Mi hanno insegnato a non sbagliare. A non avere paura. A non esitare. Sono un agente dell’MI6. Il mio scopo è combattere e guidare i miei uomini, sono stato addestrato per questo. Finché una missione non ha cambiato tutto. Da quel giorno, non sento più nulla. Continuo a fare il mio lavoro, ma la mia mente è un campo di battaglia che non conosce silenzio. E in mezzo al caos, continuo a vedere lei. Rannicchiata in quella stanza. Immobile. Gli occhi fermi nei miei. È lì che il mondo si è fermato. È lì che mi sono rotto.
Ho dovuto imparare a stare in silenzio. A farmi piccola. A scomparire. Sono stata addestrata per osservare e intervenire. Ero la migliore nel mio lavoro. Finché un giorno non è più bastato. Mi hanno tolto tutto. Il tempo, il nome, le parole. Poi una voce ha infranto il silenzio. Lui mi ha strappata dal buio. Da quel giorno, sono trascorsi due anni. Continuo a rimettere insieme i pezzi, ma i frammenti ormai non combaciano più. Così ho deciso di tornare alla fattoria con mia nonna, a quella casa che abbiamo costruito insieme e che ancora ricorda chi ero. È qui che sento di nuovo quella voce. È qui che il mondo ricomincia a girare.
Un libro perduto. Una fattoria isolata. Una convivenza inevitabile. Un campo di denti di leone. Tutto ciò che abbiamo sono le nostre parole.
«Tu spegni tutto il casino che ho in testa, Sarabi.» «Tu, invece, riesci ad accendere di nuovo ogni cosa.»
Deborah P. Cumberbatch è sempre stata dipendente da tre elementi: caffè, pizza e libri.
Lettrice compulsiva, è ossessionata dalle parole e dalla magia che possono creare con il loro semplice intrecciarsi: ha un amore incondizionato per qualunque buon libro, sono sempre stati un porto sicuro in mezzo al caos della vita. La lettura e la scrittura hanno sempre avuto il sapore di casa per lei. Il suo modo per respirare.
Cresciuta con la Disney, ha fatto suo il mantra del creatore di universi che le ha insegnato a nonarrendersi mai: “Se puoi sognarlo, puoi farlo. Ricorda sempre che questa intera avventura è partita
Non è facile trovare le parole giuste per parlarvi di questa storia. Ci provo, anche se ammetto che Your Last Words è stata una lettura così intensa, così profonda, che ho paura di non riuscire davvero a renderle giustizia.
È una di quelle storie che ti arrivano dentro, silenziosamente, ma con una forza dirompente. È tante cose tutte insieme. È dolore, è rinascita. È amore, ma anche perdita. È una voce che torna a farsi sentire dopo troppo silenzio. È una storia nella storia, un percorso emotivo che ti scompone per poi ricomporti, pagina dopo pagina.
Racchiude così tanto che fermarla in una definizione mi sembra quasi riduttivo. Ma se dovessi scegliere una sola parola per descrivere ciò che ho provato leggendo… sarebbe questa…..Immenso.
Il silenzio. Poi, all’improvviso, una voce. Una voce che le restituisce ogni parola che le era stata strappata. Due anni immersi nell’oscurità, nel vuoto, in un dolore che sembrava non avere fine. Ma a volte basta poco per riaccendere la luce. Un libro che parla direttamente all’anima, una casa che profuma d’amore e accoglienza, un campo di denti di leone che sussurra promesse di rinascita… E un uomo. Spezzato, sì, ma capace di salvarla quando nemmeno lei sapeva più come fare. È lui, Jax, l’unico ad averla davvero sentita. L’unico che ha ascoltato quel grido soffocato nel silenzio. L’unico che ha saputo vedere la donna nascosta dietro la frattura. E pezzo dopo pezzo, l’ha aiutata a ritrovarsi.
Jax e Sarabi sono rimasti intrappolati in un tempo sospeso, bloccati a due anni prima, nel momento esatto in cui le loro vite si sono incrinate. Da allora, niente è stato più lo stesso.
Lui l’ha vista. L’ha salvata. E da quel giorno, non è più riuscito a dimenticare quegli occhi pieni di paura, di dolore, ma soprattutto di una silenziosa richiesta d’aiuto. Non conosceva nemmeno il suo nome, ma quella donna gli è rimasta impressa nell’anima.
Sarabi, invece, ha imparato a temere ogni contatto umano. Ha lottato per risalire dal baratro, aggrappandosi con tutte le forze a quel poco che le era rimasto. Una casa di campagna, una nonna amorevole e il suo cane lupo, che è diventato la sua ombra silenziosa e fedele. Pezzo dopo pezzo, ha provato a ricostruirsi. A ritrovare una traccia della donna che era un tempo. Non immagina che la sua vita sta per essere stravolta di nuovo. Non sa che quell’uomo che, due anni prima, l’ha riportata in vita… sta per tornare.
Perché Sarabi, quando vede Jax, torna a vivere. E Jax, quando rivede Sarabi, ricomincia finalmente a respirare.
Complice un libro misterioso, nascosto da chissà quanto tempo nella soffitta polverosa della vecchia casa, Jax e Sarabi iniziano a intrecciare le loro vite in modo inaspettato. Quello che inizia come una semplice scoperta si trasforma in qualcosa di molto più profondo.
Tra sguardi rubati e silenzi densi di significato , capaci di dire più di mille parole, più di mille carezze , nasce una complicità fatta di piccoli gesti, di fiducia costruita con pazienza, giorno dopo giorno. Una fiducia che sa di promessa. Di rinascita. Di qualcosa che va oltre il tempo e il dolore.
E mentre si ritrovano immersi nella storia di Gwen e Roth, che li unisce più di quanto potessero immaginare, io mi sono ritrovata con loro, completamente rapita. Perché tra quelle pagine, tra quelle emozioni, ho perso un pezzo del cuore… e l’ho lasciato lì, con loro.
Jax e Roth sono semplicemente perfetti, ciascuno a modo suo. Uomini diversi, ma uniti da una stessa forza. L’amore. Un amore talmente profondo da spingerli a mettere da parte sé stessi, da essere pronti a sacrificare tutto pur di salvare chi amano. Non eroi senza macchia, ma uomini veri, imperfetti, che scelgono l’amore anche quando fa male.
Sarabi e Gwen, invece, sono due guerriere. Donne che la vita ha provato a spezzare, a mettere a tacere. A cui hanno tolto la voce… ma non del tutto. Perché la loro forza più grande sta proprio lì, in quel silenzio che urla. Nella capacità di farsi sentire anche senza parole, di lasciare il segno con uno sguardo, con un gesto, con la sola presenza.
In loro ho visto fragilità e coraggio, dolore e rinascita. E la certezza che ci sono storie che meritano di essere ascoltate.
Debora è riuscita a commuovermi profondamente, con la potenza delle sue parole e l’intensità dell’amore che ha saputo raccontare. Attraverso i suoi personaggi spezzati, fragili, ma con un universo intero dentro, mi ha trafitto il cuore. Due anime che portano addosso le cicatrici del passato, due storie che si intrecciano come fili di uno stesso destino, legate da qualcosa che va oltre il dolore e oltre il tempo.
Ho pianto. Tanto. Pagina dopo pagina, ho lasciato che l’emozione mi travolgesse, che ogni frase mi scivolasse dentro come un sussurro impossibile da ignorare.
E posso dirvelo con tutta l’onestà del mondo…avrei voluto che questa storia non finisse mai. Perché già dal primo capitolo avevo capito che sarebbe stata una di quelle. Quelle che ti restano addosso. Quelle che, semplicemente, non si dimenticano.
E adesso, vorrei concludere con una domanda che nonna Bibi faceva sempre, una di quelle che ti restano dentro anche dopo aver chiuso il libro… “Per cosa sei grata, Giulia?”
Sono grata per aver incrociato questa storia nel mio cammino. Per averla letta, vissuta, sentita sulla pelle. Perché alcune storie non sono solo pagine da sfogliare….. E questa… questa è una di quelle.
«Ti va di essere un po’ meno persi?» «Insieme?» «Insieme».
“Your last words” è un libro stupendo, un mix perfettamente equilibrato di azione, colpi di scena, profonde riflessioni, passione e tantissime emozioni.
I trope sono:
🖤 Military romance 🪽 Forced proximity 🖤 Age gap 🪽 Emotional scars 🖤 Touch her and d1e
Jax è il tipo di uomo che riempie lo spazio con la sua sola presenza. Alto, affascinante, misterioso, è un agente dell’MI6. Addestrato per combattere e guidare i suoi uomini, imperscrutabile. Attento. Non un errore, non un attimo di esitazione. Ma Jax è anche l’unico uomo con cui Sarabi non si sente in pericolo. L’unico in grado di vederla, di farla sentire viva. Il militare che l’ha salvata dopo una prigion1a.
Jax è la foresta intera che protegge il colibrì. Un colibrì fragile, ma anche tanto forte, solido e tenace. Lui riesce a vedere oltre, a percepire tutto quello che gli altri non hanno mai nemmeno saputo cercare. Perché Sarabi gli dona il suo silenzio, per scoprire che sapeva ascoltarlo. Comprenderlo, e farlo suo. Sarabi è un dente di leone che danza col vento. È un pezzo di cielo rubato. Svuotato dalla v1olenza. Dal dolore. Dall’ingiustizia. Perché, dal giorno della sua prigionia, lei ha smesso di sentire. Ha smesso di vivere. Le hanno tolto il tempo, il nome, le hanno tolto le parole.
I frammenti della sua esistenza si scontrano con quelli di Jax. E combaciano perfettamente. Combaciano così tanto da poter guarire, da poter rifiorire. Nell’incertezza, nel caos, nel disordine, l’animo di Sarabi trova finalmente un senso tra le braccia dell’uomo che l’ha salvata anni prima. Due giovani vite spezzate, due destini svuotati che però riescono a ricomporsi, a ritrovarsi. Perché anche Jax ha i suoi tormenti, vive costantemente con gli incubi che non gli danno tregua, ma negli occhi caldi di Sarabi, in un solo istante che dura in eterno, trova la propria pace. Ho amato questa storia. La scrittura poetica, scorrevole, magnetica e profonda di Deborah.
