Jump to ratings and reviews
Rate this book

Sembrava bellezza

Rate this book
Ad accoglierci tra le pagine di questo romanzo è una donna, una scrittrice, che dopo essersi sentita ai margini per molti anni ha finalmente conosciuto il successo. Vive un tempo ruggente di riscatto, che cerca di tenersi stretto ma ogni giorno le sfugge un po' di più. Proprio come la figlia, che rifiuta di parlarle e si è trasferita lontano. Combattuta tra risentimento e sgomento per il tempo che si consuma la coglie Federica, la più cara amica del liceo, quando dopo trent'anni torna a cercarla.

E riporta nel suo presente anche la sorella maggiore Livia - dea di bellezza sovrannaturale, modello irraggiungibile ai loro occhi di sedicenni sgraziate -, che in seguito a un incidente è rimasta prigioniera nella mente di un'eterna ragazza. Come accadeva da adolescenti, i pensieri tornano a specchiarsi, a respingersi e mescolarsi. La protagonista perlustra il passato alla ricerca di una verità, su se stessa e su Livia, e intanto cerca di riafferrare il bandolo della propria esistenza il lavoro, gli amori.

Livia era e resta un mistero miracolo di bellezza preservata nell'inconsapevolezza? O fenomeno da baraccone? Avvolti nelle spire di un'affabulazione ammaliante, seguiamo la protagonista in un viaggio che è insieme privato e generazionale, interiore e concreto. E mentre lei aspira a fermare l'attimo per non perdere la gloria, la sorte di Livia è lì a ricordare cosa può succedere se la giovinezza si cristallizza in un presente una diciottenne nel corpo di una cinquantenne, una farfalla incastrata nell'ambra.

Sembrava bellezza è un romanzo sull'impietoso trascorrere del tempo, e su come nel ripercorrerlo si possano incontrare il perdono e la tenerezza, prima di tutto verso se stessi. Un romanzo di madri e di figlie, di amiche, in cui l'autrice mette in scena le relazioni, tra donne e non solo. Un romanzo animato da uno sguardo che innesca la miccia del reale e, senza risparmiare nessun veleno, comprende ogni umana debolezza.

Audible Audio

First published January 26, 2021

85 people are currently reading
2732 people want to read

About the author

Teresa Ciabatti

21 books136 followers

Ratings & Reviews

What do you think?
Rate this book

Friends & Following

Create a free account to discover what your friends think of this book!

Community Reviews

5 stars
374 (11%)
4 stars
973 (29%)
3 stars
1,210 (36%)
2 stars
574 (17%)
1 star
161 (4%)
Displaying 1 - 30 of 351 reviews
Profile Image for Anna.
31 reviews9 followers
May 7, 2021
Non so se sconsiglierei a chiunque questa lettura, ma onestamente io avrei preferito farne a meno.

C’è da dire che suscitare emozioni negative è uno dei principali fini di questo romanzo, che fa della crudezza, dell’invidia e della cattiveria della narratrice inaffidabile i capisaldi della narrazione.
Ciò che però sento è specificamente il fastidio di non aver provato le sensazioni negative che la scrittrice avrebbe voluto (mi sembra, almeno) suscitare in me: non mi ha fatto provare una forte oscillazione tra empatia e repulsione netta, quanto più fastidio e disinteresse.

Lo stile declamatorio, zeppo di frasi nominali, non mi ha affabulato in modo angoscioso, ma mi ha anzi annoiato e distanziato. La trama non salva lo stile, che onestamente non trovo rivoluzionario come in vari contesti è stato descritto: la storia è sfilacciata, abbastanza piatta e prevedibile, e al contempo poco convincente (il che mi sembra un difetto non da poco, sia nel caso che la scrittrice abbia riportato fatti veri, sia che abbia cercato di ricamare sui fatti reali una storia credibile).

All’inizio, la contrapposizione tra la vita della scrittrice e quella della protagonista, e quindi tutto il gioco di rispecchiamenti e menzogne, mi ha effettivamente affascinato; ma nel corso della narrazione ho provato un tale distacco dalla voce narrante che, arrivata alla fine, non mi interessava sapere cosa fosse vero o fosse falso. Tanto tutto rimane enfatico e al contempo dall’aria posticcia, e quindi inaccessibile a una dimensione di vera empatia, di aiuto a uno scavo interiore per il lettore stesso nelle proprie zone d’ombra – tanto più che non c’è una particolare evoluzione psicologica da parte della protagonista, al di là della superficie, né in bene né in male.

È un finto flusso di coscienza in cui si percepisce il calcolo. La pretesa schiettezza dell’autocritica è sempre smentita dalla deformazione egocentrica del punto di vista narrante nei passaggi adiacenti, o addirittura negli stessi punti in cui la narratrice vorrebbe esporre sé stessa e gli altri; eppure, la scarsa fiducia che viene naturalmente da attribuire a questa voce autodenigrante e al contempo autoglorificante non sembra voluta dall’autrice. Perché questa scarsa fiducia porta inevitabilmente, in questo romanzo, a uno scarso interesse: trovare le motivazioni per leggere fino in fondo una storia che non si regge praticamente su nient'altro mi è stato abbastanza difficile.

La protagonista inganna sé stessa più o meno quanto inganna il lettore; e questo, quando si arriva ai vari momenti in cui sembra dire “Vi ho fregati, e ho fregato anche me stessa fino a questo momento, ma io nel profondo lo so e l’ho sempre saputo!” fa provare un certo imbarazzo per tutte le lacune di auto-comprensione che il personaggio mostra in questa autocritica parziale, che l'autrice finge onnisciente e completa.
Voglio dire: come si può credere all’autodenuncia di egocentrismo di una voce che poco dopo, senza scomporsi né additarsi, lamenta senza ironia di “suonare” sempre ai controlli in aeroporto, in contrapposizione alla figlia che invece passa senza alcun problema, come se questo avesse un qualche significato effettivo oltre al simbolismo spicciolo? Tutta la narrazione è impregnata di questo latente complottismo del mondo nei propri confronti.

Insomma, in questo testo Teresa Ciabatti cerca di tessere un gioco sofisticato e consapevole di bugia, verità ed esagerazione, ma l’operazione non riesce, a mio parere.
Profile Image for piperitapitta.
1,050 reviews465 followers
March 23, 2021
...anche e mezza. Wow.

