Os sinais de alarme provocados por um eventual retorno do fascismo estão a disparar na direção errada. A atenção dos democratas intranquilos tem vindo a concentrar-se nas demonstrações mais evidentes do fenómeno: gestos identitários (saudações romanas, cruzes célticas), violência física, manifestações de ódio racial. Porém, a tudo isto – que é evidentemente condenável – sobrepõe-se algo mais perigoso e menos óbvio: os movimentos políticos que operam dentro das regras do jogo democrático, manifestando, simultaneamente, características herdadas do fascismo do século XX. Esses partidos – muitas vezes difíceis de classificar nas categorias de direita e esquerda – são convencionalmente definidos como populistas ou soberanistas. Enquanto os nostálgicos declarados do nazifascismo não passam de um fenómeno de nicho, os populistas europeus e americanos descendem – conscientemente ou não – não do Mussolini fundador do partido fascista, mas do Mussolini que primeiro intuiu os mecanismos de sedução política na sociedade de massas. Neste livro, Scurati identifica as leis e armadilhas do fascismo, oferecendo-nos um texto fundamental para entender a época inquietante que estamos a atravessar.
Docente e ricercatore all'Università Statale di Bergamo, coordina il Centro studi sui linguaggi della guerra e della violenza. Sempre presso l'Università Statale di Bergamo insegna Teorie e tecniche del linguaggio televisivo. Nel 2005 Scurati diviene Ricercatore in Cinema, Fotografia, Televisione. Nel 2008 si trasferisce alla Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM di Milano, dove svolge l'attività di ricercatore e docente titolare nell'ambito del Laboratorio di Scrittura Creativa e del Laboratorio di Oralità e Retorica.
Distinguere tra fascismo populista e fascismo storico o “totale” è il presupposto dal quale parte questo breve saggio di Scurati.
"Mentre i nostalgici dichiarati del nazifascismo non sono che un fenomeno di nicchia, i populisti europei e americani discendono, consapevolmente o inconsapevolmente, non dal Mussolini fondatore del Partito Fascista ma dal Mussolini che per primo intuisce i meccanismi della seduzione politica nella società di massa".
Pur breve, l’analisi è lucidissima e di grande qualità. Ciononostante mi sono chiesto se davvero possiamo essere sicuri che il fascismo di oggi ricalca quello di Mussolini soltanto su un piano discorsivo sfruttando l’incoerenza della comunicazione, la breve memoria e l’emozione (la paura) delle masse.
Dalle manganellate agli studenti alla censura in RAI, dalla continua diffamazione della stampa e dei giornalisti al premierato, ho come l’impressione che il fascismo di oggi stia operando, come quello di ieri, nell’illusione della democrazia, mantenuta come facciata al pari di un Orban o di un Putin. Ma che stia agendo realmente, non soltanto sul piano del discorso.
Questo tipo di riflessione è mancata nel saggio, anche se l’argomentazione rimane molto valida così come la fine del libro, che fa riflettere molto sulla necessità di continuare a combattere ogni giorno per la democrazia (quella vera) e di non darla mai per scontata; perché ci sarà sempre qualcuno disposto a ridimensionarla.
Con la chiarezza espositiva e la fondatezza storica che gli sono proprie, Antonio Scurati ritorna in libreria per parlare di fascismo e populismo. Mai come adesso, si usa il termine populismo con troppa facilità.
“Populismo è una parola vaga, generica, usata spesso in maniera imprecisa, talvolta persino equivoca; una parola-amuleto, cui si ricorre per esorcismi linguistici quando ci si trova di fronte a una realtà sfuggente e inquietante, fantasmatica e minacciosa; la portiamo in giro in processione come si faceva anticamente con la statua del santo patrono nei paesi del Sud di fronte a un cataclisma o a una carestia; dobbiamo maneggiarla con cautela (e persino con parsimonia).”