La storia parallela del libro di Gwen e Roth mi ha coinvolta tantissimo, ho pianto, ho avuto i brividi ma ho anche riflettuto. Perché i temi affrontati sono tanti, e tutti importantissimi. Il senso di giustizia, l’uguaglianza, le persecuzioni per il colore della propria pelle. Grazie di cuore, Deborah, grazie davvero per avermi voluta al tuo fianco e per averci regalato un lieto fine che è molto più di ciò che sembra.🖤
Il potere delle parole. Il potere dei desideri. Il potere dell amore. Il potere del destino. Lui, Jax, è un uomo a metà. Un agente dell' M16 che nn riesce più a guardarsi più allo specchio. Condannato a rivivere tutte le atrocità che ha visto e non è riuscito a impedire. Lui che crede di non meritare nulla : solo solitudine. Solo senso di colpa. Lei, Sarabi, è spezzata, persa . Non trova più la luce. Vive nel buio .. il buio dello stanzino dove è stata segregata e seviziata per 55 giorni. Rivive quell'incubo ancora e ancora. Non riesce a ritrovare se stessa , non riesce più a fare le cose che un tempo la facevano sentire viva . Trema , non parla . Non vuole essere toccata .Non riesce nemmeno a fare una passeggiata da sola senza ricadere nel buio di quei 55 giorni. Ma a volte , ci sono incontri e ci sono occhi che, in un attimo, riescono a rimetterti al mondo. Ti aggiustano , ti completano e diventano l'unico cielo che ti fa sentire a casa , protetta e capita . È proprio questo che è successo.. passo dopo passo , sguardo dopo sguardo, silenzio dopo silenzio. Ci sono mani che ti spezzano e ci sono mani, invece, che ti rimettono insieme.. come le tessere di un puzzle. E "La storia dentro la storia"? Sì. Un diario dimenticato, la storia di Gwen e Roth. La loro storia .. l'inizio di tutto. Non Ve ne parlerò. Non rovinerò questa magia. Perché è questo il fulcro di tutto...magia e amore anche dove c'è solo sofferenza e ingiustizia. Questo libro mi ha travolta. La scrittura di Deborah mi ha rapita . Questa storia mi ha semplicemente fatta innamorare. E piangere..e innamorare di nuovo. E se un libro mi fa piangere.. be', è IL MIO LIBRO ❣️ Questo libro è, per me, uno di quei libri che arriva nel momento giusto. Uno di quei libri che non si dimenticano e che rimane incastrato tra i sospiri e le lacrime. <>
3,5⭐️ una trama davvero bella e originale, una scrittura molto scorrevole e immersiva, Deborah non mi ha assolutamente delusa.
Ammetto inizialmente di aver riscontrato qualche difficoltà con l’instant love da parte del protagonista maschile, in quanto non mi reputo una fan di questo trope, inoltre in alcune scene mi sembrava un po’ forzato e affrettato, ma proseguendo con la lettura i personaggi hanno iniziato ad acquistare corpo venendo approfonditi sempre di più poco alla volta, fino ad arrivare a conoscerli completamente e ad apprezzarli appieno, con i loro traumi e le loro sfaccettature.
La parte finale della mia recensione vorrei dedicarla a Roth e Gwen, che per quanto mi riguarda, sono i protagonisti assoluti di questo libro, li ho amati sin dall’inizio e ho pianto all’epilogo, non aggiungo altro per evitare spoiler.
Una storia toccante che va assolutamente letta, anche per i bellissimi messaggi che nasconde e poi possiamo dirlo? Finalmente una storia d’amore sana e non ai limiti della tossicità.
La difficoltà nel parlare di questo romanzo non sta solo nel fatto che mi è piaciuto davvero molto, no, ma sta soprattutto nel fatto che è un qualcosa di unico, non solo la storia di due persone ma è una storia nella storia. Deborah ha creato un collegamento tra passato e presente, un intreccio di destini come io non avevo mai visto.
"Ci sono io adesso. Non vado da nessuna parte." Non esiste un altro posto. Non ne esisterà mai un altro. Io mi trasformo in polvere sotto il suo sguardo.
Jax salva Sarabi durante una missione e da lì, le loro vite si intrecciano in modo indissolubile. Il nostro soldato è un uomo che si è dedicato anima e cuore al suo lavoro per cui nutre una forte passione oltre a una forte dipendenza e tutto questo lo ha consumato lentamente portandolo nel baratro: Jax, infatti, soffre di PTSD anche se non vuole ammetterlo o forse nemmeno lui si rende conto della gravità della cosa. La nostra protagonista fa parte dello stesso mondo di Jax, ma dopo una lunga prigionia a seguito di una missione il suo mondo è completamente cambiato: quell'ultima missione l'ha segnata segnata a tal punto, che Sarabi porta con sè delle cicatrici così profonde che avere rapporti umani, al di fuori di quello con sua nonna, è quasi impossibile.
Ma Jax non ha dimenticato Sarabi dopo averla salvata. E Sarabi non potrà mai scordare il soldato che l'ha portata via dal suo incubo più brutto.
Costretto dai suoi più cari amici, Jax verrà inviato nella fattoria della nonna di Sarabi per prendersi un periodo di pausa dal suo lavoro e sarà qui che ritroverà lei, la donna che ha liberato.
"Riconoscerei l'uomo fermo a qualche metro da me anche bendata. Anche persa. Anche in una notte senza stelle."
Come ve li descrivo i momenti tra questi due? Non si può, davvero non si può. Jax e Sarabi sono due anime così spezzate che davvero ho dubitato fosse possibile superare gli ostacoli che li dividevano; se non avessi letto ciò che ho letto non avrei mai creduto possibile che tra loro riuscisse a nascere qualcosa... ed è questo che mi ha tenuta incollata alle pagine: la necessità di sapere come Deborah avrebbe gestito due personaggi così estremamente compromessi.
E santo cielo, santo cielo che ha creato!
Un storia nella storia: Deborah ha creato una storia sì, scritta in un libro, un libro misterioso. Questo. E' stato questo che ha fatto da collante tra Jax e Sarabi! Vi starete chiedendo se sono impazzita: no, non lo sono! Mi spiego meglio. Sarabi e Jax creano una sorta di legame che li porta a ritrovarsi allo stesso posto e alla stessa ora per leggere questo misterioso libro.
"Il posto dei libri è lo sguardo delle persone, la loro casa sono le nostre mani che sfogliano le pagine."
E mentre evolve la storia su quel manoscritto, evolve il rapporto tra i nostri protagonisti e oh miei dei come evolve!
La cosa pazzesca di tutto ciò è che ci troviamo a leggere due storie parallele che piano piano arriviamo a capire essere legate. Non voglio dire di più, perchè credo che questo romanzo debba essere letto e basta, soprattutto per comprendere il legame tra la storia e la storia nella storia. Ma io sono rimasta stupita dalla complessità della trama e dagli intrecci creati e soprattutto dagli argomenti che vengono piano piano toccati.
In primis Deborah ci fa sognare: la nonna di Sarabi ci dona un sacco di storie su cui riflettere e dalle quali trarre spunto per viaggiare con la fantasia. E' un personaggio fondamentale ai fini della narrazione, perchè è lei per prima che invita Jax a restare nella fattoria e non scappare a gambe levate.
"Non sempre possiamo scegliere il luogo che ci salverà l'anima, Jax. A volte è lui che ci chiama a sè, senza darci la possibilità di scegliere."
E poi l'autrice ci invita a riflettere su argomenti quali razzismo, nazismo e salute mentale ma anche abusi e violenza fisica. Anche se Deborah non entra mai nei particolari, ci fa comprendere le dinamiche e le brutture vissute da chi fa parte di questa storia. E ce lo fa capire con tutte quelle che sono le conseguenze e le difficoltà di cui vi ho appunto accennato inizialmente.
E ci dona la speranza, la scintilla, quel piccolo bagliore che ci fa desiderare di poter tornare ad avere una vita "normale". Jax e Sarabi sono cura l'uno per l'altro, un passo alla volta, un sospiro dopo l'altro, una pagina dopo l'altra. Si osservano da lontano, si parlano, si studiano, si conoscono. Stravolgono il loro presente e le proprie paure, che sfidano con le unghie e con i denti, per arrivare ad avvicinarsi.
Lei con il suo sguardo lo riporta in vita, è il suo piccolo colibrì che da' ritmo al suo cuore.
"Adesso capisco qual è il ritmo a cui batte il mio cuore. Il frullio d'ali di un colibrì. E' assordante. Lo sento dappertutto".
Lui è il soldato che le ha permesso di continuare a vivere ed è l'uomo che la porterà a tornare a credere in sè stessa. Lui è il suo scudo contro il mondo.
"Lo sento. Lo sento più della notte. Più della musica del fiume. Più dei denti di leone che ondeggiano con la brezza tiepida."
Jax e Sarabi sono due anime perse, due anime in pezzi che si ricompongono un pezzetto alla volta, insieme.
"Ti va di essere un po' meno persi?" "Insieme?" "Insieme" le prometto, sfiorandola di nuovo. Morendo di nuovo. Respirando di nuovo. "Solo io e te." "Sì."
Inutile dire che potrei mettere mille e una citazioni per permettervi di comprendere l'intensità del rapporto di questi due e forse non basterebbero. La verità è che l'autrice ha gestito ogni cosa con i giusti tempi e il giusto peso, senza rendere la storia opprimente (che poteva diventare così, stante le tematiche), ma dosando tutto quanto in modo incredibile: l'intensità della storia nella storia che cresce al ritmo della storia principale, le difficoltà dei due protagonisti che si sgretolano passo dopo passo in modo naturale e ben cadenzato al pari dei cambiamenti che avvengono nella storia che leggono. Il romanzo è denso di uno slow burn che è un crescendo che tiene col fiato sospeso e impedisce di staccarsi dalle pagine, ma non è mai eccessivo o fuori posto.
"Tu spegni tutto il casino che ho in testa" "Tu, invece, riesci ad accendere di nuovo ogni cosa"
Ho apprezzato veramente ogni cosa: le fragilità dei protagonisti, il loro punto d'incontro, il loro avvicinamento e poi il loro scoprirsi. Mi sono spesso chiesta come sarebbe stata la svolta spicy, essendo uno dei trope del romanzo, temendolo anche, date le grandi difficoltà in cui vertono Jax e Sarabi ma Deborah mi ha stupita con effetti speciali e fuochi d'artificio. Tranquilli, perchè lo spicy presente nel libro non è eccessivo e fuori contesto come purtroppo ultimamente accade nei romance, ma è un arrivo naturale e inevitabile stante lo slow burn di cui vi parlavo sopra e santo cielo che meraviglia ci dona Deborah! Non si può davvero dire a parole, ma l'intensità degli attimi tra i due protagonisti sarà capace di togliervi il sonno e la ragione ve lo assicuro!
