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Trilogia del Male #1

Tu sei il male

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Roma, 11 luglio 1982. La sera della vittoria italiana al Mundial spagnolo Elisa Sordi, giovane impiegata di una società immobiliare del Vaticano, scompare nel nulla. L'inchiesta viene affidata a Michele Balistreri, giovane commissario di Polizia dal passato oscuro. Arrogante e svogliato, Balistreri prende sottogamba il caso, e solo quando il corpo di Elisa viene ritrovato sul greto del Tevere si butta a capofitto nelle indagini. Qualcosa però va storto e il delitto rimarrà insoluto.
Roma, 9 luglio 2006. Mentre gli azzurri battono la Francia ai Mondiali di Germania, Giovanna Sordi, madre di Elisa, si uccide gettandosi dal balcone. Il commissario Balistreri, ora a capo della Sezione Speciale Stranieri della Capitale, tiene a bada i propri demoni a forza di antidepressivi. Il suicidio dell'anziana donna alimenta i suoi rimorsi, spingendolo a riaprire l’inchiesta.
Ma rendere finalmente giustizia a Elisa Sordi dopo ventiquattro anni avrà un prezzo ben più alto del previsto. Balistreri dovrà portare alla luce una verità infinitamente peggiore del cumulo di menzogne sotto cui è sepolta, e affrontare un Male elusivo quanto tenace, che ha molteplici volti uno più spaventoso dell'altro.
Tu sei il male è un congegno narrativo di precisione diabolica che risucchia il lettore in un vortice di rivelazioni e colpi di scena a cui è impossibile sottrarsi, ma è anche un romanzo capace di gettare uno sguardo lucido sui conflitti che attraversano la nostra società e di allestire una riflessione non banale su quanto sia labile il confine che separa il bene dal male, i colpevoli dagli innocenti.

668 pages, Paperback

First published September 7, 2011

75 people are currently reading
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About the author

Roberto Costantini

27 books109 followers
Roberto Costantini (Tripoli, 1952), ingegnere, consulente aziendale, oggi dirigente della Luiss Guido Carli di Roma dove insegna anche al Master in Business Administration. Il male non dimentica è il terzo volume della Trilogia del Male con protagonista il commissario Michele Balistreri, dopo Tu sei il male (migliore opera prima al Premio Scerbanenco, Premio Azzeccagarbugli al Romanzo Poliziesco, Premio Camaiore di Letteratura Gialla) e Alle radici del male, best-seller in Italia e già pubblicati negli USA e nei maggiori paesi europei.

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Community Reviews

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397 (23%)
4 stars
682 (41%)
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407 (24%)
2 stars
120 (7%)
1 star
52 (3%)
Displaying 1 - 30 of 217 reviews
Profile Image for Maureen .
1,712 reviews7,506 followers
November 15, 2020
It’s 1982, and the whole of Italy is celebrating winning the World Cup. In Rome, Commissario Michele Balistreri is investigating the murder of Elisa Sordi.

Fast forward to 2006, and Italy once again is on the brink of winning the World Cup, when Balistreri receives news of the suicide of Elisa Sordi’s mother. This brings Elisa’s unsolved murder to the fore, and Balistreri once again picks up the gauntlet to bring Elisa’s killer to justice, and the mystery of her murder to a satisfactory conclusion. In addition, he needs to investigate the fact that her murder seems to be linked to more recent cases.

Initially, Balistreri has an air of arrogance that irritates, and his attitude towards women in general, makes him very difficult to like, however, he does redeem himself somewhat later in the book.
There were a lot of characters, most of whom I had marked as a suspect at some point during this long read. I found it hard to keep up with the intricacy of it at times, but it was that very intricacy that made it the supremely clever thriller that it is. Involved as it was, the author managed to pull the minute pieces of the puzzle together to create a compelling read.
Profile Image for Orsodimondo.
2,458 reviews2,434 followers
May 26, 2023
DALL’URLO DI TARDELLI ALLA TESTATA DI ZIDANE

description
L’urlo di gioia di Tardelli autore del secondo goal degli Azzurri nella finale dei Campionati del Mondo di Spagna: Italia-Germania 3 a 1, partita finale, si giocò al Santiago Bernabeu di Madrid l’11 luglio del 1982.

Un po’ via Poma e un po’ Emanuela Orlandi, un po’ noir norvegese e un po’ giallo svedese, ben condito in salsa Mondiali di calcio (1982 e 2006, gli ultimi due vinti dall’Italia), con contorno di spezie esotiche (il protagonista, come l’autore, ha natali libici - e il secondo romanzo della trilogia racconterà proprio quel periodo, infanzia e giovinezza in terra di Gheddafi), un esordio poderoso (sono quasi settecento pagine), che si legge con piacere tranne quando bisogna separarsene, si divora, si finisce in fretta.

description
Emanuela Orlandi, figlia di un commesso della Prefettura della casa pontificia, aveva 15 anni quando scomparve in circostanze misteriose il 22 giugno 1983. Un caso tuttora irrisolto.

E l’ingordigia di lettore si traduce in retrogusto d’insoddisfazione: nessuna ironia, un po’ troppa enfasi, finale lungo ed esagerato, la soluzione del mistero lascia a desiderare (succede quasi sempre).

Ma sono anche tanti gli aspetti positivi, gli elementi che colpiscono.
Le due finali dei Mondiali racchiudono e raccontano due diverse Italie: positiva, ottimista, fiduciosa, apparentemente ricca, e forte, festosa, a colori, nel 1982, proprio come l'esplosione di gioia di Tardelli – in bianco e nero, spenta, cupa, raccolta su se stessa, incerta, stemprata dalla corruzione e dal malaffare nel 2006, a un passo dalla Grande Crisi, proprio come la zozzeria di una coppa vinta ai rigori provocando l'espulsione del campione.

description
La statua dedicata alla testata di Zidane a Materazzi durante la finale dei Mondiali di Calcio di Germania, partita giocata all’Olympiastadion di Berlino il 9 luglio 2006 vinti dall’Italia ai rigori sulla Francia: Zidane si fece espellere per questo fallo su Materazzi durante il secondo tempo, ma gli Azzurri furono incapaci di sfruttare la superiorità numerica – la partita finì in parità anche dopo i tempi supplementari, per essere poi vinta ai rigori. Per la prima (e ultima volta) nella storia, gli Azzurri centrarono 5 rigori su 5.

