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La morte a Venezia - Tonio Kröger - Tristano

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Un attempato professore sconvolto dalla visione di uno splendido adolescente, uno strano amore nato in un sanatorio, un'incerta vocazione letteraria che si scontra con un richiamo alla normalità borghese. Grottesco e tragedia si intrecciano paradossalmente nei tre brevi capolavori del più importante scrittore tedesco della prima metà del novecento.

173 pages, Paperback

First published January 1, 1903

64 people are currently reading
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About the author

Thomas Mann

1,908 books5,267 followers
Librarian Note: There is more than one author in the GoodReads database with this name. See this thread for more information.

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Serbian: Tomas Man

Thomas Mann was a German novelist, short story writer, social critic, philanthropist, essayist, and Nobel Prize laureate in 1929, known for his series of highly symbolic and ironic epic novels and novellas, noted for their insight into the psychology of the artist and the intellectual. His analysis and critique of the European and German soul used modernized German and Biblical stories, as well as the ideas of Goethe, Nietzsche, and Schopenhauer. His older brother was the radical writer Heinrich Mann, and three of his six children, Erika Mann, Klaus Mann and Golo Mann, also became important German writers. When Hitler came to power in 1933, Mann fled to Switzerland. When World War II broke out in 1939, he emigrated to the United States, from where he returned to Switzerland in 1952. Thomas Mann is one of the best-known exponents of the so-called Exilliteratur.

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36 (2%)
Displaying 1 - 30 of 92 reviews
Profile Image for SCARABOOKS.
292 reviews264 followers
September 3, 2021
Uno dei libri da rileggere, ogni tanto. Fosse anche solo per guardare cose che ti erano sfuggite o che non avevi apprezzato come meritano. Per esempio il modo in cui Mann prepara e preannuncia fin nelle prime pagine la trappola in cui manda a finire il povero, rigoroso Von Aschenbach. Solo la vita è capace di prepararti trappole così, mischiando le nostre debolezze con casualità e sincronismi che sembrano essere organizzati da una mente cattiva. E la trama, come la vita a volte, è così cattiva e sicura che la trappola comunque funzionerà così inesorabilmente, da potersi permettere anche di lasciare tutta una serie di messaggi premonitori. Che potresti cogliere. E sottrarti. Il professore infatti ci prova, a sottrarsi. Ma poi ci ripensa, come capita a tutti. Sono peraltro tutti narrativamente bellissimi questi segni anticipatori: dal vecchio col naso camuso che esce dal cimitero e poi sparisce della prima pagina, al viaggio “sbagliato” in Istria, al gondoliere imbroglione fino alla clessidra in cui la sabbia comincia a vorticare.

Poi, certo, ci sono il volto mefitico e diabolico di Venezia, reso così bene nel film di Visconti; l’incombere della morte e la propensione da incoscienti a giocarci che la passione induce; la riproposizione del mito di Apollo e Giacinto; la visione mistica della bellezza come veicolo verso una illusione di trascendenza, come una sorta di disvelamento miracoloso del Divino e il rapporto alchemico, ambiguo e pericoloso, della conoscenza e dell’arte con l’eros, con le pulsioni.
Roba magmatica, potentissima, raccontata in poche pagine, con la solidità della prosa di Mann. E non bisogna scordarsi che siamo alla vigilia della prima Grande Guerra, mentre il suo mondo stava per disfarsi definitivamente. Leggere questa roba vale come poter sentire a distanza di un secolo il polso di un moribondo e potergli ancora misurare la febbre; perché si entra attraverso il sangue dei sentimenti nel corpo debilitato dell’Impero alla vigilia del dissolvimento. E che comincia a desiderarlo, il cupio dissolvi. Proprio come Von Aschenbach.

Stavolta però più di tutto a colpirmi è stato proprio il tema che Mann tocca del rapporto tra Eros e creatività. Qualcosa che confina da un lato con la bellezza divina e dall’altra con le pulsioni più abissali. E in particolare mi riferisco a quella specie di effetto biochimico, da endovena tossica, che la passione genera e che induce il cervello umano a prodursi al massimo della sue potenzialità espressive. Una energia strabordante che porta anche il più comune degli individui e in una qualche forma, a offrire, al pubblico fatto di una sola persona, “lo spettacolo di arte varia di uno innamorato di te”. Il professor Aschenbach possiede l’arte della parola e sul rapporto tra l’eros e la parola ad un certo punto si può leggere una cosa così:

“Mai egli aveva sentito più soavemente la voluttà della parola, mai aveva così ben compreso che Eros è nella parola, come sentiva e capiva adesso durante le ore pericolose e squisite in cui, seduto al suo tavolino rozzo sotto la tenda, contemplando l’idolo e ascoltando la musica della sua voce, componeva a immagine della bellezza di Tadzio la sua breve dissertazione — quella pagina e mezzo di prosa altissima la cui purezza, nobiltà e vibrante energia doveva suscitare di lì a poco l’ammirazione universale. È certamente un bene che il mondo conosca soltanto la bella opera e non le sue origini, non le condizioni e le circostanze del suo sviluppo; giacché la conoscenza delle fonti onde scaturisce l’ispirazione dell’artista potrebbe turbare, spaventare, e così annullare gli effetti della perfezione. Ore singolari! Strana fatica snervante! Strano e fecondo accoppiamento dello spirito con un corpo!”
Profile Image for zumurruddu.
139 reviews151 followers
sospesi
October 11, 2017
Tonio Kröger - ★★★

