One of Italy's best-known writers takes a Grand Tour through her cities, history, and literature in search of the true character of this contradictory nation. There is Michelangelo, but also the mafia. Pavarotti, but also Berlusconi. The debonair Milanese, but also the infamous captain of the Costa Concordia cruise ship. This is Italy, admired and reviled, a country that has guarded her secrets and confounded outsiders. Now, when this "Italian paradox" is more evident than ever, cultural authority Corrado Augias poses the puzzling questions: how did it get this way? How can this peninsula be simultaneously the home of geniuses and criminals, the cradle of beauty and the butt of jokes? An instant #1 bestseller in Italy, Augias's latest sets out to rediscover the story-different from the history-of this country. Beginning with how Italy is seen from the outside and from the inside, he weaves a geo-historical narrative, passing through principal cities and rereading the classics and the biographies of the people that have, for better or worse, made Italians who they are. From the gloomy atmosphere of Cagliostro's Palermo to the elegant court of Maria Luigia in Parma, from the ghetto of Venice to the heroic Neapolitan uprising against the Nazis, Augias sheds light on the Italian character, explaining it to outsiders and to Italians themselves. The result is a "novel of a nation," whose protagonists are both the figures we know from history and literature and characters long hidden between the cracks of historical narrative and memory.
Corrado Augias (Roma, 1935) è un giornalista, scrittore, conduttore televisivo, autore televisivo, drammaturgo ed ex politico italiano.
Corrado Augias is an Italian journalist, writer and TV host. He was also a member of the European Parliament in 1994–1999 for the Democratic Party of the Left. Augias issued a series of crime novels set in the early 20th century and others. His other works include several essays about peculiar features of the world's most important cities: I segreti di Rome, Paris, New York and London. In 2006, in collaboration with scholar Mauro Pesce, he published a work dealing with the gospel's description of the life of Jesus, Inchiesta su Gesù, which became a bestseller in Italy. He is an atheist.
"Una diffusa nomea indica gli italiani come popolo accomodante anche quando non dovrebbe esserlo, incline più al compromesso che al gesto di coraggiosa rottura, pronto più a dimenticare la parola data che a rispettarla, che abita un territorio dove, non a caso, non è mai stata fatta, come abbiamo già visto, una rivoluzione. Sommosse, ribellioni, tumulti sì, rivoluzioni mai. Questo è il suo carattere e così è andata la sua storia". Non mi stancherò mai di elogiare Corrado Augias, bravissimo scrittore, giornalista ed autore televisivo… nonché "Signore" con la S maiuscola. E questo suo libro, datato 2012, lo dimostra perfettamente. Il titolo "I segreti d'Italia" lascerebbe pensare che qui dovremmo trovare misteri e segreti sul nostro Belpaese… invece il sottotitolo ("Storie, luoghi, personaggi nel romanzo di una nazione") svela subito l'arcano: non c'è nessun enigma da risolvere, ma assisteremo solo ad un elenco di piccole curiosità su luoghi e personaggi, appunto, ed eventi (a volte sconosciuti a molti di noi) che hanno segnato la storia dell'Italia. Piacevole lettura che lascia trasparire tutte le nostre contraddizioni (tra nord e sud, tra ricchi e poveri e, soprattutto, tra rivoluzionari ed indifferenti/accomodanti/approfittatori delle varie situazioni). E cosa ancor più importante, ci mostra (qualora ce ne fosse ancora bisogno) che in questa terra così martoriata e ricca di contrasti gli esempi da seguire per "ritornare sulla retta via" per fortuna non mancano ma, anzi, abbondano: i magistrati, i giornalisti e le forze dell'ordine che hanno dato la loro vita per la giustizia e la verità, i sacerdoti che non si sono piegati ai diktat del malaffare e della criminalità ed i politici "illuminati" che non si sono fatti attrarre dal potere e dal denaro facile. Assolutamente consigliato a chi ha sempre fame di sapere. [https://lastanzadiantonio.blogspot.co... ]
