo veniva indicata come l'esempio da seguire per il resto del mondo libero?
Proveremo a dare qualche risposta, anche grazie agli approfondimenti economici di Giorgio De Marco, alle testimonianze e ai racconti di Viviana Mazza e agli interventi di Vera Gheno e Tia Taylor, consapevoli che, scelta dopo scelta, una questione dopo l'altra, nel bene o nel male, il futuro prossimo degli Stati Uniti avrà un impatto diretto sulle vite di tutti noi.
Sono molto felice e onorata di poter scrivere la prima recensione di questo libro su questa piattaforma! Sarò sincera da subito e dirò che la valutazione che ho dato a questo libro è soggetta ad un bias: il mio amore sconfinato per il progetto breaking Italy. Dare meno di 5 stelle mi risulta impossibile, da circa otto anni tutti i giorni guardo i video di shy e da quando è stato pubblicato grande linee lo aspetto con lo stesso fermento (se non di più essendo un prodotto che rispecchia a pieno il mio tipo di comicità mentre si fanno discorsi serissimi) La smetto di dilungarmi su quanto sono legata alla redazione e vado avanti. QUINDI DIAMO INIZIO ALLA MIA RECENSIONE:
Il libro è decisamente qualcosa di innovativo, per questo faticano a collocarlo nelle librerie, perché non aderisce ad un genere ben preciso. È composto da sei parti che raccontano tematiche particolari scelte tra le mille questioni che costituiscono gli argomenti più caldi e divisivi della nostra attualità, ogni sezione affronta un argomento particolarmente complesso analizzandolo in maniera molto semplice e chiara. Per chi, come me, è estremamente informato sugli states e sull’attualità, grazie a breaking Italy e non solo, questo libro potrebbe qualche volta risultare un po’ ridondante in alcuni passaggi, poiché tratta di cose che, almeno nel mio caso, conosco già molto bene, avendo poi anche un’idea abbastanza precisa di come la redazione, bene o male, veda questo determinato argomento. Parlo delle sezioni sul politicamente corretto e sulle divisioni tra Biden e Trump principalmente. Altre cose invece le ho trovate estremamente interessanti e istruttive, ad esempio la sezione economica, che solitamente trovo molto ostica e poco comprensibile, mi è stata chiara in maniera assoluta (nonostante io non riesca proprio a farmi piacere questo argomento, è forse tra i più importati). Ho trovato poi particolarmente ben fatta la parte sull’islamofobia. Chiaramente, non è che ci possiamo aspettare da un libro di questo tipo e di questa lunghezza un’analisi completa di un concetto così complesso, ma le spiegazioni sono comunque tali e tante da arricchire la conoscenza di chi cerca di essere abbastanza informato, ma spesso, non riesce a collegare tutte le informazioni che ha; insomma è bello vederle messe tutte in fila, come se facessero un po’ ordine in questo marasma. La parte che poi ho decisamente preferito e mi sento di dire essere un esperimento molto riuscito è la parte sul what if, è simpatica, fresca una cosa molto innovativa e molto divertente. Non concordo sulle previsioni fatte e anzi forse i candidati mi sembrano fin troppo “nomali” per come vedo profilarsi il futuro al momento, insomma se Higgins e Johnson dovessero anche solo assomigliare ai canditi delle elezioni statunitensi del 2040 sarei sorpresa, mi sembrano fin troppo competenti e razionali rispetto a figure in voga ora come Trump e Musk. Ma appunto è un esercizio di stile efficace ed è un racconto, come un piccolo cartone animato o sketch inserito a fine libro, che da una giusta conclusione a tutto quello che abbiamo detto, l’ho apprezzato davvero tanto insieme alle conclusioni finali. La parte poi con i tweeXt è stupenda, anche se credo che nel 2040 la scrittura così composta andrà a farsi benedire, purtroppo.
La scrittura l’ho trovata molto scorrevole e penso che questo testo sia ideale anche per i giovanissimi che si stanno approcciando adesso con maggiore attenzione alla situazione politica mondiale e all’attualità o per gli “anziani” che si sono persi un po’ di cose del mondo moderno.
Il punto forte di questo libro però è sicuramente l’impaginazione. Dai disegni che sono bellissimi, al modo in cui sono inseriti, alla quantità di grafici presenti nel testo, ai riquadri contenenti le spiegazioni di alcune parole, tutto è un piacere per gli occhi. Adoro anche la scelta della palette ma perché ho un debole per il viola e verde. L’unica cosa che non riesco a capire se mi piaccia o meno è la ripresa delle frasi più ad effetto scritte nel testo, riportate in grassetto e in formato più grande sulla stessa pagina. Forse perché non so quando leggerle, prima, dopo o durante? A volte sembravano spezzare la lettura perché dovevo tornare indietro a leggerle o le anticipavo rispetto al testo. Ma si tratta probabilmente di un mio problema di attenzione.. Anzi, un’altra cosa che mi ha aiutato con la mia soglia d’attenzione non propriamente alta è stata la scelta di incolonnare il testo. Il fatto che ci fossero le colonne, un po’ come nei giornali, ha aiutato molto la mia disattenzione, aiutandomi a restare concentrata e a fare pause quando anche il testo lo concedeva. È stato un po’ come rileggere i libri di storia del liceo, però in versione più cool.