I movimenti che si alimentano grazie al populismo identificano il popolo con il pronome singolare IO, “Io sono il popolo”, in modo che l’uno fagociti l’altro.
“Io. Io sono il popolo. Attenzione, come abbiamo detto di questa affermazione vale sempre anche l’inverso: il popolo sono io. Il popolo, le milioni di vite ridotte prima a massa e poi compresse dentro una sola persona. È ovvio, dunque, che basta già questa prima regola a definire il populismo mussoliniano come forte tendenza antidemocratica. Popolare, iperpopolare, quindi antidemocratica. Perché se io sono il popolo e il popolo sono io, chiunque non sia con me, chiunque non appartenga al popolo, sarà contro il popolo, fuori dal popolo, suo nemico. Fedele alla sua prima regola, il leader populista stigmatizzerà ogni posizione politica a lui contraria non soltanto come contraria agli interessi nazionali, ma addirittura come estranea alla comunità nazionale. Antitaliana, antiamericana, antifrancese e via dicendo.”
Il leader populista, come lo fu Mussolini, non precede, ma segue. Fa suoi i malcontenti e i malumori del popolo, dà voce alle paure di tutti, per aumentare i propri consensi e distruggere la democrazia
“Al contrario, quel leader conosce solo tattica e nessuna strategia, solo occasioni e nessuna convinzione, solo prassi e nessuna teoria. Quel leader non ha e non vuole avere alcun contenuto, è un uomo cavo, è un vaso vuoto, un dispositivo efficacissimo nell’esercitare la supremazia tattica del vuoto. Sì, perché se tu sei vuoto, se non hai principi, non hai fedi, non hai lealtà, non hai programmi irrinunciabili, non hai obiettivi strategici prefissati, non hai orizzonti imprescindibili, se consideri sacrificabile tutti i tuoi alleati, in politica sarai tatticamente vincente. Sarai vincente perché quel vaso vuoto di volta in volta si riempirà di ciò che si orecchia nelle conversazioni da bar, di ciò che si annusa in un giorno di mercato, di ciò che si percepisce stando dietro la folla, venendo un attimo dopo.”
Dobbiamo aver cura della nostra fragile democrazia
“La democrazia è, invece, più simile alla pianta della vite e come la vite richiede cura costante, sapiente, richiede amore e devozione. La vite deve essere innestata, potata, innaffiata, protetta dai parassiti e legata ai supporti da mani gentili e forti. È un lavoro quotidiano, questo: il lavoro di una vita. Soltanto allora quella pianta fragile e meravigliosa darà il dolce, inebriante vino della democrazia.”
Nota a caldo: Io lo adoro! Una chiarezza espositiva unica.
Do 4 stelle e non 5 per la metafora estremamente sessista in cui l'Italia è paragonata a una donna che viene stuprata. Nel 2024 ancora a fare paragoni del genere? Si può parlare benissimo di antifascismo tenendo in considerazione anche le discriminazioni di genere.
Buena introducción al quehacer del filósofo y profesor de Literatura Antonio Scurati, para los que como yo retrasan enfrentarse a los tochos antifascistas de su proyecto "M".
Es una suerte de "oración civil" escrita a finales de 2022, justo cuando Meloni llega al poder en Italia, que describe en tres pequeños capítulos —Fascismo, Populismo y Democracia— los mecanismos que llevaron a Mussolini, el arquetipo de todo líder populista posterior, a vencer en política: un rápido proceso de violación con las armas y de seducción con la palabra, que como militar y periodista le fue sencillo realizar.
Un pequeño aviso para navegantes de la democracia liberal, que sabe a poco.
