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Bashavert

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Nhan Seojun, rampollo figlio del Primo Ministro al servizio del grande leader, è in lizza insieme a pochi altri prescelti per diventare un Cavaliere di Drago. Draghi e uomini, del resto, collaborano per mantenere il paese in pace e scendere in guerra se necessario, unendosi grazie a una speciale tecnologia che li rende quasi un unico essere. Ma non del tutto. Seojun, che deve sempre obbedire alla volontà del padre, viene prescelto da quella che sembra una femmina troppo debole per lui, e dovrà imparare che crescere significa proprio questo: essere identità uniche, ma unite e compassionevoli. Seojun e il suo migliore amico Do-Yun, la promessa sposa Soo-Yun, e infine il drago Ashe prendono vita sotto la penna di Veronica De Simone, in una storia delicata e allo stesso tempo feroce, capace di raccontarci il significato di unione e come questa può aiutarci a superare quello che sembra il più insormontabile degli ostacoli.

Kindle Edition

Published June 13, 2025

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About the author

Veronica De Simone

12 books37 followers
Classe 1994, nata nella città più nebbiosa d'Italia, fin da piccola ha sempre desiderato cavalcare un drago. Con tempo si è resa conto che, se avesse voluto realizzare il suo sogno, avrebbe dovuto crearlo, il drago. Così, non appena terminate le superiori, si è iscritta alla facoltà di scienze biologiche, dove passa circa il 75% delle sue giornate. Nel tempo libero ama fare passeggiate, girare per musei, viaggiare e, quando la vita diventa troppo grigia anche per lei, accoccolarsi sotto le coperte in compagnia di un buon libro.

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Profile Image for Giulia Licciardello.
Author 9 books41 followers
July 23, 2025
Avrei voluto aspettare che passasse l'hype per questo libro ma è stato scelto come libro estivo da Spaghetti Fantasy e ne ho approfittato. Devo dire che mi ha preso molto e l'ho letto davvero in pochissimo tempo, però mi è comunque piaciuto "a metà".

La prosa è di mio gusto, uno stile pulito, una voce chiara e un ritmo ben costruito e incalzante, di quelli che "ogni capitolo tira l'altro", quindi proprio perfetto per me. Mi è piaciuto molto com'è stato delineato il protagonista, figlio di un sistema su cui pian piano comincia a farsi domande (anche se in alcuni casi è spinto solo grazie a "cose" che succedono ad altri personaggi, e questo mi è dispiaciuto). I flashback/ricordi del fratello sono la parte più bella ed emozionante del libro, sicuramente il punto forte della lettura come il tema della sua salute mentale. Però, proprio questo tema del lutto per me si perde un po' sul finale per "cosa che succede" che non so, mi ha proprio spento quel percorso che stava affrontando Seojun.
Mi va molto bene che non ci siano tante battaglie e momenti d'azione perché cercavo proprio un libro sull'emotività e formazione (anche se forse, dato il contesto, qualche momento d'azione in più avrebbe avuto senso).

Il mondo non è chiarissimo e questo aspetto non mi è piaciuto. Dovrebbe essere "ispirato alla Corea" dove però la Corea non è mai stata divisa, però ci sono elementi che prendono dalla Corea del Nord e altri dal Sud (di oggi) mischiati un po' in modo non proprio chiaro e coerente. Nel senso, se ci troviamo in una dittatura, come può esserci un accesso a internet così tranquillo, come anche gaming house, possibilità di diventare pro player... Poi magari è plausibile, ma non si capisce perché sia così. Se penso alla Corea del Nord, non c'è questa libertà. E poi non è chiaro il resto del mondo com'è, perché sono in guerra con la Cina, a livello tecnologico com'è messo il resto del mondo. In generale non è chiaro nemmeno il tempo, si parla di "Corea iperfuturistica" ma a parte i draghi meccanici e le simulazioni per parlare con le persone non mi è sembrato così ipertecnologico. Mi mancavano dei punti di riferimento spazio-temporali, ecco. E purtroppo, considerato l'argomento Corea, mi premeva abbastanza che alcuni dettagli fossero chiariti (avrei preferito per esempio capire meglio come si è arrivati a questa dittatura piuttosto di mettere in mezzo mille nomi di cibi e la skincare).

A esclusione del protagonista, gli altri personaggi mi hanno lasciata insoddisfatta. Avevano belle storie, ma la loro "fine" sembrava più funzionale a Seojun che altro, lasciandomi con tanti punti interrogativi. Il personaggio di Ashe, poi, è quello che più ho sentito distante. Per tutto il tempo sono stata molto dispiaciuta che non si parlasse mai della sofferenza e dell'abuso che subiscono i draghi, tanto che pure Ashe dopo le operazioni iniziali, smette di parlarne. Era un tema che mi interessava molto e invece, be', non c'era, e mi è dispiaciuto. Ashe non serve a questo ma a descrivere questo rapporto simbiotico con Seojun. Qui apro parentesi: mi piace il concetto di trovare qualcuno con cui ti trovi così in sintonia da poter agire e pensare come se foste una cosa sola, però il personaggio di Ashe non è approfondito né arriva allo stesso modo di Seojun, e questo non me la fa percepire come "sullo stesso livello" per emotività. Poi c'è una scena "culmine" del loro rapporto che non mi è piaciuta proprio per niente, né per com'è stata scritta né per il fatto in sé, mi dispiace.

Infine, in finale (lol) mi è parso parecchio velocizzato. Se fino all'80% diciamo il ritmo mi sembrava ben bilanciato e intrigante, poi mi sono sentita come se stessero succedendo millemila cose tutte in una volta. E ci sta che diventi frenetico, però allo stesso tempo alcuni fatti non hanno avuto modo di respirare e magari chiudere alcune storyline che invece, come dicevo prima, mi hanno lasciato con l'amaro in bocca. Proprio che il primo impatto a lettura finita è stato "e quindi?".

In conclusione però posso dire che è un libro che mi è piaciuto a metà, per alcune cose big yes, altre BIG NO. Comunque è la prima opera che leggo dell'autrice e dal punto di vista di idee e penna sono soddisfatta quindi probabilmente leggerò altro di suo in futuro. Forse con più ricerca e chiarezza in più su determinati argomenti.
Profile Image for Selene Rampolla.
Author 5 books8 followers
September 1, 2025
È molto difficile per me dare un parere a questo libro, perché per tipo il 60% (?) la lettura mi ha preso tantissimo, poi arrivati alla fine sono rimasta delusa (perdonatemi il termine, è più forte di quanto vorrei).

Tra i pregi di Bashavert c'è sicuramente il ritmo: l'ho divorato. L'ho letto in 3 sere, ma se avessi potuto, l'avrei rushato in una nottata (ma purtroppo si deve lavorare).
Ho apprezzato davvero tanto come è stato affrontato il tema del lutto e questo rimane, secondo me uno dei punti più forti del romanzo, come anche la caratterizzazione del protagonista. I suoi comportamenti sono credibili, dato il contesto in cui si trova e comunque si riesce a empatizzare con lui.

A fronte del carattere di Seojun, abbiamo quello di Ashe. All'inizio mi sembrava comprensibile che si mostrasse ben disposta e paziente nei suoi confronti, ma con il proseguire del libro la tolleranza e la comprensione sono diventate quasi subordinazione o passività.
Aggiungo un elemento strettamente personale sulla loro relazione: sono una grande fan del concept drago+cavaliere, del legame mentale ecc ma a mio gusto, un rapporto del genere non lo riesco a immaginare come romantico.
Poi ammetto che non mi ha entusiasmata la scelta di utilizzare la condizione patologica dei gemelli craniopagi come inspo (?) per una relazione romantica, ma suppongo che sia una questione di sensibilità e/o di astrazione.

