Simon, Lia e Valerio sono tre fratelli con un talento innato per i fallimenti. Vivono insieme in un minuscolo appartamento alla periferia di Milano e in trent'anni hanno già collezionato parecchie porte chiuse in una mamma fuggitiva, tre padri diversi di cui si sono perse le tracce, e una nonna imprenditrice spietata, ben lontana da quelle delle favole. Franca (guai a chiamarla nonna!), dietro la sua mise sobria e il crocefisso sempre in vista, è in realtà un distillato di pura cattiveria, avidità e perfidia. La "Signora", avara come un personaggio di Dickens, ha come sport preferito vessare i propri impiegati, il personale di servizio, ma soprattutto i nipoti che a turno, ogni settimana, si immolano a trascorrere con lei la domenica e a sopportare ogni sorta di angherie nella speranza di un'eredità. Tutto cambia il giorno in cui Simon riceve da Franca un incarico andare a Marsiglia per recuperare un quadro. Ma quello che dovrebbe essere un "lavoretto facile facile" si trasforma presto in una rocambolesca serie di disastri a catena tra piani pasticcioni, ricatti maldestri e bugie assurde nell'ingenuo tentativo di raggirare la nonna. Federica Bosco reinterpreta il comandamento "Ricordati di santificare le feste" con una commedia brillante, cinica e commovente sull'ipocrisia di oggi. Una storia irresistibile su una famiglia in cui ridere è l'unico modo per non impazzire.
Federica Bosco è scrittrice e sceneggiatrice. Appassionata di yoga e convinta sostenitrice dell’alimentazione vegan a cui sottopone parenti e amici, ultimamente sta anche imparando a fare il pane («Con i tempi che corrono è bene avere un mestiere in mano!»). Potete leggere di lei nel suo blog all’indirizzo www.federicabosco.com. Con la Newton Compton ha pubblicato Mi piaci da morire, L’amore non fa per me e L’amore mi perseguita, tre romanzi con Monica come protagonista, e Cercasi amore disperatamente: tutti hanno avuto un grande successo di pubblico e di critica, in Italia e all’estero. È anche autrice di uno spassosissimo manuale di sopravvivenza per giovani donne: 101 modi per riconoscere il tuo principe azzurro (senza dover baciare tutti i rospi).
«Allora?» insiste Lia, le mani sui fianchi. «Sputa il rospo.» «È della nonna. L'ho preso per lei.... com- prato, diciamo.» «L'hai comprato a un'asta e ti hanno dato un sacchetto dell'Esselunga per portarlo a casa. Ma che carini, minimalisti proprio!» incalza Valerio. «L'ho avuto da certi suoi conoscenti a Marsiglia» comincio a cedere. «Ah certo, acquistato su Subito.it!» «Più o meno» borbotto guardando per terra. «Dimmi, quanto l'ha pagato tua nonna?» mi intima Valerio. Indietreggio. «Quanto...» «Cinque» rispondo velocissimo a occhi chiusi. «CINQUE MILIONI DI EURO?» grida. Annuisco senza il coraggio di ripetere quel numero un'altra volta. Credo che non pronuncerò mai più "cinque" in vita mia. Passerò dal quattro al sei. Anche coi clienti in negozio. Arrotonderò per difetto o per eccesso per il resto dei miei giorni.
