La scena è di quelle che tolgono il respiro. Nelle due misere stanze giacciono i cadaveri di quattro giovani maciullati dalle raffiche dei kalashnikov. Sono poco più che ragazzi, probabilmente arabi, senza nome e identità. Il luogo della strage è un piccolo appartamento al quarto piano di un palazzo nel cuore di Genova, appena dietro al vecchio porto. Una tragedia incomprensibile che, secondo il commissario Pertusiello, ricorda "il soffio dell'uragano", l'eco di qualcosa di terribile che viene da lontano.
A chiedere a Bacci Pagano di indagare sul massacro e di tirar fuori dai guai Bashir, il giovane inquilino dell'appartamento, è l'imam Abdel Ghaffar, una personalità di primo piano della comunità islamica italiana. L'imam manda Bacci a Lisbona, dove incontra Rodney O'Flaherty, un giornalista freelance esperto di geopolitica e scenari di guerra. E l'indagine prende subito una piega pericolosa, che costringe Bacci a mandare la figlia Aglaja e l'ex moglie negli USA, al sicuro...
"Colpi di coda" ha per protagonista un Bacci Pagano inquieto e malinconico, ma sempre determinato a cercare la verità. Il suo impasto di cinismo e idealismo, ironia e sentimento ha già fatto innamorare decine di migliaia di ascoltatori. La nuova indagine lo obbliga a confrontarsi con avversari nuovi, ancora più temibili e potenti. L'esperienza, il coraggio e l'intuito non gli mancano, ma questa volta forse non gli nella Genova della borghesia e degli immigrati, degli operai e delle puttane, nel suo porto dai mille traffici misteriosi, si stanno aprendo scenari inediti, più ampi e spaventosi, che impegnano servizi segreti di diversi paesi intorno a un colossale traffico di armi. Perché la Genova che Morchio ama e racconta, incastonata tra il mare e l'Appennino, è anche aperta al mondo e alle sue ombre più quelle che rendono quasi impossibile la scoperta della verità.
Storia interessante, soliti piacevoli protagonisti, ma un ritmo lento che appesantisce un po’ la lettura e che non è semplice da affrontare per le quasi 500 pagine del romanzo. In definitiva i soliti pregi dei libri di Bacci Pagano, con qualche difetto in più ...
Bacci Pagano mi piace, mi é sempre piaciuto e credo mi piacerá sempre, anche quando s'impiccia con la Cia, i servizi italiani, i fratelli mussulmani e i cartelli colombiani, insomma chi piú ne ha piú ne metta. Inoltre ogni volta che leggo un suo libro vorrei visitare Genova e prima o poi ci riusciró!
Non il miglior Bacci, la storia parte un po' per la tangente e non ha catturato la mia attenzione (per un giallo non è proprio il miglior biglietto da visita).