"Soffiaci, piccolo colibrì. Voglio mangiarti mentre sei circondata dal tuo desiderio. Così non lo dimenticherai, ogni volta che sarai qui."
Una menzione d'onore la devo fare a tutti i personaggi secondari che ho trovato ben incastrati nella storia e, nonostante le poche apparizioni, ben caratterizzati.
Deborah ha creato due storie uniche, intrecciate dal destino in modo indissolubile. E' stato emozionante e commovente leggere questa storia. Mi ha toccata profondamente, perchè quando si parla di destino e di anime che si ritrovano perchè legate oltre ogni cosa, mi sento profondamente coinvolta. E' una tematica che mi ha sempre affascinata e dalla quale vengo sempre conquistata. Quanto poi è gestita così bene, resta indelebile nella memoria.
"Finchè respiro. Ti terrò al sicuro finchè mi resterà fiato in corpo, piccolo colibrì e anche oltre. Non importa quanto tempo passi o dove saremo. Ti troverò anche in capo al mondo."
"Me lo ha detto anche Wanny. Mi ha detto che per essere arrivato alla fattoria ero alla ricerca di qualcosa. " "Che cosa?" "Te" "Quindi mi stavi cercando?" "Da tutta la vita"
Niente da dire sulla scrittura. Il libro alterna i pov dei due protagonisti oltre ai capitoli in cui leggiamo la storia del libro che lega Jax e Sarabi. Il ritmo è un crescendo come dicevo e quindi anche la narrazione, man mano che andiamo avanti, diventa sempre più incalzante.
Insomma, mi sembra, come sempre, di non essermi risparmiata con le parole, sperando di aver reso un po' di merito a questo romanzo che mi ha fatto emozionare profondamente. Una storia toccante, intensa, appassionata di due anime che insieme si trovano e si ricompongono.
"E io mi aggrappo a lui, perchè a volte due persone a pezzi riescono a incastrarsi alla perfezione."
Mi sento in dovere di complimentarmi per la copertina che trovo spaziale: cela al suo interno tutti gli elementi chiave della storia ed è una delle copertine più belle e più adatte al romanzo che contiene.
𝑸𝒖𝒆𝒔𝒕𝒂 è 𝒍𝒂 𝒔𝒕𝒐𝒓𝒊𝒂 𝒅𝒊 𝒖𝒏 𝒔𝒐𝒍𝒅𝒂𝒕𝒐 𝒔𝒑𝒆𝒛𝒛𝒂𝒕𝒐 𝒆 𝒅𝒊 𝒖𝒏𝒂 𝒓𝒂𝒈𝒂𝒛𝒛𝒂 𝒂𝒍𝒍𝒂 𝒓𝒊𝒄𝒆𝒓𝒄𝒂 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒔𝒖𝒂 𝒗𝒐𝒄𝒆… Cari 𝑱𝒂𝒙 & 𝑺𝒂𝒓𝒂𝒃𝒊 oggi sono qui a parlare di voi, o meglio a cercare di trasmettere a colore che devono ancora conoscervi quello che mi avete trasmesso durante la lettura di 𝒀𝒐𝒖𝒓 𝑳𝒂𝒔𝒕 𝑾𝒐𝒓𝒅𝒔, ma credo che per comprendere e comprendervi al meglio uno deve immergersi a capofitto fra le pagine di questo capolavoro creato dalla mia amata Deb. Spero quindi di riuscire a trasmettere a coloro che al momento ci stanno dedicando del tempo tutto quello che mi avete lasciato e che custodirò preziosamente.
Verso 𝑱𝒂𝒙 & 𝑺𝒂𝒓𝒂𝒃𝒊 ho sentito un vero e proprio richiamo sin da quando conoscevo solo i loro nomi, l’idea, e’ come se ci fossimo scelti o magari chi lo sa incontrati addirittura in un’altra vita.
Jax e Sarabi si incontrano sul campo, lui agente dell’MI6 trova lei agente dell’MI5 e le salva la vita, due anni dopo si ritrovano immersi in una fattoria che gli permette di (ri)vivere per la prima volta, e complice un libro ritrovato in una soffitta polverosa, sempre in punta di piedi danno vita alla loro storia. Jax e Sarabi sono due anime spezzate, due fenici che devono risorgere dalle proprie ceneri. Da due anni, lo stesso incubo li va a trovare la notte rendendoli inermi, asettici, spezzati. Jax e Sarabi devono ritrovare la propria voce e per farlo devono ritrovare quel bagliore di luce che risiede ancora in loro, ma che ha timore di svelarsi di nuovo. Seppur dispersi Jax e Sarabi si ritrovano a percorrere la stessa strada, e come una squadra ricominciano da capo, divenendo uno la bussola dell’altro, Jax diviene il focolare della speranza di Sarabi, colui che rispetta i suoi silenzi, i suoi tempi e che la protegge proprio come fece la notte del suo ritrovamento.
Sarabi e’ una donna a cui hanno tolto la voce e a cui hanno spezzato le ali, annega nel dolore e nella paura, capace solo di aggrapparsi alla sua fedele Lupa, non riesce a fidarsi di nessuno se non di sua nonna Wanny, ma quando ritrova in una polverosa soffitta il libro di Gwendolin, trova nella protagonista di quel volume una fedele alleata, grazie a lei ha uno scopo per tornare a galla, torna a dare voce a se stessa ma anche a quella guerriera a cui la voce l’hanno strappata. Jax è al suo fianco, e proprio come la sua lupa le copre le spalle, la protegge e la rispetta. Il loro rapporto comincia con sguardi rapidi e fugaci, si studiano a distanza, non la perde mai di vista e soprattutto rispetta i suoi tempi. Ma quel libro incuriosisce entrambi che diventa il legame che gli dà appuntamento ogni notte e li porta via dagli incubi. Jax è un uomo attento, nelle vene gli scorre il sangue del soldato e dell’eroe, accetta e aiuta ad abbattere quelle paure che Sarabi si porta dietro il terrore, ma grazie alla vicinanza rispettosa di Jax riesce a lasciarsele indietro dando spazio alle carezze, ai sorrisi, a quei baci che diventano essenziali come l’aria. Tutto questo però Jax se lo guadagna grazie al suo rispetto e alla sua pazienza, é l’unico a vederla per ciò che è, la sente ma soprattutto e’ l’unico che l’attende. Jax e Sarabi si prendono lo spazio di cui necessitano, e dopo essere stati in silenzio trovano di nuovo la loro voce, ricominciano ad amare e ad amarsi. E tutto ciò lo devono a Gwen e Roth, i protagonisti del loro appuntamento serale, i protagonisti a cui regalano un lieto fine, i personaggi che gli permettono non solo di avvicinarsi ma anche di interrogarsi e di trovare le risposte che cercano. Grazie a loro tornano a respirare e vivere d’amore. E se all’inizio vivono essenzialmente di sguardi rubati, silenzi che urlano un grido di supporto man mano che riescono ad essere il collante per rimettere insieme i pezzi del loro cuore e della loro anima dividono una supernova pronta ad esplodere e fondersi per ritrovare quella linfa vitale che pensavano essere perduta.
Your Last Words è una storia di rinascita ma anche di fragilità che lascia spazio alla forza, un amore che resiste al tempo, e che cura le ferite. Ho amato ogni protagonista di questa storia tant’è che quando leggevo di uno sentivo l’esigenza di tornare dall’altro sentendone la mancanza. Il libro che Deborah ha scritto crea dipendenza, non riuscivo a staccarmi e soprattutto non pensavo ad altro, e tuttora mi capita di tornare con la mente e con il cuore da Jax, Sarabi, Gwen… Deborah ha fatto un lavoro antropologico immenso sia per quanto riguarda l’Africa che le sue tradizioni o leggende, mi sono sentita catapultata in un luogo magico raccontato dalla sua penna graffiante e toccante allo stesso tempo. Deborah sei stata capace di toccare le corde del mio cuore con un’estrema delicatezza, ma hai fatto in modo che ogni istante mi si tatuasse nell’anima. Sono certa che questo romanzo lo rileggerò all’infinito, avrei voluto che non finisse mai, e sono certa che sarà una di quelle storie che tramanderò nel tempo e di cui ricorderò ogni dettaglio. E’ unica, una poesia senza tempo, una narrazione fiabesca, ambientata fra le criniere dei cavalli e i campi di dente di leone: Sarabi, Jax vi prometto che ogni volta ne dovessi trovare uno esprimerò un desiderio e penserò a voi, alla vostra forza, alla vostra unione e alla vostra voglia di combattere. Farò tesoro dei vostri insegnamenti e vi prometto che non mi farò mai strappare la voce! Urlerò finché avrò fiato per voi, per Gwen…
Sarabi e Jax hanno bisogno di ricostruire la fiducia verso ciò che li circonda, fanno una crescita personale e di coppia strabiliante, e facendo leva sulla vicinanza dell’altro riescono ad abbattere i propri demoni, escono dal guscio, e per rendere giustizia a Gwen e Roth. Ricuciono le loro anime, gettando le fondamenta in quella fattoria che li ha visti rifiorire, e mentre Sarabi sboccia e si ritrova come donna e come agente, facendo squadra con il suo Jax, lui ritrova il suo scopo di vita: combattere per se, per Sarabi, proteggendola e dando vita alla loro famiglia che profuma di biscotti al miele, splende come una stella luminosa ed è fatta di semplicità, amore e ardore. I due anni che lo vedevano inermi e bloccati, divengono un solo lontano ricordo, uno scoglio superato, disintegrato.. Jax e Sarabi si sono percepiti a vicenda, lui l’ha sentita e la sentirà sempre prima di tutti, ma quelle urla ora si sono trasformate in risate, gemiti, gorgoglii e suoni che profumano di felicità.
Cara Deb ora scrivo direttamente a te: sono grata di averti incontrata sul mio cammino, ringraziarti per tutto ciò che mi hai fatto provare con e durante questa lettura non sarà mai abbastanza. Come un libro ha unito Sarabi e Jax, un libro ha unito noi due, e io mi sento profondamente legata a questa storia perché mi ha fatta sentire fortunata. La tua scrittura è come te: attenta, originale, frizzante, poetica e ti ho rivista tanto perché dentro queste parole non c’è solo la Deb autrice, ma c’è anche la Deb lettrice e soprattutto la Deb profonda, spirituale ed empatica. Sei stata coraggiosa, hai scelto di dare voce a chi ingiustamente non ha potuto urlare, gridare al mondo la sua unicità e il suo valore, tu sei riuscita a liberare coloro che della libertà sono stati privati. E ora che sono liberi sono certa che Jax, Sarabi e tutti i protagonisti di Your Last Words rimarranno impressi e faranno la storia nella storia.