[...] ciò che si dice non sarà mai la cosa essenziale, bensì soltanto il materiale, in sé e per per sé indifferente, mediante il quale bisogna comporre, ricorrendo a una giocosa e tranquilla superiorità, l’edificio estetico. Se le importa troppo di quello che ha da dire, se il suo cuore batte troppo caldamente, può essere sicura di un fiasco totale. Diventa patetica, sentimentale, e qualche cosa di greve, di goffamente serio, di incontrollato, di non ironico, di sradicato, di noioso e di banale, viene fuori da sotto le sue mani, e la conclusione è nient’altro che l’indifferenza degli altri, e la delusione e il dolore dentro di lei… [...] il sentimento, il sentimento caldo, intenso è sempre banale e inutilizzabile, e artistiche sono soltanto le irritazioni e le fredde estasi del nostro distrutto, artistico sistema nervoso. È necessario essere qualcosa di extra-umano e disumano, avere con l’umano un rapporto singolarmente remoto e privo di partecipazione per essere in grado di essere tentati di giocare, di giocare con l’umano, di rappresentarlo in modo efficace e con gusto. Il dono dello stile, della forma e dell’espressione presuppone già di per sé questo rapporto freddo e schifiltoso con l’umano, e anzi presuppone un certo impoverimento, una certa aridità umana. Perché il sentimento sano e forte, questo è il punto, non ha gusto. È finita per l’artista appena diventa uomo e comincia ad avere sensazioni.

Mah, sarà anche vero, non so, ma a me più che dell’estetica, del gusto, della grazia, del compitino fatto bene, interessa l’anima di chi scrive. Io preferisco uno che si strappa le viscere e me le mette davanti al naso e agli occhi.
Alla fine comunque mi fa un po’ pena questo Tonio combattuto tra la pulsione artistica e il conformismo borghese, che non riesce a essere né carne né pesce. “Vorrei dormire ma tu vuoi danzare” - senti, o vai a dormire, o ti pigli un caffè...

Ma il mio amore più profondo e più segreto va a coloro che sono biondi e hanno occhi azzurri, che sono chiari e viventi, ai felici, a coloro che sono amabili e usuali.

Mmmh... pur non essendo un’artista maledetta, temo che non godrei delle tue simpatie, caro Thomas - ma del resto è reciproco.

(però prima o poi ci provo a leggere i Buddenbrook, promesso)
Profile Image for John.
1,686 reviews130 followers
March 13, 2025
Three excellent novellas. Death in Venice a story of Gustav von Aschenbach, an elderly, disciplined and successful writer who travels to Venice seeking inspiration. The story follows his obsession with a beautiful young Polish boy named Tadzio. There was s no dialogue between the two of them. Gradually, Gustav declines emotionally and physically as Venice also has a cholera epidemic.

Tristan is a forerunner to The Magic Mountain. Tonio Kroger is the author describing the struggle and despair of an artist trying to live an everyday life.
Profile Image for arcobaleno.
649 reviews163 followers
February 19, 2022
Rappresentare l'umano senza prendervi parte...
Ero interessata alla lettura di "La Morte a Venezia" e ho trovato questa raccolta contenente anche altri due racconti: "Tristano" e "Tonio Kröger" (3x1 !). Mi sono fidata del ricordo (a dir a verità, ormai lontano) di una buona impressione al mio primo approccio con Thomas Mann per la lettura giovanile de "I Buddenbrook", e ho iniziato con buone prospettive.
Ma... la lettura è proceduta a fatica, trascinata con poca partecipazione da parte mia. Sono dovuta arrivare alle ultime pagine dell'ultimo racconto (Tonio Kröger) per sentirmi un po' coinvolta. Ho trovato la scrittura di Mann perfetta nello stile, per carità, ma fredda e poco "sentita", a volte anche astratta e concettosa, almeno per il mio semplice punto di vista. E dire che molti spunti per le sue storie le ha ricavate dalla sua vita e dalle sue esperienze, ma forse le ha troppo oggettivate e... raffreddate.
Ripeto, è la mia modesta opinione che farà inorridire molti lettori, ma, insomma, ho percepito un Thomas Mann troppo costruito e distante dalle mie corde. Ad avvalorare questa mia impressione, ho trovato nella parte centrale di "Tonio...", quella che si potrebbe considerare il suo manifesto artistico, proprio queste osservazioni:

È necessario trovarsi, rispetto all'umano, in una situazione stranamente lontana e distaccata, per essere in grado...di farne oggetto di rappresentazione, di gioco, per raffigurarlo con gusto e con efficacia. Il dono dello stile, della forma, dell'espressione ha già come presupposto un simile atteggiamento freddo e schifiltoso verso l'umano... Il sano e gagliardo sentimento è privo di gusto. Appena diventa uomo e accessibile al sentimento, l'artista è finito.

Ecco, io mi sento invece terrena e ho bisogno di comunicare con l' "umano" attraverso i sentimenti, in ogni forma di Arte.
Profile Image for Lobstergirl.
1,922 reviews1,436 followers
December 4, 2010
Death in Venice is exquisite. Tristan seems like preparation for The Magic Mountain: strange, comical characters having conversations in a sanatorium. Tonio Kröger starts out nicely - a 14 year old youth having a boy crush on his popular friend, then (our protagonist having grown older) dips into an unfortunate midsection where he muses on what it is to be an artist, then finishes beautifully. Give this man a Nobel.
Profile Image for Kaph.
154 reviews43 followers
August 10, 2017
Verdict: An existentialist autobiographical fable of limerent boy-love by the Bridge of Sighs that leaves me confused and put-off.

I really don’t feel qualified to comment on this book. Clearly I’m missing something. I have that same feeling as when I go to the Tate and ponder the blue square on the wall. There is obviously some other dimension to this work, which I am unable to perceive. Personally, I suspect it to be a pants dimension but my blindness leaves me nonetheless, without the proper guides and vocabulary to comment or criticise intelligently. It is a perfectly nice blue square on a wall and ‘Death in Venice’ is a perfectly serviceable cautionary tale about the dangers of boy-love. We’re just going to have to evaluate it from that baseline.