In caduta libera



Torna Teresa, la più amata e la meno amata, scrittrice affermata ma nemmeno troppo, madre allontanata, evitata (amatela!) ed ex moglie, che in un flusso di coscienza rabbioso, sincopato e in un gioco di proiezioni, scambi di ruolo, percezioni, botole chiuse e riaperte, specchi e ingranaggi mai oliati e senso di rivalsa, bugie e ammiccamenti, ci trascina nelle vicende scomposte di un presente anaffettivo che si riflette in un passato vissuto nel disagio, nell’isolamento e nell’ombra da un’adolescente grassa e asimmetrica (operatela!) che pone di fronte all’ormai eterno dilemma ciabattiano: cos’è vero e cos’è fiction, cos’è che crediamo di essere e cosa siamo veramente, cosa sanno e cosa vedono gli altri di noi, chi è Teresa Ciabatti scrittrice e chi è Teresa Ciabatti personaggio? Cosa sarebbe stato il Teresa Ciabatti personaggio se in quel maggio del 1988 non fosse accaduto quello che è accaduto?
È tutto vero, come da incipit, ed è tutto parzialmente inventato, come da interviste. Fino all’ultima pagina dopo il finale (premiatela!).

«Perciò, lettori, è falso che rimuoviamo i ricordi dolorosi. Andando contro alla schiera di psicanalisti che hanno tentato di indirizzarmi (manipolarmi, dirò a un certo punto della vita, attorno ai trent’anni), oggi io vi dico che la memoria va a caso.
Così come l’immaginazione.»

Un libro sulla malattia, dice Ciabatti in una bella chiacchierata online alla quale ho assistito, sul disagio adolescenziale e sulle vergini suicide di mezza età, aggiunge in altre interviste, ma anche sulla maternità, aggiungo io, perché si può anche essere madre di qualcuno diverso dalla propria figlia, riuscire in maniera sorprendente in qualcosa in cui sino a quel momento si era fallito.

«Esiste un momento nella perdita di una persona amata in cui si piange se stessi. Per i noi perduti con lei.»

Per me una lettura esaltante (wow, è stato il mio primo commento), ma so bene che Teresa Ciabatti o incontra subito il favore del lettore o può risultare fastidiosa e indigesta, la mia prima scelta (anche in risarcimento di quella “più amata” che la più amata non fu) per il Premio Strega 2021.

Per me anche un tuffo negli anni Ottanta, nella Roma parolina dei blazer blu e in quella delle adolescenti scomparse nel nulla e nelle botole dei negozi di Via del Corso (come da leggenda metropolitana).

«A inizio anni Ottanta si diceva che nei camerini di un noto negozio di abbigliamento, Via del Corso, Roma, sparissero le ragazze. Si apriva una botola sotto i piedi, e puf. Destinate alla tratta delle bianche.»

Non sembrava bellezza, a modo suo, lo era, anche se l’azzurro degli occhi era quello delle lenti colorate.

«Nel profondo, in quel profondo oscuro e luminoso, sto accontentando tutte le ragazze non amate, tra le quali c’è la meno amata, la deforme, il fenomeno da baraccone oltre la tenda del camerino, io.»
Profile Image for Pavel Nedelcu.
484 reviews117 followers
December 25, 2021
IL MEGLIO DELLA LETTERATURA CONTEMPORANEA



Un libro sorprendente, in cui non speravo di trovare il meglio della letteratura contemporanea. Una scrittrice arrivata al successo che analizza il suo passato, e in particolare la relazione avuta con un’amica, Federica, e con la sorella dell’amica, Livia.

Relazione fatta di amore e odio, di invidia reciproca, di difficoltà dovute alle pretese sociali a cui si viene meno per colpa dell’aspetto fisico, dell’estrazione, dei rapporti con i genitori.

Viene descritta la quotidianità degli anni 80 mentre si segue l’evoluzione dall’adolescenza alla maturità di un gruppo di compagni di scuola e amici muovendosi su due piani temporali tangenti, tra passato e presente, tra causa ed effetto e traumi mai affrontati.

Quello che sorprende è la voce narrante, la voce della scrittrice-personaggio, ironica, pungente, schietta – fortissima! Una voce che non si erge a supremo giudice, mentre però giudica, che è profonda, mentre a volte è superficiale, come nella migliore tradizione tragicomica. In breve, una voce reale, verissima, che è un piacere seguire – spero di non esagerare definendola una Clarissa Dalloway dei nostri tempi.
Profile Image for Laura Gotti.
589 reviews611 followers
February 8, 2021
Questo non è un libro per tutti.

Io ho adorato 'La più amata' e l'avevo apprezzato anche per la trama, per il racconto in sé e, naturalmente, per la qualità di scrittura. Bene, anche chi ha amato quel libro potrebbe non apprezzare questo. Perché la Ciabatti si è reinventata e ha inventato un altro stile, o semplicemente ne ha usato un altro rispetto al precedente. Per le prima 50 pagine questa lingua risulta quasi fastidiosa nel suo acume e nella sua puntualità. Le frasi sono brevi,a volte frammentarie ma sempre, sempre sono taglienti. La storia c'è, il racconto esiste, e si parla di adolescenza, di figli, di uomini, dell'essere adulti e dell'essere madri, insomma della vita tutta senza banalità. Ma non credo, anzi, ne sono certa, che la trama sia la parte fondamentale di questo romanzo. Vieni catturato, a volte infastidito, ecco la Ciabatti ha sempre la capacità di trovare quel nervo scoperto lì, vieni trascinato in mondi lontani e, a volte, vicinissimi. L'ho iniziato con fastidio, l'ho terminato con rammarico.

La sensazione di fastidio, ecco più di non essere a proprio agio, la protagonista nella sua adolescenza, ecco quella cosa lì ti rimane addosso e non se ne va, e penso sia sinonimo di un grande libro.

Candidata vincitrice alla Strega e, beh, fino adesso sarei d'accordo.

Lagrein, corposo, consistente, che segna il bicchiere e rimane lì. Come la Ciabatti.
164 reviews93 followers
January 31, 2021
Su Sembrava bellezza mi sono sbilanciata dopo una ventina di pagine appena e nell'attimo esatto in cui l'ho finito mi sono spinta a eleggerlo miglior libro italiano del 2021. Capolavoro, ho detto anche - e qui chiedo scusa, davvero, ma lo ripeterei, anzi lo sottoscrivo.

