Trentatré racconti, pubblicati tra il 1947 e il 1953, di un Philip K. Dick che muove i primi passi nella letteratura storie che possono essere raggruppate in tre categorie principali, quella basata sul grimmick, la trovata che risolve un complesso quadro di indizi volti a porre l'enigma di una civiltà aliena, quella dei racconti di fantasia, in cui l'immaginazione dickiana può uscire dagli schemi ed esprimersi al meglio, e quella fondata sul tema della guerra, una delle sue ossessioni, che risente ancora delle visioni apocalittiche con cui l'umanità ha visto schiudersi il secondo conflitto mondiale. I temi cari all'autore sono quasi tutti già presenti in questa il rapporto con Dio, la diversa percezione del reale e le sue differenti sfaccettature, il conflitto tra vita biologica e artificiale, l'angoscia dell'impossibilità di comunicare con gli altri e l'attenta osservazione della società e del mondo intero. Introduzione di Carlo Pagetti.
Philip Kindred Dick was a prolific American science fiction author whose work has had a lasting impact on literature, cinema, and popular culture. Known for his imaginative narratives and profound philosophical themes, Dick explored the nature of reality, the boundaries of human identity, and the impact of technology and authoritarianism on society. His stories often blurred the line between the real and the artificial, challenging readers to question their perceptions and beliefs. Raised in California, Dick began writing professionally in the early 1950s, publishing short stories in various science fiction magazines. He quickly developed a distinctive voice within the genre, marked by a fusion of science fiction concepts with deep existential and psychological inquiry. Over his career, he authored 44 novels and more than 100 short stories, many of which have become classics in the field. Recurring themes in Dick's work include alternate realities, simulations, corporate and government control, mental illness, and the nature of consciousness. His protagonists are frequently everyday individuals—often paranoid, uncertain, or troubled—caught in surreal and often dangerous circumstances that force them to question their environment and themselves. Works such as Ubik, The Three Stigmata of Palmer Eldritch, and A Scanner Darkly reflect his fascination with perception and altered states of consciousness, often drawing from his own experiences with mental health struggles and drug use. One of Dick’s most influential novels is Do Androids Dream of Electric Sheep?, which served as the basis for Ridley Scott’s iconic film Blade Runner. The novel deals with the distinction between humans and artificial beings and asks profound questions about empathy, identity, and what it means to be alive. Other adaptations of his work include Total Recall, Minority Report, A Scanner Darkly, and The Man in the High Castle, each reflecting key elements of his storytelling—uncertain realities, oppressive systems, and the search for truth. These adaptations have introduced his complex ideas to audiences well beyond the traditional readership of science fiction. In the 1970s, Dick underwent a series of visionary and mystical experiences that had a significant influence on his later writings. He described receiving profound knowledge from an external, possibly divine, source and documented these events extensively in what became known as The Exegesis, a massive and often fragmented journal. These experiences inspired his later novels, most notably the VALIS trilogy, which mixes autobiography, theology, and metaphysics in a narrative that defies conventional structure and genre boundaries. Throughout his life, Dick faced financial instability, health issues, and periods of personal turmoil, yet he remained a dedicated and relentless writer. Despite limited commercial success during his