‘Death in Venice’ tells the story of Gustave Aschenbach, an author/academian of some repute, who is struck by a mid(later?)life crisis of sorts and decides to go on holiday to the Adriatic Coast. Except the Adriatic coast sucks so he goes to Venice, a twist I think we all saw coming. Once there he is captivated by a beautiful young boy probably named Tadzio. For clarity’s sake, I don’t mean young 20 something stud here, I mean little pre-pubescent, dressed in a sailor suit boy-child.

We’ve only got the probable name of this boy because Tadzio and Aschenbach are never formerly introduced; the latter preferring to spy on the former from behind a newspaper and to follow him at distance around the city when he goes on outings with his family. There is no indication within the book itself that this is any less creepy than it sounds. Like all good things, this arrangement must one day come to an end. Eventually Tadzio and Family leave Venice and Aschenbach dies* of the plague. Luckily these events occur in the order with which I have related them so Aschenbach is not overly put out by his titular demise. The end.

So what do we make of this then? Let’s back off the plot for the time being and start with the mechanics of this little book. Intrigant. Selfabnegation. Pusillanimity. These are just a few of the exciting words you will encounter on your journey through ‘Death in Venice’. I found these particular examples all on the same randomly opened page. Nothing wrong with a book that stretches the reaches of your vocabulary, just be prepared. This novel is unashamedly of the ‘by authors, for authors’ mini genre (previously encountered in the likes of ‘Cakes and Ale’ and ‘Possession’).

This means, in addition to the 10 carat word selection, you can expect a deal of musing on the nature of life as a professional wordsmith, especially at the beginning. Also, Mann is German, so the dark spectre of existentialism is never far. I didn’t mind it so much in this book though where it presents more as Lovecraftian auras lurking in the shadows of barely met people; a man on the steps of a Cathedral, an abrupt gondolier. This quasi-horror motif was, for me, the strongest part of the book and ties straight into the creeping plague the locals insist on denying. Mann creates his horrors in bright daylight so it’s all the more disturbing.

Finally, the whole shebang, as I understand it is rather autobiographical, not just in the main character being a German writer but also in the obsession with the boy. And now I’m back in bewildering waters. The ingredients are German existentialism, writerly self-examination and classical boy-love, and despite finishing the text I’m still not sure what the recipe was for.

Passion? Redemption? Confession? Pathos? An indictment of the Italian tourist board? Is it this ambiguity that puts this novella on the Guardian’s 1000 best novels list? Is it a case of so many people arguing about what it means they’ve collectively decided it must be genius? Or is there just some big, obvious point I’m missing? Either way I’m afraid I, personally, can’t be asked to expend more time on analysing this awkward little text.

I still don’t get it so this rating has to come from the gut without the aid of higher layers of analysis. Basically, I didn’t care for ‘Death in Venice’ and I think if you told me you really really loved it I would judge you. So it gets a 1. If you came here for my recommendation it is simply; don’t bother.

*It’s not a spoiler if it’s in the title.
Profile Image for Andrea.
142 reviews10 followers
March 3, 2018
Thomas Mann è uno scrittore alquanto complicato da leggere e da recensire: la sua è una prosa barocca, di stampo realista ma ingioiellata da potenti introspezioni, pagine filosofiche e riflessioni sull'arte, sulla vita e sulla musica, i suoi eroi raggiungono vertici di tensione che suscitano disagio ed inadeguatezza, e le vicende di cui narra sono sospese in un clima decadente e pieno di tormento.
Più che uno scrittore per pochi, è un autore per chi ha pazienza e voglia di ascoltare e riflettere.

Il libro in questione raccoglie tre dei suoi più famosi racconti, i cui impianti messi assieme restituiscono una visione quasi totale della sua poetica e del suo stile, e sono un ottimo punto di partenza prima di cimentarsi con lavori più lunghi e meticolosi quali I Buddenbrook o La montagna incantata.

La morte a Venezia, il primo dei tre lavori qui presenti, è una tormentata vicenda omoerotica che si consuma negli sguardi e nei pensieri del protagonista, Aschenbach, sullo sfondo di una Venezia vicina alla devastante epidemia di colera.

Le osservazioni e gli incontri di un solitario silenzioso sono insieme più sfumati e più netti di quelli dell'uomo socievole, i suoi pensieri sono più gravi, più singolari, e mai privi di un'ombra di tristezza. Impressioni e percezioni facilmente eliminabile con un'occhiata, un sorriso, uno scambio di opinioni, lo preoccupano oltre misura, si approfondiscono nel silenzio, diventano importanti, si trasformano in evento, in avventura, in sentimento. (p.24)

Aschenbach è una sorta di alter-ego di Mann, uno scrittore dalla sensibilità decadente, un esteta che si innamora dell'equivoca bellezza di un quattordicenne polacco di nome Tadzio, e arriva ad intravedervi un canone di perfezione classica, tipicamente greca: non a caso, in una delle ultime pagine, il protagonista, dopo aver cominciato a metabolizzare le proprie pulsioni omosessuali, si confronta con il Fedro di Platone, principalmente con l'ideale platonico di bellezza, sempre pervaso dalla figura di Eros.

Il racconto è profondo e allo stesso tempo angosciante, Mann restituisce il ritratto di un artista travagliato e messo in discussione dai suoi stessi ideali, un uomo che si confronta con le sue stesse passioni perverse e per mezzo di esse è condotto a gramo destino. E il tutto viene coronato dal ricco simbolismo, di matrice sia estetica sia greca, attraverso cui l'autore delinea la figura in sé dello scrittore: esso è colui che soffre delle pulsioni che descrive e degli scorci che riesce a delineare mediante la parola, è colui il cui amore per la bellezza e la raffinatezza sconfinano in un atteggiamento di disagio nei confronti dell'esistenza. Tra i tre è probabilmente il racconto che più fa riflettere, tuttavia è il più difficile da digerire: Mann, in queste poche decine di pagine, ha condensato tutta la sua triste crisi interiore.