Finalmente ho letto qualcosa di Antonio Scurati, era da un po' che volevo provare lol ✨ È un saggio molto breve che potete leggere tranquillamente in un giorno, riprende un discorso fatto dall'autore al Rencontres internationales de Genève. Scurati ci illustra innanzitutto la figura di Mussolini, su come gli è bastato fare alcune mosse giuste per salire al potere ma soprattutto ci mostra come molti aspetti del fascismo si trovino nel populismo attuale, facendo anche esempi che riconosciamo benissimo. È un testo breve, e per certi versi mi ha ricordato "Il Fascismo Eterno" di Umberto Eco, ma è molto importante da tenersi vicino di questo tempi! 👀
Boeiend pamflet. Scurati legt zeer welsprekend uit hoe het fascisme van Mussolini werkte, welke rol zijn populistische insteek speelde en welke link er te leggen valt met de huidige ontwikkelingen.
Anmerkung: Sensible Sprache fehlt hier (Ableismus, Sexismus, Verharmlosung von sex. Gewalt und Silencing von FLINTA als größte Opfergruppe aktueller faschistischer Personen und Systeme) - Autor ist halt ein weißer Mann…der immerhin klar seine eigene Generation kritisiert und mir Fakten zu Mussolini erläutern konnte, klug kommentiert und durchweg mit warnenden Worten!
aber immerhin : er schreibt irgendwie über Merz und Mussolini gleichermaßen - wer CDU, AFD, FDP & Putin(ismus) & Trump(ismus) verhindern will & wer anderen mit nem sehr schmalen Büchlein erläutern will warum wir handeln müssen - Lesen!
Een aangenaam soepel geschreven pamflet met een bittere nasmaak. Bitter, omdat de lessen van het fascisme goed worden toegepast door extreem rechts. En hoe het politieke midden en links verlamd lijken. We zien, we begrijpen soms even maar we weten niet hoe te handelen. Als de democratie een wijnrank is (Scurati), dan weten we niet te snoeien, nog te voeden, nog te steunen. De wijn wordt bitter en vervangen door goedkoop populistisch bier. Gezang wordt gebral. Dansen wordt, nee gelukkig zijn er geen knokploegen. Marcheren gaat niet goed in zompig poldergebied. Wij marcheren niet, wij marchanderen. Verkopen het beste en potten op.
“Deitar sobre ele uma suposta nova luz que negue e ignore a sua escuridão”
“A videira tem de ser enxertada, podada, regada, protegida dos parasitas e atada aos seus esteios por mãos gentis e fortes.” “Só então esta planta frágil e maravilhosa dará o doce e inebriante vinho da democracia.”
Piccolo e densissimo saggio ,a mio parere, di estrema utilità. Mi avventurerei perfino a dire, che l’analisi che ci offre Scurati in questo libretto è perfino più penetrante di quella memorabile di Umberto Eco, che ritroviamo nel suo : “Il Fascismo eterno”. Il libro è fresco di stampa, ma il contenuto, ci dice l’autore ,si basa sulla prolusione tenuta dallo stesso Scurati ai : “Rencontres internationales de Genève” ,del 29 settembre 2022 ,promosso da un gruppo di scrittori e intellettuali nel 1946, con l’obiettivo di ri-celebrarlo ogni anno, per favorire il mantenimento della pace. Scurati accenna al fatto che quel 29 settembre 2022 ,cadeva pochi giorni dopo lo svolgimento delle elezioni politiche in Italia. Il nostro autore si trova da anni nella singolare posizione di scrittore di gran lunga più letto sull’argomento fascismo, anche se ci tiene a presentarsi come romanziere piuttosto che come storico, e quindi si sente quasi in dovere di rispondere alla domanda ovvia che proviene anche dal suo pubblico. Leggi di più : https://gmaldif-pantarei.blogspot.com...