In più mi è venuto un dubbio: l'unica destinazione nell'avere un rapporto decente con il proprio drago è diventare Bashavert? E questo comporta sempre che il rapporto diventi romantico e fisico? Perché su 4 personaggi che hanno sublimato il bond fino a questo punto, sappiamo che 3 hanno raggiunto quel tipo di relazione e il quarto per mia lettura ha fatto la stessa cosa, ma non mi sembra che il testo lo metta nero su bianco.

Parlando degli altri personaggi, Do-yun e Soo-yun, mi sono sembrati solo degli strumenti che servivano allo sviluppo del personaggi di Seo, per poi essere scartati una volta adempiuto al loro ruolo.
E ho provato sensazioni contrastanti sul finale. Perché da un lato, il protagonista scappa e si suppone si salvi da una vita fatta di sofferenze, ma ciò che hanno subito le persone intorno a lui è come se non avesse importanza, o comunque viene risolto un po' troppo velocemente.
Oppure una lettura diametralmente opposta è quella che gli errori costano MOLTO caro, perché Seo ha fatto degli sbagli e le due persone a cui teneva di più (più la madre, volendo) hanno pagato con la vita (o con la sanità mentale) e lui non ha avuto modo di porvi rimedio. E questa lettura, tra le due, è la peggiore perché il libro è targettizzato come young adult e rischia di far passare un messaggio che - sono certa - non fosse l'obiettivo della storia.

Sul world building ho da dire poco, se non che avrei preferito fosse più dettagliato. Infatti solo al momento della battaglia ho capito che i draghi fossero impiegati anche dai nemici e non fossero un esclusiva del Paese dei protagonisti.
Un'altra domanda che mi sono posta è se draghi fossero presenti in tutto il mondo e fossero solo di quelle tre specie nominate nel libro, oltre perché non venissero impiegati in altre attività oltre quella militare.

Dal punto di vista della scrittura, la penna di Veronica mi è piaciuta molto. Per più di metà libro mi ha fatto piagnucolare per la delicatezza e profondità con cui ha raccontato le vicende di Seojun e Ha-joon, mentre ha zoppicato sulle scene d'azione che ho trovato difficili da seguire.

In ogni caso, ho intenzione di recuperare il suo racconto e di seguirla come scrittrice perché ha sicuramente colpito la mia attenzione, nonostante tutto.

In conclusione, per me, Bashavert non è un brutto libro. Si legge facilmente, ha un ottimo ritmo e probabilmente c'è molto di soggettivo sui punti critici (?) che ho sollevato.
This entire review has been hidden because of spoilers.
Profile Image for Giorgia Scalise.
Author 3 books18 followers
May 30, 2025
Ho visto nascere questo romanzo come racconto, crescere come novella e correre a rotta di collo verso un wordcount sempre più massiccio.
Potrei dirne tantissime cose; invece dico solo: che viaggio, ragazz3.
Ogni rilettura è stata una coltellata.
Ogni volta che arrivo a pagina 316, il mio cuore si sgretola e verso sistematicamente tutte le mie lacrime. Non importa se è la settordicesima volta e so che sta per succedere. Arrivo e piango, punto.
E non posso dire di più, ma QUANTO SON BELLE LE ILLUSTRAZIONI.
Q U A N T O.
Profile Image for Alexandra.
Author 1 book76 followers
August 13, 2025
ㅤㅤ
⠀⠀⠀📚 RECENSIONE !
⠀⠀⠀quando ho saputo che veronica avrebbe finalmente pubblicato un romanzo, correre allo stand di moscabianca non è mai stato così facile - nonostante la fila incredibile che si viene a creare al salone del libro quando c'è una novità. ci troviamo una corea distopica, in cui nhan seojun, figlio del primo ministro al servizio del grande leader, è in lizza insieme a pochi altri eletti per diventare un cavaliere di drago: una realtà in cui i draghi sono ormai al servizio del paese stringendo un legame con quelli che sono i loro cavalieri. le premesse sono stati quasi del tutto accontentate: a catturare la mia attenzione, più di tutto il resto, sono i personaggi - che in ogni storia di veronica in effetti riescono sempre a scavalcare tutto il resto. senza entrare troppo nello spoiler, ho percepito che l'intenzione dell'autrice era quello di raccontare dei personaggi e su questo ha fatto un ottimo lavoro: come si fa a non piangere a quella scena finale di cui non dirò nulla ma chi-ha-letto-capirà? ho apprezzato moltissimi dei personaggi, in particolar modo la realtà in cui si trova soo-yun (la promessa sposa di seojun): la personificazione di una realtà piuttosto attuale, che ho avuto modo di vedere seguendo alcune realtà coreane in maniera non proprio approfondita ma abbastanza lampante, che prevede dei canoni specifici nell'ambiente e nell'ambito femminile. avrei tanto voluto vederla di più all'interno della storia, c'era tanto potenziale per lei. passando invece al rapporto tra ashe e seojun, devo dire che era proprio come me lo aspettavo e di conseguenza nulla mi ha sorpreso davvero: in poche parole, sono stata soddisfatta come richiesto. forse l'unica cosa che avrei preferito vedere è la mente di ashe: sarebbe stato interessante, come ulteriore elemento, vedere come un drago legato ad un cavaliere effettivamente reagisce. ma questo potrebbe essere spunto per qualcos'altro quindi mi taccio. l'unico appunto personale che ho da fare riguarda l'ambientazione: di per sé il mondo orientale non è proprio il mio e non essendo una grande appassionata, alcuni elementi non sono riuscita a coglierli del tutto; avrei preferito essere guidata di più, da questo punto di vista. per riassumere, una lettura che mi ha lasciato tanto per via dei suoi personaggi! se siete amanti di questo tipo di storie, bashavert fa per voi.
Profile Image for Alice.
560 reviews92 followers
June 10, 2025
4.15 stelle
Divorato.

"Distopia coreana coi draghi" sembra quasi un prompt dato da un generatore random eppure funziona davvero bene, perché dietro si vede che c'è stato un grande studio.

Bashavert ha un ritmo perfetto, con una prosa asciutta ma bilanciata per darti momenti di calma e picchi di emozione al momento più giusto.
Nonostante mi sembri di aver passato troppo poco tempo coi suoi personaggi, questo segna semplicemente quanto mi siano piaciuti.

Avrei forse voluto più scene di approfondimento romantico tra personaggi che non nomino per gli spoiler.

E il finale! Non poteva essere diverso da quello che è, ma fa sorgere una richiesta spontanea: un seguito. Bashavert si presterebbe perfettamente a una serie di libri nello stesso universo, anche perché molte domande, anche se relativamente secondarie, rimangono un po in sospeso.

Profile Image for Elisa Legge Cose.
33 reviews
September 29, 2025
C'è un'umanità incredibile in questi personaggi, nelle loro insicurezze e fragilità mentre cercano di trovare posto in un modo che li vuole tutti uguali e perfetti.
Vorrei abbracciare Seojun, ma so che c'è Ashe che lo sta già facendo per me
Profile Image for Elisa Froggy.
30 reviews24 followers
August 22, 2025
Comprato perché “distopia coreana con i draghi”, rimasta per il romanzo di formazione tra lutto, cambiamenti, evoluzione dell'amicizia e comprensione dell'amore.

