Quando la scena del crimine non parla e tutti gli indizi conducono a un vicolo cieco, arriva arma segreta di una scienza pionieristica, indagatrice solitaria capace di svelare ciò che all’apparenza sembra invisibile. È la botanica forense Lena Malinverni, che esplora l’ambiente alla ricerca di tracce impercettibili restituite da radici, steli, pollini, frammenti vegetali. È Lena, donna razionale e metodica ma anche alle prese con attacchi d’ansia che può tenere a bada solo grazie ai farmaci.
Instabile e ostinata come una pianta che cresce in un terreno avverso, ha imparato a leggere ogni minimo dettaglio della natura in grado di dischiudere verità celate. Succede con un caso che riemerge dal passato, il giorno in cui sull’Appennino romagnolo, nei pressi del paesino di Bloclei, viene ritrovato il cadavere di Eva De Luca. Scomparsa dopo essere stata sfigurata da uno stalker, la giovane Eva ha lasciato dietro di sé solo ombre. Massimo Severi, commissario dall’indole ruvida e istintiva, è a capo dell’indagine, e non sempre comprende i metodi di Lena, anche se la sua somiglianza con la vittima – i lunghi capelli rossi, la pelle diafana di una dea – lo seduce con la forza di un’oscura ossessione. Malinverni e Severi dovranno ripercorrere fianco a fianco la linfa nera che scorre sotto la facciata “innocente” del piccolo paese, su cui aleggia lo spettro di un serial killer. Fare luce sul misterioso omicidio è impresa tortuosa, ma Lena ha dalla sua una preziosa alleata, perché la natura non tradisce mai chi sa ascoltarla davvero.
Nell’epoca in cui la scienza e la tecnologia paiono soppiantare ogni altro metodo investigativo, Elisa Bertini firma un thriller con una protagonista inedita venuta a ricomporre quella frattura con il cuore del pianeta che troppo a lungo abbiamo ignorato.
“Non era solo l’istinto a erano le voci del bosco, il sussurro della natura, una pulsazione insistente che si propagava ovunque.”
Lena Malinverni (ma che nome stupendo è?) è una botanica forense, che esplora la scena del crimine alla ricerca di tracce impercettibili analizzando radici, steli, pollini e frammenti vegetali. Lena è una donna fragile, ma anche molto forte, razionale e metodica, sempre alle prese con attacchi d’ansia che riesce a tenere sotto controllo grazie alla terapia farmacologica. Un giorno sull’Appennino romagnolo, più precisamente a Bloclei, viene ritrovato il corpo senza vita di Eva De Luca che è scomparsa dopo essere stata sfigurata da uno stalker. Insieme a Massimo Severi, commissario di polizia, ripercorreranno fianco a fianco la linfa nera che scorre sotto la facciata apparentemente innocente di quel piccolo paese, in cui sembra che ci sia un serial killer.
“Percepivo la linfa nera che scorreva sotto la facciata perfetta di quel paese, filtrando tra i segreti custoditi nelle case fin a nutrire i rami di una selva che li avrebbe covati per sempre, forse senza mai rivelarli.”
Allora… parto dai difetti. Perché? Perché ce n’è solo uno: i personaggi sono troppi, o meglio, il numero di personaggi non è troppo, ma essendo un romanzo corale, si da voce a troppi personaggi. Ma per il resto è un bellissimo romanzo, godibile, che si legge voracemente e che trascina il lettore pagina per pagina incuriosendolo e che lo svia facendogli pensare prima una soluzione e poi un’altra.
Lena è una donna decisa e appassionata, seppur fragile come ho detto, che ha pochi ma importantissimi punti fermi: le piante, il jogging e il suo cane. La scrittura usata è ricca di fascino, attenta ai dettagli senza mai esagerare, piacevolissima. Un romanzo ben fatto, ambientato in un territorio a me caro, che racconta una storia molto vera, ma mai esagerata. I personaggi sono ben delineati, ognuno ha la propria “stranezza” (il cattivo ha una patologia molto interessante), ti rimangono nel cuore e sono curiosa di sapere la loro evoluzione.
