The extraordinary story of a legendary hero continues . . .
After ten years of uninterrupted war, blood and agony, the Trojans have finally been defeated. Odysseus and his men begin the epic journey of returning to Ithaca. Along the way, terrifying enemies await them: the cyclops Polyphemus, the lotus eaters who feast on narcotic flowers that give only oblivion, the sorceress who turns men into swine, and the deadly, enthralling sirens.
Odysseus is determined to make his way home, where his beloved family have awaited him for many long years. But his journey will present him with new, terrible perils - ones that he could not have dreamed of even in his wildest nightmares.
In this stunning new novel, Valerio Massimo Manfredi gives a new voice to one of the most adventurous and fascinating heroes of all time.
Valerio Massimo Manfredi is an Italian historian, writer, archaeologist and journalist. He was born in Piumazzo di Castelfranco Emilia, province of Modena and is married to Christine Fedderson Manfredi, who translates his published works from Italian to English. They have two children and live in a small town near Bologna. Valerio Massimo Manfredi defines himself as an "Ancient World Topographer". Since 1978 he spends his time teaching in several European universities, digging ruins in the Mediterranean and in the Middle East, and writing novels. The Professor of Classical Archaeology in the "Luigi Bocconi" University of Milan and a familiar face on European television, he has led scientific expeditions, excavations and explorations in Italy and overseas. In addition to this, he has published a number of scientific articles and essays as well as thirteen novels, including the Alexander trilogy and The Last Legion. Alexander was published in thirty-six languages in fifty-five countries and The Last Legion was sold for a major film production in the USA. The Last Legion film was released in 2007.
- Libro acquistato 19 Settembre 2013 - Inevitabilmente avevo messo in conto che la seconda parte della dilogia di Valerio Massimo Manfredi dedicata al personaggio di Ulisse sarebbe stata meno interessante della prima perché ripercorre in maniera abbastanza pedissequa il poema di Omero da me letto in passato nella versione di Rosa Calzetti Onesti: ciò non toglie che ho gustato le peripezie amorose, i combattimenti, le astuzie dell’eroe greco, sempre animato dall’irriducibile sogno di ritornare a calpestare il suolo natio e riabbracciare i suoi cari. Come sempre la parte che più mi ha coinvolto è stata quella che narra l’accoglienza e l’ospitalità amabile e disinteressata offerta dai Feaci, la luminosa figura della giovanissima Nausicaa e infine l’agognato rientro ad Itaca. Lettura che non aggiunge nulla a quanto già conoscevo ma non per questo un’opera da disdegnare.
Cosa dire? Cosa dire del secondo volume delle avventure di Ulisse rilette dal signor Manfredi, se non che si tratta di una lettura straordinaria, che consiglierei a chiunque?
L'Ulisse che ci viene raccontato in queste pagine è un uomo formidabile, sì, ma innegabilmente in declino. La trovo una scelta narrativa piuttosto originale, dato che nella concezione generalmente adottata del personaggio si pensa ai suoi dieci anni in mare (con i Lestrigoni, i Ciclopi, Circe, Calypso e tutti gli altri) come al picco dell'eroe, al momento in cui utilizza al massimo il suo ingegno. Invece Manfredi ci mostra un lato di Ulisse squisitamente umano, debole perfino, danneggiato dalle esperienze vissute, che pure coesiste in perfetta armonia con quello dell'eroe figlio di Laerte, che è sempre presente e pronto a riaffiorare in pochi istanti. I personaggi che circondano Ulisse sono ancora una volta tratteggiati con poche parole, eppure sorprendentemente vivi nell'immaginazione del lettore (che, se è come me, ne rimane affascinato).
Delle scene così magistralmente dipinte dall'autore, ho amato in particolar modo la visita ai morti dell'Ade - un capolavoro, signor Manfredi, un capolavoro! - e l'incontro di Ulisse con Athena, sotto all'ulivo.