Anche in Tonio Kröger è presente un Eros confuso ed incompreso: il protagonista, di cui viene principalmente delineata la sua sensibilità artistica, vive due innamoramenti, rispettivamente il primo nei confronti di un giovane ragazzo in età adolescenziale e il secondo nei riguardi di una donna in età più matura. Emblematico il capitolo IV, ove il giovane scrittore si confronta con l'amica Lisaweta Iwanowna sul senso della ricerca artistica e sulla sorte dell'artista: la tensione all'arte porta con sé un alone di tragicità, giacché per la ricerca c'è sempre un prezzo da pagare affinché si possa trovare la propria strada. Ed è attraverso un ritorno alle proprie origini, un viaggio in Danimarca, che Tonio Kröger spera di portare a compimento il proprio conflitto interiore. In realtà, come tutti gli eroi tratteggiati da Mann, arriverà ad un vertice di tensione in cui si scoprirà incapace di conciliare vita e arte: l'artista è condannato a perseguire un obiettivo che non gli darà mai soddisfazione definitiva, la ricerca sarà sempre momento pieno di angoscia e di sofferenza, e anche qualora si raggiungesse la presunta comprensione della vita, un tale ideale verrebbe presto messo in discussione e si avvierebbe un nuovo cammino. Il racconto fa soprattutto riflettere in questo, ovvero nel binomio vita-arte, senza risolverlo con il tipico disprezzo decadente, bensì con un approccio quasi "esistenzialista".

L'ultimo dei tre racconti, Tristano, fa quasi il verso all'opus magnum di Mann, La montagna incantata, anche se in realtà vuole essere una satira nei confronti del Tristano e Isotta di Wagner. Ambientato nel sanatorio "La Quiete", ritorna ancora una volta una storia d'amore, stavolta tra un uomo e una donna, tra uno scrittore e una malata di polmonite, ove vengono messi in forte contrapposizione lo spirito dionisiaco e lo spirito apollineo di Nietzsche. L'Eros, questa volta, si esprime nella comprensione e nella certezza di poter elevare la dignità dell'amata: lo scrittore Spinell, infatti, dopo aver approfondito la conoscenza della donna amata, si convincerà del fatto che col suo attuale marito essa venga svalutata, a favore invece del figlio sano e pieno di vitalità. La vicenda si chiude con un elemento estremamente inquietante, preceduta dallo scontro tra i due uomini, ovvero tra due concezioni di vita, quella idealistica dello scrittore e quella pragmatica del borghese capitalista.
Profile Image for Andrea.
48 reviews7 followers
July 12, 2017
I used to be an avid reader although I've always been a slow one. The last couple of years have seen my reading slow to a crawl and this year my only resolution has been to try and read two books a month. So far I'm doing okay.
As regards to my writing, it has always been erratic and never very good, punctuation is a mystery to me. What I'm getting at is that this is not really a review but a pep talk to myself.
This book has reignited my love for good writing. Thomas Mann wrote these short stories over one hundred years ago and they describe thoughts that I have had and deeply personal contradictions that I have no way of putting into words myself. In other words they do exactly what great writing should do but what most writing very rarely does. Although I may now read something completely different I'll always owe a debt to Mann for reminding me that there is always a point to reading and there is always something new to learn.

Now for some science fiction.
Profile Image for Bibliophyla.
70 reviews78 followers
Read
January 29, 2022
“Paura e piacere, è una curiosità atterrita di quello che sarebbe accaduto.”

È stato affascinante rivivere la mia bella Venezia attraverso gli occhi di Mann.
Profile Image for Sally68.
298 reviews32 followers
December 23, 2018
“MORTE A VENEZIA”
Dei tre racconti è quello che ho amato di più, non è stata una lettura facile per me, soprattutto i primi due capitoli, da li in poi si entra nella storia. Si parla di omosessualità, (al limite della pedofilia, vista la differenza di età dei due, anche se tutto resta su un livello effimero di soli pensieri), di desideri,di bellezza, di passione con grande delicatezza e maestria, mentre aleggia su Venezia l'ombra del colera.
Mi ha appassionata Mann quando racconta i fatti un po meno quando si perde infinite descrizioni filosofiche su se stesso e sul suo stato d'animo, stoppando la fluidità della narrazione. Ci sono stati diversi tratti dove sono stata tentata di abbandonare per la pesantezza delle sue infinite elucubrazioni, resta comunque una scrittura ricercata, probabilmente un po troppo, a tratti, impegnativa per me.
56 reviews2 followers
December 23, 2021
elegantly written with a lot of ardour but these (especially tonio kroger) is an unhealthy example of a man looking too far into himself. one should not read these books often
Profile Image for Francesco Izzo.
50 reviews1 follower
August 23, 2015
Thomas Mann,esponente della letteratura borghese ormai scomparsa, è bravissimo nel descrivere esattamente stati d'animo,movimenti,avvenimenti e riflessioni dei suoi personaggi.Questo non significa che io ne condivida sempre però il pensiero,il gusto e le considerazioni che a volte attraverso di essi ci vuole trasmettere. Pur bellissima nei suoi riferimenti classici al platonico Fedro, all'Erotikos di Plutarco ed alle divinità e miti antichi,la narrazione di "Morte a Venezia" viaggia in un'atmosfera malata e decadente. Aschenbach (lett."Torrente di cenere") è morboso e pederastiaco- anche se sublimandolo- nel suo interesse appassionato al giovanissimo Tadzio,e si crogiola nella sua "cupio dissolvi" compiacendosene fino alle estreme conseguenze.Bellissime e funzionali,nell'atmosfera onirica e allucinata, le figure dei messaggeri di morte (barcaiolo iniziale, teatrante grottesco e Tadzio-Hermes finale).

