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Le meraviglie del possibile: Antologia della Fantascienza

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Da una produzione ricchissima sono stati scelti ventinove racconti di autori importanti, da H. G. Wells a Robert Sheckley, da Philip K. Dick a Ray Bradbury, da Richard Matheson al grande maestro Isaac Asimov.
Colpi di scena, dimensioni stravolte, ora grottesche ora caricaturali, interrogano il presente nello schermo deformato del futuribile, facendo di questa storica antologia, pubblicata per la prima volta nel 1959, una galassia di racconti vorticosi e incalzanti, destinati a rimanere nel tempo.

559 pages, Paperback

First published November 10, 1959

34 people are currently reading
484 people want to read

About the author

Carlo Fruttero

171 books36 followers
The editorial team of Carlo Fruttero and Franco Lucentini, particularly notable for their (controversial) curation of the Urania series of fantascienza (science-fiction) compilations from 1964 to 1985.

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Profile Image for Carmine R..
630 reviews93 followers
November 15, 2020
Sguardo rivolto al domani

"Quel solitario villaggio era un organismo vivente. Jenner cercò di immaginare un'enorme massa di sostanza vivente che si sviluppasse sotto forma di edifici, modellandosi sulle esigenze di un'alta forma di vita, accettando la funzione del servire nella più lata accezione del termine.
Se era condizionata a servire un'altra razza, perché non avrebbe dovuto servirne un'altra?"


"Come poteva Morniel Mathaway essere famoso fra cinquecento anni dipingendo dei quadri che aveva visto per la prima volta in un libro pubblicato fra cinquecento anni? Chi aveva dipinto i quadri? Morniel Mathaway? Così diceva il libro, e col libro sotto mano Morniel non avrebbe mancato di dipingerli. Ma li avrebbe copiati dal libro. E allora chi aveva dipinto gli originali?"

"Io non sono un fanatico delle arti perdute, anche se non posso escludere che ce ne siano state. Dopo tutto, l'uomo mangiava grano anche prima dell'idroponica, e se i primitivi mangiavano grano dovevano per forza coltivarlo nel suolo. Che altro sistema potevano avere?"
"Non lo so, ma crederò nella coltura in terra quando vedrò del grano crescere direttamente dal suolo."


"La storia dell'uomo è tutta un tentativo - il tentativo di raggiungere l'impossibile e di raggiungerlo. Non c'è logica, perché se l'umanità avesse scelto la logica sarebbe ancora cavernicola e legata alla Terra."

Raccolta affascinante che oggi, più di ieri, testimonia quanto sia stato fertile il terreno della fantascienza, attualmente saccheggiato per sostrati narrativi tendenti al ribasso (si veda Hollywood) o semplicemente ridimensionato da uno spettro di possibilità più esiguo - metodo scientifico e progressione tecnologica potrebbero aver giocato un ruolo decisivo, in tal senso.
Illuminante l'ottima prefazione di Solmi, nella quale si conduce un ambizioso - e per certi versi condivisibile - parallelismo tra la narrativa fantastica, con tutti i suoi archetipi, e i punti nevralgici della fantascienza: entrambi i generi nascono dalla forza immaginifica dell'uomo, il cui anelito all'intrattenimento si sposa con la speculazione dell'immaginario. Raccolta suggerita agli amanti della fantascienza e non solo.


L'uovo di cristallo (Wells) 4★
Anziano antiquario scopre che uno dei suoi articoli, esposto in vetrina, rappresenta una vera e propria finestra per un altro mondo. Racconto che anticipa le suggestioni lovecraftiane e gioca bene con il mistero.

Villaggio incantato (Van Vogt) 4★
Un astronauta si ritrova costretto a sopravvivere in un villaggio abbandonato su Marte. Pezzo notevole sul relativismo delle proprie percezioni.

Pioggia senza fine (Bradbury) 5★
Quattro naufraghi cercano di sopravvivere alla pioggia martellante e infinita di Venere. Tra i migliori racconti dell'autore, meritatamente inserito nella propria autoantologia.

Sentinella (Brown) 5★
Fulminante e diretto come una cecchinata. Di quei racconti che non si dimenticano più

Prott (St Clair) 4★
Uno scienziato si trova costretto a studiare una bizzarra razza aliena, non parlante né antropomorfa; solo l'esercizio telepatico può essere la via per instaurare un racconto. Scritto sotto forma di diario, il racconto assume connotazioni scientifiche per giocare, ancora una volta, con la relatività e l'imperfezione del metodo scientifico.

Il labirinto (Robinson) 4★
Un tizio, condannato a morte per misteriose colpe, entra in contatto con un suo amico scienziato che studia una razza aliena all'interno di un labirinto di vetro. Altro racconto che mette al centro dell'attenzione il gioco delle parti e l'importanza della percezione stratificata su più livelli.

Miraggio (Simak) 5★
Scienziato, con l'aiuto di due guardie mercenarie, cerca la città marziana in rovina. I marziani daranno loro indicazioni solo se troveranno il loro settimo e ultimo compagno. Racconto meraviglioso, capace di abbracciare l'umanità in ogni sua sfumatura e in qualche modo redimerla interamente con il sacrificio di pochi.

Il duello (Brown) 3.5★
Scontro tra uomo e alieno sferoide per il destino delle rispettive razze, coinvolte in uno scontro intergalattico logorante. Soggetto di partenza interessante, ma il tutto si sviluppa verso un classico racconto di sopravvivenza.

Il doppio criminale (Tenn) 4★

Impostore (Dick) 4.5★
Un uomo viene prelevato forzosamente e costretto ad ammettere la sua reale identità: essere un androide, mandato da altri con uno scopo ben preciso. Dick è solito declinare il concetto di identità e sua applicabilità in individualità umane e robotiche; il confine tra le stesse parti sfuma sino a diventare indistinguibile.

Le immagini non mentono (McLean) 3.5★

Un uomo esemplare (Brown) 4★
Una coppia di marziani sceglie il prototipo umano meno rappresentativo per i propri studi. Racconto molto simpatico.

L'ultimo dei marziani (Brown) 4★
Un individuo al bar laggiù dichiara di essere un marziano che si è ritrovato in un corpo umano: verità o pazzia? Ai posteri l'ardua sentenza.

Servocittà (Miller) 4★
Nove volte sette (Asimov) 5★
Cosa succederebbe se uno scienziato scoprisse come "fare di conto"? Quali porte si aprirebbero se l'uomo si riappropriasse del suo antico percorso di evoluzione, smarcandosi dalla pigrizia mentale auto-indotta dalla tecnologia. Raro trovare un racconto che riesca a fotografare la condanna eterna dell'uomo in così poche pagine: racconto imperdibile.

Consolazione garantita (Asimov) 4★

Acciaio (Matheson) 4★
Una coppia di individui viaggia con il proprio robot-pugile - un modello vecchio - verso un duello sul ring già perso in partenza. Rivisitazione fantascientifica del sogno americano infranto, materiale già proposto in altri racconti da parte dell'autore.

I dati disponibili sulla Reazione Worp (Miller) 2.5★
Un ragazzo minorato costruisce, con alcuni rifiuti, un macchinario capace di librarsi in aria. Niente di particolare da segnalare.

La scoperta di Morniel Mathaway (Tenn) 5★

Passò intorno ai cavalli (Piper) 2★
Un diplomatico inglese di stanza a Vienna - siamo nel 1809 - scompare improvvisamente e riappare da un'altra parte. Storia ucronistica in piena regola, narrata con un taglio narrativo monocorde.

La casa nuova (Heinlein) 4★
Un architetto progetta una casa multidimensionale (composta da tesseratti) e la visita assieme alla coppia che andrà a viverci. Heinlein imbastisce una storia vertiginosa nelle potenzialità del tema, ma con piglio divertito.

Il costo della vita (Sheckley) 5★
Il signor Carrin accetta da un venditore di indebitarsi per migliaia e migliaia di dollari per l'elettrodomestico Mastro-Operatore. In questa società è prassi acquistare tramite debito e ragionare sull'estinzione dello stesso solo attraverso la discendenza generazionale. Satira feroce e amarissima sul capitalismo, oggi ancora più attuale.