Questo è esattamente ciò che è accaduto a me, mi sono imbattuta in un libro che non sapevo di aver bisogno. Your Last Words non è solo una storia d’amore e di rinascita, è un viaggio dentro le ferite e le cicatrici che la vita lascia e nella forza silenziosa che serve per ricominciare. E’ veramente difficile per me riuscire a parlarvi di questa storia perchè non mi sono limitata a leggerla, l’ho vissuta come se le pagine si fossero aperte e mi avessero trascinata nei luoghi, nei silenzi, nelle paure e nei respiri dei protagonisti. Deborah, attraverso la sua scrittura, ti prende per mano e ti porta dentro la mente e il cuore dei personaggi, facendoti sentire ogni loro esitazione, ogni battito mancato, ogni ferita che ancora sanguina. Ho acquistato questo libro senza sapere cosa aspettarmi, a stento avevo letto la trama. Ne sono stata attirata sin da subito, mi sono sentita chiamare ed io … ho semplicemente ascoltato.
Jax è un agente dell’MI6, durante una missione s’imbatte in un corpo dilaniato dai soprusi e quando la donna alza lo sguardo al suono della sua voce e lui incontra i suoi occhi dal colore dell’ambra, non gli resta che inginocchiarsi e giurarle che niente e nessuno le avrebbe più fatto del male. Il ricordo di lei e di quello che ha vissuto insieme ai suoi compagni non lo fanno più vivere in pace e viene costretto a un congedo temporaneo forzato. Sarabi e’ sopravvissuta a cinquantacinque giorni di prigionia ma troppi sono i traumi che le impediscono di condurre una vita normale. Non riesce a dimenticare per quanto si sforzi con tutta sé stessa ma nell’inferno in cui la sua mente è rinchiusa c’è un volto che ricorda perfettamente, ed è l’unico che ancora, seppur siano passati due anni dall’accaduto, riesce a donarle un senso di protezione, di calma, di fiducia. Nessuno dei due poteva immaginare però che quell’incontro, quei occhi avrebbero cambiato per sempre la loro esistenza. Jax e Sarabi sono due anime segnate dal dolore e che si ritroveranno quasi per caso, o forse per destino, di nuovo insieme, in un luogo che diventa rifugio ma anche specchio delle loro fragilità.
Con una dolcezza disarmante Jax cercherà in tutti i modi di avvicinarsi a Sarabi e riportarla alla vita facendola tornare a sorridere. Lei, affronterà ogni paura per lui e per fargli capire che è perfetto così com’è, che non c’è nulla di sbagliato in lui, che non è il mostro che crede di essere.
Ho amato il modo in cui l’autrice descrive certi momenti di silenzio tra loro, silenzi che non sono vuoti ma pieni di cose non dette, di sguardi che raccontano più di mille parole. Si parla di perdita, di paura, di memorie che non smettono di bruciare, ma anche di resilienza, di quel coraggio silenzioso che nasce quando non si ha altra scelta se non andare avanti. Ho amato la figura della nonna di Sarabi, una donna forte, saggia, una presenza fondamentale per entrambi i protagonisti che aiuterà a far luce nel cuore e nell’anima dei nostri protagonisti.
E poi c’è il diario, quella che a me piace definire la “storia nella storia” ambientata durante la Seconda Guerra Mondiale, che accompagnerà Jax e Sarabi in un viaggio indimenticabile. Qui la narrazione diventa un pugno e una carezza allo stesso tempo. Ho sentito l’odore acre della polvere, il freddo nelle ossa, il sapore della paura che non ti lascia nemmeno quando pensi di essere al sicuro. Ma ho sentito anche il calore delle mani che si cercano, la luce improvvisa di un sorriso in mezzo alla disperazione. Il legame tra le vicende del presente e quelle del passato è costruito con un incastro perfetto creando un filo emotivo che non si spezza fino all’ultima pagina. Ho vissuto le emozioni di ogni personaggio sulla pelle: il cuore che accelera, il nodo in gola, la sensazione di trattenere il fiato in attesa di ciò che poteva accadere. E quando la connessione tra passato e presente si è rivelata, è stato come vedere due fili separati intrecciarsi in un’unica trama, creando un legame che mi ha commossa in modo profondo e sconvolgente. Più volte mi sono ritrovata a chiudere il libro, guardare l’immagine di quella clessidra rotta, stringerla al cuore e sul finale, cercare di contenere le lacrime che inesorabilmente continuavano a scorrere. Questo libro non si limita a raccontare una semplice storia. Ti costringe a fermarti, a sentire, a riflettere, a portarti oltre i confini di quelle pagine e a rimanere lì, in quel campo di denti di leone, a vivere, a sperare e a pregare che nessuno dimentichi. Sì, perché questa storia è stata scritta per non dimenticare e io non dimentico. Siate parte dell’esercito di Gwen. Ricordate, non dimenticate. MAI.
Mia cara Deborah, per me sei stata una delle sorprese letterarie più belle di questo anno. Grazie per questa storia, per questo amore che continuerà a vivere in un campo di denti di leone con il tempo che ha appena ricominciato a scorrere e per avermi fatto guardare il cielo e dire: “E’ proprio qui che dovevo essere.”
𝐑𝐞𝐯𝐢𝐞𝐰 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐲 𝐘𝐨𝐮𝐫 𝐥𝐚𝐬𝐭 𝐰𝐨𝐫𝐝𝐬 di Deborah P. Cumberbatch ✨INDIMENTICABILE ✨
Che Deborah fosse brava lo sapevo già , ma che riuscisse per l’ennesima volta a insinuarsi sotto pelle già dal prologo,beh,a questo non mi abituerò mai.
Per chi ha letto la dilogia 𝐋𝐢𝐞 𝐝𝐞𝐭𝐞𝐜𝐭𝐨𝐫𝐬,ha già incontrato l’agente dell’MI6, Jax Alexander Telford ,nei corridoi della Holland Investigations ( se non l’avete letta,correte subito a farlo non ve ne pentirete),ma dalla sua ultima missione non è più lo stesso uomo.
Sarabi dalla prigionia ne esce profondamente spezzata. Segnata dall’agorafobia e dalla ripugnanza a qualunque tocco umano,sotto consiglio di Thomas torna alla fattoria nelle Costwolds,insieme alla nonna per cercare di ritrovare se stessa, ma ancora non sa che nel suo percorso di guarigione non sarà sola ,perché destino vuole che Jax,il militare che l’ha tratta in salvo bussi alla porta della fattoria.
Jax e Sarabi. Il lupo e il suo piccolo colibrì. Un uomo che ha perso se stesso e non riesce più a specchiarsi,costantemente In preda agli incubi.
Una giovane donna stanca di continuare a perdersi,di non provare nessuna emozione e che sente la paura strisciare sottopelle
Una storia,la loro, scritta nelle stelle che viaggia nel tempo,tra culture diverse portando con sé un messaggio potente: l’amore non guarda al colore della pelle,alla lingua o classe sociale,l’amore guarda al cuore.
Deborah ha un talento che pochi hanno,trasforma le emozioni in parole,parole che graffiano, tolgono il fiato e in alcuni momenti riducono il cuore in brandelli,ma allo stesso tempo di ricucirne i pezzi. Troppe volte poi mi sono chiesta perché nel cuore dell’uomo si insinua la cattiveria.
La storia di Jax e Sarabi,così come quella di Gwen e Roth racchiusa in un piccolo libricino, che sarà da guida in questo viaggio di guarigione per i due protagonisti, interroga le nostre coscienze, e lascia sgomenti,ma allo stesso tempo ci mostra come l’amore ,quello vero,non ha paura di sacrificarsi per l’altro.
“𝐓𝐮 𝐬𝐞𝐢 𝐢𝐥 𝐦𝐢𝐨 𝐝𝐨𝐧𝐨.𝐒𝐞𝐢 𝐢𝐥 𝐦𝐢𝐨 𝐦𝐢𝐫𝐚𝐜𝐨𝐥𝐨.”
In queste pagine passato e presente si intrecciano,sotto un cielo stellato dando vita a una storia che profuma di riscatto ,resilienza ma anche di rinascita e nuove possibilità.
Con la delicatezza che dà sempre la contraddistingue,Deborah ci parla del disturbo da stress post traumatico di cui soffre Jax, o della paura di Sarabi del tocco umano.
Come dicevo all’inizio non ero pronta a questa storia,non ero pronta a perdermi in un campo di denti di leone o sotto il cielo stellato della fattoria. Non ero pronta a sentire la storia di Gwen e Roth ,così come non era pronta a Jax e Sarabi,eppure nonostante le lacrime versate,i respiri trattenuti e la consapevolezza che difficilmente troverò le stesse emozioni in un’altra storia,io sono pronta a rifare questo viaggio finché sarò in vita.
Sono grata a Deborah,per avermi ricordato che siamo tutti dei piccoli colibrì in cerco del proprio albero su cui creare un nido ,per sentirsi al sicuro. Io l’ho trovato da oltre 30 anni,così come Sarabi l’ha trovato in Jax
È un grido e un sussurro. È una cicatrice che pulsa. È la carezza che arriva dopo il dolore. È il silenzio che non significa assenza, ma resistenza. È la dimostrazione che anche quando tutto sembra perduto, una voce può tornare a vibrare, e far rinascere.
Leggere questa storia significa entrare in un viaggio fatto di ferite e di guarigione, di paura e di coraggio, di tenerezza e di tempesta. Significa lasciarsi spogliare dalle proprie difese per sentire davvero. Perché Deborah non scrive soltanto, Deborah respira nei suoi personaggi. E noi, insieme a loro.
L’anima di Sarabi è un campo di battaglia. Due anni trascorsi nell’oscurità, senza voce, senza tempo, privata della fiducia e della leggerezza che una volta la abitavano. Sarabi vive aggrappata alla sua lupa fedele e all’amore di una nonna che è rifugio e radice, ma dentro di lei il vuoto è ancora enorme. Fino a quando lo incontra di nuovo.