Sto leggendo solo fantascienza da un po’ di tempo e di fronte a *distopia coreana con i draghi* non potevo lasciare questo libro in TBR ancora per molto. La storia parla di Saojun, giovane Cavaliere di draghi in addestramento che si prepara alla guerra di espansione del regime del Grande Leader di cui suo padre è Primo Ministro. Tra lutti, cambiamenti, evoluzione dell'amicizia e comprensione dell'amore, il protagonista si formerà, crescerà e svilupperà la propria identità.

Ho divorato questo libro in un paio di giorni e mi è piaciuto moltissimo, soprattutto nella scrittura e nell'ambientazione. Ho trovato la scrittura chiara, sinuosa, estremamente espressiva, con un ritmo che mi ha tenuta incollata alla pagina, sapendo ponderare bene le fasi del racconto, tra passaggi più introspettivi, scene d'azione e rappresentazione dell'atmosfera.

L'ambientazione l'ho trovata brillante e soprattutto unica rispetto alle narrazioni di military fantasy con i draghi tech e i cavalieri. So che è la Corea la nazione di riferimento o comunque affine a quella rappresentata, ma non essendo una appassionata del genere, ho colto i riferimenti quanto basta (indubbiamente perdendomi dei pezzi interessanti): riconosco l'enorme lavoro di ricerca e costruzione del mondo dal cibo ai vestiti, dalla skincare alla forma delle città, all'attenzione ai trend fino al regime. La dittatura militare del Grande Leader permea tutta la narrazione, sancisce dogmaticamente le modalità dei rapporti umani, la loro gerarchia e spesso la loro violenza, sono chiare le leggi e la propaganda, la repressione del dissenso nonché la forma mentis che influenza i personaggi nel proprio districarsi nel racconto (con tanto tanto tanto dolore).

I personaggi sono estremamente credibili e a tutto tondo, con pregi e difetti, non costruiti per piacere ma con una profondità tangibile.
Il protagonista Saojun non è perfetto ma lavora su sé stesso, spesso con enorme dolore: è un anti eroe e ho apprezzato molto il non fargli cavalcare il ruolo di eroe dissidente; è un giovane con tanti traumi alle spalle, in particolare il lutto per la morte del fratello maggiore che non può processare perché deve soddisfare le aspettative impossibili del padre. E ancora, il suo migliore amico - Do-yun - non è presente, empatico, leale e fedele perché “o’ dimo” ma nella narrazione si sostanzia la sua presenza e il suo supporto verso il protagonista anche quando questi non se lo merita.
Tutti i personaggi crescono e cambiano, come e a fianco del protagonista, una su tutti Soo-yun.
Infine che dire di Ashe, la draghessa, personaggio incredibile, dolcissimo e fondamentale nella storia per la crescita e la maturazione del protagonista: ho amato tantissimo come si rafforza attraverso la storia il bond tra lei e Saojun.

Questo libro mi ha travolta e non riesco a smettere di pensare ai dettagli che emergono man mano che ci penso. Un ottimo YA distopico che non si sottrae, nel suo essere romanzo di formazione, dal trattare temi come la medicalizzazione dei disturbi mentali e il suicidio, il coming out e l'omofobia, il lutto e la violenza domestica, il dolore e il trauma. Detto così sembra un libro pacco ma la sua grande capacità è proprio quella di saper bilanciare questi temi massicci nell'introspezione e nei rapporti umani.
Profile Image for Marti.
99 reviews3 followers
June 11, 2025
Io ho finito Bashavert, ma anche Bashavert ha finito me.

Parlare di questo libro è particolarmente difficile, perché moltissime cose che lo riguardano non possono essere descritte, ma solo lette. In ogni caso proverò a fare del mio meglio per spiegare perché mi è piaciuto tanto.

Partiamo dall’ambientazione: siamo in una Corea dittatoriale e tutto è descritto in modo incredibilmente realistico. L’ambientazione coreana è studiata nei minimi dettagli: il cibo, i vestiti, ma anche strade ed edifici mi hanno catapultata direttamente in Corea; si vede che Veronica De Simone ha prestato tanta attenzione al rispetto della cultura di approdo del suo romanzo. Ancora più soddisfatta posso dirmi della rappresentazione della dittatura: i rapporti tra personaggi, la propaganda e persino il modo in un Seojun (il protagonista) e gli altri personaggi ragionano rispecchia perfettamente quello che direbbero e farebbero persone cresciute nel loro stesso contesto. Così come ha assolutamente senso il fatto che non ci siano personaggi che calcano lo stereotipo dell’eroe dissidente che, in questo racconto, sarebbe risultato irrealistico.

Seojun è un personaggio complesso, che certamente cambia e cresce nel corso della narrazione, ma lo fa attraverso un processo lento e doloroso, costellato da traumi e scossoni che ce lo fanno lasciare sul finale non ancora “risolto” come persona. Anche questo per me ha comportato un punto di realismo eccezionale: come potrebbe una persona cresciuta per 19 anni nel peggiore dei mondi cambiare radicalmente in pochi mesi? Posso quindi dire (felicemente) di aver provato compassione per lui, ma di non averlo amato come personaggio.
Il compenso ci sono una serie di altre persone (e non) che affollano la storia e che sono entrat3 nel mio cuore. Ashe (la draghessa): nella mia modesta opinione la vera vittima del romanzo, oltre che il personaggio più dolce mai scritto (la descrizione del modo in cui lei a Seojun devono costruire il loro bond progressivamente conoscendosi piano piano? La mia cosa preferita). Non apro nemmeno il capitolo su Soo-yun, Ha-joon e Do-yun perché non credo di essere ancora capace di parlarne senza sciogliermi in una valle di lacrime.

Insomma Bashavert è un romanzo incentrato sull’interiorità del protagonista, sul suo dolore e sulla sua solitudine nell’affrontarlo, soprattutto in un contesto che non lo lascia libero di vivere il lutto. È una finestra spalancata su un mondo di relazioni complicate (direi anche disfunzionali) e di affetti profondi e sinceri che, però, non hanno vita facile nel terreno in cui crescono. Trama e azione non mancano del tutto nel romanzo, ma non ne sono certamente il focus (cosa che non mi è dispiaciuta, ma sapetevelo ecco).