La settima vittima (Sheckley) 4★
Per arginare la criminalità, insita nell'essere umano, la società permette di iscriversi alla Catarsi Emotiva: per un mese è legale perseguire una vittima, anch'essa inserita nella lista di cui sopra; il mese successivo, però, c'è l'obbligo di slittare il proprio ruolo da carnefice a vittima (se si sopravvive). Racconto celeberrimo e seminale per film moderni, ma un filino sopravvalutato: lo sviluppo del soggetto, indubbiamente potente, rimane in superficie e la chiusura della vicenda si mostra piuttosto telefonata.

L'esame (Matheson) 5★
Quanto è possibile accettare una società in cui gli anziani, se non idonei a un test cognitivo-conoscitivo, vengono semplicemente epurati? Da uno spunto semplice e a suo modo angosciante, l'autore esplora il decorso di un rapporto padre-figlio attraverso l'incombenza descritta poc'anzi. Emozionante.

Il veldt (bradbury) 5★
Coppia di genitori trascura i figli, che passano ore e ore della giornata a intrattenersi con l'ambientazione della savana che sa ricostruire il veldt. Racconto sugli orrori che la tecnologia può esercitare a livello di rapporti famigliari e sociali.

Fiori per Algernon (Keyes) 5★
Un ragazzo ritardato, Charlie, scopre l'opportunità di diventare intelligente e guadagnare quell'integrazione sociale che tanto anela. Racconto meraviglioso, forse il migliore della raccolta, in cui il finto perbenismo, le imperfezioni del mondo medico-scientifico (complessi d'inferiorità, deresponsabilizzazione nel contatto con il paziente) e la disperazione dei vinti contribuiscono a un quadro drammatico e moderno, le cui domande ancora oggi non trovano risposta.

I nove miliardi di nomi di Dio (Clarke) 4★
Alcuni monaci tibetani cercano di comporre ogni singola parola generabile dall'alfabeto per l'obiettivo ultimo: fotografare il nome dell'Altissimo. Affascinante e dal finale apocalittico.

L'affare Herzog (Obstbaum/Fruttero) 3.5★
Il mondo recede all'indietro dal punto della storia, ma la ricorsività della stessa ingabbia l'uomo sugli stessi sentieri già tracciati. Spunto interessante che non si discosta completamente da La città degli immortali di Borges, ma la fascinazione immaginifica non è la stessa.

Ora zero (Bradbury) 4★
Molto strano constatare che tutti i bambini del paese parlino di una fantomatica invasione extra-terrestre; di una "ora zero" che segnerà un nuovo inizio. Bradbury rielabora l'invasione aliena in una chiave più bambinesca e infantile, nondimeno inquietante. Bel racconto di chiusura.
Profile Image for Dagio_maya .
1,108 reviews351 followers
August 4, 2020
“La storia dell'uomo è tutta un tentativo — il tentativo di raggiungere l'impossibile...”
[“Miraggio”- Clifford Simak]


“Le meraviglie del possibile” è un’antologia di racconti, curata da Sergio Solmi e Carlo Fruttero, pubblicata per la prima volta nel 1959.
Attraverso ventinove racconti di autori molto differenti per stile, si presenta una realtà che altro non è, che spunto, pretesto per far riflettere sull’attualità e il futuro dell’umanità.

L’incontro con l’ignoto può celarsi in un oggetto apparentemente innocuo, come ad esempio ne “L’uovo di cristallo “di Wells (1897) oppure manifestarsi nel terrore di fronte a forme di vita aliene.
Il racconto di Wells è l’unica eccezione temporale in una raccolta dove gli scritti sono tutti degli anni ’50 del XX° secolo.
Se da una parte possono far sorridere per una tecnologia che oggi ci sembra arcaica, dall’altra i temi trattati non hanno i limiti del tempo e, ieri come oggi, sono gli atteggiamenti ed i pensieri dell’Uomo di fronte all’Altro.
Che sia l’incontro con una tribù africana piuttosto che un extraterrestre il bagaglio di pregiudizi, i problemi di comunicazione ed i processi di accettazione non cambiano.
Se la colonizzazione terrestre ha avuto (ed ha!!!) come metro di misura l’Uomo Bianco, lo scrittore di fantascienza non può che immaginare la conquista degli altri pianeti limitata da questa prospettiva e in alcuni casi ribaltarne i termini come succede ad esempio ne “Il labirinto” di Frank M. Robinson () che mette in discussione il concetto d’intelligenza umana.

Se la maggior parte di racconti ci mettono in contatto con altri mondi, altri prospettano, invece, una società terrestre futura dove comportamenti estremi determinano un nuovo stile di vita.

E’ il caso dei due racconti di Robert Sheckley:
Ne “Il costo della vita” ( 1952) sentiamo già dall’incipit l’amaro sapore che ci aspetta.
In un futuro non meglio determinato il consumismo ha raggiunto livelli tali da essere un bisogno vitale. Diventa fondamentale avere l’ultimo modello di ogni cosa e per far ciò si istituisce una forma d’indebitamento ereditaria cosicché figli ancora in fasce hanno già a loro nome debiti che li impegneranno appena abili al lavoro. Una catena angosciosa.

“La settima vittima” (1953) porta, invece, all’eccesso l’idea della violenza innata nel genere umano.
Considerando la Storia come un susseguirsi di guerre non solo scaturite dall’avidità ma anche da un vero e proprio bisogno di scaricare l’aggressività sugli altri, Sheckley ci racconta di un futuro dove l'omicidio individuale è legalizzato.
Chi ne fa richiesta entra a fra parte di un circolo organizzato dallo Stato dove si è alternativamente Cacciatori e cacciati.
Così Stanton Frelaine , dirigente di successo, riceve la chiamata che lo autorizza a commettere il suo settimo omicidio...
Questo racconto fu portato sullo schermo da Elio Petri nel 1965 col film “La decima vittima.”

Particolare “Fiori per Algernon “(1959) di Daniel Keyes, scritto in forma di diario da un uomo che soffre un ritardo mentale fino a che la scienza se ne serve per un esperimento che vuole aumentare enormemente il suo Q.I.
Fino a dove può arrivare la scienza?



Dopo questa lettura, sicuramente approfondirò la conoscenza di Fredric Brown.
Confermato l’apprezzamento per Clifford Simak di cui avevo letto “Il cubo azzurro” e qui con un racconto da cinque stelle piene c’è “Miraggio”
Ho riletto con piacere Bradbury (in particolar modo “Il Veldt”)

” La lezione che un uomo non è che un insignificante puntolino che striscia sullo specchio dell'eternità. La lezione che la vita del singolo è una cosa relativamente trascurabile quando posta faccia a faccia con la travolgente realtà di tutta la creazione.”

Questo stimolo a guardare in faccia l’ignoto e scoprire che ciò stiamo osservando non è altro che il riflesso di noi stessi...
Profile Image for Giò.
58 reviews60 followers
Read
May 4, 2018
Gli amici del Gruppo di Lettura reale di Milano sono davvero speciali. Qualche giorno fa, a commento del romanzo Fiori per Algernon, avevo espresso il desiderio di leggere il racconto, scritto in origine da Keyes, presente in questa antologia curata, tra gli altri, da Carlo Fruttero. E così Stefano all'incontro mensile del nostro gruppo mi ha fatto una graditissima sorpresa e mi ha portato questo prezioso lbro, datato 1973. Sono davvero felice e ho già letto il racconto di Keyes. Come prevedevo è molto ma molto meglio del romanzo: è più diretto, più efficace e coinvolgente rispetto alla versione lunga, gravata a mio parere di una sensazione di "allungamento brodesco" che toglie molta di quella fulminante partecipazione e vicinanza con il protagonista che ho provato leggendo il breve racconto.
La fantascienza non è il mio forte, ma questa storica antologia di racconti, la leggo tutta. È un'occasione da non perdere: quando mai mi ricapiterà che qualcuno potrà prestarmela di nuovo? Grazie mille, Stefano!
Profile Image for Dvd (#).
513 reviews93 followers
November 23, 2021
11/04/2015 (*****)
Mi ha stupito molto una cosa: votando ogni singolo racconto a fine lettura e facendo, alla fine, la media aritmetica mi è uscito un voto globale di appena 3,55. Nonostante ciò, visto la lettura con 5 stelle assolutamente convinte e meritate.
I misteri della statistica. Il famoso pollo di Trilussa...
Questo rimane comunque un pollo croccante, ben cotto, ruspante e che ho divorato racconto per racconto (compatibilmente con i pochi momenti liberi lasciati dal lavoro). Come ha detto giustamente qualcuno prima di me, la fantascienza è solo l'ambito entro il quale si racconta, e conta relativamente se interessa o meno: intorno a tale centro, si diramano racconti che sono letteratura vera, assoluta, grande.