Il racconto della vendetta contro i Proci e di tutto ciò che seguirà (niente spoiler, faccio la brava) scorre meravigliosamente veloce, ma non in maniera superficiale: è un piacere guardare il nostro eroe studiare le sue prossime vittime, calcolare freddamente come e quando le avrebbe uccise, eppure non perdere mai, nemmeno per un istante, la passione, la rabbia in realtà, che lo anima. Per rendere tutto ciò in un racconto senza annoiare a morte il lettore ci vuole talento, signori. Oppure tante ore di duro lavoro sulla pagina bianca. O entrambi. ^^
Misurarsi con un classico è sempre difficile, soprattutto se pilastro portante della letteratura mondiale. Questo romanzo dimostra in pieno questa difficoltà: non si capisce dove voglia andare a parare, non si capisce l'utilità dei personaggi, ma, soprattutto, non se ne capisce il perché. La prima parte è quasi illeggibile a furia di ripetere lo stesso identico concetto per decine e decine e decine di pagine. I personaggi sono inutili, nel senso che non ci si affeziona loro, quindi quando muoiono la reazione si limita a un: "Ah... Ok". Ulisse è stato completamente rielaborato, credo per proporre una versione più contemporanea, il risultato è negativamente sconvolgente; a parte il fatto che non ne fa una giusta e sembra che la storia prosegua perché è l'uomo più fortunato del mondo, si aggiungono diverse problematiche: 1) il personaggio non è coerente con una personalità contemporanea né con una antica: alcune azioni compiute non hanno alcun senso se si cerca di vedere un Ulisse moderno e viceversa; 2) è una lagna continua: io capisco la sensibilità, ma non si può far piangere un eroe omerico una pagina sì e una no. Letteralmente. 3) ogni volta che succede qualcosa invoca la dea. Va bene. Il problema è che lo fa anche quando non succede assolutamente nulla: è una dea non un dannato centralino di sostegno psicologico! 4)sostanzialmente, a furia di stare sotto il sole in nave, gli si è lesso il cervello: ha degli scatti d'ira repentini, si contraddice sia nel pensiero che nell'emotività, non capisce nulla di quello che gli sta capitando (vedi: dopo mesi di navigazione si accorge che il mare è pieno di acqua... Però! Non male per un re che vive su una caspita di isola! Sono ansiosa di conoscere la prossima brillante intuizione). Persino il rapporto con Penelope non ha alcun senso; tra l'altro dovrebbe essere lei la vera eroina, l'unico personaggio che abbia un senso compiuto e un minimo di cervello. Tralascerei il finale. Questi sono solo i punti principali del perché questo libro mi abbia fatta star male. Avendo letto il primo capitolo, che comunque ho trovato piacevole, mi spettavo una storia all'altezza, invece mi sono trovata catapultata in un abisso di nulla, aggravato dal fatto che io ho adorato per lungo tempo Manfredi, anzi si può dire che sia uno degli autori che mi abbia fatto nascere la passione della lettura.
In Odysseus: The Return, Manfredi puts voice to one of my favourite characters of Greek mythology. Odysseus' inner thoughts are reminiscent of the lofty and dramatic commentary I would imagine of a nobleman of Ancient Greece . Interestingly, instead of alienating the reader, I felt the author succeeded in humanising the legendary hero. Rather than the infinitely crafty King I remember as a child, this Odysseus, (although still very wise) is also subject to luck, bloodthirstiness, bravery & more luck.
I loved this colourful reimagining of my old friend and it'd be great to discuss the ending with other goodreaders!
Disclaimer: I received this sequel from netgalley. As always this did not impact upon my review.
Dopo aver letto il primo libro di questa trilogia, che mi era piaciuto molto, non vedevo l'ora di trovare la scusa per leggere il secondo. Ed eccola qui.
Devo dire che questo secondo romanzo mi è piaciuto decisamente meno del primo. L'ho trovato troppo vuoto, quasi sempre mi è sembrato solo un riassunto dell'Odissea vera e propria, senza nulla di più e nulla di meno. Solo un elenco di fatti senza alcun sentimento. In particolare i personaggi mi sono sembrati molto piatti e poco caratterizzati. Solo Odysseo si è dimostrato qualcosa di più, l'ho trovato un personaggio complesso, stanco e disperato dalla situazione, che vuole solo tornare a casa.
