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Non esiste un posto al mondo
"Mi mancavano i boschi. Non li conoscevo bene, né sapevo molto su di loro, ma mi mancavano lo stesso."
Marassi, periferia di Genova, quartiere di palazzoni residenziali alti nove, dieci piani, dai colori sbiaditi. Balconi dappertutto, di emergenza, di salvataggio, come se chi abita lì dentro vivesse in apnea. Marassi è un quartiere da cui è meglio partire che arrivare. Lo sa bene Maurizio. Sono gli stessi palazzi a suggerirglielo. “Salvati” sembrano dirgli. Il desiderio di una vita altrove diventa urgenza, il richiamo della montagna irresistibile. Fino a farsi malessere. Ma anche in montagna qualcosa non va. Anche da lì ben presto scopre che deve partire. Come se nessun luogo potesse mai essere l’ultimo. Come se all’inquietudine non ci fosse mai fine. Così, Maurizio si mette in viaggio. Ma il suo è un viaggio a piedi, dentro la vita, cominciato quando era un bambino tormentato e cercava qualcosa che, avrebbe scoperto poi, gli sarebbe mancato per sempre.
Non esiste un posto al mondo è l’esordio letterario di Maurizio Carucci, un libro in cui la parola vorrebbe spesso farsi silenzio, un libro di cammino e di sosta, di ombra e di luce, una storia capace di metterci in contatto con la parte più smarrita del nostro Paese. E della nostra anima.
Marassi, periferia di Genova, quartiere di palazzoni residenziali alti nove, dieci piani, dai colori sbiaditi. Balconi dappertutto, di emergenza, di salvataggio, come se chi abita lì dentro vivesse in apnea. Marassi è un quartiere da cui è meglio partire che arrivare. Lo sa bene Maurizio. Sono gli stessi palazzi a suggerirglielo. “Salvati” sembrano dirgli. Il desiderio di una vita altrove diventa urgenza, il richiamo della montagna irresistibile. Fino a farsi malessere. Ma anche in montagna qualcosa non va. Anche da lì ben presto scopre che deve partire. Come se nessun luogo potesse mai essere l’ultimo. Come se all’inquietudine non ci fosse mai fine. Così, Maurizio si mette in viaggio. Ma il suo è un viaggio a piedi, dentro la vita, cominciato quando era un bambino tormentato e cercava qualcosa che, avrebbe scoperto poi, gli sarebbe mancato per sempre.
Non esiste un posto al mondo è l’esordio letterario di Maurizio Carucci, un libro in cui la parola vorrebbe spesso farsi silenzio, un libro di cammino e di sosta, di ombra e di luce, una storia capace di metterci in contatto con la parte più smarrita del nostro Paese. E della nostra anima.
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Published November 4, 2024
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Community Reviews
Displaying 1 - 10 of 10 reviews
October 9, 2024
Un libro che parla di vino, natura e della vita che si riesce a vedere (solo) camminando a 5 chilometri all'ora. L'ho letto tutto d'un fiato, bellissimo. Tra i miei vignaioli preferiti spero sia il primo di tanti libri!
December 26, 2024
"In tutti i posti in cui ho vissuto mancava sempre qualcosa, perché non esiste un posto al mondo in cui possa trovare tutto ciò di cui ho bisogno. Non è ai posti che manca qualcosa, quelli mancanti siamo noi."
Maurizio è molto bravo con le parole, e i suoi racconti sono sempre piacevoli da ascoltare. Sono racconti che riportano indietro nel tempo, in un'epoca che non ho vissuto, in una regione che non ho mai attraversato nemmeno per sbaglio. Sono storie di denuncia della povertà di un tempo, come di quella attuale, e dello stato in cui i contadini vivono e vengono considerati ai giorni d'oggi.
Mi è dispiaciuto solo come, alla fine del libro, questi racconti siano sfumati tra i capitoli, diventando un canale unico riguardo il pellegrinaggio a piedi fino a Milano. Non ho trovato molto senso logico in questa scelta.
Maurizio è molto bravo con le parole, e i suoi racconti sono sempre piacevoli da ascoltare. Sono racconti che riportano indietro nel tempo, in un'epoca che non ho vissuto, in una regione che non ho mai attraversato nemmeno per sbaglio. Sono storie di denuncia della povertà di un tempo, come di quella attuale, e dello stato in cui i contadini vivono e vengono considerati ai giorni d'oggi.
Mi è dispiaciuto solo come, alla fine del libro, questi racconti siano sfumati tra i capitoli, diventando un canale unico riguardo il pellegrinaggio a piedi fino a Milano. Non ho trovato molto senso logico in questa scelta.