lifetime, his reputation grew steadily, and he came to be regarded as one of the most original voices in speculative fiction. His work has been celebrated for its ability to fuse philosophical depth with gripping storytelling and has influenced not only science fiction writers but also philosophers, filmmakers, and futurists. Dick’s legacy continues to thrive in both literary and cinematic spheres. The themes he explored remain urgently relevant in the modern world, particularly as technology increasingly intersects with human identity and governance. The Philip K. Dick Award, named in his honor, is presented annually to distinguished works of science fiction published in paperback original form in the United States. His writings have also inspired television series, academic studies, and countless homages across media. Through his vivid imagination and unflinching inquiry into the nature of existence, Philip K. Dick redefined what science fiction could achieve. His work continues to challenge and inspire, offering timeless insights into the human condition a
STABILITA': ★★★ ORA TOCCA AL WUB: ★★★ IL CANNONE: ★★★ IL TESCHIO: ★★★★ MINIBATTAGLIA:★★ I DIFENSORI DELLA TERRA:★★★★ LA MENTE DELL'ASTRONAVE:★★★★ I PIFFERAI:★★★ RUUG:★★ IL MONDO CHE LEI VOLEVA:★★★ INVASIONE OCULARE: ★★★ CAVIE: ★★★★ LA MACCHINA SALVAMUSICA: ★★★★ LA SIGNORA DEI BISCOTTI: ★★★ IMPOSTORE: ★★★ PREVIDENZA: ★★★ COLONIA:★★★★ PIRATI COSMICI: ★★★★ UOMO A RISCHIO: ★★ L'UOMO VARIABILE: ★★★★★ L'INFATICABILE RANOCCHIO: ★★★★ IL PENDOLARE: ★★★ IN GIARDINO: ★★★ IL RE DEGLI ELFI: ★★ IL MONDO IN UNA BOLLA: ★★★ IL GRANDE C: ★★★ TONY E I COLEOTTERI: ★★★★★ UN CERTO TIPO DI VITA: ★★★★ IL PIANETA IMPOSSIBILE: ★★★ PIANETA ALIENO: ★★★★ L'IMPICCATO: ★★★ PROGETTO TERRA: ★★★★ LA BARCA: ★★★
Una mole imponente di racconti del Dick alle prime armi. Una quantità enorme di argomenti che aiuta il neofita dickiano ad avvicinarsi al genere, allo stile e all'autore. Una lettura importante. La mia prima lettura sci-fi, una bella scoperta. Una mente visionaria, probabilmente ossessionata dalla guerra mondiale appena finita e da una guerra nucleare futura, che avrebbe portato (secondo Dick) alla distruzione di Terra; l'autore affronta in mille modi possibili il futuro, le discriminazioni, il genere umano e le esplorazioni spaziali. Parla di viaggi nel tempo, alieni e nuovi mondi e, soprattutto, quando si parla di guerra, crea quasi sempre un uomo semplice e puro, scevro da ogni peccato che la tecnologia porta con se in grado di salvare il mondo, in grado di mantenere gli equilibri. Dick immagina spesso un pianeta Terra ormai distrutto da guerre e radiazioni, in cui i soli abitanti possibili sono alieni venuti da lontano adattatisi alle condizioni estreme del posto. Una lettura, o meglio, una trentina (se non di più) di letture dal forte valore simbolico. Per chi vuole aprire i propri orizzonti a qualcosa che va oltre la semplice realtà.
Maratona Philip K. Dick (Parte 1) In questa prima raccolta di racconti brevi, è possibile assistere al raggiungimento della maturità autoriale di Dick. Dal primo Stabilità all'ultimo La barca è palpabile lo scarto qualitativo e di investimento dello scrittore. Il quale – come analizzato dal traduttore Vittorio Curtoni – ha inizialmente ceduto al mercato editoriale dell'epoca proponendo storie "vendibili", pur di rendere la scrittura il proprio impiego primario; per poi immergersi nella propria fantasia e approfondire le tematiche a lui care, dove si iniziano a delineare i contorni dell'impostazione narrativa e lessicale che troverà sfogo nei romanzi successivi.
I temi ricorrenti della raccolta sono: il conflitto atomico e le sue catastrofiche conseguenze future; l'attitudine umana al non accontentarsi, anche a rischio della propria incolumità; il cambiamento/l'evoluzione inevitabile; gli insetti come rappresentazione del malvagio.