Esattamente come succede al protagonista: da baldanzoso, spaccone, impenitente dongiovanni, lo ritroviamo depresso ascetico e anchilosato dal bruciore di stomaco.
Nonostante qualche stranezza, Roma pulsa in queste pagine.
Come viva è anche la cronaca cittadina, con i riferimenti indiretti ai due celebri delitti, a vicende dei Palazzi del Potere, alla strabordante ingerenza del benedetto vaticano, maledetto sia per sempre.
Le donne sono vittime, perseguitate, uccise, violentate, nel 1982 come nel 2006. E in effetti non si può dire che le cose siano cambiate in meglio nel corso degli ultimi decenni se siamo arrivati a coniare il termine femminicidio.
I personaggi funzionano e sono sbalzati nel sangue, tutto meno che piatti, non particolarmente attraenti, ma gradevolmente umani.

description
Il palazzo di via Carlo Poma 2, nel quartiere Prati di Roma, dove martedì 7 agosto 1990 fu uccisa Simonetta Cesaroni, un delitto tuttora irrisolto.

Io l’ho scoperto solo ora, e mi pare che questo commissario Balistreri si ritaglia un posto importante nella pletora di commissari marescialli e ispettori italiani (un santo patrono e un commissario da romanzo non si negano a nessun comune d’Italia). Lettura da proseguire, ormai la trilogia è completa, manco io lettore, ed è arrivato anche un quarto romanzo.

PS
Il libro è uscito a fine 2011 ed è buffo leggere le recensioni e le interviste dell’epoca che annunciano strombazzanti film e serie tv che dopo dodici anni stiamo ancora aspettando. Si spera sempre che questi annunci spingano le vendite: sarà vero?
I tempi della settima arte sono ben più lunghi di quelli della maggior parte delle altre sei muse: ma in questo caso, sembrano essersi fermati, cristallizzati.

Profile Image for Mec.
59 reviews17 followers
July 8, 2018
Che guazzabuglio!
Costantini ha costruito un romanzo ad alta tensione mettendo molta, troppa, carne al fuoco. La trama presenta diverse debolezze (in particolare il coinvolgimento dei servizi segreti risulta forzato e non ben sviluppato). Anche i colpevoli si sgamano abbastanza in fretta, nonostante lo sviluppo della trama richieda più di 600 pagine.
L'elemento piacevole è sicuramente il protagonista: da giovane commissario neofascista, cinico, focoso e scioperato, a capo di una sezione speciale, ma uomo ormai distrutto e divorato dal rimorso, che ha abbracciato i propri fallimenti e corre incontro all'autodistruzione per tentare di espiare le proprie colpe.
I comprimari Corvu e Piccolo funzionano abbastanza bene, sono caratterizzati senza grandi sbavature.
In fin dei conti è un romanzo piacevole, che si legge velocemente. Le ingenuità possono essere perdonate, trattandosi di un'opera prima. È un buon intermezzo tra letture più impegnative.
Profile Image for stefano.
188 reviews160 followers
November 14, 2019
Allora, c'è un commissario ex picchiatore fascista con un fratello tanto bravo e tanto bello. C'è il suo amico povero ma che è molto ben inserito. C'è uno sfigato velista timorato dei preti, più che di dio. Poi c'è uno zingaro molto cattivo, ma forse è solo rumeno e nemmeno poi tanto cattivo. Ci sono molte sigarette e molto whisky, qualche birra. C'è una giornalista gnocca, femme fatale oppure no, molto curiosa oppure molto interessata? Ci sono conti aristocratici, con i loro figli sfregiati e metallari, cardinali maneggioni, poliziotti maneggiati. Servizi segreti. Knox, nel suo decalogo su come scrivere un giallo, invitava a non inserire nessun personaggio cinese nella storia. Bisognerebbe aggiornare: nessuna allusione ai servizi segreti nella storia. C'è il poker. Ma torniamo a noi. Ci sono morte, tante morte. E anche qualche morto: un africano, una manciata di poliziotti, un po' di rumeni. Un libanese? Ma era poi libanese? Sullo sfondo c'è la Roma papalina e corrotta, tangentara e razzista, piena di immigrati e di gente che immigrati non ne vuole. Ci sono fiduciarie a Dubai. C'è un campo rom e i palazzoni del potere. Ci sono due finali dei mondiali. Ci sono altre ottocentoquaranta cose che mi sono già scordato. C'è una trama che farebbe eccitare il telespettatore medio di Chi l'ha visto? e l'appassionato di simonettecesaroni e emanueleorlandi e eliseclaps. I colpevoli potrebbero essere tutti e nessuno e alla fine mica mi è chiaro: sono tutti? È nessuno?

Io, che sono un appassionato di simonettecesaroni, emanueleorlandi e eliseclaps, ho letto il libro con molta curiosità. Però Chi l'ha visto? mi piace poco, per cui non ho apprezzato i continui rimandi dietrologici, i cardinali che sanno più di quel che ammettono, i servizi segreti. Io odio i servizi segreti.

Tu sei il male è un bel giallone thrillerone fantapoliticone che si fa leggere. E si sarebbe fatto leggere meglio se fosse stato un po' meno fantapoliticone. Però la trama prende - ma dove vuole arrivare Costantini? - e il finale è ingarbugliato al punto giusto, con almeno centonove colpi di scena. Insomma, leggetelo, ne vale la pena, è un bel groviglio libresco che vi fa stare col fiato sospeso. Oppure non leggetelo, è un minestrone senza senso di morti, poliziotti, rumeni e preti. Valgono tutti e due i consigli.

Post scriptum. Chiamare due personaggi rumeni Hagi e Lacatus è come se Clint Eastwood avesse dato una particina a Lino Banfi in Grantorino.
Profile Image for Jody.
589 reviews6 followers
September 12, 2013
I received this book for free in exchange for an honest review.

Wow. This book really got into my head to the point that I could think of nothing else. At first I thought it was going to be some long drawn out story that would take forever to develop. It turned out to be some long drawn out story that grabbed your attention and would not let go. The main character, Michele, really won me over. I found myself hating him and feeling sorry for him at the same time. The story took me in directions I never saw coming and it, even for its size, ended in a way to leave the reader wanting more. I really enjoyed this book and if you are looking for a quick easy read, this is no it. If you are looking for a book that will consume you then here you go.
Profile Image for Γιώτα Παπαδημακοπούλου.
Author 6 books385 followers
September 28, 2017
Εξαιρετικά καλογραμμένο και μυστηριώδες, με δράση και αγωνία, ό,τι πρέπει για τους λάτρεις της αστυνομικής λογοτεχνίας η οποία είναι "κεντημένη" με τρόπο μυστηριακό, και χωρίς να διστάζει να θίξει πολιτικά και κοινωνικά ζητήματα και να "χτυπήσει" στην καρδιά όσων πραγματεύεται!

(Αναλυτικό review αν τελικά κυκλοφορήσει...)
Profile Image for Ubik 2.0.
1,073 reviews294 followers
November 21, 2012
Non è facile valutare questo romanzo, che lascia nella memoria un grumo indefinito e imponente di temi, suspence, personaggi (alcuni ben disegnati, altri meno), luoghi originali e luoghi comuni, fatti e soprattutto...finali (non solo in senso calcistico)!: un gran numero di finali che negli ultimi capitoli si avvicendano freneticamente azzerando ogni volta le conoscenze (degli inquirenti e del lettore), rimescolando le carte e riassegnando i ruoli.