Nonostante tutto la storia cattura durante la lettura, motivo per cui il libro si legge estremamente velocemente.
Il finale poi mi ha lasciato interdetta. Sotto certi punti di vista, infatti, non mi è piaciuto, troppo strani, sotto altri invece mi ha molto incuriosito, tant'è che non vedo l'ora di leggere il terzo volume.
«Io sono... nessuno, solo un derelitto, un mendicante che non aveva di che coprirsi. Nemmeno il mare mi ha voluto, mi ha vomitato sulla spiaggia.»
Un po' meno bello del precedente, perché sembra che abbia voluto stringere ed interpretare il contenuto dell'Odissea per arrivare ad un finale "personalizzato", che però mi è piaciuto, anche se non avrei pensato. Ho apprezzato la perfetta imitazione dello stile omerico "nuovo", non più catalogico, enciclopedico, didascalico (in due pagine siamo da Polifemo), ma incentrato sull'uomo che dà il nome al poema. Sulle prime ho sentito poco allaccio fra il primo e il secondo libro, ma lo interpreto come un voler rappresentare la stessa differenza ideologica fra i due poemi omerici: uno è quello dell'orgoglio, del fiore della gioventù, incentrato sull'onore e sulla gloria eterna, l'altro della maturità, che indaga più a fondo l'animo umano, la saggezza, un poema più "stanco", in cui si celebra il ritorno al proprio io e alle proprie radici. Per me l'autore, per amor di completezza, avrebbe dovuto creare qualche raccordo usando i frammenti dei poemi perduti, però ha fatto un bel lavoro sulla crescita interiore di Odisseo, che qua appare molto più maturo. Ora la mia speranza è che non abbia rovinato tutto con qualche idea troppo fantasiosa nel terzo libro, visto che a parte qualche racconto spurio non abbiamo altri racconti epici sulla figura di Odisseo. Ok a qualche interpretazione, ma spero non diventi un pastrocchio...
«Per te la vita non ha valore. Ne hai senza limiti. Nulla ti può segnare, niente può cambiarti. Io so che la mia finirà, presto o tardi, per questo ne amo ogni istante, per questo ogni soffio di vento, il trillo di un uccello, il profumo di una rosa selvatica mi è prezioso. Per questo ogni alba e ogni tramonto sono diversi, visione di meraviglia e di stupore. Per questo voglio rivedere mio figlio. Anche se fosse sgraziato e sgradevole a vedersi, sarebbe caro al mio cuore, perché l’ho generato amando sua madre nel fulgore della sua giovinezza, anch’essa tanto preziosa perché effimera. Voglio rivedere mio padre, che è solo e triste, privato della sua dignità. Lui che fu l’eroe Laerte, guerriero abbagliante, possente, ora la triste vecchiaia l’opprime e nessuno si cura di lui. E sai perché voglio vedere un vecchio canuto e derelitto? Perché sono suo figlio e ho il suo sangue nelle vene, perché a lui devo questa vita con i suoi orrori e le sue meraviglie, con i suoi dolori e le sue folli gioie, con il desiderio insaziabile di vedere, di amare e di odiare, di comprendere, di inseguire sogni di terre lontane, oltre l’ultimo orizzonte.»
Ως λάτρης της Ελληνικής μυθολογίας βρήκα και το δεύτερο μέρος εξίσου ωραίο. Στο πρώτο μισό του βιβλίου περιγράφεται η διαδρομή του Οδυσσέα απο την Τροία ως την Ιθάκη και στο δεύτερο η μάχη με τους μνηστήρες καθώς και η τελευταία αποστολή του. Εξαιρετικός Μανφρέντι για ακόμη μια φορά.
En ultimas fechas un musical se ha vuelvo mi vicio y es la razón que haya nacido en mi un interes en la Odisea (libro que nunca en la vida me había llamado la atención). Me gustó mucho la narrativa de Manfredi, sin duda leere más libros de él. Respecto a Odiseo no sabía gran cosa y me ha encantado su historia. Me asombra la resistencia que tiene y al mismo tiempo sufro por todas las desgracias que pasa. "Los mortales no estan habituados a la presencia de los dioses" sin embargo, en su caso, lo estaba.