Molti racconti rimandano al nostro mondo ipertecnologico e drogato di tecnologia, senza saperlo, e molto hanno azzeccato; altri a impossibili viaggi su pianeti misteriosi con trame sospese degne del miglior romanzo giallo; altri ancora, fanno riflettere sull'uomo e sulle sue storture, di tutte le epoche e di tutti i tempi.

Ho dato 5 stelle a Sentinella di Fredric Brown (secco e perfetto come una fucilata interspaziale), Impostore di Philip K. Dick e Servocittà di Walter Miller (in entrambi i casi, ci si sarebbe potuto tranquillamente costruire un romanzo lungo senza perdere niente della loro forza), Acciaio di Matheson e Fiori per Algernon di Daniel Keyes (commoventi e assai umani, letteratura di grandissimo livello).

Poi molte quadruple stelle e molti apprezzamenti (in particolare La settima vittima di Sheckley, I nove miliardi di nomi di Dio di Arthur C. Clarke e poi ancora Beam Piper con una riuscitissima ucronia, Asimov, ancora Brown con Il Duello e L'ultimo dei marziani e la stupenda Pioggia senza fine di Bradbury).

Il resto sono bei racconti, che le 3 stelle se le meritano tutte con qualche bocciatura (non m'hanno entusiasmato l'ironia di William Tenn, i virtuosismi da nastro di Moebius di Heinlein - l'unico racconto che non m'è proprio piaciuto per lentezza e stile è stato Le immagini non mentono di Katherine Mc Lean).

Per il resto una meravigliosa raccolta, che non farà annoiare. Consigliabile a tutti, anche a quelli non particolarmente appassionati di fantascienza.

Non rimarrete delusi.
Profile Image for Andrea.
180 reviews64 followers
December 28, 2020
Pubblicata per la prima volta nel 1959 da Einaudi, un editore che si era sempre occupato di alta letteratura e che si prese qualche rischio per via della scarsa considerazione del genere fantascientifico (visto come appartenente ad una narrativa di intrattenimento, e quindi poco interessante e poco stimolante dal punto di vista intellettuale), questa antologia a cura di Sergio Solmi e Carlo Fruttero ha un grandissimo valore, non solo letterario ma anche storico, perché in qualche modo ha costretto certi ambienti letterari a rivalutare le proprie posizioni e a fare i conti con la fantascienza alta, quella che si pone i grandi interrogativi dell'essere umano. I curatori di questa antologia, con la preziosa collaborazione di Franco Lucentini e Giorgio Monicelli (uno dei fondatori, nel 1950, della rivista Urania, che lavorava con Mondadori), fecero, infatti, un lavoro coraggioso e lungimirante per i tempi, selezionando, traducendo e portando al pubblico italiano il meglio della fantascienza americana degli anni '50, quella appartenente alla famosa “età dell'oro”. Il successo di pubblico e critica fu immediato, tanto è vero che negli anni successivi Einaudi pubblicò altre tre antologie di fantascienza.
Leggendo la lista degli autori selezionati, non si può fare a meno di notare come la maggior parte di essi abbia goduto di grande fortuna negli anni successivi: oltre al precursore H. G. Wells, unico scrittore appartenente ad un'epoca precedente (le sue opere più rappresentative risalgono agli anni a cavallo tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento), che apre questa antologia e fa un po' da nume tutelare, ci sono tutti i padri del genere: da quelli più scientifico-tecnologici, come Isaac Asimov e Arthur C. Clarke, a quelli più umanistici, come Ray Bradbury e Daniel Keyes, da quelli più umoristici, come William Tenn e Fredric Brown, a quelli più cupi come Robert Sheckley e Richard Matheson, da quelli più psicologici e metafisici, come Philip K. Dick e Walter M. Miller, a quelli più fantasiosi, come A. E. Van Vogt, Clifford Simak e H. Beam Piper. Gli autori più rappresentati sono, in ordine decrescente, Fredric Brown (con 4 racconti), Ray Bradbury (3), Isaac Asimov, Richard Matheson, William Tenn e Robert Sheckley (2). Accanto ad essi, si alternano scrittori la cui notorietà è diminuita negli anni: Margaret St Clair, Frank M. Robinson, Katherine Mclean, Lion Miller. Purtroppo, per molti di questi poco si conosce, e poco si può reperire. Infine, un alone di mistero, seppur temporaneo, aleggia sulla figura di Charles F. Obstbaum, finché si scopre che questo è lo pseudonimo dello stesso curatore dell'opera, Carlo Fruttero.
Ed anche andando a scorrere le trame, le ambientazioni e le tematiche trattate da questi ventinove racconti, si possono constatare l'infinita varietà e le molte declinazioni e sovrapposizioni di questo genere, fin dai suoi primordi (il titolo stesso dell'antologia, Le meraviglie del possibile, rimanda in qualche modo all'ampia definizione di fantascienza, intesa come genere includente qualsiasi tipo di indagine su ciò che è futuribile): si va dalla Space Opera (Sentinella, Pioggia senza fine, Il duello) agli incontri con esistenze extra-terrestri (Sentinella, Prott, Il labirinto, Il duello, Il doppio criminale, Le immagini non mentono, Un uomo esemplare, L'ultimo dei marziani); dalla scoperta di nuovi mondi (L'uovo di cristallo, Villaggio incantato, Pioggia senza fine, Miraggio) all'invasione aliena (Ora zero); dal rapporto, spesso di dannosa dipendenza, tra uomo e macchine (Nove volte sette, Servocittà, Consolazione garantita, Acciaio, Il veldt) alla convivenza tra uomini e intelligenze artificiali/androidi, talvolta empatica (Consolazione garantita), talvolta conflittuale (Impostore); dall'ucronia (Passò intorno ai cavalli) ai viaggi nel tempo (La scoperta di Morniel Mathaway); dalla possibilità di universi paralleli (Passò intorno ai cavalli, La scoperta di Morniel Mathaway) all'infinita ripetizione della storia (L'affare Herzog); dagli scenari post-apocalittici (Servocittà) e distopici (La settima vittima, L'esame, Il veldt) alle indagini psicologiche (Impostore, Fiori per Algernon); dalle speculazioni teologico-escatologiche (I nove miliardi di nomi di Dio) ai paradossi spaziali-geometrici (La casa nuova); dalle derive del consumismo (Il costo della vita) alle riflessioni etiche sulla violenza e sulla crudeltà, innate nell'uomo (La settima vittima, Il veldt), sull'odio e sul disprezzo per il diverso (I dati disponibili sulla Reazione Worp, Fiori per Algernon) e sull'emarginazione e sull'eliminazione dell'inadatto (L'esame). Inoltre, la varietà si manifesta anche nell'estensione di tali racconti: si va dall'unica pagina (Sentinella) alle oltre trenta (Fiori per Algernon).
Questa selezione di racconti è a dir poco essenziale per i cultori del genere, in quanto contiene racconti che hanno influenzato tutta la fantascienza successiva, e costituisce una fonte inesauribile di ispirazione e di discussione: per questo motivo è caldamente consigliata anche a tutti i lettori di mentalità aperta, che non hanno pregiudizi sulla narrativa di intrattenimento. Alcuni di questi racconti sono veri e propri capolavori senza tempo e senza etichetta, ancora molto attuali e freschi; altri, invece, risultano un po' invecchiati e superati, nonostante restituiscano completezza al quadro d'insieme, ed abbiano un certo valore storico nel rappresentare un periodo di grande vivacità, di esuberanza creativa, di qualche ingenuità ma anche di preoccupazioni, di perplessità e di necessità di interrogarsi criticamente sul futuro dell'uomo e di immaginare e prevedere il mondo a venire.
In conclusione, vorrei valutare con il massimo dei voti, esclusivamente secondo i miei gusti personali, Sentinella (Brown) e Fiori per Algernon (Keyes), che curiosamente sono il racconto più breve e quello più lungo dell'antologia, entrambi capaci di rimanere impressi nella mente in maniera indelebile. Molto interessanti, notevoli e coinvolgenti, ma un gradino sotto questi due: Il doppio criminale (Tenn), Un uomo esemplare (Brown), Nove volte sette (Asimov), La scoperta di Morniel Mathaway (Tenn), Il costo della vita (Sheckley). Tra i godibili e riusciti: L'uovo di cristallo (Wells), Impostore (Dick), L'ultimo dei marziani (Brown), Consolazione garantita (Asimov), Passò intorno ai cavalli (Piper), La settima vittima (Sheckley), L'esame (Matheson), Il veldt (Bradbury), I nove miliardi di nomi di Dio (Clarke), L'affare Herzog (Obstbaum/Fruttero) e Ora zero (Bradbury). Tra quelli che mi hanno convinto meno: Villaggio incantato (Van Vogt), Pioggia senza fine (Bradbury), Prott (St Clair), Il labirinto (Robinson), Miraggio (Simak), Il duello (Brown), Servocittà (W. Miller), Acciaio (Matheson), La casa nuova (Heinlein). Infine, i non indispensabili e poco riusciti: Le immagini non mentono (Mclean) e I dati disponibili sulla Reazione Worp (L. Miller).
Profile Image for Fabio.
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November 20, 2018
Come and take a trip with me to Future World
Raccolta di grande importanza storica, anche per lo "sdoganamento" di un genere spesso bistrattato come la fantascienza, che si fa varco tra gli "elitari programmi" di Einaudi (parole di Fruttero). Come spesso nella mia vita, ci arrivo con un buon ritardo, spinto dal desiderio di confrontare il Keyes romanziere con il Keyes scrittore di racconti (le quindici vite le due versioni di "Fiori per Algernon") - vince il secondo, ma sono convinto che una via di mezzo sarebbe stata perfetta.
In ritardo perché di fantascienza ne ho letta ormai parecchia, e molti dei racconti qui presenti - i migliori - li avevo già apprezzati: la lacuna più grande era, appunto, Keyes.