In molti commenti ho visto definire Tu sei il male un libro "scritto bene" ma mi pare opportuno approfondire questa asserzione generica: in primo luogo lo stile di scrittura di Costantini è vagamente scolastico e non denota particolare personalità, soprattutto se messo a confronto con altri autori nostrani come Carlotto, Baldini, De Giovanni, scrittori tout court ancor prima che autori di thriller o gialli. Quanto ai personaggi, molti appaiono stereotipati, mentre il protagonista, come osservato da molti, è piuttosto sgradevole, non tanto per i discutibili trascorsi politici quanto per la scarsissima empatia che ispira nel lettore, coi suoi pensieri e con i comportamenti.

Quel che invece va riconosciuto all'autore è una notevole dose di fantasia e talento nella costruzione della trama; anche nelle sue complessità ed asperità c'è sempre qualche elemento che rilancia la suspence e la curiosità pur mantenendo il racconto entro confini estremizzati ma ancora credibili. Questo, almeno fino al 90% del romanzo, perchè dopo si scatena la già citata overdose di finali che affoga il materiale minuziosamente accumulato in un vortice di soluzioni e colpi di scena che non risparmiano praticamente nessuno dei numerosissimi personaggi del racconto.

Il dato anagrafico di Roberto Costantini non deve tuttavia farci dimenticare che siamo dinanzi ad un'opera prima, con tutti i difetti (quasi inevitabili) e i pregi (rimarchevoli) connessi: l'entusiasmo che spinge all'accumulo dei temi, la fantasia che affronta scenari inediti (i rom), la trattazione dei personaggi e dei dialoghi ancora un po' grezza ma comunque in grado di trascinarci senza particolare fatica ad oltre 600 pagine...
Profile Image for Ermocolle.
472 reviews44 followers
March 14, 2021
Ho letto questo thriller quasi 10 anni fa e mi ricordo che mi aveva catturato molto.
Per questo posseggo anche "Alle radici del male" e "Il male non dimentica". Sull'onda dell'entusiasmo ero molto curiosa di conoscere le origini del Commissario Balistreri e del suo malessere, mi appassionavano i casi di cronaca italiana e la capitale ma volevo anche approfondire le sue origini libiche e la sua vicenda familiare.
Confesso che sono arrivata al terzo volume della trilogia del male trascinando un pochino il mio interesse. Mi sembrava ormai sviscerato il filone; ciò nonostante ho letto anche " La moglie perfetta" ma poi è rimasto l'ultimo suo libro che ho letto perché ormai l'entusiasmo era scemato.
Di pari passo pertanto esprimo le mie valutazioni: la trilogia è da leggere, naturalmente per gli amanti del genere, "La moglie perfetta" invece si potrebbe tralasciare.
Profile Image for Emanuela.
762 reviews39 followers
August 22, 2020
Balistreri, giovane commissario romano dai modi alquanto sopra le righe, si ritrova coinvolto suo malgrado nell’omicidio della giovane Elisa Sordi, su cui è costretto ad indagare, ma c’è la finale di campionato del 1982 e l’Italia diventa campione del mondo e, in parte per la sua negligenza e in parte a causa delle pressioni a cui viene sottoposto, il caso resta irrisolto.
Con un balzo in avanti nel tempo ci ritroviamo nel 2006 e Michele Balistreri è profondamente cambiato, come stile di vita e di approccio all’altro, ma anche come modo di lavorare, tanto da essere stato promosso a capo della Sezione speciale stranieri. E per questo si ritrova ad indagare sull’omicidio di una giovane studentessa ad opera apparentemente di alcuni rom del campo Casilino 900 nel cuore di Roma.
Nel corso delle indagini emergeranno però diversi particolari che riporteranno a galla quel delitto irrisolto, a chiedere giustizia.

Balistreri all’inizio del libro mi risultava fortemente antipatico, sia per i suoi modi che per i suoi principi o meglio non principi, e per il suo orientamento.
Arrivo a chiudere il libro con la voglia di ritrovarlo il più presto possibile.
È incredibile l’evoluzione che riesce a compiere quest’uomo durante la storia, al punto da arrivare non solo a simpatizzare con lui ma perfino a sentirne la mancanza! E questo nonostante la sua evoluzione non sia per se stesso molto positiva, ma anzi lo renda molto più disilluso e noir.
E le indagini sono costruite veramente a regola d’arte: sono un colpo di scena continuo ed una rivelazione poco per volta al punto che ci vogliono davvero tutte le 670 pagine per riuscire a comprendere e a spiegarsi qualcosa.
E questo non perché il colpevole sia così originale. In realtà ho iniziato a seguire le indagini credendo che l’assassino fosse una certa persona e poi mi è stato talmente tutto messo in dubbio da farmi vacillare e dubitare delle mie convinzioni, per poi alla fine scoprirle tutte fondate. Ma la cosa che spiazza di più in tutto questo è il movente anzi I moventi...
Tutti i personaggi vengono costruiti alla perfezione e la squadra si ritrova composta da agenti così profondamente diversi da loro al punto da completarsi a vicenda. Al punto che quando mi sono vista venire a mancare qualcuno ci sono rimasta davvero tanto male.
Ma ogni singolo avvenimento è ragionato e incastrato a dovere e veramente c’è un motivo per tutto, al punto che non mi risulta alla fine nessun elemento e dico nessuno, fuori posto o non spiegato (a parte il passato di Balistreri che lo ha reso così cinico e disilluso, ma per questo ci sarà il seguito; a tal proposito è stata una interessante e curiosa scoperta il fatto che lo stesso autore sia nato a Tripoli e che quindi possa esserci qualcosa di autobiografico).
Non ho tanto apprezzato Linda perché mi è sembrata piangersi addosso un po’ troppo e fare un po’ troppi misteri, ma anche la sua figura è fondamentale per lo svolgimento della storia.
A far da cornice a tutto, sta la magnifica Roma e la sua storia di intrighi politici e dei rapporti intricati tra Comune e Vaticano, ma anche tra destra e sinistra e partito monarchico, e dei giochi di potere dovuti alla posizione sociale ed economica che rende intoccabili o che serve a creare la copertura per traffici illeciti che cominciano a fare morti appena ci si provi ad avvicinare.
Ed ancora, tema molto attuale e scottante ancora oggi e non solo a Roma, il razzismo verso i campi nomadi e gli immigrati, esacerbato sempre più dai fatti di sangue per cui si cerca un capro espiatorio strumentale alle mire di pochi.
Il risultato di tutti questi elementi è un esordio col botto! Davvero contenta di aver conosciuto questo nuovo interessante personaggio che occuperà sicuramente le mie prossime letture!
Profile Image for Laura V. لاورا.
543 reviews80 followers
April 14, 2022
L'insospettabilità del male

Che magnifica scoperta, per me, Roberto Costantini e il suo commissario Michele Balistreri!
Dopo essere partita da Alle radici del male, secondo bellissimo volume della cosiddetta “Trilogia del Male”, ecco ora che concludo anche la lettura del romanzo con cui sia lo scrittore che il suo più che riuscito personaggio hanno fatto il loro esordio, nel 2011, sulla scena letteraria nostrana.
Voto complessivo, pure in questo caso, di quattro stelle e ½.