*Qui finisce il post e comincia il delirio - appunti, note, un promemoria per me stessa, soprattutto.

[Sembrava bellezza ma era un cumulo di cocci da provare a rimettere assieme. Perché sotto quello che sembra bellezza, capita che di bellezza ce ne sia poca, soprattutto se gratti e scavi e vai a fondo, come fa Teresa Ciabatti - la scrittrice di successo, ma solo per una stagione, la paesanotta sbarcata ai Parioli ma esclusa dalla feste al Circolo della Caccia, l'adolescente coi seni asimmetrici e gli occhi azzurri, non gli occhi, le lenti azzurre, la figlia ingrata, la madre inabile, l'amica indegna e codarda.

Teresa Ciabatti è una scrittrice incredibile. Da un lato è un'abilissima manipolatrice: racconta storie vere, dice, si accomoda all'interno dell'etichetta dell'autofiction, e da quella posizione privilegiata scrive romanzi, ci gioca tantissimo, ci prende in giro, ci spiazza, si mette al centro - io, io, io, ingombrante - e cinica, feroce, spietata, ci fa credere che stia parlando di sé quando, forse, parla soprattutto di noi - noi chi? noi ragazzine degli anni 80, che non avevamo cigni e ricordiamo le leggende metropolitane sulle botole nei camerini di certi negozi?Dall'altro lato smantella il romanzo ma anche l'autofiction, con quella scrittura nervosa, sincopata, piena di strappi, andando avanti e indietro, cambiando di continuo marcia, sguardo, tono, prospettiva - chi sei, scrittrice? sei forse la mia voce interiore? quella che non riuscirei a sentire se non fossi tu a coglierla, registrarla, rimasticarla e a spiattellarmela sotto forma di inchiostro?]
Profile Image for Aprile.
123 reviews94 followers
May 11, 2021
Guarda te stesso, confrontati meno con gli altri, o degli effetti di una vita su quella degli altri

Che il materiale sia biografico o meno, non ha molta importanza. Ciò che è importante è la chiarezza e consapevolezza con cui la protagonista analizza la sua vita e i suoi rapporti ad una età per lei molto importante e che fa da spartiacque: 47 anni, la menopausa, da tacere agli altri, da tacere agli uomini. La Ciabatti dice e racconta verità scomode: riconoscere la propria carenza di empatia, le proprie colpe, le proprie mancanze, il modo libero anche se superficiale di vivere il sesso - senza peraltro trarne soddisfazione, questo è il guaio -, la non accettazione della figlia perché teme in fondo che le assomigli, stimare il proprio valore in base all'apprezzamento degli altri, degli elogi così volatili dopo un successo editoriale, quel narcisismo che caratterizza tanti scrittori. Denunciare l'anaffettività della famiglia di origine, che diventa anaffettività della protagonista che, fino al periodo dell'autoanalisi non fa lo scatto generazionale. Pregiudizi, invidie, io ho, io non ho, tu hai. Fino a quel momento non supera le ingiustizie subite o i soprusi che pensa di aver subito a causa del suo status sociale (che comunque non era di indigenza). Forse si deve maturare un po' prima. Del resto, uno dei pregi del libro è la capacità di riconoscere le proprie inadeguatezze. Stilisticamente chiaro e preciso, nonostante i continui sbalzi temporali. Brava Ciabatti, basta amarezza.
Profile Image for violacea.
114 reviews15 followers
January 26, 2021
Non lo so, onestamente non mi sento di consigliare la lettura di questo libro, ci si può arrivare fino alla fine, non impegna più di tanto il cervello, ma con tutte quelle che ci girano attorno ultimamente, abbiamo davvero voglia di stare ad ascoltare una che con lo spunto di raccontare una storia ci rende partecipi di tutte le sue paranoie, le sue più profonde nevrosi, i complessi, le ossessioni i problemi e la sua incontinenza? per un po' si sopporta...si prova anche quasi tenerezza... ma poi, il troppo stroppia...
Profile Image for Gattalucy.
380 reviews160 followers
March 16, 2021
Il primo che leggo di suo. Stile personalissimo, sempre così, sulle montagne russe prima col suo dialogo interiore, poi con i lettori, poi con la trama della storia. Ero scettica, come lo sono sempre con gli autori italiani che escono dalla scuola Holden, ma devo ammettere che la storia mi ha preso più per la scrittura che per la il racconto in sé. Brava.
Profile Image for Antonella.
118 reviews18 followers
April 4, 2021
Ciabatti, con il suo lettore, ci fa quello che vuole. Gli racconta la verità, gli racconta menzogne: il confine è sempre labile.
Ma la storia è potentissima, talmente potente da non poter essere non vera. Perché in qualche modo questa storia è la verità, anche se non lo è.

È un romanzo tagliente, impietoso, volto a mettere a nudo le umane debolezze, che sono di una persona ma sono anche di tutti. O meglio, di tutte.
Racconta di madri, figlie, racconta di generazioni: proprio con il racconto di famiglia si apre e chiude la narrazione, seguendo un andamento circolare, chiudendo alla perfezione un percorso che a un certo punto è definito dalla voce narrante come espiativo, unicamente volto a purgarsi di una colpa individuale e personale. Ma i fantasmi della famiglia ci sono sempre, come nel primo dei romanzi di Elsa Morante, morti ma talmente presenti da essere quasi concreti, a tramandare una colpa, a tramandare un destino come nei più emblematici miti della classicità.

Leggete Teresa Ciabatti, amici miei.

«esiste una ragazza trasversale, un’idea di ragazza, ombra spettro, il contrario di ideale, una creatura che passando il testimone abbiamo rappresentato tutte. L’obesa, la malformata, la rapita, la ritardata, eccola uscire dal portone di casa in questa giornata di pioggia, cappello di paglia, occhiali da sole. Eccola a saltellare nel tentativo di evitare le pozzanghere.
E siamo noi.»
Profile Image for Gabril.
1,043 reviews255 followers
February 15, 2021
“Non dipende forse dall’adolescenza l’adulto che sei?”

