A raccontare il nostro vissuto, quello che abbiamo fatto ieri o trent'anni fa, son buoni tutti. Per accorgersene basta farsi un viaggio in uno di quei treni dell'immediato dopoguerra che hanno ancora gli scompartimenti: ti capita davanti la signora semi-anziana o il pensionato, e sei finito. Il difficile è trasformare quel quotidiano in una storia, o, come nel caso di "Memorie a 8 bit" in una serie di piccole storie; un mondo di frammenti dai bordi smussati, di capsule temporali in cui scoprire un pezzetto della vita dell'autore e, attraverso quello, rivivere momenti della propria. Perché quei ricordi sono patrimonio comune dei quasi-quarantenni di oggi, dagli anime alla musica, dagli Exogini alle vacanze al mare di un tempo, dal Commodore 64 alle cabine telefoniche. Ma "Memorie a 8 bit" non si accontenta di quello, in uno stile che alterna zoom sul dettaglio e astrazioni sempre con un piglio delicato, da manga giapponese di quelli privi di gente che si mena, c'è spazio anche per il Sergio più adulto, con le sue prime esperienze nel mondo del fumetto, sia come fruitore, sia come autore, o per quel piccolo assaggio di film di guerra sul Vietnam live di basso profilo che i maggiorenni italiani sperimentavano un tempo per almeno qualche giorno della propria vita (aka "visita militare"), cambia qualche elemento o volto, ma la storia è quella. La sua, la nostra. Basta che ci sia uno in gamba come Sergio a raccontarla.
Fumetto carinissimo che si legge in pochissimo tempo, nel senso che scorre via così piacevolmente che non ti accorgi del tempo che passa. Una serie di "episodi" in cui, chi è della generazione dell'autore, e io ci sono dentro con tutti i piedi, si ritroverà catapultato nella propria infanzia e adolescenza, constatando le differenze di esperienze e vissuti, dettate giocoforza dalle differenze geografiche e personali, ma anche da tante tantissime vicende simili, sensazioni e sentimenti comuni, di chi ha vissuto le stesse cose (dagli oggetti vintage della generazione narrata alla musica, libri, fumetti, vicende accadute e via discorrendo). Un bel tuffo nei ricordi, ottimo per chi le ha vissute come Sergio, ma anche per chi è nato prima, o dopo, per dare anche solo una sbirciatina e per conoscere un pizzico l'autore, sia come persona che come artista. Consigliato.
Ho conosciuto Sergio attraverso il suo canale YouTube "Memorie a 8bit", da li ho scoperto che è in primis un disegnatore. Ho voluto cominciare da questo libro per conoscerlo di più attraverso i suoi ricordi, per poterlo poi apprezzare meglio quando prenderò le altre sue opere. Il percorso dell'autore in questo libro è un pò anche il percorso di molti di noi coetanei o quasi di Sergio, con le dovute differenze di vita vissuta. Nostalgia si, gli 8 bit degli anni 80, i cartoni animati, il commodore 64, ma anche tanta sensibilità e qualche riflessione profonda. Insomma non un fumetto fine a se stesso o un album di ricordi, ma un mezzo per conoscere meglio l'autore ed entrarne almeno in parte in sintonia, e per ricordare che in fondo Dragon Ball aveva ragione: raggiungere un obiettivo non è un punto d'arrivo ma un punto di partenza per un obiettivo ancora più ambizioso.
L'autore di "10 giorni da Beatle" è responsabile di una collezione di schegge nostalgiche che provocano il classico moto di riconoscimento, ma non danno realmente piacere, colpevoli di ricordare ma non rielaborare. Ridondanti, troppo frammentarie e disegnate davvero male.
Alla riscoperta di tutto ciò che Algozzino ha pubblicato negli anni.
Questo è una specie di diario biografico dell'autore. Solo che non va in ordine cronologico ma per temi, che possono essere i fumetti, le sorprese dentro le merende, il primo computer, il primo pornaletto, la scuola... e così via.
Il disegno è molto sporco e non curato come quello degli ultimi lavori e forse i capitoli-temi sono un po' troppo brevi. Però offre uno spaccato di vita siciliana intorno agli anni Ottanta.