January 4, 2025
Il titolo è aperto, come del resto è aperta la risposta alla domanda che a chiunque è sorta almeno una volta: c’è un posto per me?
Banale sarebbe dire che no, non c’è alcun posto, ma Carucci racconta la sua storia di ragazzo di periferia, ragazzo di paesino e uomo di casale e questo rende la risposta più complessa, e facendolo parla di sé stesso, di aspettative, di ambiente, di un sistema in cui siamo immersi, di natura: se penso ad un tour degli Ex-Otago penso a tutt’altro che al silenzio delle montagne, per questo parte di questo libro è tanto spiazzante quanto rivelatrice; perché dovrei dare per scontato che possa essere un fanatico di rumori e persone? Perché diamo per scontato che il posto di qualcuno possa essere uno e uno soltanto; o perché ci aspettiamo dalla vita di trovare il nostro posto nel mondo? Vogliamo un luogo nostro, vogliamo sentirci giusti in un posto, o averne uno giusto per noi.
Ci protendiamo fuori da noi cercando sempre una risposta chiara sperando di fermarci un secondo dopo la scoperta, una via definita che ci eviti di guardare quella nebulosa di incertezza, di vuoti, di paure, ma che rappresenta il vero motore di uno slancio costruttivo e che peraltro racchiude la reale possibilità di fermarsi. E respirare.
“Un giorno buffo di cielo assolato
Ci ritroveremo con un bel sorriso
Per aver capito poco
Di questo nostro cervello
E dell'intero mondo
Così complesso
Così spericolato”
Banale sarebbe dire che no, non c’è alcun posto, ma Carucci racconta la sua storia di ragazzo di periferia, ragazzo di paesino e uomo di casale e questo rende la risposta più complessa, e facendolo parla di sé stesso, di aspettative, di ambiente, di un sistema in cui siamo immersi, di natura: se penso ad un tour degli Ex-Otago penso a tutt’altro che al silenzio delle montagne, per questo parte di questo libro è tanto spiazzante quanto rivelatrice; perché dovrei dare per scontato che possa essere un fanatico di rumori e persone? Perché diamo per scontato che il posto di qualcuno possa essere uno e uno soltanto; o perché ci aspettiamo dalla vita di trovare il nostro posto nel mondo? Vogliamo un luogo nostro, vogliamo sentirci giusti in un posto, o averne uno giusto per noi.
Ci protendiamo fuori da noi cercando sempre una risposta chiara sperando di fermarci un secondo dopo la scoperta, una via definita che ci eviti di guardare quella nebulosa di incertezza, di vuoti, di paure, ma che rappresenta il vero motore di uno slancio costruttivo e che peraltro racchiude la reale possibilità di fermarsi. E respirare.
“Un giorno buffo di cielo assolato
Ci ritroveremo con un bel sorriso
Per aver capito poco
Di questo nostro cervello
E dell'intero mondo
Così complesso
Così spericolato”
January 8, 2025
La scrittura è leggera e dritta. Lo scenario di poesia rurale è melanconico e pieno. La costrizione della narrazione… un po’ sbilanciata. Mi è sembrato più un insieme di “cose” che un romanzo, un libro.
March 20, 2025
Domenica scorsa ho fatto qualcosa di insolito per me. Solitamente, quando mi trovo in mezzo a tante persone, preferisco restare vicino a Franci e alla mia bambina o con chi sono. Mi sposto in carrozzina elettrica e ho paura degli sguardi altrui quando mi muovo da sola e mi guardano come fossi un'aliena. Ma domenica ho scoperto che Maurizio Carucci presentava il suo libro alla fiera "Fa' la cosa giusta". Seguo gli Ex-Otago sin dagli esordi, essendo io di Genova, dove loro hanno iniziato a suonare. Avevamo anche conoscenze in comune; ricordo Alberto Pernazza, ex membro del gruppo, che lavorava nel supermercato che frequentavo spesso. Con l'uscita dell'album "Corochinato" e la partecipazione a Sanremo nel 2019, la loro fama è cresciuta. All'epoca vivevo già a Milano e mi faceva piacere vedere amici milanesi apprezzare una band della mia città nel panorama indie pop.
Domenica ho deciso di attraversare da sola la fiera, tra la folla, per trovare l'incontro con Maurizio Carucci. Non è stato facile orientarmi; mi sono fermata, ho consultato la mappa sul telefono e, dopo un po', sono arrivata. L'incontro era già iniziato e si parlava del libro che avevo lasciato in sospeso. Mi sono presentata a Maurizio, superando la mia timidezza, per dirgli che anch'io ero di Genova e che avevo sentito parlare bene della sua Cascina Barbàn. Mentre lui parlava del libro, ho deciso che l'avrei letto; era lì fermo in eBook ad aspettarmi. Le parole semplici di Maurizio mi hanno fatto capire quanto anch'io sentissi il bisogno di allontanarmi dalla frenesia di Milano, che mi rende iperattiva. Sebbene la mia disabilità mi porti a informatizzare tutto, desidero la natura, il cammino, gli animali da amare, la semplicità, il buon vino, la compagnia che fa ridere, senza ansie o preoccupazioni di non essere all'altezza o di non raggiungere certi traguardi economici.