Con "Linfa nera" Elisa Bertini firma il suo primo romanzo thriller, segnando un debutto interessante nel genere. La scrittura è scorrevole e ben dosata, capace di catturare l’attenzione fin dalle prime pagine. La trama tiene incollati, con un ritmo che invoglia a proseguire capitolo dopo capitolo. Alcuni passaggi possono risultare poco realistici, ma nel complesso la storia è avvincente e costruita con cura. Un buon inizio per un’autrice che, con questo romanzo, dimostra di avere tutte le carte in regola per continuare a farsi strada nel panorama del thriller italiano.
Protagonista un po' fuori di testa, avremmo potuto essere amiche ma io non vado a correre. Super interessante l'aspetto della botanica forense e la sua importanza nelle indagini, pochi thriller ne parlano.
La prima cosa che mi ha colpito è stato il titolo e questa copertina pazzesca, che devo dire sono entrambi azzeccatissimi per il contenuto. “Linfa nera” parla di linfa intesa come materia botanica, in particolare quella forense, ambito di studio e professionale molto affascinante della protagonista Lena, ma anche intesa con vita che scorre, e che nel caso di diversi di questi protagonisti è oscura. Non abbiamo infatti personaggi buoni o da imitare in qualche modo, ma tutti hanno dei segreti da nascondere, chi legati al caso di Eva, chi a drammi personali e ostacoli interiori da affrontare. Ciò che ho amato è stato proprio questo modo di dipingere l’umanità, che non è intesa come buona, pura, ma spesso è corrotta o comunque non del tutto “bianca”. Nel corso delle indagini, che ho trovato davvero ben svolte e descritte, si scoprono sempre più segreti e scandali di Bloclei, un paesino sull’Appenino romagnolo che in apparenza è tranquillo e normale, ma che in realtà cela delle verità oscure. I personaggi, Lena, Massimo, Elia e tutti gli altri più o meno citati e coinvolti, si amano non per il loro carattere, perché hanno sempre diverse sfaccettature, ma perché sono descritti talmente bene da far paura, in particolare i punti di vista della Maschera, ossia il/la k1ll3r, che fanno rabbrividire e rivelano una certa ossessione e pazzia. Mi è piaciuta la scrittura fluida e ricca di tensione di Elisa, il modo di raccontare una vicenda anche piuttosto cruda e con l’andare avanti delle pagine sempre più m@cabra, la maniera di descrivere ed entrare a fondo dei personaggi… davvero ogni cosa è stata di mio gradimento, anche i tanti punti di vista, che non ho trovato confusionari ma hanno aiutato a mostrare questa piccola porzione di umanità più o meno “nera”. Non vedo l’ora della prossima indagine, anche perché dopo il colpo di scena sull’identità del/la k1ll3r finale (sulla cui identità cui avevo intuito un dettaglio, ma non la persona precisa) mi aspetto grandi cose🖤
«Perché quello che indago io, così piccolo, così ignorato [...] Nemmeno il più avvezzo degli ass@ssini può scrollarselo di dosso, né farlo sparire del tutto dalla sua vittima».
