Edipo e Narciso sono due personaggi centrali del teatro freudiano. Il figlio-Edipo è quello che conosce il conflitto con il padre e l'impatto beneficamente traumatico della Legge sulla vita umana. Il figlio-Narciso resta invece fissato sterilmente alla sua immagine, in un mondo che sembra non ospitare più la differenza tra le generazioni. Le nuove generazioni appaiono sperdute tanto quanto i loro genitori. Questi non vogliono smettere di essere giovani, mentre i loro figli annaspano in un tempo senza orizzonte. Telemaco, il figlio di Ulisse, attende il ritorno del padre; prega affinché sia ristabilita nella sua casa invasa dai Proci la Legge della parola. In primo piano una domanda inedita di padre, una invocazione, una richiesta di testimonianza che mostri come si possa vivere con slancio e vitalità su questa terra. Il processo dell'ereditare, della filiazione simbolica, sembra venire meno e senza di esso non si dà possibilità di trasmissione del desiderio da una generazione all'altra e la vita umana appare priva di senso. Eppure è ancora possibile, nell'epoca della evaporazione del padre, un'eredità autenticamente generativa: Telemaco ci indica la nuova direzione verso cui guardare, perché Telemaco è la figura del giusto erede. Il suo è il compito che attende anche i nostri figli: come si diventa eredi giusti? E cosa davvero si eredita se un'eredità non è fatta né di geni né di beni, se non si eredita un regno?
He works in Milan as a psychoanalyst and is a member of the Lacanian School of Psychoanalysis, treasuring the Title AME. Founder of JONAS (Center for Psychoanalytic Research on New Symptoms). He teaches at the University of Bergamo and at the Freudian Institute in Milan.
Για μια ακόμη φορά ο Recalcati δείχνει ότι αξίζει να διαβαστεί. Να διαβαστεί και από την ιδιότητα του γονέα και από την ιδιότητα του τέκνου. Στην πρώτη ανάγνωση το υποτίμησα λίγο γιατί ακολούθησε την ανάγνωση του: "Τα πορτρέτα της επιθυμίας" που με είχε ενθουσιάσει. Μου φάνηκε ότι σε πολλά σημεία του βιβλίου επαναλαμβάνεται. Διαβάζοντας όμως για δεύτερη φορά κάποιες σημειώσεις που κράτησα από την πρώτη ανάγνωση αναθεώρησα εντελώς. Κύριοι άξονες του βιβλίου: η μετάδοση της επιθυμίας διαγενεολογικα, τα κολλήματα αυτής και προτάσεις για επανάκτηση της.
Ένα πολύ ενδιαφέρον βιβλίο, με κρίσιμες παρατηρήσεις πάνω στην έννοια της υϊκότητας του σύγχρονου υποκειμένου και την σχέση του με την πατρική φιγούρα. Ως λακανικός ο Ρεκαλκάτι υπογραμμίζει το ανέφικτο της διαφυγής από το Όνομα-του-Πατέρα και προσπαθεί να σκιαγραφήσει μια νέα σχέση μαζί του.
Η συμβολική εξουσία των γονιών της παραδοσιακής εποχής έχει πια καταρρεύσει και στη θέση της έχει μπει μια αιμομικτική καθήλωση των ενηλίκων στο παιδικό στάδιο: "είμαι φίλος με το παιδί μου και με ενδιαφέρουν/κάνω τα ίδια πράγματα".
Από αυτό το ανθρωπολογικό στάδιο η διέξοδος που δίνει ο συγγραφεάς συμπυκνώνεται στη μορφή του Τηλέμαχου, του γιού που αναζητά ενεργητικά τη πατρική φιγούρα όχι ως καταστολή και έλεγχο αλλά και ως εξανθρωπισμό και βαθεμα της ζωής αλλά και του ίδιου του Οδυσσέα που αναλαμβάνει τη πατρική ευθύνη του και κάνει τα πάντα για να επιστρέψει στη οικογενειά του.