Sebbene mi sia sentita coinvolta maggiormente dalla trama e dall'ambientazione nordafricana del secondo titolo, dove si ripercorre la vicenda familiare e la crescita di Balistreri a Tripoli, ho trovato questo primo tassello della trilogia in questione un giallo/poliziesco/thriller di tutto rispetto, in grado di catturare fin dall'incipit l'attenzione di chi legge. L'autore dimostra una straordinaria abilità nell'intrecciare eventi e personaggi, senza tralasciare il minimo dettaglio né annoiare; la sua prosa è decisamente fluida, entusiasmante, ricca di tutti quegli ingredienti che contribuiscono a istigare il lettore a fare addirittura le ore piccole pur di non interrompere l'evolversi della vicenda narrata. Era dai tempi in cui lessi avidamente Uomini che odiano le donne di Stieg Larsson che nel cuore dela notte non riuscivo a staccarmi dalle pagine di un libro, e io, come dico sempre, non sono una lettrice abituale di gialli e sottogeneri vari.

Impossibile riassumere in poche righe la complessità della trama che si svolge sullo sfondo di una città come Roma tra il 1982 e gli anni Duemila. Fatto sta che mentre il cerchio finalmente si stringe, niente sarà certo, anche quando l'esito delle indagini sembrerà ovvio e scontato, fino al gran colpo da maestro con cui Costantini fa calare il sipario definitivo sull'assassinio della giovane Elisa Sordi, crimine che per ben ventiquattro lunghi anni resterà una spina nel fianco di un Balistreri bello, dannato e fiaccato dal peso dell'esistenza. Il male può annidarsi ovunque, in un viso deforme così come nel sorriso più angelico e disarmante, persino nel bene stesso.
Sono molto contenta di aver cominciato dal secondo volume, una svista fortunata che mi ha permesso di comprendere meglio diverse cose che vengono anticipate in questo primo romanzo, nonché di valutare nell'insieme la figura qui più matura del commissario. Pregusto già la lettura del terzo atto della trilogia, con la segreta speranza che si faccia ritorno in Africa dove ancora attende una scogliera e il suo mistero!
Profile Image for Kasia.
298 reviews12 followers
August 8, 2023
No, no, no ... Gdyby nie pewne rozwiązanie może bym dała 4. Naprawdę, przez większość czasu było bardzo dobrze.
Profile Image for Dolceluna ♡.
1,265 reviews153 followers
July 28, 2019
Elisa Sordi ha diciotto anni ed è una ragazza bella come una dea, un bocconcino prelibato che fa gola a tanti ma che (apparentemente?) non cede a nessuno. La sera della vittoria dell'Italia ai mondiali di calcio del 1982 Elisa scompare dopo essere (apparentemente?) uscita dall'ufficio della società immobiliare del Vaticano dove lavora come impiegata. Il caso viene affidato al giovane e arrogante commissario Michele Balestreri il quale, trascinato dall'alcol e dall'euforia per la vittoria italiana, lo prende sottogamba, almeno fino a quando il cadavere di Elisa emerge dalle acque del Tevere e la faccenda inizia a scottare. Ma l'indagine viene condotta frettolosamente e superficialmente e il caso pare essere destinato a essere archiviato come insoluto.
Passano ventiquattro anni e ritroviamo un Balestreri cinquantenne più pacato e riflessivo, alle prese coi fantasmi del suo passato (che il lettore può solo intuire) e con una serie di delitti che lo portano a indagare nella Roma più malfamata, tra sfruttatori senza scrupoli, prostitute spaventate e uomini politici corrotti: le vittime, che (apparentemente!) non sono legate le une alle altre, hanno in realtà tutte una lettera incisa sul loro corpo, quasi a formare una sorta di "rebus" nella mente dell'assassino, L'uomo Invisibile, colui che pare non esserci mai, ma che in realtà è sempre lì, nell'ombra, un passo davanti tutti. Ed ecco che, la sera della vittoria italiana ai Mondiali di calcio, 6 Luglio 2006, la madre di Elisa Sordi, che non ha mai avuto pace dalla morte della figlia, si getta dal balcone e il suo gesto spinge Balestreri a riaprire l'inchiesta e a scoprire con orrore, il suo legame coi fatti del presente...anche perchè il giovane Balestreri non aveva esaminato bene il cadavere di Elisa. E il cadavere di Elisa presenta una bella lettera incisa sul seno sinistro.
Paura, paura.
Questo è un libro che spaventa non solo per la storia nera narrata, ma anche, nel senso di stupore, per la straordinaria abilità del suo narratore, qui agli esordi. Un Libro, tante cose.
Un thriller duro e spietato, intrigante e intricato, un po' complesso (soprattutto nella parte centrale, vista l'abbondanza di azioni e personaggi) ma che risucchia fra le sua pagine come una ventosa, senza alcuna noia o fatica da parte del lettore. Un gran romanzo sull'Italia contemporanea, la nostra Italia, l'Italia di adesso, sporca e corrotta fino all'osso (con un'ipocrisia che non risparmia nessuno, anche e soprattutto le alte fasce insospettabili!) e tanto frammentata e incapace di far fronte ai suoi tanti mali. Un'amara riflessione sull'importanza dell'apparire, sull'insensibilità della nostra società tanto superficiale, che, con le sue sentenze, non fa che istigare alla violenza le menti già malate, generando odio su odio, male su male.
Il libro di Costantini lascia il segno dunque, per l'estrema attualità di ciò che racconta, per la varietà e la ricchezza dell'intreccio, per la profondità con cui indaga l'animo umano, ogni animo umano. Una lettura che richiede attenzione e concentrazione ma che regala una storia di massima tensione drammatica e di zero respiro..la si legge gustandola come si gusta un gelato, profondamente, totalmente, fino in fondo. E se qualcosa che racconta Costantini vi turba e vi lascia così increduli, togliete le fette di prosciutto dagli occhi e inghiottite la pillola amara: questo è il nostro paese. Questa, ahimè, è l'Italia.
Profile Image for GloriaGloom.
185 reviews1 follower
August 23, 2017
Merita lettura non svogliata l'opera prima di Costantini per la capacità, assai rara nei giallisti indigeni, di tessitura arzigogolata, di tenere insieme un affollato parterre di personaggi, trame e sottotrame, coincidenze e indizi, rallentamenti e colpi di scena per oltre settecento pagine senza mai costringere il lettore a improvvisi cali di palpebra o a virate in retromarcia dell'ereader per ricollegare nomi, personaggi o fatti. Tutto corre e scorre con camminata sostenuta e piacevole. Questo per l'oggettività.
Per la vista in soggettiva invece ho scorto un paio di magagne grosse come montagne. Magagne che mi sembrano però comuni un po' a tutta la narrativa gialla italiana che mi è capitato di leggere negli ultimi anni. La prima è l'attore principale di tutto questo ambaradan che attraversa 30 anni della nostra storia patria: il commissario Balisteri. All'inizio del romanzo è proprio un bel personaggione: ex ordinovista, ex collaboratore servizi segreti più o meno deviati, alcolista, giocatore d'azzardo e sciupafemmine. Si trova alle prese con l'omicidio/sparizione di una impiegata di un ente cattolico - per modalità e ambientazione una via di mezzo tra Via Poma ed Emanuela Orlandi - , indagine che la sua sciatteria e arroganza manda in vacca causando una terribile eco negli anni a venire. Quando ce lo ritroviamo 30 anni dopo di nuovo alle prese con il caso è un altro uomo. Rimorsi e rovelli lo hanno ridotto al classico poliziotto che solo i giallisti italiani( e qualche francese) e sindacalisti del SIULP anelano nelle loro fantasie più ardite. Al sano realismo del commissario fascista, razzista, violento, intrallazzone - figura fondatrice della nostra traballante democrazia- si sostituisce il cattolico di risulta, il democratico confuso capace di scendere negli inferi per venire a patti con i propri fantasmi pur di strappare il velo del mistero e dei Misteri. Son davvero questi che dovrebbero salvare la baracca?
La seconda magagna è il classico great complotto: qui ci sono servizi segreti, rom, rumeni, società in paradisi fiscali, ecclesiasti, monarchici, giornalisti, politici..... Il grande complotto come mezzo e fine al tempo stesso. Il grande inganno del grande complotto che tutti assolve e tutti accusa. Ce lo raccontano da cinquantanni quando basterebbe scorrere un listino di borsa.
Comunque, al di là delle mie intemperanze, leggetelo, non con la speranza di leggere Ellroy ma con almeno la certezza di non leggere Carofiglio o Camilleri.
Profile Image for My_life_inside_books.
22 reviews3 followers
March 1, 2021
Un thriller pieno, astuto e geniale, dove ogni cosa è collegata, dove chi pensi che sia non è quello che è realmente. In alcuni punti risulta un po' prolisso, ma è degno di essere letto.
917 reviews5 followers
December 30, 2024
Too long and too complicated