Retelling della dell'Odissea e tutto sommato una piacevole lettura. Un Odisseo umano è il punto positivo, il punto negativo è invece che tutti gli altri personaggi sono praticamente inesistenti, forme indistinte (e tutte uguali) sullo sfondo della storia. Praticamente la storia finisce a due terzi del libro. Il finale non c'entra un accidenti e mi ha lasciato molto perplesso.
Ho trovato questa rivisitazione dell’Odissea non particolarmente convincente, ovviamente il personaggio di Odisseo è molto ben caratterizzato e subisce infinite evoluzioni nel tempo e durante l’intero peregrinare, ma gli altri personaggi sono di una piattezza senza senso. Il finale mi ha lasciato davvero perplesso.
Che dire… piaciuto mi è piaciuto. Soprattutto l’Odisseo che ne viene fuori, disperato, stanco e molto, molto umano, un po’ meno eroe. È proprio per questo che l’ho apprezzato. Il finale però è a mio parere non all’altezza… capisco la necessità di collegarlo al terzo capitolo della saga (che leggerò ovviamente) che in realtà è un romanzo a parte scritto in precedenza, ma sarebbe stato a mio modo di vedere perfetto se ci fosse stato un punto, un finale degno di questo nome. Però le 4stelle le do lo stesso perché nel complesso (primo romanzo compreso) secondo me le merita.
Se il primo volume di questa trilogia, dedicato all'infanzia di Odisseo e alla Guerra di Troia, mi aveva convinto per la sua capacità di unire attendibilità storica e racconto mitico, non posso dire lo stesso per gran parte de Il ritorno.
Come si intuisce dal titolo, la maggior parte del romanzo ricostruisce il ritorno di Odisseo alla sua patria Itaca, ossia le vicende che Omero narra nell'Odissea. I loro contorni fantastici lasciano poco spazio alla ricostruzione della civiltà micenea che avevo potuto vedere nel primo libro e che è il punto forte dell'autore, archeologo di formazione (anche se la sua nota finale è stata senz'altro interessante, grazie a una teoria che unisce il mito degli Argonauti a quello troiano e ipotizza una possibile causa del crollo della civiltà micenea).
A questo punto, ci si può chiedere perché leggere Manfredi e non Omero, se la storia raccontata è la stessa. L'autore nostrano, sebbene provi ad arricchire la vicenda con un lirismo introspettivo, non ha uno stile degno dell'antico rivale. Tuttavia, dopo un po' di pagine il fascino di quella storia senza tempo riesce a coinvolgere comunque il lettore. Discorso a parte per gli ultimi capitoli, in cui Manfredi si stacca dal discorso omerico e anticipa il terzo volume della saga, superando il punto in cui l'Odissea si conclude.
Dal punto di vista dei temi, quello mitico della predestinazione ha il sopravvento su quelli più umani che avevano contraddistinto il primo volume, anche se tornano in alcuni passi (per esempio, il rapporto intergenerazionale, o ancora la responsabilità di un capo nei confronti del suo popolo).
In sintesi, consiglio questa lettura soprattutto a lettori non ancora pronti ad affrontare l'Odissea o a chi vuole godersi lo stesso viaggio in una forma stilisticamente più leggera.
Having finished reading this book I could not tell you what the contents of this book were. I can only say for certain that it gave no great detail to the interesting parts of the odyssey.
My disappointment in the book started when only 85 pages in Odysseus left one of the main islands on his journey, signalling that he was already half way done on his voyage. At the time I surmised that his journey would be complete by the halfway point of the book and it turns out I was indeed correct.
Advertised as a retelling of the odyssey from a first person point of view, the blurb excites you, telling you of the cyclops, the lotus eaters and even the sorceress that Odysseus encounters. So why was that all over in the first 85 pages? These major characters never received more than a couple of pages each. All of the advertisement of this book leads you to believe that it’s a full fleshed out retelling of the important encounters along Odysseus’ voyage however the bulk of the book is really just about the politics and games he plays upon his return to Ithaca.
