Che cosa succede quando il nostro cervello non riesce più a distinguere un volto umano da uno artificiale? È davvero possibile innamorarsi di un robot capace di simulare le emozioni con perfezione inquietante? E quale destino attende l’identità umana in un’epoca in cui la tecnologia può replicare pensieri, ricordi e sensazioni? Le storie raccolte in questo libro, curato da uno dei maggioriautori di fantascienza contemporanei, uniscono la potenza immaginifica della science fiction alla profondità dell’esplorazione filosofica, invitando a riflettere sui rischi e le opportunità legate al progresso, in un mondo dove intelligenza artificiale e robotica influenzano sempre più la nostra quotidianità. Questi racconti, scritti da autrici e autori della vibrante scena letteraria cinese ancora largamente sconosciuta al pubblico italiano, esplorano ciò che accadrà, passando in rassegna il possibile, l’improbabile e l’apparentemente assurdo – che, come il nostro tempo ci mostra sempre più spesso, rischia d’un tratto di diventare reale. Tra rivolte meccaniche, missioni di spionaggio ai confini tra umano e postumano e meditazioni sul valore della memoria, Il Tao delle macchine ci conduce in un universo al tempo stesso affascinante e perturbante, dove ogni innovazione tecnologica può trasformarsi in una sfida, in un dilemma per l’etica e la società. Dai robot-idol venerati da fan solitari alle silenziose ribellioni contro superintelligenze elettroniche, ogni storia diventa un’occasione per esaminare ipotesi e possibilità che non sono più solo il frutto della fantasia, ma scenari del nostro futuro imminente.
Chen Qiufan was born in 1981, in Shantou, China. (In accordance with Chinese custom, Mr. Chen's surname is written first. He sometimes uses the English name Stanley Chan.)
He is a graduate of Peking University and published his first short story in 1997 in Science Fiction World, China's largest science fiction magazine. Since 2004, he has published over 30 stories in Science Fiction World, Esquire, Chutzpah and other magazines. His first novel, The Abyss of Vision, came out in 2006. He won Taiwan's Dragon Fantasy Award in 2006 with "A Record of the Cave of Ning Mountain," a work written in Classical Chinese. His story, "The Tomb," was translated into English and Italian and can be found in The Apex Book of World SF II and Alias 6.
He now lives in Beijing and works for Google China.
A collection of science fiction short stories by contemporary Chinese authors. Not bad on their own, but in my opinion the book as a whole lacks a unifying thread. Interesting and unexpected, though. ------- Una raccolta di racconti di fantascienza scritti da autori cinesi contemporanei. Di per sé non male, se presi singolarmente, ma dal mio punto di vista al libro manca un filo conduttore che dia un senso "unificante" alla raccolta. Comunque interessante e non scontato.
Antologia di racconti di autori cinesi di fantascienza, incentrata in particolare su vari aspetti dell’intelligenza artificiale.
Come ho già avuto modo di constatare, la fantascienza non è affatto morta: sicuramente ha subito una certa trasformazione, soprattutto da quando il progresso tecnologico ha raggiunto certe idee che prima erano solo nei libri. Secondariamente, i Paesi che hanno raccolto l’eredità della fantascienza e hanno saputo svilupparla, darle nuova linfa, sono quelli non occidentali (Oriente in primis, ma non solo).
Il racconto di Chen Qiufan che apre il libro è quello che mi è piaciuto di più, veramente ben scritto ma soprattutto fa riflettere.
Gli altri racconti sono buoni, alcuni più altri un po’ scontati, ma tuttavia in tutte le storie si vede l’attenzione degli autori verso la tematica principale, le sue criticità, soprattutto nella relazione con l’essere umano.
"Il Tao delle Macchine" è una raccolta di 10 racconti di fantascienza cinese da cui mi aspettavo molto di più. Se la premessa era di coniugare la cultura millenaria della Cina, da sempre legata alla spiritualità, con le nuove tecnologie, solo alcuni dei racconti qui presenti ci sono riusciti; altri sebbene fuori tema li ho apprezzati, mentre ce ne sono un paio che ho dovuto abbandonare. In generale la qualità dei racconti non è molto alta purtroppo. I racconti che ho apprezzato maggiormente sono: La Milizia degli Osservatori di Chen Quifan La redazione del quotidiano Nuovo nuovo di Liang Quingsan Ma soprattutto il mio preferito: Amore in base al calcolo ridondante di Gu Shi - Bellissimo. Il robot che prova sentimenti tali da bypassare le leggi della robotica. L'amore sfonda la parete dell'imposizione data dalla tecnologia.