Fisiologicamente, ogni raccolta ha alti e bassi: qui la qualità è mediamente alta, e quando cala si finisce più nell'evitabile che nell'illeggibile. Personalmente, assegno la palma di miglior racconto al brevissimo (una pagina una) "Sentinella" di Frederic Brown, colpo di una precisione impressionante. Ma andrebbero citati anche Asimov (quanto mi ha fatto piacere incontrare nuovamente la cara vecchia Susan Calvin?), il solito paranoico Dick, ancora Brown con il suo "Uomo esemplare", i due fenomenali Sheckley, il mistico Arthur C. Clark, i due Matheson (preferenza per il cupissimo "L'esame", ma anche "Acciaio" non scherza), il già ricordato Keyes, Bradbury... Alcuni temi sono ricorrenti, come facile aspettarsi, e spesso offrono interessanti spunti di riflessione: i rapporti, ora di collaborazione, ora di antagonismo, con "gli altri" (qui sono gli alieni, ma non bisogna essere dei geni per intravedere il quotidiano in controluce), il ruolo spesso opprimente e castrante della tecnologia, il viaggio nel tempo, la ricerca (della verità, di un contatto, di orizzonti più ampi)... bene, le banalità le ho scritte quasi tutte.

Ora si può pure andare indietro di una trentina d'anni e fare un salto nel futuro, sarà glorioso e pieno di felicità zucchesca https://www.youtube.com/watch?v=_9h3j...
Profile Image for Albus Eugene Percival Wulfric Brian Dumbledore.
587 reviews96 followers
February 2, 2021
Per me che sono nullità / Nell'immensità / Nell'immensità...
Ma sedendo e leggendo di stazioni spaziali e interminati spazi e sovrumani silenzi e profondissima quiete, per poco il cor non si spaura. E mi sovvien l’eterno e i perfetti automi e gli ammalianti orizzonti e navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione.
Così tra questa immensità s’annega il pensier mio: e il naufragar m’è dolce in questo mare...
Profile Image for Iophil.
165 reviews68 followers
September 20, 2017
Una storica raccolta di racconti, in buona parte di altissimo livello.

Spiccano, a mio parere:

- Sentinella, di Frederic Brown
- Il duello, di Frederic Brown
- La settima vittima, di Robert Sheckley
- Fiori per Algernon, di Daniel Keyes

Assolutamente imperdibile per gli appassionati del genere, ma consigliato a tutti: un libro ideale per avvicinarsi al caleidoscopico mondo della fantascienza.
Profile Image for Diletta.
Author 11 books242 followers
June 30, 2016
Una delle raccolte più belle e sinceramente essenziali che mi siano mai capitate sotto il naso.
Dai pianeti ostili, luoghi estranei, dove la speranza folle conduce il viaggiatore infine a cercare una qualsiasi traccia di vita, anche la più avversa. Creature troppo diverse, creature nascoste. simulacri umani che non sono altro che macchine terribilmente simili a noi.
Viaggi nel tempo e paradossi. Distopie e infine il post umano.
Un lungo percorso, una traccia senza fine.
(Ho scoperto Fredric Brown e Heinlein, la mia mente canta).
117 reviews8 followers
March 18, 2014
La mia ignoranza sulla letteratura di fantascienza mi impedirebbe di dare giudizi assoluti: è risaputo che quando non hai letto molto di un certo genere, anche una mezza ciofeca può sembrarti una lettura eccezionale.
Ma dato che:

a) quest'opera nasce nel 1959 come antologia del meglio che la fantascienza avesse prodotto fino ad allora nella forma del racconto;

b) da allora ha avuto un grandissimo successo ed è stata elogiata da gente ben più preparata di me;

e considerato soprattutto che:

c) dico sempre quello che penso dei libri che leggo, infischiandomene di chi li abbia elogiati o no;

allora mi sbilancio (come avevo intenzione di fare fin dall'inizio): questo è un capolavoro; o meglio una raccolta di capolavori.

I ventinove racconti presenti in quest'antologia rappresentano venti autori differenti. La raccolta è curata da Sergio Solmi e Carlo Fruttero, ma alla cernita contribuirono principalmente Fruttero e Lucentini, e anche Giorgio Monicelli procurò alcuni racconti. Dal loro lavoro sarebbe avanzato abbastanza materiale per un Secondo libro della fantascienza due anni dopo. A distanza di anni seguirono altre due raccolte.

Il volume è corredato da una prefazione di Sergio Solmi, e, in appendice, da una breve nota biografica dei venti autori proposti. Uno di questi è un certo Charles F. Obstbaum, pseudonimo di Fruttero, presente nel libro con un suo racconto. In occasione dell'uscita dell'edizione tascabile è stata aggiunta all'inizio del volume una Nota all'edizione tascabile, di Carlo Fruttero.

Ma come si recensisce un'antologia, soprattutto quando nessuno dei racconti può essere trascurato nel commento? Appunto senza tralasciarne nessuno.


La raccolta si apre con il racconto di un gigante della fantascienza, nonché uno dei suoi precursori: H. G. Wells, con L'uovo di cristallo. Se oggi a noi può apparire frizzante o almeno inusuale per la commistione di fantascienza e ambientazione vittoriana, non doveva essere meno d'effetto all'epoca in cui fu scritto (1897). Credo di cominciare a capire perché lo steampunk (che si ispira anche alle opere di Wells) sia così popolare.
La traduzione di Monicelli preserva a meraviglia lo stile descrittivo dell'epoca, prediligendo paragrafi lunghi in una descrizione degli ambienti e delle azioni dei personaggi così ricca di dettagli e allo stesso tempo non precipitosa, da risultare quasi sognante. La cosa può forse disorientare, all'inizio: l'effetto che si ha è quello di un racconto di fantascienza, narrato come se fosse un racconto fantastico.
L'elemento fantascientifico si inserisce nella storia solo gradualmente, e la porta su un altro mondo si apre in modo inaspettato, forse ancora di più per i lettori del ventunesimo secolo che, probabilmente, non si aspetterebbero mai che ciò avvenga attraverso un oggetto che i più giudicherebbero antiquato e di scarsa utilità.

Ne Il villaggio incantato, di A. E. Van Vogt, attraverso la storia dell'unico sopravvissuto a un terribile incidente che ha portato alla morte tutti gli altri membri del primo equipaggio terrestre mai inviato su Marte, troviamo, nel finale inaspettato, un'interpretazione decisamente estrema del termine "imprinting".

Anche il finale di Pioggia senza fine, di Ray Bradbury, arriva inaspettato, ma per altre ragioni. Seguendo le peripezie di quattro soldati in un ambiente ostile, mentre scivolano lentamente verso la follia, è impossibile sapere se riusciranno a salvarsi, finché non si comprende insieme a loro che non c'è speranza... Chi pensa che la pioggia sia una benedizione?
L'incipit di questo racconto è qualcosa di geniale, apocalittico, poetico. Leggetelo per non sapere più di star leggendo.