"Spesso si fa confusione tra padre e genitore. All'uomo bastano tre secondi per essere genitore. Tutt'altra avventura è l'essere padre. Tanto meglio, forse, se il padre é anche genitore, ma in fondo ci sono solo padri adottivi. Un padre deve sempre adottare il proprio figlio."
Sono rimasto per lungo tempo indeciso tra le 4 e le 5 stelle. Alla fine ho deciso per le cinque stesse, soprattutto per quello che mi ha lasciato questo libro. Un libro per chi pensa che la vita é anche allenamento alla relazione e ricerca del miglioramento.
PS Il brano riportato non é di Recalcati (anche se citato nel libro), ma credo rappresenti il significato profondo di questo testo.
Lettura appassionante che fa riflettere. Un Recalcati strepitoso che "rende potabile" Lacan, amalgamando, in questo saggio, l'Odissea ai miti di Edipo e di Narciso, alla cinematografia, alla filosofia e alla psicoanalisi.
Sarò forse io, ma a me non é piaciuto per niente. Sarà che forse é un libro adatto più agli adulti, ai "padri", ma io trovandomi dalla parte della "figlia" ho storto il naso a molte delle sue riflessioni, fatte più per soddisfare e compiacere i pensieri dei "padri" e della vecchia generazione che analizzare oggettivamente questo rapporto. Mi é sembrato molto ripetitivo; nonostante fosse un libro abbastanza piccolo, i contenuti erano ancora più piccoli. I concetti sono ripetuti, allunga spesso il brodo e fa sembrare difficile e incomprensibile qualcosa che in realtà non lo è e che si potrebbe dire con tante parole in meno. Fa un miscuglio di psicologia, mitologia e letteratura che in realtà non amalgama nemmeno tanto bene. Che dire... in sostanza molto sopravvalutato, vi consiglio di leggere altro.
Leer el dolor de las hojas : Nuestro tiempo es el tiempo de Telemaco: la mirada expectante del hijo esperando la aparición del padre, nuestro tiempo es el tiempo de la declinación de la autoridad en la sociedad y en las familias , no se busca representar la ley ni hacerla cumplir , la ley que predomina es la ley del deseo y no la ley de la palabra . Del Edipo, el anti Edipo , el Narciso hasta el complejo de Telemaco, Recalcati hace un claro y fundamentado recorrido sobre el lugar del padre y la posición ante la ley, se apoya en teoría Psicoanalitica , cine y literatura. Cierra su libro con dos hermosas anécdotas y se declara lector del dolor de las hojas.
Argomento interessante per capire come ci regoliamo quando da figlio dobbiamo far fronte allo scenario in cui bisogna fare il genitore del proprio padre.
me da un poco de vergüenza reconocer lo muchísimo que me ha gustado esto. lo he devorado en apenas unos días. la copia que tengo no es ni siquiera mía y la tengo toda subrayada. qué bien escribe este señor y que accesible hace el psicoanálisis dios mío. me quedo mucho con la forma que tiene de infundir esperanza y de buscar vías de reconstrucción. se agradece (y se nota) que este tío sea clínico.
dice recalcati que heredar es reconocernos huérfanos y reencontrarnos con lo ya conocido y yo tengo la sensación de que eso ha sido para mí leer este libro.
en fin, que alguien le diga a la bego de 16 años con su fascinación lingüística-teológica y a la bego de 20 con sus debates de género en clase que hemos llegado hasta aquí. . . . (repito lo dicho: no leáis psicoanálisis niños que vais a terminar dándole la razón no solo a un hombre sino también al cristianismo)
Trovo i libri di recalcati sempre un po' prolissi e ripetitivi, immagino faccia parte del suo aplomb. In ogni caso credo si tratti di una lettura imprescindibile. Sicuramente porterò con me qualche tratto.
Segundo libro seguido que leo de Massimo Recalcati. El entusiasmo crece y a la vez se transforma. Aquí ofrece una lectura de los efectos que ha tenido en nuestra época la “evaporación del padre”. Y, a diferencia del tratamiento habitual de las relaciones paterno filiales, Recalcati se centra en el polo del hijo. Pues también es necesario saber ser hijo.