In sintesi è un libro che sicuramente mi sento di consigliare soprattutto in realtà a chi non è così avvezzo all’attualità degli states e non è un fanatico del progetto di braking Italy, stranamente lo trovo un libro quasi più adatto per chi non li conosce affatto che per chi li ha seguiti così assiduamente in questi anni, fermo restando che chi segue shy e la redazione lo adorerà sicuro. L’ho trovata una lettura facile e veloce nonostante non sia particolare amante dei saggi, ma forse perché è qualcosa in più di un semplice saggio, un saggio fantapolitico? Una piccola enciclopedia di attualità con focus occidente/ states?
Insomma compratelo, non ve ne pentirete, si tratta di un lavoro attento e estetico allo stesso tempo, qualcosa di particolare e diverso da leggere e nonostante i temi trattati non è nemmeno così sconfortante anzi ci ho visto una strana positività alla fine, ed è forse quello di cui abbiamo bisogno in questo momento che sembra essere così oscuro.
Vi voglio sempre bene e spero di riuscire a farmi firmare questa copia prima o poi 🤍
Lettura interessante. La redazione di Breaking Italy mette in fila un po’ di temi che sono e saranno importanti per capire gli Stati Uniti di oggi e di domani e poi nel finale immagina il what if di una elezione 2040. Per chi segue quello che accade oltreoceano può essere utile per raccogliere storie e dinamiche in un’unica lettura, per chi non lo fa è un’ottimo modo per capire cosa sono oggi gli Stati Uniti e perché.
Si tratta di un libro, a mio avviso, molto ben fatto, ma altrettanto faticoso. Ci sta che lo sia eh: è un saggio, non un romanzo (cui io sarei più abituato, quindi magari non sono neanche il lettore più adatto per giudicare un'opera di questo genere), è giusto che sia a tratti poco avvincente o difficile da seguire. Ma per me ci sono degli elementi, esterni alla tipologia dell'opera, che ne rendono inevitabilmente, e un po' gratuitamente, più complessa la fruizione. Innanzitutto il formato: il libro come oggetto è proprio bello. Grande, pesante, con la carta spessa e molte pagine a colori. Tuttavia: la grandezza del libro lo rende ancora più lento da leggere (intendo quella sensazione di "sconforto" che si ha quando ci si impiega più di un minuto a leggere una pagina, cosa che capita sempre con questo libro), e il fatto che la maggior parte delle pagine sia impaginata con due colonne o più ti dà davvero l'idea di stare ore su un'unica pagina, su un unico concetto. Inoltre, bella la qualità della carta e che le pagine siano colorate, ma le illustrazioni, per quanto ricche, non aggiungono nulla, almeno a me. Non dico che avrei preferito necessariamente delle immagini relative a ciò di cui si sta parlando: il risultato sarebbe sicuramente stato meno gradevole e coeso, forse troppo simile a un libro di storia delle medie. Tuttavia, avere queste illustrazioni di ragazze e ragazzi che fanno cose più o meno inerenti all'argomento di cui si sta leggendo ma magari neanche troppo, non mi ha entusiasmato: avrei cercato un qualcosa di più utile, magari meno bello, ma così mi è parsa proprio un'occasione sprecata. Altro elemento che a mio avviso l'hanno reso più pesante del necessario è stata la scelta di alcuni argomenti, soprattutto tra i primi capitoli: faccio un esempio, anche se del tutto personale (ma sta recensione non è di un critico, è di un tizio che vuole tenere traccia del perchè alcuni libri gli sono piaciuti e altri no e basta, tiè). Io non ne posso più del politically correct: non ne posso più di difenderlo con chi lo nomina a sproposito, non ne posso più di criticarlo se esagerato, non ne posso più di spiegare perchè è sensato e quando smette di esserlo. Personalmente, non ho più voglia di leggerne. E lo dico pur sapendo benissimo che il capitolo sul politically correct è perfetto: è spiegato per filo e per segno da dove arriva, perchè è diventato così inviso a tutti (forse redazione di breaking italy compresa) e perchè rappresenta una spirale in cui si "esagera" facilmente. Ma mi sembra ormai un argomento "vecchio". In generale, non la ricordo troppo bene perchè l'ho letta ormai parecchi mesi fa, ma mi è proprio pesata la prima parte del libro (tant'è che l'ho droppato per qualche mese). E' un libro molto ben fatto e sono contento che l'abbiano fatto, auguro alla redazione di farne ancora con questo stesso livello di cura. Un buon mix tra il non troppo nè troppo poco sulle cose che ci sono da dire su argomenti complessissimi e giganteschi (come le operazioni statunitensi in medio oriente o i conflitti israelo-palestinesi). Non è, insomma, un libro da youtuber che ci prova e risulta troppo semplicistico (come "Instant Geopolitica" di Nova Lectio) o troppo serioso (sempre come il povero Instant Geopolitica, in altri passaggi). Not my cup of tea maybe e bello pesantino. Forse anche tutti gli approfondimenti presenti spezzano il già fragile filo conduttore che a stento tiene assieme tutto. Simpatico l'ultimo capitolo what if. Mi sento a mio agio a criticarlo un po' perchè comunque io ne ho una copia (regalatami) e ne ho anche regalata un'altra a mio cognato, porello. Insomma shy, sento di averti sostenuto e tvb, sei stato un elemento importante nella mia informazione per tanto tempo quando ero più giovane.