Una lunga benefica riflessione su populismo e fascismo, un’analisi chi si sofferma su alcune caratteristiche insite nella dittatura di Mussolini e “riapparse “ in questi nostri anni. L’incitare e paventare la paura in particolare la paura del nemico allora era il socialismo oggi è l’immigrato, lo scalzare il parlamento e la democrazia troppo lenta a dare risposte al popolo e poi la fisicità del corpo del capo, del condottiero, del capo banda ancora meglio sono le dorsali di un ragionamento storico ma anche sociologico ed estetico del populismo moderno che altro non è che il morbo, il virus mutato della originale idea dannata e sciagurata che si è chiamato FASCISMO italiano. La risposta a questa ritorno sotto altra forma di quella idea totalitaria è rimettersi in cammino e riscoprire il valori dell’ antifascismo democratico e costituzionale in caso contrario la storia potrebbe ripetersi se non nella forma sicuramente negli effetti .
Meer te weten komen over de oorsprong van het fascisme is altijd interessant. Het boek probeert te analyseren op de huidige Meloni-tijd door vergelijkingen te trekken met de jaren ‘30 van Mussolini en doet dat naar mijn mening best sterk. Aanrader!
Interessant historisch perspectief op termen die net te vaak lukraak in het rond geslingerd worden. Eindigt naar mijn mening wel minder sterk dan het begint.
El ideal partisano, tan confiscado aquí por 40 años, tan a la medida presente. Hay un caudillo de tardes de despacho oval que es el renglón recto de aquel, y sin embargo... Hay una franja (no militarizada) que distinguiría a los parientes. Habrá que volver para rememorar el acuerdo o no.
Korte, krachtige redevoering over het belang en de waarde, maar ook de kwetsbaarheid, van de democratie. Over hoe we kunnen leren uit het verleden, en over hoe potentieel gevaarlijk maatschappelijke zelfgenoegzaamheid kan zijn. De metafoor van de wijnrank op de laatste pagina is dan ook uitermate treffend. Deze tekst zet mij aan om meer van Scurati te lezen.
unha análise non tan desacertada das características populistas do fascismo pero que sempre parece deixar fora da análise unhas raíces que se afunden na crise capitalista para rematar nun capítulo totalmente desacertado no que se reivindica unha loita contra este consistente nun “antifascismo cívico baixo a bandeira da democracia de tradicion europea, liberal…” veña non me jodas
Krótki, ale bardzo wartościowy esej, zdecydowanie warty przeczytania. Autor wysuwa ciekawe, trafne spostrzeżenia, które potrafi dobrze ująć, tak żeby umiejętnie trafiały do czytelnika.
Leitura obrigatória para quem se esquece que a história se repete.
A tese central do livro é a seguinte: “Os movimentos, os partidos e, sobretudo, os líderes políticos que desafiam hoje a democracia tal como a conhecemos até agora, isto é, a democracia plena, a democracia parlamentar liberal (…) não descendem do Mussolini fascista. Descendem, sim, do Mussolini populista”.
Em relação às diferenças dos movimentos fascistas/populistas dos anos 20 e 30, para os de hoje: “As diferenças entre os populistas soberanistas de hoje e os nacionalistas fascistas de Mussolini são muitas e cruciais, a começar pelo uso de violência física, sistematicamente praticada pelos segundos, mas não pelos primeiros. Ao contrário dos fascistas da primeira metade do século xx, os populistas de hoje, embora cultivando a tendência para desacreditar as instituições democráticas num sentido iliberal não eliminam pela violência física os seus adversários políticos; mantêm-se, quanto a isso, dentro do perímetro das regras democráticas; conseguem controlar o Parlamento vencendo eleições (salvo quando, uma vez por outra, o atacam, como aconteceu nos Estados Unidos e no Brasil) (…) A verdade, porém, é que os populistas de ontem e de hoje se unem no facto de representarem uma ameaça à qualidade e à plenitude da vida democrática liberal, uma ameaça resumida na centralidade autoritária do chefe”