Don't even get me started on how many times Manfredi writes that tears were falling from someone's eyes. It begins to feel like it's ever other page and very quickly becomes an annoyance instead of an emotional scene.
The ending really isn’t satisfying either. It is dreamlike and nonsensical serving only as extra disappointment. If you're after a good retelling of The Odyssey then this isn't it.
Tras la guerra de Troya, el famoso Odiseo, "debelador de ciudades" emprende el viaje de regreso a casa, manchado por la sangre de los troyanos y sin saber que el conflicto que lo alejó de casa 10 años tiene reservada nuevas pruebas para él. El retorno me pareció un libro de contrastes donde el Odiseo Guerrero del primer libro se convierte en viajero, explorador, aventurero, vagabundo y vengador. Lo vemos alejado de su diosa y enfrentado a pruebas que van en aumento. Asistiremos a su prodigiosa forma de resolver situaciones mediante el ingenio. En términos generales, Manfredi expone en esta segunda parte la historia de la Odisea de forma más personal y en mi visión, quita la "pomposidad" con la que estaba escrita (al menos la eterna versión en español del clásico) para añadirle un tono más humano. Vemos en ésta pues, a un Odiseo que sufre y es humillado hasta el límite, pero que no pierde la esperanza en retornar a su casa. La historia al igual que el clásico gira en torno a él, por lo que los demas personajes pasan a ser secundarios y sin mayores detalles se convierten en personajes incidentales. Mención aparte se lleva la familia del héroe que tienen un poco más de profundidad. De cualquier forma el elenco de la historia cumple sin problemas. Le puse 4 de 5 debido a una mayor presencia de elementos fantásticos que no se vieron en la primera parte y por otro lado, esta novela me pareció un poco menor que la anterior.
Finalmente! Mentre l'Iliade faceva pena, questa versione dell'Odissea fa piangere--nel senso più positivo possibile. Lo struggimento costante di Ulisse per la lontananza da Penelope, l'assenza di Atena che sembra avergli voltato le spalle, il rimpianto di non essere riuscito a salvare nessuno dei suoi compagni--e il Mare, un mare infinito, un mare di lontananza e solitudine… Sembra di vederlo il cielo stellato, e di sentire il sapore del sale sulla barba.
La prosa non è più così scarna come nell'Iliade, anche se all'inizio non è facile abituarsi a questo stile che è un po' prosa e un po' poesia. Il finale poi resta molto aperto, a mio parere fin troppo, ma riflette la letteratura esistente, e Manfredi in questo è coerente.
Mentre l'Iliade è stato un romanzo sostanzialmente insipido, questa versione dell'Odissea è imperdibile. Sono pagine salate di nostalgia. Bellissime.
Bellissimo, uno dei migliori di Manfredi. Lo consiglio a tutti gli amanti dell'antica Grecia e dell'Odissea. Scrittura matura, con stile epico, molto riflessivo. Infatti in buona parte del romanzo non ci sono dialoghi ma descrizioni dettagliate delle avventure di Odysseo dopo il termine della guerra di Troia. Inoltre adoro come Manfredi ha saputo dare umanità a Odysseo.
Príbeh o dobrodružstvách odvážneho a prefíkaného kráľa Odysea poznajú aj malé deti. Hrdina gréckych mýtov je vzorom nebojácnosti, odhodlanosti a lojálnosti, pre ktorého nie žiadna prekážka dosť veľká. Či už sa to týka bohov, bytostí alebo obyčajných ľudí. Hoci v Odyseovom živote je málo toho, čo by sa dalo označiť za obyčajné. Taliansky autor historických románov sa podujal na nemenej heroickú úlohu - spísať osud itackého kráľa vo forme dilógie. Návrat je priamym pokračovaním prvej časti s názvom Prísaha. Tá sa zameriavala na Odyseovo detstvo, dospievanie a účasť v trójskej vojne, kde sa zrodili veční hrdinovia a jej dôsledky v umení, dejinách či spoločnosti badať i dnes. Odyseus síce dovtedy zažil veľa skúšok, ale ako všetci dobre vieme, jeho cesta ešte ani zďaleka neskončila.
