La prima storia dell'Europa moderna nella quale la ricostruzione dei grandi avvenimenti pubblici si spiega con l'analisi del privato, e viceversa. Da tematiche affascinanti e sempre al centro della cronaca – virilità e omosessualità, donne e femminilità, guerra e bellezza, la riscoperta del corpo – muove un racconto storico di grande ampiezza, che spazia dall'iconografia alla letteratura, dai trattati di medicina alle leggi, dai discorsi politici ai manuali di psicologia e sessuologia.
German-born American social and cultural historian.
Mosse authored 25 books on a variety of fields, from English constitutional law, Lutheran theology, to the history of fascism, Jewish history, and the history of masculinity.
He was perhaps best-known for his books and articles that redefined the discussion and interpretation of Nazism.
Il volume - un paio di centinaia di pagine - indaga il rapporto tra la rispettabilità borghese, soprattutto sessuale, e l'affermarsi delle ideologie nazionaliste, razziste e assolutiste, dal XVIII al XX secolo, soffermandosi sui concetti di normalità e anormalità sessuale e razziale, di virilità, di bellezza, di gioventù, di guerra.
Non sempre, purtroppo, il testo risulta pienamente perspicuo, a causa della tendenza dell'autore a incastrare eventi e considerazioni gli uni negli altri, saltando volentieri da un'epoca all'altra; ma credo che parte della colpa sia da attribuirsi anche alla traduzione, talvolta imprecisa e spesso pesante. In ogni caso, è una lettura interessante, se non altro perché permette di comprendere, almeno superficialmente, le origini di convenzioni, stereotipi e atteggiamenti che perdurano ancora oggi.
excellent account of the origins, successes, contradictions and pitfalls of western european sexual morality, only let down by the author’s timidness in places
“Sessualità e nazionalismo” traduce: “omosessualità e nazismo”. Un percorso sottile, imprescindibile ma di nicchia e che fatica a trovare un respiro universale. I punti cruciali dello studio sono pochi e si ripetono nell’intero arco del saggio: l’introduzione dice praticamente tutto quello che si troverà poi nelle pagine seguenti. Forse un articolo sarebbe stata la forma più appropriata per l’analisi di questo studio. Spesso contraddittorio (perchè così è l’uomo e di conseguenza il suo studio – contraddittorio per esempio sulla figura/ruolo della donna, che doveva essere madre, angelo del focolare eppure viene rappresentata, a detta di Mosse, con fisici statuari, muscolosi, asessuati, molto simili a quelli degli uomini; oppure quando si sostiene che il nazionalismo voleva attaccare la “confusione borghese” quando invece la borghesia proprio in quel momento storico era quanto di più conformista ci potesse essere, sempre a detta dello stesso autore - in entrambi i casi), molto ripetitivo è però di facile lettura e scorre piacevolmente. Interessanti sono i diversi testi citati (soprattutto romanzi) di argomento omosessuale o lesbico non che scritti da autori omosessuali o lesbiche nei primi del Novecento o tra le due guerre; da rilevare in particolar modo quegli autori tedeschi che hanno scritto e cercato di pubblicare sotto il nazismo. Purtroppo vengono solo citati e non si approfondisce l’analisi. Le conclusioni sono alquanto leggiadre (forse anche perché non c’erano delle domande chiare all’inizio dello studio) e rimangono nella loro nicchia perdendo invece un’occasione, a mio avviso, di una panoramica più grande, come quando dice che il pensiero nazionalista che vuole un uomo “virile”, forte ma pacato e donne che sono l’angelo del focolare forse hanno pervaso molto di più la società di quanto si aspettassero i gerarchi nazisti e che noi, ancora oggi, facciamo i conti con questi pensieri, ora contestandoli ora accettandoli. Un libro che ha molto più potenziale di quello che poi effettivamente ci arriva.
Il libro di Mosse, "Sessualità e nazionalismo" è straordinariamente illuminante: con chiarezza e precisione indaga il rapporto tra nazionalismo, rispettabilità, sessualità, mentalità borghese e virilità seguendo il corso della storia europea (Germania e Inghilterra in primis) a partire dal XVIII secolo fino agli anni dei regimi fascisti del '900. Particolarmente efficace nel raccontare come si siano creati e sviluppati (e del perché abbiano avuto così successo!) gli ideali di rispettabilità e virilità, questo saggio può spiegare anche alcune situazioni contemporanee (Russia? Turchia?), nonostante sia stato scritto ormai 33 anni fa.
Il libro è scritto piuttosto male, le argomentazioni sono ripetitive e confuse. La traduzione italiana a mio avviso lascia a desiderare. In un libro che parla fondamentalmente di omosessualità l'espressione "lesbiche e omosessuali" non si può vedere. Le lesbiche non sono omosessuali? A questo punto scrivete direttamente "uomosessuali" così rendete palese la vostra mancanza di proprietà di linguaggio. E poi... il libro finisce con la domanda: "Fu troppo alto il prezzo pagato per questo tipo di moralità?". Si riferisce al principio di rispettabilità che ha portato a voler eliminare l'"anormale" nei campi di concentramento. È possibile che la risposta di Mosse sia "dipende"? Questo getta una luce inquietante sulla moralità di questo libro, perché è ovvio che i campi di concentramento sono un prezzo troppo alto per qualsiasi ordinamento sociale. Libro da evitare