I found this book interesting and I wanted to find out what happened - but it was much too long and the plot much too complicated to be really enjoyable. I found the writing style a trifle wooden (which might, in part,be down to the translator) and there were too many many characters. I shall not be following this eries of books!
Profile Image for Giuls.
1,795 reviews137 followers
July 10, 2020
La prima parola che mi viene in mente pensando a questo libro è troppo.
Troppi personaggi, troppe coincidenze che poi non sono tali, troppi morti.
Decisamente troppe cose da mettere assieme senza che il cervello vada nella confusione più totale.

Più che altro perché, prima che i fili vengano tirati e si riesca a capire qual era il piano originario dell’autore, passa davvero troppo tempo. Per circa metà romanzo, infatti, una scena e quella successiva paiono tutto fuorchè collegate fra di loro. Questo rende quindi la lettura lentissima, tant’è che ho fatto una fatica immane ad andare avanti e uno sforzo pazzesco a non abbandonare il romanzo.
La seconda metà, invece, risulta molto più chiara al lettore, finalmente si capisce che cosa sta succedendo, per cui viene voglia di andare avanti, anzi, di divorare il romanzo, tant’è che mi sono ritrovata all’una di notte ancora sveglia e attiva, nonostante la stanchezza, perché dovevo leggere e scoprire che cosa sarebbe successo dopo e risolvere l’intero caso. In pratica le ultime 300 pagine le ho lette in una sola notte, e non me ne pento.

Le tematiche trattate dal romanzo le ho trovato decisamente molto attuali, dato che si parla di razzismo. In generale mi sono piaciute e posso affermare che sono state ciò che ho preferito del romanzo, però anche qua, mi è sembrato che si sia calcato un po0 troppo la mano, cosa che mi ha fatto storcere il naso più di una volta durante la lettura.

Per quel che riguarda i personaggi, come dicevo ho trovato che fossero troppi, per cui era facile fare confusione. Inoltre nessuno mi è saltato agli occhi, né in negativo, né, ancora meno, in positivo. Soprattutto il protagonista, Michele Balistreri, che a leggere la trama e le prime pagine sarebbe dovuto essere un personaggio decisamente tormentato e quindi molto profondo, in realtà mi è sembrato abbastanza piatto e non mi ha fatto nel complesso né caldo né freddo, anzi, al massimo mi è stato un po’ antipatico.