Top 10: 06. I difensori della Terra 07. La mente dell’astronave 11. Invasione oculare 16. Labirinti della memoria (Previdenza) 17. Colonia 20. L’uomo Variabile 25. Il mondo in una bolla 28. Un certo tipo di vita 30. Pianeta alieno 32. Progetto: Terra
Menzioni speciali: 05. Minibattaglia 09. Roog 15. Impostore 23. In giardino 31. L’impiccato 33. La barca
Produzione giovanile di Dick, alcuni di questi racconti sono dei veri gioielli e benchè legati a tematiche tipiche della SF di epoca maccartista, si può notare già l'assoluta originalità dello scrittore. In alcuni casi questa originalità si spinge a spiegare il mondo come esperienza del tutto soggettiva come in "Il mondo in una bolla" dove il finale ricorda clamorosamente quello di "Ubik", uno dei romanzi della sua maturità, nonostante la differenza fra inquadratura esplicativa (quindi esplicita) nel finale del romanzo e ripiegamento sul proprio orrore (implicito) nel racconto. Spesso in questi racconti, come nel caso di "Il Teschio" e "Labirinti della memoria", Dick combina piani temporali creando paradossi ma qui, a differenza che nelle sue opere future dove i risultati saranno più radicali, completa le storie marcando l'inevitabilità quasi meccanicistica dei risultati nonostante nel racconto il prima e il dopo non siano nella sequenza corretta (vedi ad esempio l'artificio SF d'antan dell'artiglio temporale in "Paycheck"). Personalmente ho amato moltissimo il personaggio di Thomas Cole in "L'Uomo Variabile" che con la sua capacità di aggiustare e collegare, creando risultati razionali ma inattesi benchè fuori dalla sua immediata comprensione di uomo del passato (in una società che ha dimenticato queste abilità...una premonizione?), scongiura un massacro galattico voluto dal fanatismo guerresco e militarista del mito dell'accerchiamento e dello spazio vitale. Insomma per chi conosce Dick e per chi non l'ha mai letto questa raccolta è un ottima introduzione alla sua visionaria poetica.
Fino ad oggi il mio interesse verso l’opera di Philip K. Dick mi aveva portato a concentrarmi quasi esclusivamente sui suoi romanzi, leggendo magari qualche racconto nelle raccolte miste.
Eppure sapevo bene, da quel che avevo letto e sentito, che il Dick dei racconti è valido tanto quanto quello dei romanzi, per cui era solo questione di tempo perché mi ci dedicassi.
Indubbiamente devo ringraziare Fanucci, che ha pubblicato in quattro volumoni tutti i racconti di Dick raggruppati per periodo, cosa che mi ha permesso (e mi permetterà) di avere una visione completa della sua produzione.
Il primo volume è dedicato al periodo dal 47 al 53, un “primo Dick” che, se ancora non era quell’autore psichedelico che ho imparato ad amare, era comunque capace di scrivere racconti innovativi, stuzzicanti, ben diversi uno dall’altro: affascinante è rendersi conto di quanto, in seguito, altri scrittori ed altri mezzi di comunicazione si siano ispirati alla sua opera.
600 pagine da divorare, scoprire, analizzare e, prima o poi, rileggere.
In questi trentatre racconti si trova di tutto, tranne la delusione. Un'opera curata e di spessore, molto interessante la presentazione iniziale in cui l'autore racconta di quel primo rifiuto. Non riesco a scegliere il mio preferito, ce ne sono troppi a meritare quel primo posto.
Esco sano e salvo dai meravigliosi ma inquietanti mondi di Philip K. Dick... mi piace tanto il modo in cui l'autore gioca con la realtà.
Non so se l'intelligenza Artificiale arriverà mai al punto di avere un autocoscienza e credersi un essere umano (come in "Impostor") o guiderà autonomamente una navicella spaziale andando contro gli ordini umani (come in "Mr. Spaceship") fatto sta che il nostro mondo assomiglia sempre di più alle esagerazioni presenti in questa grande raccolta dell'autore.
Si è vero, alcune storie non hanno abbastanza forza e si perdono tra la altre, in alcuni si vede un Dick giovane che deve ancora affinare la sua tecnica.. ma i temi cari all'autore sono già presenti e la sua capacità di metterli nelle storie e non annoiare mai è incredibile. È per questo che ho dato fiducia a questo libro e non me ne sono pentito.
Ci sono storie che sono rimaste per giorni dentro di me e nel tempo si rivelano incredibili come ad esempio i racconti "The Great C" e "Some Kinds of Lives". Il primo sembra una storia banale ma dopo averla letta dentro di me è scattato qualcosa, questo "Great C" non è molto diverso da Chat GPT... certo spero che il nostro non arriverà mai a compiere le atrocità del suo corrispettivo del mondo Dickiano ma le sue riflessioni sulle domande sempre più stupide fatte dagli umani fa riflettere..