Leggendo di Marassi e dell'entroterra genovese, mi sono rivista nella mia infanzia: un po' Sestri Ponente, un po' Borzoli, un po' Pegli, un po' La Foce, nei vicoli,a Busalla, a Savignone e in tutti i luoghi della mia giovinezza. Ho rivissuto sensazioni, ricordi di uscite con amici, la musica degli anni 2000, i locali che non ci sono più, come il Mascherona, il Nadamas, il Milk, e quel poco di università in via Balbi. Leggendo di quando Maurizio e Marti fecero il cammino dalla Val Borbera a Milano, mi ha ricordato che ne avevo parlato con Francesco, "il cantante degli Ex-Otago è proprio un matto!", gli avevo detto a suo tempo a Franci, ridendo. Ora che ho letto l'intero racconto di Maurizio e Marti, ho invidiato un po' la loro testardaggine; quella fatica e quel lungo cammino dovevano essere un traguardo significativo. Noi, gente di mare, sentiamo certe cose nel profondo. Così, domenica, ho sentito che era la cosa giusta da fare: lasciare mia figlia e mio marito ai giochi di legno della fiera e avventurarmi con la mia carrozzina in un ambiente sconosciuto per trovare quel libro che mi chiamava da tempo. Perché non importa quanto sia lungo il cammino e quanto sia lo spazio da percorrere, è il voler sfidare certi nostri limiti ascoltando il nostro cuore.
Qui a Milano sono arrivata in un ambiente totalmente diverso, ma sono riuscita ad adattarmi in questi 12 anni. Non ho però mai dimenticato le mie origini. Tante volte ho percorso strade impreviste o tortuose e solo tempo dopo ho realizzato quello che la vita voleva dirmi. Non sempre i messaggi arrivano subito; a volte ci vuole tempo e ricordi per capire certe dinamiche. Senza mai dimenticare chi siamo.
Anche per me, Con il mare in faccia e le montagne alle spalle.
Domenica ho deciso di attraversare da sola la fiera, tra la folla, per trovare l'incontro con Maurizio Carucci. Non è stato facile orientarmi; mi sono fermata, ho consultato la mappa sul telefono e, dopo un po', sono arrivata. L'incontro era già iniziato e si parlava del libro che avevo lasciato in sospeso. Mi sono presentata a Maurizio, superando la mia timidezza, per dirgli che anch'io ero di Genova e che avevo sentito parlare bene della sua Cascina Barbàn. Mentre lui parlava del libro, ho deciso che l'avrei letto; era lì fermo in eBook ad aspettarmi. Le parole semplici di Maurizio mi hanno fatto capire quanto anch'io sentissi il bisogno di allontanarmi dalla frenesia di Milano, che mi rende iperattiva. Sebbene la mia disabilità mi porti a informatizzare tutto, desidero la natura, il cammino, gli animali da amare, la semplicità, il buon vino, la compagnia che fa ridere, senza ansie o preoccupazioni di non essere all'altezza o di non raggiungere certi traguardi economici.
Leggendo di Marassi e dell'entroterra genovese, mi sono rivista nella mia infanzia: un po' Sestri Ponente, un po' Borzoli, un po' Pegli, un po' La Foce, nei vicoli,a Busalla, a Savignone e in tutti i luoghi della mia giovinezza. Ho rivissuto sensazioni, ricordi di uscite con amici, la musica degli anni 2000, i locali che non ci sono più, come il Mascherona, il Nadamas, il Milk, e quel poco di università in via Balbi. Leggendo di quando Maurizio e Marti fecero il cammino dalla Val Borbera a Milano, mi ha ricordato che ne avevo parlato con Francesco, "il cantante degli Ex-Otago è proprio un matto!", gli avevo detto a suo tempo a Franci, ridendo. Ora che ho letto l'intero racconto di Maurizio e Marti, ho invidiato un po' la loro testardaggine; quella fatica e quel lungo cammino dovevano essere un traguardo significativo. Noi, gente di mare, sentiamo certe cose nel profondo. Così, domenica, ho sentito che era la cosa giusta da fare: lasciare mia figlia e mio marito ai giochi di legno della fiera e avventurarmi con la mia carrozzina in un ambiente sconosciuto per trovare quel libro che mi chiamava da tempo. Perché non importa quanto sia lungo il cammino e quanto sia lo spazio da percorrere, è il voler sfidare certi nostri limiti ascoltando il nostro cuore.