"Napriek všetkému som však nezabudol na Penelopu. Pri východe luny mi srdce tĺklo až v hrdle a z úst sa mi zakaždým vydral utrápený pozdrav mojej vzdialenej manželke. Dokonca aj vtedy, keď ma moja panovačná bohyňa stískala stehnami farby slonoviny. Keď som sa potom vyčerpaný schúlil na pláži ako stroskotanec a ona, nahá a mesačná, sa vzdialila, obrátil som tvár do tieňa noci a potichučky som plakal. Z času na čas bez slova zmizla, vyparila sa bez vysvetlenia, rozplynula sa ako hmla na svitaní a ja som sa skoro zbláznil." (str. 117)
Odeysea sme opustili v čase, keď sa chystal domov za manželkou Penelopou a synom Telemachom. Keďže sa však ocitne vo víre božských rozmarov, po desaťročných bojoch ho čaká ďalšie, rovnako dlhé putovanie. Návrat je určený každému bez ohľadu na to, či poznáte Odyseov príbeh, alebo ho vnímate ako úplne nové dobrodružstvo. Dokonca je možno i lepšie, ak sú vám strasti tohto hrdinu neznáme, pretože o to väčší bude napokon váš čitateľský zážitok. Valerio Massimo Manfredi má totiž neskutočný talent na vytvorenie niekdajšieho sveta so všetkými jeho krásami aj krutosťami. Antické Grécko je síce kolískou filozofie, demokracie či divadla, no zároveň išlo o svet, kde prežil často iba najsilnejší a hrdinská povesť bola v určitých kruhoch viac než pravda. Chýry o Odyseovi však nie sú výmysel, a tak sa môžeme naplno ponoriť do jeho stretnutí s kyklopmi, Sirénami či čarodejnicami, ktoré ho privábili do svojich osídel a strávil s nimi niekoľko rokov. Odyseov príbeh je skvelá ukážka toho, že antické báje sú navzájom úzko prepojené. Cez tohto itackého rodáka sa autor dotkol Herakla, argonautov a zlatého rúna či všemožných bohov a polobohov. Vďaka tomu získavajú celkom iný rozmer - nielenže si preopakujete ich obsah a význam, ale zároveň sa dozviete nové detaily a súvislosti.
"Striaslo ma. Vietor a záhadná prítomnosť? V duchu sa mi ozval hlas mojej bohyne. Ako som len mohol zapochybovať o víťazstve, keď pri mne stojí ona? Ani celé vojsko mi nemohlo nahnať strach. Pravda je však taká, že ešte aj dnes sa spytujem sám seba, či som naozaj mal právo rozpútať také bezhlavé krviprelievanie bez toho, aby sa všetka tá krv nevzbúrila proti mne. Nemyslím si však, že som mal na výber. Viedla ma k tomu moja bohyňa, ale aj moje právo kráľa, manžela a otca." (str. 216)
Samozrejme, Odyseus je známy najmä pre svoje putovanie, ale okolnosti jeho príchodu na ostrov Itaka či znovuzískanie trónu nie sú o nič menej zaujímavé. Som rád, že Manfredi sa venuje aj tejto časti mýtu. Hoci to nie je nič prekvapujúce vzhľadom na podrobné stvárnenie celého hrdinovho života. Čo ma však predsa len prekvapuje, je absencia gréckych božstiev v ľudskej podobe, v akej často vystupujú v rôznych príbehoch. Tu sa skôr vyskytujú vo forme symbolov, zvukov, znamení či myšlienok. Tým zodpovednosť za konanie postáv spočíva čisto na nich samotných, bez výraznejších zásahov vyššej moci. Návrat je o to "ľudskejší" a žánrovo sa blíži skôr k historicko-fantazijnému románu. Dvojdielny Odyseus je poctou klasickej literatúre, vychádzajúc z Homérovho eposu, a nemal by chýbať v žiadnej domácej knižnici.