Bellissima la lettura della Legge della Parola nel rapporto di eredità
Il padre non è il detentore della Legge, non sa quale sia il senso ultimo del mondo, cosa sia, in ultima istanza, giusto e ingiusto, ma sa mostrare attraverso la testimonianza incarnata della sua esistenza che è possibile – è sempre ancora possibile – dare un senso a questo mondo, dare un senso al giusto e all’ingiusto. Il compito della testimonianza paterna è, infatti, quello di rendere possibile un senso del mondo. Ma è anche quello di trasmettere il desiderio da una generazione all’altra, di trasmettere il senso dell’avvenire; non tutto è già stato, non tutto è già stato visto, non tutto è già stato conosciuto. Ereditare non è solo ricevere un senso del mondo, ma è anche la possibilità di aprire nuovi sensi del mondo, nuovi mondi di senso
Sorretto da una buona intuizione (i giovani d’oggi somigliano più a Telemaco che a Edipo), la sviluppa in maniera ridondante e verbosa, appesantita da tutti i tic della scrittura di taglio psicanalitico (con l’aggiunta di ricorrenti citazioni cinematografiche per rendere il tutto più “pop”).
Un libro con idee notevoli, sulle quali riflettere, ma scritto così e così. Comunque da leggere, soprattutto per chi ha a cuore le dinamiche giovanili e il rapporto genitori-figli.
"Il complesso di Telemaco" di Massimo Recalcati offre un'analisi acuta e provocatoria delle sfide e dei dilemmi che affrontano i giovani nel mondo contemporaneo. Attraverso una combinazione di psicoanalisi, filosofia e cultura pop, Recalcati ci guida attraverso un'esplorazione dei conflitti interni e delle dinamiche relazionali che caratterizzano la transizione all'età adulta.
Il libro prende spunto dal mito di Telemaco, il figlio di Ulisse, che nella "Odissea" è rappresentato come un giovane indeciso e in cerca di identità, diviso tra l'attesa del ritorno del padre e il desiderio di affermare la propria individualità. Recalcati utilizza questo mito come punto di partenza per esaminare le tensioni e i complessi emotivi che accompagnano il passaggio dall'adolescenza alla maturità.
Ciò che rende "Il complesso di Telemaco" così stimolante è la sua capacità di unire concetti psicoanalitici complessi con esempi tratti dalla cultura contemporanea, dalla letteratura alla musica, dal cinema alla televisione. Attraverso una serie di casi clinici e di analisi culturali, l'autore ci offre uno sguardo penetrante sulle sfide che affrontano i giovani nel definire la propria identità e nel navigare le complesse dinamiche delle relazioni familiari e sociali.
Inoltre, Recalcati sfida le convenzioni tradizionali della psicoanalisi e della psicologia dello sviluppo, offrendo una prospettiva originale e provocatoria sulle questioni dell'identità, del desiderio e della libertà individuale. Attraverso una scrittura appassionata e coinvolgente, l'autore invita il lettore a riflettere criticamente sulla propria esperienza e a interrogarsi sul significato più profondo della propria esistenza.
In definitiva, "Il complesso di Telemaco" è un'opera che sfida e stimola il lettore, offrendo una visione ricca e articolata della complessità dell'essere giovani nel mondo contemporaneo. È una lettura indispensabile per chiunque sia interessato a comprendere meglio i dilemmi e le sfide che caratterizzano il percorso verso la maturità.