Qui a Milano sono arrivata in un ambiente totalmente diverso, ma sono riuscita ad adattarmi in questi 12 anni. Non ho però mai dimenticato le mie origini. Tante volte ho percorso strade impreviste o tortuose e solo tempo dopo ho realizzato quello che la vita voleva dirmi. Non sempre i messaggi arrivano subito; a volte ci vuole tempo e ricordi per capire certe dinamiche. Senza mai dimenticare chi siamo.
Anche per me, Con il mare in faccia e le montagne alle spalle.
November 22, 2025
Finalmente, dopo tanto tanto tempo, ho letto questo romanzo.
Ascolto gli Ex-Otago dal 2016, sono andata a molti loro concerti e continuerò ad andarci.
Con loro ho conosciuto Maurizio e Martina, sono andata ai loro pranzi in Cascina, ho visitato le loro vigne, e ho bevuto i loro vini. Ho conosciuto le loro mamme e Daniela, la sorella.
Pumba e Miccia, i miei cani, hanno giocato con Castagna, diventando super amici.
E ho seguito la carriera musicale di Maurizio come solista, e ad ogni suo concerto, l'ho ascoltato leggere un pezzettino di queste pagine, quanto ancora non erano un romanzo, non esistevano per il resto del mondo.
Ma la cosa più bella... è stato esserci al concerto a Cosola, in mezzo alle nuvole, ad ascoltare queste immense letture.
Ho letto con piacere queste pagine, e ho ritrovato tutte le canzoni del disco di Carucci....davvero un bel viaggio, in tutti i sensi.
BUON VIAGGIO E BUONE LETTURE!!!
Ascolto gli Ex-Otago dal 2016, sono andata a molti loro concerti e continuerò ad andarci.
Con loro ho conosciuto Maurizio e Martina, sono andata ai loro pranzi in Cascina, ho visitato le loro vigne, e ho bevuto i loro vini. Ho conosciuto le loro mamme e Daniela, la sorella.
Pumba e Miccia, i miei cani, hanno giocato con Castagna, diventando super amici.
E ho seguito la carriera musicale di Maurizio come solista, e ad ogni suo concerto, l'ho ascoltato leggere un pezzettino di queste pagine, quanto ancora non erano un romanzo, non esistevano per il resto del mondo.
Ma la cosa più bella... è stato esserci al concerto a Cosola, in mezzo alle nuvole, ad ascoltare queste immense letture.
Ho letto con piacere queste pagine, e ho ritrovato tutte le canzoni del disco di Carucci....davvero un bel viaggio, in tutti i sensi.
BUON VIAGGIO E BUONE LETTURE!!!
October 18, 2024
"Il calore dei posti che amavo, che mi veniva incontro appena scendevo dalla macchina o dal treno e mi rendeva felice di essere lì e non in un altro posto del mondo, cominciava a mancarmi sul serio.
Dentro di me avevo scoperto la presenza di un crepaccio esistenziale, formatosi chissà quando, in continuo movimento da quando ero bambino, che avrei dovuto superare con il solo aiuto dei miei esigui strumenti rudimentali.
È possibile vivere senza una casa? E se non la trovassi mai? E se fossi destinato a partire per tutta la vita?
E dove si trova questa casa? Fuori o dentro di me?"
Dentro di me avevo scoperto la presenza di un crepaccio esistenziale, formatosi chissà quando, in continuo movimento da quando ero bambino, che avrei dovuto superare con il solo aiuto dei miei esigui strumenti rudimentali.
È possibile vivere senza una casa? E se non la trovassi mai? E se fossi destinato a partire per tutta la vita?
E dove si trova questa casa? Fuori o dentro di me?"
November 1, 2024
È un libro estremamente personale, breve ma molto intenso. Non racconta solo di un viaggio o solo della vita dell'autore. Racconta anche di angosce, paure, incertezze e contrasti. È un flusso di pensieri che in qualche modo riesce a raccontare dell'animo umano.
Tutti vogliamo trovare il nostro posto nel mondo, ma forse la vita è proprio una perenne ricerca di qualcosa che in realtà non esiste
Tutti vogliamo trovare il nostro posto nel mondo, ma forse la vita è proprio una perenne ricerca di qualcosa che in realtà non esiste
November 17, 2024
Scrittura semplice e veloce, per un testo che sa narrare le profondità e i continui interrogativi dell'animo umano.
December 26, 2024
Un viaggio interiore, un viaggio a piedi tra boschi e città !
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