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May 6, 2014
THE DELIVERANCE OF EVIL by Roberto Costantini is, simply put, the best mystery/thriller I have read in a long, long time. Perhaps ever. I tried to remind myself that this book is the author’s first, an amazing achievement. The characters are brilliantly brought to life, the mystery is deep, compelling and so well wrought that I had a devil of a time trying to figure out who the true killer was, and, truth be told, I didn’t.
The main character in the story is Michele Balistreri, a thirty-two year old police captain in Rome. He drinks too much, smokes too much and is a true heel with the women he goes through in a rush to, as was said in my youth, follow the 4F principle. Find’em, Feel’em, F***’em and Forget’em. In some ways he could be a stock character from a Fellini film only Costantini has imbued this character with great depth and breath, making him what could possibly be one of the great characters in a novel of any kind. The secret is the two-part nature of the story.
In the first part a young woman is abducted after leaving work on the Sunday of the World Cup Final between Italy and Germany in 1982. Balistreri would rather watch the game, any Italian would, but he makes a halfhearted attempt to calm the parents down and do a quick, perfunctory investigation into the last moments of the girl. She had worked for a Cardinal in a small gated, two building residence. But with no evidence, Balistreri rushes back to watch the game with his brother and friends.
Naturally the girl is found dead soon after, a further investigation ensues and by some stroke of luck, Balistreri is not hung out to die.
The genius of the book is what occurs next. Rather than confine all the action to 1982, Costantini launches us forward into a much later Rome. Balistreri, now 55, smokes only 5 cigarettes a day, has cut out the booze and might actually be entering into a relationship with a reporter. A series of murders start to take place, tensions mount between native Italians and the Roma (gypsies) and Romanian refuges, all which draw our main character into a convoluted story that has him, as well as us, guessing at every turn.
Chock full of suspense and intrigue as well as office politics that stretch from the detective’s bureau to the ruling government, THE DELIVERANCE OF EVIL is a masterwork. Do yourself a favor and just go out and get this book before everyone in the office has read it and you have a hard time talking around the water cooler.
I can’t believe I won this masterpiece through Goodreads but I am so happy I did.
Profile Image for Chomsky.
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January 26, 2019
“Tu sei il male” romanzo d'esordio dell'ingegnere ed insegnante Roberto Costantini, è la storia di un'indagine che si snoda tra le due vittorie mondiali della nazionale italiana di calcio, 11 luglio 1982 e 9 luglio 2006 ma narra anche i lati oscuri del nostro paese, tra trame nere, poteri forti e abusi di potere. Il protagonista Michele Balistreri, ex agente segreto e giovane commissario per ignavia e disinteresse prende con superficialità la scomparsa di una bella ragazza proprio il giorno della partita finale del Mundial spagnolo di cui non vuole perdere la trasmissione. Questa omissione segnerà la sua vita e quella di molte persone sino ad un altra finale, quella del Mondiale tedesco in cui il suicidio della madre della ragazza rimetterà in moto l'inchiesta che finirà per far luce su molti aspetti indecenti della vita polita e istituzionale italiana. Ispirato chiaramente a molte vicende di cronaca clamorose come il delitto di Via Poma, la scomparsa di Emanuela Orlandi e il delitto dell'Olgiata, “Tu sei il male” è una radiografia impietosa dell'Italia della fine del XX secolo secolo in cui sotto la superficie di un Paese che cerca la modernità, lavorano sottotraccia i mestatori e i faccendieri che ricamano i loro torbidi intrighi. Balistreri alla fine di questa dolorosa e delicata indagine riuscirà finalmente a dare un nome al male che ha travolto la sua esistenza, riscattando una vita vissuta oltre i limiti.
Profile Image for Sergio.
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May 10, 2020
Prima di essere un giallo questo è un bel libro: non un capolavoro ma un romanzo scritto bene con personaggi ben delineati psicologicamente, un protagonista, il commissario di polizia Michele Balistrieri, simpatico e umano, una trama avvincente, un finale accettabile ma soprattutto un libro che riesce a tenere alta la drammaticità e l'attenzione nonostante nell'insieme sfiori le settecento pagine e per un thriller non è facile riuscire a non sconfinare nel già detto e nel già sentito o nella noia della ripetitività. A me è piaciuto molto, fin dalle prime pagine mi sono sentito a mio agio e attirato come una mosca dal miele dall'intrico della trama letteralmente senza un attimo di respiro. Il Commissario Balistrieri non ha nulla a che spartire con altri commissari o investigatori più titolati della letteratura ma si muove a suo agio in una Roma frenetica e difficile, in un ampio lasso di tempo che va dalla vittoria italiana ai Mondiali di Calcio del 1982 fino all'altra del 2006, a caccia di un assassino che sembra inafferrabile ma la sua perseveranza e quella dei suoi sottoposti sarà premiata e la matassa di una serie di delitti apparentemente legati da un filo sociopolitico sarà finalmente sbrogliata. Un autore da leggere ancora!
Profile Image for GONZA.
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June 27, 2014
Questo libro mi é piaciuto, anche se alla luce del finale, molte cose non erano poi cosí chiare ed altre chiaramente raffazzonate. Inoltre non era poi particolarmente ben scritto, quindi credo che parte del suo fascino sia da imputare alla trama, che molto ha pescato dalle vicende italiane degli ultimi 30 anni.
Profile Image for ❦ Ingrid’s Bookshelf ❦.
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September 26, 2025
Intelligente ma non si applica, anzi, prova ad applicarsi fin troppo e non sempre con ottimi risultati. Ma andiamo con ordine.

La prima parte, narrata in prima persona dal non integerrimo poliziotto Michele Balistreri, scorre bene e incalza parecchio grazie a un buon ritmo e a una premessa intrigante. Il caso di Elisa Sordi mi ha ricordato per certi versi quello tristemente celebre di Emanuela Orlandi, a me come a tanti altri recensori, fino ad arrivare tramite un grande climax al delitto che ci getta direttamente nella seconda parte. Qui, lo stupore più totale: il narratore passa dalla prima alla terza persona e ci resta fino all’epilogo, alternandosi tra diversi punti di vista oltre allo stesso Balistreri. Capisco perché, dato che altrimenti sarebbe stato impossibile procedere nelle indagini con una lentezza minore rispetto a quella (già piuttosto esasperante) che comunque risulta dall’utilizzo del punto di vista multiplo, ma non nego che questo radicale cambiamento mi abbia sulle prime destabilizzata.

Il ritmo è parecchio lento nonostante le indagini proseguano, almeno in apparenza, piuttosto spedite. Il gioco di depistaggi e cupi fantasmi che tornano dal passato, insieme al tema centrale del razzismo e al carosello inafferrabile di personaggi che anima il libro, lo rende certamente un buon prodotto di intrattenimento, ma per quanto mi riguarda presenta qualche punto critico. A eccezione del protagonista gli altri personaggi, a parte qualche eccezione, risultano tratteggiati solo sommariamente, anche a causa di uno stile di scrittura non eccelso (anzi, piuttosto elementare). Costantini apre parecchie porte e si impegna parecchio per chiuderle tutte in conclusione al romanzo, ma a un certo punto diventa sfiancante stare al passo con le continue piste che vengono percorse e gli infiniti, possibili colpevoli messi sul piatto. Se si riesce a sopportare il giro infinito che Balistreri è costretto a percorrere dalla seconda parte in poi risulterà sorprendente la scoperta di come tutte queste vicende siano connesse a quella, capitale, di Elisa Sordi. È un buon giallo di base, che riesce a raccontare la propria storia meglio di quanto faccia Donato Carrisi nel “Suggeritore”, in definitiva però troppo lungo; inevitabilmente l’attenzione calerà e crescerà in alcuni punti fino al finale quasi al cardiopalma, quando tutte le carte vengono messe in tavola.