E all’adolescenza la narratrice ritorna.
Nel gioco dell’autobiografica finzione, verso il cuore tenebroso della verità. Rivolgendosi col tu a se stessa (“non mentire, scrittrice...”) e anche al lettore (“se solo mi vedeste, lettori...”) in un gioco di rispecchiamenti che abbaglia senza scampo, nello stile trascinante che abbiamo imparato a conoscere, quello che ha adottato Teresa Ciabatti quando in La più amata ha deciso che era ora di mostrare il peggio di sé.

Possiamo rispecchiarci nella debolezza, nella fragilità, nei cattivi sentimenti.
Interrogarci come lei si interroga.
O addirittura sentirci sollevati dal pensiero: io non sono così. (E crepi anche l’invidia!).

Saremo in ogni caso precipitati dentro un archetipo, o meglio molti archetipi.
L’adolescente complessata e infelice, la madre inadeguata e snaturata, la figlia non amata che opera inconsapevoli minuziose seriali vendette, la donna manipolatrice e (auto)distruttrice, l’assassina mancata e assetata di risarcimento.
Mentre nello specchio, inafferrabile e lontana appare l’eterna-eterea-bionda puella, bellezza ineffabile e perfetta: quella che si è arresa ai suoi istinti, cristallizzata nella sua vacua disperazione, Marilyn per sempre.

Ma d’altro canto :
“Esiste una ragazza trasversale, un’idea di ragazza, ombra spettro, il contrario di ideale, una creatura che passando il testimone abbiamo rappresentato tutte. L’obesa, la malformata, la rapita, la ritardata, eccola uscire dal portone di casa in questa giornata di pioggia, cappello di paglia, occhiali da sole. Eccola a saltellare nel tentativo di evitare le pozzanghere. E siamo noi.”

E ancora:
“Radunare gli esseri fragili che non ho accudito in un’unica persona, riparare a ciò che ho mancato”.
Livia, la bionda bellezza adolescente che non ha potuto evolvere, che non è mai più cresciuta.
Anita, la figlia diventata adulta opponendosi a una madre incapace e anafettiva.

A tutto questo la narratrice ci chiama a partecipare, quasi ci impasta, aggregandoci e deformandoci in lei, con lei, e perfino contro di lei, rendendoci testimoni di un dialogo con se stessa che ci interpella, di una confidenza intima di cui anche noi facciamo parte, nonostante disveli un mondo che ci è sostanzialmente straniero.
Ma simbolicamente tutto è uno.

“E siamo noi.”

Profile Image for Federica Rampi.
702 reviews230 followers
March 30, 2021
Le ragazze non amate e le gioventù spezzate

“Questa è la storia di Livia, di Emanuela, di tutte le ragazze cadute nella botola "


Sembrava bellezza è un’ondata emotiva, ferocemente sincera e sfacciata.
Tre donne che hanno condiviso una parte dell’adolescenza, si ritrovano dopo tanto tempo, a cinquant’anni, quasi fosse una "riparazione".
Livia, la più bella ,la più popolare della scuola, è l’oggetto di ammirazione e invidia della sorella Federica e della voce narrante: due adolescenti inquiete e solitarie dai corpi goffi,asimmetrici, che si sentono inadeguate quando invece vorrebbero essere come lei, con le gambe lunghe, bionde, più bionde...

È la Roma degli anni Ottanta, delle famiglie "bene" ,alto borghesi,le case eleganti le feste, le vite perfette, e quelle ragazze complessate che come Emanuela Orlandi vorrebbero essere rapite o sparire giù, in una botola.
Questo piccolo mondo a tre, in cui con il tempo inevitabilmente entrano ed escono altri personaggi, (compresa Anita , la figlia dell’io narrante con cui è in perenne conflitto ) è lo specchio della società, che riflette invidie,soprusi, gelosie ,vergogna che a intervalli vengono a galla nelle vite di ciascuno, come un conto che chiede di essere saldato.

“Siamo state un fraintendimento di noi stesse, abbiamo confuso identità con desideri. Dateci una bomba, facciamo una strage.”

"Sembrava bellezza"non ha un tempo regolare, è un precipitare continuo tra passato e presente,un salto che non è solo cronologico, ma fisico, come la drammatica caduta di Livia, una notte, giù da un cornicione di un palazzo ai Parioli

Livia, si risveglia dal coma e mentre per gli altri la vita riserverà strade diverse (Federica si sposa e diventerà madre, mentre la narratrice otterrà successo come scrittrice), lei resta prigioniera dei suoi 17 anni, mentalmente e fisicamente,perché il trauma ha non ne ha intaccato nemmeno la bellezza.
Livia, " la figlia danneggiata", scollata dalla realtà, vivrà delle intemperanze che non sono più il frutto di un’adolescenza ribelle, ma dei freni inibitori compromessi da quella caduta.

"Sembrava bellezza ” è un sapiente gioco di realtà e finzione sovrapposte, dove la narratrice gioca su questo contraddicendosi, facendo del tempo un abile elemento di manipolazione, che sembra fermo ma non lo è , si sfilaccia e poi torna integro, mai risolto, mai chiuso.
È così che il tempo esteriore e quello interiore corrono, a volte paralleli, altre no.

Corpo come ingombro,(tra adolescenza e menopausa) ed età ( il tempo che torna ancora come protagonista che lega la trama, il vissuto) sono gli elementi più autobiografici.
La narratrice, diventata scrittrice di successo, vive la sua rivalsa emotiva con un’aggressività di ritorno che tenta di colmare il vuoto che l’adolescenza le ha lasciato.