Na segunda metade do livro o autor descreve os métodos usados por Mussolini quase como um manual para chegar ao poder e a comparação com o Trump e semelhantes torna-se ainda mais clara e inevitável:
Métodos: * Personalização autoritária - “Revolução linguística(…)cada frase um slogan. (…)os seus artigos nunca manifestaram qualquer preocupação de coerência ontológica, isto é, de ancorar as palavras na realidade. (…) todas aquelas afirmações altissonantes, gritadas (…), eram sempre precedidas pelo pronome pessoal singular: eu digo, eu prometo, eu ameaço…eu, eu, eu” * Polémica antiparlamentar - “O ataque retórico à democracia passa pela propaganda contra o parlamentarismo. (…) Mas, se eu sou o povo e o povo sou eu, o Parlamento torna-se uma perda de tempo. Não por acaso, a violenta polémica antiparlamentar, que retrata o Parlamento como uma complicação inútil, um lugar de corrupção e enganos (…) encontra-se na origem de todos os movimentos populistas” - “Mesmo a imagem da classe política liberal, retratada como uma “casta” fechada nos seus privilégios, autorreferencial e surda às reclamações do povo” * Comandar seguindo - “Sim, porque quem é oco, quem não tem princípios, não tem crenças, não tem lealdade, não tem programas irrenunciáveis, não tem objectivos estratégicos preestabelecidos, não tem horizontes incontornáveis, quem considera dispensáveis todos os seus aliados, sairá taticamente vitorioso na política. Sairá vitorioso porque esse copo vazio se encherá, de tempos a tempos, com o que ouve nas conversas de café, o que fareja num dia de mercado, o que percebe estando atrás da multidão.” * Política do medo - “um líder populista quase nunca apela à esperança do seu povo, mas quase sempre aos seus medos” * Transformar o medo em ódio - “O Mussolini populista atiça, primeiro, o medo. Depois, porém, faz esta segunda jogada. Diz: “a ameaça é gravíssima, é iminente, é mortal: o perigo são os socialistas; são os estrangeiros, querem invadir o nosso país; são estrangeiros, mas estão instalados no nosso território. Há que ter medo deles, mas não devemos limitar-nos a ter medo deles, devemos odiá-los, não basta temer, é preciso odiar””. * Simplificar a vida moderna - “Mussolini foi um dos primeiros a intuirem as implicações políticas do sentimento de opressão provocado em todos nós pela enorme complexidade da vida moderna”. (…) Percebeu que o fascismo (…) podia valer-se da brutalização da vida política capaz de aniquilar o pensamento. (…) Assim, a propaganda do populismo fascista bate insistentemente nesta tecla: a realidade não é tão complexa como a apresentam os velhos liberais (…) Tudo é reconduzível a um único problema. Esse único problema é reconduzível a um inimigo. Esse inimigo é identificado num estrangeiro, um estrangeiro invasor. O estrangeiro invasor é liquidável. Problema resolvido”.
———
Duas frases, fora desta nota, que queria deixar aqui destacadas:
“Nós, as civilizações, sabemos agora que somos mortais” — escreveu Paul Valéry no dia seguinte à eclosão da Primeira Guerra Mundial.
“Época tumultuosa (…) na qual tudo, literalmente tudo, é possível. Anos formidáveis, em que ‘um dia se sai da cadeia e no dia seguinte se é presidente do Conselho’”. — trouxe-me à memória o período pós-25 de Abril.
Veloce ed efficace, testo tratto dal discorso con cui Scurati intervenne a Ginevra nel 2022; credo comunque non alzi di un millimetro la coscienza civico-civile di quanti sono allineati sulle posizioni del titolo.
"Eis a promessa da História, a promessa que se promete a si mesma: o futuro pertence-nos. O futuro é um de nós. Eis o compromisso da História: a história não está escrita de uma vez para sempre, a história é sempre luta pela história. A história somos nós."
