Anni Trenta. Un corpo senza identità ritrovato sulla riva di un lago non è mai un buon segno, ma quello che Ariella Achermann ritrova in una nebbiosa mattina di novembre porta con sé più di un mistero. Tre anni prima, a Bellano, dopo il funerale dell'onesto fruttivendolo Erasmo Siromalli, l'annoiato e gaudente figlio Cletto non ha alcuna intenzione di prendere in mano il negozio del non si sente fatto per la monotona esistenza di un bottegaio, in quel paesino di poche case affacciato sul lago. Sembra destino quando, durante un viaggio a Lecco per stringere un accordo con un losco rivenditore, incontra per caso Gioietta Vendoli, operaia col sogno di Cinecittà che farebbe di tutto per sfuggire alla madre Castica. Cletto, quasi per gioco, si finge un prospero grossista, mentre anche lei millanta una posizione sociale più elevata. È solo l'inizio di una serie di bugie, fraintendimenti e imbrogli che porteranno i due giovani, in un'escalation comica e terribile, a una fuga rocambolesca con conseguenze funeste per i malcapitati che incroceranno il loro cammino... In una strepitosa tragicommedia dal ritmo serrato, Andrea Vitali dà vita a una coppia di sfaccendati Bonnie e Clyde di provincia, irresistibili nella loro scelleratezza. Li racconta con l'arguzia e il gusto per l'assurdo che lo hanno reso uno degli autori più amati in trascinandoci insieme verso il baratro, con il sorriso.
Italian writer and doctor. Andrea Vitali è nato nel 1956 a Bellano, sulla riva orientale del lago di Como, dove esercita la professione di medico di base. Ha pubblicato Il meccanico Landru (1992), A partire dai nomi (1994), L'ombra di Marinetti (1995, premio Piero Chiara), Aria del lago (2001) e, con Garzanti, Una finestra vistalago (2003, premio Grinzane Cavour 2004, sezione narrativa, e premio letterario Bruno Gioffrè 2004), Un amore di zitella (2004), La signorina Tecla Manzi (2004, premio Dessì), La figlia del podestà (2005, premio Bancarella 2006), Il procuratore (2006, premio Montblanc per il romanzo giovane 1990), Olive comprese (2006) e Il segreto di Ortelia (2007), La modista (2008, premio Ernest Hemingway) e Dopo lunga e penosa malattia (2008), Almeno il cappello (2009, premio Casanova; premio Procida Isola di Arturo Elsa Morante; Premio Campiello selezione giuria dei letterati; finalista premio strega), Pianoforte vendesi (2009) e Mamma de sole (2010) . Nel 2008 gli è stato conferito il premio letterario Boccaccio per l'opera omnia.
Questo libro mi ha confermato l’impressione che già avevo, ossia che Vitali va letto a piccole dosi, al massimo 1 o 2 libri all’anno, altrimenti diventa stucchevole. Anche in questo libro ci sono personaggi interessanti, tutti con nomi inverosimili (anche se chi conosce Vitali sa che questi nomi saranno pure inverosimili, ma sono addirittura veri, ossia nomi e cognomi che nella storia sono capitati a qualcuno). C’è da dire che in questo libro ci sono molti meno protagonisti che di solito: direi che al massimo ce ne sono tre degni di nota, ossia Cletto, il marito, Gioietta, la moglie, e la Castica, la suocera di Cletto e mamma di Gioietta. Ci sono tutti gli ingredienti che Vitali ci ha abituato a trovare, come le località attorno a Bellano, sul lago di Lecco, e anche tutti i “personaggi minori”, quanto di più strano può esistere, ma che sappiamo esistere anche nelle nostre vite. In questo libro, quello che resta dopo aver vissuto insieme ai protagonisti le loro varie avventure e disavventure, è una morale abbastanza chiara, ossia che se si fonda la propria vita sulle menzogne (anche se all’inizio possono sembrare innocenti) alla fine si va a finir male. C’è, più che in altre volte, un’amarezza di fondo che aleggia in tutta la trama, legata alle misere vite che conducono un po’ tutti i personaggi, anche quelli apparentemente più benestanti: miserie legate allo stato economico, oppure legate ad ambizioni non corroborate da adeguato impegno, o miserie legate a desideri immorali o a meschinità di vario genere. C’è un’umanità più sbilanciata verso il basso in questo libro di Vitali, dove sono assolutamente assenti personalità positive: magari è un periodo così della vita dell’autore, chi lo sa. Tre stelle, perché il libro si lascia leggere, ma adesso un po’ di stacco.