Augias è abilissimo a raccontare luoghi e personaggi e ad incuriosire il lettore. Ho letto questo libro dopo " i segreti di Londra" , che mi era molto piaciuto. L'ho trovato appena meno accattivante di quello, forse perchè lo schema utilizzato per raccontare una città risulta meno adatto a raccontare un intero paese, lasciando al lettore la sensazione ,abbastanza netta , di saltare di palo in frasca (dalla Roma ottocentesca all' Assisi del 1200 alla Milano del dopoguerra in poche pagine). Certamente questo non è un difetto così grave, anzi, la lettura risulta piacevole, condita con la giusta quantità di aneddoti curiosi e divertenti e di spunti e osservazioni che inducono alla riflessione. Il linguaggio e lo stile sono, come al solito, semplici e mai pretenziosi. Possiamo individuare il minimo comune denominatore che lega i capitoli nella voglia di raccontare il nostro paese e di capire , ragionando sul nostro passato, le cause dei problemi e dei difetti più gravi che ci affliggono da sempre. Interessanti, a questo proposito, sono le riflessioni che ritornano in diverse pagine, sulla contrapposizione tra famillismo e coscienza civica e in particolare sulla drammatica e atavica carenza di quest'ultima. Molti dei nostri guai di oggi vengono dalla scarsa considerazione del bene comune e dalla famelica predominanza dell'interesse personale anche a livello culturale. L'Italia furbastra, insomma, emerge in questo libro, contrapposta, come al solito, a personaggi incredibili e geniali che l' hanno resa grande, all'arte e alla bellezza inarrivabile delle città e del paesaggio. La solita Italia insomma, miracolosamente, per ora, sempre in piedi.
““Segreti” è una parola impegnativa, “segreti d’Italia” poi non ne parliamo, con tutto quello che è successo in questo Paese in tanti secoli. Non basterebbe una biblioteca a raccontarli, basta pensare ai cento enigmi del solo Novecento quasi tutti insoluti.”
Una panoramica di vari luoghi e città d'Italia, basato in parte su episodi storici, in parte su famosi personaggi, in parte sui ricordi personali dell'autore. Ogni capitolo è una città o una regione. Ovviamente non vuole essere un manuale ma una sorta di divulgazione storica e "patriottica" di alcuni avvenimenti che sempre più spesso vengono dimenticati o relegati a reperti del passato. Memoria corta, gli italiani. L'introduzione è dedicata proprio a come gli italiani sono visti dall'estero e anche ai principali difetti del popolo italiano, e alla differenza Settentrione-Meridione, argomento storico appassionante. Divorato in meno di 24 ore. Divulgazione ad alto livello con episodi che conoscevo solo superficialmente o per nulla.
L'idea mi è piaciuta (usare i grandi romanzi italiani per descrivere la nostra nazione), ma troppo spesso ho trovato la narrazione un po' sconclusionata e slegata. In ogni caso gli spunti sono molto interessanti e la storia d'Italia, per quanto complicata e non sempre edificante mi affascina, come sempre!
Una bella storia parallela dell'Italia e degli italiani più o meno celebri. Osservazioni e racconti di fatti e comportamenti dettagliata e appassionata. Un complemento indispensabile ad ogni libro di storia d'Italia più tradizionale.
Quando si parla dei segreti d’Italia il pensiero corre subito a stragi impunite, collusioni stato-mafia, cadaveri eccellenti tipo Mattei.
Invece, i segreti d’Italia di cui si parla in questo libro sono altri, o meglio è un altro: da dove viene la personalità tipica dell’italiano, astuto e intelligente, pronto a qualsiasi azione per approfittare della situazione, fare il “particulare suo” e privo di qualsivoglia spirito civico che serva ad altro che a giovare alla propria situazione e a quella delle persone che gli sono circonvicine. E quanto questo modo di fare e di pensare abbia scarsamente influito su uno sviluppo civile, su una ricerca di libertà che potesse passare anche attraverso le rivoluzioni.