Teresa Ciabatti ha una scrittura tagliente e sincera, dove non c’è confine tra giusto e sbagliato, tra buoni e cattivi, vittime e carnefici, figlie incomprese e madri castranti è un flusso di coscienza in cui, inevitabilmente, ciascuno può ritrovare un pezzetto di sé stesso, in quel gioco complesso di ossessioni e lotte, che è la memoria.
Profile Image for Giorgia Monni.
96 reviews20 followers
April 30, 2021
La narratrice incontra Federica e Livia, protagoniste della sua adolescenza, dopo 30 anni e riesamina il suo passato, guardando determinati aspetti con una prospettiva nuova. La narratrice però è così inattendibile da smascherare le sue stesse contraddizioni e “rimaneggiamenti” (afferma di prendersi rivincite personali omettendo o cambiando avvenimenti del passato, per poi smentirsi). Trovo che lo stile della Ciabatti sia molto coinvolgente e specialmente all’inizio sono stata catturata dalla narrazione (l’interesse è un po’ scemato verso la fine, senza però alterare il mio giudizio). Per la mia età mi risulta più facile immedesimarmi in un personaggio come Anita, la figlia, eppure il punto di vista della protagonista, con cui non condivido esperienze per forza di cose, non mi ha lasciata per nulla indifferente. Sono molto curiosa di leggere altri titoli di questa autrice che scopro solo ora.
Profile Image for La_fede_legge.
343 reviews9 followers
February 8, 2021
Personalmente non ho apprezzato lo stile di scrittura; ho faticato molto a portarlo a termine, nonostante sia stato chiaro,fin dal principio,il potenziale della vicenda narrata. Federica e la scrittrice non portano a termine nulla,si lasciano e si ritrovano senza una reale spiegazione;Livia è un personaggio ambiguo, le cui caratteristiche non sono ben definite ...Libro un pochino caotico e confusionario.
Profile Image for Vincenzo Politi.
171 reviews165 followers
May 3, 2023
Lei è 'la più odiata' della narrativa italiana contemporanea. Dicono che sia antipatica, arrogante, un'incapace e pure una raccomandata, visto che la candidano a tutti i premi possibili (e lei però non ne vince manco uno, quindi non si capisce in che modo dovrebbero funzionare queste raccomandazioni). Devo ammettere - e qui faccio mea culpa - che per un bel po' di tempo anch'io avevo 'odiato' Teresa Ciabatti, pur non avendola letta, anzi, rifiutandomi a priori di leggerla, raggiungendo quindi le schiere di italiani impegnati nello sport nazionale di denigrare gli altri italiani 'per principio'. Specifico: non avevo letto nulla di Teresa Ciabatti, ma comunque avevo letto e sentito dire diverse cose su Teresa Ciabatti: opinioni tranchant di amici e conoscenti lettori, o anche di sconosciuti, battute sbrigative sulla sua presunta mancanza di stile, una recensione acuminata apparsa su una rivista on-line molto seria, seguita, quotata, in cui una critica-scrittrice-poetessa affermava, con cattiveria e faccia tosta, che quelli di Teresa Ciabatti non erano altro che "libri-chiacchiera, birignao, lallazione, e non hanno una scrittura degna della forma romanzo". Io, come un cretino, scrissi pure un commento in cui difendevo la verve della critica-scrittrice-poetessa, perché ero uno scemo e all'epoca pensavo ancora, come del resto continuano a pensarlo molti lettori che si aggirano per le bolle social affamati di carogne, che 'fare critica' significasse 'fare polemica e, in soldoni, 'essere stronzi'. Nulla di più falso, ovviamente (e proprio perché non sono un critico né voglio fare il polemico, voglio sorvolare sul romanzo poi pubblicato dalla critica-scrittrice-poetessa di cui sopra). Mi libero da queste fisime e da queste pose italiote per puro caso, mentre lavavo i piatti o spicciavo casa e l'algoritmo di YouTube sceglie per me un'intervista a Teresa Ciabatti. Che è simpatica. Che è colta (in quel video discute in maniera molto interessante di Le Vergini Suicide, l'esordio da me molto amato di Jeffrey Eugenides). Che mi incuriosisce. Sbalordito e sballottato, approdo a Sembrava Bellezza. Che - udite! udite! - mi è piaciuto. "Non capisci niente di letteraturaaaaaaa! Torna a leggere Fabio Volo e Lialaaaaaa!", sento già alcuni lamentarsi. Ok, io torno a leggere Bolaño e Pynchon, voi tornate a non leggere nulla o, al massimo, a leggervi fra di voi. E dopo questo invito a leggere ciò che più meritiamo, parliamo un po' di Sembrava Bellezza.

In un'epoca in cui siamo sommersi da auto-fiction, con sempre meno fiction e sempre più narcisistico auto, e che spesso non sono altro che Smemorande del liceo travestite da romanzi (tipo: quello malato che scrive l'auto-fiction di lui che è malato, quello che è stato ricoverato in manicomio che scrive l'auto-fiction di lui che è stato ricoverato in manicomio, e tutti i lettori a piangere, perché quella, in fondo, non è 'letteratura' ma reality show, in cui vince quello che fa piangere di più il pubblico con la sua 'storia vera'), Teresa Ciabatti gioca con la pseudo-auto-fiction. Sì, Sembrava Bellezza è scritto in prima persona, e sì, quella prima persona è una scrittrice. Ma la voce narrante del romanzo non è la 'vera voce' di Teresa Ciabatti. Il fatto che moltissimi lettori italiani non siano in grado di distinguere una 'voce narrante in prima persona' dalla voce dell'autore la dice lunga, anzi lunghissima, sull'immaturità dei lettori italiani, che sono pochi e che spesso non sono manco buoni. E pazienza. Molto più simile all'io sperimentale di Walter Siti che all'io ombelicale degli autori di smemorande-travestite-da-romanzi, quindi, la voce di Sembrava Bellezza si muove allucinata e disordinata fra presente, passato, delirio, invidia e vendetta.

La protagonista, frustrata e detestabile, è una Madame Bovary dei nostri giorni, afflitta da uno dei mali peggiori: quello di essere una che ce l'ha quasi fatta. Ha scritto un romanzo che è stato molto chiacchierato e tutto sommato abbastanza venduto per una stagione sola. Un romanzo, insomma, che doveva 'farla svoltare'. Poi però, siccome in Italia non legge nessuno (e quei pochi che leggono spesso non capiscono manco quello che leggono), la scrittrice non ha 'svoltato' manco per niente e, anzi, è finita a fare quello che fa il 90% degli scrittori italiani: si è messa a scrivere recensioni e reportage, ché tanto scrivendo libri non ci campa nessuno...

Il bello del romanzo di Teresa Ciabatti, però, è che la realtà non viene 'spiegata', ma è appunto filtrata attraverso lo sguardo deformato, per non dire fortemente disturbato, della protagonista; la quale continua a definirsi "la più grande scrittrice italiana", anche se oramai non se la fila più nessuno, si vanta con le amiche di essere la penna di punta della pagina culturale di un grande quotidiano, ma persino al direttore di quella testata non importa un fico secco della 'pagina culturale', non smette mai di costruire e raccontarsi la mitologia di sé stessa, insomma, ma alla fine il mondo, con tutta la sua carica di spietatezza, non può non irrompere nella sua mente e scompaginarle i pensieri di gloria.