Ventiquaranta è stata una lettura che mi ha lasciato sensazioni contrastanti, ma nel complesso mi ha colpito in positivo. Il team di Breaking Italy, che seguo e stimo da tempo, mette in campo tutta la sua capacità divulgativa nel raccontare le grandi tensioni e le prospettive degli Stati Uniti da qui al 2040. La prima parte del libro, ricca di dati, approfondimenti e spiegoni tematici (clima, immigrazione, polarizzazione politica, rivoluzione tech), forse non mi ha sorpreso perché sono argomenti di cui mi ero già occupato, ma ne ho apprezzato la chiarezza e la struttura: è come ritrovare tutti i pezzi di un puzzle finalmente messi in ordine.
Quello che però davvero mi ha conquistato è la parte finale. Qui, tra narrazione visionaria e suggestioni grafiche, il libro osa immaginare il futuro, giocando con l’idea di una campagna presidenziale segnata da un’Intelligenza Artificiale ormai onnipresente e dalla società radicalmente cambiata. Mi sono trovato immerso, quasi travolto da queste pagine: mi hanno fatto riflettere ma anche sognare e un po’ inquietato, perché il futuro tecnico e sociale che descrivono mi sembra incredibilmente vicino.
Se devo trovare una pecca, è l’assenza dell’Europa: mi sarebbe piaciuto vedere come questo scenario globale possa influenzare (o essere influenzato da) il nostro continente. Forse ci sarà un seguito dedicato? Lo spero davvero, da europeista convinto quale sono.
Consiglio caldamente la lettura soprattutto a chi ama guardare oltre il presente e tentare di immaginare come potrebbe essere il mondo tra qualche anno.
Tutte le tematiche toccate da questo libro sono di estrema importanza al giorno d'oggi e lo saranno ancora di più tra 15 anni. La parte che mi è piaciuta di più del libro è sicuramente l'ultima, dove si presenta una possibile campagna elettorale nel 2040. Anche in questa sezione, la scelta degli argomenti della discussione tra i due candidati risulta fenomenale e calza a pennello. Lo stile del libro riflette molto quello delle puntate di Breaking Italy - che seguo ormai da 7 anni - e che mi piace un sacco. Spesso mentre leggevo il libro mi sono ritrovato ad immaginarmi Shy parlare direttamente in camera degli argomenti trattati, sentendo con la sua voce le frasi che leggevo. Incredibile libro, spero ce ne saranno degli altri.
Chiaro e semplice nella sua descrizione saggistica, verso la fine emergono i punti di vista e le sensibilità di chi scrive; molto note a chi segue Breaking Italy.
In generale forse manca un po' una descrizione interna agli USA. Ci sono alcuni contributi, alcune storie puntuali, ma poche digressioni che iniziano con "gli americani fanno" "gli americani pensano"; passa poco la cultura del paese intesa come pensiero quotidiano delle persone che lo abitano. Manca diciamo, un tocco di Francesco Costa ;)
Il futuro spiegato attraverso la nostra contemporaneità.
Semplice, chiaro e diretto questo saggio socio-fantapolitico, anche se sono incerta si possa definire in tal senso, é una chicca assolutamente da leggere sia che vi stiate approcciando, per la prima volta, alla politica mondiale sia che vogliate approfondire e ampliare le vostre conoscenze.
Completo ed essenziale nei temi e nelle argomentazioni fornite, il testo, in sé molto scorrevole e interessante, é suddiviso, escluse l'introduzione e la conclusione che vanno a spiegare l'origine e la finalità di questo progetto, in sei macro parti che trattano le questioni più rilevanti della nostra attualità.