Jax. Un uomo temprato dall’addestramento, dalle missioni, dalla disciplina. Agente dell’MI6, lucido, preciso, imperscrutabile. Ma anche lui è ferito. Anche lui vive di incubi che lo inseguono ogni notte. Dietro quella corazza di forza c’è un cuore che ha imparato a proteggersi, ma che non ha mai dimenticato lo sguardo di una donna salvata due anni prima. Quell’istante gli è rimasto inciso nell’anima, e ora che il destino gliela riporta davanti, Jax non può che riconoscerla: è lei, la sua pace, la sua tempesta.
Quando i loro mondi si incontrano di nuovo, qualcosa accade: il tempo sospeso ricomincia a scorrere. Jax e Sarabi si riconoscono come due metà ferite della stessa storia. Non c’è bisogno di parole: bastano gli sguardi, i silenzi, i piccoli gesti. Lui la protegge senza invaderla, la sostiene senza forzarla, le restituisce lentamente la voce che le era stata tolta. Lei, a sua volta, diventa per lui respiro, tregua, la certezza che anche chi porta sulle spalle il peso della guerra può trovare un luogo in cui fermarsi.
Il loro legame non nasce dall’urgenza, ma dalla pazienza. È un amore che si costruisce come una casa: mattone dopo mattone, gesto dopo gesto. Ed è per questo che è vero, che è reale, che lascia il segno.
E poi c’è il libro nascosto che hanno trovato Bibi e Sarabi, quello che lega le loro anime a un’altra storia, quella di Gwen e Roth. Una donna e un uomo che sembrano respirare le stesse emozioni, le stesse lotte, lo stesso dolore e la stessa sete di libertà. Gwen e Sarabi si specchiano l’una nell’altra: guerriere a cui è stata tolta la voce, ma che continuano a gridare nel silenzio. Roth e Jax, uomini che scelgono l’amore nonostante la paura, pronti a sacrificarsi pur di proteggere.
Queste due storie non si affiancano soltanto: si intrecciano, si fondono, diventano riflessi l’una dell’altra. E in quel parallelismo, Deborah affronta temi universali: la giustizia negata, la persecuzione, il razzismo, il diritto di essere liberi.
E io, come lettrice, non sono rimasta spettatrice. Sono stata dentro a quella fattoria che odora di rifugio e speranza. Ho respirato il profumo dei denti di leone che danzano nel vento, simbolo di rinascita. Ho sentito le mani di Sarabi tremare e la forza silenziosa di Jax proteggerla. Ho camminato accanto a Gwen, ho ascoltato il battito d’amore di Roth, ho pianto con loro, ho sorriso con loro.
Perché questo libro non si limita a raccontare. Ti trascina, ti inghiotte, ti restituisce. Ho pianto tanto, pagina dopo pagina. Ho provato rabbia, dolore, struggimento. Ma anche pace, calore, gratitudine. E quando sono arrivata alla fine, ho avuto la certezza che fosse una di quelle storie che non se ne vanno. Una di quelle che restano dentro, che ti richiamano a sé anche quando provi ad andare avanti.
La scrittura di Deborah è incanto puro. Poetica, intensa, a volte graffiante, a volte delicata come una carezza. Ogni frase ha il potere di scivolarti dentro e piantare radici. È impossibile leggere senza sentire. È impossibile restare indifferenti.
Your Last Words è dolore che diventa amore, è silenzio che diventa voce, è oscurità che si apre alla luce. È un romanzo di rinascita e di fragilità, di forza e di bellezza. È un viaggio dentro l’anima umana, dentro quello spazio fragile e potentissimo in cui si decide se soccombere o rialzarsi.
Se devo scegliere una parola per racchiudere tutto ciò che ho provato, quella parola è una sola: Immenso. Perché immenso è il dolore raccontato. Immenso è l’amore che nasce dal rispetto e dalla pazienza. Immensa è la scrittura che lo sorregge. Immensa è la traccia che lascia dentro di noi.
E quando penso a Jax e Sarabi, a Gwen e Roth, non riesco a considerarli personaggi di carta. Perché vivono. E continueranno a vivere, dentro chiunque abbia avuto il privilegio di incontrarli.
Deborah, io non so se un grazie possa bastare, però ci provo e ti dico grazie. Grazie per averci donato Jax e Sarabi. Grazie per averci donato Wanny, la sua saggezza e le sue prelibatezze. Grazie per la storia, anzi per il ricordo di Gwen, ricordo doloroso ma assolutamente necessario. Grazie per esserti addentrata in un mondo estremamente complesso ed averlo esposto in maniera eccelsa. Inizio così la recensione di Your last words, un romanzo che mi ha conquistata dalla dedica, così bella e significativa. Proseguendo poi con la playlist, l’accompagnamento ideale alla storia di Jax e Sarabi.
L’agente Telford, Jax, è uno dei migliori, se non il migliore, in campo. Trasferitosi a Londra dall’Irlanda per poter studiare e successivamente arruolarsi all’MI6, dai diciotto anni ha vissuto di missioni, strategie, guerre. I suoi occhi hanno perso la luce della giovinezza, la spensieratezza, lasciando spazio a orrori indescrivibili e cicatrici talvolta invisibili e difficilmente sanabili. Il suo cuore è diventato duro, inarrivabile. Durante una missione, insieme alla sua squadra, si addentrano in un rudere abbandonato, sarà proprio lì che Jax crollerà, il suo animo si distruggerà in mille pezzi, la corazza si spaccherà. La causa? Gli occhi spenti di una donna in schiavitù, privata non solo dei suoi indumenti, ma anche e soprattutto della sua dignità. Sarabi era un’analista della MI5. Era, prima di essere presa in ostaggio e spogliata di tutto, del suo nome, del suo lavoro, della sua identità. Sarabi è bellissima, un miracolo, come racconta sempre sua nonna Wanniya, Wanny. E’ forte anche quando sente che lasciarsi andare è la scelta migliore. Ma è anche tanto stanca, stanca di non riuscire ad essere più la donna di prima, stanca di non provare nulla, stanca di lottare contro i suoi mostri. E’ stanca di non poter usare la sua voce. Due personalità complesse, due anime rotte, distrutte, fatte a pezzi, con pochissime possibilità di essere sanate. Eppure il miracolo si compie, in una fattoria inglese che ha bisogno di cure ed amore proprio come loro. Jax è arrabbiato, rifiuta quella situazione che gli è stata in un qualche modo imposta. Eppure si da del tempo, complice il senso di protezione nei confronti di quella ragazza così esile, fragile, dai grandi occhi scuri.
E poi c’è la storia di Gwen e Roth, una storia che si sviluppa di pari passo insieme a quella dei due protagonisti. La storia di un amore impossibile, in tempi di guerra, in mezzo agli orrori. La storia di due persone destinate ad odiarsi ed invece si amano contro tutto e tutti. La storia di una donna forte, una combattente e di chi invece ripudia la divisa che indossa. Deborah è stata magistrale nel descrivere queste due storie, nel raccontarle tutte in un unico momento, in un costante viaggio tra passato e presente. Perchè Gwen e Sarabi sono estremamente simili, nel loro dolore, nella loro forza, nel loro essere guerriere.
Your last words è stato una bomba assordante, esplosa senza timer di preavviso. Proprio come l’amore tra i due protagonisti, un amore travolgente, bellissimo, una passione irrefrenabile. Allo stesso tempo un amore fatto di piccoli gesti, di spazi lasciati, di parole non dette e sguardi che dicono più di conversazioni intere. Un amore fatto di protezione, di presenza costante anche nei momenti in cui sembrerebbe non essere necessaria. Un amore dolce, profondo, che sa di rinascita, che lenisce le ferite come il migliore ed il più potente antidoto. Un amore fatto di scelte, scelte compiute ogni giorno, ogni ora, ogni minuto che passano insieme. L’amore che da voce anche chi voce non ne ha. Perchè Sarabi lo vede e lo sente, anche quando Jax non riesce a vedere se stesso, anche quando gli incubi e le urla che gli fanno perdere il sonno sono più assordanti del silenzio. Jax è presente, anche quando Sarabi lo rifiuta e combatte per poter rimanere sola, nella sua zona di confort, nella sua bolla.
Lo stile è lineare, ironico e frizzante quando serve, profondo nei momenti cruciali. Una lettura intensa, fatta di descrizioni perfette nei minimi particolari, di viaggi in tempi e terre lontani ed emozioni che il lettore prova insieme ai protagonisti. Your Last Words è un romanzo fatto di voci, di speranza, di rinascita, di amore ma anche di guerra, dolore e sofferenza.
Quindi si, grazie Deborah, grazie per tutto, per questa storia fantastica. Per l’amore che hai trasmesso, di cui ci hai resi testimoni. Grazie per aver dato voce a queste anime spezzate con tanta, tantissima voglia di ricucire le ferite e vivere. Grazie per aver dato voce a nonna Wanny, personaggio di cui, mi permetto di dire, tutti abbiamo bisogno. Grazie per la tua empatia, la tua dolcezza ed il tuo coraggio nel parlare di fragilità in un modo mai banale e mai pesante.
Cara Gwen, riposa adesso, la tua voce è arrivata lontano.
Sarabi e Jax sono ormai anni che non vivono ma sopravvivono alla tempesta che hanno dovuto affrontare. Sarabi non vede una luce in fondo al tunnel, arranca portandosi addosso delle ferite troppo profonde per nasconderle. Un uccellino terrorizzato aggrappata con il suo esile becco a una quotidianità che la riempie di apatia, l'unico stato in cui riesce a trovare il suo rifugio.
Ripete ogni giorno le stesse azioni e vive le stesse emozioni, fin quando non incontra Jax, l'unico che riesce a farla sentire al sicuro, anche quando il mondo sembra stia per crollare. L'unico che riesce a farla stare bene.
La prima volta che lo ha visto si è sentita come un piccolo colibrì indifeso, in presenza di un grande albero, ma ogni uccellino ha bisogno di un albero per creare il suo nido e così sentirsi al sicuro, Jax è l'unico posto dove un colibrì come lei vorrebbe mai posarsi.
«Vivi. Vivi anche se hai paura. Vivi soprattutto se hai paura. Perché non c’è arma migliore per sconfiggerla.»