Un thriller atipico che vi conquisterà senza fatica, non solo per l'ampiezza del caso ma soprattutto per una protagonista fresca e incredibilmente realistica che svolge un lavoro parecchio interessante: la botanica forense. _ Lena, la nostra botanica forense, viene chiamata ad indagare su un caso in un piccolo paesino, ma ben presto le cose si complicano: Lena assomiglia alla vittima e il presunto stalker ass*ssino prende di mira anche lei. _ La prosa è fluida, ritmata, come radici che affondono in profondità nel lettore. Complice i brevi capitoli dove fa capolinea anche il punto di vista del presunto killer. _ Un brivido ci coglie impreparati. _ C'è una trama dinamica con diversi personaggi che si muovono, primi fra tutto Lena e il commissario Severio, di vedute diverse che si ritroveranno a lavorare a stretto contatto. Si crea un'ambiente dalle mille variabili che inducono il lettore a rimanere vigile. _ Verità dissotterrare, un club parecchio esclusivo, usanze antiche, misteri lasciati a dissiparsi come la nebbia di una mattina ancora intontita. Un mix calibrato che ci strega. _ Lena è un personaggio complesso e arzigogolato di cui ancora non conosciamo tutte le fattezze. C'è una passione genuina che la spinge ad impegnarsi nel suo lavoro. Tosta, capace e allo stesso tempo accorta e sensibile, colpisce per la sua schiettezza. _ L'autrice è riuscita a condurci in una foresta che pare pulsare: una terra impregnata di segreti che Lena tenta di districare. Niente è come sembra e l'ass@ssino è vicino, vicinissimo. _ Il caso diventa più complesso di quanto si osava immaginare: l'indagine prende un risvolto totalmente inaspettato che farà tentennare i personaggi _ La paura si appiccica addosso mentre il crescendo di eventi concitati arriva al culmine: la maschera cade e la caccia ha inizio. _ Linfa Nera è stata una lettura inaspettata, bella e avvincente.
Quando un corpo di una giovane donna viene ritrovata in condizioni non normali, viene chiamata Lena, giovane forense che si occupa di scoprire quello che il tempo e la natura nascondono sui e tra i corpi. La ragazza trovata è Eva De Luca, scomparsa da un anno dopo un periodo traumatico della sua vita. Ma chi l’ha condotta lì ed ha posto fine alla sua vita?
“Linfa nera” è un’indagine che ti tiene incollata alle pagine. Un continuo scoprire cose e combattere per dimostrare qualcosa. Lena che somigli molto alla vittima nei colori e nei lineamenti si troverà ad esser mirino di chi ha fatto del male ad Eva.
Linfa nera è quel qualcosa che striscia nel sottosuolo, che ti infesta le vene, è quella cosa che se alimenti ti annienta ma che se domini la tieni a bada.
Un thriller che rientra nel genere a tutti gli effetti, con una scrittura per niente banale ed un finale che non è semplice da prevedere, perfetto per chi sguazza nel genere.
Originale l'idea di una botanica forense che indaga ma avrei preferito che il romanzo fosse raccontato solo attraverso il suo punto di vista (troppi personaggi).
Una botanica forense non l'avevo mai sentita e con piacere ne ho fatto la conoscenza con Lena Malinverni.
Chioma rossa, ansiosa, amante della corsa e delle piante e, con mio grande piacere, vegetariana. Non mangia animali morti (e qui siamo in due).
Una figura nuova del thriller italiano ideata dalla scrittrice Elisa Bertini.
Con lei ho imparato dei termini, di cui ignoravo l'esistenza: - Palinologia forense, che è una disciplina applicata allo studio dei pollini e delle spore per scopi investigativi, in particolare in ambito forense. - Cacosmia che è la percezione alterata dell'olfatto, in cui un individuo percepisce cattivi odori, che possono essere reali (cacosmia oggettiva) o immaginari (cacosmia soggettiva).
Sono rimasta invece un po' perplessa dalla presenza di troppi personaggi nel libro e, per una smemorata come me, ho fatto fatica a ricordare chi fosse e quale ruolo ricoprisse nella trama.
Questo mi ha portato a empatizzare poco con Lena; come se il suo spazio da protagonista fosse messo in ombra dagli altri personaggi del libro.
L'idea di fondo è buona, come la scrittura, molto scorrevole e pulita ma i troppi personaggi non si amalgamano con la storia.
Come se fosse un risotto non ben mantecato, non so se rendo l'idea 😂
Magari con il prossimo libro, sono sicura che ci sarà, i personaggi saranno minori e delineati in maniera più precisa.