Se già la voce narrante della protagonista di Sembrava Bellezza merita un discorso a parte (che pochi hanno fatto), lo stesso vale per la trama (che molti dicono che "non c'è" e invece c'è eccome). Il romanzo mette la sua cattivissima, invidiosissima e frustratissima protagonista a fare i conti col passato. Un passato da 'brutta della scuola, e pure grassa'. Un passato da esclusa ed emarginata sociale, al punto che uno dei suoi sogni ad occhi aperti era quello di essere rapita, stuprata, fatta a pezzi, uccisa, in modo tale che tutti, finalmente, si sarebbero accorta di lei, l'avrebbero ricordata, l'avrebbero compianta, l'avrebbero (finalmente! finalmente! finalmente!) amata. Fino a quando, nella sua testa, la musica non cambiò. Fino a quando lei non cominciò a pensare: "Un giorno tutto questo dolore mi sarà utile e il successo che avrò raggiunto col mio talento sarà la mia vendetta". Solo che il successo non è arrivato. Il fatto è che non è arrivato, questo successo, né per lei e manco per tutte le persone che l'avevano derisa, umiliata e torturata, che lei aveva invidiato e contro i quali lei voleva prima o poi servire il piatto freddo, se non addirittura il sorbetto, della vendetta. Quella degli altri, appunto, sembrava bellezza, in realtà era un'inculata cosmica.

E che senso ha, poi, vendicarsi se nessuno è veramente felice? In fondo, anche la ragazza più popolare ai tempi del liceo, la più bella, la stella più luminosa, guarda il mondo attraverso i filtri deviati dei propri disturbi mentali. Congelata in un'adolescenza perpetua, crede di essere ancora la più bella e la più amata, ma è solo una povera demente. E nel momento in cui lo capisce, forse è proprio lei, la ex-bella, la ex-amata, la ex-invidiata, colei che riesce ad attuare una vendetta macabra, sanguinosa, in cui gli animali, spesso 'evocati' in altri punti di Sembrava Bellezza, a differenza degli animali di Nicola Lagioia, che sono in libertà all'inizio della Ferocia e di La Città dei Vivi, qui sono in gabbia ed acquisiscono una funzione, e un senso, solo nel finale (aperto, ma non troppo). Siamo noi quegli animali affamati, rinchiusi dentro le gabbie delle nostre ambizioni deluse e tradite, dei nostri sogni sfumati, delle nostre manie di grandezza. Siamo noi quelle bestie ferite in attesa del pasto più tenero.

L'unica nota dolente (ma questa è veramente una questione di gusto personale) è la sovrabbondanza di frasi nominali e paratassi, che sono molto à la page e che fanno anche molto 'minimalismo da Scuola Holden', ma che a me cominciano a irritare, specie da quando alcuni lettori hanno sparso la voce (infondata) secondo cui scrive bene solo chi ha uno stile "sobrio, essenziale, senza fronzoli". Ma cosa sarebbero, poi, questi 'fronzoli'? Un aggettivo, un avverbio, un verbo addirittura? E chi lo ha detto che una scrittura complessa se non barocca non possa essere potente ed evocativa? Misteri. Fatto sta che, comunque, Teresa Ciabatti sa scrivere e lo dimostra in ben più di una pagina.

E infine, cosa vuole dirci Teresa Ciabatti con questo romanzo? Che cosa rimane di tutto il dolore che abbiamo creduto di soffrire da giovani? - per citare Aldo Busi, un altro scrittore che dice io per parlare di qualcun altro, anzi di tutti gli altri. Niente. Non rimane niente. Credevamo di aver sofferto un certo tipo di dolore, da giovani, e invece il dolore che ci possedeva era un altro. E non è mai passato. E noi non siamo mai stati giovani.

«Ecco sveltato il mistero degli animali nominati in questa storia, ipotesi di apparizioni, esemplari fuggiti che potevano aver attraversato la strada, ed essersi introdotti in casa. La palazzina rosa sorgeva oltre la strada. Gli alberi che si vedono dal terrazzo sono lo zoo.
Così, nel silenzio della notte ululati, barriti, non erano fantasia. Bensì il sottofondo reale della nostra adolescenza.
Elefanti, tigri, pantere, pinguini artici, orsi polari, il mondo che si estendeva al di là della strada, oltre l'alto muro di cinta. Un luogo che in tanti anni non ho mai visitato, al pari del Colosseo, della Cappella Sistina. La paesanotta, il fenomeno da baraccone è entrata in tutti i negozi di via del Corso, nei camerini a provare abiti troppo stretti, McDonald's, discoteche in voga per riuscirne poco dopo, con la voglia di prendere una strada, andare dritto, salire su macchine di sconosciuti, purtroppo non c'erano sconosciuti. Nessun malintenzionato a raccoglierti, vergine di Maremma. Il desiderio di essere violentata, rapita, il disperato desiderio di essere protagonista di qualcosa. E quando è successo è stato per una sola stagione - quanti giorni vive una farfalla? E una scrittrice?»
Profile Image for Maria Beltrami.
Author 52 books73 followers
February 28, 2021
Sembrava bellezza. Già, ma cosa?
Partiamo dai pregi di questo libro, uno solo: è scritto molto bene.
Per il resto, ho faticato ad arrivare in fondo a questo adolescenziale giramento intorno al proprio ombelico. Il vissuto della protagonista, che si tira dietro fino a un'età scandalosamente adulta, è comune, ci siamo passati tutti. Eppure siamo cresciuti, maturati, ci siamo lasciati alle spalle le idiosincrasie dell'età e adesso ne possiamo sorridere. La protagonista, e tutti coloro che la circondano, no. Sono ancora letteralmente al punto di desiderare di andare a letto col figo della classe, nonostante ormai sia calvo e con la pancia, solo perché era il figo della classe e stava con la figa della classe.
L'unico personaggio riuscito del romanzo è Livia, rimasta imprigionata in un'eterna adolescenza dopo un tentativo di suicidio. Riuscita perché lei sì, ha il diritto di comportarsi come si comporta. Tutti gli altri sono patetici immaturi, e non basta la dedica finale all'amica scomparsa per mettere a dormire il senso di disagio che questa poco empatica lettura suscita.
Inutile.
Profile Image for Nood-Lesse.
427 reviews325 followers
April 1, 2021
Spiegare le ciabatte