Il primo racconto che incontriamo di Fredric Brown, l'autore più rappresentato in questa raccolta, è Sentinella. Le parole che servirebbero per elogiarlo sono molte più di quelle da cui è composto: dura infatti meno di una pagina; non intendo "un foglio", ma proprio meno di una sola facciata. Non credo ci sia altro racconto in questa raccolta, e forse in tutta la fantascienza, che abbia più forza. Se esistesse un manuale: "Come scrivere racconti brevi per negati", avrebbe una sola pagina, e sarebbe costituita da Sentinella di Fredric Brown.
La mia storia d'amore con questo racconto è lunga: lo lessi per la prima volta in un'antologia per la scuola alle medie, e rimasi folgorata. Poi lo persi di vista: l'antologia esiste ancora in qualche scatolone, ma dopo averla riposta alla fine dell'anno scolastico dimenticai in fretta quale fosse delle tante, così come titolo e autore di quel racconto che mi aveva stregata. Anni dopo, non moltissimo tempo fa, lo ritrovai in non so più quale programma televisivo, ma non feci in tempo a memorizzare il nome dell'autore: se avessi saputo cosa stava per essere letto ad alta voce al cospetto delle mie orecchie adoranti, avrei prestato più attenzione.
Così, voi che siete malati come me, potete immaginare la felicità quando ho voltato pagina 61, ho cominciato a leggere e... l'ho riconosciuto a riga 4!
Conoscete la sensazione che si prova nel risentire all'improvviso una musica, un profumo, che avevate amato moltissimo tanto tempo fa, ma che oramai avevate dimenticato?

Prott, di Margaret St Clair, è un altro racconto in cui lo spannung si concentra tutto nello spazio delle ultime righe. Solo allora si capirà perché i due piloti spaziali dell'inizio sembravano tanto depressi in merito alla loro licenza, e come questo sia collegato a tutto ciò che è accaduto nel mezzo. Magistrale e sottilmente terrificante, di un'inquietudine generata non da ciò che si legge, ma dalle sue implicazioni.

Anche Il labirinto, di Frank M. Robinson, presenta la stessa costruzione: all'inizio e alla fine ci immergiamo per poche righe nel tempo presente della narrazione, mentre tutto quello che sta nel mezzo è il resoconto, in questo caso attraverso quello che sembra essere un flashback, di ciò che ha portato alla situazione attuale. L'esposizione risulta meno inquietante del precedente, più "scientifica", in un certo senso (ed era inevitabile visto il tema), ma si tratta lo stesso di un'esplorazione interessante della difficoltà di pensare come "gli altri".

Segue Miraggio, di Clifford Simak. Qualcosa di poetico. Riesce a unire fantascienza e fantastico all'epopea della frontiera. Se ne dipana l'invenzione di un mondo che vorrei poter ritrovare in migliaia di altre pagine. L'epitome di ciò che significa saper raccontare.

Di seguito troviamo di nuovo Fredric Brown, con Il duello. Un altro racconto magistrale e di forte impatto, sebbene inferiore a Sentinella (non poteva essere altrimenti). Una versione interessante, per niente banale o scontata, della storia dell'eroe che deve salvare l'umanità, dove il tema centrale non è la giustificazione del conflitto, ma la sopravvivenza (seppur dipendente anche da termini culturali).

Con Il doppio criminale di William Tenn si cambia decisamente registro. È il racconto più divertente della raccolta, con una concezione decisamente originale delle civiltà galattiche. Assolutamente da leggere!

Impostore, di Philip K. Dick, torna su un versante più estraniante, sul conflitto con l'"altro" che però, qui, è esplorato dal punto di vista di un dilemma straziante cui non posso accennare senza rivelare l'intera vicenda, e con l'abilità propria solo dei veri maestri del genere.

Katherine McLean, con Le immagini non mentono esplora un aspetto diverso del contatto con creature extraterrestri, per la maggior parte scarsamente tenuto in considerazione dall'immaginario a noi contemporaneo.
Infatti non solo un incontro di questo genere potrebbe essere pacifico, ma non è nemmeno detto che tra le due parti coinvolte quelli in pericolo non possano essere i visitatori!

Di nuovo Fredric Brown, con Un uomo esemplare ci riporta al lato divertente della fantascienza. Gli individui in apparenza più insignificanti possono salvare il mondo... questione di tassonomia!

Sempre Fredric Brown cambia ancora registro con L'ultimo dei marziani.
Un racconto "a cipolla", dove sotto le apparenze si cela un'altra realtà; solo per scoprire che non si trattava affatto della realtà, ma di un altro strato della cipolla, sotto il quale se ne cela un altro, e poi un altro ancora. Magistrale.

Walter M. Miller Jr. è l'autore di Servocittà, un racconto godibilissimo che trasmette una visione del conflitto tra uomo e macchina per una volta impostata alla razionalità e non al catastrofismo. Stile, sviluppo dei personaggi e dialoghi mi hanno ricordato molto Stephen King, anche se non c'è niente di puramente horror, in questo racconto.

Finalmente, con Nove volte sette, un racconto del grande Isaac Asimov. È possibile che tutte le conquiste della tecnologia ci tolgano allo stesso tempo qualcosa? E, in definitiva, i mali che da essa derivano ci affliggono perché insiti nella tecnologia, o insiti nell'uomo?
Se per assurdo l'uomo "riscoprisse" una conoscenza perduta, non saprebbe approfittarne nel peggiore dei modi come della più avanzata tecnologia? Non sarebbe in grado di estrarre il male anche dalle cose più banali, come un semplice e poco tecnologico calcolo mentale, e renderlo in esso preponderante?

A ruota Consolazione garantita, il secondo racconto di Asimov della raccolta, è senza dubbio più convenzionale per il tema trattato ma non meno godibile. Il racconto fa parte della Serie dei Robot.

Acciaio, di Richard Matheson (sì, quello di Io sono leggenda), è a mio avviso uno dei racconti più originali di tutta la raccolta. "Steampunk" è di nuovo la parola che mi viene in mente, anche se il genere non era ancora nato all'epoca in cui Acciaio fu scritto, e più che con l'elemento vittoriano qui la fantascienza va a braccetto con l'America tra le due guerre (credo che il termine esatto sia dieselpunk). Si fa apprezzare il contrasto del finale che, con tutta la sua amarezza, ha poco di fantascientifico.

I dati disponibili sulla Reazione Worp, di Lion Miller, è piuttosto breve ma ha qualcosa di geniale, e un piglio talmente realistico nell'esposizione che per un momento non si fatica a credere che qualcosa del genere possa anche succedere.
Per più di un momento.

La scoperta di Morniel Mathaway di William Tenn, o "l'apoteosi del paradosso". Il tutto è esposto in maniera talmente razionale che, per un attimo, il cervello dimentica che nella realtà tutto questo non sarebbe possibile e comincia ad avvitarsi su sé stesso. Poi se lo ricorda. Poi si ricorda anche che un giorno potrebbe essere possibile. E allora ricomincia.

Segue un racconto ambientato nel XIX° secolo; ma questa volta non credo si possa parlare steampunk, dato che nessuno strabiliante congegno tecnologico o artefatto dalle insolite proprietà fa capolino in questa storia. Passò intorno ai cavalli di H. Beam Piper prende spunto dalla vera storia di Benjamin Bathurst, un diplomatico britannico che scomparve in Germania durante le guerre napoleoniche e che sembra aver ispirato più volte la letteratura fantascientifica.
Le analogie con la realtà terminano qui.

La casa nuova di Robert Heinlein parla di dimensioni spaziali nascoste.
Se una di esse fosse scovata e in qualche modo sfruttata, personalmente credo che ne uscirei con la più epica emicrania della mia vita. Ma dopo aver letto questo racconto penso anche che sarebbe una manna per i piani regolatori! Certo non ci sarebbe più bisogno di condoni. Ma il calcolo dell'IMU ne risulterebbe piuttosto compromesso...