Jax è alla ricerca di un miracolo che riesca a farlo uscire dall'inferno che si porta addosso e che lo tiene sveglio la notte incubo dopo incubo. L'incontro con Sarabi è proprio quello di cui ha bisogno per uscire dal suo stato di apatia, lei è ipnotica, la donna più bella su cui abbia posato il suo sguardo e, anche se sa che è l'uomo sbagliato per lei non può far altro che viverla e respirarla con tatto e delicatezza, senza imporsi, senza spaventarla ma rispettando i suoi tempi, tutto pur di vederla sorridere, tutto per renderla felice, perché in fondo lei è il suo capitano e lui non può che obbedire ai suoi ordini. In lei ha trovato il suo miracolo su una pelle di cioccolato fatto di cicatrici invisibili che porta il profumo dell'estate.
Ho finito questo libro con un magone in gola e le lacrime agli occhi, nonostante conosca ormai la penna di Deborah riesce ancora a stupirmi con la sua delicatezza, il modo che ha di scrivere una storia di fantasia e renderla vera trattando temi molto delicati come il PTDS, il razzismo, il nazismo, la violenza, gli abusi con tatto senza appesantire il racconto e far vivere i suoi personaggi come se fossero reali. Pagina dopo pagina mi sono immersa nella lettura, ho ammirato la vasta distesa di bocche di leone, respirato l'odore dei campi e la brezza della notte sotto un cielo coperto di stelle.
«Amati senza limiti, così da poter amare allo stesso modo. Sii la mia stella sulla Terra, il mio miracolo e, quando lascerò questo mondo, tu cercami nel cielo. Cercami nel vento che soffia ogni mattina all’alba, cercami in ogni fiore che sboccia o fulmine che squarcia il velo. Cercami in tutto quello che per te sarà meraviglioso, perché mi assicurerò che tu non smetta mai di sorgere. Sii coraggioso, mio piccolo e coraggioso colibrì.»
È stata bravissima ad intrecciare le vite dei personaggi collegando passato e presente e scrivendo una storia nella storia in grado di tenermi ancorata alle pagine e farmi emozionare come non mi è mai capitato prima. Un personaggio degno di una menzione speciale è Bibi la nonna di Sarabi mi ha affascinata con i suoi racconti su cui bisogna riflettere molto.
Ci sono altri personaggi che mi hanno incuriosita e visto che Deborah con Jax non mi ha delusa spero che arrivino pure le loro storie un giorno.
Svegliarsi (ammesso che si riesca a dormire), alzarsi, mangiare, lavarsi, compiere un’azione che per qualsiasi persona può essere banale, scontata, può diventare la cosa più difficile del mondo quando il mondo lo odi, oppure odi te stesso.
A volte pensi avere tutto sotto controllo, di essere circondato dall’amore, dagli amici, di avere un lavoro che ami, che ti soddisfa, di avere una casa, di avere tutto ciò che ti serve. Ma basta un attimo, un errore di calcolo, un piccolo cambiamento, e all’improvviso tutto ciò che avevi non ti serve più, non te ne fai niente, perchè inizi a vivere di incubi.
Sarabi è stata rapita e rinchiusa per 55 giorni e, quando viene ritrovata, c’è ormai poco da salvare, di lei non è rimasto più niente se non un corpo vuoto, inutile, perché è così che lei si sente: sporca, arrabbiata, impaurita, sola. Jax è colui che l’ha trovata, anche se adesso, due anni dopo, tutto si sente, tranne che un salvatore. Jax non riesce più a dormire, non riesce più a pensare lucidamente, vive di sensi di colpa e anche lui, come Sarabi, si sente solo un guscio vuoto che si muove e cammina per inerzia.
Due anime simili, due anime ferite, con tormenti diversi ma comunque tormentate, possono salvarsi a vicenda? Uno sguardo, un gesto, un attimo di silenzio condiviso, possono salvare un cuore? Possono salvare una vita? O servirebbe piuttosto un 𝓂𝒾𝓇𝒶𝒸𝑜𝓁𝑜?
Eppure un miracolo può essere un sorriso che nasce su un viso rimasto serio per troppo tempo, o una passeggiata in centro dopo anni di solitudine. Un miracolo può essere un abbraccio, una stretta di mano. Un miracolo può essere riuscire a guardarsi allo specchio. Jax e Sarabi sono pieni di cicatrici, visibili e invisibili, ma giorno dopo giorno riescono a farsi talmente tanto bene a vicenda che sembra incredibile anche a loro. Perché quando due anime sono destinate a trovarsi, è inevitabile riconoscersi al primo sguardo, al primo contatto. E, anche se a volte pensiamo di conoscere ogni cosa, di essere gli artefici del nostro destino e che il futuro è nelle nostre mani, c’è qualcosa che è più grande di noi, un filo che ci muove, come se fossimo pedine, e che ci porta a fare delle scelte, che ci porta dritti verso un’unica direzione.
Your last words non è solo un libro, è più un terremoto e, in quanto tale, è arrivato all’improvviso e mi ha travolta completamente. Mi ha fatto piangere, sorridere, respirare più forte. Mi ha fatto emozionare come solo pochi libri sono in grado di fare. Mi ha ricordato che le ferite non ci rendono deboli, ma solo più umani e che, a volte, è proprio grazie a quelle ferite che l’amore trova uno spazio per entrare.
È il primo libro che leggo di Deborah, e sono pronta a recuperarli tutti. Nel frattempo però, so già che questo è uno dei miei indimenticabili del 2025.
Caro Diario, ho appena finito di leggere "Your Last Words" e devo dire che è stata un'esperienza davvero interessante. L'autrice ha una penna eccezionale, non c'è che dire. La storia è costruita con una cura e una sensibilità che si percepiscono in ogni singola riga, ogni descrizione, ogni dialogo. Ho apprezzato tantissimo come siano stati affrontati temi così profondi e complessi – parliamo di amore, perdita, resilienza, il peso del passato e la forza della memoria – riuscendo a farmi riflettere a lungo dopo aver chiuso il libro. Non è da tutti riuscire a seminare pensieri così densi senza appesantire la narrazione.
L'unico piccolo, ma per me significativo, ostacolo che ho incontrato è stato proprio all'inizio, nel cogliere l'immediato innamoramento tra i protagonisti, Jax e Sarabi. Non sono riuscita a capire e a sentire pienamente quell'attrazione fulminea, quell'immediato interesse di Jax per Sarabi. Mi è sembrato un po' precipitoso, quasi un colpo di fulmine che, per come è stato presentato, non sono riuscita a "vedere" e a credere fino in fondo, se non giunta a più di metà libro. Avrei preferito un'evoluzione più lenta, qualche scintilla in più che si accendesse gradualmente, per poter immergermi completamente nella loro nascente storia d'amore. È stato come se mi mancasse un pezzo per connettermi appieno con la loro relazione principale.
Tuttavia, devo sottolineare con enfasi che la "storia nella storia" – quella che ci trasporta nel terribile e affascinante periodo della Seconda Guerra Mondiale – mi ha toccata nel profondo. Lì la profondità dei sentimenti, la drammaticità delle vicende e la forza dei personaggi mi ha emozionata tantissimo. Nonostante la brutalità e la disperazione di quel periodo storico, l'autrice è riuscita a infondere speranza, a mostrare la resilienza dello spirito umano e la capacità dell'amore di fiorire anche nell'oscurità più profonda. Ho sentito ogni emozione, ogni paura, ogni sacrificio, ogni barlume di speranza. Le vite di quei personaggi, la loro lotta per sopravvivere e amare in un mondo in pezzi, mi hanno catturata e commossa. Quella parte del racconto è stata un vero gioiello, capace di toccare corde profondissime della mia anima, e ha elevato l'intera opera, facendomi dimenticare la mia piccola perplessità iniziale. In definitiva, un libro consigliatissimo per chi cerca una lettura che vada oltre la superficie, che sappia emozionare con la sua profondità e che regali personaggi indimenticabili, soprattutto nella sua magnifica "storia nella storia". Un'esperienza che vale davvero la pena vivere. Brava Deborah. Alla prossima, Luciana Aurora
il comandante Telford (Jax) che avevo già conosciuto nella dilogia Lie Detectors, è alle prese con una crisi di nervi che lo sta consumando lentamente... I fantasmi del suo passato lo inseguono, così come i pensieri su Sarabi, la ragazza che ha liberato dalla prigionia durante una delle sue pericolose missioni. È bastato un solo sguardo per crollare sotto il peso di quei due occhi tristi e disperati, e due anni dopo, ritroviamo i nostri protagonisti che cercano di barcamenarsi tra i loro incubi, provando a ricostruire una vita che sembra essere andata in frantumi.
Sarabi è profondamente spezzata dal trauma che ha subíto durante la sua prigionia. Pronta a tornare nella sua vecchia casa di campagna nelle Costwolds, non si aspetta proprio di passare il suo "ritiro spirituale" insieme al comandante che l'ha liberata, quello che lei non è mai riuscita a togliersi dalla testa e che la fa sospirare con un solo sguardo. I nostri protagonisti si trovano a passare molto tempo insieme, grazie anche ad un libro misterioso che viene trovato dalla stessa Sarabi e che li coinvolge in un'indagine alla ricerca di indizi sulla storia raccontata tra quelle pagine.
Questo romanzo mi ha distrutta dal primo capitolo. Conosco bene la penna di Deborah ma qui, lo ammetto senza il minimo dubbio, si è superata. La profondità di questi due personaggi, le loro cicatrici, il loro rapporto che si costruisce una piccola conquista personale dopo l'altra, i loro dialoghi. È un libro che esplora i cuori e le emozioni prendendosi il tempo che serve a fare immergere il lettore in quelle stesse emozioni e vi posso garantire che è impossibile non pensare a loro anche durante le pause di lettura. La storia parallela del libro misterioso è il valore aggiunto di YLW, una sorpresa che non mi aspettavo e che mi ha emozionato tantissimo (ci ho lasciato più di una lacrima).Ci sono scene in questo libro che si sono prese diversi pezzi del mio cuore e del mio contegno (a un certo punto ho singhiozzato si) e cosa che mi preme sottolineare, sono presenti messaggi molto importanti e attuali sull' UGUAGLIANZA. Non è la prima volta che Deborah si fa portavoce di messaggi come questo ed è una di quelle cose che mi fa apprezzare ancora di più lei e i suoi libri. Potrei parlare ore di questa storia, del comandante e del suo piccolo colibrì, ma alla fine, vi posso soltanto dire...leggetelo... vi garantisco che ci lascerete un pezzo di ❤️
“C’è della magia in tutte le storie, nyota, e chi conosce il loro significato allora può salvare la propria anima”✨
Le anime che si amano davvero, le cosiddette anime gemelle, sono destinate a riconoscersi e ritrovarsi nel corso del tempo, in ogni singola vita presente, passata e futura. Per qualcuno questa è solo una diceria, una leggenda, ma io ci credo profondamente e proprio per questo la storia di Deborah è stata tanto speciale e sono felice di aver preso il cartaceo quando ancora la stavo leggendo in anteprima sul Kindle, perché ci tengo ad avere questo splendido libro, con le sue illustrazioni favolose e la cover stupenda, e perché il loro amore mi rimarrà dentro per sempre. Jax e Sarabi vanno oltre l’amore fisico. Lui, che la salva in ogni senso, e la riconosce appena la vede. Lei, che si sente a casa fra le sue braccia ma al tempo stesso permette anche a lui di avere un luogo in cui tornare. E in tutto questo, un misterioso libro, una storia che ha attraversato il tempo e sembra capitata fra le loro mani perché possano leggerla insieme, ma anche perché Roth e Gwendolin hanno qualcosa di davvero familiare.