Sinceramente spero in un'altra indagine di Lena, perché la "rossa" mi piace, e sono curiosa di vedere l'evolversi del suo rapporto con Severi ed Elia 😀
Linfa nera è un libro che ti cattura fin dalle prime pagine, una ventata di aria fresca nel panorama del thriller psicologico, con due punti chiave molto ben precisi, Lena e la botanica forense. Lena è una donna determinata e precisa nel suo lavoro tanto quanto fragile nella sua anima, il suo lavoro, la botanica forense è affascinante, caratteristico è molto peculiare, ogni minima traccia di frammenti vegetali, ogni foglia, fiore, polline sono dettagli fondamentali per capire cosa è realmente successo su una scena del crimine, soprattutto in quei casi dove gli indizi non portano a nessun risultato e si brancola nel buio, Lena con meticolosa attenzione decifra i segni che la natura lascia su un corpo e attraverso di essa capisce la dinamica del crimine, perché la natura non mente, ma per chi come lei sa ascoltarla può svelare tutti i segreti più oscuri. Quando Lena viene chiamata a indagare sulla morte di Eva, una ragazza scomparsa e ritrovata nei pressi di Bloclei, un paesino sull'Appennino romagnolo, si trova di fronte a un caso che ha sconvolto l'intero paese e lasciato dietro di sé più domande che risposte. Ma c'è qualcosa di inquietante in questa vicenda: Eva somiglia stranamente a Lena, come se il destino avesse scelto proprio lei per risolvere il mistero. La somiglianza è così forte che Lena non può fare a meno di sentirsi coinvolta personalmente, e il caso diventa subito una sfida che non può rifiutare."
Questo romanzo corale è un affresco di personaggi complessi e ben definiti, ognuno con la propria voce e la propria storia. La "maschera", che opera nell'ombra, è un antagonista inquietante e ossessivo, che muove i fili della vicenda come un abile burattinaio. La sua ossessione per Lena è palpabile, e la sua particolarità - la cacosmia - aggiunge un tocco di disturbo alla sua già inquietante personalità. Ma anche Eva, la vittima, ha una voce, e attraverso i suoi pensieri e il suo diario, possiamo comprendere la sua vita prima della morte, la sua fragilità e la sua vulnerabilità di fronte all'odio e alla crudeltà di chi la circondava. La sua storia è un grido di dolore e di solitudine, che si contrappone alla determinazione di Lena di scoprire la verità." Lena trova un solido appoggio in due figure fondamentali: il commissario Severi e l'antropologo Bevilacqua. Insieme, formano un trio dinamico e ben oliato, dove ogni pezzo si incastra perfettamente con gli altri. La loro sinergia è palpabile, e la loro diversità di approcci e competenze crea una miscela esplosiva di intelligenza e determinazione. Severi, con la sua esperienza e autorità, fornisce la guida necessaria, mentre Bevilacqua, con la sua conoscenza approfondita dell'antropologia, offre una prospettiva unica e illuminante. Lena, con la sua passione e la sua determinazione, è il cuore pulsante del trio, e insieme riescono a dipanare la matassa del caso e a scoprire la verità." Questo libro è un vero e proprio viaggio sensoriale, che ti avvolge con la sua ambientazione suggestiva e ipnotica. Il bosco, con i suoi profumi intensi e la sua linfa pulsante, diventa un personaggio a tutti gli effetti, un testimone silenzioso che cela segreti e verità. La botanica forense, un tema fresco e innovativo nel panorama dei thriller, è un vero e proprio colpo di genio, che aggiunge un tocco di originalità e fascino alla storia. Personalmente, sono rimasta affascinata dalla profondità e dalla precisione con cui l'autrice ha trattato questo argomento, e spero che nei prossimi libri della serie possa essere ancora più approfondito e sviluppato. La mia curiosità è stata stimolata, e non vedo l'ora di scoprire cosa ci riserva il futuro di questa serie. Un' ottimo esordio e non ho capito chi si celasse dietro la maschera, un punto in più per l'effetto sorpresa!