"Tomar consciência do nosso passado nefasto pressupõe, com efeito, uma prévia e radical assunção de responsabilidades. Para podermos olhar o fundo do abismo, é necessário ver o abismo dentro de nós próprios"
"Tendo o fascismo do início do séc. XX sido, a meu ver, um fenómeno eminentemente histórico, isto é, um movimento político da história na dupla aceção subjetiva e objetiva do genitivo - isto é, um produto da história e, simultaneamente, um momento de brusca mutação na história - não é suscetível de se reapresentar da mesma forma"
"Quando se reduz a vida, mesmo a vida privada, mas sobretudo a vida política, aos seus humores [...] está-se a reduzi-la, de facto, quase sempre, aos seus maus humores"
"... um líder populista quase nunca apela à esperança do seu povo, mas quase sempre aos seus medos"
"Se, com uma das mãos o fascismo semeava o medo, com a outra o populismo fascista foi capaz de o dissipar transformando-o"
"Quando se odeia alguém, sentimo-nos vivos - como quando amamos e, porventura, ainda mais"
"A democracia é, contudo, mais parecida com a videira e, tal como ela, pede amor e devoção. A videira tem de ser enxertada, podada, regada, protegida dos parasitas e atada aos seus esteios por mãos gentis e fortes. É um trabalho quotidiano, o trabalho de uma vida inteira. Só então esta planta frágil e maravilhosa dará o doce e inebriante vinho da democracia"
Ik begon vorig jaar in Scurati's magnum opus 'M', dat ik nog niet uitlas. Niet omdat het niet goed en boeiend is, maar het is een boek dat je niet zomaar even tot je neemt. Het is zo goed en in een aanzienlijk taalniveau geschreven dat het slecht aansluit na een vermoeiende of deprimerende werkdag. Dit terzijde.
Zijn korte pamflet 'Fascime en populisme' had ik eigenlijk willen lezen vóórdat ik aan 'M 'begon, zodat ik een helikopterview van het fascisme en Mussolini paraat had. Bij deze, nietwaar. Wat ontbreekt in dit boekje is een concrete uitwerking van zijn eindconclusie: 'We moeten de strijd tegen het antifascisme weer oppakken.'
Voor mensen die iets meer concrete do's and don't nodig hebben schreef historicus Timothy Snyder 'On Tiranny' (ook een aanrader!), maar het had in mijn optiek niet mogen ontbreken in dit pamflet.
Ik las dit boekje in #koboplus, en nu kun jij dat ook doen.
Não é só um livro de análise sobre o que era e é o fascismo, ou como ele surgiu, é um livro sobre o que significa o fascismo na sua alma, no seu lado emocional. Espetacular na descrição, na relação com os acontecimentos históricos da crivação do fascismo nas mãos de Mussolini.
“ Estava-lhe dado a política da esperança e ele, então ansioso para encontrar um caminho diferente que eu conduzisse o poder, compreendeu que existia, como existe hoje em dia, uma única paixão política mais poderosa do que a esperança: o medo “
2,5⭐️ Such a small booklet, and yet... I've restarted reading it at least 34 times already and I'm merely half way.
Almost EVERY sentence takes up a minimum of 4 bombastical lines, making it almost imposible to keep up for 'neuro divergent' (read ADHD) folk like myself, let alone our low-literated fellow civillians. It's not very encouraging to halt after every single alinea because you already forgot 2/3 of that one single (!) sentence, let alone linking the relation between those subordinate clauses.
Which makes me wonder 🤔 Does the author really wants to fight populism and fascism with this tiny booklet? Was there no editor available? Is this just Italian style of writing ? [Sorry, I only watched the amazing Mussolini series] Or is it mere preaching to the choir?
A missed opportunity in times when populistic fascism needs critically thinking civillians more than ever.
‘Volks, hypervolks, en derhalve antidemocratisch. Want als ik het volk ben [Geert] en het volk ben ik, dan is iedereen die niet met mij is, die niet bij het volk hoort, tegen het volk, die valt buiten het volk, buiten de gemeenschap, die is er een vijand van.’
Boeiend boekje over de werkingen van populisme en fascisme. Wel alleen betrokken op Mussolini. Lezing-achtige stijl. Niet heel diepgaand, maar dus wel toegankelijk.