Di cosa parliamo oggi? Di mitologia greca! Il ciclope Polifemo. La maga Kirke. I mangiatori di Loto. La ninfa Calypso. Questi sono solo alcuni dei curiosi, spaventosi e sorprendenti personaggi che Ulisse / Odysseo incontra nel suo lunghissimo viaggio di ritorno dalla grande guerra contro i troiani. Dopo Il mio nome è Nessuno Il giuramento, ecco il seguito che ripercorre il viaggio e le gesta dello scaltro re di Itaca, per ritornare dalla sua amata Penelope e dal figlio adorato Telemaco. Basato sull’Odissea, il romanzo narra le varie tappe del viaggio durato circa dieci anni a causa del volere di un’unica divinità: Poseidon, il potentissimo Dio azzurro, il signore del mare. Adirato con Odysseo per avergli accecato il figlio, ostacola in tutti i modi il suo ritorno, portando il nostro eroe a sbarcare su isole a lui sconosciute e affrontare le insidie che nascondono, perdendo un compagno dopo l’altro… fin quando riuscirà a ritornare a casa… e un’altra sorpresa l’attende! Come per il precedente romanzo, Manfredi riesce a ricreare la giusta atmosfera antica ed epica, portando il lettore all’interno delle pagine, quasi da riuscire a sentire l’odore del mare, il vento tra i capelli e il disperato desiderio di ritorno alla patria. L’Odissea è una storia di avventura, di pericoli, di misteri, ma anche d’amore: amore per la propria moglie e il proprio figlio che non si vedono da vent’anni; amore per i compagni, che dopo aver combattuto a lungo lontani da casa a dagli affetti, il nostro protagonista vuole riportare sani e salvi alle loro famiglie; e amore per la patria, è sempre pesato molto a Odysseo dover lasciare Itaca per la guerra e quando ritornerà la troverà invasa… Molto interessanti sono i pensieri del protagonista, in genere si vede sempre Odysseo solo dal punto di vista di guerriero, in questo romanzo invece lo si scopre come uomo: re, marito e padre. Inoltre l’autore non si limita a narrare il ritorno in patria e la cacciata dei pretendenti, bensì ha il coraggio di guardare oltre, portando il nostro astuto eroe nel suo ultimo viaggio (quello predetto dal tebano Tiresia, il veggente, ma – come afferma lo stesso Manfredi a fine romanzo – di questo poema non si è mai trovata traccia)… e chissà se Odysseo è veramente morto o sta ancora vagabondando per il mondo per placare definitivamente l’ira del Dio azzurro?
Después de terminar Odiseo: El juramento tenía claro que iba a continuar con la historia, y este segundo libro no me ha decepcionado. Aquí seguimos a Odiseo tras la guerra de Troya, en su largo y complicado regreso a Ítaca.
La narración mantiene el estilo de novela histórica de Manfredi, realista, sin la constante intervención de los dioses como en Homero, lo que hace que se sienta más terrenal y cercana. Aun así, no pierde la épica, y las aventuras del viaje resultan igual de emocionantes, aunque vistas desde un enfoque diferente.
Me ha gustado cómo se recrean algunos episodios míticos que ya conocía de La Odisea, pero narrados con otra perspectiva, más humana y menos fantástica. El Odiseo de Manfredi es astuto y resistente, pero también vulnerable, y eso lo hace mucho más creíble como personaje.
En definitiva, un cierre muy entretenido para la bilogía, que me ha enganchado y me ha permitido redescubrir la historia de su regreso desde otro punto de vista. Una lectura que, sin ser tan poética como la de Homero, se disfruta mucho si te gustan los mitos griegos y la novela histórica.