Tonio Kröger è invece figura interessante e a mio parere positiva. Le sue riflessioni sull'artista, che finge ma che alla fine ha sete dei sani sentimenti della vita tranquilla, sono da me pienamente condivise.

"Tristan", pur se di nuovo calato in uno sfondo malato (un sanatorio) e con un finale anche tragico, è però divertente nello stile e nell'intento satirico di presa in giro del sedicente grande scrittore Spinell.E' vivo nel confronto dei personaggi -soprattutto nello scontro tra il commerciante Klöterjahn (Klöten in basso tedesco= testicoli)e il meschino/"anima bella" Spinell; ed è pirotecnico nel finale,in cui un semplice bimbo con uno sberleffo polverizza perfin lo stile e la sicumera autoimpostasi dallo scrittorucolo.
708 reviews186 followers
November 13, 2014
"La sua bellezza era inesprimibile e, come altre volte, Aschenbach sentí con dolore che la parola può, sí, celebrare la bellezza, ma non è capace di esprimerla."

Tre racconti decisamente caratteristici del premio Nobel Thomas Mann. Tre racconti diversi e simili allo stesso tempo, che ben rendono giustizia allo stile particolare dello scrittore.

La morte a Venezia è quello più intenso, emotivo, più ricco stilisticamente, e che naturalmente mi è piaciuto di più. E' un racconto tutto interamente soggettivo, visceralmente soggettivo, in cui la narrazione si piega al turbine di emozioni del protagonista. E così, sullo sfondo di una meravigliosamente decadente Venezia, consumata alla fine dal colera, si consuma una storia d'amore a senso unico, intensa e vibrante.

Tonio Kroeger è presentato come un racconto autobiografico: e già l'autore prende le distanze da quel che racconta, dalle torbide emozioni di un'adolescenza rievocata.

Infine, Tristano: un'altra storia d'amore a senso unico, quasi immaginata, che si snoda attraverso la musica di Wagner, in un trionfo squisitamente romantico.

A condire il tutto, le interessantissime disquisizioni sull'arte, forse vero motivo conduttore di tutta la produzione dello scrittore.
Profile Image for Tseboim.
44 reviews
Read
July 27, 2023
Che cos’è la salute davanti a un giorno, una settimana, un secondo in più con l’amore? Chi può vincere davvero alla fine, il forte o il debole? Come puoi vivere in pace, se ti chiami sia Tonio, sia Kröger?

Sono 3 piccoli libricini, di 100 pagine ciascuno circa, con argomento comune la malattia e la bellezza: a volte quest’ultima è letteralmente mozzafiato, a volte è troppa, ma non può che durare un attimo, e a volte è la tua rovina, tanto da confidare che “tanta bellezza m’innervosisce”.
Consiglio di leggerli uno subito dopo l’altro.
Un bellissimo svezzamento se in lista c’è “I BuddenBrook”.

Profile Image for Lucio Aru.
Author 1 book35 followers
June 5, 2018
Mann l’ho voluto leggere e, diciamocelo, mi sono dovuto sforzare un pochino. Chiaramente non può essere scorrevole quanto un contemporaneo. In più è anche un tratto distintivo del suo stile l’essere un po’ lento e “difficilino”. Tra i tre brevi romanzi La morte a Venezia è quello che più mi ha appassionato. Vorrò leggerlo anche in lingua originale. Ho fatto un fioretto!
Profile Image for Andrea.
96 reviews43 followers
March 23, 2020
Un vecchio uomo e una città morente.
Due entità che convivono in un libro dai forti contenuti sentimentali. Il capolavoro di Mann è un racconto breve ambientato in una Venezia spettrale che fortemente mi richiama alla mente quello che tutti noi stiamo provando in questi giorni nei quali il Covid-19 imperversa nelle nostre esistenze e ci costringe a creare città fantasma.

Gustav Aschenbach è un famoso scrittore tedesco che sente l'esigenza di partire, viaggiare nella speranza di migliorare la sua salute minata da problemi cardiaci. Dopo alcuni ripensamenti, si convince a partire per Venezia.
Tra gli ospiti del grande albergo in cui alloggia, la sua attenzione cade su una nobile famiglia polacca in vacanza: tra di loro c'è un ragazzo di più o meno quattordici anni abbigliato con un vestito alla marinara. Per Gustav è un colpo di fulmine folgorante. Lo scrittore rimane affascinato dalla bellezza del ragazzo al punto da cominciare a spiarlo in segreto.

Tadzio, questo il nome del giovane, con la sua sola presenza suscita in Aschenbach forti sentimenti che il protagonista esprime con una serie di atteggiamenti ed emozioni tipiche degli innamoramenti adolescenziali.

Tutta la vicenda si sviluppa all'inizio del XX secolo quando a Venezia sta per irrompere una terribile pestilenza. Mann è esemplare nel descrivere una città che si avvicina a un punto critico e seppure molti continuino, in maniera decisa, a voler celare il vero pericolo, ormai la sua decadenza è così palese e tangibile che resta poco da fare.
I giorni di reclusione forzata che stiamo vivendo a causa del Coronavirus mi hanno fatto ricordare le sensazioni provate durante la lettura, quando Mann descrive il vecchio a passeggio per le vie deserte della Venezia in piena emergenza sanitaria. Sensazioni di isolamento, decadenza e solitudine che riviviamo appena usciamo di casa per recarci al lavoro o per andare a fare la spesa. Strade deserte, sanificazioni degli ambienti, la paura di quello che potrebbe verificarsi si ritrovano in queste righe intrise di potenza emotiva amplificata dagli impulsi che Gustav prova nei confronti di Tadzio.