In conclusione: se volete leggere un libro che descriva l’animo umano in tutte le sue sfaccettature e nel modo più realistico e sincero possibile Bashavert fa al caso vostro (ma solo se non avete paura di soffrire: siate avvisat3)!
Profile Image for Kgat.
42 reviews1 follower
November 6, 2025
Allora c'e molto da dire, ma vorrei partire prima di tutto da cosa mi e piaciuto di questo libro.
I personaggi principali sono molto ben caratterizzati,in particolare Seojun e il fratello Ha-joon.
Due personalità che almeno superficialmente sono l'esatto opposto uno del altro ma che scavando piú a fondo diventa chiaro che la famiglia in cui si sono cresciuti li ha traumatizzati e resi piÚ simili di quanto si creda possibile.
Mi e piaciuto molto anche il personaggio di Soo-yun, vuoto e inconsistente al esterno ma che riporta fedelmente l'incostanza della società in cui vive.
La narrazione e molto scorrevole e si nota da parte del autore una buona ricerca iniziale.
Proprio dal fattore ricerca, però, vorrei iniziare a parlare invece di quello che non mi ha convinto molto.
Sicuramente come Gia detto l'autrice ha fatto un buon lavoro di ricerca iniziale, soprattutto per quanto riguarda cibo e skin care. Ma da studentessa e appassionata di cultura coreana devo dire che certi pezzi non sono ben chiari, prima di tutto l'utilizzo di termini giapponesi per spiegare oggetti propri corani. Si potrebbe dire che sono piÚ di conoscenza comune questi termini in giapponese ma visto che l'ispirazione della citta distopica e di natura coreana sarebbe stato un pochino più carino utilizzare i termini propri del paese, mettendone anche una breve spiegazione del testo.
Spesso di fatti mancano spiegazioni di termini base che si ritrovano in tutto il libro ma che di primo acchito ad un pubblico non ben informato risulta difficile da capire. Per almeno 5 capitoli ad esempio non capivo che il cellulare ad esempio fosse chiamato in modo differente. Sicuramente posso sembrare scema io ma mi ha reso la lettura un po' irritante.
Sarebbe stato anche carino avere ad esempio un capitolo concentrato su come come sia nato il partito al potere e del perché si stesse combattendo quella guerra.
Gli ultimi capitoli inoltre li ho trovati un po' pochino troppo sbrigativi
Di base il libro, i personaggi e la storia non mi sono dispiaciuti affatto, la lettura e stata piacevole e incalzante ma alcuni piccoli accorgimenti mi avrebbero dato modo di godermi di più la storia.
Detto questo, e un bellissimo progetto editoriale diverso da molti progetti in giro. Spero di poter recuperare al più presto altre letture del autrice!
Profile Image for Angelo Maria Perongini.
116 reviews1 follower
June 19, 2025
L'ultima volta che ho avuto un fantasy YA tra le mani era il lontano (sigh!) 2015. Il libro era "La Principessa" di Cassandra Clare, che è ancora nella mia libreria con un segnalibro ormai fossilizzato a 1/3 dalla fine. Tornare tra le pagine di questo genere/target was not on my 2025 bingo card, eppure la breve presentazione di "Bashavert" a Hic Sunt Dracones (SalTo off 2025) ha titillato la mia curiosità. Ma veniamo subito al sodo.
La trama la sapete già, quindi: cosa mi è piaciuto e cosa no?
Una delle qualità più apprezzabili che può avere un libro (secondo me) è non deludere le aspettative. In questo caso l'aspettativa era Evangelion+Eragon, quindi direi che c'era ampio spazio di manovra per una delusione. "Bashavert" però fa pieno centro, fondendo senza sbavature le anime delle due opere a cui si ispira. Le tematiche sono quelle dell'anime di Anno: conflitto generazionale, elaborazione del lutto, scoperta del desiderio. Del romanzo di Paolini, invece, De Simone recupera la mitologia e la adatta a una nuova e (decisamente) più attuale ambientazione.
Grande pregio di "Bashavert" è per l'appunto la sua ambientazione, frutto di un'altra azzeccata combinazione, stavolta tra le due Coree. Di quella del Nord sentiamo le forme (l'indottrinamento, la repressione del dissenso, il controllo anche violento), mentre di quella del Sud percepiamo più i contenuti (l'ossessione per la cosmesi, l'attenzione ai trend, la competitività senza remore). A fare da sfondo alla vicenda è dunque un mondo denso, in cui le volontà sono canalizzate lungo vie prestabilite e l'espressione dell'individualità è programmata quasi scientificamente. E si tratta di un mondo tutt'altro che implausibile.
Per quanto riguarda i personaggi, i più vividi e tridimensionali sono indubbiamente quelli della fascia d'età del protagonista (e quindi, verosimilmente, di chi legge). Sono ragazzi e ragazze in lotta con se stessi e con gli altri, attraversati da dubbi e paure, ma anche capaci di slanci assertivi. Dal canto loro, e forse in maniera coerente, gli adulti appaiono più che altro opachi e/o piatti, le loro motivazioni inesplorate, i loro caratteri inquestionati. La loro profondità ci è preclusa per ragioni prospettiche o sono loro ad averla persa?
Quanto agli aspetti più meramente formali, "Bashavert" preferisce un comparto retorico-narrativo molto "visivo" (non nascondo che a volte ho avuto l'impressione di leggere la sceneggiatura di un anime), una grande carica emotiva nelle descrizioni delle azioni/reazioni dei personaggi, e un ritmo sostenuto che non stanca mai. Non il tipo di scrittura che preferisco, ma forse il linea con il target e in fin dei conti non così invasiva da disturbarmi l'esperienza di lettura - d'accordo, potrei aver sollevato gli occhi al soffitto ogni tanto, ma ormai ho una certa età.
Se proprio dovessi trovargli dei difetti, direi che le ultime 100 pagine mi sono sembrate leggermente rushate, e ho trovato la storia della metamorfosi un po' sus.
Al netto di tutto, un buonissimo romanzo.
Profile Image for Ilaria.
56 reviews16 followers
August 27, 2025
Seguendo l'autrice da un paio di anni e avendo apprezzato di suo "I fiori di Yggdrasill", ho aspettato con parecchio hype questo romanzo e non sono rimasta delusa!
Draghi e Corea? I'm in ;)
Tenendo da parte le preferenze personali, però, ho trovato la storia ben scritta con una prosa diretta che ha contribuito a farmi divorare i capitoli uno dopo l'altro; molto bella la crescita dei personaggi, anche quando presentata in modo "indiretto" (il modo di esprimersi di Ashe diventa più complesso mano mano che il legame con il suo cavaliere migliora); intrigante il mondo costruito, così simile e così lontano dal nostro.
Non mi ha convinto la poca profondità con cui vengono presentati i draghi: la loro biologia, psicologia e la sofferenza per la Metamorfosi vengono solo accennate, e sono tante le domande che ho e a cui non so dare una risposta (anche legate a delle dinamiche che accadono nel finale). Un solo romanzo non è abbastanza (penso a "Temeraire" e alla dettagliata biologia draconica), ma avrei voluto che il focus fosse anche su Ashe e non sono su Seoyun.

Comunque bello bello, sempre più convinta da questa autrice pazzesca che ho anche avuto il piacere di incontrare in fiera a PLPL ✈️
Profile Image for Giada.
190 reviews46 followers
August 6, 2025
Tutto quello che un fantasy distopico dovrebbe essere.
Profile Image for Ivan D'Apice.
34 reviews4 followers
July 26, 2025
Seojun è il figlio del Primo Ministro di una nazione ispirata alle due Coree riunificate e sta affrontando il lutto per la morte in guerra del fratello maggiore. In una società che non accetta debolezza da parte degli uomini, Seojun non può far altro che soffocare il suo dolore negli psicofarmaci e sperare di dimostrarsi all’altezza delle aspettative che ricadono su di lui: per guadagnarsi il rispetto del padre deve infatti diventare un cavaliere di draghi.
La svolta nella sua grama esistenza giunge quando riesce effettivamente a legarsi con un drago, con cui instaura un legame profondo che lo aiuterà a uscire dal guscio e a mettere in discussione le sue convinzioni.

Parlare di Bashavert mi risulta complicato. Per cominciare si tratta di un romanzo che mi porta fuori dalla mia zona di comfort: non ho una gran fascinazione per i draghi, non mi piace la fantascienza militare e non sono particolarmente interessato ad ambientazioni di ispirazione coreana; tuttavia, le critiche che muoverò non sono influenzate dalle mie preferenze. Allo stesso tempo, c’è un aspetto della narrazione che ho trovato così sentito e ben riuscito da continuare a farmici pensare a distanza di giorni dalla fine della lettura e da spingermi alla ricerca di altre storie sullo stesso argomento scritte dalla stessa penna.
Penso che la cosa migliore sia procedere per argomenti e spiegare cosa mi è piaciuto e cosa mi ha lasciato più perplesso.