So che è il primo di una trilogia di libri dedicati tutti al protagonista Michele Balistreri, può darsi che decida di proseguirla in passato perché quanto viene accennato rispetto al suo passato è davvero molto, molto interessante. Staremo a vedere!
Profile Image for Chana.
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October 15, 2017
There were a lot of killers in this book, and those not killing were often the killed. At least three of the main characters were killers, possible killers or complicit in hiding murder or provoking murder. The main men characters that is. Most of the women characters were used for sex, suicides or victims of murder. Not all though; one of the police was a strong woman, and a woman reporter was key in solving the crimes.
It was convoluted with all the characters, the political situation with immigrants and the influence of the Vatican, however, the story was constantly interesting, I liked Captain Balistreri with all his faults, sins, mistakes and regrets. I found him easy to relate to even as I cringed at his unkindnesses and idiocies. I thought, how human.
Basically, a young woman is murdered and Balistreri, a young policeman with a bad case of the bad habits of young men, fails to solve the case. Twenty-four years later there are additional murders tied into the original case. Balistreri is now an older man with heartburn and depression, a heart of regrets and a soul of guilt. He has to try to figure out what he missed the first time, the bodies keep piling up while he fights against the odds to find the truth.
Profile Image for Francesca.
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Read
December 31, 2021
Dnf. Non è per brutto ma non fa per me. (Non sei tu, sono io).
Profile Image for Irene Pianta.
3 reviews
August 30, 2024
Ha tutto quello che si può chiedere a un buon giallo.
Forse un po' troppi personaggi per la trama veramente intricata (e molto accattivante).
Perseguo con il 2, Ire
Profile Image for Simona Moschini.
Author 5 books45 followers
February 16, 2018
Nutrivo grandi aspettative per quest'opera prima di tale Roberto Costantini, manager sessantenne, peraltro persona simpatica e in gamba, vista a una presentazione del libro. Grandi... diciamo pure enormi: proporzionate al volume (672 pagine).
Tutte le opinioni, sia disinteressate che prezzolate, hanno lo stesso peso sulla bilancia, cioè un minimo di valore, purché motivate. E la mia opinione è che questo libro, pur non essendo una ciofeca assoluta, non valga tantissimo, né sotto il profilo letterario, né nello specifico giallistico, né tantomeno sotto quello sociale. Ovvio che sarà il tempo a confermarne la solidità, anche se, visto il trend, può darsi benissimo che tra un paio d’anni il Costantini sia dimenticato e sostituito da altri più di moda, più recenti, più “nuovi” di lui. Così come può darsi che i prossimi Costantini mi sorprendano positivamente per un’evoluzione imprevista rispetto alla linea già tracciata (benché la programmazione come trilogia non mi lasci ben sperare in tal senso).

Quello del giallo è un mercato che si autoalimenta, su cui negli ultimi dieci anni gli editori hanno puntato moltissimo, gettando sempre nuova benzina sul fuoco; ma ogni fuoco è destinato a spegnersi, se manca ossigeno.
E l’ossigeno, checché ne dica e speri l’industria di settore, non è la filiera produttiva: sono i lettori. Per quanti anni ancora, mi chiedo, il lettore medio-alto, quello appassionato, quello che compra almeno una volta al mese, o fa altrettanto con la biblioteca, può sopportare una mole di gialli, noir, thriller, legal thriller, splatter pari a quella di cui siamo stati inondati negli ultimi due lustri? Perché, diciamolo, noi siamo quelli che da bambini si sono scodellati (con l’entusiasmo dei bambini) tutta Agatha Christie, tutto Conan Doyle, e dopo chi ha approfondito Van Dine, chi Rex Stout, chi l’Ellery Queen delle riviste. Per poi scovare i racconti gialli perfetti, magici, di Poe. Per poi scoprire l’alternativa e opposta perfezione nella semplicità di un Simenon, nei suoi Maigret, nei suoi non-Maigret (meglio se da adulti, qui siamo ad altri livelli). Chi ama il filone psicologico non di rado si è buttato anche sulle atmosfere torbide di Patricia Highsmith, americana assolutamente atipica.
E poi, volenti o nolenti, spesso entusiasti, ci siamo sorbiti tutto Camilleri, tutto Larsson, tutti i giallisti svedesi, norvegesi, danesi, financo islandesi, che Iddio ha mandato in terra. Oppure tutti gli americani, chi specializzandosi nei serial killer di Deaver, chi nei McBain o Connelly, chi nel medical thriller della Cornwell o della Reichs (con pari o anche maggior apprezzamento del corrispondente televisivo, ad esempio io ho una dipendenza da Csi, quello di Las Vegas, NON gli spinoff). C’è perfino chi, in vena di nostalgia, è tornato al neoclassico con le trine e i merletti di un’ingessatissima P.D. James o addirittura della neovittoriana Anne Perry.

E trascuro qui di analizzare il filone noir, che, l’ho già scritto dappertutto, in realtà filone non è, esulando ideologicamente e strutturalmente dal vero giallo.
Il giallo “tira” così tanto che ci si sono buttati in troppi, a volte con risultati anche apprezzabili, e lo dico perché spesso piacciono anche a me: greci, turchi, francesi, inclusa una valanga di italiani.
Ma se guardo ai risultati, devo ammettere che se mi sono piaciuti è stato per le atmosfere esotiche (la Aykol), l’umorismo (la Giménez-Bartlett, Camilleri), lo sperimentalismo linguistico e l’analisi sociale (ancora Camilleri), il mix di ¾ sociologia e ¼ umorismo (Markaris), il tono fiabesco-mitico-surrealista (Fred Vargas).
Come gialli, accade purtroppo di constatare che alcuni fanno acqua da almeno un paio di paratie, o puntano tutto sull’investigatore tormentato in salsa svedese (Signore, pietà), oppure a metà romanzo hai già indovinato il colpevole, e addio suspense. Si fanno perdonare perché tanto ormai è acquisita nel lettore l’idea per cui il giallo è il vero romanzo sociale e neorealista del nostro tempo. Da noi, basta fare un giro in qualsiasi libreria, sono proliferati i giallisti alla Markaris. Tanti, tantissimi, al punto che farei un torto agli altri citandone qualcuno.

In Costantini, nelle faticosissime, sudate 672 pagine del primo Costantini, ritrovi tutti gli elementi del giallo italiano medio: forte analisi sociale, spruzzatina ina ina di umorismo, investigatore tormentato dai rimorsi.
La novità è forse un racconto di lunghissimo periodo (dal 1982 al 2006, con frequenti flashback nella storia personale del protagonista, prima bambino inquieto in Libia, poi studente di estrema destra tentato dalla violenza negli anni Settanta, con un’oscura esperienza nei servizi segreti che ha preceduto l’ingresso in polizia) e, in definitiva, l'ambizione di costruire un romanzo storico sull'ultimo trentennio in Italia.
Lo stile non mi piace. Troppi preamboli, troppe spiegazioni, preterintenzioni, ripetizioni, quasi a temere che il lettore sia un po’ tardo. La sintassi è farraginosa, qua e là addirittura di duplice interpretazione, i dialoghi retorici e, incursioni dialettali a parte, pietosi per inverosimiglianza e per la mancanza di uno sforzo di differenziazione di personaggi che non hanno e non si vede come possano avere tutti lo stesso background psicologico e socioculturale. Sconcertanti poi certi dialogati naif con rom dichiaratamente analfabeti che stranamente conoscono paroloni sconosciuti al cittadino italiano medio. Non mi sembra insomma che la Marsilio gli abbia reso un gran servizio, pubblicandogli e dando tanta risonanza a un romanzo che avrebbe necessitato di ben altra revisione linguistica. Capisco e quasi mi aspetto, cioè, da un nuovo autore, che possa avere qualche ingenuità; da una casa editrice che ha fatto i miliardi con Larsson, no.