La seconda ci porta in maniera simpatica a vedere come la guerra sia inutile, come lottare sacrificando tutto quello che abbiamo non ha alcun senso. A cosa serve vincere se non ci sono vincitori?
Molto belli anche i racconti: Teschio (the skull), I difensori della terra (the defenders), Il mondo che lei voleva (the World she wanted) e Invasione Oculare (The Eyes Have It)
Nel libro è presente anche una bella e curiosa prefazione di Philip K. Dick.
Una bella raccolta di racconti di fantascienza dell’immediato dopoguerra. Per il lettore contemporaneo, specie se ha letto molti gialli e thriller, appaiono non solo datati (nonostante i temi guida di molti racconti, cioè il pacifismo e la difesa dell’ambiente, siano attuali più che mai, il modo in cui sono trattati risente molto dell’ambientazione temporale legata alla guerra fredda con le tematiche ad essa correlate. La stessa sensazione di "vecchio" che avevo provato leggendo quel bel mix fra giallo e distopico che è Il re è morto di Ellery Queen) ma anche prevedibili. I colpi di scena previsti dall’autore, che forse erano brillanti ed emozionanti quando uscirono, vengono infatti spesso compresi in anticipo dal lettore di oggi, perché li ha trovati in altre opere o semplicemente perché ci arriva per analogia con temi simili. Nonostante questo, i racconti meritano di essere letti nonostante questi punti deboli. Alcuni di essi spiccano per profondità e capacità di coinvolgimento del lettore, ecco un flash su due dei miei preferiti. Il teschio: un uomo del futuro viene inviato nel presente per eliminare un pericoloso agitatore religioso e politico. I difensori della terra: la guerra fredda diventa “calda” ma viene combattuta da robot invece che da uomini, che si sono rifugiati sottoterra proprio per sopravvivere all’inabitabilità della superficie a causa delle radiazioni delle armi atomiche, ma a un certo punto…
Se volete tuffarvi in una magnifica raccolta di racconti di fantascienza, questo è il volume che fa per voi. Racconti che, per l'epoca in cui furono scritti, hanno toni persino profetici. Dick era un genio pazzoide e nei racconti dava forse il meglio di se. Ci sono racconti che vanno letti per vedere come sono poi andate a finire veramente le cose nel futuro e poter dire 'caro vecchio Philip, sai che non avevi sbagliato poi di tanto?'.
Ancora non ai livelli dei suoi grandi capolavori, ma già in questi primi racconti sono presenti tematiche ed inquietudini sviluppate in seguito: le smagliature nella trama della realtà quotidiana sono già evidenti e da qui alla crisi esistenziale successiva il percorso era già tracciato sin dall’inizio.
I love Dick's short stories. They're full of uneasyness, anxiousness, suspense, and most of them have an open or unclear ending that leaves you speechless.
Stabilità - *** Ora tocca al Wub - *** Il cannone - **** Il teschio - **** Minibattaglia - ** I difensori della terra - **** La mente dell'astronave - ** I Pifferai - **** Ruug - *** Il mondo che lei voleva - *** Invasione oculare - *** Cavie - **** La macchina salvamusica - ** La signora dei biscotti - **** Impostore - ***** Labirinti della memoria - ***** Colonia - ***** Pirati cosmici - *** Un uomo a rischio - *** L'uomo variabile - **** L'infaticabile ranocchio - **** Il sobborgo dimenticato - **** In giardino - *** Il re degli elfi - **** Il mondo in una bolla - *** Il grande C - **** Un certo tipo di vita - *** Il pianeta impossibile - *** Pianeta alieno - **** L'impiccato - ***** Progetto: terra - **** La barca - ***
Un vero classico della fantascienza, anche se in certi casi si capisce quanto ancora fosse un autore un pò acerbo. Il bootstrap paradox del racconto "Il Teschio" è da antologia, perfetto.