Ho amato tutto, penso davvero che questo libro sia un capolavoro. Il trattare traumi importanti da parte di Deb, come il PTSD (di entrambi i personaggi, anche se per motivazioni diverse), il loro avvicinamento fatto di piccole cose, delle sere passate a leggere insieme il libro di Gwen, con la compagnia di Humiya, la meravigliosa lupa di Sarabi, e di bibi, la nonnina di Sarabi (ci ho tenuto a inserirla nel collage anche se purtroppo non è esattamente come la immaginavo🥹), in una fattoria per ricominciare a vivere sono diventate una bolla in cui non vedevo l’ora di tornare, un luogo protetto. L’originalità non solo di questo contatto fra presente e passato, con anche un tocco di storia e di vicende realmente accadute nel corso della Seconda Guerra Mondiale, ma anche il mistero estremamente romantico e il PERCHÉ questa storia sia così importante per Jax e Sarabi, perché dovessero leggerla proprio loro, mi ha profondamente commossa, perché una romantica come me non poteva non rimanere affascinata da questa prospettiva.
A tutto questo si aggiunge la profonda ricerca che traspare da tutto il libro, che riguarda non solo la Seconda Guerra Mondiale, ma anche la cultura africana, la lingua swahili, le ricette preparate da bibi e soprattutto le meravigliose leggende che racconta. La nonna è stato uno dei miei personaggi del cuore, con la sua saggezza, le sue storie che portano sempre un grande insegnamento ma soprattutto tanta positività e i suoi occhi che sono capaci di vedere oltre, perché ascoltano direttamente il cuore. Ho amato ogni singola leggenda, ma quella del colibrì più di tutte e ovviamente del dente di leone, che diventerà tanto importante soprattutto alla fine 🎀 E in ultimo, chef kiss per le scene 🔥 che sono ricche di passione ma anche di tutto il loro sentimento e della loro intensità.
Con “Your Last Words” ho pianto, mi sono commossa, ho sentito il cuore battere forte, mi sono sentita coinvolta da entrambe le storie d’amore, ho sofferto e amato con Jax e Sarabi e con Gwen e Roth. La delicatezza, ma al tempo stesso la profondità, nel modo in cui Deborah ha scelto di raccontarli, questi sentimenti così forti, con dei trascorsi così intensi, mi sono rimasti sottopelle e non posso che consigliarvi questo romanzo, se cercate una storia che vi travolga e non vi lasci più andare. Ultima cosa importantissima: se leggerete, riguardate alla fine un’altra volta la splendida copertina… perché nulla è messo a caso ⏳
Deborah ha scritto un romanzo intenso, bellissimo, e profondamente emotivo. Racconta la storia di due anime spezzate. Jax, un agente dell MI6, si è ritrovato a salvare una ragazza in una casa abbandonata che è stata maltrattata per mesi da un gruppo di neonazisti. Questa ragazza è Sarabi, la donna che alla fine con la sua forza sarà in grado di salvare il suo cuore. Perché Jax a causa del suo lavoro vive la sindrome del disturbo post traumatico, ed è sempre in balia di incubi che gli ricordano quello che ha vissuto nelle sue missioni. Mentre Sarabi non è più in grado di provare niente dopo questa tremenda esperienza, solamente la paura.
Per un puro caso del destino, saranno costretti a vivere insieme in una piccola fattoria nelle campagne dell’Inghilterra per riuscire a salvare le loro anime. Perché sì, uno sarà la salvezza dell’altra.
Il cammino di queste due persone è essenzialmente straordinario e toccante, profondo e intenso. Jax, che uomo! Ho amato veder disintegrare la corazza di quell’uomo a suon di dolcezza; perché Jax sa fin dal primo sguardo che Sarabi è la sua dea, la sua musa, la sua donna. Ha voluto avvicinarsi a lei con delicatezza e incanto, senza spaventarla mai. Sarabi vive con la nonna Bibi, che è una maestra di vita, una compagna, una splendida presenza nella sua vita. Grazie a Jax riuscirà a sentire ancora, a provare ancora quei sentimenti e quelle passioni che le erano state portate via con la forza.
Tra di loro si sviluppa un rapporto dolce e profondo, ma anche molto sensuale: le scene intime tra questi protagonisti sono cariche di sensualità e trasporto. Vedere come Jax adora e venera il corpo di Sarabi è una soddisfazione per il cuore; la loro intesa è profonda anche a letto, è puro trasporto e bisogno interiore. Insieme hanno saputo spegnere le loro paure e accendere una nuova vita fatta di libertà e consapevolezza.
Potrei parlare per ore di questo testo, senza mai fermarmi, posso solo dirvi di leggerlo con attenzione per assaporare la scrittura poetica di Deborah che però ti graffia, ti aggradisce e ti fa sobbalzare il cuore per poi restituirtelo ancora più pieno.
Credevo di non essere molto affine ai military romance ma ultimamente mi sono dovuta ricredere e sicuramente in parte la ragione sta in questo libro di Deborah P. Cumberbatch, che conoscevo ma di cui non avevo ancora letto nulla. Jax è un soldato del MI6, un solido comandante che durante una missione trova una donna brutalizzata e incatenata, una vittima della crudeltà umana: Sarabi. L’immagine di quella donna che è riuscito a salvare diventa un pensiero persistente, l’unica luce in grado di rischiarare il pozzo oscuro in cui sta precipitando. Quando si rivedono, anche Sarabi è una donna devastata che lentamente cerca di uscire dal suo guscio. Il destino li porta entrambi nella fattoria dove Sarabi è cresciuta, e nel dolore dell’altro entrambi si riconoscono: due anime spezzate, perse, che insieme, giorno per giorno, trovano una strada per ricominciare a vivere. Mi sono approcciata a questa lettura senza aspettative e devo ammettere che l’inizio è stato in salita: ero un po’ interdetta perché non riuscivo a capire il forte attaccamento di Jax verso la figura di Sarabi, che mi ha dato il sapore di un instalove, ma andando avanti questo dettaglio ha perso totalmente di importanza, perché sono stata completamente travolta dalle emozioni dei protagonisti che l’autrice è riuscita trasmettermi appieno. Sarà che il tema dell’ansia mi è caro ma empatizzare con Sarabi e le sue paure è stato naturale: ho vissuto tutta la sua fatica nel fare piccoli passi, la sua fragilità, ma anche la sua forza d’animo e il coraggio di non mollare. Anche Jax è un bel personaggio: più grande di di 12 anni, è un uomo tormentato dagli incubi degli orrori che ha visto ma anche dagli sbagli che ha commesso. E’ molto duro con sé stesso e si sente non meritevole d’amore, ma con Sarabi è davvero adorabile: tenero, paziente, premuroso, attento e protettivo. Il rapporto tra i due cresce lentamente, con dei dolcissimi passi avanti che mi hanno regalato delle scene romantiche di una tenerezza infinita, ma anche dei momenti di tensione intensa che sfociano in scene spicy belle calde. All’intreccio primario si interseca una sotto trama, che mi ha coinvolto quanto quella principale, rappresentata dal racconto di una donna nera vissuta in Germania durante la seconda guerra mondiale e del suo amore per un soldato delle SS. Ho apprezzato il parallelismo tra le due storie ma anche il valore terapeutico che la lettura condivisa da Jax e Sarabi di questo libro, di cui disperatamente cercano informazioni, ha sulle loro vite. Mi è piaciuta anche l’originale ambientazione nella campagna britannica, gli sprazzi di cultura africana con i suoi miti e leggende, ma soprattutto ho amato il messaggio di fondo, quello del valore di ogni racconto, del suo potere, dell’importanza di leggere le storie e tramandarle, per non dimenticare il passato e non commettere gli stessi errori in futuro. La scrittura è davvero buona: pulita, semplice, scorrevole e coinvolgente, con una menzione speciale per l’editing davvero preciso. A me è piaciuto: non è impeccabile, ma è un libro commovente che in più di un’occasione mi ha toccato il cuore e per questo lo consiglio.
È veramente difficile descrivere questo libro in modo da rendergli giustizia… emozionante, commovente, coinvolgente, amore allo stato puro, delicato!
Sarabi e Jax sono agenti in riposo perché in evidente stress post traumatico, a causa di accadimenti e missioni violente a cui hanno partecipato e ne sono rimasti vittime. Sono anime spezzate, che hanno bisogno di essere ricostruite… lei aiutata dall’amore di sua nonna Wanny, sta già lottando per provare a tornare in sé… lui sembra aver ceduto ed essersi lasciato andare. Ma il destino li vuole insieme, dal loro primo incontro, che in realtà è l’inizio della battaglia interiore, fino a quando non finiranno per vivere nella stessa fattoria.
Una storia di rinascita, fatta di piccoli@passi, di amore viscerale, e di una profonda voglia di farcela per l’altro. Inoltre alla loro storia si intreccia quella di Gwen… la protagonista del libro che Sarabi trova per caso e inizia a legger insieme a Jax… Non voglio dire troppo perché il libro deve essere letto, vissuto, ma quello che posso dire è che mi ha emozionato tantissimo, tante lacrime sono scese, e le ho sentite tutte… Vengono trattati argomenti difficili, narrati episodi dolori ma con una delicatezza e altrettanta forza, aprendo degli spunti di riflessioni. @deborahp.cumberbatch all’interno della storia , è riuscita a far passare messaggi importanti.. direi anche molto attuali !