Manfredi, siempre intentando unir el mundo fantástico con el "real". Con Manfredi me pasa que escribió mi novela favorita y a los 12 años me volvió un fan incondicional de su trabajo. Esta segunda parte a pesar de eso me dejó un sabor amargo. Mientras que le primera es una reinterpretación de la iliada, a mi entender bien lograda, esta segunda es una interpretación de la odisea que se alarga demasiado. La historia está bien contada, nos da detalles del viaje, de todas las desgracias que sufre odiseo y como todo esto lo ayuda a entender mejor el entorno, la esencia mistica de los dioses y su condicion de hombre mortal, su insignificancia en un mundo tan grande. Sin embargo, para mi el error de la novela esta en seguir casi al pie de la letra el hilo de la odisea. yo me esperaba un cambio, algo refrescante, al estilo de manfredi, que intentara jugar con nuestras desdibujando la linea entre lo real y lo fantastico al estilo del primer libro. En general el libro me entretuvo, pero por lo comentado anteriormente y porque el final (al estilo Boda Roja) se me hizo eterno le doy 3/5
Final de la duología de Odiseo. Manfredi nos presenta una reinterpretación de un clásico de la literatura universal. Nos permite comprender en primera persona el pensamiento y la angustia de Odiseo en la buscada del regreso a casa. Se puede palpar y sentir el anhelo del héroe por acariciar a su perro Argo, abrazar a su hijo Telemaco, ver a su padre el Rey Laertes y buscar el calor en los muslos de su Penelope de ojos negros. Un libro que nos termina de cerrar el ciclo de lo ya leído en "El Juramento", se nos presenta una historia de aventuras y tragedias. Sin embargo considero que le falto un poco de la emoción que tenia la primera parte, pero, no por eso tiene menos merito. Ahora leeré "El Oráculo" que dicen, tiene relación con esta duología.
Como el anterior, una muy buena re-imaginación de la Odissea. Difiere mucho la primera mitada del libro con el anterior, en éste abrazando abiertamente el mundo de la Grecia mitológica de Homero, con monstruos, dioses y visitas al averno a tutiplén. Lo único malo es que desde muy al principio se explican varias profecías que ya te indican como acabará la historia. Aun así, se trata de la Odisea, ya sabes como acabará la historia. Un libro entretenido sin duda, pero tampoco sin mayores pretensiones de lecciones morales o ser algo más que un libro de aventuras. Se agradecería pero, que los personajes femeninos fuesen algo más tridimensionales, y no simplemente casi siempre, intereses románticos de el protagonista.
I didn't like the ending... until I read the post-script by Valerio Massimo Manfredi that places it in perspective. Loved that explanation and I think that an history book written by him would be really interesting to read (but then again not really... if he would start stating lots of dates - always hated to have to remind dates in history class). Sooooooo... back to the book. This was the part of the life of Odysseus that I knew best (apart from the devise of the Troja Horse) so it was all a bit deja vu but it was a very compelling read. All in all I like it but that ending really bummed me ... so it's a 4.
Questo libro è una bella ricostruzione biografica della vita di Odysseo, figlio di Laerte, re di Itaca. Egli ci narra in prima persona la sua vita dalla fanciullezza fino alla vittoria nella guerra contro Troia. Odysseo appare come un abile guerriero, forte e valoroso, ma soprattutto come un grandissimo mediatore, un abile oratore, un uomo che cerca con le parole di evitare scontri e guerre inutili. La narrazione del libro è molto minuziosa, ma nonostante le lunghe e accurate descrizioni non ho mai trovato noioso il racconto. Per chi è amante dei racconti epici classici è un ottimo libro. Soprattutto per l'accuratezza e la fedeltà dei dettagli con i più noti cicli epici.
Ci sono storie che non perdono smalto nonostante gli anni (i millenni, effettivamente), e l'Odissea è senza alcun dubbio una di queste. La figura di Odisseo è sempre molto affasciante e la narrazione di Manfredi accattivante e coinvolgente. Si comprende senza nessuna difficolta che Manfredi, oltre alla sua indiscutibile vena letteraria, conosce profondamente il tema e il soggetto anche in termini "archeologici". Nient'altro da dire. Un libro leggero ma stratificato, che consiglio a chi voglia avvicinarsi all'Odissea senza affrontare i versi di Omero, ma anche a chi voglia rivivere in modo diverso la narrazione che ha amato in poesia.