Partiamo dal worldbuilding: ci troviamo in una nazione fittizia che ricorda un po’ la Corea buona e un po’ quella cattiva… o forse siamo in una Corea riunificata nel futuro? Dalla lettura del romanzo mi è sembrato più un secondary world che un’ucronia o un futuro distopico, ipotesi coerente con l’esistenza dei draghi come creature antiche, che però sta accanto a riferimenti geografici e culturali reali, mentre la promozione del libro parla esplicitamente di una Corea del futuro. Il contesto, dunque, è un po’ confuso.

In ogni caso, in questa pseudo-Corea posta sotto il giogo di un dittatore guerrafondaio abbiamo caratteristiche generiche dei paesi autoritari come il culto della personalità del leader e la creazione di nemici interni ed esterni e altre più specificamente legate al contesto reale a cui l’ambientazione è ispirata, come una grandissima attenzione all’estetica, che si traduce in ricorso massiccio alla chirurgia estetica e all’eugenetica, e l’uso pervasivo dei social network nella vita di tutti i giorni - ma per questo non c’è bisogno di scomodare le distopie. Esistono anche forme di tecnologia più avanzate, come realtà virtuale e androidi. Nonostante tutto ciò, la vita di tutti i giorni non sembra troppo distante dalla nostra, il che è una scelta che ho apprezzato: siamo del tutto immersi in una cultura dai valori molto distanti da quelli di noi lettori, e il protagonista stesso ne è impregnato, il che lo rende un personaggio non sempre gradevole, ma coerente con il mondo in cui vive e per questo credibile e, a suo modo, interessante da leggere.
L’ambientazione è complessa, ma per via del fatto che il protagonista ha familiarità con essa non sono presenti spiegoni sui suoi diversi aspetti e se non si frequenta il genere i tanti elementi dati per scontati potrebbero rendere Bashavert difficile da approcciare. Anche riconoscendo le varie fonti d’ispirazione della storia, come Neon Genesis Evangelion, ho trovato comunque che ci fossero un po’ di mancanze nella narrazione: per esempio, non sappiamo quasi nulla di come sia la vita quotidiana dei cittadini di questa distopia, le specifiche delle tecnologie restano dubbie (di preciso, cosa sono i bioandroidi?), persino il contesto bellico è solo accennato, nonostante la storia racconti l’addestramento militare del protagonista.

Purtroppo, la vaghezza del worldbuilding si fa sentire anche nell’aspetto che pensavo centrale: i draghi, i loro cavalieri e il rapporto che si instaura tra di loro.
In questo mondo i draghi appartengono a tre diverse specie con “stat” diverse, possono comunicare con gli umani, stabilire rapporti simbiotici con essi e anche assumere un aspetto umano. Non si tratta quindi di draghi tradizionali, ma c’è anche di più: nell’ambito della guerra in cui la nazione è costantemente impegnata i draghi vengono ingegnerizzati e weaponizzati, con le loro parti biologiche che vengono rimosse e sostituite con parti meccaniche, mentre ai piloti vengono forniti bond-soppressori per impedire che il rapporto simbiotico diventi troppo intenso. Anche la definizione “cavalieri” non è proprio corretta: i soldati “pilotano” i draghi dall’interno del loro corpo, in maniera non troppo diversa da come un Children controlla un Eva. Insomma, i fan di Eragon, Game of Thrones o Dragon Trainer potrebbero gradire il diverso approccio al concetto di cavalieri di draghi, ma anche restare perplessi.

Sul ruolo dei draghi ho però riscontrato un problema: non mi è affatto chiaro perché, in questo setting, esistano i cavalieri di draghi. Premettendo che la rule of cool è di per sé una giustificazione sufficiente, a guardare le cose con un occhio un po’ più critico le domande senza risposta non sono poche: la nazione sembra aver a disposizione una tecnologia così avanzata che tutta la sbatta che si prendono per ingegnerizzare i draghi non sembra avere chissà quali vantaggi rispetto all’usare dei banalissimi aerei militari, e allo stesso tempo il bond con i draghi è talmente pericoloso e fisicamente estenuante per i piloti che il loro impiego non sembra avere alcun vantaggio e portare solo svantaggi. Dal punto di vista dei draghi le cose non cambiano: non è mai spiegato perché queste creature millenarie dovrebbero accettare di essere schiave degli umani, che le deturpano nel corpo e nello spirito: avrei dato per scontato che il rapporto dei draghi con la dittatura fosse centrale nella storia e che la maniera in cui vengono mutilati e come reagiscono a questo trattamento fossero esplorati nel dettaglio e invece abbiamo solo accenni a dir poco insufficienti a darci un’idea di come funzionino le cose.
Personalmente, avrei trovato molto più sensato se mi fosse stato raccontato che l’uso dei draghi è esclusivamente simbolico o propagandistico e che la dittatura continua a usarli nonostante siano palesemente inefficienti solo per la loro simbologia, ma non sembra essere così, quindi non posso far altro che tenermi i miei dubbi.

Passando al capitolo personaggi: mi ha convinto molto la scelta di mostrare la distopia non attraverso gli occhi dei soliti ribelli poveracci ma tramite quelli dei suoi figli più privilegiati. Tutti i protagonisti sono infatti figli di importanti ministri e funzionari che hanno problemi ben diversi da quelli che potrebbe avere la gente comune (che, ripeto, purtroppo non vediamo quasi mai), ma che vengono comunque rappresentati con grande sensibilità.
Il protagonista è un personaggio che potrebbe risultare divisivo, uno Shinji-like con un padre Gendo-like, che in quanto figlio del regime ha una visione delle cose che non è esattamente in linea con quella del lettore, ma proprio per questo ho apprezzato che l’autrice non abbia commesso la leggerezza di cercare di renderlo piacevole al lettore sacrificandone la caratterizzazione. Penso che Seojun sia un buon protagonista, ma quello che ho davvero amato del personaggio è come lo vediamo affrontare il lutto per la morte del fratello, aspetto che ho trovato di gran lunga il più solido, riuscito ed emozionante della narrazione, tanto che appena ho finito il libro ho chiesto in giro se l’autrice avesse scritto altro sull’argomento, perché mi piacerebbe davvero leggere altro di suo su questo tema.