Ovviamente, Augias non tenta una risposta. Ma per definire meglio la domanda, racconta, con bella scrittura e dovizia di elementi, molte storie d’Italia, delle più svariate: la visione degli italiani da parte dei viaggiatori stranieri, che passa dall’adorazione al disprezzo; lo sguardo di alcuni grandi filosofi e scrittori, tra cui Leopardi; alcuni elementi storico-artistico-geografici, come la città di Palermo, quella di Napoli, quella di Milano; il tema artistico delle apocalissi, declinato molte volte in molte parti d’Italia (la più nota, quella di Michelangelo alla Sistina, che raffigurò come un demone un funzionario papale che aveva osato criticarlo; questi andò dal papa per lamentarsi, e il papa gli rispose: eh, mi dispiace, ma sai bene che dall’inferno non c’è remissione); figure storiche misconosciute come la Duchessa di Parma e Piacenza, ex moglie di Napoleone, una della figure a cui Stendhal si ispirò per la sua Certosa di Parma; storie di ghetti ed ebrei.
Solo su una cosa non mi sono trovato d’accordo. Augias definisce Cavour un abilissimo e intelligente uomo politico al servizio di una mediocre dinastia, riferendosi ai Savoia. Vediamo un po’ qualche esponente di questa dinastia: Emanuele Filiberto, che portando la capitale da Chambery a Torino e ricostruendo la nobiltà su base economico-commerciale, da feudale che era, dimostrò di saper guardare ben oltre l’orizzonte degli eventi; il principe Eugenio, di cui Napoleone disse che era stato uno dei più grandi condottieri di tutti i tempi; il re Vittorio Emanuele secondo, del quale la cosa peggiore che si possa dire, da nati repubblicani, è che era un re; il Duca degli Abruzzi, esploratore e alpinista, che ha legato il suo nome ai luoghi più impervi e selvaggi del pianeta. (Poi c’è stato l’azzerbinamento al fascismo, ma fu colpa di un solo uomo timoroso di una congiura di palazzo, non di una dinastia).
Augias scrive benissimo e in questo saggio dà sfoggio della sua profonda cultura, intrecciando episodi della storia nazionale a immagini della letteratura, per tentare di rintracciare ciò che determina l'essenza dell'Italia agli occhi dei suoi abitanti e del mondo. Seguendo questo tema, il libro alterna aneddoti godibili e descrizioni raffinate, intrattenendo e interessando il lettore. Talvolta ho tuttavia sentito la mancanza di una direzione nel discorso e di una connessione più stretta tra i tanti argomenti toccati, pur credendo che si tratti di un effetto voluto dall'autore. Egli ha con ogni probabilità voluto offrire ai lettori diversi spunti di riflessione sulla società in cui viviamo, attraverso una rilettura delle vicende di grandi personaggi e delle parole di autori immensi, che hanno popolato la nostra contraddittoria e affascinante nazione, senza pretendere di fare luce sui segreti del titolo - che d'altronde, se fosse semplice svelarli, non sarebbero più tali.
Il titolo del libro risulta un pochino fuorviante. Augias più che dei segreti del nostro paese, vuol capire perché siamo arrivati ad essere quello che siamo. Così intraprende un percorso a ritroso nel tempo attraverso i più grandi scrittori italiani e stranieri che hanno dedicato le loro pagine all'Italia e agli italiani. Come esempi più dettagliati ha dedicato alcuni capitoli a città che secondo lui ci hanno rappresentato maggiormente nell'immagine che noi stessi ci affibbiamo e che altri, da tempo ci danno. La Roma del Leopardi, Palermo e la scoperta del Sud, Parma, Milano e la grande Serenissima. Un viaggio attraverso la nostra storia, per un quadro generale che, ahimè, non è dei più lusinghieri.
An enjoyable collection of anecdotes from Italian history. The book assembles facts, but doesn't weave them together in an evocative manner. I kept expecting insights akin to a Calasso or Eco, but nothing seemed to take flight: the prose was leaden (the fault of a pedantic translator?), and the chapters tended to peter out rather than reach any kind of apotheosis.