Più che un romanzo, un diario degli effetti del romanzo sulla vita di Teresa Ciabatti. Più che un diario vero, un diario costruito in base alle ripercussioni dovute al romanzo sulla vita di Teresa Ciabatti. Credo si chiami autofiction, bisogna saperla maneggiare e Teresa ne è capace (Ne “La più amata” assai meglio a mio avviso). Partendo dal proprio vissuto, mescolando ricordi, aspirazioni e paure Teresa con l’impeto dell’adolescente e il controllo dell’adulto per il quale scrivere è divenuta una professione, alza il sipario sul suo teatrino personale. La sua abilità consiste nel nascondere le giunture fra ciò che è vero e ciò che è aggiunta postuma. Il combustibile di Teresa è ancora una volta il senso di inadeguatezza adolescenziale. Quasi sicuramente lei si è davvero sentita un’esclusa, una provinciale grassoccia e asimmetrica; quasi sicuramente ha invidiato come fanno le ragazzine adolescenti tutte, non importa se graziose o sgraziate. I ragazzi non arrivano a quei livelli di invidia neppure da bulli. C’è un passo in questo libro che spiega le ciabatte (o il ciabattismo che dir si voglia)

Allora chiudo gli occhi, chiudo forte gli occhi, sono diventata scrittrice per questo: inventare, sistemare.

Non mi è mai venuto in mente di sistemare la mia adolescenza riscrivendola, facendo degli innesti che la rendessero accettabile, che ne preparassero il riscatto adulto. Il combustibile di Teresa credo che con questo ultimo romanzo sia esaurito, dovrà fare nuove auto perforazioni e sperare in un altro giacimento (già.. ma quale? Cosa se non l’adolescenza è ciò che percepiamo come VITA, nel senso di prima volta, illusione, irresponsabilità, sogno?). Ho letto in un’intervista che è stata costretta a chiudere il suo profilo FB quando l’interazione fra lei e il personaggio di finzione era diventata inscindibile, quando il botta e risposta con chi le scriveva era divenuto pesante. Nel libro leggo:

L’impulso di distruggere, la tentazione di far esplodere non si è mai sopita (“Ha fatto esplodere la sua famiglia” scrive @nick999 di me, e mai nessuno quanto quel @nick999 mi ha capita meglio)

Fa parte del dialogo che Teresa di tanto in tanto instaura con sé stessa e con il lettore, si apostrofa come “Tu scrittrice” (ora famosa, ora fallita, ora in procinto di fallire) è narratrice, personaggio e commentatrice, alcuni la troveranno invadente, altri (e il mio caso) pur riconoscendo la particolarità della costruzione non ne apprezzeranno a pieno il risultato. Il ciabattismo è essere scrittrice e personaggio suscitando collera o ammirazione a seconda di chi legga.
La tua prosa Teresa è generalmente curata, questi congiuntivi esortativi li avrei evitati come il Covid, sono del tutto estranei alla regione da cui provieni, che siano un tributo a quella che ti ha ospitato?

e decido di chiamarla per il rito di restituzione, si riprendesse Livia, tornasse a farsene carico..

..Basta, chioso. Andasse dallo psicologo, si facesse spiegare qualcosa da uno specialista


..Si riprenda, torni, vada, si faccia..
Tu, scrittrice, esorta.. ma non con i congiuntivi..

(E poi arrivo alla fine e trovo una dedica delimitata gli anni 1972-2019. La differenza fa 47 e questa purtroppo non credo sia finzione)

Colonna Sonora
Bonnie Tyler - Total Eclipse of the Heart - 1983 (l’anno della scomparsa di Emanuela Orlandi)
https://www.youtube.com/watch?v=lcOxh...
Profile Image for Fede La Lettrice.
835 reviews86 followers
April 9, 2021
La prosa è quella tipica della scrittrice: un canovaccio, appunti buttati giù per poi riprenderli ecco l'impressione.
Storia inconcludente che a me ha dato la sensazione di un lungo conato di vomito di rabbia e di una furbata editoriale.
Sempre, come in altri libri suoi, quella fastidiosa abitudine di imboccare il lettore, di spiegare ciò che viene detto o, per esempio, i salti temporali.
Ho avuto la conferma che cercavo per cui questa è l'ultima volta che leggerò libri di Ciabatti.
Profile Image for Bruno.
255 reviews145 followers
March 17, 2021
Leggere la Ciabatti è come guardarmi allo specchio e vedermi per quello che sono realmente: brutto, sporco e cattivo. Operatemi!
Profile Image for Anna Ricco.
188 reviews33 followers
April 10, 2021
Ascoltato in audiolibro. Devo dire che faccio fatica a togliermi la voce narrante della protagonista dalla testa.. candidato al premio Strega di quest'anno, Teresa Ciabatti ci narra in prima persona la storia "vera" della sua amicizia con Federica, della loro adolescenza e delle loro paure e fantasie, la vita borghese che conduceva in ombra alla famiglia di Federica nel liceo Parioli di Roma, ma non solo,questa è la storia di una donna alla continua ricerca dell'approvazione della figlia, del partner, attraverso monologhi interiori crudeli e ironici, psicopatologi ed eccentrici.. è la storia del suo tentato riscatto sociale attraverso la cura di Livia, dea di tutte le liceali e poi diventata un vero punto fisso sotto cui ruota tutto, nonostante la sua triste realtà. Credo che tutte le ragazze ormai adulte, tutte nelle nostre storie, siamo state lei almeno una volta. Mi è piaciuto tanto e lo consiglio.
Profile Image for Stefania Zanatta.
66 reviews37 followers
April 6, 2021
Il libro più brutto mai letto in tutta la mia esistenza di lettrice.
Stendiamo un grande velo pietoso.
Profile Image for Eliana Tripaldi.
94 reviews5 followers
March 17, 2021
Penso di aver odiato la protagonista di questo libro come poche volte! Non trovo, in questo romanzo, la bellezza tanto millantata. Non c’è una vera e propria trama, la maggior parte delle cose non vengono spiegate. Non mi ha convinta affatto. Negli ultimi capitoli è estremamente ripetitivo e prolisso, dando spazio a supposizioni della protagonista che non rispecchiano la realtà svelata subito dopo. Sono amareggiata. L’unica nota positiva è lo stile, scorrevole, ma sinceramente non lo consiglio affatto!!!
Profile Image for Alessia.
26 reviews4 followers
April 14, 2021
Sembrava Bellezza è il primo libro proposto al Premio Strega di quest’anno che ho terminato, ed anche il primo con cui scopro Teresa Ciabatti e il suo stile unico e intimo. Tuttavia, il suo romanzo sembrava bellezza ma si è rivelato a tratti una delusione.