È certamente un bene che il mondo conosca soltanto la bella opera e non le sue origini, non le condizioni e le circostanze del suo sviluppo; giacché la conoscenza delle fonti onde scaturisce l'ispirazione dell'artista potrebbe turbare, spaventare, e così annullare gli effetti della perfezione.


Col passare dei giorni infatti, l'esistenza di von Aschenbach ruota sempre più ossessivamente attorno a Tadzio, simbolo per lui di una gioventù svanita, ma anche oggetto di istinti omosessuali che lo scrittore non era consapevole di possedere o che forse aveva fino a quel punto represso.

La solitudine genera l'originalità, la strana e inquietante bellezza, la poesia, ma anche il contrario: l'abnorme, l'assurdo, l'illecito.


Il racconto si conclude inevitabilmente alla spiaggia del Lido, dove Aschenbach osserva Tadzio giocare con gli amici. Il ragazzo ad un tratto lascia i compagni e si dirige al largo ma, prima di svanire alla sua vista, volge e condivide un ultimo sguardo col suo ammiratore morente. Lo scrittore rimane totalmente estasiato dalla bellezza del ragazzo, il quale alza il braccio verso l'orizzonte a voler indicare qualcosa, e, nel delirio degli ultimi istanti di vita, Gustav immagina se stesso intento a seguirlo verso un ideale irraggiungibile ultraterreno. Il suo corpo ormai esanime viene scoperto poco dopo.

E' un romanzo breve che fa molto riflettere. Un uomo ormai al tramonto della vita che viene "riattivato" e condotto alla follia da emozioni travolgenti nate da una visione di assoluta bellezza.
A fare da sfondo alle vicende, un affresco perfetto di una Venezia in piena decadenza nella quale la morte scorre per tutti i canali.

Un libro da leggere sicuramente. Non aspettatevi un racconto leggero (come vi sarete già immaginati a questo punto) ma preparatevi ad un viaggio intenso ed emotivo.
Profile Image for Gerardo.
489 reviews33 followers
August 3, 2016
Testo squisitamente letterario, in cui il racconto si fa rappresentazione dei principi estetici espressi da Mann. Un testo per chi ama le riflessioni sull'arte, visto che le trame dei racconti sono misere (ma simbolicamente molto potenti).

Nei tre racconti, il protagonista è uno scrittore: come sottolinea Jesi nel saggio finale che impreziosisce questa edizione (Feltrinelli), sono scrittori in 'vacanza'. Infatti, sono tutti ripresi in momenti in cui si allontanano dal loro sforzo creativo. Forse, proprio per questo, spicca in loro il momento riflessivo, in cui ritornano su che cosa sia per loro l'arte.

Come tutti i grandi testi degli inizi del Novecento, anche in questi racconti è presente un grande dissidio: il contrasto tra l'Idea e la Vita, l'aspirazione verso il sublime e la trivialità del reale. Quanto più i protagonisti tentano in tutti i modi di preservare la loro idea di bellezza astratta, tanto più si allontanano dalla felicità, dal vitalismo, dagli affetti. Sono destinati ad essere spettatori di una vitalità che non appartiene loro, ma che li fa innamorare. In "La morte a Venezia" l'uomo maturo si innamora del biondo giovane polacco, in "Tonio Kroger" quest'ultimo si innamora del biondo Hans e della bionda Inge, in "Tristano" lo scrittore si innamora della pallida ed eterea signora Kloterjahn. Sono tutte bellezze angeliche, perfette, dai tratti pallidi e freddi. Una certa fragilità fisica li accomuna, quasi come se fossero sempre in procinto di abbandonare il piano terreno.

In tutti i racconti, i protagonisti devono soccombere di fronte alla bassezza del reale, che impedisce loro di vivere appieno l'ideale. Tutto viene macchiato o dalla malattia o dalla grossolanità, che deteriorano ogni immagine di perfezione e bellezza. E, di fatto, le rivelano per ciò che sono: pure immagini, le quali possono solo essere vissute con animo malinconico. Malinconia, però, non per quello che è passato, ma per quello che avrebbe dovuto essere e non è stato. Perché? Perché la realtà non può far vivere la perfezione.

E' la grande riflessione di un artista che diviene consapevole del fatto che l'Arte può solo 'immortalare' la vita, ma così facendo la 'uccide'. E per questo c'è sempre un che di negativo e triste nell'atto creativo, poiché spinge l'autore a desiderare un'esistenza che non c'è, che può essere solo vista nella mente e mai toccata con i propri sensi.


Profile Image for Nimaye Nambiar.
22 reviews
September 1, 2025
after having read that first page from the way by swann's, i have found (proust has found) that it really is all about that post-sleep daze. love a good, tumbling perspective. a lot like those paintings by musarat mirza. there was something here that i was seeking, and which finds itself in the steeples of Combray and the Champs-Élysées of Paris. it is there as much as it is in venice... in munich...in denmark...in proust as much as woolf or hamlet (for names and places speak to that same feeling).

it has to do with the idea and feeling of arrival -- that jarring experience of constantly approaching something, a commonplace for all travellers who start to notice a small flooding of the many symmetries and lines in their day-to-day, while also recollecting something on the cusp of vanishing (like that little tree we try to fix our gaze on sitting by the window on the train).

here are two excerpts, the first from death in venice, and the second from tonio kroger:

"So ran his thoughts, while the clang of the electric tram drew nearer down the Ungererstrasse; and as he mounted the platform he decided to devote the evening to a study of maps and railway guides. Once in, he bethought him to look back after the man in the straw hat, the companion of this brief interval which had after all been so fruitful. But he was not in his former place, nor in the tram itself, nor yet at the next stop; in short, his whereabouts remained a mystery."