… ma restando sui personaggi, è il momento di parlare del drago nella stanza. Come detto, Seojun si lega a un drago, non un possente maschio come preteso dal padre ma a una debole femmina di nome Ashe. Potrebbe scegliere di sopprimerla e sperare di legarsi ad un altro esemplare, ma sceglie di tenersela e instaura con lei un rapporto che si fa via via più profondo… in teoria. Purtroppo, mi duole ammettere che trovo il rapporto tra Seojun e Ashe l’aspetto peggiore del romanzo, il che è particolarmente grave considerando che il romanzo parlerebbe di cavalieri, draghi, cavalieri di draghi e del legame tra cavalieri e draghi.
Ashe è un personaggio davvero poco sviluppato, privo di sfaccettature e profondità: la sua caratterizzazione ruota interamente attorno all’essere il love interest del protagonista (sì), che adora senza che nè lui nè la narrazione ci forniscano alcuna ragione che giustifichi questo sentimento, forte al punto che Ashe considera la sua stessa mutilazione poco più di un fastidio che è disposta a sopportare pur di stare con lui. Il suo rapporto con Seojun è del tutto unidirezionale: nel corso della storia Ashe non fa altro che comparire, rigorosamente nuda, per coccolare Seojun quando ne ha bisogno, ricevendo in cambio solo rifiuti e sgradevolezza. In sostanza, Ashe è la waifu di un dating sim che Seojun tratta come un personaggio di Character AI, e questo rapporto così problematico non viene mai messo in discussione o esplorato un po’ più a fondo. In una narrazione altrimenti molto adulta, con una distopia brutale dove i personaggi sono preda di disagi psicologici rappresentati in maniera sentita e realistica, Ashe sembra appartene a tutto un altro genere di storia e appare del tutto fuori luogo. Non aiuta che per buona parte della storia Ashe si esprima in un italiano sgrammaticato al limite del parodistico, che rende tutte le sue interazioni con Seojun particolarmente fastidiose da leggere.

E a proposito di fastidio… fino adesso ho espresso critiche che spero non risultino troppo soggettive, quindi mi concedo un rantino su un elemento sicuramente minore ma che mi ha dato parecchia noia:
come detto, tra cavalieri e draghi si instaura un legame mentale che permette all’uno di percepire ciò che sente l’altro. Invece di utilizzare un verbo già esistente per descrivere questo legame, l’autrice ha deciso di impiegarne uno di sua invenzione:

sistesire.

Non sono contrario all’utilizzo di neologismi in sè, ma questa scelta specifica ha seriamente compromesso la leggibilità del testo e la mia immersione nella storia, per tre motivi:

innanzitutto è un verbo che non mi ha comunicato ciò che avrebbe dovuto trasmettermi, ossia questa comunione di percezioni tra drago e cavaliere, tanto che, le prime volte che me lo sono ritrovato sulla pagina, ho dovuto fare mente locale per ricordarmi cosa si intendesse;

inoltre, è un neologismo inutile. Verbi più comuni come “percepire” o il banalissimo “sentire” avrebbero restituito esattamente lo stesso significato, ma senza la barriera prodotta dal significato oscuro di questa nuova parola;

infine, avrei anche potuto accettare l’uso di questo verbo se il suo uso fosse stato limitato, magari solo come termine tecnico da utilizzare al momento della connessione tra cavaliere e drago, ma il suo impiego è talmente frequente, nelle interazioni tra Seojun e Ashe, da finire con l’essere fin troppo distraente.

Tirando le somme: posso consigliare la lettura di Bashavert? Purtroppo solo con grosse riserve. Se si è affascinati dall’estetica coreana penso che si possa andare sul sicuro, e l’autrice rende molto bene il modo di pensare e di parlare di persone dell’età dei protagonisti cresciuti in quel tipo di setting. Se si ricercano avventure di cavalieri di draghi e fantascienza militare, si potrebbe restare già più interdetti, perché questi aspetti sono trattati in modo assai particolare o, come dicevo, solo accennati. Il rapporto tra Ashe e Seojun l’ho trovato molto problematico: non nego possa piacere, ma penso che questo tipo di rapporto in questo tipo di storia non funzioni molto bene.

D’altra parte, non mi sento neanche di sconsigliare la lettura perché, al di là dei problemi che ho riscontrato nella gestione del personaggio, trovo Seojun un buon protagonista, e tutto quello che riguarda il suo lutto è raccontato davvero bene. Fosse stato quello il fulcro della narrazione per me Bashavert sarebbe diventato uno dei romanzi migliori dell’anno, e invece è uno di quelli che mi ha lasciato più perplessità. Leggerò comunque altro dell’autrice, perché ha dimostrato che di alcune cose ne sa parlare non solo molto bene, ma anche molto meglio di molti altri: devo solo trovare le sue storie che parlino proprio di quelle cose.
Profile Image for Daniele Tonelli.
100 reviews9 followers
September 11, 2025
Non un libro malvagio in assoluto, ma decisamente non quello che mi aspettavo e di sicuro non quello che piace a me.

Farò un assunto. Potrebbe essere un appunto sbagliato, naturalmente, ma questa è l'impressione che mi nasce dalla lettura, ed è che Veronica De Simone volesse solo marginalmente parlare di draghi e di guerra, mentre era molto più interessata a parlare di discriminazione. Il che non è un problema, ma allora forse avrei valutato sinceramente se mantenere un'ambientazione fantastica.

Il fantastico viene soffocato. Ce n'è poco e quando c'è passa spesso in secondo piano. Il worldbuilding è povero, di fatto è la Corea del nord ma con un nome diverso. Questo non sarebbe in astratto un problema, il problema è che quest'ambientazione è rarefatta. Fosse come nei romanzi di Kay, dove l'ambientazione ricalca il mondo reale ma è fortemente presente, sarebbe stato interessante e pieno di sense of wonder. Qui di sense of wonder ce n'è poco. Ci sono i draghi, ok, ma il rapporto dei draghi con i loro cavalieri non è troppo diverso da quello che c'è in Eragon. Ok, in Bashavert i cavalieri possono fare sesso con i loro draghi.

Che Paolini non ci abbia mai pensato la dice lunga.

La parte sulle discriminazioni è ben gestita, soprattutto perché il comportamento del protagonista è ben delineato anche nelle sue idiosincrasie. Non basta però a giustificare il fatto che io debba leggere questo romanzo. Bashavert è un romanzo in cui il fantastico è subordinato al messaggio, si vede e, almeno per me, è fastidioso.

Non è mal scritto, anche se avrei mostrato qui e là un po' di più. Lo stile è talvolta fin troppo essenziale e quindi non sempre le scene sono rese con la dovuta vividezza. Le scene di guerra sarebbero da aggiustare un po', perché le ho trovate confusionarie.

I personaggi sono discretamente caratterizzati (quello riuscito peggio è, secondo me, il protagonista) e sono credibili. Tuttavia la storia, concentrandosi solo su un aspetto, non li valorizza sempre quanto potrebbe. La storia stessa non è valorizzata. Per la prima metà del romanzo, ovvero finché non si parla di discriminazione, non succede nulla. Dopo qualcosa succede, ma non è quello che mi interessava leggere.

La sequenza finale è prevedibile ed è anche un po' raffazzonata. La trama si ricorda di esserci e quindi succede tutta insieme nel giro di poche pagine senza troppe spiegazioni. Il lettore è costretto a bersi tutto quello che succede senza che praticamente nessuna delle sue domande legittime riceva una risposta. La conclusione è l'apice di questo. Quello che succede potrebbe risolvere tutto come non risolvere nulla, ed è una situazione momentanea, per niente conclusiva, eppure dobbiamo accontentarci.