E passiamo alla storia gialla.
Lungo periodo, dicevo. Ci sta anche che l’investigatore sciatto, frettoloso e distratto dal Mundial dell’82 si lasci gabbare da bugie, omissioni etc., per poi scoprire faticosamente la verità solo con ventiquattro anni di ritardo: crea pathos. Se non fosse che, per arrivarci, a questa verità, il lettore è costretto a un tour de force neuronale, e il disgraziato Michele Balistreri a sudare sangue tra successivi delitti, esecutore 1, esecutore 2, che però agisce anche in proprio, che però ha anche un mandante, che è suo padre, anzi, sono i servizi segreti. Non senza il contorno di poliziotti corrotti che gli mettono i bastoni fra le ruote, finendo giustamente ammazzati dai cattivi che non vogliono testimoni scomodi. E intanto noi sudiamo sangue con lui.
Una fatica della madonna, diciamocelo, un eccesso di complicazioni con molte punte di ridicolo, alla Faletti (non è un complimento). Arriva il punto in cui tu, esausto, o prendi appunti, o perdi il filo, tra tanti fili tirati.
Fino all’esagerazione barocca, incredibile, imperdonabile: l’accumulo di visite alla persona, al corpo esanime e infine al cadavere della prima vittima, attorno a cui nel volgere di un paio d’ore passano: pedinatore, stalker, feritore, incisore di lettere, testimone, strangolatore, mandante di becchino e finalmente il becchino che pensa bene di buttarla nel Tevere non senza aver aggiunto un tocco di ulteriori dettagli macabri. Echeccazzo! Nemmeno Poirot in Assassinio sull’Orient Express avrebbe potuto arrivarci!
Mi sembrano chiari i rimandi ai vergognosi casi di Emanuela Orlandi, con i suoi depistaggi vaticani e criminali, e di Simonetta Cesaroni, in cui indagini sciatte e frettolose hanno impedito per sempre un esito soddisfacente, ma così è troppo.

Altri difetti strutturali appesantiscono questo romanzo: non soltanto la continua analisi e controanalisi, e verifica degli alibi, e controverifica degli alibi da parte del commissario e dei suoi collaboratori, che ci sta; ma anche l’accumulo delle loro intemperanze caratteriali e storie d’amore e di vendette private (inclusa una pesantissima giornalista); la psicologia da feuilleton, a partire dalle incongruenze dello stesso Balistreri; la retorica e tronfia sicurezza di possedere la Verità Rivelata, trasudata da analisi sociologiche e politiche che non dovrebbero fare né l’autore (e lo fa in continuazione intromettendosi nella storia manco si credesse Manzoni), né i personaggi, a meno che il dialogo lo giustifichi davvero (e invece, comizi e siparietti politici come se piovesse, da parte di poliziotti, baristi, prelati e perfino assassini!).

Lo dico chiaro e tondo: nel romanzo, tanto più nel giallo, il comizio politico non ci può stare. Deciditi: vuoi fare il pamphlet contro il razzismo e l’opportunismo dei politici italiani? Ottimo: datti alla saggistica. O alla politica direttamente.
Tanto più che il romanzo avrebbe già, nella tortuosa evoluzione del protagonista, una sua weltanschaaung convincente, a partire dagli interrogativi del ragazzino inquieto su danni e benefici del colonialismo italiano in Libia; sulle sue assolute certezze postfasciste di gioventù; sull’edonismo superficiale dei suoi primi anni di lavoro; sul suo crollo psicologico post ’82, nel quale come non vedere il crollo di una certa Italia da bere; sulla sua faticosa rielaborazione del lutto, con la conseguente accettazione della complessità del mondo e dell’impossibilità di distinguere nettamente il bene dal male.

In questo senso il titolo del romanzo, che si scoprirà infine provenire da una canzone heavy metal satanica, è ben scelto, efficacissimo e autoironico. Chi è il male? Non è solo l’assassino (anche perché ce ne fosse solo uno, qui, magari!) È l’investigatore pigro e ignavo (Balistreri). È chi ha depistato un’indagine con bugie e omissioni (Valerio, il cardinale, la portiera...). È chi fa danno perché crede di avere la verità in tasca (la Chiesa cattolica). È una politica malata, ignorante, demagogica. È un popolo sempre pronto a tradire per il prossimo tribuno della plebe che fa promesse a buon mercato (ad libitum).
Profile Image for Katharine Ott.
2,013 reviews40 followers
April 15, 2025
"The Deliverance of Evil" - written by Roberto Constantini, translated by N S Thompson, and published in 2011 by Marsilio Editori, this edition in 2014 by Quercus. This lengthy (552 p) novel had a passel of negatives - first and foremost the rampant misogyny which made it almost unreadable. Add to that the disjointed investigations of a set of murders stretching over 20 years that plague Commissario Michele Balistreri, and the religious and cultural conflicts in Italy and it became an effort to finish the book. On the other hand, I can take Italy off my travel list.
Profile Image for Bookish Indulgenges with b00k r3vi3ws.
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February 17, 2017
The book begins in 1982 when the protagonist, Michele Balistreri, was young, fearless and a bit careless. Few days after he meets Elisa Sordi for the first time, on the eve of football world cup finals, she goes missing. Her body turns up after sometime and it is very clear that she had been tortured. Her bruised dead body changes something within Michele. However, he ends up arresting the wrong person for her murder case. But that was all in the past for Michele, still haunting him, till a new case comes into life in 2006. Two more girls have been murdered in way that is just too similar to Elisa Sordi’s Case. Now Michele is more experienced and matured and he vows to find the killer at any cost!

After reading this book, I am ashamed to admit that I hadn’t heard of this author before Book Depository offered me an ARC for Review purpose. Shame really, to have not known about such an amazing author.

It took me sometime to really get into the book because Michele Balistreri is a difficult character to like. His mentality and attitude towards the beginning was practically revolting. He came across as this careless and haughty young man whose attitude toward his work and towards women in general made me want smack him on the head till he had some new perspective. Ironically, it was the death of a woman that started to bring in the change in him. By the time we get reacquainted to Michele in 2006, he has matured a lot making it easier to like him.

The plot is amazing. A murder in 1982 is connected to murders in 2006 – both sets happen around the time when Italy won the football world cup. The similarities are undeniable and Michele conscience has been killing him for arresting the wrong person the first time round. But then there’s more to it than meets the eye in this case. A conspiracy that can rock the people of his nation and also enter the Secret Services to rock the already rocky boat!

The author has a great style of writing and character build up. As a reader I had a great time with the love-hate relationship with Michele. It was like I was in the book – living it. Of course some credit also goes to the translator N.S.Thompson for his exemplary work and input. I in turn suspected each character while I kept turning the pages.

I loved it! If you are a Mystery/Thriller fan, be sure to give it a try…
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