Ho scoperto questo libro un po’ per caso, mentre scrollavo sui social. Non saprei dire con precisione cosa mi abbia colpito subito, forse la copertina – davvero insolita e fuori dagli schemi – o forse la trama, che parlava di una protagonista molto particolare: una botanica forense. È una disciplina che mi ha sempre incuriosita, quindi non ci ho pensato troppo e ho deciso di leggerlo. La storia ruota attorno a Lena, una giovane botanica forense che viene coinvolta in un’indagine per omicidio: il corpo di una donna è stato appena ritrovato nel tranquillo paesino di Bloclei. Lena si unisce alle indagini insieme all’ispettore Severi e alla sua squadra, ma presto capirà che questa non sarà una semplice consulenza: i rischi che corre sono più grandi di quanto immaginasse, e il confine tra chi indaga e chi è oggetto di indagine diventa sempre più sottile. La cosa che mi ha colpito è proprio questo: Lena parte come osservatrice, ma finisce al centro della storia, come se l’indagine si stringesse intorno a lei. È un personaggio molto ben costruito, pieno di fragilità ma anche di forza. Vive con un’ansia pervasiva, è soggetta a frequenti attacchi di panico e tiene sempre con sé la sua inseparabile bottiglietta di Xanax. L’unico vero punto fermo nella sua vita, oltre al lavoro, è il suo cane Flint, un meticcio dolcissimo. Eppure, nonostante tutto, Lena si dimostra tenace e determinata: non si tira indietro, anche quando tutto sembra giocare contro di lei. Un altro personaggio chiave è Severi, il commissario. All’inizio mi ha lasciata un po’ perplessa: è ambiguo, sfuggente, difficile da decifrare. Ma andando avanti si svela a poco a poco, e anche lui acquista spessore. Poi c’è Elia, professore universitario di Antropologia, con cui Lena instaura piano piano un legame di fiducia e comprensione reciproca, fatto di piccoli gesti e silenzi condivisi. Ma la vera presenza che domina il romanzo è Eva De Luca, la donna uccisa. Anche se non è più in vita, è come se la sua ombra aleggi su tutti, e il suo passato si intreccia con quello di ogni personaggio coinvolto. È una figura potente, ingombrante, difficile da ignorare. Il giallo in sé è costruito molto bene: l’autrice semina indizi lungo il percorso, alcuni chiari, altri volutamente ambigui o fuorvianti. Io, lo ammetto, non ho capito chi fosse il colpevole fino alla fine. Continuavo a sospettare prima uno, poi un altro, ma senza mai arrivare alla soluzione vera. Un altro aspetto che ho apprezzato è l’inserimento della parte tecnica sulla botanica forense: è abbastanza dettagliata da risultare realistica, ma spiegata in modo accessibile. Nonostante qualche descrizione un po’ più lunga, non mi ha mai annoiata, anzi – l’ho trovata una parte interessante e originale, che dà al romanzo un’impronta diversa rispetto ai soliti gialli. questo libro mi ha davvero coinvolta. L’ho letto con piacere, mi ha tenuta incollata pagina dopo pagina, e soprattutto mi ha fatto scoprire un mondo, quello della botanica forense, che non conoscevo così bene ma che ho trovato affascinante. Se cercate un giallo diverso dal solito, con un’atmosfera particolare e una protagonista fuori dagli schemi, direi che vale sicuramente la pena leggerlo.
