«Roberta Schira fa centro.» Famiglia Cristiana - Francesca Fiocchi
«Una scrittura emozionale e ricca di sapori.» Corriere della Sera - Ursula Beretta
«Un bestseller annunciato. Un romanzo dal respiro classico. » La Provincia - Gian Paolo Serino
Serve perdersi per rinascere più forti.
Alla Mariconda, una casa affacciata sul mare e immersa nel verde, nulla accade per caso. Qui, dove le pareti custodiscono ricordi e la natura parla con voce antica, cinque donne si ritrovano per un tempo sospeso. Un blackout le isola dal mondo esterno. Ma è proprio il buio a rivelare la luce che ognuna porta dentro di sé. Camilla, erede e custode designata della Mariconda, scopre un misterioso il Canto per Cuori Inquieti. Ne diventa guida, testimone e interprete, accompagnando le altre donne – diverse per età, storie e ferite – in un viaggio interiore di ascolto, trasformazione e rinnovamento. Attraverso riti, sogni, bagni nel bosco, il cucinare insieme e parole condivise davanti al camino, ciascuna affronta ciò che ha taciuto troppo a lungo.
Roberta Schira, autrice di I fiori hanno sempre ragione, amato da pubblico e critica, regala ai suoi lettori una nuova storia di rinascita. Con una scrittura poetica e intensa, dà voce a un femminismo gentile, fatto di forza, empatia e consapevolezza. Un romanzo corale, intimo e potente, dove la natura cura, la Casa guida e le donne imparano a scegliere. A parlare e ascoltare. Come le margherite, che fioriscono anche nei terreni più duri, queste protagoniste imparano a resistere, a ritrovare la propria voce e il proprio tempo. E Camilla, con il suo Canto, ci ricorda che ogni ferita può trasformarsi in seme.
First there is the review in Italian then the English one – Prima c'è la recensione in italiano poi quella in inglese 4,5 Letto in italiano Com’è essere gentili quando si aggiunge una leggera ironia? È come ti fa sentire leggere questo libro. Roberta Schira ci offre una galleria di straordinarie protagoniste: cinque donne e una casa. La casa è la protagonista che non ti aspetti, potente e per certi aspetti misteriosa. Le donne hanno storie più o meno dolorose e complicate e, se le loro vicende appaiono emblematiche delle varie esperienze e difficoltà che possono capitare a una donna, la casa mi pare il simbolo della forza che può portarci a decidere di affrontare ciò che ci fa paura. L’autrice è attenta a raccontare con rispetto e delicatezza temi come la vedovanza, le diverse forme della gelosia, le scelte difficile, e soprattutto la violenza domestica e i disturbi del comportamento alimentare. La mia protagonista preferita è Irene, quella che l’autrice presenta con ironia, determinata e resiliente ma anche orgogliosamente ricca di difetti. La Schira ha ragione a essere delicata parlando delle altre storie, perché il rispetto è essenziale in questi ambiti. Raccontando della casa e del suo potere positivo (ipotetico ma palpabile) l’autrice sembra invece divertirsi a usare le parole liberamente e con accenti lirici, per farci sentire che quando siamo bloccate sono le esperienze a tirarci fuori dalla palude. Le esperienze che facciamo con il corpo, con altre donne, con una casa, con un bosco e con un torrente: nessun risultato è magico o garantito. Quello che sei cambia a seconda di quello che ci consentiamo di sperimentare, e certo essere in contatto con la natura significa essere in contatto con se stessi e se stesse. Anche ascoltare il passato ci aiuta a capirci, e questo possono darci gli edifici che hanno una storia importante e che sono ricchi di storie di persone che hanno faticato come stiamo faticando noi.
Alcune citazioni
“La Mariconda, mi chiamano casa, ma sono molto di più. (…) tra queste mura trovavano rifugio donne in fuga, in cerca di pace, di risposte, di speranza. Sono una casa per chi è pronto a mettersi in cammino. (…) la cucina non è solo un luogo. È un rito, un incontro, un cerchio sacro dove tutto può accadere”.
Io sono il bosco (…) io sono anche l’orto, l’agrumeto, la spiaggia, la torre e il ruscello. E sono soprattutto il vostro specchio, il vostro guado, il vostro rifugio.
4.5 Read in Italian What is it like to be kind when you add a touch of irony? That's how reading this book makes you feel. Roberta Schira offers us a gallery of extraordinary protagonists: five women and a house. The house is the unexpected protagonist, powerful and mysterious in some ways. The women have stories that are more or less painful and complicated, and while their experiences seem emblematic of the various experiences and difficulties that can happen to a woman, the house seems to me to be a symbol of the strength that can lead us to decide to face what frightens us. The author is careful to address topics such as widowhood, different forms of jealousy, difficult choices, and above all domestic violence and eating disorders with respect and sensitivity. My favorite character is Irene, whom the author presents with irony, determined and resilient but also proudly full of flaws. Schira is right to be delicate when talking about the other stories, because respect is essential in these areas. In describing the house and its positive power (hypothetical but also palpable), the author seems to enjoy using words freely and with lyrical accents, to make us feel that when we are stuck, it is experiences that pull us out of the mire. The experiences we have with our bodies, with other women, with a house, with a forest, and with a stream: no result is magical or guaranteed. Who you are changes depending on what you allow yourself to experience, and certainly being in touch with nature means being in touch with yourself. Listening to the past also helps us understand ourselves, and this can be provided by buildings that have an important history and are rich in stories of people who have struggled as we are struggling.
Some quotes
“La Mariconda, they call me home, but I am much more than that. (...) Within these walls, women fleeing their homes found refuge, seeking peace, answers, hope. I am a home for those who are ready to set out on a journey. (...) The kitchen is not just a place. It is a ritual, a gathering, a sacred circle where anything can happen.”
“I am the forest (...) I am also the vegetable garden, the citrus grove, the beach, the tower, and the stream. And above all, I am your mirror, your crossing point, your refuge.”