My initial impression, based on a throwaway line about Britain and France, was that Augias is not as sharp an observer as he fancied himself to be. Sadly, nothing in the text dissuaded me from that judgement.
Questo libro è una vera svolta per chi ama la storia e vuole interessarsene in maniera un po’ più dinamica. La narrazione è di facile comprensione e la scrittura molto accattivante. Ogni capitolo cambia argomento e sebbene si parli anche di concetti importanti come l’antropologia, non risulta per niente piatto. È facile da amare perché puoi capire l’essenza dell’Italia grazie alla sua storia raccontata attraverso luoghi, personaggi, letteratura ecc. La sensazione è simile a quella di un viaggio, riesci a percepirlo da vicino.
Segreti di Pulcinella.. qualche pillola di storia abbastanza nota. e pure lacune: Maria Luigia, ok Napoleone, ok Neipperg, ma dalla morte di Neipperg salta alla di lei morte. e il terzo marito conte di Bombelles? che poi ebbe una discendenza interessante per riferimenti all’etichetta di corte, fu un conte Bombelles che vessava la moglie morganatica di Francesco Ferdinando. E come sempre un bel po' di anticlericalismo militante se no non è lui , vedi i Giudizi universali, che dalia storia dell’arte buttano in polemica antireligiosa.
tutto slegato, tutto casuale, tutto incompleto. fatti buttati lì senza contesto né collegamento, opinioni personali buttate come fatti. certamente non risponde alla premessa del libro, ma non porta neanche a riflessione alcuna. qualche curiosità carina ma nulla di più. un gran peccato.
Non mi aspettavo niente di meno da un grande maestro come Corrado Augias. Leggere i suoi libri è sempre un meraviglioso passo nella storia e questo in particolare è utile per comprendere meglio come è nata l'Italia e gli italiani.
Inconclusivo. Ogni capitolo termina lasciandoti con la domanda "e quindi?". Forse un tentativo di rimanere super partes non molto riuscito? Non so, mi dispiace dare questo giudizio.
Piacevole lettura, ricca di curiosità, nella prosa diretta e piacevole di Augias. Un po’ frammentario però, più un libro a episodi che un racconto organico.
Un buon libro a chi si interessa per questioni storiche, a volte piccoli dettagli molto ben sfruttati dall'autore per capire tante cose sulla storia dell'Italia.
This slim, cultured compendium of anecdotes and commentaries about different parts of Italy looks to give us an impressionistic sketch of the country. In fact, it's something like Yu Hua's China in Ten Words, except with less memoir and with a focus on places (Palermo, Assisi, Rome, Milan, Parma, Venice etc.) rather than words. It is, of course, impossible to "sum up" or even successfully "evoke" Italy in 220 pages, as Augias (a journalist, writer and TV presenter) concedes, but the resulting mish-mash is engaging and literate, occasionally insightful, and certainly worth a dip. In fact, it forms part of a series of works by the same writer, usually dedicated to cities (Rome, Paris, New York, London, with the latest being Istanbul).
Some may find fault with the title, and they'd be right. This is not really a discussion of secrets or even lesser-known material. While it's true Augias eschews the most obvious items, there is little here that is truly arcane, rather the anecdotes are pitched at a culturally-aware, but not necessarily expert, readership. The overall feeling is one of whetting the appetite for delving into some of the literary works mentioned (he seems to be a particular fan of Stendhal), or reading more about particular places, such as Parma.
So, I would hesitate to recommend this to someone looking for a more substantial work about Italy, but rather suggest that its virtues lie in the casual tone and the chattily didactic spring in the writing. It's short and sweet and interest-piquing.