⭐ Leggere questo thriller è stato un vero e proprio piacere. Una ventata d'aria fresca dove la protagonista non è la solita detective che ci si aspetta. No, Lena Malinverni è una botanica forense. E cosa c'entra una botanica in un caso di omicidio? È la stessa Lena che, lungo il corso della storia, lo spiega agli scettici poliziotti coinvolti nel caso di Eva De Luca. Ed è la stessa Lena che, protagonista della vicenda, è destinata a dare giustizia a quella morte che ha scosso una piccola cittadina dell'Appennino Romagnolo. ⭐ Bloclei è il tipico paese dove tutti sembrano conoscersi, dove gli sconosciuti non sono visti di buon occhio e dove, soprattutto, tutti sembrano avere un segreto da custodire. La stessa vittima appare come un enigma che, come un puzzle, bisogna ricomporre. Ovviamente Lena non è da sola: assieme a lei ci sono Massimo Severi, commissario a cui è stata affidata l'indagine. Elia, un professore di antropologia e quella maschera, quella presenza inquietante che pare seguirla come un ombra e che pare avercela con lei. ⭐ La lettura è stata incalzante, coinvolgente fin da subito. Ho apprezzato il fatto che Lena non venga presentata come un'eroina ma come un essere umano con le sue fragilità e difficoltà, più abile con le piante piuttosto che con gli altri. Allo stesso modo ho amato l'ambientazione. Ammetto che Bloclei mi ha ricordato tantissimo il paese in cui sono nata e cresciuta (omicidi a parte), cosa che mi ha personalmente coinvolta. ⭐ Linfa nera è un libro che ti entra dentro, che affonda le sue radici nella mente del lettore, che si ritroverà immerso in una storia la cui soluzione non è così scontata (no, non avevo indovinato il colpevole). In più è anche opzionato per una serie tv! Sinceramente non solo, spero di vedere sullo schermo le vicende di Lena, ma anche di leggere altro su questa donna, botanica forense, pioniera di una scienza investigativa ancora tutta da scoprire. ⭐ Consiglio la lettura di questo libro a tutti gli amanti del genere thriller investigativo ma anche psicologico.
Immaginate un profumo di terra umida e resina che si mescola all'odore metallico della paura. Immaginate il silenzio di un bosco che sa tutto ma non parla. Questo e altro è Linfa nera di Elisa Bertini, un romanzo che mescola thriller ed emozioni umane rendendole crepe che gridano di dolore e forza. È una boccata d'aria fresca e inquietante in un genere spesso affollato di cliché. Dimenticate le detective infallibili e glaciali. Lena è una scienziata di altissimo livello, una botanica forense la cui mente analitica può decifrare i segreti più minuti che la natura nasconde. Ma questa mente brillante è anche la sua prigione. Il vero colpo di genio di questo thriller è sicuramente la botanica forense. L'indagine non si basa su DNA e impronte digitali, ma su "pollini e spore", testimoni silenziosi e onnipresenti che "possono collegare posti e persone". La natura stessa diventa un personaggio, un testimone oculare che, attraverso Lena, sussurra la verità, granello dopo granello. Questo approccio scientifico, descritto con precisione ma senza mai essere pedante, dona al romanzo un'aura di originalità e credibilità assoluta. Un thriller che soddisfa su tutti i livelli: ha una trama avvincente e piena di colpi di scena, un'ambientazione suggestiva e un mistero costruito alla perfezione. Ma il suo vero trionfo è nel cuore oscuro dei suoi personaggi, nessuno escluso. È un libro sulla solitudine, sulla disperata ricerca di un legame e sulla capacità della scienza e dell'amicizia di portare luce anche nelle tenebre più fitte. È una storia che vi farà trattenere il respiro, che vi commuoverà e che, una volta finita, vi lascerà addosso la sensazione che un po' di quella linfa nera sia defluita dalle pagine per scorrere, indelebile, anche dentro di voi. Ma ne uscirete ancora più forti.