" La conclusione che il fiuto della Castica aveva tratto era più che ovvia. E se era sfuggita a quel musagnotto del marito che quando e se lavorava pareva aver fatto le fatiche di Ercole, a lei no: nella vita della figlia era comparso un merlo. Ma, s'era chiesta, di passo o stanziale? Lì stava il problema. Perché, fosse stato un migratore, c'era il rischio che quella, scema com'era, sempre lì a inseguire sogni che sapevano d'inchiostro, si facesse intortare per bene..."
Questo l'innesco di un romanzo dai toni picareschi ambientato fra le genti del ramo di lago che volge a mezzogiorno.
LA PROFEZIA DEL POVERO ERASMO racconta una storia tragicomica sulla vita e le riflessioni di un giovane sfaccendato, messe su carta in una lingua colta e convincente.
Un protagonista illuso, irresponsabile e sventurato, siamo nel 1931 e Cetto non vuole che il tempo gli passi sopra schiacciandolo prima in vita e poi sotto due metri di terra: decide dunque di passare all'azione e dare sostanza ai suoi sogni, anche se ancora non sa bene quali siano. L' incontro con la bella e svanita Gioietta Vendoli cambierà per sempre il destino di entrambi, mettendo in moto una serie di rocamboleschi eventi, fragili castelli di bugie e problemi la cui soluzione sta chissà dove. Lo spasso vi assicuro è assicurato, non sapevo se ridere o piangere, leggendo le disavventure dei due poveri disgraziati.
"Le ruote del destino, che non dorme mai, s'erano messe in moto."
Un romanzo riuscitissimo: ironico, pungente e con un pizzico di amaro, da gustare tutto d'un fiato!
Dettagli Autore: Andrea Vitali Editore: Rizzoli Collana: Novelle nere Anno edizione: 2025
Andrea Vitali non finisce mai di stupire. Narrazione serrata, colpi di scena, briosa arguzia e sottile ilarità. Sin dalle prime pagine si entra quasi fisicamente nel libro; sembra di convivere con i personaggi della storia della quale si conosce il finale solo nelle ultime pagine. 5 stelle ovviamente, mi è piaciuto tantissimo.
Molto carino. Un linguaggio più aulico del solito Vitali, un po’ pensante all’inizio ma poi si fa l’abitudine. La storiella in sè nulla di che ma come al solito l’autore riesce a costruire intrecci e situazioni esilaranti narrando la semplicità di una vita di paese.
Il libro nella prima metà scorre bene, con buona delineazione dei personaggi, nella modalità tipica di Vitali. poi il finale è un po' affrettato, come se si volesse far finire ma non ci fosse un'idea reale.
Qui Vitali ci riporta alla Bellano degli anni '30, ma non compaiono i personaggi della serie del Maresciallo Maccadò. Le atmosfere sono le solite, però qui si sente poco l'arguzia che rende le storie di Vitali così divertenti. la conclusione, come detto da altri, sembra un po' tirata via, ma è comunque una lettura piacevole.
Anche se non è il racconto abituale di Vitali, col maresciallo Maccadò e co., lo stile è però il solito: accattivante e anche ironico, pur in una vicenda nella quale c'è poco da ridere...