5 ⭐️ Simon, Lia e Valerio sono nati dalla stessa madre ma da tre padri diversi. Vivono insieme alla periferia di Milano e sono famosi per i loro fallimenti. La nonna, che vuole essere chiamata Franca, è una tizia tirchia come un personaggio di Dickens; ha provato a inserirli nella sua azienda ma tutto è andato storto per cui ora Lia lavora in un agenzia di pompe funebri, Valerio in una toilette per cani e lui vende cessi. Il loro scopo è quello di acchiappare l’eredità della nonna per questo sono suoi schiavi 24/7 e alla domenica, a turno, la portano a messa cambiando sempre chiesa, si siede fa finta di pregare e alla fine lascia una mancia di cento euro al prete. Un giorno, Franca, propone un lavoro semplice semplice a Simon: andare a ritirare un prezioso quadro a Marsiglia. Cinque milioni per un quadretto. Ma Simon riesce nell’impresa ma i suoi fratelli lo beccano e decidono così di ricattare la nonna per avere una ricompensa maggiore. Lia nasconde il quadro nella bara del Signor Brambilla che però viene, prima del tempo, tumulata e con sé anche il quadro. Riusciranno i nostri eroi a recuperarlo? Ma sopratutto cosa dirà la signora Franca? Federica ha scritto questa commedia brillante, cinica e commovente sull’ipocrisia di oggi. Riderete dall’inizio alla fine per non piangere ovviamente.
Oggi sono qui per parlarvi di un'altra bellissima opera arrivata nelle nostre librerie e online.
Come sapete sono una grande amante del genere, quindi potevo mai farmela scappare? Assolutamente no.
In un appartamento troppo stretto per contenere sogni e fallimenti, tre fratelli condividono più che un tetto: condividono la sensazione di essere rimasti indietro. Nostra signora che sei nell’attico è una commedia familiare dal retrogusto amaro, che racconta con ironia e lucidità le dinamiche di una famiglia disfunzionale, dove l’eredità non è solo economica, ma soprattutto emotiva.
Tre fratelli, una nonna e un’eredità che non arriva mai
Simon, Lia e Valerio sono cresciuti tra assenze e promesse mancate. La madre è sparita da tempo, i padri (ognuno il proprio) sono figure evanescenti, e l’unico punto fermo è Franca, la nonna: una donna devota solo a sé stessa, che brandisce il rosario come un’arma e l’eredità come una catena.
Ogni domenica, i tre si alternano al suo capezzale, sopportando umiliazioni e frecciate velenose nella speranza di essere “scelti”. Ma quando Franca affida a Simon un incarico apparentemente innocuo, la situazione precipita in una spirale di equivoci, bugie e tentativi maldestri di ribaltare i ruoli.
Una satira familiare tra sarcasmo e malinconia
Federica Bosco firma una storia che fa ridere e riflettere, con uno stile brillante e dialoghi che sembrano usciti da una pièce teatrale. L’umorismo è tagliente, ma mai gratuito: ogni battuta nasconde una ferita, ogni scena grottesca rivela una verità scomoda.
L’autrice gioca con i cliché della famiglia italiana, ma li ribalta con intelligenza, mostrando come l’amore possa sopravvivere anche sotto strati di rancore, silenzi e sarcasmo.
Conclusione: una commedia umana che colpisce nel segno
Nostra signora che sei nell’attico è un romanzo che racconta la fatica di crescere quando nessuno ti ha insegnato come si fa. È una storia di legami tossici, di illusioni e di piccoli atti di ribellione quotidiana.
Perfetto per chi ama le storie familiari con una vena di follia e per chi sa che, a volte, ridere è l’unico modo per non crollare.
Questo breve romanzo, parte di un lavoro sui dieci comandamenti, esprime al meglio il senso del santificare le feste. Per me Federica Bosco si conferma come una delle autrici del cuore, posso andare da lei e rintanarmi in un luogo caro, cordiale e confortante. I tre protagonisti, in primis Simon, voce narrante d’eccezione, sono maldestri, sempliciotti ma anche astuti e divertenti, un po’ mi riconosco in loro…anche la mia vita potrebbe divenire un romanzo perché c’è dell’umorismo. Insomma la nonna Franca è crudele al punto giusto come una matrigna delle favole.
Lo stile è quello inconfondibile di Federica, ironico, sprezzante, ma anche tanto reale e concreto. Letto in pochissimo tempo e riso di gusto! Sicuramente non è il suo capolavoro, ma certamente un'ottima compagnia in questa calda estate! Avrei preferito fosse un po' più lungo, è finito troppo presto! 4 stelle meritate per me!