Bellissimo thriller, super intrigante e adrenalinico. La prima indagine di Lena Malinverni, una botanica forense. È la prima volta che trovo questa figura in un thriller e mi è piaciuta tantissimo;la natura che svela i segreti a chi li sa osservare. La palinologia, una scienza sofisticata e precisa, che indaga su ciò che è quasi invisibile e ignorato da molti e sottovalutato anche dall'assassino più attento. Lena Malinverni si ritroverà insieme al commissario Severi e il suo team sul caso di Eva De Luca; prima sfigurata in volto dall'acido e poi seviziata e uccisa. Un'indagine serrata. Misteri, maschere, amuleti, segreti, un club del libro a cui apparteneva Eva che somiglia di più a una setta. Relazioni segrete, gelosie, invidie di amori non corrisposti. Una strana e inquietante somiglianza alla vittima, metterà in pericolo la vita della botanica forense Lena. Un crescendo di colpi di scena, mille volti sotto accusa, la paura che si propaga. Personaggi descritti nelle loro suggestioni, timori e supposizioni. Teorie che si susseguono alla ricerca del killer scaltro e spietato. Un finale mozzafiato che non mi sarei aspettata. Mi è piaciuto tantissimo l'introduzione della botanica, è stupefacente pensare che un granello di terra, erba,pollini possano contribuire nell'indagine. Scienza e tecnologia un binomio investigativo perfetto. Elisa Bertini ha dato vita a un personaggio inedito e intrigante; sarebbe stupendo leggere nuove indagini di Lena Malinverni ⭐⭐⭐⭐⭐
La botanica forense è una disciplina agli arbori, in Italia. Non penso che ci siano tanti collaboratori di questa scienza in polizia neppure nel 2025. Lena, la scienziata, fa tenerezza con i suoi problemi psichiatrici, molti dei quali già letti in tanti thriller (ansia, depressione, crisi di panico, ossessioni varie ecc) e con i suoi capelli rossi (1% della popolazione in Italia.) Anche questi letti in tanti libri nordici. Le cose più disturbanti sono le descrizioni di Samhain, come se fosse Halloween, in una cittadina dell'Emilia Romagna inventata e con un nome inglesizzante. Perché? Una setta religiosa segreta (del periodo dell'Impero Romano), in una galleria di grotte che conoscono tutti i cittadini del paesello. Allora perché non riferirlo alla polizia? Non tutti i cittadini sono coinvolti nella setta. Il serial killer è il solito pazzoide (questa volta affetto da cacosmia che è la percezione alterata dell'olfatto). Mi ha stupito la violenza sessuale post mortem, che si chiama necrofilia, perché la violenza sessuale presuppone che l'individuo sia vivo. Poi lascia dei segni come la violenza sui vivi? Ematomi no, tagli e graffi non sanguinano (e non l'hanno mai fatto) forse dei danneggiamenti agli organi... I protagonisti maschili sono i soliti malati di f.... quindi niente di originale neppure qui. Mi spiace, ma non lo consiglio, sebbene non sia scritto male.
Un thriller che miscela folklore romagnolo, antichi culti a una trama ben cadenzata scritta a punti di vista (solo quello di Lena è in prima persona). Un ottimi esordio in questo genere.
La linfa nera è quella che scorre nel profondo dell’animo umano, una forza capace di trascinare sempre più a fondo, fino al limite, a quel labile confine ove il male e il bene si toccano e diventano una cosa sola.
La linfa nera è quella che scorre dietro le facciate perfette di chi vive in un piccolo centro, chiuso al resto del mondo, un gruppo settario che mal vede le intrusioni esterne. Paesi nei quali i rituali antichi si rinnovano ogni anno, immutati nei secoli.
Eva, bellissima ragazza con un forte ascendente sugli uomini, dopo la terribile aggressione con l’acido si era nascosta in un borgo dell’Appennino romagnolo, poi era scomparsa e ora, mesi dopo, il suo cadavere è stato ritrovato, il volto coperto da una maschera.
A far parte del gruppo di inchiesta, a supporto di Polizia e Carabinieri, viene chiamata Lena Malinverni, una biologa forense. Lei apporta una innovativa tecnica di indagine: mentre le persone non sono affidabili e mentono, le piante dicono la verità e parlano, raccontando ciò che gli uomini vorrebbero nascondere.
Lena, tanto, troppo simile ad Eva, deve penetrare un bosco fitto ed intricato, reale e metaforico, fra personaggi che sono luce ed ombra, ognuno perso nella sua dipendenza, ognuno oppresso dalla sua linfa nera.
Completamente affascinata e conquistata da questo thriller ambientato in Romagna, fra Ravenna e un paese dal nome onomatopeico, una trama che richiama alla memoria alcuni fatti di cronaca ma assolutamente originale, unica, innovativa.
Un libro che parla un linguaggio antico, quello delle piante e dei fiori, eppure ancora tutto da scoprire, la cui attualità è sotto gli occhi di tutti noi. La natura lancia continuamente dei messaggi, dei moniti: è tempo che l’uomo impari ad ascoltare.