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Poesie

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Nella storia della poesia novecentesca Apollinaire giganteggia per la forte personalità e la vastità dei ruoli. Lui stesso, franco-italopolacco, si diceva incerto della propria identità. Discepolo di Sade, pornografo, critico d’arte, creatore di riviste, scopritore di talenti, viaggiatore, soldato e, prima di ogni cosa, poeta, fece dell’espressione artistica e della collaborazione tra tutte le arti il fine della propria vita, al punto che la sua figura di intellettuale vale a rappresentare un’intera epoca. Benché frequentasse i saltimbanchi del cubismo e del futurismo (come ha scritto Jorge Luis Borges), la sua essenza non stava nel rifiuto del passato. Attirato da nuovi mezzi espressivi, come il cinema e il fonografo, realizzò una pionieristica commistione tra culture diverse e nuovi media. André Breton vide in lui il lirismo fatto persona, vale a dire l’inesauribile sforzo di salire ai vertici della trasfigurazione e della fantasia. Un poeta come Apollinaire fa concorrenza alla natura, rifiuta la rappresentazione delle forme comuni ed eleva a realtà i modelli della sua mente. Metamorfico, cosmopolita, sperimentatore, irriducibile ai soli dati della sua biografia, Apollinaire è il poeta della meraviglia.
In questa scelta di poesie, ricreate in italiano dal genio lirico di Giorgio Caproni, troviamo alcuni dei vertici di Apollinaire, e un meraviglioso ritratto della sua versatilità: dai ritmi cadenzati delle canzonette popolari alle atmosfere leggendarie delle ballate renane, alla sperimentazione grafica dei calligrammi. Apollinaire è un poeta giocoliere, audace sperimentatore e al tempo stesso creatore di classici equilibri tra parola e pensiero, sempre sospeso, come dichiara nella Jolie rousse, «fra tradizione e invenzione / fra Ordine e Avventura». Al Novecento e ai secoli futuri questo multicolore maestro ha consegnato un modello di libertà stilistica e di anticonformismo morale, nonché l’esempio di una vita in cui esperienza e fantasia entrano in una sintesi originale. Difficilmente si troverà un altro poeta in cui vita e arte, giustificandosi a vicenda, siano unite così saldamente. L’autobiografismo di Apollinaire mostra anche ai più convinti sostenitori dell’autonomia dell’opera d’arte che la radice di ogni grande creazione affonda nella storia vissuta, e che il tempo della poesia è l’avvenire, dove ogni provvisorietà è trascesa nella dimensione inalterabile del mito.

202 pages, Hardcover

First published December 1, 1986

23 people want to read

About the author

Guillaume Apollinaire

685 books474 followers
Italian-French poet Guillaume Apollinaire, originally Wilhelm Apollinaris de Kostrowitzky, led figures in avant-garde literary and artistic circles.

A Polish mother bore Wilhelm Albert Włodzimierz Apolinary Kostrowicki, this known writer and critic.

People credit him among the foremost of the early 20th century with coining the word surrealism and with writing Les Mamelles de Tirésias (1917), the play of the earliest works, so described and later used as the basis for an opera in 1947.

https://en.wikipedia.org/wiki/Guillau...

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Displaying 1 - 2 of 2 reviews
Profile Image for Esther de los Ángeles .
12 reviews1 follower
February 17, 2023
Me suele gustar mucho Apollinaire pero me da la sensación continuamente de que el texto ha sido traducido de forma automática.
Profile Image for Elis.
524 reviews9 followers
May 29, 2023
Sono andata d'accordo con Apollinaire? Non saprei dirlo. Certamente posso dire che questo libro di poesie mi ha coinvolta e colpita meno rispetto ad altri che ho letto in passato; non sono riuscita a sentire crearsi un legame di qualche tipo con la scrittura di Apollinaire, ma al tempo stesso non ho voluto dargli un voto pessimo perché non l'ho trovato "illeggibile" o cose del genere. 🤷🏻‍♀️

I componimenti sono molto vari sia per lunghezza che per argomenti. Non fa eccezione nemmeno la struttura: ho apprezzato molto le poesie in stile "calligramma" (anche se le parole non compongono veri e propri disegni riconoscibili ma solo forme). Per quanto riguarda i temi, naturalmente le poesie che ho apprezzato maggiormente sono quelle che portano malinconia ("L'Addio"), quelle cruente con forti simbolismi ("L'Assassino") e quelle paradossali e macabre ("La Casa dei Morti", una sorta di ballata / storia sull'incontro tra vita e morte, la mia preferita della raccolta). 🪦💀

Toccati anche da Apollinaire nelle sue poesie argomenti sociali che risultano molto attuali, come quello dei migranti. Vi lascio un estratto:

"Con occhi pieni di lacrime guardi i poveri emigranti
Credono in Dio pregano le donne allattando fantolini
Riempiono del loro afrore l'atrio della stazione Saint-Lazare
Confidano nella loro stella come i re magi
Sperano di guadagnar soldi in Argentina
E di tornare al paese fatta fortuna
Una famiglia si trascina un piumino rosso come voi il cuore
Quel piumino e i nostri sogni sono altrettanto irreali
Alcuni si fermano qua e vanno ad abitare
In Rue des Rosiers o in Rue des Écouffes in catapecchie
Li ho visti spesso di sera prendono una boccata d'aria per la strada"

Non credo ci sia da aggiungere altro, se non che certe scene sono realistiche ed estremamente vive nei nostri occhi, ogni giorno in ogni città. 🏙️
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