Quanti di noi, guardando il proprio smartphone, si sono mai chiesti davvero dove ci porterà questa corsa tecnologica che stiamo vivendo? Chen Qiufan non si limita a porcela, questa domanda: nella sua curatela di Il Tao delle macchine, raccoglie dieci voci della fantascienza cinese contemporanea che ci accompagnano per mano in futuri possibili, mostrandoci scenari che riescono a essere insieme inquietanti e pieni di speranza.
Questa antologia riunisce autori come Han Song, Gu Shi, Mu Ming, Chi Hui e An Hao, oltre allo stesso Chen Qiufan. Il titolo è già un programma: accostare uno dei principali concetti della religione taoista al mondo robotico suggerisce traiettorie imprevedibili, un dialogo tra antica saggezza e innovazione tecnologica che permea l’intera raccolta. E questa tensione tra tradizione e futuro è forse ciò che rende la fantascienza cinese così affascinante per noi lettori occidentali.
L’atmosfera generale è quella che si potrebbe definire al tempo stesso affascinante e perturbante. Non ci troviamo di fronte a visioni apocalittiche né a utopie improbabili, ma a scenari che esplorano il possibile, l’improbabile e persino l’apparentemente assurdo. Dalle rivolte meccaniche alle missioni di spionaggio ai confini tra umano e postumano, dai robot-idol venerati da fan solitari alle silenziose ribellioni contro superintelligenze elettroniche, questi racconti costruiscono un futuro dove l’intelligenza artificiale e la robotica influenzano sempre più la nostra quotidianità. Quando leggiamo “Come il mondo” di Chi Hui, con i suoi scenari di guerra dove l’AI genera realtà irreali per mascherare attacchi militari, o “L’inverno di un satellite incompiuto” di An Hao con le sue storie d’amore intessute di tecnologia, riconosciamo immediatamente le tendenze che già oggi ci circondano.
Ma è proprio nella capacità di coniugare la potenza immaginifica della science fiction con la profondità dell’esplorazione filosofica che questa antologia dimostra la sua forza. I racconti non si limitano a descrivere gadget futuristici o scenari da Black Mirror: scavano nelle implicazioni più profonde di ogni innovazione tecnologica, trasformandola in una sfida e un dilemma per l’etica e la società. Cosa succede quando possiamo innamorarci di robot capaci di simulare emozioni perfettamente? Quale sarà il destino dell’identità umana quando la tecnologia può replicare pensieri, ricordi e sensazioni? E soprattutto: dove finisce il volto umano e dove inizia quello artificiale?
Lo stile di scrittura varia naturalmente da autore ad autore, ma Chen Qiufan ha saputo costruire un’antologia coerente, dove le diverse voci dialogano tra loro pur mantenendo le proprie specificità. Alcuni racconti privilegiano l’azione e il thriller tecnologico, altri si concentrano sulle meditazioni filosofiche sul valore della memoria e dell’identità. Questa varietà di approcci, lungi dall’essere un difetto, arricchisce la lettura e ci permette di esplorare le questioni centrali da angolazioni multiple.
Certo, il formato del racconto breve impone dei limiti. Chi cerca lo sviluppo approfondito di personaggi complessi attraverso centinaia di pagine potrebbe rimanere un po’ insoddisfatto: ogni storia presenta i propri protagonisti che affrontano dilemmi specifici, ma non c’è il tempo per seguirli in archi narrativi estesi. Eppure, è proprio in questa brevità che si nasconde anche una virtù: questi racconti funzionano come semi che continuano a germogliare nella nostra mente ben oltre l’ultima pagina.
Ciò che più sorprende è l’equilibrio tra innovazione e riflessione. La fantascienza cinese contemporanea, almeno come emerge da questa antologia, sembra meno interessata allo spettacolo tecnologico fine a se stesso e più concentrata sulle implicazioni umane e sociali del cambiamento. Quando assistiamo a rivolte contro superintelligenze o a culti dedicati a robot-idol, non stiamo solo leggendo di tecnologie futuristiche: stiamo esplorando le nostre ansie e i nostri desideri più profondi proiettati in uno specchio deformante ma rivelatore.
Il Tao delle macchine è uno di quei libri che si leggono con un certo disagio produttivo, perché ci obbligano a confrontarci con domande che preferiremmo rimandare. Siamo pronti a vivere in un mondo dove l’artificiale diventa indistinguibile dal naturale? Cosa accadrà quando dovremo ripensare completamente il significato stesso di umanità? E come possiamo trovare saggezza antica per guidarci attraverso rivoluzioni senza precedenti?
Se cercate risposte definitive, questo non è il libro che fa per voi. Ma se vi va di esplorare le domande giuste, quelle che dovremo porci nei prossimi anni, allora preparatevi a un viaggio che vi accompagnerà ben oltre le sue pagine.