Magnifico Il costo della vita, di Robert Sheckley, parte del filone "filosofico" della fantascienza. Bellissima la costruzione graduale della tensione psicologica del personaggio, così graduale in effetti da passare inavvertita a lui e quasi anche al lettore, fino a dover arrivare all'ultima riga per scoprire cosa giace sotto la cortina di rispettabilità e soddisfazione. Uno dei finali più efficaci che io abbia mai letto (dove al primo posto in assoluto c'è quello di Sentinella). Uno di quelli che ti fanno sentire, oltre che immaginare. Ho percepito rabbia, molta rabbia, e ancora mi chiedo come sia possibile in una frase lunga una riga in cui non compare una sola parola remotamente riconducibile alla rabbia e l'unico lemma che abbia un'accezione negativa è "non". Da cosa deve essere posseduto un autore per riuscire a mettere in un "non" una forza simile? E quand'è che succederà a me?

Ancora Sheckley, con La settima vittima, da cui fu tratto nel '63 il film di Elio Petri La decima vittima. Un altro racconto fantascientifico sui generis, che esplora l'alienazione dell'uomo e della società in un futuro non ben precisato (o in un passato o un presente discronico — il racconto è del '53), con un ribaltamento di prospettiva piuttosto efficace.

L'esame è un racconto terrificante, sconfortante: o una commistione delle due cose dall'effetto estremamente spiacevole; sin dalla prima frase si comprende che c'è qualcosa di molto sbagliato. A livello emotivo, naturalmente. Il vostro apparato librogerente ne rimarrà invece estremamente gratificato.
Ancora Matheson, che sembra avere sempre di queste idee folgoranti.

Torna il grande Ray Bradbury con Il veldt, non molto meno inquietante. Lo scambio di battute che apre il racconto è una bellissima trovata che lascia perplessi. Porta anche a credere che il racconto ruoterà attorno al tema della macchina che si ribella all'uomo, ma è un'idea che porterebbe fuori strada: in questa storia le cose sono molto più complicate di così.

E finalmente eccoci al racconto che, insieme a Sentinella, considero il migliore della raccolta, e in antitesi rispetto a quello di Fredric Brown sia per tematica sia per taglio. Fiori per Algernon fu anche trasformato in un romanzo dal suo autore, Daniel Keyes; ma pur non avendolo letto, sono dell'opinione che in questo caso il romanzo non potrà mai essere efficace quanto il racconto, richiedendo in generale l'aggiunta di dettagli come storie d'amore particolareggiate, flashback e altri elementi che, per quanto pertinenti e magistralmente inseriti, hanno l'unico effetto di distrarre dall'essenziale. L'essenziale non ha bisogno di così tante parole. Ho sempre amato i romanzi più che i racconti, ma quando un racconto è perfetto, allungare il brodo, anche se lo fai da dio, è quasi blasfemo. E Fiori per Algernon è la perfezione nel racconto di fantascienza. Nel racconto punto e basta. Non è possibile descriverlo: è la fantascienza in una prospettiva che non avevo mai considerato, e con un'umanità e una verosimiglianza rare in qualsiasi genere letterario.
Basta. Non pretenderò di descriverlo. Fiori per Algernon è l'essenziale fatto parola scritta. Non doveste mai leggere fantascienza in tutta la vostra vita, trovate una sera d'inizio primavera per leggere questo.

I nove miliardi di nomi di Dio, di Arthur C. Clarke, è una ulteriore dimostrazione della teoria che si può scrivere fantascienza anche senza parlare di viaggi spaziali o robot, e di altissimo livello. Una cosa che, per quanto scarsa sia la mia conoscenza del genere, ho la sensazione i maestri sapessero benissimo e gli autori contemporanei abbiano più o meno dimenticato.

Ed ecco Charles F. Obstbaum, cioè Fruttero stesso, con L'affare Herzog. Se iniziando a leggere questo racconto avrete la sensazione di qualcosa di familiare, proseguendo scoprirete presto perché. Non solo un'idea geniale, ma magistralmente eseguita, un'autentica chicca.

E finalmente (perché non ne potete più di me), ma troppo presto (perché un libro così capita tra le mani una volta ogni dieci anni), l'antologia si conclude con Ray Bradbury: Ora zero.
Titolo perfetto per terminare una raccolta, ma devo ammettere che forse è questo, tra tutti, il racconto che mi ha dato meno soddisfazioni. Molto bello, non è a mio modo di vedere di quella bellezza necessaria a concludere un'antologia come questa. La tensione non riesce mai veramente a raggiungere il suo apice; cosa forse più evidente proprio perché il racconto chiude il libro e viene dopo perle come L'affare Herzog, I nove miliardi di nomi di Dio e Fiori per Algernon.
È anche vero però che, per tematica, nessuno tra i 28 racconti precedenti è più adatto di questo a concludere un'antologia della fantascienza come Le meraviglie del possibile.


Be'? Che ci fate ancora qui? Ancora non siete andati a comprare Le meraviglie del possibile? Come sarebbe: "È notte e le librerie sono chiuse"? Non importa. Appostatevi!

Voto: 10/10
Profile Image for Elena BigBookworm.
93 reviews20 followers
January 15, 2020
Le meraviglie del possibile - 21/07/2019

Care amiche, cari amici,

Oggi vi parlo di una bella antologia di fantascienza, Le meraviglie del possibile , edita da Einaudi. Ai suoi curatori, Sergio Solmi e Carlo Fruttero, va riconosciuto il merito di aver sfidato la riluttanza di questa casa editrice a pubblicare letteratura “di genere”. Sì, questi racconti sono tutti, o meglio, quasi tutti, opera di autori statunitensi. Sì, sono datati (il volume è stato pubblicato per la prima volta nel 1959). Ma di certo alcuni sono tra i migliori frutti dell’immaginazione di scrittori molto importanti nello sviluppo della fantascienza del XX secolo, almeno nella parte occidentale del globo.

Il punto di forza di questa antologia è l’incredibile varietà di punti di vista, di intrecci, di stili che offre, anche se nella maggioranza dei casi la spannung si traduce in colpi di scena finali. A mio avviso, è un’ottima introduzione per lettori che non hanno molta dimestichezza con il genere. L’età avanzata si sente, ma la creatività di vari autori e l’abilità dei traduttori non la fanno pesare. Le tematiche affrontate sono il più delle volte ancora attuali. Non tutte le storie sono sullo stesso livello: alcune sono delle piccole gemme, altre godibili, altre ancora non molto convincenti o memorabili.

Parto dai due racconti che mi sono piaciuti di meno: Il doppio criminale (Party of the Two Parts, 1954) di William Tenn e Le immagini non mentono (Pictures Don’t Lie, 1951) di Katherine MacLean. Le idee di fondo (la satira sulla burocrazia e sulle culture di popoli di pianeti diversi in un caso, il contatto tra alieni e terrestri potenzialmente pericoloso per i primi nell’altro) in teoria sarebbero intriganti. Peccato per lo stile: nell’ansia di voler creare situazioni grottesche e ridicole, Tenn usa un registro troppo sopra le righe, come fanno le persone che vogliono a tutti i costi sembrare spiritose; la scrittura di MacLean è eccessivamente neutra e asciutta, al punto da non creare l’auspicata suspense.

Tenn si risolleva in La scoperta di Morniel Mathaway (The Discovery of Morniel Mathaway, 1955), una divertente e surreale storia sui paradossi temporali che ha come protagonista un pittore mediocre, ma pieno di sé.

Acciaio (Steel, 1956) di Richard Matheson non mi ha comunicato granché. Si tratta di un racconto a tinte retrofuturistiche in cui il pugilato può essere praticato solo da robot. Sarà che questo sport non mi ha mai ispirato… Molto più coinvolgente emotivamente, nonché di portata più universale, è L’esame (The Test, 1954). Definirlo “deprimente” è un eufemismo…

I dati disponibili sulla Reazione Worp (The Available Data on the Worp Reaction, 1953) di Lion Miller all’inizio sembra promettere bene. In parte perché il titolo e lo stile ricordano una relazione di laboratorio, in parte perché il personaggio principale, a quanto pare, manifesta sintomi di un disturbo dello spettro autistico. Mi dispiace ammettere che la vicenda in sé non mi abbia particolarmente entusiasmato. Al contrario, un piccolo grande capolavoro è Fiori per Algernon (Flowers for Algernon, 1959) di Daniel Keyes. Il protagonista è Charlie Gordon, un uomo con disabilità mentale che si sottopone a un esperimento per aumentare la propria intelligenza. Diventato un genio, si rende conto con orrore che l’effetto è limitato nel tempo. Narrazione di grande sensibilità, si articola in resoconti redatti dallo stesso protagonista che ci permettono di osservare il miglioramento e il successivo drammatico peggioramento del suo uso del linguaggio e della parola scritta. Viene una stretta al cuore quando l’ormai intelligentissimo Charlie si accorge di essere stato preso di mira in passato da quelli che considerava i suoi amici. È davvero un bene essere così intelligenti? È un bene avere così tanta consapevolezza? Diversi anni più tardi, Keyes ha ampliato il racconto, rendendolo un vero e proprio romanzo. Temo, però, che si perda l’essenzialità. Di conseguenza, preferisco non leggerlo.