E' una bella carrellata nella storia del nostro Paese, scritta piacevolmente e che cerca di dare un risposta al perchè, oggi, ci troviamo in questo stato. Augias sceglie episodi per lui significativi, racconta aneddoti, indugia nelle curiosità, talvolta anche un po' scabrose. A Corrado piace infatti il torbido, spesso. Traspare anche un profondo anticlericalismo e un'acuta critica al governo che ci ha tenuto compagnia negli ultimi vent'anni - in questo gli diamo gran ragione. Particolarmente interessanti sono i capitoli nei quali legge le vicende della penisola attraverso i libri della grande letteratura relativi al periodo; nella prima parte del saggio si sofferma ad esempio su "Cuore", "Il Piacere", "La Certosa di Parma" e alcuni scritti di stranieri, perlopiù inglesi, in visita nel Belpaese. Ovviamente non si tratta sempre di ritratti benevoli, ma è comunque apprezzabile il notevole salto del sud, in poco più di cent'anni, in materia di mera civilizzazione. C'è ancora molta strada da fare, è chiaro, per tutti, e sul finale ci si augura che la Storia stessa insegni all'Italia - soprattutto agli italiani - a prendere una strada giusta, a creare una classe dirigente legata agli interessi veri della gente, a decidersi di valorizzare quell'immenso patrimonio culturale che ci ritroviamo intorno e che non trattiamo degnamente neppure per la metà. Cose dette e ridette, ma finchè non le si mettono in pratica, val sempre la pena sentirsele ronzare nelle orecchie.
I'm in love with Italy. I don't know when the love affair started but it's been a near constant companion of mine for many years. One day, after the call of career slows down and I can actually breathe, I plan to visit and see all of the sites (and sights) I've read about in both fiction and non-fiction. But it's books like this one that generally make me want to visit this seat of Western Civilization even more.
Drawing from his own life and other fictional works, Augias creates a memorable snap shot of the Italian peninsula as it was and, perhaps, still is. There is no "one true Italian" and perhaps there never will be. This melting pot of culture, city-state, achievements, and loyalties was cobbled together under a unification scheme that seemed to do more harm than good depending on who you speak to.
There is a touching kind of honesty here; the willlingness to examine both cowardice and courage in the complex of skein of body politic that has been a bedfellow of this portion of the Mediterranean for thousands of years. From the writings of Renaissance genuises to the plague of German occupation, the author reveals glimpses into a psychological history more than a chronological one.
In a time where the Italian national identity is often battered from external forces, it is the moments that are recorded in these hidden histories that show just how everlasting the people of Italy are and will be.
Ho appena finito di leggere I segreti d'Italia, di Corrado Augias. Splendido divulgatore, riesce a essere un pozzo di ricordi e citazioni senza farlo pesare... racconta le città spogliandole, tirando fuori circostanze che neanche i loro abitanti conoscono così bene. Il problema di questo libro? Esclusivamente mio. Quando leggo le parole Segreti e Italia vicine, immagino si parli di cose tipo P2, qui assenti. Ritengo che Augias potrebbe cimentarsi in modo egregio in un libro che descriva questo tipo di segreti... o forse nella quarta di copertina ha dato a intendere che sarebbe stato questo, che invece non è stato? Augias racconta un'Italia magnifica e maledetta, che già secoli fa aveva i difetti di oggi. Un'Italia che è da sempre un'occasione sprecata, sulle rovine di quella Roma imitata e mai eguagliata da Napoleone, Hitler e da tutti i governanti USA...
Questo libro è un insieme di aneddoti, trattati dalla storiografia o dalla letteratura, attraverso i quali Augias si prefigge lo scopo di dipingere un ritratto del carattere italiano. Il titolo è dunque, a mio avviso, improprio, dato che le vicende narrate - seppure interessanti - non sono affatto segrete. Contesterei anche il legame tra eventi del passato e del presente, che l'autore stabilisce in maniera repentina e a volte inaspettata. Anche se lo stile non è sempre avvincente, la scelta degli episodi rende comunque interessante la lettura di questo libro.
Libro interessante e scritto in modo scorrevole, forse mi aspettavo qualcosa di più "segreto" ma Augias è sempre piacevole da leggere, come quando racconta in tv. Ho trovato un po' scollegati tra loro gli argomenti.
Quali saranno i "motivi personali ed editoriali" che hanno portato Augias, con suo grande rammarico, a tralasciare Torino (citata soltanto en passant a proposito del libro Cuore)?