"The very opening of the day had been rare and festal. Tonio Kröger woke early and suddenly from his sleep, with a vague and exquisite alarm; he seemed to be looking at a miracle, a magic illumination. His room had a glass door and balcony facing the sound; a thin white gauze curtain divided it into living- and sleeping-quarters, both hung with delicately tinted paper and furnished with an airy good taste that gave them a sunny and friendly look. But now to his sleep-drunken eyes it lay bathed in a serene and roseate light, an unearthly brightness that gilded walls and furniture and turned the gauze curtain to radiant pink cloud. Tonio Kröger did not at once understand. Not until he stood at the glass door and looked out did he realize that this was the sunrise."

this collection was completed at home, but consumed across my 2 day travel to leuven, belgium.
Profile Image for Isabel.
92 reviews17 followers
November 24, 2022
Tre racconti che letti insieme hanno un senso ma da soli no. Dopo aver letto Morte a Venezia e d'essere rimasta delusa ho letto gli altri due racconti senza aspettarmi nulla. Invece ho capito: sono una riflessione sulla scrittura, l'arte e i loro autori. Ma nonostante l'idea sia intrigante la sua esecuzione non mi ha convinto: prima sembra che la letteratura e gli scrittori siano forme attirate da tutto ciò che è bello e sentimentale, poi che essi siano esseri terribili e vergognosi, tristi e delusi. Non so...alla fine la conclusione non c'è. La scrittura è tutto e niente, piena si significato e vuota di sentimenti.
Il tutto però è scritto bene, in modo formale e antico, che apprezzo ma che non amo. Forse Mann non mi piacerà mai.
Profile Image for Alessia Rella.
31 reviews49 followers
December 9, 2023
Ma quanto diamine scrive bene Thomas Mann? Quanto?!
Non devo più far passare così tanto tempo tra un suo libro e l'altro, anche se sono terrorizzata all'idea di terminare la sua bibliografia. Ma leggere le sue parole, il fiotto incandescente ed inebriante della sua virtù stilistica, mi ricorda perché sono una lettrice, ed è qualcosa che voglio cercare di non dimenticare mai.
E un enorme plauso alla traduzione di Emilio Castellani, un gigante nella resa di quell'idra fumigante che è lo stile di Mann.
Profile Image for Francesca.
48 reviews
September 4, 2023
Ho letto che György Lukács ha paragonato la narrativa di Elsa Morante a quella di Thomas Mann. Aveva ragione. La penna di Thomas Mann è sublime, densa, favolosamente dettagliata, tagliente e sentimentale (ma non emotiva; in quanto nessun prodotto artistico che si possa definire tale può permettersi di derivare da un impeto emotivo, irrazionale o spontaneo). La scrittura è costante labor limae, precisazione, rifinitura.
Cor cordium.
Profile Image for Bed.
19 reviews
February 13, 2021
Io e Thomas Mann non ci siamo presi purtroppo
Profile Image for Chiara.
22 reviews3 followers
April 7, 2023
“La morte a Venezia” è sempre stato per me il titolo di un giallo, e quando ho cominciato il libro non avevo idea di cosa aspettarmi in questo volume. Cos’ho trovato? Amori di scrittori. Il passaggio piú bello, per me, nel racconto “Tristano”: quando la giovane suona al pianoforte un notturno di Chopin. Ho ascoltato la melodia mentre leggevo e mi sono sentita come se avessi la protagonista davvero davanti agli occhi.
Profile Image for Procyon Lotor.
650 reviews111 followers
January 27, 2014
In Tonio Kr�ger Mann, che fu accusato d�essere solo un Kurzgeschichtenschreiber, redige un grande romanzo autobiografico. In poche pagine densissime, Tonio che porta fin nel nome la sua endiadi psicologica d�essere cio� un caldo nordico o un latino di Lubecca, da un�adolescenza che parte quasi come un "H�lden", vivacemente malinconico, matura come artista consapevole ma fiero di osservare ed amare l�umanit� senza mai distaccarsene con l�occhio da entomologo. Il romanzo, in questa maturazione, offre pure un compendio dei vari caratteri, contro i quali TK si lima rotolando nel torrente tumultuosissimo della sua vita interiore, per diventare un ciottolo tondo. Si rende conto, in paragrafi pieni di frasi scelte con estrema accuratezza, ma sempre senza diventare frasi a effetto, che lui, nonostante abbia mani e piedi e testa e tronco, in realt� � di una specie diversa, � un artista, un letterato. Detta scoperta, ottenuta non senza dolore, non lo porta mai a considerare gli altri per� col distacco snob e dandystico di un Baudelaire che arriva a considerarsi in volo rispetto all�umanit� e che portarsi al loro cospetto lo farebbe solo apparire goffo e sgraziato. Rimane alieno fra gli umani, intendendosi con questa parola le anime pi� semplici come l�adorato amico d�infanzia che rivedr� al termine delle sue scoperte, noto per amare, invece che le complicate poetiche liriche, i libri di cavalli con le figure (un lettore di Motociclismo, oggi sarebbe) o come la ragazza � quasi una ragazzina dei capelli rossi di Charlie Brown , che ovviamente amava non riamato (� il genere di donna, solida e pratica, di ruggente giovent�, che il frale poeta non lo vede che come un ossimorico ectoplasma ingombrante). Ridotto da queste consapevolezze come il sacro cuore dei sette dolori, per� cresce senza livore e cinismo, l�unico sarcasmo, lieve peraltro, compare contro un tenente, che abdica alla sua solidit� intrinseca, un soldato!, corpo di mille squadroni! Ridicolizzandosi volendo attingere all�arte poetando in pubblico, senza pagarla con la vita� come chiedendo una medaglia senza il previo assalto eroico col sole in fronte in mezzo alle spighe di biondo grano, sprezzante della morte. No pain no gain. Quasi ogni paragrafo potrebbe comparire come citazione e quasi ogni paragrafo � contemporaneamente funzionale al racconto e metafora della condizione dell�animo del narratore e dell�anima del personaggio, incluso il dialogo centrale con un�amica artista ma non collega, che risulta infine come la poetica di Mann e la sua filosofia dell�arte. Un bel superamento del principio di indeterminazione di Heisenberg che prescrive che l�osservazione, se condotta cos� profondamente da giungere allo stesso ordine di grandezza dell�osservato, altera l�oggetto stesso dell�osservazione. Grande privilegio della letteratura sulla fisica che non conosce il romanzo. S�, d�accordo ma le emozioni? Le emozioni, qui, sorgono se si � artisti, se non lo si �, lo si legge come un perfetto documento geografico, d�un isola sotto un cielo lontano, dove chi non ha talento non riuscir� mai a sbarcare. Per cui la stella del talento non viene assegnata. Noi cavalli possiamo al massimo arrivare a 4. Colonna sonora: Eric Clapton - Clapton
Profile Image for Erictò.
23 reviews4 followers
September 7, 2025
"Noi siamo creature inutili, io e quelli come me, a prescindere da alcune buone ore, ci trasciniamo ammalati e feriti nella coscienza della nostra inutilità. Odiamo l'utile, sappiamo che è volgare e non bello, e difendiamo questa verità come si difende una verità della quale si ha assolutamente bisogno. E tuttavia siamo rosi dalla cattiva coscienza tanto che in noi non rimane un solo pezzettino sano. A ciò si aggiunga tutta la nostra esistenza interiore, la nostra visione del mondo, il nostro modo di lavorare... tutto questo influisce in modo terribilmente malsano, ambiguo e logorante, e anche ciò peggiora la situazione. Dobbiamo ricorrere a piccoli accorgimenti, senza i quali non potremmo resistere. Un minimo di morigeratezza e severità igienica nella conduzione della vita è, ad esempio, per alcuni di noi una necessità. Alzarsi presto, terribilmente presto, un bagno freddo o una passeggiata all'aperto nella neve... ciò fa sì che per un'ora riusciamo a non essere troppo scontenti di noi stessi. Se mi lasciassi andare a quello che sono resterei a letto tutto il pomeriggio, mi creda. L'alzarsi presto è solo ipocrisia."