Affascinante L’uovo di cristallo (The Crystal Egg, 1897), scritto da un grande precursore della fantascienza, H.G. Wells, in un tipico scenario fin de siècle.

Una menzione speciale per Isaac Asimov con Nove volte sette (Feeling of Power, 1957), geniale nella sua prospettiva a dir poco ironica e paradossale. Merita anche Consolazione garantita (Satisfaction Guaranteed, 1951), forse meno originale, ma in cui la dimensione umana e scientifica (nello specifico, robotica) convivono e possono produrre effetti imprevisti. Notare, inoltre, come entrambe le vicende si svolgano sulla Terra: il cosmo non è indispensabile.

Il primo dei tre racconti di Ray Bradbury è Pioggia senza fine (Death-by-Rain, 1950), ambientato su Venere, allora in larga parte sconosciuto. Lo scrittore lo immagina come un pianeta ostile, ma per motivi totalmente differenti da quelli che conosciamo noi: sarebbe una specie di enorme giungla perennemente flagellata da violentissime tempeste. Il potere dell’immaginazione, anche nella fantascienza, può fare a meno della verosimiglianza e dell’accuratezza scientifica. Probabilmente si dovrebbe vederle più come strumenti che come fini. Le riviste pulp per tanto tempo le hanno ignorate, prediligendo un filone fantastico-avventuroso dominato da stereotipi come mostruose minacce aliene (metafora dello spettro comunista) e donnine discinte salvate dal maciste di turno (da allora ne abbiamo fatta di strada, per fortuna…). Non vedo perché non dovrebbe farlo un autore complesso e profondo come Bradbury, il quale oltretutto non ama essere definito “scrittore di fantascienza”. Le tematiche tipiche di questo genere sono per lui dei contesti e, soprattutto, dei pretesti per riflettere sulla natura umana e sulla società. La sua è una fantascienza soft, introspettiva e per molti versi sociologica. Intrigante il suo sguardo sull’infanzia: se da un lato Bradbury rimpiange la magia di quella fase della vita, dall’altro è consapevole che la malvagità può annidarsi anche lì. Quest’ultimo aspetto è assai evidente in Il veldt (The Veldt, 1959), uno dei miei preferiti in assoluto. Sorprendente il finale di Ora zero (Zero Hour, 1947), anche se fra i tre, forse perché scritto prima, mi sembra il meno riuscito.

Fredric Brown in Un uomo esemplare (Man of Distinction, 1951) narra il rapimento di un essere umano da parte degli alieni, ma ribaltando i luoghi comuni del tema grazie al tono umoristico. In L’ultimo dei marziani (The Last Martian, 1950) nulla è come sembra, la verità viene raggiunta dopo numerosi passaggi, tra complotti e contro-complotti, identità e false identità… e alla fine mi sono persa. Nel caleidoscopio di “rivelazioni rivelate senza essere rivelate” e di “personaggi che sanno che l’altro non sa che sanno”, sono giunta all’ultima riga senza averci capito alcunché. Ho dovuto rileggerlo. Molto suggestivo è Il duello (Arena, 1944), in cui il destino di due civiltà viene deciso dallo scontro tra due soli individui. Essendo stato scritto durante la Seconda guerra mondiale, sarebbe interessante capire se le vicende belliche e i contrasti ideologici dell’epoca abbiano influito sulla storia. Infine, il capolavoro Sentinella (Sentry, 1954), che in una sola pagina capovolge tutte le aspettative del lettore!

Clifford D. Simak, autore di City o Anni senza fine, compare con Miraggio (Mirage, 1956). Con le dovute differenze, Bradbury e Simak hanno in comune l’essere scrittori “umanisti”. In questo racconto l’autore prova a immaginare un incontro pacifico tra un uomo e una specie marziana in via d’estinzione. Amo particolarmente le narrazioni che si oppongono alla retorica militaristica di certa fantascienza, sia di vecchio che di nuovo stampo. L’incontro con creature extraterrestri è al centro anche di Prott (1953) di Margaret Saint Clair, di cui ho apprezzato più che altro il finale sottilmente inquietante. Infine, Villaggio incantato (Enchanted Village, 1950) di A.E. van Vogt affronta con garbata ironia il concetto di relativismo.

Allucinatorio e straniante è Il labirinto (The Maze, 1950) di Frank M. Robinson, così come La casa nuova (“…And He Built a Crooked House”, 1941) di Robert A. Heinlein, in cui un architetto pensa di risparmiare sui costi immobiliari costruendo una casa a forma di ipercubo a quattro dimensioni dispiegato. Cercate su internet com’è fatto. Un’abitazione costruita in questo modo come minimo vi farà venire il mal di testa! Invece, il paranoico e ossessivo Impostore (Impostor, 1953) presenta alcuni temi tipici di Philip K. Dick: il problema dell’identità, il limite tra reale e irreale, tra vero e falso, tra umano e non umano (uno dei personaggi è un replicante). Questi particolari robot rivestono un ruolo fondamentale nella sua opera: basti pensare a Ma gli androidi sognano pecore elettriche?, romanzo che ha ispirato il celebre film Blade Runner. Sempre straniante, ma in modo diverso, è Passò intorno ai cavalli (He Walked Around the Horses, 1948) di H. Beam Piper. L’autore prende spunto dalla misteriosa scomparsa, intorno al 1809, di una persona davvero esistita, il diplomatico inglese Benjamin Bathurst, la cui sorte resta tuttora sconosciuta. La verosimiglianza termina qui: Bathurst finisce in un universo parallelo in cui alcuni eventi storici hanno avuto esiti diversi da quelli reali. Un gioiellino.

Il sottogenere post-apocalittico è rappresentato dall’avvincente Servocittà (Dumb Waiter, 1952) di Walter M. Miller, Jr. Narra di come, alla fine di una guerra nucleare, le macchine ancora funzionanti continuino ottusamente a svolgere le proprie funzioni, rendendo praticamente impossibile la vita ai pochi superstiti umani. È presente una forte critica della burocrazia.

Nel filone più oscuro e cupo si segnala Robert Sheckley con Il costo della vita (Cost of Living, 1952), efficace e attualissimo nel mostrare a quale incubo ci può condurre il consumismo sfrenato, e La settima vittima (Seventh Victim, 1953), ambientato in una società in cui, a determinate condizioni, l’omicidio è legalizzato per sfogare l’aggressività innata nell’essere umano. Pare che vi abbiano tratto anche un film*. Fosca e senza speranza è la rappresentazione della natura umana nel corso dei secoli nel racconto L’affare Herzog di Charles F. Obstbaum, ovvero lo stesso Fruttero sotto pseudonimo.

Per quanto riguarda la fantascienza “metafisica”, concludo con I nove miliardi di nomi di Dio (The Nine Billion Names of God, 1953) di Arthur C. Clarke, noto soprattutto per 2001: Odissea nello spazio. Una ditta americana di computer molto potenti riceve un’insolita richiesta di noleggio di un suo apparecchio da parte di un monastero tibetano. I monaci ritengono che lo scopo dell’umanità sia scoprire tutti i nove miliardi di nomi di Dio. Un’idea balzana che, però, non deve essere presa sottogamba dai tecnici dell’azienda…

* La decima vittima, diretto da Elio Petri, 1965.
Profile Image for Tassia.
102 reviews54 followers
April 28, 2015
Meraviglioso.
Una raccolta davvero sensazionale, in cui autori famosi si alternano ad autori poco noti ai più dando vita ad un'opera davvero ben costruita.

È senza dubbio una bella introduzione per chi non ha ancora percorso i sentieri della fantascienza, mentre è un bel rifugio in cui annidarsi per chi ha già amato il genere e vuole reimmergersi nei suoi infiniti spazi.

I colpi di scena credo siano il punto focale della raccolta: apice che emotivamente parlando viene senza dubbio raggiunto dall'imprescindibile racconto Sentinella. Strumento qui utilizzato non solo per l'effetto sorpresa fine a se stesso, bensì per mediare attraverso la sorpresa uno spunto di riflessione sui temi più umani che ci possano essere, come ad esempio il rapporto genitori-figli, l'amore, la percezione di noi e degli altri.