..”posto dei libri è lo sguardo delle persone, la loro casa sono le nostre mani che sfogliano le pagine.»….. ….«Ogni libro è plasmato dalle anime di tutti coloro che hanno avuto la benedizione di incontrarlo sulla loro strada. Noi crediamo di possederli, ma in realtà sono loro a prendere un pezzo di noi che non riavremo mai indietro. Viviamo nelle pagine che leggiamo, e la persona che le leggerà dopo di noi avrà per sempre una parte di noi dentro di sé. Quei libri sono stati una casa per molte persone prima di noi e, forse, sono la casa che tu adesso stai cercando, anche senza sapere di averne bisogno.»”
Your Last Words è una storia che lascia il segno, perché non racconta solo una rinascita, ma due. Deborah P. Cumberbatch riesce nell’impresa di scrivere due storie parallele che scorrono come una clessidra: passato e presente si rincorrono, si rispecchiano, si uniscono in una connessione profonda tra due vite simili, ferite in modo diverso ma ugualmente bisognose di guarigione.
Ciò che colpisce di più è la delicatezza con cui Deborah affronta temi duri e complessi, trovando sempre il tono giusto, senza forzature. La sua scrittura è morbida, quasi sussurrata, ma arriva dritta al cuore. E il cuore, leggendo, lo senti pulsare forte.
La tensione tra i protagonisti è palpabile, costruita con una cura che rende ogni scena intensa e credibile. Il trope touch her and die si intreccia con il bisogno disperato di protezione e amore, in una relazione che non ha bisogno di gesti eclatanti per essere straordinaria.
Ho dato 4⭐️ a questo libro perché mi ha toccato profondamente. È uno di quei romanzi che ti sorprendono piano, che parlano sottovoce ma restano dentro. Originale, emozionante, pieno di dolore ma anche di speranza. Un libro che ti ricorda quanto sia potente la forza delle parole… soprattutto quando sono le ultime.
La scrittura di Deborah P. Cumberbatch non mi è nuova, ma è la prima volta che leggo un suo romanzo che non sia stato scritto a quattro mani e… Your last words è quella storia che vorrei leggessero tutte quelle persone che dicono che il romance è una lettura di serie B. Questa è la storia, quella con la S maiuscola e sapete perché? Perché qui non c’è solo amore… c’è dolore, c’è tenerezza, c’è una delicatezza che spesso non si trova. In più l’autrice ha deciso di mettere una storia nella storia, ed è un qualcosa che non passa inosservato e questo perché se ci si sente con una stretta allo stomaco per la storia di Jax e Sarabi, per il resto fa ancora più male ma è quel male che ti fa aprire gli occhi, che ti svela delle realtà, e lo fa con quel pizzico di speranza, di amore, di voglia di vivere, che il lettore non può che voler interpretare tutti i viaggi possibili. Mi aspettavo tanto da questo romanzo? No, e lo dico con sincerità… eppure l’autrice è arrivata dove nemmeno avrei potuto immaginare. Queste sono le penne che meritano, questa è una di quelle storie che ti rimane nel cuore… mi spiace solo per chi, magari per dei preconcetti, andrà oltre. Ma d’altronde si sa, abbiamo tanti problemi proprio perché siamo soliti andare oltre senza guardarci mai veramente attorno o indietro. Personalmente, non posso che dirvi di buttarvi e che non ne rimarrete delusi!
Jax è un agente dell’MI6 ma da due anni a questa parte non è più lo stesso. Una missione non andata a buon fine, l’ha portato al limite procurandogli incubi persistenti e una tendenza all’ alcolismo. Non essendo considerato più idoneo, viene congedato per qualche mese, in modo che possa riprendere in mano la sua vita. Grazie ai suoi migliori amici, trova da lavorare in una fattoria in campagna, di proprietà di una signora anziana e sua nipote. Quello che non sa, è che lì troverà la persona che da due anni a questa parte riempie i suoi pensieri. Sarabi dopo essere stata salvata dalla sua prigionia non è più la stessa. Il trauma subito è un segno che si porta dentro, ma grazie alla terapia e all’aiuto delle persone care, riesce a riprendersi e tornare insieme a sua nonna nella loro fattoria. Mai avrebbe pensato che la persona che dovrà ospitare per aiutare lei e sua nonna, è proprio colui che l’ha salvata dal suo peggior incubo.
Questo libro, questa storia d’amore mi ha toccata in modo che non pensavo. Jax è Sarabi sono due pezzi di un puzzle che si incastrano in maniera perfetta. Due anime rotte che si ritrovano per ricomporsi insieme.
Jax è un uomo che si porta dietro tante cicatrici, che nasconde il suo cuore e il suo amore dietro una corazza, ma per il suo piccolo e forte colibrì farebbe di tutto. Ho amato come si prende cura di lei, come in punta di piedi si fa strada nel cuore di Sarabi e di come il loro amore guarisca entrambi. Sarabi è una donna forte, che nonostante il dolore e le ingiustizie subite, riesce a rialzarsi e a riprendere possesso della sua vita.
Insieme riescono a ritrovarsi, a ricostruire quei pezzi mancanti, comportandosi a vicenda. Menzione d’onore va anche alla storia parallela all’interno del libro, la storia di Gwen e Roth. Le loro vicende mi hanno travolta e trascinata indietro nel tempo, facendomi vivere appieno la sofferenza di una donna di colore durante la seconda Guerra Mondiale e di un soldato delle SS che non abbraccia ciò che la sua divisa rappresentava.
Le lacrime versate per questo libro e queste storie sono state tante, ma alla fine il mio cuore è pieno di queste due storie d’amore che mi hanno scaldato l’anima. Grazie ancora a Deborah per la fiducia e per avermi permesso di conoscere Jax e Sarabi.
Una sola parola: BELLISSIMO Questo è il primo libro che leggo di Deborah, ho amato la sua scrittura, ho amato tutto il libro Jax mi ha conquistata già dalle avvertenze😂😂 Già al capitolo 6 avevo gli occhi lucidi che per me è strano, ho divorato questo libro in poche ore, mi sono immersa del tutto nella lettura di Jax e Sarabi, per non parlare delle pagine del diario (quei capitoli mi sono piaciuti un sacco e i due capitoli finali del diario mamma mia😭) I capitoli 16, 17 e 19 mamma santissima 🔥❤️ Decisamente fuoco puro e il capitolo 19 mi ha distrutto il cuore, quei due sono decisamente da proteggere ❤️🥹 Il finale? In lacrime, totalmente in lacrime 🥹
P.S. Ho bisogno assolutamente di un libro su Rowan e uno su Rhyson
P.s.s. Se ne avete la possibilità leggete questo libro ascoltando la playlist scritta all’inizio del libro❤️
Avete presente i romanzi che ti travolgono? Quelli capaci di logorarti il cuore? Ecco la storia di Sarabi e Jax è questa. Una storia che va a toccare parti dell’anima ri chi legge attraverso due protagonisti rotti. Distrutti. Che non sanno come rialzarsi. Ma che troveranno la forza l’uno nell’altra. Una storia di anime affini che la vita fa incontrare. Una storia che ti prende per mano e di mostra quanto il dolore può logorarti dentro. Sarabi e Jax sono due protagonisti che crescono. Si nutrono l’una dell’altra. Si ascoltano. Scappano, ma ritornano. Si scoprono e si fanno scoprire. Sono due persone che ti entrano nel cuore. Lo stile di Deborah mo ha conquistata e ha reso il romanzo qualcosa so veramente magico. • Recensione su YouTube ✨
Questo libro è...traumi, sofferenza, pianti... Ma è anche cura, guarigione, amore. Un amore, anzi due, che si incontrano e si fondono, in una doppia storia, che lega anime affini a distanza di anni. Quattro anime ferite, che trovano nella loro metà la cura, la forza e il coraggio di andare avanti, lottare per un mondo che non fa nulla per meritarli, ma merita tutto quello che hanno saputo dimostrare. Jax e Sarabi, legati dal primo sguardo, si perdono e si ritrovano tra le pagine che racconta di Gwen e Roth. La profondità di questo libro, le emozioni così vive e vere da farti stare male. E alla fine, la meraviglia: si torna a vivere per un mondo migliore di quello che è. Un messaggio di speranza e rinascita, il finale è una coccola che tutti meritiamo. Ho amato questa storia, ho amato le scene spicy (se non avete idea di cosa fare con un soffione, leggetelo)👀 Insomma grazie Debora per averci donati sei personaggi così delicati, così perfetti con le loro ferite. ❤️
Consiglio. DOVETE LEGGERLO. Vi apre un mondo, vi fa riflettere. Questo libro non rientra in nessuna classifica di libri.. è A SÉ. Pieno di positività, di riflessioni, di paure che riconosco di avere per il presente e futuro. Ma anche tanta voglia di lottare, di splendere, la voglia di non smettere di sognare. Di amare se stessi e gli altri. Di lottare contro le ingiustizie. Ciò che ci sta circondando e la voglia di non tornare indietro. Facendo sentire, sempre, la nostra voce. Non possiamo e non dobbiamo farci spegnere. 🌼🤩🥹💛
Io vorrei saper fare una recensione solo per riuscire a dare il giusto valore a questo libro. L’intreccio di due storie che, alla fine, si rivelano essere una il seguito dell’altra se non addirittura la stessa storia che si ripete. Perché due anime gemelle, spezzate allo stesso modo, si troveranno in qualsiasi vita e a qualsiasi costo. Sarabi e Jax sono due anime spezzate, a modo loro, e passo dopo passo, giorno dopo giorno, si sono ricomposte a vicenda, frammento dopo frammento. Non penso di essermi spiegata bene ma ho lasciato un pezzo di cuore in questo libro
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Un giorno. Ci ho messo un solo giorno a leggerlo. Non sono riuscita a staccarmi dalle pagine, totalmente presa dalla storia. Non riesco a trovare le parole giuste per descrivere ciò che ho provato mentre leggevo la storia di Jax e Sarabi, ne parlerò a mente lucida e più avanti in una recensione su IG. Una cosa però posso dirla con assoluta certezza: LEGGETE QUESTO LIBRO. Deborah, tu lo sai, io sarò il tuo nuovo incubo perché ora necessito degli altri!
3.5⭐️ L’inizio mi ha catturata subito, la scrittura scorrevole e i protagonisti, così intriganti, mi hanno spinta a divorare le prime pagine con entusiasmo. Andando avanti, però, l’interesse è un po’ calato e l’ho trovato meno coinvolgente rispetto al ritmo iniziale e all’idea che mi ero fatta. Bella l’idea della storia nella storia, originale e ben inserita nella trama.