Le tesi sviluppate dall'autore nel corso del saggio sono interessanti e, a mio avviso, condivisibili, a partire dalla necessità di rapportarsi più alla figura di Telemaco- in cerca del padre- che a quella di Edipo (che ha bisogno di ucciderlo) o di Narciso (incapace di ammettere altro da sé) per fronteggiare l' "evaporazione" della figura paterna, che affligge la nostra società e di cui ho continuamente riprova nel mio lavoro, ahimè. Altrettanto stimolanti sono le parole spese per tratteggiare un quadro- amaro, ma realistico- del disorientamento dei giovani di fronte a genitori che non si rassegnano al passare del tempo e che si propongono come amici/coetanei (pretendendo di potersi confidare in toto con i figli), incapaci di dare indicazioni credibili ed autorevoli per timore di risultare autoritari. Molto stimolante è il ricorso a citazioni di film e romanzi assai conosciuti a supporto di come vari linguaggi tentino da decenni di interpretare la discrasia nei rapporti familiari; a tal proposito, l'analisi che Recalcati conduce attorno a 'Salò e le 120 giornate di Sodoma' e ad 'Habemus papam'- due meta narrazioni che all'apparenza non hanno davvero nulla a che vedere l'una con l'altra- è convincente. Interessante è, infine, la riflessione sulla condizione di erede che, per essere tale, deve inevitabilmente essere orfano, mancante, privato di...come l'etimologia, del resto, suggerisce. Il problema di questo saggio è la ripetitività: ad ogni capitolo o sotto capitolo si riparte daccapo con le argomentazioni già enucleate più e più volte, tanto che al termine della lettura, oltre ad un certo sfinimento, non ho potuto fare a meno di considerare vera o l'una o l'altra delle due ipotesi: - o Recalcati ritiene che i suoi lettori siano duri di comprendonio e, dunque, ha adottato la tecnica pedagogica della 'ripetizione circolare'; - o la necessità di riempire 150 pagine con pochi concetti ha inevitabilmente portato alla geminazione all'infinito degli stessi.
a tese de recalcati aqui é muito explicitamente colocada desde a introdução, e é uma tese forte muito bem respaldada. é uma virada significativa nos mitos fundamentais da psicanálise – o que, de uma tacada só tanto ajuda a historicizar o inconsciente como mobilizar o campo para lidar com nosso tempo.
o texto não é exatamente simples – devido à própria natureza do tema –, mas o autor parece se esforçar para reforçar sua ideia: há muita reiteração e uma saudável redundância ao longo do livro, a fim de evitar leituras ocas. isso não chega a deixar o texto repetitivo e ajuda o nível de leitura de alguém sem tanto vocabulário em psicanálise, como eu.
a quantidade e diversidade de referências (evangelho, filmes, romances, mitos, filosofia) também ajuda a elucidar a discussão, que me parece extremamente pertinente. recalcati consegue apontar para diversos sintomas de maneira didática, possibilitando uma boa apropriação pelo leitor. as implicações de sua tese são muito profundas e significativas.
em vários momentos, lembrei da crítica de anselm jappe em “capitalismo autofágico” à infantilização dos adultos e o problema do sujeito contemporâneo. em alguns momentos, parece que a crítica poderia se reduzir a uma questão toscamente geracional – como as que abundam por aí – mas o autor é versado demais para cair nessa trivialidade, endereçando diretamente essa questão ao defender as novas gerações explicitamente. a certa altura, me ocorreu que essas categorias geracionais (boomer, millenial, gen z, alpha, beta etc.) parecem aparecer como sintoma na cultura digital precisamente porque não há diferença *de fato* entre esses atores sociais. é mais uma evidência da evaporação do adulto de que o autor fala.
para além de apontar o problema, recalcati também sugere modos de restituir a filiação simbólica pelo ato, fé e testemunho. nesse sentido, o livro acaba com um potente testemunho do próprio autor da reconquista de sua própria herança. é um excelente modo de nos fazer olhar para o horizonte e, tal qual telêmaco, vislumbrar o que pode voltar do mar.
¿Qué pasa cuando ya no hay adultos que reciban a la generación venidera? ¿Qué ocurre con la filiación simbólica que nos constituye como Otros y nos hereda el lenguaje cuando ya no hay nadie que ocupe ese lugar? ¿Quién se ve afectado cuando se diluye la figura del que habla y se expone?