Tristano
Profile Image for Cristina - Athenae Noctua.
416 reviews51 followers
August 13, 2019
I tre racconti hanno in comune i protagonisti, ciascuno volto a rappresentare un particolare aspetto del rapporto fra vita e arte e, al tempo stesso della personalità di Thomas Mann e si prestano dunque ad una lettura in sequenza, che ne mostra il significato complessivo; pur essendo brevissimi, sono densi di riflessioni impegnative che, unite alla prosa ciceroniana tipica dell'autore, rendono la lettura estremamente difficile. La morte a Venezia, Tristano e Tonio Kröger rimangono però dei testi fondamentali per capire meglio Thomas Mann e porlo in relazione al suo tempo e al contesto culturale in cui è vissuto.
https://athenaenoctua2013.blogspot.co...
Profile Image for Lisachan.
339 reviews32 followers
February 23, 2015
Tristano mi è piaciuto più di Tonio Kröger, che a sua volta mi è piaciuto più di La morte a Venezia (sorprendentemente, specie considerato il fatto che è per quest'ultimo racconto che ho acquistato l'intera raccolta). In generale, però, io e il buon Tommaso non abbiamo proprio cliccato granché. Riconosco la grandezza dell'autore, intuisco da questi racconti brevi la grandezza della sua produzione più sostanziosa, quella dei grandi romanzi che certamente leggerò, ma, forse complice anche una traduzione forzatamente antiquata più che genuinamente "antica", le mie corde sono state vagamente pizzicate, eppure non hanno suonato. Peccato.
Profile Image for Leeeo-.
61 reviews9 followers
August 7, 2017
Non credo di aver mai incrociato niente di così irritante, vuoto e stucchevole.
Agli "spigoli lubrici degli edifici" mi sono grattato un po' la testa, al "Giorno dopo giorno, ormai, il dio dalle guance infuocate correva ignudo con la fiammea quadriga attraverso gli spazi celesti e la sua chioma d’oro fluttuava al vento di levante mutandosi in placida brezza. Un lucido biancore di seta posava sulle pigre ondeggianti distese del ponto; la sabbia ardeva, l’etere azzurro sfavillava d’argento." ho mandato tutto in mona.
Seriamente, premio Nobel?
Profile Image for Martina.
47 reviews5 followers
June 27, 2016
''Ma il mio più fondo e riposto amore va ai biondi, agli occhiazzurrini, ai felici, amabili, ordinari. Non vituperate questo amore, Lisaveta: è buono e fecondo. Nostalgia e malinconica invidia vi si trovano, e un tantino di sprezzo e una grande, casta felicità.''
Il genio di Mann riempie di fascino straziante l'analisi di questo grande conflitto ottocentesco.
10 reviews
March 5, 2020
Morte a Venezia: è stata dura ma sono riuscita a finirlo. - Tristano: non vedevo l'ora che finisse. - Tonio Kröger: lasciato dopo 5 pagine. La Scrittura di Mann non riesce a prendermi, la trovo terribimente pesante e confusa.
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