La protagonista racconta la storia della sua vita; è una scrittrice di discreto successo, ma non ha nient'altro intorno: ha divorziato dal marito che ha tradito per anni, la figlia Anita la detesta per essere stata una madre assente e perfino violenta, non ha veri amici accanto.

Il romanzo è un flusso di coscienza che si fatica a distinguere da una seduta di psicoterapia. Quasi un Lamento di Portnoy, ma più confusionario, infantile, inconcludente. La narratrice trascina un'adolescenza mai superata in un'età adulta senza basi, circondata da rapporti vuoti. Lidia, il suo ideale di adolescente, diventa poco credibile quando riecheggia delle Vergine Sucide di Eugenides, ma senza la tragicità di questo romanzo. Del rapporto con Anita si avverte l'incompiutezza, ma anche il piattume, non subendo né un’evoluzione né un’involuzione. Geniale tuttavia è il riproporsi prima immaginato, poi reale, della scena di una botola che fa scomparire prima la madre e poi la figlia: da un lato la protagonista adolescente, invisibile e dimenticabile, sognava che qualcosa di grande succedesse a lei come alle tante ragazze scomparse negli anni Ottanta, magari proprio nel mitico negozio Babilonia di via del corso, in cui si vociferava ci fosse una botola nei camerini da cui le ragazze non tornavamo più, d’altro Anita che partecipa a Avanti un altro. Proprio nello show di canale 5 infatti chi sbagli finisce proprio giù per una botola che fa scomparire davanti a tutti, milioni e milioni di persone che la guardano.

Ma torniamo alle cose che non mi hanno convinta: dei complessi della sedicenne se ne possono comprendere i sintomi e gli effetti perchè comuni alle esperienze dei più, ma manca la  profondità che la distanza da quella fase dovrebbe comportare. Come se quello sguardo, spesso superficiale, fosse rimasto cristallizzato.

Eppure non è della mancanza di profondità dei rapporti e personaggi che ho sofferto davvero, ma della mancata elaborazione e lettura plausibile. Mi è parso di assistere a una prima seduta di terapia, dove tutte le nevrosi e i traumi sono stati presentati come una matassa informe, in attesa di un esperto che ne prendesse il filo. 

Detto ciò, la scrittrice ha il merito di essere stata spietata con se stessa, in un racconto non di autofiction, ma di manipolazione tra quello che avrebbe potuto essere e quello che è stato. "L’immaginazione vale come esperienza'' scrive la Ciabatti: in questa luce la sua protagonista è il risultato della rielaborazione di reale e possibile, dei quali non ci è dato conoscere il confine.
Anche solo per questo coraggio, devo fare miei complimenti alla Ciabatti.
Profile Image for Patrizia Tavano.
2 reviews1 follower
March 29, 2021
Un libro che se letto da una persona con poco senso critico, può risultare infinitamente pericoloso.

Tutti i concetti e stereotipi contro su cui si cerca di lottare quotidianamente, prendono forma in questo libro e per di più escono dalla penna di una donna.

Rivoltante il concetto per cui si fa passare lo stupro come evento desiderato e atteso dalle ragazzine e rivoltante la frase secondo cui un ragazzo possa diventare gay perché vittima di violenza.

Vomitevole.
Profile Image for nolfetti .
112 reviews9 followers
June 29, 2021
Non mi piacciono le storie in cui si divaga troppo inutilmente, in cui si fanno digressioni senza motivo. Nonostante ciò il libro è piacevole, la scrittura di Ciabatti la conoscevo già e non ho fatto fatica a finire il romanzo (capisco se a primo impatto può sembrare complesso approcciarsi a lei). Mi è piaciuto di più "La più amata".
Profile Image for Ella.
576 reviews30 followers
January 2, 2022
3.5 ⭐
Romanzo intenso e a tratti cannibale, a tratti un po' crudele. Sinceramente inaspettato.
Profile Image for Giulia_juintravel.
118 reviews13 followers
April 5, 2021
Cattivo e graffiante. Non banale. Una donna e le sue contraddizioni, che in alcune parti si ama e in altre si odia.
L'ho ascoltato in audiolibro e ho apprezzato il tono usato dalla narratrice.
Profile Image for La contessa rampante.
154 reviews96 followers
May 14, 2021
Leggere un romanzo di Teresa Ciabatti significa andare incontro a un'impetuosa eruzione di parole, un flusso di coscienza corposo, convulso e spietatamente autentico.


"Sembrava bellezza" è un'autofiction dichiarata in cui, sin dalle prime pagine, capiamo che il confine tra realtà e finzione è davvero labile: ma cosa interessa al lettore se la penna dell'autrice ha trasfigurato degli eventi realmente accaduti, se li ha inventati, se li ha messi nero su bianco così come si sono svolti, quando la storia della protagonista e delle altre donne presenti nel romanzo, potrebbe essere quella di tutti noi.

Invidia, rimpianti, rimorsi, non accettazione del proprio corpo, del proprio ruolo di madre, di figlia, di amica. Sono solo alcuni dei temi trattati da Ciabatti, con la sincerità - spesso necessariamente brutale - alla quale ci ha abituati.

Un romanzo in cui la protagonista gioca e combatte con il suo doppio, dichiarandosi prima vittima e poi subito dopo carnefice in cerca di espiazione. Un libro in cui il lettore diventa interno alla storia, sollecitato dall'autrice che lo guida rivolgendosi direttamente a lui, ricordandogli date, fissando nella sua mente eventi importanti e dettagli per niente superficiali.



"Sembrava bellezza" mi ha fatto pensare alla sceneggiatura di un film che potrebbe parlare della mia vita e di quelle di tante di noi che non si sono mai amate e mai perdonate per questo.
1 review
January 31, 2021
Spietato. Tremendo. Cattivo. Come siamo tutti, d'altronde.
Displaying 1 - 30 of 351 reviews

Can't find what you're looking for?

Get help and learn more about the design.