Usando la figura de Telémaco el autor nos propone cuestionar el conflicto generacional actual marcado por la ausencia del “padre” (entendido en términos psicoanalíticos como quien fija la Ley de la palabra, es decir, quien nos introduce al lenguaje del mundo). Si los adultos ya no se hacen responsable de heredar el lenguaje y con ello heredar la posibilidad de deseo ¿Qué ocurre con nuestros recién llegados?
Si la actualidad está marcada por el tránsito del complejo de Narciso (“puedo hacerlo todo por mí mismo”, “padre pobre, hijo rico”, “sé tu propio jefe”; y todas esas palabras de individualidad que anula la Otredad) al complejo de Telémaco ("la ausencia del padre y la espera del hijo"), tal vez sea hora de confiar y afirmar la presencia de la palabra y el lenguaje; la hora de no renunciar a la figura incómoda del Otro para no renunciar a la "presencia presente" que haga posible la promoción del deseo.
Un testo con delle ottime idee ma scritto veramente con i piedi! Soprattutto se lo si legge ad alta voce , ci si accorge come l'autore abbia davvero una forte necessità di avere con sé un buon dizionario di Sinonimi e Contrari , visto che utilizza lo stesso termine per 3 o 4 righe di seguito senza mai usare un buon sinonimo per descrivere lo stesso identico concetto e scaricare il periodo dalle futili ripetizioni lessicali. Cosa evidenziata ancor di più dalla presenza di intere frasi e concetti a brevissima distanza nel testo e sempre uguali nel contenuto espressivo proposto. Finché lo si legga a distanza di tempo, capitolo dopo capitolo, non si creano grossi problemi nella lettura. Tuttavia se lo si legge tutto d'un fiato o a brevissimo raggio temporale, la cosa potrebbe dare parecchio fastidio al lettore causa problemi espressi sopra.
Nonostante ciò il testo presenta delle ottime ed affascinanti idee ed argomentazioni che sono purtroppo annacquate , per me, dal raggiungere una maggior foliazione nel suo complesso. Una versione più asciutta avrebbe giovato e non poco all'intero impianto narrativo!
Voto concetti ed idee espresse : 4/5 Voto stile narrativo: 2/5
Sin querer repetirme, los lectores de Lacan son unos pesados. La palabra expuesta como tótem y no como herramienta genera un berenjenal de confusiones y recursos endebles.
Tomando con pinzas esta interpretación totémica de la palabra, Recalcati retoma 3 mitos de hijos perversos, Edipo, Narciso y Telemaco por la ausencia paterna. El trabajo que hace de estos tres mitos es preciso y adecuado a los tiempos que corren, donde la economía guiada por la técnica atrofia al hombre y le hace perder músculo y autoridad, está deficiencia queda expuesta en las perversiones que genera la deficiente educación que trasmite el padre, si lo hay, a sus crías.
Recalcati hace un gran trabajo al desarrollar las particularidades de estos perversos e introducirlos a la actualidad. Mi único problema, es si vertiente Lacaniana, donde la exposición pierde precisión y se vuelve sumamente intrincada y tediosa, entre películas, modernos, e intuiciones, Recalcati navega. Con atención, se logran ver la intuiciones y encaminadas van.
I was curious to read "Il complesso di Telemaco" since I've heard about Recalcati, he's one of the most famous psychoanalysts in Italy. Unfortunately, I have admit he's no better than the others - Crepet or Galimberti for example. The book is a few unsubstantiated claims repeated over and over again with some aulic references to classical literature and some pop reference to wink at a larger audience. The absence of scientific foundation of some claims could have been acceptable in the 19th century, even in the 60s and 70s when obscure and boring prose was very trendy. Not today. Even for the untrained reader unmasking some pretences - for example, it was already clear in 2013 that the trend among teenager was later first sexual experiences and risky behaviours than the previous generation; every claim otherwise was already based on old information or hearsay. The overall feeling is that of a pub talk among people who has read Lacan way too much.