Il mio discorso non significa che il fantastico non possa parlare di tematiche reali. Deve farlo, per certi aspetti. Terry Pratchett ne è un esempio lampante. Chi crede che il fantastico sia letteratura d'evasione semplicemente non ne ha mai letto o lo ha letto molto male. Ma, per parlare di fantastico, deve essere prima se stesso, deve essere prima fantastico e far meravigliare il lettore. Altrimenti fa prima a essere qualcos'altro. Fa prima a essere un romanzo realistico.
Profile Image for Melody.readmeabook.
249 reviews12 followers
November 21, 2025


Ci sono libri che si leggono e libri che si subiscono.
Bashaverth di Veronica De Simone appartiene in modo inequivocabile alla seconda categoria.
L'autrice, una mente brillante divisa tra la passione per la biologia e la vocazione per la narrazione, ha uno sguardo analitico che sa iniettare profondità e coerenza anche nel più cupo degli scenari fantastici. Con una prosa che non concede sconti, ci presenta un mondo di una bellezza esteriore sofisticata ma ferocemente controllata, dove il “regime” esige il conformismo assoluto e manipola l'identità.
È in questo contesto che troviamo il protagonista maschile, la cui vita è indissolubilmente legata agli elementi più puri di questo universo: i draghi, che non sono semplici comparse ma l'ultima forma di natura selvaggia e l'unico vero contrappunto emotivo e di libertà all'aridità del potere umano. Bashaverth è un Fantasy Distopico di Formazione che entra sotto pelle con un'urgenza ineludibile. La storia non racconta soltanto cosa accade nel mondo esterno, ma si concentra sulla trasformazione interiore del protagonista, un'evoluzione che lo strappa dall'ingenuità per confrontarlo con la spietatezza della sua realtà. Non è una crescita verso la gloria, ma un viaggio verso la consapevolezza forgiato dalla necessità, dove il dolore è il prezzo amaro dell'identità.
Questa discesa nell'ombra porta, in modo inevitabile, a sollevare una domanda critica: la rappresentazione della sofferenza non rischia di debordare nel sensazionalismo? Ebbene, il vero merito del romanzo risiede proprio qui: nel profondo, ho percepito che il trauma in Bashaverth non è mai gratuito. Non è un evento fine a sé stesso, ma la funzione narrativa che costringe il protagonista all'azione o a una nuova, dolorosa verità. La sofferenza è la lente amara attraverso cui l'autrice analizza la spietatezza del regime distopico, mantenendo la dignità e la complessità di un personaggio che lotta per non essere annullato.
Ogni ferita, fisica o psicologica, serve a smantellare un pezzo di ingiustizia o a spingere il personaggio verso un cambiamento irreversibile.
E in questo scenario di oppressione, si inserisce l'unico barlume di speranza e autenticità: l'imprescindibile rapporto tra uomo, animale e natura. La presenza dei draghi non è un mero artificio fantasy, ma il contrappunto emotivo all'aridità della società. Questi esseri maestosi, e il rapporto che si instaura con loro, rappresentano l'unica forma di legame sincero, non manipolato dal regime. Sono l'ultima forma di natura selvaggia e, di conseguenza, l'ultima manifestazione di libertà. Questo dualismo tra la fredda tirannia umana e la calda lealtà animale è il vero motore che consente al lettore di respirare tra le pagine più buie.

Bashaverth è un'opera coraggiosa, complessa e matura, che chiede al lettore di investire emotivamente, promettendo in cambio una profonda e toccante riflessione sulla resilienza dell'identità umana di fronte alla tirannia. Un libro che resta dentro, a lungo dopo l'ultima pagina.
Profile Image for Andrea Fenech.
Author 0 books4 followers
June 25, 2025
Troverete centinaia di definizioni su questo romanzo, ma posso assicurarvi che sono tutte sbagliate.
Bashavert non è un’academy, non è un romanzo sui draghi, e nemmeno un romanzo di formazione.

La verità? Nemmeno io so ancora incasellarlo. Ma so questo: Bashavert è uno di quei rari romanzi capaci di scardinare le categorie e lasciarti qualcosa dentro.

Perché il cuore di Bashavert non sono i draghi — trattati, va detto, in modo magistrale — e nemmeno il worldbuilding, anch’esso reso meravigliosamente. Il cuore di Bashavert sono i legami.

Seo costruisce connessioni che superano la dimensione narrativa: sono riflessi della sua evoluzione, della sua lotta interiore, della sua umanità più fragile e autentica. Ogni incontro diventa una tappa nella destrutturazione del vecchio Seo, ogni rapporto uno specchio in cui si rifrange la sua nuova trasformazione.

E poi c’è Ashe. Il suo drago.
Il legame tra Seo e Ashe è uno dei più profondi, potenti e commoventi che abbia mai letto tra Cavaliere e Drago. Non c’è sottomissione, non c’è gerarchia. Solo empatia, comprensione e supporto. Un rapporto che cura, che cresce con loro, e che mi ha lasciato con il cuore pieno.

Attraverso una Corea divisa, che non prende mai una parte ma che mette in discussione entrambe, seguiamo Seo in un viaggio introspettivo: quello verso la scoperta della propria identità, spogliandosi di ciò che incarnava per cercare qualcosa di nuovo.

Bashavert è un romanzo che non si legge: ti avvolge, ti scalda, e quando lo chiudi qualcosa di te è cambiato per sempre.
Profile Image for Inner The Ninth.
14 reviews
July 9, 2025
⭐⭐⭐⭐⭐

Ho sentito parlare di questo libro ancora l'anno scorso dal suo editor e da quel momento ho voluto fortissimamente leggerlo. Anche se gli indizi erano più che scarni e non capivo perché un libro così apprezzato da chi lo aveva letto ed editato non fosse stato pubblicizzato. Non ho saputo chi fosse l'autrice né il titolo o la trama completa se non con la sua uscita in anteprima al Salone del Libro. E, pur non sapendo niente, qualche idea me la ero fatta: Corea futuristica, Cavalieri dei Draghi, una guerra in corso. Ma niente, niente, mi avrebbe mai preparato a cosa è veramente Bashavert. E' un fantasy ma anche uno sci-fi, si, ma soprattutto è un viaggio nella vita del protagonista, Seojun, che è (vi prego, passatemi la frase) veramente triste. Hai in mano questo libro e sai che stai leggendo un romanzo con draghi modificati che combattono uniti ai loro cavalieri, ma è anche un potente racconto sui traumi, su quello che significa viverli e affrontarli, di come si può essere la vita se non accetti chi sei, se lasci che i giudizi degli altri ti influenzino, se lasci che siano le decisioni degli altri a dettare la tua strada. Personalmente trovo che sia il miglior libro dell'anno e per i prossimi mesi lo raccomanderò a chiunque, ovviamente dicendo solo che ci sono draghi perché i traumi non possiamo averli sono io e i protagonisti u.u
Do 5 stelle piene anche se vorrei darne anche 6, 7 o 8.
Libro stupendo.
Profile Image for Sporco D'inchiostro.
1 review
September 1, 2025
Bashavert è stato il libro che, dopo anni, mi ha fatto riavvicinare alla lettura. Da bambino divoravo libri su libri, ma a 33 anni mi ero un po’ perso: sembrava non esserci mai il tempo di fermarsi e concedersi un capitolo o due di un’opera.
Veronica, però, è riuscita a farmi tornare indietro, facendomi ricominciare a leggere.

Ho apprezzato davvero molto la storia di Seo, anche se per certi aspetti è un personaggio molto lontano da me. Ho amato il suo rapporto con il fratello, con Ashe, e la loro evoluzione mi ha commosso più di una volta.
Le descrizioni di draghi e umani erano così vivide che riuscivo a immaginare ogni scena. È una nota personale, ma da artista visivo amo poter dare forma a ciò che leggo.

Ho odiato alcuni personaggi e provato pena per altri. In modo semplice, questo libro è una finestra diretta su molte emozioni: non si limita a parlare di guerra.