La premessa é quella di provare a capire come evolverà la situazione politica e mondiale da qui a quindici anni, nel 2040 per l'appunto, e si inizia con una disamina degli Stati Uniti d'America, faro di Libertà, simbolo per eccellenza dell'Occidente e terra di sogni e speranze facili da raggiungere sulla carta ben più complessi da ottenere nel pratico.
Come é nata la tratta Atlantica, come si é sviluppata e cosa ha comportato negli anni; la nascita e la declinazione del politically correct nella nostra società; la situazione economica; il confronto tra due diverse presidenze, quella di Trump e quella di Biden, l'islamofobia e le guerre in Iran e Iraq. Tutto per arrivare al capitolo finale, il più curioso ed interessante poiché un esercizio di pensiero ipotetico/predittivo: un what if di come potrebbe essere lo scontro tra due possibili candidati alle future presidenziali nel 2040.
Se la grafica fino ad ora 3 stata arricchita da grafici, riquadri esplicativi, disegni dai colori colorati e l'impaginazione a colonna del testo tipica dei giornali, nel capitolo finale esplode nel suo estro creativo tra articoli di giornale, discussioni su twitteXr e i punti salienti del primo dibattito tra i due opponenti.
Seguo da tanto tempo i vari prodotti Breaking Italy, perciò ho comprato questo libro. Il libro è fisicamente molto ben fatto, complici le stupende illustrazioni. A livello di contenuti è stato interessante per me perché ho imparato cose di cui non ero a conoscenza e mi ha dato alcuni spunti per poter approfondire certi argomenti. A volte però gli argomenti sembravano un po' sconnessi tra loro, cosa secondo me molto evidente nel secondo capitolo "il politically correct". Altra piccola pecca, nonostante le intenzioni scritte nell'introduzione di mantenere un "approccio asettico" con i dati, le opinioni della redazione credo che abbiano comunque influenzato abbastanza il modo di scrivere e trapelino dal testo. Questo non è un male in sé, ovviamente, ma se questo non era l'obbiettivo, forse è un po' da migliorare. Per il resto, come prima esperienza stampata della redazione di Breaking Italy, direi che sia un ottimo inizio e un ottimo prodotto!
Sempre esposto sul comodino (@Ingrid ha fatto un lavoro spettacolare) me lo sono gustato con calma, per circa 6 mesi.
È attuale e sarà sempre attuale (fino al 2040!), permettendo così di affrontare il presente con una prospettiva "storica" che spesso, a causa infodemia, perdiamo di vista: il 90% delle tematiche socio-politiche di cui sentirete parlare oggi sono connesse ai racconti ed alle analisi nel libro. Ne parlavamo già, ne stiamo parlando ora e, chicca finale, ne parleremo ancora nel 2040!
Un plauso alla redazione di BreakingItaly che si è saputa, ancora una volta, innovare.
Attendo la prossima sorpresa e, con tanta curiosità, proprio il 2040 per scoprire se Shy & co ci avevano visto giusto!
Questo libro mi ha aperto gli occhi su diversi argomenti di cui mi accorgo solo ora di aver sempre saputo in maniera marginale. Ho perfino rivisto alcune mie convinzioni.
Ho apprezzato particolarmente l'ultima parte. Quella in cui si immaginano le elezioni del 2040 in America.
Che dire? Speriamo davvero che si cominci a fare qualcosa per il cambiamento climatico e per contenere l'avvento delle AI.
Buffo poi, come la redazione avesse immaginato istituire da Trump una sorta di "stato di Gaza", mentre invece per il momento siamo fermi sulla "riviera delle vacanze". Ma immagino che certe cose non le potesse partorire nemmeno la mente più fantasiosa.
Un nell'esperimento, dove per quasi tutto si spiega l'America di oggi, per poi finire con una sezione "what if" dove si vive il 2040 all'alba di un elezione presidenziale, attraverso l'ipotetica situazione dei giornali, dei social e delle interviste ai candidati.
Conoscendo Breaking Italy sapevo che sarebbe stato un buon lavoro, le grafiche sono accattivanti e in qualche modo innovative. É sicuramente un buon saggio per chi non sa nulla sulla politica e società americana, ma per chi invece si interessa di cosa accada oltre oceano sarà un grosso ripasso, io personalmente pensavo in un approfondimento maggiore. La parte finale è sicuramente interessante; carina l’idea di immaginarsi questa ipotetica campagna elettorale del 2040, ma anche qui mi sarebbe piaciuta una maggiore profondità. Nel complesso lo trovo un buon lavoro per avvicinarsi all’attualità americana.