interessanti i concetti affrontati: la figura di Telemaco che aspetta che qualcosa torni dal mare (il padre), il moto dell’ereditare, il tramonto del padre-padrone che distingueva il male dal bene (metafora del tramonto dell’Ideale, delle tradizioni, del desiderio, con la conseguente sopraffazione del godimento come nella notte dei Proci). Tolti i temi, ho trovato uno stile inutilmente ripetitivo, per quanto il saggio sia breve l’ho concluso con difficoltà: è ridondante, eccessivo, pur apprezzando alcune immagini create dall’autore, diciamo un brodo fin troppo allungato, sarebbero bastate 50 pagine per dire tutto :) Inoltre riferimenti letterari, filosofici ecc. poco o per niente contestualizzati al lettore, troppe citazioni ripetute allo sfinimento. Peccato. Dello stesso autore ho preferito “Le mani della madre”
Ho letto questo libro perché assegnatomi dalla mia professoressa di filosofia al liceo, che lo ha ritenuto una buona introduzione ad alcuni temi da sviluppare nel percorso di studi del terzo anno. Il linguaggio non è troppo complesso e il testo si può seguire piuttosto agevolmente anche senza basi di psicoanalisi. Tuttavia, a volte nelle note si rimanda ad altre opere dello stesso o di altri autori per la spiegazione di alcuni importanti concetti (uno degli esempi più lampanti è quello di "discorso del capitalista"). Nel complesso, vi ho trovato un'interessantissima analisi del ruolo del padre e dell'atto di eredità nella società contemporanea - sicuramente può essere una lettura importante per genitori e figli.
Questo saggio racconta in modo straordinario il mistero della paternità, gli dà spessore e fa luce sui meccanismi che lo costituiscono. Con un linguaggio talvolta eccessivamente convoluto ed articolato, tuttavia conduce tra i meandri di una dimensione complessa, in piena trasformazione ed abitata dal bisogno di trovare una nuova direzione. Abbandonando Edipo e Narciso, si rivolge a Telemaco, che guarda il mare nell’attesa del ritorno del padre ad Itaca, mentre compie lui stesso il proprio viaggio, un viaggio intrapreso per accogliere l’eredità che è in ultima istanza la trasmissione del desiderio che si realizza attraverso l’incontro con lo scoglio del limite e la negazione del godimento senza controllo.
Recomiendo mucho Me tenia que leer una parte para el diplomado, pero me lo devoré entero. Me encantó como el escritor se implica en el texto, y como en su estructura se manifiesta lo que dice en la teoría: la resolución de la propia herencia. Muy bonito para pensar como construimos nuestro devenir, como comprendo desde el psicoanálisis y como eso se relaciona con mi propia historia heredada. Ya quiero discutir el libro con mi papá. Me quedo con la frase final: cuanta razón tenía telémaco “siempre hay algo que vuelve al mar”.
This entire review has been hidden because of spoilers.
Tratta di temi fondamentali dell'esistenza con semplicità e chiarezza propri dei grandi studiosi. Sono interessanti le citazioni che fa, da Nietzsche a Eastwood. Spazia dalla cultura popolare e più di massa per arrivare a quella più accademica, toccando Deleuze e Guattari, senza tralasciare Freud e Lacan. Come tutti i saggi di psicanalisi divulgativa aiuta a riflettere sulla propria crescita personale, in questo caso legata al rapporto fra genitori e figli.
Sarò una voce fuori dal coro ma non mi è piaciuto molto. Un po’ anacronistico come pensiero, i ragazzi di oggi a mio parere non sono alla deriva, ma liberi da una egemonia di genitori molto invadenti, che da secoli ha deciso per loro, dando consigli sbagliati e dirigendoli verso una vita che non era la loro. Cosa si eredita domanda... i geni! È un po’ di educazione. I più fortunati ereditano la libertà di pensiero!
Quoto quello che hanno già detto altri: il concetto centrale è condivisibile (i figli di oggi sono più simili a Telemaco che ad Edipo), ma piuttosto illeggibile, alcuni concetti mescolati con troppe citazioni di altri filosofi di cui il lettore medio non conosce l'intera opera e riferimenti cinematografici per rendere il tutto un po' più "pop". Pensavo fosse più interessante e ricco di contenuti: un flop.