Non sono abituato a scrivere recensioni, ma se posso, mi sento di consigliare questo libro. Date una possibilità a Bashavert: a me è bastato sapere che parlava di draghi per iniziarlo, e ne sono rimasto completamente sorpreso.
Profile Image for Ivana Marcon.
179 reviews
November 10, 2025
Fourth wing se il governo cattivo non fosse stato troppo debole.

No scherzo in realtà i due libri si assomigliano solo perché ragazzi adolescenti cavalcano draghi per andare in guerra.
In bashavert si pone molto l'accento sulla società, una vera e propria distopia (realistica tolti i draghi in quanto é, di fatto, una dittatura classica).

Ci sono pochi personaggi, ma buoni, ognuno con qualcosa da dire e da rappresentare. In particolar modo ho apprezzato il personaggio di Soo-Yun, la promessa sposa del protagonista, che non é il tipico personaggio "stronzo" che si mette in mezzo nella storia d'amore ma, bensì una rappresentazione di cosa un governo dittatoriare potrebbe portare ad essere nel caso migliore e spesso sottovalutato: ovvero il non avere una propria personalità.
Anzi il personaggio é stato la chiave per un discorso sui diversi tipi di amore/affetto, che non devono per forza eliminarsi a vicenda ma possono, semplicemente, coesistere.

Nora negativa le scene d'azione (che per fortuna sono poche) nelle quali il linguaggio militare incasina tutto e rende confuse le vicende.
Profile Image for Anatrendy_gpes-rwx.
14 reviews
December 20, 2025
WOW Mamma mia! Che super esperienza di lettura! Ambientazione, Draghi e argomenti spinosi abilmente trattati in una storia che goccia dopo goccia senti segnarti la pelle. Ho trovato la penna dell' autrice un pennello: con vive pennellate è riuscita a rendere la lettura della storia molto simile a quella di un manga, i paesaggi, le case i locali e i personaggi stessi bucano le righe materializzandosi visivamente. Ho trovato convincente sia la parte si-fi che la parte biologia draghesca adorandone la parte dei volo/combattimento. L' avventura di Seojun è un volo di disarmante umanità che mi ha fatto piangere lacrime di rabbia, di gioia e connessione.. anzi di pura sistesione!
Non so chi o cosa ha creato l' umanità, ma è l' essere umano che ha creato la disumanità e sempre l' essere umano deve scegliere se seguire la sua creatura o essere se stesso e.. tutto questo è in Bashavert!

IT'S MANGANTASY

Amanti dei draghi, dei manga e del fantasy non perdetelo!

THAT'S ALL FOLKS!
Profile Image for Îshta.
194 reviews4 followers
July 22, 2025
Le prime 140 pagine sono un po´disturbanti, non tanto per la violenza delle scene, ma per l´indifferenza dell´animo umano nei confronti di altri esseri viventi, quel insensibilità creatasi forse per mera difesa personale.
Questo è un distopico molto particolare perché si concentra sull´introspezione del singolo e dei danni psicologici che esso crea; mentre il regime rimane sfocato sullo sfondo delle vicende, come un'ombra impalpabile e ingombrante. Nemmeno si tenta di soverchiarlo tanto sembra irraggiungibile e inscalfibile. Ma forse una singola scelta può creare increspature, addirittura spaccature?

In questo libro non ci sarà nulla di ciò che ci sia aspetterebbe da un libro distopico. Non c'è azione, né gloria. Ci sono scelte, e probabilmente queste sono le armi più potenti che abbiamo, ci definiscono e ci danno un´identità.

Un libro amaro, che si crogiola nella solitudine e nella disperazione
Mi ha davvero colpito.
Profile Image for Alessandro Velletri.
14 reviews1 follower
June 17, 2025
Ero partito prevenuto, il che ha reso la lettura di questo gioiellino ancora più affascinante. Ha completamente ribaltato la mia opinione sull'uso di un registro moderno (swipò mi ha fatto fermare per qualche secondo di troppo ma alla fine annuisco e dico ci sta, ci sta benissimo).

Quella che parte come una storia di draghi, accademia militare e botte si schiude pian piano su un mondo complesso. Un worldbuilding che ti incuriosisce e le implicazioni sociali sempre più spaventose.

Per quanto funzioni benissimo come autoconclusivo spero ci sia un seguito, ho tante domande in attesa di risposta.

Unica pecca? Una mappa sarebbe tornata utile, leggevo con Google Maps alla mano e spesso non trovavo i posti. (forse nella cartacea c'è? )

Lo leggerei di nuovo.
4 reviews
June 23, 2025
Libro molto bello e interessante. Non é la solita storia di draghi in cui si racconta solamente di avventure e scontri, ma é una storia molto introspettiva, in cui il protagonista distrugge tutto ciò in cui credeva e riesce a scoprire se stesso grazie all'aiuto della sua draghessa. Lei gli insegna che si può essere amati anche se non si é perfetti e che bisogna dare sempre una seconda possibilità alle persone.
Questo romanzo mi é piaciuto molto e vorrei altre storie per capire al meglio il Bashavert e il rapporto tra drago e cavaliere.
1 review
September 24, 2025
Un libro che scorre bene ed usa il tema della dittatura, ambientata in una Corea distorta e futuristica, per parlare su più livelli.

Un libro che parla dei doveri imposti dai padri ai propri figli, doveri indirettamente imposti dai padri di quegli stessi padri. Dei doveri imposti dalla società. Dalle imposizioni che le circostanze sembrano dettarci. Ma è anche un libro che parla di quanto sia distruttivo accettare tutto questo senza ribellarsi/porsi domande e del costo che la ricerca di una nuova libertà può portare.

Un libro che se letto con attenzione offre ampi ambiti di riflessione.
Profile Image for Cristina Cozza.
49 reviews
July 29, 2025
Non mi è dispiaciuto come lettura d'evasione, l'ho voluto leggere proprio perché l'avevo trovato descritto come un Evangelion con i draghi (c'è anche molto moltissimo di Lei, l'arma finale).
Qualche punto debole c'è (i tempi narrativi non sempre perfetti, o eccessivamente dilatati o rivelazioni troppo repentine) però è un prodotto che svolge la funzione di intrattenere, soprattutto se si ama ciò che l'ha ispirato.
1 review
August 23, 2025
Nonostante il tocco cyber non sia tra i miei preferiti, questo libro mi ha conquistata. Il vero cuore della storia non sta nella componente tecnologica, ma nelle relazioni (umane e draconiche) che ruotano attorno al protagonista. Sono descritte con tale profondità da permettere al lettore di entrare subito in connessione con lui e con il suo mondo interiore. Una lettura avvincente, che lascia la voglia di saperne di più. Attendo con impazienza un seguito!
Profile Image for Shinni Remus.
307 reviews3 followers
September 29, 2025
Ho amato questo libro! Bashaverh è un libro che parla di rapporti, quello tra essere umani e quelli con i draghi. I sentimenti muovono il libro. Veronica con la sua scrittura riesce a portare chi legge in questo mondo fatto di doveri.
Qualcosina non mi ha convinto, sopratutto i dialoghi, ma sono una piccolissima parte.
Lo definirei Eragon incontra Weak Clas Hero.
Profile Image for Federico.
22 reviews1 follower
September 1, 2025
C'è tutto quello che deve esserci: evoluzione dei personaggi, coerenza nello sci-fi, inclusività, critica al consumismo, una spruzzata di nerdate, drammi familiari, lotta contro il sistema. È perfino autoconclusivo.
A mio parere manca solo un pizzico di coraggio per staccarsi dagli stereotipi
Displaying 1 - 30 of 35 reviews

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