Insomma, super consigliato a tutti, appassionati e non di science fiction.
Profile Image for Outis.
392 reviews69 followers
August 20, 2021
In Italia, quest'antologia è diventantata, non a torto, un classico della fantascienza.
Ho letto la versione ridotta ed è un po' un peccato perché mancano una decina di racconti. Ma non tutto il male vien per nuocere: questa è, delle due, l'unica versione con Il paese dei ciechi di Wells, un racconto splendido, probabilmente quello che ho preferito di tutta l'antologia. In media però tutti i racconti sono di alto livello, tanto che dopo averla finita ho aggiunto un po' di autori, o meglio di libri, ai to-read.
Facessero una cosa simile anche con la fantascienza contemporanea, ne sarei molto contenta.
Profile Image for Old Man Aries.
575 reviews35 followers
August 1, 2012
Bella raccolta di racconti di fantascienza. Contiene Sentinella di Fredrick Brown e solo per questo meriterebbe l'acquisto
Profile Image for Federico Capone.
43 reviews
November 15, 2022
Leggere fantascienza è sempre bello ma a volte è difficile districarsi tra l'enorme quantità di scrittori, racconti e romanzi in circolo. Questo libro offre un'ottima raccolta di racconti più o meno brevi, per conoscere alcuni tra i migliori autori in circolo nella prima metà del 900.
Profile Image for Marco.
1,016 reviews6 followers
March 1, 2025
Una raccolta memorabile. La prima antologia di fantascienza, anni '50. A parte il fatto di essere una gran bella raccolta di racconti dei migliori scrittori, E' interessante vedere con gli occhi di allora il futuro ipotizzato. Quanto avevano in comune! E come si sbagliavano. Quasi tutti puntavano su una casa robot-automatizzata che bisogna purtroppo ammettere non esiste e mi tocca ancora cucinare e stirare. Per il resto erano ottimisti. Utopici o catastrofici. Chi ci ha azzeccato secondo voi?
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Riletto dopo un sacco di tempo e ammetto che ricordavo assolutamente nulla. Quidni ... un passatempo con alcuni bei racconti: algernon e sentinella
Profile Image for Amaranth Chevalier.
290 reviews7 followers
September 18, 2018
*** 3 stelline e mezzo ***

Recensione completa su La Bella e il Cavaliere

Sono arrivata a "Le meraviglie del possibile" seguendo l'istinto e la curiosità. Leggere quest'antologia mi ha lasciato la soddisfazione di aver potuto esplorare la fantascienza attraverso storie e scritture eterogenee e, sebbene non tutti i racconti mi abbiano colpito, sono comunque molti quelli che mi hanno presa in contropiede con rovesciamenti di prospettiva, risvolti inquietanti e narrazioni commoventi.
Tra i miei preferiti, per ragioni diverse, "Ora zero" di Bradbury e "L'esame" di Matheson.
La fantascienza in questa antologia offre l'opportunità di esplorare realtà lontane nella galassia, incontrare creature aliene e, ancora una volta, scoprire che la fiction non è poi così distante dal nostro quotidiano.
Profile Image for Giacomo Boccardo.
160 reviews15 followers
November 15, 2010
Davvero una bella antologia che mostra come la fantascienza possa spaziare in qualsiasi campo e riesca ad elevarsi al di sopra del mero racconto che coinvolga esserini verdi con teste sproporzionate.

Una breve recensione di ogni racconto è presso il mio blog: http://snurl.com/u3s9j .
Profile Image for Antonio Bilotta.
3 reviews
August 27, 2017
Interessante. Tante idee cinematografiche sono tutte qui. Alcuni racconti meritano anche 5 stelle (Bradbury ad esempio).
Profile Image for Jacopossum.
61 reviews4 followers
May 4, 2022
Un'antologia essenziale che tocca tutti i grandi temi della fantascienza, dal distopico ai robot. Pochi bassi, molti alti e alcune vette della letteratura che mi hanno emozionato non poco (Fiori per Algernon in primis).
Profile Image for Baldurian.
1,229 reviews34 followers
July 13, 2024
Per dare un'idea del livello gargantuesco de Le meraviglie del possibile basterebbe elencare qualcuno degli autori dei racconti che compongono questa raccolta. Wells, Asimov, Matheson, Bradbury, Sheckley, Heinlein... e potrei continuare su questo tenore. Credo che in Italia non sia stata più pubblicata una tale bibbia fantascientifica; se dopo aver terminato questo libro non vi sarete appassionati al genere, dedicatevi a Sveva Casati Modigliani pestandovi le dita dei piedi con un martello. Se potessi, darei sei stelle senza il minimo ripensamento.
Profile Image for Luca Gonella.
154 reviews9 followers
August 2, 2021
Antologia fantascientifica praticamente perfetta. È un passo praticamente fondamentale per la letteratura sci-fi. Tutti i racconti rimangono impressi nel pensiero e difficilmente vengono dimenticati. A distanza di anni, ricordo ancora i colpi di scena che mi hanno fatto rimanere con lo sguardo attaccato al libro. Ogni storia è caratteristica ed è difficile trovarne una scontata o comunque poco affascinante. Lettura assolutamente consigliata.
Profile Image for Luca Mirenda.
59 reviews
February 15, 2025
Questo libro è sul mio comodino da più di 3 anni, ormai era parte dell'arredamento.

Non ricordo buona parte del libro, ma quella che ricordo not bad
Profile Image for Abc.
1,117 reviews108 followers
August 2, 2017
'Non amo molto le raccolte di racconti perché mi piace immergermi nelle storie e preferisco che mi facciano compagnia per un po' di tempo. Il racconto, insomma, è troppo mordi e fuggi per i miei gusti. Ma c'è sempre spazio per rivedere le proprie posizioni e soprattutto è bello ogni tanto sconfinare dalle proprie preferenze. Può capitare di esserne piacevolmente colpiti, come in questo caso. La maggioranza dei racconti mi è proprio piaciuta. Certo si tratta di opere datate, ma credo che il fascino stia anche in questo. Quando la fantascienza non aveva bisogno di grandi espedienti per colpire e affascinare. Prendiamo ad esempio la sentinella. Racconto da una paginetta e mezza, ma di un'incisività' davvero notevole. Particolarmente apprezzabili sono poi i racconti in cui si narra degli effetti negativi che potrebbe avere lo strapotere delle macchine sull'uomo. Per me che sono sempre un po' reticente verso le nuove tecnologie sono praticamente dei rinforzi al mio pensiero... Alcuni racconti, ma sono pochi, non mi hanno detto molto. È il caso di ''pioggia senza fine'' (non me ne voglia Bradbury), ''miraggio'' e ''i nove miliardi di nomi di Dio''. Fiori per Algernon, invece, l'ho trovato di difficile lettura per il linguaggio sgrammaticato con cui è scritto. Linguaggio sicuramente adeguato alla narrazione, ma che richiede uno sforzo in più nella lettura. Sforzo peraltro ampiamente ripagato dalla profonda umanità e tenerezza del racconto.'
Profile Image for Andrea.
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March 5, 2020
Non tutti i racconti sono alla stessa altezza, ma bastano Sentinella di Fredric Brown, il Veldt e Pioggia senza fine di Ray Bradbury, Fiori per Algernon di Daniel Keyes e I nove miliardi di nomi di Dio di Arthur C. Clarke, a renderlo un classico irrinunciabile per tutti gli appassionati del genere, quello che ha elevato la fantascienza dall'essere considerata in Italia semplice "narrativa di genere"
Profile Image for Tex-49.
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October 11, 2017
Antologia un pò datata ma sempre piacevole, vi sono dei racconti che ho apprezzato molto (come: Fiori per Algernon di Daniel Keyes, Il duello di Fredric Brown, Consolazione garantita di Isaac Asimov, Il veldt di Ray Bradbury ed altri solo di un filo al di sotto) ma anche vari racconti che non mi hanno detto niente.
Profile Image for Zioluc.
713 reviews47 followers
May 2, 2022
Non so come ho fatto a non inserirlo subito!! Una raccolta di racconti di fantascienza divertenti, amari, filosofici, intelligenti. Riletto più volte. Imperdibile. Nel cuore, su tutti: "Fiori per Algernon": amerete anche voi quel topo.
Displaying 1 - 30 of 57 reviews

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